Anthony Kiedis
Anthony Kiedis (1962 – vivente), cantante e attore statunitense, leader dei Red Hot Chili Peppers.
Citazioni di Anthony Kiedis
modifica- [Riferendosi all'allontanamento di Dave Navarro dalla band] A volte è importante capire quando qualcosa abbia esaurito la propria carica, anche se no lo si vuole ammettere, perché potrebbe farci soffrire e non importa chi lo dica per primo perché tanto tutti eravamo convinti che fosse finita.[1]
- [Riferendosi alle registrazioni di Blood Sugar Sex Magik] Abbiamo pensato che potevamo provare in quella casa enorme così non avremmo dovuto andare in qualche studio e perderci quella possente vibrazione, gli stimoli di quel particolare studio di registrazione. Avremmo creato il nostro ambiente per registrare, ci saremmo andati a vivere. Sarebbe stato come andare in campeggio e fare contemporaneamente un disco, non dobbiamo uscire, avere distrazioni, possiamo concentrarci su quello che deve essere il disco più bello del mondo. Ed effettivamente è quello che stiamo cercando di fare.[2]
- Adoro il vostro stile, il buon cibo, l'architettura, Leonardo da Vinci. La politica italiana? Cerco di stare lontano dalla politica, il mio lavoro è la musica. L'unica cosa che vi manca sono le onde. Se ci fossero anche quelle verrei a vivere in Italia.[3]
- Avevo le forze positive dentro di me che mi hanno aiutato ad eliminare la droga e quando ho tolto la coperta della droga si sono messe in evidenza, per cui non è stato un cambiamento, piuttosto l'emergere di ciò che ho sempre avuto dentro. Comunque si è trattata di una scelta personale, ho ancora molti amici che fanno uso di alcool o altre droghe. Non sono quindi un crociato contro la droga, ma solo che per me non funzionava, metteva in pericolo la mia salute e la mia esistenza creativa. Sono stato fortunato abbastanza da poter cambiare e sono diventato più produttivo, mi sento meglio con me stesso e posso trascorrere più tempo con gli amici, ho un buon rapporto con la mia famiglia e riesco a scopare molto meglio.[4]
- "Blood Sugar Sex Magik" [disco del 1991] sono quattro parole che abbiamo scelto perché suonavano bene insieme. Quattro termini il cui significato lega e si inserisce ottimamente nella natura e nell'essere dei Red Hot. Inoltre, in questo mondo che si avvicina al 2000, governato da computer, media sempre più sofisticati, ci si allontana purtroppo da ciò che riguarda lo spirito, avvicinandosi invece ad aspetti meno legati al nostro essere. Perciò abbiamo tirato in ballo il sangue, il sesso, la magia: quasi in contraddizione con i dettami dell'odierna way of life. La magia fa parte del lato spirituale dell'uomo e i Red Hot sono un mezzo per far passare tale fluido nell'universo.[5]
- C'è qualcosa di incredibile nella fortuna che abbiamo avuto nel momento in cui abbiamo iniziato a far musica, cioè abbiamo dimenticato il passato. Non abbiamo aspettative, pressioni, consapevolezza. Tutto ciò scompare quando ci mettiamo a suonare. Non so come mai, sarà per come Chad suoni la batteria o per come John si perda nel cosmo, o per come Flea ci dia il ritmo, ma credo che quello che facciamo è abbandonarci a qualcosa di spirituale e suonare giusto per il gusto di suonare.[1]
- Chad Smith è un ragazzone, è alto 1.92 metri. Mi piace riferirmi a lui come il nostro mandriano selvaggio e psichedelico che rulla di brutto sulla batteria.[2]
- [Riferito all'album By the Way] Ci sono state un paio di volte in cui abbiamo ascoltato le registrazioni in studio e ho pianto come un bambino. Una volta stavamo provando Universally Speaking. Provavo troppe emozioni, più di quante il mio cuore riuscisse a contenerne e quindi ho dovuto farle uscire.[6]
- [Dopo il licenziamento di Navarro dalla band] Circa una settimana dopo, Flea mi ha chiesto se avessi voluto suonare di nuovo con John e dissi che per me sarebbe stato fantastico, ma che non c'erano possibilità che succedesse. Ci eravamo già trovati tanti anni prima e pensavamo che quel capitolo fosse chiuso e che non avremmo avuto quella fortuna una seconda volta nella nostra vita. Sarebbe stato qualcosa di veramente strano ed eccitante.[1]
- Col tempo ho imparato a rilassarmi in modo da non essere troppo eccitato durante le prime ore del giorno e non avere poi un calo di adrenalina. Mi piace quando i crampi allo stomaco arrivano in tempo. È importante per la chimica di una buona prestazione.[7]
- Come potrà dire qualsiasi ex drogato di eroina, la tentazione c'è sempre. Ma diventare padre mi ha dato un buon motivo per vivere senza farmi più [...]. Ogni giorno è una lotta per non ricaderci dentro, ma mio figlio è una buona ragione per restare pulito. Mi sento molto fortunato.
- As every heroin addict will know, temptation is always there. But becoming a father has given me a reason to live and stay clean for good [...]. Every day since has been a battle to stay clean, but my son makes me thankful that I am. I feel very lucky.[8]
- Cosa mi piace di più di Los Angeles? Amo l'oceano. Amo le montagne. Amo le palme. Adoro il fatto che le persone vengano qui per cercare di costruire la propria vita. Los Angeles, ha ancora uno spirito. C'è ancora un motivo per cui il mondo rimane affascinato da tutto ciò che la riguarda.[9]
- My favourite thing about L.A.? I love the ocean. I love the mountains. I love the palm trees. I love that people come here to try their hand at life. L.A., it still has a spirit. There's still a reason why the world is fascinated by everything L.A.
- Crescere a Hollywood è un'esperienza molto intensa perché lì succedono tante cose, c'è tanta bellezza e tanta tragedia allo stesso tempo, e gli stimoli che ti arrivano sono fenomenali.[10]
- Dato che scrivo i testi mi sento legato a tutte le nostre canzoni, e sono quindi tutte legate a me. Under the Bridge è bella perché è molto diretta, ma per quanto riguarda buona collezione di parole colorite mi piace Apache Rose Peacock perché è colorita.[4]
- [Riferito all'album By the Way] Devo ammettere che ho provato un senso di apertura molto forte nello scrivere la maggior parte di queste canzoni, mi sono sentito fortemente vicino all'universo in alcuni giorni, tutto aveva un senso e tutto era perfetto e ho sentito tutto questo amore che mi scuoteva.[6]
- È bello esser vivi e fare musica, festeggiamo con il fatto che lo facciamo ancora, che lo sentiamo ancora, l'amiamo ancora e l'accarezziamo ancora come se avessimo appena iniziato. Ci sono voluti vent'anni solo per arrivare ad un punto di partenza ed ora possiamo iniziare.[11]
- È difficile ricordare esattamente la data in cui siamo diventati un gruppo. Ma Flea ed io, che non abbiamo più memoria, abbiamo ipotizzato che fosse un venerdì 17 in mezzo ai decenni, da qualche parte, tra gli anni 70 e 90.[12]
- È sempre molto difficile scrivere buone canzoni, ma non penso che il numero delle canzoni che hai scritto in passato ti limiti in questo, al massimo i cambiamenti della tua vita che derivano dal successo possono farlo, ostacolando i tuoi progressi nel creare buone canzoni, almeno secondo la mia esperienza. Penso che più ti allontani dalla strada, dai tuoi problemi e dalle tue origini più ti viene difficile creare buona musica. La tua vita diventa troppo facile, troppo tranquilla. Se vuoi scrivere delle canzoni valide, una volta che hai superato le tue difficoltà: buona fortuna! Potrei farti almeno 100 esempi di ottimi compositori che una volta avuto il successo e la fama sono come scomparsi perché erano passati i tempi per i quali dovevano combattere per raggiungere qualcosa. C'entra anche il modo in cui la gente ti tratta, le brutture e le bellezza della vita. Penso che uno dei grandi motivi per il quale la gente voglia avere successo è allontanarsi dalla sofferenza, dal dover lottare, dall'avere difficoltà a pagare l'affitto e tutto quello che ne consegue ma tutto ciò inficia il processo artistico a lungo andare, credetemi. Alcuni artisti sono riusciti ad evitare ciò, ma veramente pochi, quindi dobbiamo sempre ringraziare le rotture strazianti o altri tipi di perdite che in qualche modo alimentano ancora il fuoco dell'arte.[13]
- [Parlando di Istanbul] È senza dubbio una delle più belle città sulla Terra. Questo posto è come New York City negli anni '80 da un punto di vista creativo, ma sembra cinquanta volte San Francisco in termini di grandezza e popolazione. Ed è esattamente situata nel Bosforo, che è la parte che divide i continenti di Europa ed Asia. Quindi la somma di energia e di vita che c'è nell'aria è fuori dalla norma, il cibo, lo stile e il comportamento delle persone, è viva [...]. È collinare, è antica, è figa, ci sono caffetterie, le persone sono intelligenti, comunicative e danzano bene. Io mi dicevo "questa città sarà intramontabile."
