Giornale

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Citazioni sui giornali.

Lettori nella metropolitana di New York (F.L. Mora, 1914)

Citazioni modifica

  • Ci sono, intanto, tre categorie di lettori di giornali: innanzitutto l'illetterato, del tutto incapace di apprezzare la lettura di un capolavoro, poi l'uomo elevato, l'uomo istruito, il signore distinto, privo di immaginazione, che legge a malapena il giornale perché ha bisogno della fantasia altrui, e infine il rozzo bestione dotato di personalità, che il giornale lo annusa e se ne infischia della sensibilità dei maestri. (Arthur Cravan)
  • E guardando i giornali con un minimo di ironia | li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia | che poi il giorno dopo e anche il giorno stesso | vanno molto bene per accendere il fuoco | o per andare al cesso. (Giorgio Gaber)
  • Fa male | leggere il giornale | a tavola. | Finisce che uno non bada | a quel che mangia | mentre legge | le disgrazie della strada. | Mormora "poveretti" | e si asciuga una lacrima | con una forchettata | di spaghetti. (Marcello Marchesi)
  • Forse non sbagliamo mica, noi italiani, a fare giornali ai quali puoi cambiare la preposizione (da, su, per) tenendo sempre identico ciò che segue: giornali fatti da imbecilli, su imbecilli, per imbecilli. (Guia Soncini)
  • I giornali con la paura di essere abbattuti, tranne rare eccezioni, inseguono in basso la rete e contribuiscono all'indebolimento del dibattito pubblico. Molti articoli vengono scritti non solo prendendo spunto dalla realtà digitale, ma sono realizzati per metterli su twitter con lo scopo di vedere la reazione, per poi scriverne un altro 24 ore dopo sulla reazione che ha avuto su twitter un articolo messo su twitter. È assurdo e deleterio. (Christian Rocca)
  • I giornali, così mi pare, dedicano diverse colonne del loro spazio alla politica o al governo, e senza farvi pagare il supplemento; e questo, qualcuno direbbe, è l'unico aspetto positivo; ma, siccome io amo la letteratura, e, in qualche misura, anche la verità, non le leggerò neanche gratis. (Henry David Thoreau)
  • I giornali italiani non sono tanto dannosi quanto irrilevanti. (Massimo D'Alema)
  • I giornali sono le ferrovie della menzogna. (Jules Amédée Barbey d'Aurevilly)
  • I giornali sono un brutto vizio. Sono l'equivalente, in campo letterario, delle tavole calde in campo gastronomico. (John Irving)
  • I più pericolosi animali da preda della civiltà: le grandi bobine di carta da giornale. (Joseph Roth)
  • Il confronto con i giornali stranieri è umiliante. Quelli si occupano di cose serie mentre da noi si stampano solo cazzate. (Massimo D'Alema)
  • Il giornale è il pascolo dei minchioni. (proverbio italiano)
  • Il giornale è la vita. Noi viviamo attraverso le vite degli altri. Smettere di fare i giornali equivarrebbe a smettere di vivere. (Vittorio Feltri)
  • Il giornale sta diventando un reperto archeologico. Le fonti diventano i social network, c'è molto sensazionalismo nel dare la notizia e superficialità. Ai lettori servono dettagli e precisione perché un professionista è chiamato ad assumersi la responsabilità di quel che scrive o dice e i social non la garantiscono. (Pier Francesco Pingitore)
  • Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche e deprimenti. (Benito Mussolini)
  • In fondo, nei giornali e nelle riviste vedo una sorta di mezzo di trasporto, il cui utilizzo ci è offerto già soltanto per il fatto che partecipiamo alla vita moderna. Sono in qualche modo degli omnibus, sui quali si sale senza poter determinare la qualità dei compagni di viaggio, e che si abbandonano precisamente nei punti che si mirava a raggiungere. Niente ha valore, durante il trasporto, se non il proprio bagaglio. In un'epoca in cui si viaggia non sui carri armati, ma sugli omnibus, in cui l'inchiostro di stampa ha rimpiazzato la polvere da sparo, e in cui gli uomini che si spera di raggiungere vivono dispersi a grandi lontananze, cambiare mezzi di trasporto offre vantaggi impagabili. (Ernst Jünger)
  • Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale. Se no vado al cinema. (Walter Valdi)
  • La nazione ha quello che merita, e se egli sequestra ogni dì un giornale liberale in nome dell' ordine, e lascia passare impuniti i volumi della Biblioteca nuovissima, galante e dilettevole, illustrata in nome della libertà, non bisogna pigliarsela con lui che sa conciliare con tanta machiavellica arguzia i due termini opposti del suo programma «ordine e libertà», sibbene colla nazione che se ne accontenta e batte le mani. (Giuseppe Guerzoni)
  • La preghiera del mattino dell'uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
