Italia

Stato dell'Europa centro-meridionale, membro e cofondatore dell'Unione europea
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Citazioni sull'Italia e gli italiani.

Bandiera d'Italia

Citazioni

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  • 151 anni di mafie e di massoni, | 151 anni di raccomandazioni, | noi siamo il paese dei balocchi per i ricchi, | repubblica basata sulla furbata incentivata, | fratelli-coltelli, se siamo solo quelli, | l'Italia si desta con una pietra in testa. (Litfiba)
  • A chi per poco si ponga a riflettere ai meravigliosi avvenimenti, mediante i quali gl'Italiani pervengono in oggi alla fine ad aversi questa patria libera e cementata in un solo fascio, per conseguire la quale tanto sangue di martiri fu sparso, non può non balenare alla mente che disegno provvidenziale fosse ormai che Italia esistesse, dacché la Provvidenza appunto concedeva a questa sublime e straziata madre delle nazioni, contemporaneamente, tre uomini sommi, inarrivabili, necessarî, a ciascun de' quali attribuiva la propria parte da sostenere nel gran dramma del rigeneramento italiano.
    Di questi tre grandi personaggi, l'uno rappresenta il principio, l'altro il consiglio, il terzo l'azione; il primo si chiama Vittorio Emmanuele, il secondo Cavour, l'ultimo Garibaldi! (Aristide Calani)
  • A ciascuna nazione, come ad ogni uomo singolo, è assegnato dalla Provvidenza un ufficio particolare nel santo lavoro della civiltà. Anche l'Italia ha il suo nobile e alto ufficio; quello stesso per cui fu grande, e ministra di luce all'Europa colle tre Cantiche dell'Alighieri, colle due Somme di san Tommaso, colle Cattedrali di Arnolfo e del Brunelleschi, colla libertà dei Comuni; per cui età dell'oro si chiamò quella. (Augusto Alfani)
  • A Napoli va debitrice l'Italia della restaurazione della moderna filosofia razionale, che da quel regno si propagò per tutta la penisola. Il Telesio, il Bruno ed il Campanella aveano cominciato a scuotere il gioco aristoielico; il Vico ed il Genovesi lo levarono dal collo degli Italiani e lo infransero. (Giuseppe Maffei)
  • A noi italiani l'indignazione dura meno dell'orgasmo. E dopo viene sonno. (Marco Paolini)
  • Adoro l'Italia perché non è pretenziosa come la Francia e ogni volta che ci vado sono accolta da folle enormi e calorose. (Toni Morrison)
  • Adoro il vostro stile, il buon cibo, l'architettura, Leonardo da Vinci. La politica italiana? Cerco di stare lontano dalla politica, il mio lavoro è la musica. L'unica cosa che vi manca sono le onde. Se ci fossero anche quelle verrei a vivere in Italia. (Anthony Kiedis)
  • Agl'Italiani si dice: Riprendo la spada di Goito, di Palestro, di Pastrengo, di San Martino; ai soldati si grida: Voi vincerete e il vostro nome verrà benedetto dalle presenti e dalle future generazioni; al Senato si annunzia: Domattina passerò il Mincio con dieci divisioni. Ciascuno si sente nel petto il cuore dell'eroe e nella testa il cervello del generale. (Camillo Boito)
  • Ahi fiacca Italia, d'indolenza ostello, | Cui niegan corpo i membri troppi e sparti, | Sorda e muta ti stai ritrosa al bello? (Vittorio Alfieri)
  • Ahi Pisa, vituperio de le genti | del bel paese là dove 'l sì suona. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Ah! l'amor della patria, e di una patria che si chiama Italia, ferve ben ardentissimo nelle anime nostre; ma non sì, che ci renda mai egoisti ed ingiusti verso le altre nazioni. Come il Piemonte non è che una provincia d'Italia, così l'Italia non è che una provincia d'Europa ed un commune della Terra. (Cristoforo Bonavino)
  • Ahi serva Italia, di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di province, ma bordello! (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Arlecchino, Pinocchio e Pulcinella sono l'Italia del popolo, che si rappresenta, si denigra e si riscatta con la felicità che trasmette questo trio. Un'Italia del passato, ma che si può riconoscere oggi dovunque. (Raffaele La Capria)
  • Avevo un'idea dell'Italia come paese molto accogliente, in cui si vive in modo rilassato. Quando sono arrivata ho visto che le persone, soprattutto a Roma, sono molto tese, preoccupate, direi frustrate. È per via della situazione politica, ma anche per i cambiamenti nel paese. Penso che anziché combattere l'immigrazione, la gente dovrebbe rendersi conto che ogni paese per crescere ha bisogno della diversità, di nuove idee, di un cambiamento per crescere. In Italia le persone coinvolte con il mondo dell'accoglienza sono gentili, generose, ma a volte lo sono in modo paternalista. È difficile la filosofia della carità. Aiutiamo il prossimo perché pensiamo che sia uguale a noi o perché lo consideriamo inferiore? (Maaza Mengiste)
  • [Riferito agli italiani] Buoni soldati, cattivi ufficiali; ma ricordate che senza di loro non avremmo la Civiltà. (Erwin Rommel)
  • Cari signori, l’Italia è autorevole per quello che è: l’Italia è autorevole per le sue imprese, per i suoi lavoratori, per la sua cultura, per la sua capacità di internazionalizzare le proprie risorse. (Riccardo Molinari)
  • C'è un'altra questione che impedisce all'Italia di diventare una patria. Si tratta della divisione Nord-Sud. Viene vissuta anch'essa su un piano sempre illogico ed emotivo, mai di convenienze reciproche, e allora scatta il bisogno di trovare un colpevole. Per il Nord la responsabilità è tutta dei terroni, che si farebbero mantenere dal Settentrione. Ma è irrazionalità pura, coloro che sostengono queste tesi non sanno bene nemmeno ciò che dicono. Per il Sud la responsabilità è tutta del Nord saccheggiatore. E devo dire che qui c'è un po' di ragione in più, si parte almeno da un elemento autentico. Se andiamo indietro, fino all'Unità d'Italia, all'arrivo dei Savoia nel Meridione, non ci vuol molto a capire che i piemontesi non avevano uno spirito sinceramente unitario. Videro piuttosto una straordinaria opportunità, e scesero soprattutto a saccheggiare. Tutto sommato, dei destini e dello sviluppo del Sud, i Savoia se ne fregavano altamente. Che il Sud sia stato spogliato non mi pare una faccenda che si possa negare. Ma poi la mitologia del sopruso ha preso il sopravvento al Sud, è diventata religione, fede, luogo comune, fino a trasformarsi in conformismo puro. E ancora una volta non se ne esce più. (Vittorio Feltri)
  • Che luogo triste è l'Italia! Un paese piombato nel sonno, e senza alcuna prospettiva di risvegliarsi. (Charles Dickens)
  • Ché se tu fiderai nelli italiani, sempre aurai delusione. (Gianni Brera)
  • Chi dice che gli italiani non sanno quello che vogliono? Su certi punti, anzi, siamo irremovibili. Vogliamo la grandezza senza spese, le economie senza sacrifici e la guerra senza morti. Il disegno è stupendo: forse è difficile da effettuare. (Ferdinando Martini)
  • Chi non è mai stato in Italia ha sempre una sensazione d'inferiorità, per non aver visto quel che si dovrebbe vedere. (Samuel Johnson)
  • Ci sono misteri, nella storia d'Italia, che sembrano destinati a non avere mai soluzione. Sono quelli che coinvolgono ambienti diversi, diversi strati della società, diversi livelli, persone diverse, così che quando si comincia a scoprire qualcosa, a sollevare un angolo del velo che nasconde tutto, c'è sempre qualcuno, da un'altra parte, che ha paura e che fa qualcosa per mantenere quel velo. (Carlo Lucarelli)
  • Conosci la terra dei limoni in fiore, | dove le arance d'oro splendono tra le foglie scure, | dal cielo azzurro spira un mite vento, | quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso, | la conosci forse? | Laggiù, laggiù io | andare vorrei con te, o amato mio! (Johann Wolfgang von Goethe)
  • Da tempo immemorabile l'Italia è considerata il paese degli artisti, la terra promessa, dove la natura stessa è più fresca e più bella che negli altri luoghi, dove ogni prospettiva è una decorazione sulla quale si stende un cielo azzurro di Poussin, dove tutti gli uomini in belle pose fumano sigari e parlano con le serenate. Quando eravamo ancora sui banchi della scuola, riportavamo un'impressione simile o quasi simile dai grossi manuali di geografia, dove, tra due cifre inevitabili sulla popolazione, trovavano posto i boschetti di limoni e di aranci, e l'azzurra penombra della grotta di Posillipo. Poi leggemmo Roma di Gogol', al tramonto in qualche luogo di villeggiatura d'estate, e forse sospirammo con un profondo sospiro di sedicenni, quando, sollevati gli occhi dal libro, essi si incontravano col grigio oscuro panorama, con le colline basse e le eterne betulle della via di Arakčeev. (Aleksandr Nikolaevič Veselovskij)
  • Da una parte infatti non è possibile dimenticare ciò che gli italiani Ci fecero: soffrimmo tanto a causa vostra. Dall'altra, cosa dobbiamo dire? Capita a tutti di fare una guerra ingiusta e di vincerla. Non appena rientrammo nel Nostro paese, nel 1941, Noi dicemmo: dobbiamo essere amici degli italiani. Oggi lo siamo veramente. Voi siete cambiati in tante cose e Noi siamo camabiati in tante altre. E... mettiamola così: la storia non dimentica e gli uomini, invece possono dimenticare. Possono anche perdonare, se hanno un animo buono. E Noi cerchiamo di essere buoni. Sì, abbiamo perdonato. Ma non dimenticato. Dimenticato, no. Ricordiamo tutto, tutto! (Haile Selassie)
  • Dai disastri si risorge con grande ironia e molta positività. Quando siamo messi alle strette, noi italiani siamo capaci di fare cose straordinarie. (Massimiliano Gallo)
  • Dalla Toscana alla Calabria il paesaggio italiano ignora questi mezzi toni. Ignora non solo la spessa e indipendente nebbia nordica, ma anche quella lieve veletta che la natura stende sul paesaggio francese. In Italia è tutto netto, anti-impressionista. Ma questa pericolosa particolarità di ficcarti tutto sotto il naso, questa nitidezza di immagine viene annullata dallo stupendo mosaico del paesaggio, composto di triangoli, di quadrati, di rombi, di rettangoli, ognuno dei quali è riempito da una cosa diversa. Il triangolo degli olivi si attacca al quadratino del grano, il rombo delle vigne al trapezio punteggiato di pecorelle. La serpentina bruna della strada, che si snoda lungo il pendio, è interrotta qua e là da buoi e asinelli che alle curve, dove la pendenza è più forte, si fermano, restando immobili per un attimo. Tutto è esattamente come nei quadri di scuola umbra, toscana o senese. Anche i contadini sono gli stessi, e così pure i loro movimenti, i loro gesti, i colori delle vesti da lavoro, i cappelli di paglia. Da questo punto di vista Benozzo Gozzoli o Piero della Francesca erano molto più realistici dei pur ottimi Zucchi o Zigaina odierni, i quali introducono nel paesaggio delle velature di nebbia e dei colori spenti propri di tutt'altre latitudini geografiche. (Tadeusz Breza)
  • Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà. E l'Italia è grande perché vuol essere europea, non perché vuol vivere una sua gretta vita di provincia: quando si parla di romanità, si esprime con tale parola questa aspirazione all'influenza universale, non solo nel campo politico, ma anche nel campo culturale. (Luigi Russo)
  • Difficilmente si potrà trovare nella storia di un popolo un altro mezzo secolo che sia stato più feconda di uomini sommi, quali ebbe la fortuna di produrre l'Italia nella prima metà del secolo XIX; sembrava quasi ch'essa volesse colla sua intelligente, assidua operosità dimostrarsi degna di risorgere tra le grandi nazioni d'Europa. (Pietro Orsi)
  • [A Napoli] Dopo il 1830 nacque una nidiata di giornali, che sebbene parlassero di sole cose letterarie, e dicessero quello che potevan dire, pure ei si facevano intendere, erano pieni di vita e di brio, e toccavano quella corda che in tutti rispondeva. Era moda parlare d'Italia in ogni scritturella, si intende già l'Italia dei letterati: e sebbene molti avessero la sacra parola pure al sommo della bocca, nondimeno molti altri l'avevano in cuore. (Luigi Settembrini)
  • E come si potrebbe non amare Italia? [...] Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l'una è la sua personale, più vicina, e l'altra: Italia (Henryk Sienkiewicz)
  • È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perche vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • "È il suo istinto di conservazione". "Il grande istinto degli Italiani". "Il più grande istinto degli Italiani". Che ti dice la Patria? (Ernest Hemingway)