- It is without question one of the greatest cities on Planet Earth. That place is like New York City in the '80s on a creative level, but it looks like San Francisco times fifty in terms of size and population. And it's right on the Bosphorus strait, which separates the continents of Europe and Asia. So the amount of energy and life in the air is just off the charts, the food and the style and the behaviour of the people, it's alive [...]. It's hilly, it's old, it's groovy, there are cafés, and the people are smart and communicative and they dance well. I was like "This is going to be one of the ages here."[14]
- [Sul fatto che in America ci siano band come i Red Hot Chili Peppers che incitino alla violenza] È una bugia. La musica non ha mai spinto gli uomini a farsi del male. È una balla inventata per fare soldi e per aumentare l'audience televisiva. Il rock è pericoloso in un altro senso: perché fa riflettere la gente, perché scuote le istituzioni; qualche volta, non sempre, perché si fa beffa dell'establishment. Ma non ha niente a che fare con le stragi nelle scuole. Chi lo sostiene è solo in cerca di un capro espiatorio.[15]
- È una gioia incredibile essere apprezzati, riconosciuti, amati, credo sia una sensazione che piace a tutti. È come guadagnarsi un posto nel mondo, e poter smettere di competere con gli altri e fare semplicemente arte.[1]
- [Parlando degli attentati dell'11 settembre 2001] Ero senza dubbio rattristato quel giorno, non solo da un punto di vista patriottico, ma anche umanitario. Mi chiesi: perché certe persone fanno questo ad altre persone? Questo è davvero troppo. Sono sicuro che l'America è parzialmente responsabile di ciò che è accaduto, così come sono sicuro che altre persone molto potenti in altri luoghi del mondo siano responsabili. È stato un giorno molto triste per il pianeta Terra, per tutti quanti, e lo è ancora [...].[16]
- [Nel 1989] Essere uno dei Chili Peppers vuol dire avere due valori: il funk e l'amicizia. Far parte di questa band è come essere sposato con quattro persone e devi amarle tutte la maggior parte del tempo.[17]
- Flea viene da una famiglia jazz, Hillel veniva da una famiglia rock 'n roll, io vengo da una famiglia dove mio padre suonava di tutto, dai Sex Pistols ai Led Zeppelin, fino a Blondie e Devo, tutte queste cose qui. Le nostre influenze e ispirazioni ci hanno portato ovunque e non ci siamo mai preoccupati di essere il più calmi possibile o il più scatenati possibile, o un po' più jazz o quant'altro. Così come va la vita, tutto può succedere. Abbiamo scritto canzoni senza nessun particolare tipo di varietà ed è stata una bella cosa, non abbiamo mai pensato "Oh, questa non è abbastanza forte". Le possibilità sono infinite.[13]
- [Parlando della produzione dell'album Californication] Fu una grande confluenza di eventi essenziali, che ci permise di nuovo di esistere come band e di fare musica per nessun'altra ragione all'infuori dell'esprimere il nostro spirito creativo. Creò per noi uno spazio in cui lavorare senza alcun tipo di aspettativa. Ce la stavamo godendo. Stavamo ancora combattendo con i nostri personali demoni, io stavo ancora alternando momenti in cui ero pulito e momenti in cui facevo uso di droghe. Fare quel disco fu davvero l'esperienza di una vita. Chi l'avrebbe detto che sarebbe stato l'album più popolare della nostra carriera? Non era a questo che puntavamo. Stiamo attraversando un periodo caldo nel quale i dischi si vendono ancora come negli anni '80 e '90, anche se credo che uscì nel '99.
- It was a great confluence of essential events. It allowed us to exists as a band again, and to make music for no other reason than expressing our creative spirit. It created a space for us to work in without any sort of expectation. We had a ball. We were still struggling with personal demons. I was still going back and forth between clean and using. It was really the experience of a lifetime making that record. We knew it would be the most popular record of our career? That's not what we were aiming for. We hit a hot period where records were still selling as they were in the '80s and '90s, even though I think it came out in '99.'[18]
- Ho conosciuto Iggy Pop quando ero molto giovane perché l'ho visto esibirsi al Whiskey quando avevo circa tredici anni. Mentre assistevo al suo concerto, pensavo, "Questo tizio è completamente originale; è uno dei migliori artisti che abbia mai visto". Era bello e aveva stile e traboccava un'energia grezza. Tornai a casa ed ero come "Ho visto il più bel concerto la scorsa notte, devo scoprire chi è questo ragazzo". Non pensavo che fosse il mio idolo o che mi sarei identificato in lui, ma mi piacque ciò che fece.
- I was aware of Iggy Pop from a very young age because I saw him perform at the Whiskey when I was maybe thirteen. When I watched his show, I thought "This guy is completely original; he's one of the greatest performers I've ever seen". He was beautiful and he was stylish and brimming with raw energy. I went home and was like, "I saw the coolest show the other night. You've got to check this guy out." It wasn't like now he was my guy, or I was going to identify with him, but I liked what he did.[19]
- [Nel 1987] Ho interrotto la mia carriera di professionista in abusi tossici. Stavo diventando indifferente alla vita, ai miei amici e a quelli che amavo. Non sopportavo l'idea di mentire continuamente a me stesso e di mentire a mia madre e perdere il contatto con i miei amici [...]. Allora ho passato un po' di tempo per rimettere insieme la mia vita. Ora sto molto meglio e so imparare a godermi la vita con la mente lucida. La mia potenza e la capacità canora stanno migliorando. Le mie amicizie sono un'altra delle cose per cui vivo.[20]
- [...] i primi che hanno unito il funk al rock sono state persone come Miles Davis, Parliament Funkadelic. Noi siamo stati i giovani energetici di Hollywood ai quali piacevano molti stili di musica e non avevamo paura di unirli. Non abbiamo amalgamato due stili musicali volutamente, abbiamo suonato quello che sentivamo di suonare e molto era funk perché era la musica che ci ispirava, quello che ci colpiva proprio qui quando l'ascoltavamo, volevamo fare questo tipo di musica perché ci piaceva, l'abbiamo fatta e abbiamo iniziato un nuovo genere e siamo stati seguiti da altre bands, bands che poi non mi interessano più di tanto.[4]
- I Red Hot Chili Peppers non hanno mai seguito la moda perché ciò significherebbe andare contro il nostro ideale: l'onestà nella nostra musica. Se qualcuno ha qualcosa di politico da dire che lo dica se questo è ciò che si sente di fare. Chuck D ha le sue priorità e secondo lui aiuta la causa dei neri. È cresciuto così, sono cose che sente profondamente e quindi le scrive. Io cerco di scrivere quello che sento nel cuore e nel mio spirito.[4]
- Il delfino o la balena hanno un'estrema capacità di intelligenza, comunicazione, amore della vita, in senso razionale di ragionamento. Vivono in pace, sotto l'oceano. Dovremmo prendere esempio da queste creature che abitano nel pianeta insieme a noi e riescono a convivere molto meglio di noi. Mi piacerebbe molto, prima o poi, scrivere musica per loro.[21]
- Il funk è molto variegato, il funk suona in misure diverse, colori, forme. Il funk può essere molto subdolo. Puoi trovarlo ovunque, nelle campagne, puoi trovarlo nei parcheggi, dove qualcuno sta scopando. Questo è il funk. Il funk è una cosa strana e i Red Hot Chili Peppers si basano sul funk.[22]
- [Riferendosi al titolo dell'album Mother's Milk] Il latte materno è una sostanza vitale, nutriente, inebriante, buona, salutare, piacevole, ristoratrice, calma, calmante. Quando lo bevi ti fa stare bene e ti fa crescere forte e sano. Protegge dalle infezioni e dalle malattie. Ed è genuino. È puro e salubre e ci piace pensare che la nostra musica rappresenti questo.[23]
- [Nel 1989] Il modo in cui la vedo io, dopo aver perso un'amico per un'overdose è che la droga porta solo miseria, tristezza e una mancanza di comunicazione con i tuoi amici e la tua famiglia. Alla lunga finisce per annullarti lo spirito.[24]
- Il problema, oggi, sono le fotocamere durante i concerti. Ció ti impedisce di vivere il momento. Non è importante avere delle immagini sotto forma di megabyte. È meglio averle nel tuo cuore e nella tua mente. Noi cerchiamo di creare un ambiente che incoraggi le persone a tenere i loro telefoni con fotocamera in tasca e a guardarci direttamente. In generale funziona.[7]
- Il rapporto tra amici è l'essenza della vita quotidiana. Io voglio bene ai miei amici. Mi piace l'idea di poter dare il mio amore con la massima libertà. Se avessi un amore spirituale, sarebbe necessariamente un amore incondizionato.[25]
- Il sesso è un aspetto molto vitale e potente della vita e non abbiamo paura di esprimerlo nella nostra musica. Se parli di sesso la gente ti bolla come maschilista. Alcune nostre canzoni parlano di incontri sessuali con donne poliziotto o simili, ma è uno scherzo. Se la gente è talmente rigida da non accettare uno scherzo, allora forse ha problemi con la propria sessualità. Non siamo dei cattivi, non cerchiamo di sminuire la donna, non la sottomettiamo. Parliamo di sesso, ma anche di altre cose, solo che i giornalisti sono sempre alla ricerca di un'etichetta da attaccare alle persone: "Super Freaks Sessuali" o cose del genere.[4]
- Il testo di By The Way è una specie di visione panoramica e notturna della vita in questa città [Los Angeles]. Descrivo una serie di cose che avvengono nello stesso momento: la coda per entrare in un club a vedere un concerto, l'omicidio in un parcheggio, lo spacciatore che vende una dose all'angolo di qualche strada...[26]
- Io scrivo al mattino. Mi alzo presto, faccio surf, mi schiarisco le idee, metto a posto la casa e mi siedo in giardino con block notes, matite, i miei cd e il boombox fighissimo che ho da 20 anni, e inizio a scrivere. Fondamentale per me avere una routine. Ogni scrittore serio scrive tutti i giorni. Come ogni musicista serio suona sempre, perché non sai mai quando arriverà l'ispirazione e, se non pratichi, magari non arriverà mai. Flea, infatti, suona tutti i giorni. Non importa quanto sei bravo, come si dice da noi: practice makes perfect.[27]