  • La questione è che i giornali non sono fatti per diffondere ma per coprire le notizie. Accade il fatto X, non puoi non parlarne ma imbarazza troppa gente, e allora in quello stesso numero metti titoloni da far rizzare i capelli, madre sgozza i quattro figli, forse i nostri risparmi finiranno in cenere, scoperta una lettera d'insulti di Garibaldi a Nino Bixio e via, la tua notizia annega nel gran mare dell'informazione. (Umberto Eco)
  • Le due grandi armi impiegate dai partiti per riuscire sono i giornali e le associazioni. (Alexis de Tocqueville)
  • Leggo avidamente il giornale. È la mia unica fonte di continua finzione letteraria. (Aneurin Bevan)
  • Leone Tolstoj ripeteva spesso che per conoscere davvero un paese bisognava visitarne le prigioni: noi sosteniamo invece che è sufficiente (e più agevole) scorrerne i quotidiani. (Paolo Pavolini)
  • Mai credere né agli specchi né ai giornali. (John Osborne)
  • Nei giornali [...] presi insieme ci sono le mille e diverse voci della moltitudine, il vero, il falso, le calunnie, le adulazioni, e quanto di bene e di male può uscire da mille bocche. (Luigi Settembrini)
  • Nei grandi giornali di oggi, che non possono farne a meno, chi comanda non è più nemmeno il direttore: è l'ufficio marketing. (Indro Montanelli)
  • Nel giornale si trova tutto. Basta leggerlo con sufficiente odio. (Elias Canetti)
  • Nessun uomo conosce il significato di una QUALSIASI cosa pubblicata in un qualsiasi giornale se non conosce quali interessi controllano il giornale. (Ezra Pound)
  • Non ho tempo per leggere i giornali. Se ti avviene di vivere e muoverti in quell'esile strato in cui traspariscono gli eventi che fanno la notizia – più sottile della carta su cui il giornale è stampato – allora queste cose riempiranno per te il mondo; ma se ti elevi al disopra di quel piano o ti immergi al di sotto di esso, non puoi ricordarle né esserne ricordato. (Henry David Thoreau)
  • Ognuno di noi ha i suoi amici, ma un giornale non può avere amici. (Lamberto Sechi)
  • Ormai è consenso comune che il popolo italiano non legge i giornali, li ripassa; ch'egli non sa che farne degli articoli di fondo, poiché gli basta il notiziario. (Giuseppe Guerzoni)
  • Per principio, diffido delle dichiarazioni programmatiche, siano di politici o dei direttori di giornale. C'è sempre, magari inconscia, la tendenza a ricercare la simpatia, la benevolenza. È quasi una insincerità istituzionale. Di solito, molte promesse vengono scordate; altre, disattese. Resto dell'idea che un giornale si misura da quel che, di volta in volta, offre ai suoi lettori. È l'edicola, non la grancassa, a decretare se un giornale ha successo, è serio, credibile, interessante. (Domenico Morace)
  • Per rendere piccanti i giornali non è necessario che avvenga qualcosa, è necessario invece trovare un corrispondente che abbia veduto le toilettes delle dame di corte, o che conosca il re o il suo cameriere, meglio ancora poi se è lui stesso il cameriere. Perché oggidì in certi «circoli diplomatici» ci sono degli eroi solo per i camerieri. (Karl Marx)
  • Quanto dolore | cani vivisezionati | interrogatori | investimenti | rivoluzioni | esecuzioni | una mano nell'ingranaggio | un parto cesareo | un naufragio... | Questo | grida il giornale | al mattino | sul comodino | odoroso | di stampa e sangue. (Marcello Marchesi)
  • Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali. (Honoré de Balzac)
  • Tutte le gazzette insieme unite compongono la storia del mondo, ed i lettori d'esse, che non sanno le cose particolarmente, (e questi sono il maggior numero) si attengono, per essere informati di tutto, a quello che da esse è loro riferito: que' personaggi, che vi sono commendati, pajon loro eroi, ed hanno assai brutta idea di quelli che rappresentati vi sono ingiusti e fraudolenti, e non avendo altre a ciò contrarie notizie, quelle idee supposte da essi tratte dal vero rimangono nella loro memoria scolpite. (Giacomo Casanova)
  • Tutti i giornalisti dovrebbero essere portati al macero, insieme ai loro giornali! (Sabrina)
  • Tutto ciò che appare sui giornali non è che un sintomo. Quando un sintomo è isolato, anche l'impressione che suscita può essere passeggera e facilmente dimenticabile. È quando i sintomi appaiono ripetutamente o periodicamente che essi lasciano un sedimento in noi stessi. (Shôhei Ôoka)
  • Un giornale, ragazzi miei, è innanzitutto una questione di stile. (Garrison Keillor)
  • Una ragazza delle medie una volta mi scrisse: perché sui giornali si parla solo delle cose che succedono e mai della vita? Anche la vita succede. (Luca Goldoni)
  • Una sola frase basterà a descrivere l'uomo moderno: egli fornicava e leggeva i giornali. (Albert Camus)