  • È la terra d'Italia piena, come si dice, come una melagrana, piena di città e contrade meravigliose, una moltitudine fitta di gente, fiere famose, ricolme di ogni cornucopia. Per la grande civiltà e bellezza di quel paese, lo hanno chiamato il paradiso terrestre. Il suo suolo, le sue città, i giardini, l'assetto delle case, assai confortevoli per il vivere umano, un cielo mite, giocoso e salubre, un caldo non eccessivo, inverni non troppo rigidi non hanno pari nel mondo. (Miron Costin)
  • E quest'Italia, un'Italia che c'è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade. (Oriana Fallaci)
  • È tempo che anche l'Italia vada annoverata fra le nazioni libere e potenti. (Napoleone Bonaparte)
  • È un po' difficile, per un italiano cresciuto, pensare di non essere più italiano, è un'impresa quasi impossibile. Perché se anche uno cambia paese, continuerà ad essere italiano. Vuol dire una certa cultura, un certo linguaggio, una certa sensibilità che è nata in Italia ed è cresciuta insieme al tuo corpo. E te la porti appresso fino alla morte. Non c'è niente da fare. Italiani siamo nati, cresciuti, e italiani moriremo. (Giulio Questi)
  • È una cosa quasi istintiva, si nasce italiani. Non perché si nasce su un territorio, ma perché si cresce su questo territorio. Vuol dire crescere insieme al paesaggio, al linguaggio, al cielo che ti sta sopra, alla terra che calpesti. Si è italiani nel corpo, nella carne. Non occorre altro per essere italiani. (Giulio Questi)
  • Era una ragazza giovane, ma con quell'espressione indolente di sazietà e di malcontento che hanno sempre le ragazze italiane per essere rimaste strette troppo a lungo al seno di una madre piangente. (John Updike)
  • Espressioni come «in Italia» o «in campagna» comportano anzitutto una diminuzione del ritmo, una scottatura più lieve allo scorrere del tempo. Si ritorna nel mondo dell'infanzia e delle fiabe. Oltre il Brennero sentiamo cadere una pietra dal petto, uno dei pesi dell'orologio della vita. (Ernst Jünger)
  • Essere innocenti in Italia è pericoloso! Non si hanno alibi. (Boris Makaresko)
  • Finiamola di definirci «i buoni» d'Europa; e nessuno dei nostri fratelli del Nord venga a lamentarsi delle stragi naziste. Le SS del 1860 e degli anni successivi si chiamarono, almeno per gli abitanti dell'ex reame, piemontesi. Perciò smettiamola di sbarrare gli occhi, di spalancare all'urlo le bocche, a deprecare violenze altrui in questo e in altri continenti. Ci bastino le nostre, per sentire un solo brivido di pudore. Noi abbiamo saputo fare di più e peggio. (Carlo Alianello)
  • [Battaglia del Don] Fu una epica lotta in cui rifulsero le più belle qualità del soldato italiano, fatte di resistenza e di virile coraggio... (Mario Giannone)
  • Già per troppo tempo l'Italia e stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • Giurò sulle mie parole tutta l'Italia. (Augusto)
  • Gl'Italiani sono un aggregato d'individui. (Nicola Marselli)
  • Gli italiani fabbricano porte magnifiche ma se desideri tener fuori il prossimo usa un lucchetto americano. (John H. Secondari)
  • Gli italiani guadagnano netto, ma vivono lordo. (Giuseppe Saragat)
  • Gli italiani hanno sempre paura di qualcosa. (Luka Modrić)
  • Gli italiani hanno spesso questa levità: questo andare a cercare le cose con il loro fantasticare e il loro rameggiare proteso nell'etere, e questo avere però radici ben piantate nel terreno, come i pini le cui propaggini sotterranee sono enormi... (Barbara Spinelli)
  • Gli italiani hanno un temperamento simile al nostro, ci piacciono le stesse cose, il buon cibo, la qualità della vita. Ci stiamo ispirando ai codici civili e penali italiani per riscrivere i nostri. (Mikheil Saak'ashvili)
  • Gli italiani li conosco bene, bugiardi, bravi a parole furbetti e scansafatiche, pancia al sole e mani sulla pancia. (Good Morning Babilonia)
  • Gli Italiani non rivelavano attitudine alle imprese coloniali. La gentilezza dei loro modi e dei loro sentimenti ripugna da qualsiasi atto di severa autorità, voluta in chi sia in contatto con popoli barbari. Facili ad esaltarsi di fantasia, danno agli avvenimenti rilievo più che non ne abbiano; teneri del loro punto di onore, non pongono mente come tutto ciò, noto che sia all'estero, nuoccia non poco all'onore stesso della patria. (Gaetano Arangio-Ruiz (1857-1936))
  • Gli italiani non sono meglio della classe politica che li rappresenta. (Romano Prodi)
  • Gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi [...]. Gli italiani vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli. (Umberto Saba)
  • Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre. Winston Churchill
  • Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna. (Paolo Villaggio)
  • Gli italiani oziano nella convinzione che la vita sia circolare e gli obiettivi una distrazione illusoria dal piacere. (Roger Cohen)
  • Gli italiani – se ci si mettono di picca – non muoiono neanche se li ammazzano. (Giovannino Guareschi)
  • Gli italiani si domandano a vicenda di dove sono, come gli inglesi parlano del tempo. E per la stessa ragione: ce n'è una tale varietà. [...] Dopo la famiglia, il luogo di nascita è l'elemento che più influisce nella formazione del carattere e della mentalità. (Peter Nichols)
  • Gli italiani si lamentano troppo, quindi stanno bene. (Wilhelm Mühs)
  • Gli italiani si sentono raccontare bugie di ogni tipo fin da bambini, cioè che Dio ha creato il mondo, che ci vuole bene, che esiste il Paradiso. Tutte frottole che non stanno né in cielo né in Terra. Poi c'è anche un motivo storico: gli italiani sono stati conquistati da popoli stranieri, e imbrogliati da tutti. È normale che siano diffidenti. E, come è noto, non c'è nessun peggior credulone di chi sospetta di tutto. E poi, be', è un popolo discretamente ignorante, soprattutto quando si viene a parlare di questioni scientifiche. (Edoardo Boncinelli)
  • Gli italiani sono come Mussolini, pensano che debbono vincere con le buone o con le cattive. La verità è che non sanno proprio perdere. (Byron Moreno)
  • Gli italiani sono un po' permalosi, ma il loro pregio è quello di amare la vita. Hanno una passione e una gioia che a noi del nord Europa mancano completamente: siamo troppo concreti, realisti, invece voi sognate ancora e questa cosa mi fa impazzire. È anche per questo che sono venuta in Italia. (Filippa Lagerbäck)
  • Gli italiani sono un popolo così positivo perché mangiano tanti pomodori. (Anita Roddick)
  • Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona. (Gino Bartali)
  • Ho capito vivendo a Londra, che due inglesi fanno un popolo, ma 57 milioni di italiani no. (Claudio Ranieri)
  • Ho sentito speso deplorare che l'Italia non abbia tanta abbondanza di uomini grandi come ne hanno l'Inghilterra e la Francia, e trarne argomento per elegie convenzionali.
    Chetatevi, falsi Geremia. – Vi è in Italia qualcuno che è più grande di tutti gli uomini illustri dell'êra moderna, – più liberale e più modesto di Franklin, più virtuoso di Washington, più audace di Napoleone I, più astuto di Cavour, più tenace di Bismarck. – Questo qualcuno è quel popolo, che lascia partire gli Austriaci da Venezia senza un tripudio di gioja, e lascia sfilare i pellegrini della reazione europea attraverso le sue città, e raccogliere in battaglioni serrati nella sua Roma, senza uno scoppio di collera, – e ha il talento, la saggezza, la baldanza di... starli a guardare. – Questo popolo è il nostro, è il popolo italiano. (Leone Fortis)
  • Ho una sorta di tenerezza verso i nostri difetti. Siamo un popolo bello, anche se incoerente, impulsivo, a volte insensato: se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo che cosa vengano a fare... (Gianluigi Buffon)
  • Ho vissuto a Milano una esperienza che mi ha confermato nell'idea che il nostro popolo è capace delle più grandi cose quando lo anima il soffio della libertà e del socialismo. (Sandro Pertini)
  • I due punti principali sui quali deve essere orientato questo viaggio[1] sono la diligenza e l'applicazione. La diligenza, per mettersi prontamente in condizione di venire a servire presso il Re nelle funzioni della mia carica; l'applicazione, per trarre profitto da questo viaggio e servirsene vantaggiosamente per prender conoscenza delle diverse corti dei principi e degli Stati che dominano in una parte del mondo così rilevante com'è l'Italia, insieme dei differenti governi, costumi e usi che vi s'incontrano, formarsi il giudizio e rendersi tanto più capaci di servire bene il Re in tutto il corso della sua vita. (Jean-Baptiste Colbert)
  • Il bel paese | ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe. (Francesco Petrarca)
  • Il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia. (Giuseppe Mazzini)
  • Il nostro è un paese saggio, ricco, straordinario a cui piace l'autocritica. (Julio Velasco)
  • Il nostro paese è un paese pieno di talenti senza carriere e di carriere senza talenti. (Gianfranco Funari)
  • Il Paese dovrà affrontare grandi sacrifici e i grandi sacrifici si accettano quando si è guidati, nel doverli compiere, da un'alta dignità morale. È quella forza che De Gasperi ebbe nel trarre l'Italia dalla sconfitta per la ricostruzione democratica. (Carlo Donat-Cattin)
  • Il Paese ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti. È difficile andare in giro per il mondo a spiegare cosa succede in Italia. È vergognoso. (Sergio Marchionne)
  • Il pensiero degli albanesi verso l'Italia è un pensiero molto intimo. L'Italia è un nostro vicino, da più di mille anni è collegata con l'Albania. Io ho da tempo manifestato una certa scontentezza per l'atteggiamento dell'Italia verso l'Albania, non ha avuto una risposta adeguata. Sono due paesi uno di fronte all'altro. Hanno collaborato 100 volte, con principi e con eserciti. Alla fine è successo che gli italiani sono sbarcati in Albania. Per gli italiani era una “unione”, una parte degli albanesi l'ha considerata "occupazione", anche se non mancavano albanesi che la pensavano come gli italiani. (Ismail Kadare)
  • Il popolo di maggior talento per la musica è certamente l'italiano, ma è anche il più ignorante in materia musicale. (Sergiu Celibidache)
  • Il popolo italiano s'è per la più parte fatto altrove che a scuola. Né con questo si vuol diminuir di una linea il merito d'avere proprio qui da noi fondato il sistema educativo moderno e poste le premesse del lungo discorso che istitutori e legislatori van tessendo in tutti paesi del mondo: si vuole semplicemente constatare il fatto che la gente, da noi, conosce innumerevoli luoghi dove imparare tutto quello, ed è moltissimo, che a scuola non si insegna. (Mario Apollonio)
  • Il protagonismo dell'Italia, in una cornice di coesione occidentale, significa il contesto NATO e lo sviluppo del ruolo nazionale nell'alleanza militare ovviamente, ma significa anche riempire di senso la costruzione di una vera comunità europea, chiamata a una posizione di protagonismo in una tensione che insiste proprio nel quadrante euroasiatico e che vede l'Unione come una sorta di terra promessa per gli aggrediti. (Pino Bicchielli)
  • Il tema vero, signor Ministro e onorevoli colleghi, è che manca in Italia una profonda cultura della prevenzione. Noi siamo abituati, in malo modo, ad intervenire soltanto quando riscontriamo delle tragedie: è caduto il ponte Morandi e lei sa bene - da amministratore provinciale di lungo corso, quale anche lei è stato - che tutte le direzioni ANAS competenti sono intervenute alla manutenzione dei cavalcavia, eccetera. Si interviene sempre dopo. (Francesco Maria Rubano)
  • In Italia esistono almeno quattro verità. La verità giudiziaria, l'unica che si può raccontare senza venire querelato. Ma mica è detto che sia la verità. Poi c'è la verità storica. Ma viene revisionata. Poi c'è la verità del buon senso. Tipo Pasolini che diceva che lui sapeva anche se non aveva le prove. Infine la verità politica. Un bel macello. Come si fa a dire che c'è una storia di cui si sa tutto? Se pensi che non ci si può mai fidare di nessuno, nemmeno degli organi preposti all'accertamento della verità. (Carlo Lucarelli)
  • In Italia i luoghi di potere sono occupati da cinici che trasmettono solo un messaggio: tutto è uguale. Con il mio "viva tutto" voglio comunicare il concetto opposto: "viva tutto", perché tutto e necessario nella vita, ogni esperienza ti aiuta a crescere. (Jovanotti)
  • In Italia scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. (Terenzio Mamiani)