- Io sono l'ottimista patetico nella band. Soltanto io penso che le cose possano naturalmente andare lisce. Questa è una mia facoltà. Anche quando eravamo stesi e percorrevamo la fogna più velocemente di un batter d'occhio, sentivo che tutto sarebbe andato bene, che tutto si sarebbe risolto.[28]
- [Su Roberto Benigni] L'ho incontrato. È stato un grande giorno per me. Lui è uno molto carismatico. Io sono entrato in una stanza e l'ho visto, l'ho fissato e mi dicevo "Mio Dio, quello è Roberto Benigni". E lui si è accorto che lo osservavo, mi ha guardato e mi ha accennato un sorriso. Finalmente ho raccolto tutto il mio coraggio e sono andato da lui. Gli ho detto: "Non sapevo perché avessi lasciato la mia casa oggi. Ora lo so: sono venuto fino a qui per incontrare te". E lui: "Mi sembra di conoscerti da tanto tempo!" E mi ha abbracciato.[29]
- L'inizio con i Red Hot Chili Peppers è stato un'esperienza davvero unica, perché il nostro primo spettacolo aveva una sola canzone, quindi quello a cui pensammo dopo era "Oh mio Dio, abbiamo uno spettacolo la prossima settimana, è meglio che montiamo un altro pezzo". Quindi durante tutta quella settimana abbiamo pensato a qualcosa per cominciare. Tipo "immagino che dobbiamo essere un gruppo la prossima settimana, perché abbiamo uno spettacolo" [...]. Dopo aver suonato al nostro primo spettacolo, ho sentito un'enorme esplosione di successo nella mia vita. E sono passato dal nulla al sentirmi incredibilmente di successo con i Red Hot Chili Peppers. Guardavo Hillel, Jack Irons e Flea e pensavo "Wow, siamo la cosa più grande sulla terra!". Avevo successo, e chi se ne frega se ero senzatetto, squattrinato e avevo suonato al massimo per 40 persone in totale al mondo. Ma mi sentivo di successo [...]. La mia vita è cambiata da quel momento perché avevo uno scopo e avevo un posto e tutto iniziava a girare in questa amicizia, in questa sete di vita e di musica, di energia e di sesso, di ritmo e di melodia, di suono e di composizione. C'era un posto per tutto, c'era uno sfogo[12]
- L'Italia è un indicatore perfetto per capire se stiamo andando bene o no. Quando uscì l'album Californication, nel '99, noi siamo atterrati in Italia; abbiamo fatto il check-in in albergo, ci stavamo preparando a fare sempre la stessa procedura che stiamo facendo adesso e in quel giorno è uscito l'album in Italia. Stavo camminando fuori dall'hotel e mi è passata davanti un'auto piena di italiani... stavano cantando Otherside! E ho pensato: "Ma come? È uscito proprio oggi il nostro album. Come è possibile che conoscano già il pezzo?". Era un indicatore, un'unità di misura, che ci diceva che abbiamo fatto bene. Quindi l'Italia è come [...] un barometro. Perciò sì, sappiamo che se piace all'Italia quello che stiamo facendo, vuol dire che stiamo facendo un gran bel lavoro.[30]
- La natura è già mistica senza che io la debba interpretare. Trovo più attraenti i piaceri semplici della vita, che quelli complicati. I piaceri semplici per me includono la natura, sia che si tratti di animali, montagne, alberi, fiumi, mi piace questo tipo di atmosfera, la rispetto e la apprezzo molto più di quella creata dall'uomo. Mi sento molto unito alla natura, mi fa sentir bene e ne scrivo perché di solito scrivo quando mi vengono questi momenti.[4]
- La prima volta che ho sentito la base della canzone che sarebbe poi diventata "Dani California", qualcosa di quella base mi ha fatto pensare "Oh, questa è la storia che deve accadere" e una volta scritta metà della storia sembrava che la persona di cui stavo scrivendo fosse Dani della canzone "By the Way" e quindi ho attinto da lì.[11]
- [Su Rick Rubin] La sua capacità di ascoltare le cose è ciò che lo ha reso uno dei più grandi produttori di tutti i tempi in qualsiasi genere musicale. A volte sembra che faccia molto poco in studio. Mi è capitato di vedere gente fissarlo e pensare: 'Ma non dovrebbe mettersi al lavoro?'. Ma lui è lì, è al lavoro.[31]
- La visione romantica della dipendenza ha poco di glorioso e alla fine non è altro che un buco. La droga è un'esperienza che può ucciderti o dalla quale puoi imparare qualcosa e diventare alla fine una persona libera. Non credo sia un'esperienza del tutto negativa, ma certamente difficile e debilitante.[32]
- Le groupies no, non entrano assolutamente in hotel, penso che potrei fare licenziare il receptionist se facesse entrare questo genere di persone. Solitamente non mi creo problemi nell'allontanare la gente perché mi piace mantenere la mia privacy. Penso che la gente debba imparare ad aver rispetto per la privacy altrui, a prescindere dalla professione che uno svolge e dal tipo di relazione che uno può avere. È molto bello avere dei fans, gente di ogni sesso che gode della musica e dell'esperienza di venirci a vedere, ma anche quando misi su la band la "questione groupie" non mi piaceva molto: c'è qualcosa che non mi affascina nel fatto che qualcuno voglia stare con te semplicemente per quello che appari. Prima di diventare famosi, penso di essere stato molto più attratto dalle donne di quel tipo, del "tipo groupies ", ma dal momento nel quale abbiamo raggiunto la notorietà pensai che non è più una cosa giusta, è come il dono dei Re Magi se ci pensi.[33]
- Mi dico sempre: un passo alla volta. Quando mi piace una base musicale è molto difficile che non riesca a trovare il modo di tirare fuori le parole che voglio. A volte ci vuole un giorno, altre volte un mese.[27]
- Mi pento di essere stato aggressivo con qualcuno, delle volte che ho dimostrato violenza, ignoranza e mancanza di sensibilità nei confronti di altre persone. Ecco, vorrei essere stato più gentile verso il mondo.[27]
- Mi viene da vomitare, ogni volta che sto per salire sul palco [...]. Non sarei in grado di esibirmi se non fossi così nervoso.[6]
- Non c'è una gerarchia perché siamo una squadra, lavoriamo come una squadra di basket sin dal primo giorno dei Red Hot Chili Peppers non c'è mai stato un capo, siamo per la totale eguaglianza. Ci dividiamo sempre in parti uguali il credito per le composizioni e il resto. Siamo come un puzzle a quattro pezzi che funziona alla perfezione solo quando ognuno dà il suo input. Questo è uno dei motivi che ci tiene uniti e forti, il fatto che non si tratta di una sola visione o di una sola persona, ma di quattro che si uniscono per fare un insieme migliore. Come per una squadra, non si può vincere un campionato con un solo buon giocatore.[4]
- Non capisco perché i giornalisti cercano sempre di trovare una diversa prospettiva. Abbiamo avuto a che fare con molti giornalisti e tutti pensano di dover trovare assolutamente uno scoop! [...] Si dimenticano qual è il punto, si concentrano su qualcosa che non lo è. Costruiscono tutta la storia su qualcosa di marginale.[34]
- [Dopo l'uscita del disco Blood Sugar Sex Magik] Non è stato come essere degli sconosciuti e diventare ricchi e famosi nel giro di una notte. Ci sono voluti otto anni, in cui abbiamo cercato di mantenerci facendo musica. Anche se non abbiamo mai fatto altri lavori, vivevamo scroccando, dormivamo in dieci nella stessa casa, e cose simili, quindi quando ci siamo scoperti ricchi e famosi, ci ha cambiato poco, perché è stato graduale.[2]
- [Sull'album Californication] Non è tutto sulla California. Lo è e non lo è. Quindi la risposta è si ed allo stesso tempo no. Ci sono molte idee, colori, emozioni e cose caratteristiche della California. Storie e immagini che ti fanno pensare alla California, ma anche a come il resto del mondo immagina la California.[34]
- [Donald Trump] Non è una persona piacevole, anzi lo definirei un cartoon. Dice cose molto irreali sui musulmani e sulle razze in generale che non hanno nessun senso. Come in tutte le razze o religione ci sono persone buone o cattive.[35]
- Non siamo mai stati confusi sul fatto che tutto sarebbe dovuto essere uguale: la condivisione del lavoro, la condivisione del denaro, della gioia, del dolore. Si è trattato per noi del grande passo verso la giusta direzione per avere il potenziale per la longevità, perché molte band litigano dicendo "Hey, quello l'ho scritto io!" Noi ci amiamo e ci rispettiamo; litighiamo regolarmente. Le nostre attitudini, i nostri modi, e i nostri ego si scontrano, ma siamo in grado di farcela. Siamo stati capaci di fare a pugni. Io e Flea siamo come fratelli. Non penso che la nostra amicizia possa mai finire, perché non puoi abbandonare tuo fratello. Non puoi e basta.[36]
- Non so se sia un segreto, ma sin dall'inizio abbiamo deciso di condividere tutti i nostri guadagni in parti uguali. Nessuno prende di più o di meno. Non importa se Chad non scrive i testi, o se la canzone che abbiamo scelto ha il 40% di Josh e il 60% di Flea. "We don't give a fuck". Siamo tutti uguali, ognuno a suo modo fa la sua parte, mai litigato per i soldi. L'aspetto monetario uccide tante band. Siamo tutti molto creativi e ognuno di noi ha la propria personalità. Litighiamo e spesso ci mandiamo a fare in culo, ma troviamo sempre una soluzione per risolvere i problemi. Siamo tutti egocentrici, ma siamo anche persone oneste, siamo loving people. Non siamo cattivi, non abbiamo secondi fini. Stronzi sì, ma anche capaci di dimenticare i momenti negativi e andare oltre. Siamo fratelli. Arriviamo sempre a un compromesso. Siamo sempre sinceri uno con l'altro. E poi, quando suoniamo insieme, ci divertiamo ancora tantissimo. E questa è la cosa più importante.[27]
- Non vogliamo piacere a tutti! Anche se amo che succeda! Amo che i bambini ci seguono, è una sensazione fantastica. Credo sia una delle tante emozioni più soddisfacenti del mondo. Ho incontrato un bambino di tre anni che cantava "By the Way" o "Californication" e sapeva tutte le parole meglio di me, visto che me le scordo sempre! È stata una bella sensazione.[11]
- Pensavo: forse farò l'attore, forse lo scrittore. Magari sarò un ladro di professione. Finii nella musica perché tutti i miei amici andavano in quella direzione. Così, già poeta frustrato in tenera età, cominciai a scrivere canzoni. All'inizio sembrava uno scherzo, ma quando cominciammo a confrontare le nostre "arti", la loro musica e le mie parole, ci accorgemmo che qualcosa di speciale stava succedendo, che avremmo dovuto andare avanti e dalla scintilla far sprigionare il fuoco.[15]