Vincenzo Gioberti modifica

  • Buoni giornali e pochi (giacché il buono non può mai esser molto) sono la manna di una nazione.
  • Il giornale è un libro diminuto, come il libro è un giornale ampliato; e però siccome il libro per la spesa, la mole, il tempo, l'ozio, la capacità e il modo di vita che richiede a leggerlo, capirlo e cavarne profitto, per lo più non conviene che alle classi agiate, il giornale è accomodatissimo alle condizioni e ai bisogni della plebeia.
  • La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti, perché chi sa meno ci scrive più, chi avrebbe mestier d'imparare ci fa con tanto più di prerogativa quello di giudice e di maestro.

Michele Lupi modifica

  • [Nel 2019] Negli ultimi anni la pubblicità è entrata in maniera molto invasiva nelle redazioni dei giornali, è cambiato tutto. S'è tutto mescolato, l'evoluzione del mondo è andata così, dieci anni fa c'era una separazione nettissima, era impensabile che venisse qualcuno del marketing non dico a discutere del giornale, ma anche solo a fare una riunione insieme. Sono cambiati i tempi, e può essere discutibile, ma l'importante resta una cosa sola: fare le cose con una certa etica, cercare di fare il bene del giornale, il bene del lettore con autorevolezza e sinceramente. Io penso sia possibile, anche oggi.
  • [«Nelle direzioni che hai dato c'è sempre stata un'identità forte: piacere moltissimo, ma forse non a tutti. È una cosa che si costruisce più di pancia o di Excel?»] Più di pancia. Piacere a tutti è una degli obiettivi del marketing che ha fatto crescere i numeri a dismisura ma ha ridotto anche l'identità emotiva dei prodotti. Ho sempre fatto dei giornali dal carattere preciso e molto legati all'entertainment, non ho mai fatto giornalismo "vero": quello delle inchieste, dei quotidiani, è un'altra roba. Nei mensili si fanno molti approfondimenti e — se il lavoro lo si fa bene — si va a caccia di storie interessanti e soprattutto nuove. Ho sempre cercato di appassionarmi e trovare delle storie che potessero affascinare il nostro lettore, soprattutto l'obiettivo è trovare cose nuove: volevo fargli conoscere delle cose che non conosceva, perché io ho sempre sofferto molto a trovare delle cose sui giornali che conoscevo già, mi ha sempre fatto girare le scatole. È però un lavoro completamente diverso da chi fa "hard news", giornalismo in senso stretto, è proprio un altro "sport". Non nascondiamoci. I mensili sono prodotti molto creativi, se fatti bene, che possono avere un ruolo culturale contribuendo ad allargare conoscenze e orizzonti. Il giornalismo più tradizionale, quello delle news, ha però un compito sociale ancora più alto: come sappiamo è un baluardo della democrazia e — anche se oggi ad alcuni questa definizione può far sorridere — i quotidiani continuano ad avere un ruolo fondamentale.
  • Una delle differenze fondamentali tra il formato cartaceo e quello digitale online sta nel fatto che il primo ha dei limiti fisici molto stretti che obbligano a una selezione, cosa che sul formato digitale non esiste. Un magazine cartaceo ti costringe a selezionare le dieci idee migliori tra le cinquanta che hai, evitando il rischio di "annacquare" il giornale stesso. Il limite fisico ha, a mio parere, il vantaggio innegabile di obbligarti a scegliere, portandoti a pubblicare il distillato puro di ciò che ti piace.

Luigi Pintor modifica

  • A mezzogiorno, con il giornale si possono avvolgere le patate.
  • I quotidiani si chiamano così perché durano un giorno e il giorno dopo servono a incartare le patate o a pulire i vetri.
  • Ristampare e pubblicare in volume articoli di giornale dovrebbe essere vietato come calpestare i fiori o stendere panni nei vicoli genovesi durante i convegni internazionali.
  • Un giornale è un giornale è un giornale.

Bibliografia modifica

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