  • In Italia si discute poco, perché poco si studia, e poco si studia e si pensa perché il pensiero in sè non ha valore di stima sul mercato della pubblica opinione. Noi non abbiamo alcun grande giornale, né una rivista, la quale sia davvero ecclettica, o, almeno, così tollerante, da accogliere ed anzi desiderare il parere degli studiosi e dei pensatori, anche se solitari o avversi alle consorterie di classe, di partito, di governo. Diremo di più: il pensiero è merce sospetta: un delinquente volgare, un fallito doloso, un condannato per falso o per truffa, è guardato in società con minore diffidenza che non sia il pensatore. (Arcangelo Ghisleri)
  • In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù. (Il terzo uomo)
  • [«Quando dice che gli italiani vivono tutto più intensamente, pensa solo al calcio o alla vita in generale?»] In tutto. Sono focosi, lo adoro. Mi fanno ridere, parlano a voce alta, con le mani. Esprimono tutto. (Pauline Peyraud-Magnin)
  • Io amo il mio Paese, però siamo molto indietro. Non parlo solo dello spettacolo, ma penso alla ricerca, alla scuola. Noi siamo i terroni d'Europa. (Valentina Lodovini)
  • Invero, non si nasce indarno italiani; indarno non si nasce in questo nostro, che è il paese della poesia e del canto, in questa Italia ove tutti ancora, sempre, poetano e cantano, dalle filandiere lombarde alle stornellatrici toscane, dove ancor non son morte né la nenia dei gondolieri, né la serenata dei trasteverini, né la canzone dei guappi, condotti dal sentimento ad uscir da una volgarità feroce o turpe per salire alle più delicate espressioni dell'arte; in questa Italia ove persino il grido dei giornalai fa agli stranieri – e ai tedeschi pei primi, notatelo ! – l'effetto di una canzone, che sia come la voce naturale dell'indole paesana fisica e morale! (Primo Levi
  • Io, lo confesso, aveva vagheggiato un'altra Italia, nella quale il diritto di grazia cedesse il posto ad un nuovo diritto, per cui le nostre insurrezioni avessero un altro senso, e potessero raggiungere la meta in modo più diretto e più immediato. Io sperava che il voto universale potesse esprimere il voto della nazione redenta dal giogo dell'autorità; io sperava che le nostre discussioni, sciolte dai vincoli d'una religione dominante, potessero svolgersi chiedendo le conseguenze dei principii proclamati nel 1789, e che le attuali nostre agitazioni, ancora incerte e ondeggianti tra il mondo antico e il moderno, fossero i preludi d'una èra novella reclamata dalla scienza e non più soggetta né al rogo di Bruno, né ai tormenti di Galileo. (Giuseppe Ferrari)
  • Io non getterò mai a mia madre ignuda l'insulto di Cam, e non perderò mai l'orgoglio d'essere e di dirmi Italiano, perocché so che l'Italia è migliore delle apparenze che la condannano e della fama che la vitupera. (Giuseppe Guerzoni)
  • Io paragono l'Italia con il resto dell'universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce. (Marija Konstantinovna Baškirceva)
  • Io penso che l'Italia avrebbe dovuto essere più attenta verso l'Albania. Doveva aiutarla. Come ha fatto la Francia con l'Algeria, da sempre molto sensibile verso la sua ex colonia, nonostante fosse lontana, in un altro continente e di religione musulmana. Noi abbiamo un'importante comunità albanese in Italia, il Paese con noi si è comportato molto bene. Ma durante il comunismo l'Italia sapeva cosa stava accadendo in Albania, avrebbe dovuto interessarsi molto di più. L'Italia si interessa a Paesi molto lontani come Madagascar, Angola e altri, ma non all'Albania. Io a volte vedo dei documentari italiani sulla Seconda guerra mondiale e in alcuni viene dedicato non più di trenta secondi all'occupazione italiana dell'Albania nel 1939 operata da Mussolini. (Ismail Kadare)
  • Italia. Forse il paese meno competitivo del pianeta. In gara con la Francia, diciamo, ma non con molti altri. [...] In Italia abbiamo inventato l'estate, facciamo tre mesi di vacanze, i docenti si offendono se qualcuno insinua che una settimana lavorativa di diciotto ore non sia proprio la miniera, chiunque abbia un ristorante ha centinaia di storie di ragazzi che vanno a fare colloqui per l'assunzione e poi dicono che no, loro il weekend e la sera mica lavorano (chissà quando pensano si vada al ristorante), qualunque cialtrone in qualunque ufficio risponde «eh vabbè succede» (una frase che dovremmo mettere come motto nazionale sulla bandiera) a qualunque nota su un suo errore: siamo il paese meno competitivo del mondo. (Guia Soncini)
  • Italia 1870. Tempi di recrudescenza governativa. La tutela della P.S. affidata ai bricconi. Il mostruoso connubio fra Chiesa e Stato. I regolamenti, perpetua offesa alle leggi, ecc. etc., l'usura. (Carlo Dossi)
  • Italia bella, Italia, fior del mondo, | è patria nostra in monte ed in campagna, | Italia forte arnese che, secondo | si legge, ha spesso visto le calcagna | de l'inimici, quando a tondo a tondo | ebbe talor tedeschi, Franza e Spagna; | ché se non fusser le gran parti in quella, | dominarebbe il mondo, Italia bella. (Teofilo Folengo)
  • Italia è tratta in forma d'una fronda | di quercia, lunga e stretta, e da tre parte | la chiude il mar e percuote con l'onda. (Fazio degli Uberti)
  • Italia
    Il bel Paese là | dove il sì suona | suona, suona, suona | fino a romperti l'anima. || È uno stivale | pieno di gente | troppo intelligente. || È la terra | dei geni | troppo compresi | dove | bisogna incoraggiare | lo scoraggiamento. (Marcello Marchesi)
  • Italia, il nome che ti diero i bovi, | or che d'Asini sei fatta sentina, | necessario sarà che tu rinnuovi. (Salvator Rosa)
  • Italia Italia, ah non mi dir che dura | memoria il canto mio ti rinnovella, | forme e leggi cangiando e non ventura | sorgesti in ogni forma ognor più bella, | tu del mondo ornamento, e di natura | ponesti in ogni balza archi e castella, | e se stillan di pianto i lauri tuoi, | la sventura, e il valor fecer gli eroi. (Angelo Maria Ricci)
  • Italia – magnifico paese! | Per te l'anima geme e si strugge... (Nikolaj Vasil'evič Gogol')
  • Italia mia, non men serva che stolta. (Giovanni Guidiccioni)
  • Italia poverella, Italia mia, | che ti par di questi almi allievi tuoi | che t'han cacciato un porro dietro via? (Francesco Berni)
  • Italia significa Verdi, Puccini, Tiziano, Antonello da Messina. Non è un discorso di politica, di cui non capisco nulla. Io non penso che Tiziano sia nato lassù e Antonello da Messina sia nato laggiù: per me sono due italiani. (Riccardo Muti)
  • ITALIANI. Tutti musicisti, traditori. (Gustave Flaubert)
  • Italiani brava gente, italiani dal cuore d'oro, | l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro | di santi, di poeti, di mafiosi e navigatori | ma tutti rivorrebbero tra le dita la Montessori. (Caparezza)
  • L'amore ch'io porto all'Italia e il vivo desiderio che tengo d'ogni suo bene, mi obbligano ad aggiungere che nulla più osta, secondo il parere mio, al risorgimento della comune patria, che le dottrine intemperate, e l'opera di quelli che le spargono e promulgano dentro e fuori della Penisola. (Vincenzo Gioberti)
  • L'antica paura degli italiani: quella di migliorare il peggio. (Vittorio Giovanni Rossi)
  • L'idea della unificazione d'Italia e della sua costituzione a regno fu principalmente sparsa dai militari napoleonici, che, sciolto il grande esercito, tornarono ai loro focolari. (Carlo Dossi)
  • L'Italia che amiamo è una Repubblica che si affonda su un avverbio: ancora. Uno arriva sul promontorio di Portofino, guarda e dice "toh, c'è ancora". Scende nel Salento e ritrova la pineta che ricordava verdissima sul blu del mare, ritrova lo scoglio intatto e esclama: "che bello, è ancora così". (Antonio Cederna)
  • L'Italia, colleghi, è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del governo: il tradimento è solo di chi, ad un paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti! La Lega, onorevole presidente, una responsabilità ce l'ha (io ho una responsabilità): quella di far finire oggi finalmente la prima Repubblica! [...] La Lega, onorevole Presidente, le toglie la fiducia! (Umberto Bossi)
  • L'Italia, come dice Calvino, ricorda il lampione della storiella: l'ubriaco sta cercando la chiave sotto la lampada, un passante gli chiede se è sicuro di averla perduta proprio lì; no, risponde l'ubriaco, ma qui ci vedo. (Luca Goldoni)
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] L'Italia, come sancisce in maniera chiara la nostra Costituzione, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, ma non può, non vuole e non deve rimanere estranea al grido di dolore che si leva da chi, senza colpa, subisce attacchi, lutti, violenze e sofferenze inaudite. (Lorenzo Cesa)
  • L'Italia di oggi è un Paese in cui è all'opera un'autentica macchina del fango e della delettigimazione. Il gossip non è più argomento delle riviste patinate, quelle che si sfogliano per farsi due risate sotto l'ombrellone; serve a distruggere moralmente e fisicamente la vita delle persone. Si usano fatti privati, a cominciare dal sesso e dalla salute, a scopi di estorsione, per condizionare i comportamenti dei personaggi pubblici o punirli se "sgarrano". (Roberto Saviano)
  • L'Italia di oggi non è un Paese maturo in fatto di pari opportunità, soffiano addirittura venti di restaurazione, eppure, forse i modelli proposti dalla retorica politica non sono davvero o non sono ovunque accettati dall'intera società. (Marco Grimaldi)
  • L'Italia – direbbe il loro e mio Shakespeare – è una rosa troppo bella, troppo profumata, per non accogliere nel suo grembo il verme più ripugnante. (Umberto Saba)
  • L'Italia è afflitta da un problema serio che è il nepotismo, soprattutto nel cinema, e da una mentalità mafiosa. È un problema che ci ha bloccato l'ascensore sociale. (Francesca Archibugi)
  • L'Italia è bella, è fatta di uomini bizzarri e di eroi. (Mario Tobino)
  • L'Italia è casa mia, è dove è iniziato il mio sogno di giocare nella Nba. Qui ho imparato i fondamentali, ho imparato a tirare, a passare, a tagliare senza palla. Tutte cose che quando sono tornato in America i miei coetanei non sapevano fare perché pensavano solo a saltare e schiacciare. (Kobe Bryant)
  • L'Italia è come un carcioffo che bisogna mangiare foglia per foglia. (Carlo Emanuele I di Savoia)
  • L'Italia è destinata a dominare il mondo col genio creatore della sua arte e la potenza del suo esercito impareggiabile. (Manifesti futuristi)
  • L'Italia è diventata un bordello. Non perché il premier va a escort e qualcun altro a trans, ma perché sono state sovvertite tutte le regole. Un bordello squallido e triste, la cui cupezza si respira nell'aria. (Massimo Fini)
  • L'Italia è il paese che amo (Silvio Berlusconi)
  • L'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego. (Carlo Levi)
  • L'Italia è il quarto Paese per povertà tra i lavoratori, questi sono dati Eurostat. In questa speciale classifica, noi siamo ai primi posti, siamo in zona Champions League, come si dice. (Filiberto Zaratti)
  • L'Italia è il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa credere nella gioia di vivere, anche quando lei stessa non ci crede. (Roger Peyrefitte)
  • L'Italia è la fabbrica dei furbi ripiegati su sé stessi, il suo vero originale e inimitabile made in Italy una camera ardente di furbizia, una fossa comune di furbi vivi e, soprattutto, vegeti vegetanti. Però col tonaca su tonaca giusto. (Aldo Busi)
  • L'Italia è la patria dei tuttologi: tutti pretendono di dire la loro su tutto, anche se non hanno una competenza specifica sull'argomento. (Magdi Allam)
  • L'Italia è oggettivamente un Paese fragile: il 94 per cento dei comuni è soggetto ad aggressioni da frane, alluvioni, erosione costiera e rischio sismico. Questo accade perché il nostro Paese è geologicamente strutturalmente fragile; è precario, da questo punto di vista, e gli eventi climatici, causati dal mutamento climatico, accelerano e sono ancora più aggressivi. (Sergio Costa)
  • L'Italia è, per condizione geografica, storia e cultura, ponte tra Africa ed Europa. (Sergio Mattarella)
  • L'Italia è stata la culla del diritto: ora sta diventando la tomba della giustizia. (Corrado Pallenberg)
  • L'Italia è un'espressione geografica. (Klemens von Metternich)
  • L'Italia è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di sé stesso. (Ugo Ojetti)
  • L'Italia è un paese dove riesco con grande naturalezza a essere me stessa e contemporaneamente a diventare una persona dalle infinite sfaccettature. Posso essere una giovane fanciulla, una bambina innocente, una donna matura, oppure una scrittrice consapevole di sé, un cucciolo fedele, una dea innamorata dell'arte, una viaggiatrice con lo zaino sulle spalle, una turista insaziabile, una fanatica della cucina, e poi ancora e ancora mille altre cose...