- Penso di avere vincoli con tutto il mondo, in generale. Ho sempre guardato alla Germania con grande attenzione in questi anni. La prima volta che venimmo fu nel 1986 se non ricordo male. Non si può non prendere in considerazione questo paese, è un posto veramente interessante: a livello storico, c'è molta capacità intellettuale che trasuda dalla storia di questo posto. Io mi sento aperto ad ogni esperienza, a tutte le razze a tutte le parti del mondo.[33]
- Per me fare vero e proprio rock è la cosa più importante che un concerto possa offrire. Pura e semplice energia rock. Ma se riesci a dare tutto ed anche ad esibirti in maniera incredibile... ottieni la mia combinazione preferita.[6]
- [Riferito a John Frusciante nel 2016] Per me si tratta di una delle persone più belle e più semplici con la quale fare musica. Bastava sedersi per terra, io gli facevo vedere qualche parola che avevo scritto e lui cominciava a suonare qualcosa. Nel giro di pochi minuti era pronta una canzone. Non ho mai incontrato qualcuno con cui fosse così facile scrivere canzoni e soprattutto belle canzoni. È una persona speciale e mi manca. Accetto il fatto che si facciano percorsi diversi, ma mi manca.[37]
- Per ogni disco che abbiamo fatto ci chiedevamo chi dovesse produrre il disco. E pensavamo sempre a David Bowie. All'inizio abbiamo provato a chiamarlo e lui diceva gentilmente di no. Poi ci abbiamo provato scrivendo delle lunghe mail ma il risultato era sempre lo stesso. Gli abbiamo chiesto di produrre By The Way e Stadium Arcadium ma ci ha sempre detto di no. Ma del resto ci è andata peggio con il suo amico Brian Eno che ci ha rifiutato otto volte.[38]
- Più si prova e più occasioni si ha di trovare un momento magico d'ispirazione. Talvolta ci troviamo insieme e non succede niente, ci masturbiamo per un paio d'ore, ma altre volte ci troviamo insieme e qualcosa di magico accade. Timbriamo il cartellino, indossiamo le camicie blu e andiamo al lavoro: alcune volte componiamo insieme, altre volte Flea si siede magari sul WC col suo basso e compone una bellissima base, viene alla prove il giorno successivo e ce la fa ascoltare e io dico: "Bellissima, ho un testo che ci calza alla perfezione", sai, dipende.[4]
- Quando faccio uso di droghe tutto mi sembra brutto e triste. Inizio a farmi del male e a farlo a chi è intorno a me, e tutto va meglio soltanto quando smetto. Allora posso guardare in faccia i miei genitori, vedere l’azzurro del cielo e pensare che è una splendida giornata.[39]
- [Riferito al singolo By the Way] Quella canzone ci rappresenta e quando è arrivato il momento di dare un titolo all'album ci è sembrato il titolo migliore per il fatto che potesse avere significati diversi.[6]
- Rick è la classica persona a cui puoi dire qualsiasi cosa, tipo: "Rick abbiamo deciso di fare dieci canzoni!" Ti risponde: "Benissimo!" oppure "Abbiamo deciso di fare 40 pezzi!" e lui: "Benissimo!" "Abbiamo deciso di cambiare completamente stile!" "Benissimo!" [...] Vede il quadro completo. È il suo maggior pregio. Ha una visione d'insieme.[2]
- Sai, non ho mai pensato che avremmo fatto sempre questo, infatti ci sono state diverse volte in cui abbiamo provato a separarci, provato a divertirci, alcuni sono stati licenziati, altri hanno provato ad andarsene, altri sono morti, altri ancora crollavano. Abbiamo fatto davvero del nostro meglio per far sciogliere questa band, e c'era questo strano magnete cosmico che continuava a farci tornare insieme. Siamo stati un fallimento nello sciogliere questa band.[2]
- Scar Tissue è ciò che ti porti dietro dopo essere stato in battaglia e capisci quanto sia bello essere sopravvissuto.[6]
- Si tratta soprattutto di essere capaci di suonare per un'ora e un quarto ogni sera. Tutto ciò che faccio, che mangio, che respiro, che tocco tra uno show e l'altro è per il bene dello show successivo.[6]
- [Quando era un ragazzino, lei studiò recitazione e ottenne una particina in F.I.S.T. con Sylvester Stallone. Da quando è una famosa rockstar, ha ricevuto altre proposte?] Sì, tutte indesiderabili, delle vere burinate. Comunque, io so benissimo di non avere talento naturale e di non aver studiato abbastanza. Non vorrei certo ingrossare le fila, già numerose, degli attori scadenti. Non basta essere una faccia nota per saper recitare.[40]
- Siamo come due strani fratelli. Siamo competitivi, però ci adoriamo. Siamo uno lo specchio dell'altro. Se sto bene con me stesso, sto bene con Flea e viceversa. A volte lo guardo e penso: "Che bastardo!", ma è come se lo dicessi a me.[40]
- Siamo diventati i Red Hot Chili Peppers perché amavamo la vita amavamo la musica e amavamo abbattere le barriere della mediocrità tradizionalista.[12]
- Sono Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers e sono apparso nudo su scena, sulle copertine delle riviste. Sono nato nudo e mi spoglio quando faccio l'amore. Ora sono alla radio e potrei spogliarmi di nuovo. Ecco sono nudo. Pero' indosso un preservativo. Lo porto sempre quando faccio del sesso, non quando penso sia giusto farlo o lo chiede la mia partner. Sempre.[41]
- Sono sempre stato ostile alla tecnologia, ma qualche anno fa decisi di comprare un pc. Quindi scoprii la pornografia web. Diventò un'ossessione che non mi faceva più uscire di casa. A un certo punto mi sono trovato a dipenderne come quando avevo problemi di droga. Anche il sesso infatti può avere il suo lato oscuro. Finalmente ho reagito e ho promesso a me stesso di non girare più per la rete alla ricerca di quei filmati.[42]
- Suonare live è ciò che ci dà energia, ordine e quella telepatia che usiamo per scrivere i pezzi. Mi piace esibirmi e avere uno scopo nel mondo, comunque sia.[11]
- Tutte le epoche sono state cruciali, anche quelle in cui sembrava che andassimo a pezzi. Ognuna è stata un momento di crescita. Però, dal punto di vista emotivo, sono legato al periodo in cui Hillel Slovak era con noi, perché Hillel oggi non c'è più, io gli volevo un bene pazzesco ed è lui l'inventore del nostro sound.[40]
- Ultimamente è diventato di moda rivalutare il primo periodo del punk, ma posso dire che i Red Hot Chili Peppers non sarebbero mai esistiti se non fosse stato per i Germs e per l'intero movimento punk di Los Angeles! A quel tempo, punk significava essere se stessi, esprimersi liberamente e uscire dalle costrizioni conformiste della nostra società. Musicalmente non c'erano stereotipi a cui aderire e questo ci permise di sperimentare generi che ci attraevano, come il funk. Senza limiti, in maniera selvaggia e creativa.[26]
- Una delle cose di maggior ispirazione che stava succedendo quando abbiamo iniziato a scrivere questo disco [Stadium Arcadium] era che ogni singolo elemento della band ed il nostro produttore Rick Rubin si erano innamorati di recente ed io pensavo che non ne avrei avuto neanche il tempo, ma in retrospettiva, quando sento le emozioni e tutti i tasti che vengono premuti quando riascolto quelle canzoni, diventa ovvio che ogni giorno in cui entravamo nella stanza, c'erano quattro ragazzi che in qualche modo erano molto felici ed innamorati, esplodendo per l'emozione di questa nuova relazione.[11]
- [Chuck Berry] Uno scienziato musicale che ha scoperto una cura per il blues.
- A musical scientist who discovered a cure for the blues.[43]
Da Waterworld
Intervista di Martin Carlsson, Rockstar, ottobre 1995, pp. 39, 40 e 41
- [One Hot Minute] È un disco davvero triste e depresso, ma d'altronde il vero significato di tutto il lavoro è quello di passare attraverso periodi oscuri, tragici e funesti per uscire all'altro capo, dove c'è la luce. Quindi, anche se le persone diranno che è un disco scuro, anche se noi stessi diciamo che lo è, il vero feeling che emerge da questo è che bisogna vivere e imparare da queste esperienze. Essere vivi per poterle raccontare, avere la fortuna di farne un disco
- [Riferito alla sua ricaduta nella droga nel 1994][...] il fatto di essere stato infettato dalla malattia dello spirito si è rivelato un'esperienza potente e dannosa, perché ero tragicamente stagnante, senza amore, senza una vita. Ero così a terra spiritualmente, così solo e triste che sono stato costretto a prendere una decisione drastica. Altrimenti non sarei mai riuscito a reagire. Mi sono dato un'occhiata e ho deciso di rivalutare la mia esistenza, il mio rapporto con il resto del mondo. Trarre insegnamento dalla tragedia... quando accade qualcosa di molto profondo e tragico, o impazzisci e ti rinchiudono, oppure ce la fai e scavalchi l'ostacolo. La luce alla fine di quel tunnel è travolgente, monumentale nella tua crescita come essere umano. Questo è quello che è successo a me. Sono sopravvissuto ad una enorme catastrofe personale. Se non fosse successo, non credo che avrei acquisito l'esperienza per tirare avanti.
- La peggiore cosa che si possa fare quando si diventa celebri è pensarci troppo su e diventare una caricatura di sé stessi. Così dimentichi l'essenza di ciò che fai, di chi sei, di cosa voglia dire essere innamorati della vita, della musica e degli amici dividendo con loro una meravigliosa esperienza. Di solito, quando questo succede, è la fine della capacità artistica di quella persona. Per fortuna in molte circostanze ci siamo resi conto della situazione. Il fatto di renderci conto di essere dei perfetti idioti come molti altri, ha evitato di farci cadere in tutto questo cazzo di labirinto di pensieri.
- [...] credo che il contesto, la società ti influenzino sempre. Credo che nella storia dell'uomo ci siano stati centinaia di periodi di rabbia, depressione e distruzione. Ora siamo in una fase di accelerazione.
- Non mi interessa l'interpretazione dei media o della massa, che assaggia solo una piccola parte di quel che siamo, pensando di aver capito esattamente di cosa si tratti. Se mi preoccupassi di questo aspetto non farei ciò che faccio ora.
- Se ho paura della droga? No. Ho più paura di me stesso che della droga. La droga è solo un sintomo dei dilemmi personali. Non è della droga che ho paura, è di me stesso.
- Do fiducia alla mia salute. Credo che sarò in ottima forma fino al giorno della mia morte. So cosa fare oggi. Cinque anni fa era solo una questione di trovare me stesso.
