Riccardo Molinari

politico e avvocato italiano (1983-)

Riccardo Molinari (1983), politico italiano

Riccardo Molinari nel 2018

Interventi alla Camera dei Deputati modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [In riferimento alle manifestazioni contro il Governo Meloni] [...] anche nella differenza di posizione e nel legittimo dibattito, che è sempre ovviamente sostenuto, tollerato e accettato, quando in piazza si vedono impiccare due manichini col volto del Presidente della Camera e del Presidente del Senato, si inizia a sentire quell’odore di politica antidemocratica che qualcuno ha paventato dopo la democratica vittoria del centrodestra alle elezioni politiche.[1]
  • [Sulla disaffezione dei cittatini verso la politica] [...] i cittadini sono stati anche allontanati da alcune alchimie nate in questo palazzo: Governi tecnici e Governi di compromesso al ribasso.[1]
  • [...] l’antipolitica non ha delegittimato solo quest’Aula, non ha delegittimato solo il Governo, ha delegittimato tutti i livelli della presenza dello Stato nel nostro Paese.[1]
  • [Sulla riduzione del numero dei parlamentari] [...] questa è la prima legislatura che parte con un’Aula che vede solo 400 deputati. L’hanno scelto i cittadini, c’è stato un referendum democratico, ma questo crea chiaramente una mancanza di rappresentanza dei territori.[1]
  • Noi sappiamo chi siamo, noi siamo il partito delle piccole patrie, la Lega è il partito dei territori, è il partito delle identità, è il partito delle autonomie.[1]
  • Qualcuno mi deve spiegare se essere atlantista, cioè fedeli alla NATO, fedeli al blocco occidentale, legati alla cultura delle democrazie occidentali e liberali, sia compatibile con delle politiche fatte dall’Europa che ci hanno resi dipendenti dal gas russo, cioè da un Paese dove c’è una dittatura, e con un Green New Deal che vuole smantellare l’industria italiana, in particolare quella dell’automotive, per metterci nelle mani, dal punto di vista della produzione e della tecnologia, della Cina, un Paese che, certamente, non è un partner dell’Occidente.[1]
  • Cari signori, l’Italia è autorevole per quello che è: l’Italia è autorevole per le sue imprese, per i suoi lavoratori, per la sua cultura, per la sua capacità di internazionalizzare le proprie risorse.[1]
  • Non abbiamo bisogno di etichette per essere autorevoli e non abbiamo bisogno di abbassare la testa verso gli altri Paesi d’Europa e del mondo per essere autorevoli.[1]
  • La Lega è senza ombra di dubbio il partito che sceglie il lavoro contro il parassitismo. La Lega è il partito dei lavoratori, è il partito delle imprese, è il partito dei produttori di reddito; la Lega non è il partito di chi vuole vivere di assistenzialismo o di chi vuole vivere da parassita con le rendite finanziarie.[1]
  • Noi non siamo contro l’immigrazione: noi vogliamo l’immigrazione regolare.[1]
  • La civiltà di un Paese si capisce dal grado di cultura e di istruzione dei suoi cittadini, per comprendere il mondo intorno a loro e soprattutto per potersi emancipare dalle condizioni sociali più difficili, e si capisce dal livello di assistenza sociale, economica e sanitaria che questo Paese dà.[1]
  • [...] si finge di non capire che in Europa stiamo creando un sistema a doppia velocità sull'immigrazione. Si sta creando un'Europa di “serie A”, dove qualche Paese può scegliere quali immigrati accogliere in funzione della propria economia, e un'Europa di “serie B”, cioè quella dei Paesi mediterranei, che sono costretti a fare i conti con l'immigrazione clandestina incontrollata [...][2]
  • [...] abbiamo una parte dell'Europa, l'Europa del Nord, che dice: cara Italia, cara Grecia, cara Malta, noi vi paghiamo, ma i clandestini ve li tenete voi.[2]
  • [...] l'Italia deve fare tutto quello che può per limitare l'afflusso di immigrati clandestini nel nostro Paese, perché a noi questo sistema per cui solo noi dobbiamo farci carico della clandestinità, semplicemente non sta bene.[2]
  • [Sull'immigrazione in Italia] Anche l'altro argomento, cioè il fatto che si tratti di salvataggio in mare, tale per cui è necessario portare le persone nel porto sicuro più vicino, è un argomento che è privo di pregio e che non regge, perché, come è stato spiegato, il porto sicuro più vicino non sono i porti italiani, ma sarebbero i porti della Tunisia, o sarebbero i porti di Malta.[2]
  • [...] come tutti sanno, dalla rotta mediterranea il grosso degli immigrati che arrivano sono egiziani, bengalesi e tunisini, quindi migranti economici.[2]
  • Noi vogliamo un'Europa che protegga le sue barriere esterne e faccia passare il principio che in questo continente si entra se si ha diritto, non violando le regole.[2]
  • Roberto Maroni, nonostante, da segretario federale della Lega, avesse coniato il motto “Prima il Nord”, è stato stimato e apprezzato soprattutto da abitanti del Mezzogiorno d'Italia, grazie alla caparbietà e alla tenacia con cui da Ministro dell'Interno ha ottenuto risultati concreti nella lotta alle mafie.[3]
  • Roberto Maroni ha sempre avuto un approccio non ideologico, e non poteva che essere così, dato che veniva dalla sinistra extraparlamentare. Come ebbe modo di dire, a un certo punto sostituì l'ideale della rivoluzione marxista, sposando la rivoluzione della Lega, insieme a Umberto Bossi.[3]
  • [Sulla Lega] Questo approccio non ideologico [...] è la caratteristica principale del nostro Partito, del nostro movimento, un Partito post-ideologico che ha sempre scelto di non collocarsi formalmente mai dal punto di vista ideologico né a destra né a sinistra [...][3]
  • Maroni divenne segretario contro la sua indole e contro la sua volontà. Mai Roberto Maroni aveva pensato di scontrarsi con il fondatore della Lega, Umberto Bossi. Roberto Maroni scelse, si mise in campo e diventò segretario della Lega, perché quella era l'unica condizione possibile per salvare il nostro partito, e di questo gli saremo sempre riconoscenti, nel momento più difficile che il nostro movimento ha vissuto. Salvò la Lega grazie alla sua autorevolezza, grazie al fatto che, in quel momento così difficile, per il lavoro di servizio allo Stato che aveva svolto, era figura stimata e apprezzata da tutti, l'unico che potesse farci ripartire, e così è stato.[3]
  • Roberto Maroni era riuscito a inserire in un percorso di legalità costituzionale e in maniera chiara e precisa quelle pulsioni - che covavano e che forse covano ancora oggi sotto la cenere le popolazioni delle regioni del Nord - autonomiste, identitarie, ribelliste.[3]
  • [...] potrà sembrare strano ma la visione di Roberto Maroni era fortemente europeista, una visione europeista che puntava a un'Europa delle regioni e delle macroregioni per superare la crisi degli Stati nazionali piegati dalla globalizzazione.

Nota modifica

  1. a b c d e f g h i j k Dall'intervento alla Camera dei Deputati in risposta al discorso di insediamento di Giorgia Meloni, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 4, 25 ottobre 2022.
  2. a b c d e f Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 10, 16 novembre 2022.
  3. a b c d e Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 13, 23 novembre 2022.

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