    Paese che accogli tutto, che aiuti la bellezza degli esseri umani a fiorire, fantastica Italia, ti adoro. (Banana Yoshimoto, da "Sonno Profondo")
  • L'Italia è un Paese fragile e il prezzo di questa fragilità in termini di vite umane e danni economici è stato sempre troppo alto, perché non si è mai intervenuti in modo organico per contrastare il dissesto idrogeologico e mettere in sicurezza la nostra penisola dalle sue conseguenze; Ischia è l'ultimo episodio. (Roberto Giachetti)
  • L'Italia è un Paese ingovernabile e con questa ingovernabilità dobbiamo farci i conti tutti i giorni. (Edoardo Bennato)
  • L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza, come un vivido sangue. È un'intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di un poco la condizione umana. Tuttavia scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d'un ingannevole, e forse insensato, conforto. (Natalia Ginzburg)
  • L'Italia è un paese: sta all'America, alla Russia, alla Cina, come Enna sta a Roma. (Michele Valori)
  • L'Italia è un paese a due velocità: quella del potere visibile, delle gerarchie formali, e quello invisibile, dei poteri sotterranei segreti. (Gianni Barbacetto)
  • L'Italia è un Paese complessivamente fragile, ma alcune aree lo sono più di altre. In alcune aree la fragilità è diventata un pericolo incombente e quotidiano e in queste aree il rischio idrogeologico è una roulette russa a cui sono esposte le vite di decine di migliaia di persone. Ischia è una di queste aree. (Mara Carfagna)
  • L'Italia è un posto in cui in media, qualsiasi cosa fai, fai male. (Francesco Mandelli)
  • L'Italia è una donna di facili consumi. (Marcello Marchesi)
  • L'Italia è una grande democrazia; anzi è una vera e genuina democrazia, poiché non ha, come l'hanno altre democrazie, nemmeno la più leggera tinta plutocratica. (Tommaso Tittoni)
  • L'Italia è una nazione che avrebbe centinaia di migliaia di allenatori che saprebbero come far giocare meglio la propria squadra, è un peccato che quasi tutti siano troppo impegnati a servire cappuccini o a guidare il taxi. (Marco Malvaldi e Glay Ghammouri, Vento in scatola)
  • L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (Costituzione della Repubblica italiana)
  • L'Italia è una repubblica fondata sulla paura. (Natalino Balasso)
  • L'Italia è uno stivale nero in pelle sadomaso, ormai. (Gipi)
  • L'Italia è varia, i desideri sono diversi, le aspirazioni sono diversissime. (Oliviero Zuccarini)
  • [Nel 1971] L'Italia ha bisogno, certo, di compiere un veloce tragitto in avanti: e in certi momenti questo può e deve avvenire anche impetuosamente, se si vuole avere ragione di resistenze e conservatorismi. Occorre, però, certezza democratica. (Flaminio Piccoli)
  • L'Italia ha da trionfare, perché l'Italia è la libertà, l'umanità, la civiltà. Che tutti que' principii, disconosciuti e condannati dalle dinastie decadute, escano ora dall'ombra e dal silenzio, ove si tentava seppellirli; che il popolo fatto libero si ritempri nel sentimento della sua dignità e della sua potenza; che la violenza e l'iniquità dell'alto non autorizzino la violenza e l'iniquità del basso; che la paura, questo vergognoso istinto di degradazione e di schiavitù, sia sradicata affatto dalla coscienza popolare che si rialza: ecco il sistema di repressione che senza fallo riuscirà; e la palla sarà estratta dalla ferita, e la camorra non esisterà più, se non come memoria in quest'opuscolo caduto nell'oblio. (Marc Monnier)
  • L'Italia, ideata e voluta da Dio come terra in cui ha sede il centro della sua Chiesa, fu oggetto, come di un suo speciale amore, così di una sua specialissima azione. Nessun popolo ha, come il popolo italiano, i suoi destini congiunti con l'opera di Cristo. (Pio XII)
  • L'Italia in camicia nera è e sarà invincibile. (slogan fascista)
  • L'Italia in tutti i tempi fu assai feconda d'uomini prodi in armi, e per lunga pezza ammaestrò le altre nazioni nel miglior modo di guerreggiare. Ma della sua scuola portò amarissimo frutto; perché i discepoli bene ammaestrati, e per maggior giovinezza e costumi incorrotti più animosi, più forti, più feroci di lei, la trafissero a morte nel seno con quell'istesso ferro, che ella per sua sciagura mise loro in mano. (Giovanni Eroli)
  • L'Italia legale, dall'industria all'università, dalla cultura alla politica, era un immenso bacino geografico di ladrocinii. Si falsificava la vita in tutta omertà per meglio depredarla, asservirla, depistarla. (Aldo Busi)
  • L'Italia non è solo un paese lungo, è un paese antico dove il meraviglioso pagano si è trasfuso nel miracoloso cattolico e in cui il papa è il vero re con cui bisogna comunque andare d'accordo, o con il Concordato o con la sua riconferma nella costituzione repubblicana, articolo 7, approvato da tutti i comunisti materialisti e atei salvo la Teresa Noce e il professor Concetto Marchesi. (Giorgio Bocca)
  • L'Italia non è un Paese povero, è un povero Paese! (Charles de Gaulle)
  • L'Italia non è un paese razzista, è un paese che ospita un bel po' di razzisti a cui però in fondo vuole bene, suvvìa, sò ragazzi. (Daniele Fabbri)
  • L'Italia non è una provincia, è la Signora delle altre province. (Giustiniano I)
  • L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. (Costituzione della Repubblica italiana)
  • L'Italia seppe superare nelle aule legislative i suoi nemici, come seppe vincerli nei campi delle battaglie. (Giovanni Battista Cassinis)
  • L'Italia! Solamente a 'sta parola | Er sangue ce bolliva ne le vene, | Er core ce zompava ne la gola! | E che strazzi, che tribboli, che pene | Che sapemio soffrì pe' 'st'ideale, | Senza fa' tante scene | Co' le sottoscrizzioni sur giornale! | Ché puro allora se viveva male, | Ma, per lo meno, se moriva bene! (Trilussa)
  • L'Italia sotto l'ala di metallo | si distende, tutta colli e specchi d'acqua, | come una coperta variopinta, | non ricorda il passato, alfuturo non pensa, | immersa nel presente, nell'odierna vanità –, | la tua vita d'ogni giorno. (Maksim Amelin)
  • L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. (Pier Paolo Pasolini)
  • L'Italia, tale quale è dà la più brutale smentita, in ogni sorta di manifestazioni, ai ciechi che la considerano come un museo storico, il reliquiario di una civiltà che muore dopo avere generato quelle dell'avvenire; che la chiamano miserabile terra dell'arte e dell'eroismo, la cui esistenza è precaria. (Napoleone Colajanni)
  • L'Italia, tra i paesi a democrazia parlamentare, ha sempre avuto il primato nella partecipazione dei cittadini alle scelte elettorali fondamentali. È stata questa massiccia partecipazione uno dei punti di forza della nostra democrazia. (Vittorino Colombo)
  • L'Italia, una sterminata domenica. | Le motorette portano l'estate | il malumore della festa finita.[2]| Sfrecciò vano, ora è poco, l'ultimo pallone | e si perse: ma già | sfavilla la ruota vittoriosa.[3]| E dopo, che fare delle domeniche? | Aizzare il cane, provocare il matto... | Non lo amo il mio tempo, non lo amo. | L'Italia dormirà con me. | In un giardino d'Emilia o Lombardia | sempre c'è uno come me | in sospetti e pensieri di colpa | tra il canto di un usignolo | e una spalliera di rose... (Vittorio Sereni)
  • L'italiano è diventato diffidente e non crede mai a una notizia, ma quando vede che è smentita comincia a capire che qualcosa di vero c'è. Però, appena il fatto smentito accade, bisogna ricordarsi di smentire di averlo mai smentito. (Enzo Sermasi)
  • L'italiano è sicuro di sé perché è irrequieto ed esaltabile, e facilmente si dimentica di se stesso e degli altri. (Lev Tolstoj, Guerra e pace)
  • L'italiano è un animale sociale; quando cerca sul serio la solitudine, l'organizza in consorzio e si fa monaco. (Henry Furst)
  • L'italiano medio, scapolo, divorziato o con famiglia, che passi nelle vicinanze di una bandiera italiana, sgargiante nei suoi tre colori, è ammonito di tenere un contegno assolutamente inequivoco; potrà sorridere, ma con rispetto, nei confronti di detta bandiera, e non sguaiatamente, come può accadere di ammiccare ad un compagno di bevute e sconvenienze; gli si consiglia di levarsi il cappello, ma sempre come si usa con i superiori, non, ad esempio, con i condòmini; in genere, può eseguire gesti allusivi a trepida devozione, incondizionato assenso, festosità e generico desiderio di morire in modo straziante per la medesima: tanto, egli lo sa, la sua famiglia resterà raccomandata alle cure di quella bandiera, che non dimentica i suoi figli migliori. Questo contegno non esito a giudicare saggio, prudente e, anche se ipocrita, da vero italiano. (Giorgio Manganelli)
  • La bellezza dell'Italia è la sua storia, il suo passato. Allo stesso tempo l'Italia deve cambiare per sopravvivere, non può conservare la sua identità. (Maaza Mengiste)
  • La cultura e la lingua italiane entrano nell'anima di chi arriva e si fondono con le sue credenze religiose. (Kader Abdolah)
  • La fine del mondo qua frà non farà danni | resta in Italia e ti salvi, siamo indietro dieci anni. (Club Dogo)
  • La geografia dell'Italia rende il nostro Paese uno degli ecosistemi più unici al mondo, allo stesso tempo però si tratta di un territorio fragile e insidioso; circa il 44 per cento del nostro territorio è infatti a elevato rischio sismico e quasi la totalità, il 94 per cento secondo la Protezione civile, è minacciato dal dissesto idrogeologico. (Francesco Maria Rubano)
  • La grande ricchezza dell'individualismo in Italia dove «un Marcel diventa ogni villan», rende difficile a un italiano accettare la gloria dei suoi compagni. Di Vasari ve n'è uno solo. (Henry Furst)
  • «La Monarchia ha fatto l'Italia.»
    «Proprio lei, sola sola? E come l'ha fatta? Sponte o spinte? Con le vittorie, o a furia di disfatte? E che cosa è questa sua Italia? Dov'è la gloria, il lauro e il ferro che il vostro Leopardi andava cercando sessant'anni addietro? Ne avete notizia voi? Siamo l'ultima delle grandi nazioni, una ranocchia gonfiata sul punto di crepare, come quella della favola. Teoricamente, filosoficamente, non mi direte che il regno d'un sol uomo su tutti gli altri suoi simili sia l'ideale. L'ideale, se siete idealista, è tutto il contrario, è la repubblica sociale, l'eguaglianza e l'accordo di tutti. Utopia, sta bene, e lo sanno anche coloro che la sostengono; ma utopia generosa, non rassegnazione antipatica, come la nostra. Generosa e pericolosa, volete dire? Andate là, che il mondo non è caduto e non cadrà, per quante riforme e per quante rivoluzioni si facciano...» (Federico De Roberto)
  • [Gli aspetti più negativi dell'Italia] La pigrizia, la chiacchiera (altro risvolto della pigrizia). I problemi, in Italia, non si risolvono: con grande acribia, si complicano, per evitare di affrontarli. (Mai che si rimuova un'automobile in un parcheggio vietato: si preferisce discutere della nuova legge sul traffico urbano). Non esiste paese dove proliferino tanti testi teorici, non uno dove si discetti con tanta passione sul sole dell'avvenire mentre la vita quotidiana ha raggiunto un punto di degradazione intollerabile. Di questo passo, l'Italia non si distruggerà: si è già distrutta ed ha un rapporto del tutto astrale con la realtà. Verrebbe fatto di pensare ad una macchinazione del potere contro il popolo: sennonché il potere non è meno pigro del popolo. (Erich Linder)
  • La storia considerata come una vicenda di buono e di cattivo tempo, di uragani e di sereni, ecco che cos'è la storia per un italiano. Per questo scetticismo della storia non si sono prodotti tanti tragici fenomeni in Italia, dove nulla è mai scontato interamente, dove tutti possono avere la loro parte di ragione, o dove tutti hanno torto, dove si ritrovano viventi i residui di tutte le catastrofi e di tutte le esperienze e di tutte le epoche. Ci sono ancora i guelfi, i neoguelfi, i separatisti, i federalisti, i sanfedisti, i baroni, i feudatari, ecc. Questi caratteri italiani sono l'origine delle più strane sorprese e delle più incredibili involuzioni. (Corrado Alvaro)
  • La Trasfigurazione [Capolavoro di Raffaello Sanzio] le era parsa mediocre, il Vesuvio in eruzione appena superiore ai fumaioli di Birmingham. Insomma, la sua grande obiezione contro l'Italia era che questo paese mancava di colore locale, di carattere. (Prosper Mérimée)
  • La visione degli italiani come maestri di doppiezza e di malizia politica per tutta l'Europa della prima Età moderna non rappresenta un puro giudizio moralistico ma implica, a mio avviso, un giudizio abbastanza preciso di una paternità, frutto del Rinascimento e della Controriforma ad un tempo, che viene ripudiata ma che è ugualmente avvertita come parte integrante della propria realtà storica. (Paolo Prodi)
  • Le due qualità che più apprezzo negli italiani è la loro volontà di lavorare veramente esemplare e il fatto che ovunque essi vadano cercano di assuefarsi alle condizioni locali e di vivere in armonia con le genti del posto. (Haile Selassie)
  • Le preoccupazioni della stampa europea non sono dovute a pietà e amore per l'Italia ma semplicemente al timore che l'Italia, come in un altro infausto passato, sia il laboratorio di esperimenti che potrebbero stendersi all'Europa intera. (Umberto Eco)
  • Lo Stato italiano[4] è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti. (Antonio Gramsci)
  • Ma il nostro è un paese laico e democratico dove un presidente del consiglio che nessuno di noi ha eletto, come primo atto ufficiale va a porgere i suoi omaggi al Papa. E il motivo per cui io e i miei colleghi scriviamo e recitiamo cose come Padre Pizzarro è che l'Italia sembra spesso uno stato teocratico di fatto. (Corrado Guzzanti)