Dall'intervista di Luca Bergamin rilasciata a Barcellona nel dicembre 2011
Riportata in Rock!, Flair, marzo 2012, pp. 240-242.
- Sono vegetariano dagli anni '80 e, ultimamente, pure vegano. Una volta mi è capitato di assistere alla macellazione di una mucca. Che atrocità deve subire un animale per soddisfare l'appetito di quei grassoni che mangiano hamburger!
- ["Per lei cos'è il rock'n'roll?] È come fare surf a Malibù. Una volta che ci hai provato non puoi smettere, ci sono onde alte e grandi, a volte devi aspettarle a cavallo della tavola, a volte le senti arrivare, o ti travolgono all'improvviso. È energia allo stato puro...
- Everly è una magia e mi domando perché un essere così candido e buono sia toccato a me nonostante i casini che ho combinato nella vita. Cerco di educarlo nel modo migliore e dedicargli più tempo possibile. Per lui non posso più permettermi di sbagliare. Comunque, i bambini vanno cresciuti in piena libertà e rispetto delle loro attitudini naturali. Io fui mandato a 11 anni in una scuola per diventare biologo marino su un'isola delle Bahamas, ma quando dissi a mio padre che volevo fare il musicista, mi incoraggiò.
- Lui per me è "Fratello Flea"... Ci siamo anche menati in passato, ma per colpa della droga. Quanto Lsd insieme! Il nostro segreto è il basket: siamo fan dei "Lakers", anche se non abbiamo più i posti vicino a Jack Nicholson e guardiamo le partite in tv. Lo sa che siamo stati i primi a fare il balconing che va tanto di moda. Ci buttavamo in piscina direttamente dalle finestre di un palazzo.
- Se lei parlasse con mio padre, dopo cinque minuti si renderebbe conto di che persona sia quell'uomo, il cui migliore amico è stato un cantante come Sonny Bono, che frequentava Marlon Brando e i grandi della musica anni '70, quando droga e sballo erano considerati una cosa bella. Mi portava in giro in California con la sua "Austin Healey cabrio". È stato un uomo psichedelico.
- Non prendo stupefacenti ne bevo dal 2000 e debbo dire che non me ne frega più niente anche se, come ogni persona che è stata addicted e ha denaro, so che posso cadere in tentazione... Ho iniziato a undici anni. Una volta rubai l'auto a mia madre e mi schiantai a 140 chilometri orari, ma neanche quel trauma cranico mi fece capire che mi stavo già fracassando il cervello con l'eroina.
- È difficile riconoscere l'amore vero, quello che puoi provare tu e quello nei tuoi confronti, quando per anni le ragazze, anche più di una ogni sera, dopo i concerti, s'intrufolavano nei nostri letti ed erano disposte a qualsiasi cosa – sesso di gruppo compreso – pur di stare con Anthony Kiedis e i Red Hot...
- Gli stereotipi su di me – specialmente quello del cantante drogato che pensa solo a portarsi a letto donne – sono duri a morire. È raro che una donna voglia guardare oltre e pensare alla persona che sta dietro a questa fama, anche se nel passato io ho dato un forte impulso per crearla.
- [Su Cher] Mio padre le chiese di farmi da baby-sitter, una sera. Lei andò in bagno per cambiarsi. Io, già un po' curioso, le chiesi se potevo stare con lei e guardarla. Poi, tornammo in camera mia e facemmo l'amore. Avevo tredici anni.
Dall'intervista rilasciata al New York Times, 4 marzo 2012
Citato in Intervista del NY Times a Anthony Kiedis, Redhotchilipeppers.it.
- [Riguardo al fatto di suonare nudi coi calzini sul pene] Non mi è più nemmeno venuta in mente l'idea, probabilmente dagli anni '90, ma se fossimo nel momento giusto, al posto giusto e Flea si girasse da me dicendo "Facciamo questo bis con i calzini!", non mi negherei.
- Mio padre si ribellava ferocemente alla sua educazione conservativa, durante la quale suo padre ha abusato psicologicamente di lui. Con l'avvento degli anni '60 mio padre ha voluto allontanarsene, ma forse non ha pensato che un bambino deve fare il bambino. Però eravamo forse più legati della maggior parte dei miei amici con i padri, che tornavano a casa, si ubriacavano di Martini, leggevano il giornale e non si occupavano dei figli. Come padre ora non farei di certo quello che ha fatto mio padre, perché mi ha fatto sentire emotivamente instabile da bambino. Ma non ha fatto quelle cose per egoismo o cattiveria.
- Nonostante tutte le cose che sembrano difficili da accettare, mio padre si sedeva con me a 12 anni e mi diceva cose come "Ecco 10 parole che penso tu debba sapere" oppure "Ecco Ernest Hemingway" oppure "Ecco la pop art". La sua idea di base era, se va bene per me, va bene anche per mio figlio.
- Forse la mia educazione ha accelerato la mia dipendenza, ma non penso sia responsabile per questo. La gente vuole sempre incolpare qualcun altro quando si tratta di dipendenza. Come quando è morta Whitney Houston, tutti dicevano "se non avesse mai incontrato Bobby Brown, non avrebbe avuto questi problemi". Non sono d'accordo. Penso che le persone siano naturalmente inclini o meno.
- Dieci anni fa avrei detto che avrei avuto una lunga relazione, ma al momento mi chiedo se non seguirò le orme di mio padre. Durante i 4 anni di vita di mio figlio ho realizzato che sono talmente innamorato di lui, e lui è talmente innamorato di me, che anche se non dovessi trovare il partner della vita, va bene lo stesso. Penso di dover ancora trovare la maniera di essere meno egoista. Forse non sono pronto ad una relazione lunga al momento.
- Quando vieni pagato per la prima volta, pensi "Posso fare quello che voglio! Posso costruirmi un camino a forma di donna nuda!". Quel camino doveva essere una scultura, non un simbolo della mia relazione con le donne. Ma 20 anni dopo, se la mettete in questi termini, penso abbiate ragione. Mi deriderei.
Dall'intervista Anthony Kiedis
(EN) Citizensofhumanity.com, 20 gennaio 2016
- Los Angeles mi ha incantato con la sua energia quando ero bambino, e penso che lo stesso faccia anche alle altre persone. C'è qualcosa nel deserto, nell'elettricità, nelle palme, che promette che tutto è possibile. Ne rimasi folgorato, così nel 1973 mi trasferii a L.A., che era un posto completamente diverso rispetto al 2015. Ma c'è quella connessione che non ha perso, ovvero, qui è dove vieni ad esplorare il tuo sogno: che tu lo voglia o no, il sogno diventa realtà, fallisci miseramente o qualcosa del genere, oppure trovi un altro sogno che non pensavi nemmeno ti stesse aspettando; ecco, questo è rimasto. Do merito all'incantevole atmosfera di questo posto, la natura intrinseca di Los Angeles e della sua valle, le sue montagne, il suo deserto e i suoi coyoti. È una specie di magico inganno.
- Los Angeles put a spell on me as a kid with its energy, and I think it does that to people. There's something about the desert, the electricity, the palm trees, just the promise that anything is possible. That hit me like a ton of bricks, and by 1973 I made my way to L.A., which was a completely different animal at that time relative to 2015. But there is that thread that it hasn't lost, which is, this is where you come to explore your dream; whether or not the dream comes true, you fail miserably or somewhere in between, or you find another dream you didn't even know was waiting for you, that thread maintains. I give credit to the enchanting vibe of this place, the inherent nature of Los Angeles and its valley, its mountains, its desert and its coyotes. It's kind of a magical trickery.
- Cerco di fare attenzioni ai miei songwriter preferiti e mi rendo conto che hanno fatto cose migliori di quelle che potrò mai fare io. Persone come Paul McCartney, Neil Young e Randy Newman, artisti fenomenali; tuttavia, nessuno di loro è mai riuscito ad avere la stessa grandezza da "adulti" di quanto abbiano fatto quando avevano 20 o 30 anni [...]. Penso che sia un ciclo, è quasi impossibile scrivere musica in grado di toccare il cuore delle persone una volta che lo hai già fatto. Quando ti puoi permettere di comprare una, due o tre case, quella linea di comfort finisce per cambiarti [...]. Ma sono speranzoso quando ascolto una canzone che Paul McCartney ha pubblicato negli ultimi anni e mi ricorda che c'è ancora tanto dentro di lui. Non ha niente da dimostrare, ha già dato al mondo le migliori canzoni possibili, eppure mi rende felice il fatto che abbia deciso di continuare a farlo.
- I pay attention to my favorite songwriters, and they're way smarter and way better at writing songs than I could ever be. You know, like Paul McCartney, Neil Young, Randy Newman are all just phenomenally gifted singers and songwriters; however, none of them have really been able to create real greatness in their older years compared to what they were doing in their 20s and 30s [...]. I guess it's a cycle, it's almost impossible to write music that crushes and touches people's hearts in that way once you've made it. Once you can afford a house, another house over there and another over there, it's like that weird fine line of comfort changing you [...]. But it gives me hope when I hear a Paul McCartney song that he did in the last couple of years that reminds me of who he is deep down inside. Not that he's got anything to prove, he's already given the world more great songs than anybody else I can think of, but it makes me happy that he's still able to do it.
- Trovo la felicità nelle cose più semplici, più piccole che ci siano. Non ha niente a che vedere con la grandiosità ma ha a che fare con la semplicità. Ad esempio, tenere mio figlio stamattina, non c'è niente di migliore di questo. Questa è la mia felicità. Guardare il sole sorgere, questa è la mia felicità. Essere nella mia tavola da surf, toccare la superficie dell'oceano, questa è la mia felicità. Mettere un CD con la nuova canzone a cui la mia band sta lavorando, questa è la mia felicità. Chiamare mio padre, sentire la sua voce al telefono, essere contento di chiamarlo, questa è la mia felicità. Leggere un libro per mio figlio a cena, questa è la mia felicità. Se sto bene con me stesso, la trovo tutta intorno a me. Se sto male con me stesso, non la trovo da nessuna parte.