  • Ma intanto, della cresciuta gloria di Dante congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla nostra Patria. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Raffaello, Michelangelo, Galileo e Volta. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. (Cesare Balbo)
  • Mangiar bene, comprar qualcosa, mostrarsi molto ed eccitarsi un po': potrebbe essere il motto nazionale. (Beppe Severgnini)
  • [Riferito agli italiani] Max Ascoli, famoso antifascista, diceva: "l'intelligenza è la nostra forma di stupidità". Voleva dire: siamo così intelligenti che diventiamo furbi, e da furbi poi diventiamo fessi e non sappiamo fare nemmeno i nostri interessi. (Beniamino Placido)
  • Metello diventò vero italiano e vero uomo: prima ancora di essere elencato nei registri del comune, si trovò registrato negli elenchi della polizia. (Vasco Pratolini)
  • Mi mancano gli italiani, il modo in cui si riuniscono per cenare, le loro priorità. (Diane Lane)
  • Moltissimi italiani erano all'oscuro di quello che egli [Mazzini] aveva cercato di dir loro; per anni, «l'Italia», o meglio «la Talia», continuò ad essere ritenuta, da alcuni meridionali, la moglie di Vittorio Emanuele. (Denis Mack Smith)
  • Nel paesaggio italiano c'è qualcosa di talmente simpatico, di talmente umano! Non è infinità e distesa, non è un paesaggio dagli orizzonti sconfinati; è vasto e lontano, tuttavia gli elementi che lo compongono sono sempre limitati e finiti. E inoltre, è aggiustato così bene, con tanta cura e laboriosità dalla mano dell'uomo, ed è così variopinto! Sono contento che gli uomini siano riusciti ad addomesticarlo, ad adattarsi ai suoi capricci geografici, ai suoi rigonfiamenti, alle sue depressioni, ai suoi pendii, riuscendo sempre a conservare l'equilibrio tra indiscrezione e indifferenza, tra violenza e rassegnazione. (Tadeusz Breza)
  • Nel vostro paese mi è stata offerta l'opportunità di fare sempre delle ottime cose. Del resto, in campo cinematografico, l'Italia è indiscutibilmente un paese-guida. (Charlotte Rampling)
  • Nessuno in Italia vuole correre rischi. È un paese conformista. Che si è oramai seduto sulle poltrone che occupa. Non ha grandi visioni né del futuro né del presente. Diciamo che sostanzialmente è un paese che tira a non perdere il posto. (Giovanni Sartori)
  • Noi italiani, che nel miracolo economico eravamo dentro fino al collo, non parlavamo d'altro; con perplessità, orgoglio, scetticismo, ma soprattutto con speranza, gli uomini della strada; con «moderata» fiducia, gli uomini politici al potere; con cognizione di causa e assoluto ermetismo, gli economisti; con astioso sarcasmo, gli uomini politici all'opposizione; con slancio, ottimismo ed entusiasmo, l'uomo del giorno che era Enrico Mattei, presidente dell'ENI. (Alfredo Pigna)
  • Noi Italiani meno degli altri possiamo aprir l'animo ai facili entusiasmi quando si tratti di pronunciare un giudizio sulla letteratura d'un altro popolo. Noi che abbiamo dato al mondo poeti come Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Parini, Alfieri, Monti, Foscolo e Leopardi e prosatori dell'altezza di Boccaccio, Macchiavelli, Guicciardini, Sarpi, Gozzi e Manzoni, noi che abbiamo in Firenze quel tempio sacrato alla gloria imperitura dell'arte e del pensiero italiano: Santa Croce, noi non possiamo eccedere nella ammirazione e siamo di diritto giudici severi e competenti quando un'altra nazione ne chieda il nostro parere sul valore dei suoi letterati e sulla parte che rappresenta nella storia della civiltà la sua letteratura. (Carlo Formichi)
  • Noi Italiani resteremo i nipoti di Virgilio, di Tacito, di Dante, di Machiavelli, slattati da Leopardi, da Manzoni, da Giusti non torneremo indietro, né muteremo strada per dar retta ai ciarloni. (Ippolito Nievo)
  • Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante, tutti. E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato una straordinaria, invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose. Articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza assieme, e questo è un capitale enorme. E per questa italianità c'è sempre posto a tavola per tutto il resto del mondo. (Renzo Piano)
  • Noi italiani [...] subiamo la depressione all'estero e la sfiducia intima, per contraccolpo delle guerre perdute, degli insuccessi sul mare e in terra. Gli stranieri facilmente sono tratti al dileggio, perché ci credono inetti ad offendere e a difenderci – e ci rinfacciano troppo spesso le continue disfatte ; – noi, a nostra volta perdiamo la fede nel prestigio delle armi nostre e ci sentiamo menomati al confronto di popoli più di noi belligeri e oltracotanti per la memoria dei bellici allori, quasi questi li rendessero di sangue più nobile, più vivo e meno degenerato del gentil sangue latino. (Gian Giacomo Felissent)
  • Noi non abbiamo, no, la poesia di far l'Italia; noi non abbiamo che la prosa di vederla fatta; ed a questi patti sarebbe meglio che Pepoli continuasse a scriver commedie e Visconti articoli; il cannone a tacere e Manzoni a parlare. (Giuseppe Guerzoni)
  • Noi qui buttiamo tutte le colpe addosso agli altri. Ma bisogna fare i conti anche col popolo italiano. Siamo noi che li abbiamo eletti questi signori. Sono mica piovuti dalla luna. E allora non accaniamoci soltanto sulla classe politica. Noi siamo un elettorato disposto a ogni sorta di transazione, quando ci fa comodo. (Indro Montanelli)
  • [Sull'immigrazione in Italia] Noi siamo l'Italia, fondata sul principio di solidarietà del riconoscimento dei diritti inviolabili e universali dell'uomo, che vanno difesi ad ogni costo e in qualunque latitudine, ovunque si trovi un uomo, anche in mezzo al mare. (Ida Carmina)
  • Noi Tedeschi e le restanti nazioni, siamo ingenui, quasi una nuda tavola; gli Italiani invece sono dipinti di tutte le false opinioni che è difficile abbandonare, ed i peggiori sono i più adatti ad abbracciarle. Gli Italiani infatti condannano tutte le altre nazioni, mentre proprio loro sono abominevoli. I loro digiuni sono più splendidi dei nostri più lauti banchetti. (Martin Lutero)
  • Noi vediamo l'Italia come un Paese bello, allegro, generoso e musicale, il Paese che ci ha regalato il Cremlino, e in cambio noi dobbiamo ascoltare la canzone Felicità fino all'ultimo giorno di vita! (Ivan Urgant)
  • Non c'è dubbio che l'Italia non possa rinunciare alla filiera dell'acciaio, l'Italia è la seconda potenza manifatturiera d'Europa, non può rinunciare a produrre acciaio, ma è altrettanto evidente che questo passi da decisioni strategiche per la città di Taranto. (Ilaria Cavo)
  • Non c'è quasi varietà di paesaggio nel mondo che non si trovi in Italia, e non c'è quasi aspetto d'Italia, montano, ubertoso o desolato, che non si ritrovi in miniatura nelle sue isole, la Sicilia e la Corsica: ma dove l'arte dell'uomo ha posto il suo suggello, il luogo, per vario che sia, cessa di richiamare aspetti esotici, per assumere un volto inequivocabilmente italiano. (Mario Praz)
  • Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l'Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l'elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito "bingo bongo" gli africani. È possibile che un altro autorevole leader di quel partito abbia definito "culattoni" gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come "leprotti", a fucilate. È possibile che Marcello Dell'Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del Tg3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato. (Michele Serra)
  • Non è questa la mia Italia, non è questa la mia patria! || La mia patria è un impero con lo sguardo fisso al sole! | È una legione, la tradizione, è una visione, è un codice d'onore! | La mia patria è là dove si combatte per la mia idea! | È una comunità, è un'identità, la mia patria è questa qua! (Ultima Frontiera)
  • Non è vero che l’Italia non spende, la verità è che sino a questo momento ha speso male. (Ylenja Lucaselli)
  • Non fu per caso che l'Italia divenne la patria del Rinascimento e perciò la culla del pensiero moderno. In Italia meglio che in ogni altro luogo si era mantenuto il legame coll'antichità, ed allorché venne di nuovo tratta alla luce la letteratura antica, poterono gli Italiani appropriarsela in modo autonomo e tutto loro proprio, poiché essa era l'opera della loro stessa antichità, carne della loro carne, ossa delle loro ossa. (Harald Høffding)
  • Non serviva la vicenda di Ischia per scoprire che l'Italia è un Paese così fragile dal punto di vista idrogeologico, segnato dal consumo di suolo e dall'abusivismo edilizio, in cui i cambiamenti climatici impattano in maniera ormai drammatica sulle nostre vite, generando rischi, danni, distruzione, che fino a poco tempo fa pensavamo impossibili. (Chiara Braga)
  • Non siamo né credibili, né seri. Nessuno più investe in Italia e chi ci presta soldi vuole tassi usurari. La nostra immagine è a pezzi. Chi lavora con l'estero prova una profonda umiliazione, cui si accompagna un sempre crescente moto d'ingiustizia, per come viene trattato il nostro Paese. (Ferruccio de Bortoli)
  • Non siamo [...] un Paese di materie prime. La nostra materia prima si chiama capitale umano. (Maurizio Lupi)
  • O d'ogni vizio fetida sentina, | dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa | ch'ora di questa gente, ora di quella | che già serva ti fu, sei fatta ancella? (Ludovico Ariosto)
  • «Ora che l'Italia è fatta, bisognerebbe unificare le cucine italiane!»
    «Ardua impresa. Si potranno federare; se pure!» (Federico De Roberto)
  • Ormai è consenso comune che il popolo italiano non legge i giornali, li ripassa; ch'egli non sa che farne degli articoli di fondo, poiché gli basta il notiziario. (Giuseppe Guerzoni)
  • Paese profondamente diviso e smarrito: si rimettono in discussione i capisaldi della storia nazionale condivisa, c’è un involgarimento del discorso pubblico. (Massimo D'Alema)
  • Paese profondamente e smarrito diviso in un nord ricco che sente il sud come un peso e di un Mezzogiorno che riscopre l’etica borbonica. (Massimo D'Alema)
  • Parlavano della futura Italia [...] ma si sentiva che non importava loro un fico secco della vita pur di farla libera, questa vecchia patria, e grande. [...] «I nostri figli ci faranno il monumento, ma dopo verranno, mi capisce, con licenza, quelle figure porche dei nostri nipoti, e mi par di sentirli: "Come l'han fatta da cani", diranno, "quei vecchi insensati l'Italia!".» (Antonio Fogazzaro)
  • Paradiso è un poliziotto inglese, un cuoco francese, un tecnico tedesco, un amante italiano; il tutto organizzato dagli svizzeri. L'Inferno è un cuoco inglese, un tecnico francese, un poliziotto tedesco, un amante svizzero; e l'organizzazione affidata agli italiani (John Elliot)
  • [Rispondendo a Henry Fothergill Chorley che aveva detto male degli italiani nel suo romanzo Roccabella] Pensate, se voi e io fossimo italiani, e fossimo cresciuti dall'infanzia ad ora minacciati continuamente da confessionali, prigioni e sgherri infernali, potremmo voi ed io essere migliori di loro? Saremmo noi così buoni? Io, se ben mi conosco, no. (Charles Dickens)
  • Per me credo che nel nostro popolo, a malgrado di certa sconcezza e trivialità di apparenze, ci sia tanto sentimento morale ancora vivo da poterci fondar sopra una buona educazione civile. Chi è contristato dai vizi dell'operaio delle città, volga gli occhi al popolo cento volte più numeroso delle campagne; e vedrà se è virtù in quelle genti laboriose, che non hanno altro conforto che la famiglia, altra rimunerazione che un tozzo di pan nero. Tutto sommato, credo che l'Italia abbia meno plebe di molte altre nazioni. (Marco Tabarrini)
  • Perché mai non dovremmo più tornare in Italia? Perché, mi rispose, l’Italia per noi non è un paese da visitare come turisti, ma un sentimento. E una volta che l’abbiamo abbandonato, non possiamo più ritrovarlo… non avremmo davanti che città, pietre, uomini. L’Italia è un intreccio di sentimenti, come l’amore. E’ l’ultimo grande dono che il mondo offre a uomini senza patria, disse, e anche agli italiani, perché molti di loro sono già diventati apolidi, nella loro adorata Italia… (Sandor Marai)
  • Piangi, che ben hai donde, Italia mia. (Giacomo Leopardi)
  • Poco fa [...] ho sentito la tristezza opprimente dell'Italia, tristezza incomprensibile poiché l'italiano è allegro. Perché queste stradette chiassose mi provocano una malinconia così singolare? Eppure io amo l'Italia, ma la mia patria vera è nel Nord. Niente mi alleggerisce di più il cuore quanto il vedere un filare di betulle sotto un cielo grigio... (Julien Green)
  • Portatemi via da questa terribile Italia, dove ogni cosa mi deride, mi rimprovera, mi tormenta, mi elude. Via da questa terra di bellezza impossibile! (Henry James)
  • Possiamo dirlo a cuor leggero: gli italiani hanno tormentato assai il Nostro paese però hanno fatto anche cose buone. Nulla di nuovo, nulla di miracoloso: bisogna precisarlo. Inoltre bisogna chiarire che, se non avessere fatto qualcosa di positivo, avrebbero avuto contra tutta la popolazione: dovevan pur tenersi buona la popolazione. Però... Ecco, diciamo che se in un senso essi interruppero quel che Noi avevamo incominciato, in un altro senso lo continuarono. E oggi siamo ben felici di aver protetto gli italiani al Nostro ritorno. (Haile Selassie)
  • Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti, | proprio perché fosti cosciente, sei incosciente. | E solo perché sei cattolica, non puoi pensare | che il tuo male è tutto il male: colpa di ogni male. | Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo. (Pier Paolo Pasolini)
  • Quando penso all'Italia penso solo alla luce di questo paese. Sopra gli uomini, i tetti. Chissà che non riesca a scendere più in basso, a illuminarci... (Giuseppe Sinopoli)
  • Quando siamo in Italia, siamo stanchi dell'Italia. Ma quando non siamo in Italia, l'Italia manca. (Hernán Crespo)
  • Quando un italiano mi dice che c'è della pasta sul mio piatto, controllo sotto la salsa per esserne sicuro. (Alex Ferguson)
  • Quando vi dicono che gente della mia terra è morta, diffidate: ha camminato molto nel mondo, per secoli, e può darsi che qualche volta gli venga il sonno pesante per la fatica, ma al momento di fare i conti si sveglia sempre, e i conti senza noi non si possono chiudere. Sembra un giuoco ed è storia. (Ettore Fieramosca)
  • Quanto più m'addentro in questo paese tanto maggiormente rimpiango di non averlo visto dieci anni fa. Non l'avrei osservato meglio; ma certo ne avrei goduto di più. L'Italia ha tutto lo splendore, l'ingenuità, l'ispirazione della gioventù; e sento che, col giudicarla freddamente, non è possibile imparare a conoscerla. (Sof'ja Petrovna Sojmonova)
  • Questa è l'Italia sacra agli Dei. (Plinio il Vecchio)
  • Questa Italia, che fu lungamente palestra dell'ambizione, bersaglio della cupidigia straniera e spettacolo miserando d'interne scissure e di fratricide contese, questa Italia offrirà al mondo l'esempio della concordia cittadina, dell'ordine, del progresso e della libertà. (Giuseppe Biancheri)
  • Questo longitudinale paese che oggi s'identifica nello stereotipo nazional-geografico di stivale (solo verso la metà del Seicento s'incominciò a vederlo sotto la "forma di uno stivale") veniva nei secoli precedenti immaginato "a guisa di una croce posta in lungo dalle Alpi e dallo Appennino infino a Regio et alli lidi di Calavria". Oppure era visto "a simiglianza d'una fronda di quercia, più lunga che larga", come l'avevano nell'antichità classica definita Plinio e Solino, immagine ripresa da Fazio degli Uberti e poi da Flavio Biondo, "Molto simile ad una pampana di quercia". (Piero Camporesi)
  • Questo paese perde in tutto: abolisce la differenza dei gusti, ma non la divisione delle classi [...] (Roland Barthes)
  • Raccontare ai giornalisti stranieri la politica culturale italiana non è cosa semplice. Bisogna prima di tutto cercare di non ridere. (Alberto Ronchey)
  • Sa perché noi italiani abbiamo spesso tollerato la burocrazia e i suoi misfatti? Perché la burocrazia era la mamma, il ventre molle e accogliente nel quale sparire e riemergere il 27 di ogni mese. Tra coloro che ce l'avevano fatta c'era la granitica convinzione che ogni cosa che accadesse fuori non li riguardava. (Gigi Proietti)
  • Se c'è una cosa che ho imparato in questi anni è che in Italia siamo molto bravi a tirare su i vincenti e tifare per loro. E al contempo siamo bravissimi a criticare quelli che invece sono in difficoltà. Dovremmo essere più fieri dei grandi campioni che abbiamo. Perché ne abbiamo. (Carolina Kostner)
  • Se gli italiani possedessero l'etica del lavoro dei giapponesi, potrebbero essere i padroni del pianeta. Grazie al cielo non ce l'hanno. (Bill Bryson)
  • Sì, io non mi quieterò mai fino a che l'Italia non sia libera; ma quando dico di ciò fare, non intendo, e lo dichiaro altamente, di essere il cieco strumento o di un partito o di un individuo: l'Italia, la sua indipendenza, la sua libertà: ecco gli oggetti per cui darò il mio sangue. (Felice Orsini)
  • [Noi italiani] Siamo stati i primi ad usare il termine teorema come sinonimo di "fandonia calunniosa dedotta con sofismi". (Lucio Russo)
  • Siamo tutti convinti che nobilitare l'aratro colla robusta e onorata mano dei nostri soldati sarebbe uno degli equivalenti della fortuna d'Italia, perché la fortuna d'Italia è necessariamente agricola. (Guido Baccelli)
  • Siete troppo linfatico per un greco, troppo vivace per un olandese, parlate da mezz'ora con un uomo di cui non sapete il nome, non sieste tedesco. Parlate poco, non siete francese. Viaggiate senza servitori, non siete russo; non avete le mani sudicie di tabacco, non siete uno spagnolo. Non portate diamanti alla camicia, non siete un americano del Sud; non vi pigliate i piedi in mano, non siete un americano del Nord. Dunque, siete italiano. (Ferdinando Martini)
  • So che gli italiani non gradiscono arrivare ultimi [...]. Questa non è l'Italia che conosco e che amo. Gli italiani sono il popolo più generoso che io abbia mai conosciuto; come pubblico, come amici, sanno essere calorosi e generosi come nessun altro. (Bono)
  • Sono completamente innamorato dell’Italia: dieci anni fa per me era un periodo nero e se ora sto bene, scrivo e sono felice lo devo al mio incontro con la Sicilia. (Jim Kerr)
  • [Parlando degli italiani] Sono convinto che il popolo inglese, sottoposto alle situazioni che dal 1530 avvelenano l'Italia in tutte le maniere e da ogni parte, sarebbe più disprezzabile. (Stendhal)
  • Sono croato, ma l'Italia è la mia seconda patria. Prima di tutto ho imparato una lingua bellissima, ho conosciuto una cultura che ha insegnato e influenzato tutto il mondo in diverse direzioni. L'Italia mi ha fatto crescere in ogni senso e sono grato. Siete e sarete un Paese fantastico. Ma siete anche ipercritici e perdete autostima. La vostra, come la nostra, classe politica vi ha derubati. Ci hanno rubato il sorriso e l'ottimismo. Uno deve essere forte per non subire questa cosa, e non è facile. (Zvonimir Boban)
  • Sono fortunato perché sono nato italiano e avrei potuto appartenere a qualsiasi altra nazione, ma il mondo sarà degli italiani perché solo gli italiani hanno creato il fascismo. (Chino Alessi)
  • Sono il pio Enea, noto per fama oltre i cieli, e con la flotta mi porto appresso i Penati scampati al nemico. Cerco la patria Italia e gli avi miei, nati dal sommo Giove. (Virgilio)
  • Sono un italiano orgoglioso di esserlo, sono fiero per i nostri pregi e spesso mi rammarico per i nostri difetti. L'italiano è un personaggio eccezionale. In tutto. Anche quando inizia a volerti bene. Perché è da lì che possono iniziare i tuoi problemi, se è di te che gli italiani si innamorano. Gli italiani sono commoventi, coinvolgenti, esaltanti. Ma anche eccessivi, opprimenti, invadenti, irrispettosi. Non so chi sia quel tale che ha detto che gli italiani ti perdonano tutto tranne il successo, però so che è così. Questa cosa è assolutamente vera. (Valentino Rossi)
  • Sotto un involucro di sorriso e di bonomia, l'Italia è diventata il paese d'Europa più duro da vivere, quello in cui più violenta e più assillante è diventata la lotta per il denaro e per il successo. (Guido Piovene)
  • Tranne forse gli animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come gl'italiani nell'arte d'inventare nobili pretesti per eludere i propri doveri e fare i propri comodi. (Fruttero & Lucentini)
  • Un torto marcio abbiamo noi italiani, ed è lo apporre tutto ai governi, quando sappiamo pure che ogni popolo ha il governo che si merita. (Giovanni Siotto Pintor)
  • Un viaggio in Italia ci porta davanti alla società più mobile, più fluida e più distruttrice d'Europa. [...] In nessun altro paese sarebbe permesso assalire come da noi, deturpare città e campagne, secondo gli interessi e i capricci di un giorno. Gli italiani non temano di essere poco futiristi. Lo sono più degli altri, senza avvedersene, sebbene questo non significhi sempre essere più avanzati. [...] In nessun altro paese come da noi tutto il campo sembra occupato dagli attivisti di ogni specie; in nessun altro, quasi per tacito accordo di affaristi e sociologi, è così radicata la convinzione che contino solo i problemi di denaro e di cibo. [...] Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei paesi di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa. (Guido Piovene)
  • Una nazione nasce per volontà di un popolo che vi si identifica, l'Italia invece è stata fatta al contrario: Garibaldi ha disegnato i confini e chi era dentro era italiano. (Renzo Bossi)
  • Una pace fradicia e senza dignità, e la lunga dissuetudine della nazione dal nobile mestiere delle armi, è stata la ruina d'Italia. (Heinrich von Treitschke)
  • Una sera a cena [Mao] espose una sua teoria secondo la quale i popoli che amano mangiare pepato sono rivoluzionari. Citò prima di tutto la sua provincia, lo Hunan, terra che ha generato famosi rivoluzionari. Poi, per dimostrare la sua asserzione, passò alla Spagna, al Messico, alla Russia e alla Francia, ma ridendo forte, dovette riconoscersi battuto quando qualcuno ricordò come la ben nota passione degli italiani per il pepe rosso e l'aglio contraddicesse la sua teoria. (Edgar Snow)
  • Una vecchia battuta diceva che in Italia tra riformisti e rivoluzionari non c'è gran differenza: i primi non fanno le riforme, i secondi non fanno le rivoluzioni. (Fausto Bertinotti)
  • Vidi l'Italia col crin sparso, incolto, | Colà, dove la Dora un po' declina, | Che sedea mesta, e avea ne gli occhi accolta | Quasi un'orror di servitù vicina. || Né l'altera piagnea; serbava un volto | Di dolente bensì, ma di reina; | Tal forse apparve allor, che il piè disciolto | A i ceppi offrì la libertà latina. (Eustachio Manfredi)
  • Voglio farti ubriacare e tirarti fuori il fegato e metterti un buon fegato italiano e farti ritornare un uomo. (Ernest Hemingway)
  • Il grande male dell'Italia sono i difetti che rovinano lo Stato; era quello che doveva riformarsi e non la lira.
  • Il male dell'Italia ormai è tale da aver pervaso quasi tutto, e solo il tagliare spese allo Stato, e possibilità di favori alla politica, può risolverlo. Non certo una «tv dei ragazzi», viziata, non adatta agli affari adulti.
  • In Italia il criterio di successo di una politica economica [...] è la diminuzione del residuo della pubblica amministrazione, quindi le tasse e spese statali. Ci hanno provato con troppa timidezza. Erano del resto quasi tutti una volta democristiani, complici della fine dello Stato in Italia.
  • In quest'Italia agli adulti si concede di fingersi vecchi per andare in pensione, ma poi da pensionati di regredire a giovani.
  • La nostra è nazione di distratti in cui tutto si scorda a memoria, in leggerezza, lasciando dietro di sé un profumo di non certezza. Al quale poco si bada, ché proprio tutto in Italia partecipa di un elemento d'aria: il bene, il male e persino il rimorso, chè un pentirsi già pentito prima di dirsi.
  • La parte della mente che gli italiani applicano per capire l'economia, ossia la circonvoluzione del cervello dove si riflettono le chiacchiere dei giornali, è tra le più malmesse. I pregiudizi vi s'avvinghiano tra pochi fatti, composti spesso di verità scadute.
  • Gli italiani in genere sono convinti che raramente i mali dell'uomo possono essere guariti ma solo alleviati, e le catastrofi essere evitate ma solo qualche volta mitigate. Per questo, in ogni loro attività, preferiscono scivolare con eleganza sulla superficie debitamente decorata e lasciare inesplorate le tragiche profondità.
  • Il sospetto che quanto ci circonda in Italia possa talvolta essere una messa in scena è preoccupante. Empie d'angoscia gli adolescenti che hanno ricevuto un'educazione seria, quando crescono e se ne accorgano. Il piacere che gli stranieri provano nel nostro paese rimane amareggiato, quando essi prolungano il soggiorno, dai dubbi e dalla diffidenza. I diplomatici stranieri a Roma dicono sconsolati: «L'Italia è l'opposto della Russia. A Mosca non si sa niente, eppure tutto è chiaro. A Roma tutto è pubblico, non esistono segreti, ognuno parla, le cose vengono talora ostentate in modo addirittura vistoso, eppure non si capisce niente.»
  • In Italia l'uomo non è mai solo con i suoi pensieri, si sente sempre immerso nell'umanità, tutto intorno a lui sembra chiaro e aperto. Rappresentazioni così pittoresche e verosimili degli elementi naturali, dei paesaggi, degli esseri umani e dell'architettura costituiscono una sorta di eterno romanzo sceneggiato.
  • L'italiano non di rado è capace di pronunciare parole gravi e sincere (suggerite dall'ira, dalla gelosia, dalla necessità di difendre i propri interessi e la propria dignità, o il suo appassionato amore) e, al contempo, di guardare con la coda dell'occhio per accertarsi dell'impressione che sta facendo sugli astanti.
  • La menzogna cortese e l'adulazione possono certamente riuscire utili in determinate occasioni, ma, nella maggior parte dei casi, debbono essere onestamente classificate tra gli espedienti escogitati per rendere la convivenza umana decorosa e piacevole. Sono lubrificanti che fanno scorrere con minori attriti i rapporti tra uomini. L'adulazione, in qualche modo, fa sì che anche l'uomo più diffidente si senta importante, più fiducioso, e di conseguenza più indulgente, generoso e quasi magnanimo. È così comune in Italia da passare praticamente inosservata.
  • [In Italia] Dopo la dittatura non si è verificato il trapasso alla democrazia, ma solo la spartizione fra i partiti del potere e dello spazio politico. Siccome lo Stato non c'è, gli intellettuali, a seconda delle loro inclinazioni ideologiche, si lasciano assorbire dai vari potentati.
  • La natura e la storia, in Italia, sono così tanto apparentate fra di loro che sarebbe impossibile separarle. Il territorio nella sua configurazione naturale è praticamente inesistente; nel tempo, in tutto il paese, la natura è stata rimodellata o quanto meno segnata dal lavoro dell'uomo.
  • Ma l'Italia – io lo ricordo sempre agli americani – è la matrice culturale del corso moderno. Senza il ripensamento critico del passato avvenuto nel rinascimento, il mondo, che era antico, non sarebbe diventato moderno. Il patrimonio artistico è la prova, la testimonianza puntuale, del processo spirituale che ha cambiato il profilo della civiltà. È per questo motivo che l'Italia, per me, ha un un carattere «sacro».