- I find happiness in the simplest, littlest things ever. It's nothing to do with grandiosity but everything to do with simplicity. For instance, holding my boy this morning, doesn't get any better than that. That's my happiness. Watching the sun come up, that's my happiness. Being on my surfboard, touching the surface of the ocean, that's my happiness. Popping in a CD with the new song my band's been working on, that's my happiness. Calling my father, hearing his voice on the phone, getting excited about calling him, that's my happiness. Reading a book for my son at dinner, that's my happiness. It's kind of everywhere, all around me, if I'm right with myself. If I'm wrong with myself, I'm not finding it anywhere.
Intervista di Simona Siri, Vanityfair.it, 17 giugno 2016
- [Parlando della produzione dell'album The Getaway] È stato faticoso. Quando abbiamo chiesto a Brian [il produttore] di produrci avevamo già pronti 20 brani che per noi erano buoni, ma a lui non sono piaciuti. È stato uno shock: quando lavori a un brano a lungo, ti affezioni, perdi lucidità e non capisci più se funziona. Brian però voleva qualcosa di diverso, così ci siamo detti: se lavoriamo con lui, dobbiamo seguirlo. Ci siamo affidati al suo metodo che consiste nel comporre ogni giorno, in studio, musica nuova.
- Robin era speciale, la sua energia era contagiosa, quando se n'è andato ho provato un dolore vero. Aveva problemi psicologici, ma nascondeva la sua sofferenza. Ha tenuto duro finché il dolore si è fatto insopportabile, e allora se ne è andato. Non lo biasimo. Lo perdono e basta.
- Mentre scrivevo il disco ho avuto momenti bui, ho dovuto superare la fine della relazione di due anni con Helena [Vestergaard, modella], che ho amato molto e con la quale sarei stato tutta la vita. La storia non ha più funzionato, e io non capivo come fosse possibile che, pur amando tanto qualcuno, non si potesse essere felici insieme. Ancora adesso non lo capisco.
- [...] io e Flea siamo sposati da 35 anni. Però non viviamo insieme, ognuno ha il suo spazio, non passiamo 24 ore su 24 sotto lo stesso tetto. Forse il segreto è lì: sposati, ma ognuno a casa propria. In realtà, non so neanche io come facciamo a durare, mettendo d'accordo le nostre personalità e i nostri egoismi. Ogni tanto litighiamo e urliamo, ogni tanto ci abbracciamo. Quello che non manca mai è il rispetto reciproco.
- Stare con Everly è la cosa che più voglio al mondo. Non ho mai amato nessuno come lui. Anche solo guardarlo mentre dorme mi rende felice. Lo nutro, lo faccio sentire al sicuro, ma l'amore che mi ritorna indietro è mille volte più grande.
- Mio figlio mi dice: "Papà, sei famoso. I ragazzi a scuola parlano di te". Allora gli spiego che papà fa un lavoro e che la fama non è niente: io sono prima di tutto un musicista, non una rockstar. Gli spiego che anche lui deve capire ciò che gli piace e lavorare duro. Cerco di non viziarlo troppo.
- Mio padre è la persona che più mi ha influenzato, nel bene e nel male. Ho imparato molto dai suoi errori. Per esempio, io non voglio che mio figlio cresca in fretta. Io ho fatto tutto troppo presto: ho fumato a 11 anni, ho fatto sesso a 14, mi sono drogato a 16. Invece vorrei che mio figlio rimanesse bambino il più a lungo possibile.
- [«Sesso»?] Meno di prima, adesso lo faccio solo da innamorato. Da ragazzo ho sperimentato, ma ora è diverso. Per quanto riguarda le droghe, il mio unico vizio è il surf. Non uso più sostanze, le onde grosse sono quelle che mi danno l'adrenalina.
- [«Lei ha 53 anni ma non li dimostra. Quanti se ne sente?»] Dipende dai momenti. Ci sono giorni in cui me ne sento 100. Ma quando faccio surf per me è come se ne avessi 20.
Intervista di Ernesto Assante, Repubblica.it, 10 ottobre 2016
- Quando avevo venti anni affrontavo le cose in maniera diversa da oggi, è normale, quindi anche il nostro modo di fare concerti è cambiato e cresciuto con noi. Ed è vero, penso che oggi sia più difficile di ieri, ma non meno bello o entusiasmante. Venti anni fa avevamo certamente più energia, non ci importava essere stanchi, affrontavamo i concerti con più spavalderia, oggi anche se è bello viaggiare e suonare dal vivo devo certamente stare più attento [...]. Ma per noi è sempre il momento di maggior divertimento e quello in cui la nostra musica è condivisa davvero con il pubblico.
- C'è chi pensa che siamo diventati più pop? Io non me ne sono accorto. C'è chi dice che siamo più pacifici? Non so, per noi la passione e l'entusiasmo sono gli stessi. Non decidiamo mai prima una direzione da prendere, tutto accade, per così dire, inconsciamente, non è mai stato possibile per noi fare delle scelte a tavolino, ed è altrettanto impossibile sapere prima se le cose che fai possono avere successo. Di certo non amiamo ripeterci, sarebbe la fine per noi, ci piace suonare e finché è divertente bene, se non lo fosse più faremmo un altro lavoro.
- [...] non saprei spiegare come è stato possibile costruire un simile rapporto con i fan italiani. Un po' è certo dovuto al rapporto che aveva con l'Italia John Frusciante, il nostro ex chitarrista, italiano di origini. Ma il pubblico italiano ci ha sempre seguito con passione. Quando è uscito Blood Sugar Sex Magik ero a Milano e per strada dovunque andavo sentivo le nostre canzoni e dicevo "com'è possibile che le conoscano, sono appena uscite!". Siamo stati in tanti altri paesi, ma da nessun'altra parte è così.
- È sempre un piacere avere un boom, ne abbiamo avuti di grandi e di piccoli, e anche senza il boom abbiamo sempre avuto molta gente interessata a noi e noi siamo stati interessati alla gente.
- Mi piaceva Elton John prima ancora di essere nei Red Hot Chili Peppers. Ero piccolo, avrò avuto dieci anni, e mi portarono a casa di Bernie Taupin, io non sapevo chi fosse. Nel soggiorno c'era un grande piano e mi dissero che era quello con il quale erano state scritte le canzoni di Elton, e io non ci credevo, Elton John era a Londra, ma mi dissero che aveva un partner con cui scriveva le canzoni e che era il padrone di casa. Ho sempre amato la sua musica e quando abbiamo scritto Sick love era chiaro il riferimento alla sua Bernie and the Jets. Lo abbiamo chiamato, avevamo bisogno della sua benedizione, oltre a quella ci ha fatto l'onore di suonare il piano nel pezzo, è stato fantastico.
Citazioni non datate
modifica- I Grandmaster Flash and the Furious Five hanno acceso in me la passione quando avevo all'incirca 19-20 anni, ma in realtà la musica mi ha ispirato sin dall'infanzia, anche se non avevo idea che poi sarebbe diventata la mia professione, questo è accaduto per caso. Gli anni '80 sono stati molto prolifici per la musica funk. Andavano di moda diversi generi ibridi, dal D-funk fino alle prime forme di hip hop, come Sugar Hill Gang, The Commodores e tutte queste band funk molto particolari.[44]
- A quell'epoca io non studiavo musica come tutti i miei amici, ma ero continuamente esposto ai loro esperimenti musicali, poi quando ho scoperto i Grandmaster Flash & The Furious Five ho pensato 'forse posso farlo anche io'. Alla fine mi hanno chiesto di provare a cantare ed ecco che abbiamo formato la band.[44]
- Io compongo in qualsiasi posto a disposizione, sono un compositore molto furbo, compongo sull'aereo, sul treno, in bicicletta… in quest'ultimo caso, se ho una melodia in testa accosto, prendo il mio stupido telefono e la registro lì dentro.[44]
- Non pongo limiti all'ispirazione, ma spesso le fonti di ispirazione più ovvie non mi prendono. Ad esempio, io amo mio figlio più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non scriverei mai una canzone su di lui. Poi magari a colazione gli canto una canzone su di lui però penso che il dolore sia la migliore fonte di ispirazione. Il dolore così come le difficoltà, è questo il tipo di emozioni che poi tendono a venire fuori.[44]
- [Sui concerti ad Hyde Park nel 2004] Per noi è stato uno show incredibile perché abbiamo suonato per tre giorni di seguito, è stato indimenticabile anche perché abbiamo suonato con James Brown e non avrei mai detto che ci avrebbe aperto il concerto. Era di un altro livello, sia come musicista sia come persona, era qualcosa di ultraterreno, aveva una sorta di aura. Così mi sono seduto lì e l'ho ascoltato. Ha suonato prima di noi, era estate e lui è morto poco tempo dopo, la vigilia di Natale. Ho pianto fino a non avere più lacrime, mi sono svegliato e ho scoperto che era morto e la cosa mi ha distrutto. E così quel concerto è stato significativo per vari motivi, perché era a Hyde Park, perché abbiamo suonato per tre giorni e di giorno, perché è stato divertente e poi perché c'era James Brown, perché ho potuto conoscerlo e passare del tempo con lui.[44]
Scar Tissue
modificaSono seduto sul divano del soggiorno, a casa, sulle Hollywood Hills. È un giorno di gennaio limpido e terso, e da questa prospettiva osservo la magnifica distesa della San Fernando Valley. Quando ero più giovane pensavo anch'io, come tutti quelli che vivono sulle colline di Hollywood, che la Valley fosse il luogo dove scomparivano i perdenti, chi non riusciva a sfondare a Hollywood. Vivendo qui, però, ho finito per considerarla un modo più intimo e disteso di vivere Los Angeles. Adesso non vedo l'ora di svegliarmi e guardare quelle maestose catene di montagne dalle cime innevate.
Citazioni
modifica- "Lingua nello sporco" era un'evoluzione delle sfide mie e di Flea ai tempi del liceo. Ricordo che una volta ero su un autobus cittadino, avevamo circa quindici anni, ero un po' malato e tossii un orribile grumo di muco nella mano. Stavamo guardando tutti e due quello schifoso scaracchio con ammirazione, quando sfidai Flea: "Se hai le palle, te lo mangi dritto dalla mia mano, perché sei il solo bastardo che conosco che possa farlo". E lo fece! "Lingua nello sporco" era nato, e senza che nemmeno lo sapessimo. [...] Con lo svilupparsi del gioco, più sporco si mangiava, maggiore era l'onore che ne derivava. I perdenti cominciarono a mangiare insetti dalle mascherine delle auto o a leccare l'intera circonferenza di un bidone dell'immondizia, qualunque cosa potesse intrattenere i compagni con un'audace esibizione di assurda spavalderia.