  • Soltanto in Italia, infatti, si è verificata la convivenza armonica della pienezza dell'arte (pensiamo, ad esempio, al caso di Michelangelo) con la pienezza della vita: cioè con il suo contrario: perché l'arte è una cosa, la vita un'altra.
  • Impronta Italia domandava Roma, | Bisanzio essi le han dato.
  • Italia | assunta novella tra le genti.
  • La nostra patria è vile.
  • Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!
  • Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perché pensano a riformare l'Italia, e nessuno s'accorge che per riuscirci bisogna, prima, che riformare sé stesso.
  • Il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.
Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani.[5]
Se vogliono fare l'Italia, bisognerà che pensino prima a fare un po' meno ignoranti gli Italiani.[6]
  • L'Italia è l'antica terra del dubbio. [...] Il dubbio è un gran scappafatica; lo direi quasi il vero padre del dolce far niente italiano.
  • Gli italiani vivono malissimo il lavoro. Meno male che è nel primo articolo della Costituzione, che è decisamente da cambiare. [...] Propongo di cambiare questo benedetto primo articolo della Costituzione: l'Italia è una Repubblica democratica (questo lo teniamo) fondata su: le ferie e le vacanze, l'evasione fiscale, l'arte (che non si mischia mai coi soldi, ricordiamolo) e il lavoro degli altri. Non del mio.
  • In Inghilterra sei al verde? Avrai un sussidio. | In Italia sei al verde? Io non ti invidio. | In Italia sei gay? Ti sfotte la gente. | In Inghilterra sei gay? Ti fanno dirigente.
  • In Italia non c'è più destra e sinistra, | il potere calpesta e amministra.
  • L'italiano non vuole regole, qualunque tipo di regola ci sia, l'italiano vuole infrangerla, cioè, vuole infrangerla senza infrangerla, vuole raggirarla nella maniera in cui tutti gli altri la raggirano. Infatti, raggirare la legge come tutti gli altri non vuol dire infrangere la legge, significa semplicemente fare come tutti gli altri.
  • Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la TV.
  • Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.
  • Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
  • L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
  • In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco.
  • Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti e di cognati...
  • Abbiamo fatto l'Europa, | facciamo anche l'Italia.
  • Io non mi sento italiano, | ma per fortuna o purtroppo lo sono.
  • Mi scusi Presidente | ma questo nostro Stato | che voi rappresentate | mi sembra un po' sfasciato. | È anche troppo chiaro | agli occhi della gente | che tutto è calcolato | e non funziona niente.
  • Secondo me gli italiani e l'Italia hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, ma la colpa non è certo dell'Italia, ma degli italiani, che sono sempre stati un popolo indisciplinato, individualista, se vogliamo un po' anarchico e ribelle, e troppo spesso cialtrone. Secondo me gli italiani non si sentono per niente italiani, ma quando vanno all'estero, li riconoscono subito. Secondo me gli italiani sono cattolici e laici, ma anche ai più laici piace la benedizione del papa. Non si sa mai. Secondo me gli italiani sono poco aggiornati e un po' confusi, perché non leggono i giornali. Figuriamoci se li leggessero. Secondo me non è vero che gli italiani sono antifemministi. Per loro la donna è troppo importante, specialmente la mamma. Secondo me gli italiani hanno sempre avuto come modello i russi e gli americani. Ecco come va a finire quando si frequentano le cattive compagnie.
  • È pure innegabile il diritto dell'Italia ad esser chiamata «il paese della bellezza.» E il «giardino d'Europa,» e non v'è luogo, neppure nelle località relativamente più monotone, in cui l'occhio non sia rallegrato dagli effetti combinati della terra e dell'acqua, dell'aria e della luce. Ma se la natura, in Italia, ha fatto per l'uomo tutto quello che poteva, bisogna convenire che l'uomo le ha mal corrisposto cercando in ogni maniera di guastare l'opera sua; che egli ha defraudato tanto la sua terra quanto il suo clima di tutti quei vantaggi dei quali era gli stato concesso il godimento, e ciò spogliando spietatamente i monti delle loro foreste primitive, che la Provvidenza aveva inalzate a tutela delle regioni più basse.
  • Gl'Italiani sono considerati come una bella razza, e le loro donne sono sempre più avvenenti verso la fine della stagione invernale breve ma rigida, allorché la salubre tramontana ha richiamato sulle loro carnagioni brune un vivace colorito roseo che il caldo estivo aveva fatto scomparire, ed ha rinforzato le loro forme eleganti e rotondette, che, il soffocante scirocco aveva abbattute ed infiacchite. Ma per le strade affollate, specialmente a Torino, tra la gente di bell'aspetto, scorgete subito, appena arrivati e in un giorno solo, un maggior numero di nani, di storpi, una maggior varietà di gobbi, di ammalati deformi e disgustosi, di quello che potreste vedere a Londra in un anno intero. Le cause di questo doloroso spettacolo non si conoscono ancora bene.
    Pare che la razza nei suoi strati più bassi sia stata, di generazione in generazione, mal nutrita, male alloggiata, viziata e corrotta; né ai disordini che tengon dietro ai peccati dei padri si potrà forse se non col tempo portar rimedio nei deformi e sventurati discendenti.
  • L'emancipazione di un popolo Italiano richiede totale rigenerazione. Il degradamento dell'Italiano data almeno dal 1530. Saremo noi accusati di soverchia sfiducia se crediamo non potersi aver piena redenzione prima del 1900? Lungo servaggio ha snaturato l'Italiano; il dosso curvo per tanti anni sotto il giogo non potrà raddrizzarsi che dopo due o tre generazioni.
  • Quando la politica non gli va a verso l'Italiano si limita a non occuparsene. Ragiona così: le faccende del paese sono le faccende di tutti, ossia di nessuno; certo non sono faccende sue.
  • [Riferendosi al sesto canto del Purgatorio di Dante Alighieri] Noi siamo stati il giardino dell'Impero, come diceva Dante. Siamo simili a un Efebo dentro al quale tutti gli altri stati hanno desiderato stare, ammirati della sua bellezza. Quando abbiamo smesso di essere un bel ragazzo che l'ha preso nel sedere, abbiamo fatto la faccia feroce, per poi sbagliare tutto... La vocazione del nostro paese è una vocazione servile, nel bene e nel male.
  • [In Italia] l'identità nazionale è sempre sentita in termini di orgoglio rivendicativo e rabbioso. [...] L'italiano, se si sente italiano, diventa subito fascista.
 
La partenza da Quarto
  • È il popolo rivendicato a se stesso, libero del suo braccio e della sua coscienza che dovrà creare in Italia il nuovo elemento di progresso civile, morale ed economico. Però oggi è d'uopo crear quest'Italia, che non esiste, né può esistere, col Tedesco a Venezia e col Papa a Roma.
  • Favorito dalla fortuna, io ebbi l'onore nei due mondi di combattere accanto ai primi soldati, ed ho potuto persuadermi che la pianta uomo nasce in Italia, non seconda a nessuno; ho potuto persuadermi che quegli stessi soldati che noi combattemmo nell'Italia meridionale, non indietreggeranno davanti ai più bellicosi, quando saranno raccolti sotto il glorioso vessillo emancipatore.
  • Per i preti la Nazione Italiana fu sempre divisa, non poté mai unificarsi, ad onta degli sforzi de' nostri grandi di tutte le epoche, e fu perciò in tutte le epoche dominata da stranieri, che i preti stessi chiamarono in Italia in loro aiuto contro le popolazioni irritate dalle enormezze dei falsi leviti.
  • Qui si fa l'Italia o si muore.
  • In Italia le cose ben fatte sono solo quelle vietate.
  • L'ideale dell'italiano è il voto segreto.
  • L'Italia: l'unico casino che la Merlin nel 1958 non riuscì a far chiudere.
  • L'Italia sta in piedi solo perché non sa da che parte cadere.
  • Non siamo un popolo né di santi né di poeti né di artisti né di navigatori: siamo un popolo di pesci in barile. Il nostro modello non è il Machiavelli del «fine che giustifica i mezzi» ma il Guiciardini del «proprio particulare». Non abbiamo ideali ma solo interessi; abbiamo molte idee sbagliate e tante ideologie fasulle, in cui non crediamo, ma in cui fingiamo di credere purché portino acqua al nostro mulino di spericolati conformisti.
  • Perché gli italiani sono estremisti solo a parole, e solo al bar, in piazza, allo stadio; amano il quieto vivere, anche se gli piace vivere a modo loro; i terremoti li sopportano solo in casa altrui; finché possono fare i propri comodi e comodacci, non fanno rivoluzioni.
  • Da voi non esiste un problema nazionale quanto, piuttosto, un problema di rapporti tra sud e nord. Si tratta, ovviamente, di una questione che spetta agli italiani affrontare e risolvere. Io posso offrire la mia esperienza come riflessione. Quando, ricordate, ad un certo punto dissero che bisognava liberarsi di tutte le repubbliche e saremmo diventati tutti ricchi. Ecco, sento che nel vostro Nord si dice di volersi liberare della Sicilia e di qualche altra regione meridionale per poi vivere meglio.
  • Debbo dire che mi piace molto lo stile con cui voi italiani ponete le domande. Prima occupate mezza pagina per ricordarmi quello che io stesso ho detto, e solo a quel punto fate la domanda. Uno stile simpatico!
  • L'Italia è una grande democrazia. Nel vostro Parlamento risse non se ne sono mai viste...
  • L'Occidente ha raggiunto l'apice della sua civiltà politica. L'Italia no, sta ancora sperimentando.
  • Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.
  • Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.
  • Politicamente si pascono ancora di illusioni e credono alle fanfaluche più che ai fatti concreti, poi magari si svegliano e voltano le spalle di colpo ai loro idoli.
  • Siamo primi nel delitto, primi nelle invenzioni, nell'arte, il nostro cinema del dopoguerra è un altro miracolo. Tutto il mondo si è trovato sullo schermo qualcosa da ammirare, è rimasto commosso nello scoprire un Paese che si guardava allo specchio crudelmente, si fotografava come nessuno osa, con le ferite aperte. Sullo schermo abbiamo stupito un'altra volta.
  • Alla manutenzione l'Italia preferisce l'inaugurazione.
  • Il popolo italiano è sempre in buona fede.
  • In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
  • L'italiano non lavora, fatica.
  • L'italiano: totalitario in cucina, democratico in Parlamento, cattolico a letto, comunista in fabbrica.
  • Noi italiani vorremmo fare la rivoluzione col permesso dei carabinieri.
  • Noi siamo il cuore d'Europa, ed il cuore non sarà mai né il braccio né la testa: ecco la nostra grandezza e la nostra miseria.
  • Sotto ogni italiano si nasconde un Cagliostro e un San Francesco.
  • A giudicare dai lamenti, dalle minacce, dalle esortazioni e dalle preghiere dell'on. Scalfaro, si direbbe che l'Italia sia un sobborgo di Sodoma, la Bestia dell'Apocalisse, un museo dei vizi, una scuola di depravazione, una sentina d'impurità ed una nazione infine senza pudore né dignità.
  • Il popolo italiano ama i suoi Santi e i suoi eroi in un modo molto particolare. Ai suoi occhi un Santo e un eroe sono la stessa cosa. Non vi è per lui nessuna differenza fra San Francesco d'Assisi e Garibaldi . [...] Esso ama San Francesco per la sua povertà e la sua umiltà, per i suoi piedi nudi e la sua barbetta piena di fili d'erba come i nidi degli uccelli, ed ama San Bernardino da Siena per la sua eloquenza semplice ed affettuosa, per le sue parole dialettali, [...] Esso ama San Rocco perché non temeva di toccare con le sue mani bianche gli orrendi bubboni neri degli appestati, e ama Garibaldi perché era bello, biondo, vestiva una camicia rossa e, sui campi di battaglia guidava a cavallo, un cavallo tutto bianco, le sue schiere di giovani biondi, belli, buoni, vestiti di camicie rosse.
  • L'Italia, dove il diritto è nato, è fra i paesi più incivili del mondo: vi manca assolutamente, cioè, il senso del diritto. Chi si sente cittadino fra noi? Chi rispetta lo Stato? Chi ha una nozione esatta del rispetto che ogni individuo, a qualunque confessione appartenga, deve allo Stato, il che significa a sé stesso?
  • La legge in Italia, è come l'onore delle puttane.
  • Non si può fare il ritratto di Mussolini senza fare il ritratto del popolo italiano. Le sue qualità e i suoi difetti non gli sono propri: sono le qualità e i difetti di tutti gli italiani. Il dir male di Mussolini è legittimo: ma è un dir male del popolo italiano.
  • – Lo sai che casino succederebbe se non ci fosse nessuno che difende i diritti dei lavoratori? Si finirebbe come la Cina.
    – Ne sono convinto. [...] Purtroppo non sento mai parlare di doveri dei lavoratori. Il che, forse, spiega il fatto che stiamo finendo come l'Italia.
  • Siamo in Italia, in fondo. Siamo pieni di professori emeriti, senatori a vita e centoventagenari assortiti nei posti che contano, a badare che i giovani, quelli che hanno meno di settant'anni, non facciano troppo casino quando tentano di fare le cose per davvero.
  • «Successe la solita 'osa che succede sempre in Italia». «La sinistra ha perso le elezioni?»
  • [L'italiano] Ama le battute di spirito, ma a carico degli altri. Sale sempre sul carro del vincitore, ma è prontissimo a scendere in corsa, se si accorge di avere sbagliato carro.