- Ho sempre avuto un profondo legame con Hillel. Aveva la capacità di far superare alle persone le barriere che erigevano per non rivelare più di tanto agli altri [...]. Ero legato più a lui di quanto non mi fosse mai accaduto con altre persone di sesso maschile. Forse era dovuto in parte alla dipendenza dalla droga che condividevamo [...]. Lui aveva anche una capacità di perdonare superiore a quella della maggior parte dei mortali. Quali che fossero i tuoi errori o le tue pecche, i fallimenti o le tue debolezze, non li usava mai contro di te. A differenza di Flea, con il quale il rapporto era da fratelli litigiosi, Hillel non era competitivo. A suo modo, era paterno. Non era uno sbruffone, non un macho. Si vantava del suo essere uomo, ma non di essere macho.
- [Spiegando come nacque Under the Bridge] Un mese più tardi, a casa mia, Rick sfogliava il mio taccuino: il che dimostra quanto mi sentissi a mio agio con lui. "Cos'è?" mi chiese. Aveva letto Under the Bridge. "Oh solo una poesia" risposi. "È una bomba. Dovresti farci qualcosa" disse.
- Per la maggior parte della gente Billy Corgan è l'essere umano più scontroso e infelice al mondo, ma la mia esperienza con lui fu totalmente diversa. Lo trovai molto intelligente e sensibile, con un fine senso dell'ironia. Era anche un talentuoso giocatore di basket. Stavamo giocando nel backstage dello Shriner's Club a Milwaukee, in occasione di un concerto, durante il sound check, e la prima impressione che ebbi di Billy fu: intellettuale, alto, dinoccolato, musicale e goffo, non giocatore. Ma, non appena azzardammo qualche giocata, Billy si fece avanti e cominciò a inanellare tiri da fuori. Durante quel tour uscimmo spesso in gruppo, magari per andare al cinema, e ho sempre trovato Billy una persona di compagnia, mai competitiva o assurdamente gelosa.
- Sapevamo che il disco aveva avuto un largo successo quando andammo in Europa per un giro di conferenze stampa. Eravamo in Italia, io e John stavamo sul sedile posteriore di una Mercedes con il finestrino aperto. Un motorino con due ragazzi italiani si fermò accanto a noi. Guardarono dentro e cominciarono a urlare: "Ehi, Californication, Californication!". Poi si misero a cantare Scar Tissue. Il disco era uscito da cinque giorni. Ovunque andassimo, tutti i negozi suonavano il nostro disco. L'Italia aveva preso fuoco. Passammo dal vendere una manciata di dischi al venderne più di chiunque altro quell'anno in Italia. Com'è che un Paese intero decide di cominciare ad amarti in un giorno?
- Uno si aspetta che Mosca, la più grande città della Russia, sia gestita in maniera efficiente, forse persino militare, ma non era così. Non c'era affatto ordine, e le estorsioni erano la norma. I poliziotti, i militari, il personale dell'aeroporto, tutti volevano i nostri rubli. Nessuno di noi era mai stato in Russia, e ci sentivamo davvero un po' in pericolo. Alloggiammo al Kempinsky Hotel, un'oasi a cinque stelle, vistoso, dorato e pieno di marmi nel bel mezzo di un'economia evidentemente povera. Tutto a Mosca era grigio, grigio, grigio. Il cielo era grigio, gli edifici erano grigi, le strade erano grigie, gli alberi erano grigi. C'era una pesante, soffocante nuvola di gravità staliniana ovunque.
Red Hot Chili Peppers Live
modifica- Flea, John e Chad sono il mio ponte verso Dio e non cambierei con nulla al mondo le esperienze che ho vissuto con loro. Ognuno di loro mi ha dato amore, musica e i momenti migliori che avrei mai potuto sperare di vivere.
- Da ragazzo ero sempre fumato, andavo alle feste, giravo sul mio skate e rubavo nei negozi... Volevo sempre fare tutto quello che non bisognava fare.
- Mio padre fumava erba tutti i giorni. Io avevo 12 anni quando mi domandò: "Vuoi farti uno spinello?"... Provai cosa volesse dire sballare, e mi piacque. Sembrava una medicina capace di dare sollievo all'anima e di accendere i sensi. Non c'era niente di strano o di terribile, non sentivo di avere perso il controllo, anzi era come se ne avessi avuto piú di prima...
- Secondo Flea il '97 è stato l' "anno del niente" dei Chili Peppers, perché in tutto l'anno abbiamo fatto un unico concerto, interrotto da un nubifragio.
- La cruda energia dei Nirvana, la loro vibrante musicalità e il susseguirsi delle loro canzoni, tagliavano la notte come una motosega.
- Quando ho incontrato Kurt Cobain per la prima volta, sembrava a pezzi, come se fosse stato reduce da una pesante baldoria: aveva i vestiti strappati, una brutta faccia e l'espressione di uno che non dorme da parecchi giorni. Eppure era veramente bello.
- Courtney Love voleva essere sempre sotto i riflettori, non ho mai conosciuto nessuna come lei sempre pronta a mettersi al centro dell'attenzione. Tutte le volte che un fotografo puntava la macchina su qualcuno, lei irrompeva nell'inquadratura...
- Oggi i Rolling Stones sono una band conservatrice e ricca... E il pubblico degli Stones è formato da avvocati, commercialisti, medici, consulenti.
- L'acqua rappresenta il desiderio per il piacere, e io infatti sono un segno d'acqua. Ecco perché voglio provare il piacere fino in fondo, fino alla follia.
- È ridicolo dirlo, ma il fatto è che io e Flea siamo uniti da uno strano legame dovuto ad un arcano potere. Una volta lui ha anche consultato una veggente, che gli ha raccontato un mare di stronzate sulle sue "vite passate"; la tipa gli ha poi descritto un personaggio che sembra una mia copia sputata, e ha concluso che nelle nostre "vite precedenti" ci siamo persi e ritrovati per secoli; addirittura gli avrei salvato la vita, uno-due secoli fa, durante una guerra in Italia. Cazzate, certo. Però tra noi un misterioso legame c'è, eccome:più di una volta ci è capitato che ci ritrovassimo vestiti con abiti uguali, eccentrici e identici, e questo è veramente strano.
- È bello e importante avere una grande quantità di esperienze sessuali, e io mi sento molto fortunato a continuare ad avere interesse per il sesso.
- Ricordo quando da ragazzo cominciai a farmi di cocaina. La vivevo come una bellissima sensazione, e non vedevo la strada verso la pazzia e la morte. La cocaina ti provoca una grande euforia, ma quando l'effetto finisce tutto diventa orribile: ti precipita all'inferno, un inferno peggiore di quello dantesco. Fu proprio per attenuare la "caduta" da cocaina che cominciai con l'eroina.
- "Red Hot Chili Peppers" è un nome che deriva dalla storia del blues e del jazz. C'era Louis Armstrong con i suoi Hot Five, poi c'erano il gruppo inglese dei Chilly Willy e i Red Hot Peppers (che poi ci avrebbero accusato di avergli rubato il nome). Però nessuno era mai stato Red Hot Chili Peppers, un nome che per noi sarebbe stato una benedizione e una maledizione.
- Al rientro dall'Europa, nel 1988, appena siamo sbarcati all'aeroporto di L.A., io e Hillel abbiamo fatto come due bambinetti a Disneyland: di corsa sulle giostre! Le nostre solite giostre di sesso e coca... La sfiga ha voluto che abbiamo preso due direzioni diverse, e che non siamo rimasti insieme; due giorni dopo mi hanno detto che Hillel era morto.
- Ho cominciato fin troppo presto a fare certe cose: era tutto un po' decadente e dissoluto. (dall'intervista a Spin, dicembre 1991)
- [Sull'agopuntura] È la scoperta del nostro sistema nervoso, ed è anche la scoperta dell'origine della vita. (dall'intervista a Spin, dicembre 1991)
- [Sui tatuaggi] Sono l'atto estremo di abbellimento del corpo, quasi una sua beatificazione. (dall'intervista a Spin, dicembre 1991)
- Abbiamo portato nella vita delle persone la triade fatta di Amore-Verità- Bellezza, e questo è il senso dell'arte. Siamo una realtà sfaccettata. (dall'intervista a Kerrang!, maggio 1999)
- [Sull'abbandono di John Frusciante dai Red Hot nel 2009] Io non ne sono stato per niente sorpreso. Quando è finito il tour [2007] ho capito che stava per cambiare qualcosa: vedi, mese dopo mese avevo sentito delle voci, a proposito di John, e alla fine sapevo perfettamente che era solo questione di tempo. Però non ho mai avuto la sensazione che la band fosse finita, ma solo che John stava per uscirne e anche in punta di piedi, come ha fatto. Si è comportato molto bene, ed è stata anche la soluzione migliore per tutti. (dall'intervista a Q, settembre 2011)
Citazioni su Anthony Kiedis
modifica- C'è sto cantante che... a fargli un complimento, lo devi prendere a calci in culo. Cioè, non ho mai sentito un cantante così merdoso. Non becca una nota, ma neanche un ragazzino di sette anni è così handicappato. Questa è band da milioni di dollari, guadagnano. E c'hanno un cantante che è un handicappato di merda proprio [...]. C'hanno sto cantante che dal vivo è una cosa vergognosa. Poi quando fa i dischi gli mettono a posto la voce, lo sapete ragazzi, no? [...] Inizia sto concerto, io dopo tre pezzi ho detto "o vado sul palco e lo prendo a schiaffi, o me ne vado". Me ne sono andato. E c'erano ventimila persone che applaudivano, ma che cazzo vi applaudite? Ma sputategli in faccia a 'sto stronzo! (Pino Scotto)
- Con Anthony non riusciamo a parlare senza incazzarci. Tra noi ci sono troppe vibrazioni negative, e a volte lui è veramente uno stronzo arrogante. (John Frusciante)
- È molto facile per noi nutrirci dell'energia dell'altro, ridacchiamo insieme e ci sentiamo al di sopra di tutto, in senso cosmico non in quello aristocratico. (Hillel Slovak)
- Il modo in cui Anthony canta mi piace molto. Anzi, mi ha insegnato tanto su come essere sempre sicuri di sé durante uno show, nonostante tutti gli imprevisti che possono accadere. Da quello che ho vissuto, ho visto come riesca a trasmettere al 100% energia al pubblico. Essere un tale frontman è più difficile di quello che sembri e secondo me Anthony è costantemente migliorato come cantante da quando l'ho incontrato per la prima volta. Ovviamente ci ha lavorato sodo e penso che la sua voce trasmetta emozioni ed empatia alla gente. (Kristen Vigard)
- A un certo punto abbiamo deciso di cacciare via Anthony e lo abbiamo fatto. Non lo sopportavamo più: era così fuori che nemmeno si presentava ai concerti, e non una volta tanto ma una su due, erano mesi che andavamo avanti così! La cosa ridicola, però, è che già stavamo di merda perché l'avevamo buttato fuori, quando la situazione è peggiorata, perché ci siamo resi conto che non potevamo fare a meno di lui. Abbiamo provato con un altro paio di cantanti, ma non c'era storia, così l'abbiamo ripreso.