  • I giapponesi dicono che siamo una nazione di stupidi, il «Figaro Magazine» che siamo dei casanova. Non hanno capito niente. Noi siamo la nazione del ma.
  • L'italiano è per il divorzio, l'aborto, la pillola, la fecondazione artificiale, ma spende un milione per il vestito della figlia che va alla prima comunione.
  • L'unità d'Italia, sognata dai padri del risorgimento, oggi si chiama pastasciutta; per essa non si è versato sangue, ma molta pummarola.
  • [L'italiano] Legge i giornali di sinistra, ma non vota a sinistra. Se vota a sinistra, è contrario alla selezione meritocratica, ma per il suo tempo libero sceglie i ristoranti con due stelle, i concerti con i più famosi direttori d'orchestra.
  • Ho smesso di credere all'utilità di una Storia scritta al di fuori di tutti i circuiti della politica e della cultura tradizionali. Anzi, ad essere sincero sino in fondo, ho smesso di credere all'Italia.
  • In Italia non c'è una coscienza civile, non c'è un'identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti. Invece io vedo solo nell'Italia Cisalpina qualche barlume di coscienza civile e una vocazione europea. Altrove, invece, è un disastro difficile, se non impossibile, da rimediare. Spero proprio di sbagliarmi.
  • L'Italia è finita. O forse, nata su dei plebisciti-burletta come quelli del 1860-'61, non è mai esistita che nella fantasia di pochi sognatori, ai quali abbiamo avuto la disgrazia di appartenere. Per me non è più la Patria. È solo il rimpianto di una Patria.
  • Ogni italiano è insieme furbo e fesso. L'italiano è furbissimo nella gestione dei suoi affari privati, può ricorrere a tutte le astuzie, è attento, è accorto, ed è assolutamente fesso nel non rendersi conto che se i suoi affari privati rimangono immessi in una società che non funziona – cioè dove gli interessi generali vengono trascurati e negletti – i suoi interessi privati finiscono col soffrirne e col condurlo al fallimento. Questo, a noi italiani, non entra in testa.
  • Posso solo dire che l'Italia del Cattaneo è quella che conserva qualche probabilità di salvarsi da questo degrado politico, culturale, morale, economico. E l'Italia del Cattaneo è quella Cisalpina. A nord del Po, e forse anche in Emilia, esistono tracce di coscienza civile e anche di classi dirigenti sane. Poi c'è un'Italia centrale, quella toscana e umbra e marchigiana, che conserva le sue peculiarità, i suoi caratteri spiccati che affondano le radici nell'Italia comunale e rinascimentale. Il resto è un disastro che non saprei come salvare. Del resto Cattaneo ci tentò, andò a Napoli e resistette qualche giorno. Poi si arrese e se ne tornò nella sua Lugano, nella sua Svizzera.
  • Sangue non ce ne sarà: l'Italia è allergica al dramma, e per essa nessuno è più disposto ad uccidere e tanto meno a morire.
  • Siamo un paese cattolico, che nella Provvidenza ci crede o almeno ne è affascinato. Il pericolo è questo: gli italiani sentendo aria di provvidenza sono sempre pronti a mettersi in fila speranzosi.
  • Bella Italia, amate sponde, | Pur vi torno a riveder | Trema in petto, e si confonde | L'alma oppressa dal piacer. Tua bellezza, che di pianti | Fonte amara ognor ti fu, | Di stranieri e crudi amanti | T'avea posta in servitù.
  • Ben di senso è privo | Chi ti conosce, Italia, e non t'adora.
  • L'ira di Dio su te mormora e rugge, | O Italia, o donna sonnolenta ed orba, | Sanguigno il Sole le fresch'aure adugge, | L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba.
  • No, Itali siam tutti, un popol solo | Una sola famiglia.
 
Mussolini durante la dichiarazione di guerra
  • Governare gli italiani non è difficile, ma inutile.
  • Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano.
  • Nessuno al mondo può dubitare che il Popolo italiano non sia volto verso una pace di cui ha bisogno per completare l'opera intrapresa. Esso vuole la pace e vuole lavorare per la pace.
  • Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani.
  • Un popolo di santi, di eroi e di navigatori.
  • Io vorrei che stendesser le nubi | su l'Italia un mestissimo velo: | perché tanto sorriso di cielo | su la terra del vile dolor!
  • Italia giace | dall'armi, e più da' suoi costumi oppressa; | nulla ritien degli avi e tutto apprese | dai suoi nuovi tiranni.
  • Italia mia. | Ti bagna il mar, | non l'assicura, e l'alme | più che le terre l'Appennin ti parte, | e dell'Alpi non l'armi e ti difendi, | ma qual da schiusa porta infida ancella | nei brevi amori vi t'affacci, e chiami | nel talamo spregiato altri tiranni.
  • De Foville diceva, non senza una certa ironia, che l'Italia è, secondo la frase di Rabelais, malata di impecuniosità.
  • La Francia può esser molto utile all'Italia, ma l'Italia può dar molto alla Francia.
  • L'Italia è disgraziatamente un Paese più municipale che nazionale.
  • L'Italia non ha mai avuto né una grande rivoluzione, né una grande guerra di religione. Non è fondamentalmente e non fu mai grande paese rivoluzionario.
  • L'Italia, per la sua struttura economica, è paese che più di altri deve produrre con ogni sforzo e risparmiare.
  • Noi dobbiamo essere uniti, Nord e Sud. Io sono l'ultimo credente fanatico dell'unità e odio tutti questi movimenti di divisione e di discrasia.
  • Noi, solo se saremo uniti, saremo qualche cosa nel mondo; altrimenti periremo. È finito il tempo delle piccole repubblichette del '400, delle piccole repubblichette rivali. Ormai andiamo in Europa e nel mondo, verso grandi unità territoriali, politiche, economiche. Fare opera di separazione è commettere delitto.
  • Non è vero il luogo comune che si ripete sempre: noi e i francesi, se non siamo della stessa razza, siamo della stessa civiltà. Noi siamo paese di civiltà e di lingua affine, e quindi vi è una continuità di natura, non vi è continuità di razza.
  • Un paese come l'Italia, tanto in disordine, tanto in povertà si è dato il governo più costoso e, se posso dire, più inefficiente, perché più aumenta il numero degli individui chiamati al Governo più aumenta l'inefficienza.
  • Il tempo è la cosa che più abbonda in Italia, visto lo spreco che se ne fa.
  • In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio.
  • Islandesi, svizzeri, inglesi, americani sono nati democratici. Noi autoritari e faziosi. Che l'italiano sia un popolo democratico è un'assurdità in cui possono credere solo dei professori di scienze politiche. Forse non sono stato fascista perché ero troppo poco italiano.
  • L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente – che non si trova nei libri – insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.
  • Non è vero che in Italia non esiste giustizia. È invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì al deputato, al ministro, al giornalista, all'avvocato influente. La cosa si può trovare: l'indirizzo è sbagliato.
  • [In Italia] Tutto ciò che è proibito per ragioni pubbliche si può fare quando non osta un interesse privato. Nei vagoni dove è proibito fumare tutti fumano finché uno non protesta.
  • Tutto è in ritardo in Italia quando si tratta di cominciare un lavoro. Tutto è in anticipo quando si tratta di smetterlo.
  • Tutto il male dell'Italia viene dall'anarchia. Ma anche tutto il bene.
  • E bamboccioni sono in effetti gli italiani, anche quelli che non abitano più con la mamma: lo sono perché così hanno imparato a vivere sin da piccoli, letteralmente succhiando il latte materno; e perché non hanno altro modello se non quello della deresponsabilizzazione personale, dell'impunità permanente.
  • L'Italia unita è un ipertrofico Stato Pontificio, dal quale ha ereditato le sue due caratteristiche principali: la corruzione e l'ipocrisia.
  • Soltanto in Italia il governo paga di tasca propria, cioè con i soldi dei cittadini, l'indottrinamento confessionale nella scuola pubblica. Soltanto in Italia l'opinione di un vescovo è considerata oggetto di discussione pubblica, materia di dibattito politico, espressione di un punto di vista collettivo e addirittura generale.
  • Tanto per cominciare, l'Italia non esiste. È un'espressione geografica, uno stivale che s'allunga pigro nel Mediterraneo, una graziosa penisola purtroppo in gran parte rovinata dagli italiani. L'idea di farne uno Stato, una Nazione con la maisuscola, come se fossimo la Spagna o l'Inghilterra, è una sciocchezza sesquipedale, che perdoniamo al conte di Cavour soltanto perché, maturato nella lingua e nella cultura d'Oltralpe, pensava in buona fede di vivere in Francia.
  • In Italia c'è l'amore, | da quando nasce a quando muore, | se sei brutto o se sei bello, | se sei quasi sempre quello, | se sei ricco oppure no.
  • In Italia ci sta il mare | per nuotare e per pescare, | con le spiagge tutte bianche, | gli ombrelloni stesi al sole.
  • In Italia si sta bene, | in Italia si sta male, | si sta bene, si sta male, | in Italia si sta male, | si sta bene, si sta peggio, | qua si sta come si sta.
  • Ma guarda un po' | che fortuna stare qua | in mezzo a tanta civiltà.
  • Gli italiani odiano lo Stato.
  • La maggior parte degli italiani [odia lo Stato], poi c'è una parte responsabile che di solito è straniera in patria.
  • A noi italiani piace far da soli e spesso siamo molto furbi per far da soli: furbi, ma non intelligenti.
  • Gli italiani sono una gente di temperamento. Cantano bene, amano la musica. Questo non è accidentale. I capi di lavoro classico e musicale più eccelenti sono stati creati in Italia. Ma gli italiani amano anche gli spaghetti. Anch'io li amo. Ma nell'Azerbaigian non ci sono spaghetti. Bisogna andare in Italia ancora una volta per mangiare i veri spaghetti.
  • L'Italia è un paese dei miracoli. Non c'è nessun altro paese chi avrebbe monumenti storici, l'architettura, la bella musica, la natura simili a quelli italiani. E io, come tutti, amo tanto l'Italia.
  • L'Italia è uno dei più grandi Stati del mondo ed ha una grande importanza nella vita della comunità mondiale, in particolare, nella vita economica e politica dell'Europa. Perciò noi vogliamo mantenere i rapporti attivi con l'Italia nei campi politici, economici, culturali ed umanitari.
  • L'Italia può esser considerata uno dei paesi più famosi grazie alla sua antica storia, il contributo nella cultura mondiale. A questo proposito si può dire che tutti i popoli del mondo hanno sempre dimostrato un grande interesso e l'amore per l'Italia. Anche il popolo azerbaigiano dimostra un grande interesso e l'amore per l'Italia.
  • Con gli inglesi i grandi servigi, coi francesi i riguardi, e con gli italiani le maniere.
  • Gl'italiani piangono, gli alemanni gridano, i francesi cantano.
  • In Italia, troppe feste, troppe teste, troppe tempeste.
  • L'italiano è cerimonioso nella religione, il tedesco serio, l'inglese devoto, il francese zelante, lo spagnolo superstizioso.
  • L'italiano è saggio prima di fare una cosa, il tedesco quando la fa, e il francese quando è bell'e fatta.
  • L'italiano è savio e lo pare, lo spagnolo par savio e non lo è, il francese è savio senza saperlo.
  • L'italiano nel matrimonio è carceriere, il tedesco padrone di casa, l'inglese sottomesso, il francese libero, lo spagnolo tiranno.
  • La Francia è il paese delle mode, l'Inghilterra delle stravaganze, la Spagna degli antenati, l'Italia delle pompe, e la Germania dei titoli.
  • Le nazioni smaltiscono diversamente il dolore: il tedesco lo beve, il francese lo mangia, l'italiano lo dorme.
  • Non conosce l'Italia e non la stima chi provato non ha la Spagna prima.
  • Quando l'Italia suona la chitarra, la Spagna le nacchere, la Francia il liuto, l'Irlanda l'arpa, la Germania la tromba, l'Inghilterra il violino, l'Olanda il tamburo, nulla è uguale ad esse.
  • Tedeschi alla stalla, francesi alla cucina, spagnoli alla camera, italiani a ogni cosa.
  1. Del figlio, Jean-Baptiste Colbert, Marchese de Seignelay.
  2. La fine del campionato di calcio. Cfr. Il grande amico. Poesie 1935-1981, introduzione di Gilberto Leonardi, commento di Luca Lenzini, I Grandi Classici Della Poesia, Fabbri Editori, Milano, 1997, p. 229, nota.
  3. Il giro d'Italia. Cfr. Il grande amico. Poesie 1935-1981, p. 229, nota.
  4. Il brano, scritto nel 1920, si riferisce al Regno d'Italia costituito sotto la monarchia Sabauda.
  5. La frase viene spesso attribuita a Massimo d'Azeglio in diverse forme. In realtà essa rappresenta una sintesi non completamente fedele di un pensiero espresso dallo stesso d'Azeglio ne I miei ricordi (1867). Molte fonti riportano che il primo a citare la frase di d'Azeglio in questa forma fosse stato Ferdinando Martini nel 1896 e per questo motivo qualcuno arriva ad attribuire questa versione della frase allo stesso Martini. In realtà le prime attribuzioni a d'Azeglio di questa versione (o comunque di versioni molto simili) della frase risalgono a ben prima del 1896: Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti (1870), conferenze di Francesco De Sanctis a Napoli (1872-1873), L'Italia vivente di Leone Carpi (1878). Ne deriva che l'attribuzione a Martini è indubbiamente erronea.
  6. Ferdinando Martini narra che d'Azeglio avrebbe pronunciato tale frase in un colloquio a Montecatini.

Bibliografia

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