- Dalle profondità della fratellanza nella mia vita arrivò Anthony Kiedis, l'anello mancante che non avevo mai considerato. Era il mio migliore amico, una persona che per tutto il tempo avevo avuto proprio davanti agli occhi, la chiave magica per il regno cosmico. Non avevo mai pensato di fare musica con lui, che pure aveva attraversato gli intricati sentieri della mia adolescenza. Avevamo scoperto tante cose, fallito e vinto così tante volte nella ricerca furtiva e goffa di una connessione per le strade di Hollywood. Era lui la scintilla che serviva per accendere il fuoco, e tutto era lì, pronto a bruciare...
- Eravamo teneri io e Anthony: a 15 anni cercavamo con ogni mezzo di infilarci nei club dove suonavano le nostre punk band preferite. Non ci facevano entrare perché non eravamo abbastanza cool. Sgorbietti brufolosi, non si entra qui senza un look speciale, sembrate due studenti vestiti da homeless, ci dicevano. Allora ci siamo presentati completamente nudi con strisce di rossetto rosa verticali e orizzontali disegnate su tutto il corpo. Niente da fare, ci hanno lasciato fuori. Bacchettoni!
- Sarebbe facile dire che lui è un maschio alfa e io no, ma la realtà è molto più complessa: Anthony conviveva con la stessa paura e lo stesso senso di isolamento che mi impedivano di socializzare ma era capace di ribaltarli, e grazie a questo faceva cose che io non avrei mai osato fare. Nulla gli avrebbe impedito di provare a prendersi ciò che pensava di meritarsi e il disprezzo per i ragazzi popolari lo motivava ancora di più. Era deciso e sfidava il mondo esterno. Eravamo due facce della stessa medaglia [...]. Non appena lo incontrai, la mia vita cambiò totalmente, in virtù di una reazione chimica, del nostro legame profondo e delle nostre indoli spesso in contrasto. Avevo trovato il compagno perfetto, un tipo come me, a cui non importava nulla delle convenzioni. Anthony era un diavolo bellissimo e io un arcangelo eccentrico e spettrale, un folletto, un Puck, un Pan.
Note
modifica- ↑ a b c d Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ a b c d e Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ Dall'intervista di Elisabetta Malvagna, citato in I Red Hot Chili Peppers ripartono da Colonia, Ansa.it, 9 ottobre 2011.
- ↑ a b c d e f g h Da un'intervista rilasciata in occasione del concerto dei Red Hot Chili Peppers a Milano nel 1992; visibile su YouTube.
- ↑ Da un'intervista del 1992; citato in Frammenti rock – Red Hot Chili Peppers, di Gian Paolo Gabini, Arcana Editrice, 1996, ISBN 9788879660846.
- ↑ a b c d e f g Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ a b Da un'intervista rilasciata a Journal De Montreal, ripreso dal sito alternativenation.net; citato in Kiedis: «usare il telefono ad un concerto non ti fa vivere il momento», Venicequeen.it, 19 agosto 2016.
- ↑ (EN) Citato in My son Everly changed my life. Our relationship makes me forgive my father..., TheSun.co.uk, 10 agosto 2011.
- ↑ (EN) Citato in Alex Hudson, Anthony Kiedis Explains His Whole Deal with Los Angeles, exclaim.ca, 12 agosto 2024.
- ↑ Da un articolo pubblicato sul quotidiano Il Piccolo; citato in Elisa Russo, RHCP a Udine 2007, Elisarusso.com, 29 giugno 2007.
- ↑ a b c d e Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com, .
- ↑ a b c Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ a b Dall'intervista rilasciata alla radio statunitense Detroit 101WRIF; citato in Kiedis: «più ti allontani dalla strada e dai problemi, più è difficile fare buona musica», Venicequeen.it, 8 febbraio 2017.
- ↑ (EN) Da Fandemonium, Running Press, 2014, p. 37. ISBN 0762451483
- ↑ a b Citato in Red Hot Chili Peppers. Il figlio prodigo è tornato, Repubblica.it, 1 luglio 1999.
- ↑ Da un'intervista rilasciata a TV4Play; citato in Kiedis: «l'America parzialmente responsabile di ciò che accadde l'11 settembre», Venicequeen.it, 11 settembre 2016.
- ↑ Dal programma televisivo A Night With, in onda su MTV nel 2001; video disponibile su youtube.com, min. 07:01.
- ↑ (EN) Da Brendan Mullen, An Oral/Visual History by the Red Hot Chili Peppers, ItBooks, 2010, ISBN 9780061351914, p. 205.
- ↑ (EN) Da Fandemonium, Running Press, 2014, p. 13. ISBN 0762451483
- ↑ Citato in Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0, p. 172
- ↑ Citato in Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0, p. 152
- ↑ Dall'intervista rilasciata dopo il concerto dei Red Hot Chili Peppers al Pinkpop Festival, 4 giugno 1990; video disponibile su YouTube.com, min. 1:51.
- ↑ Citato in Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0, p. 211
- ↑ Dal programma televisivo A Night With, in onda su MTV nel 2001; video disponibile su youtube.com, min. 08:02.
- ↑ Citato in Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0, p. 154
- ↑ a b Dall'intervista di Marco Mathieu, citato in Anche i belli piangono, Tutto Musica, luglio 2002, p. 27, 28, 29, 30 e 32.
- ↑ a b c d Dall'intervista di Roberto Croci, Quegli amorevoli stronzi dei Red Hot Chili Peppers, RollingStone.it, 10 agosto 2016.
- ↑ Dall'intervista rilasciata a Guitar World, settembre 2011; citato in Guitar Worl Magazine: tradotto in italiano l'articolo sui RHCP (Parte Prima), Venicequeen.it, 12 settembre 2011.
- ↑ Durante l'intervista rilasciata al programma televisivo Sashimi, MTV Italia, 14 giugno 1999; visibile su YouTube.
- ↑ Dall'intervista rilasciata a Luca Dondoni per l'emittente radiofonica RTL 102.5 a Parigi, 13 giugno 2016; video disponibile su Rtl.it (min. 47:37).
- ↑ Citato in Mattia Marzi, Bolliti sarete voi: Rick Rubin è ancora il Mr. Wolf del rock, rockol.it, 27 marzo 2024.
- ↑ Dall'intervista di Giuseppe Videtti, Da Hollywood-Babilonia ecco i Red Hot Chili Peppers, Repubblica.it, 29 aprile 2006.
- ↑ a b Dall'intervista rilasciata a Music Interview, citato in Kiedis: «odio il sesso con le groupies. Mi piace mantenere la mia privacy», Venicequeen.it, 21 novembre 2016.
- ↑ a b Dal programma televisivo Sashimi, MTV Italia, puntata del 14 giugno 1999; visibile su YouTube.
- ↑ Dall'intervista rilasciata a Classic Rock; citato in Red Hot Chili Peppers: i rifiuti di David Bowie a lavorare con noi ed il nostro no a Donald Trump, VirginRadio.it, 13 luglio 2016.
- ↑ Dall'intervista rilasciata all'Entertaiment Weekly; citato in Kiedis: «John Frusciante è interessato al nostro lavoro. Nessuna acidità tra noi», Venicequeen.it, 23 giugno 2016.
- ↑ Da un'intervista rilasciata ad una trasmissione argentina; citato in Red Hot Chili Peppers, Anthony Kiedis: "mi manca tantissimo John Frusciante" , Virginradio.it, luglio 2016.
- ↑ Citato in Red Hot Chili Peppers, Anthony Kiedis: "David Bowie si rifiutò di produrre i nostri album", Virginradio.it, 29 gennaio 2016.
- ↑ Citato in Red Hot Chili Peppers presto in sala: intanto Navarro e Chad Smith danno vita agli Spread, e Anthony Kiedis confessa: "La droga mi ha rovinato la vita", Rockol.it, 13 settembre 1997.
- ↑ a b c Dall'intervista di Paola Jacobbi, Papifornication, Vanity Fair, maggio 2006, p. 102
- ↑ Da uno spot radiofonico riguardante la campagna anti AIDS promossa dal governo statunitense; citato in AIDS: Usa cancellano spot per uno scandalo rock, Adnkronos.com, 8 gennaio 1994.
- ↑ Citato in Kiedis: "Porno dipendente su internet", la Repubblica.it, 28 agosto 2006.
- ↑ (EN) Citato in Chuck Berry celebrates turning 75, Deseretnews.com, 19 ottobre 2001.
- ↑ a b c d e Dall'intervista rilasciata a Lipps Service, citato in Red Hot Chili Peppers, Anthony Kiedis: "Il dolore è la migliore fonte di ispirazione. Ecco come ho iniziato a fare musica", virginradio.it.
Bibliografia
modifica- Anthony Kiedis e Larry Sloman, Scar Tissue, traduzione di Giuliana Picco, collana strade blu, Mondadori, 2004. ISBN 88-04-53164-9
- Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0
- Brendan Mullen, An Oral/Visual History by the Red Hot Chili Peppers, ItBooks, 2010. ISBN 9780061351914
- Red Hot Chili Peppers Live, a cura di Alex Romeo, BluesBrothers, 2012. ISBN 9788880740940
Film
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