Giorgio Vasari
pittore, architetto e storico dell'arte italiano (1511-1574)
Giorgio Vasari (1511 – 1574), pittore, architetto e storico dell'arte italiano.
Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori
modificaPer approfondire, vedi: Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti. |
- [Sull'affresco] [...] veramente il più virile, più sicuro, più resoluto e durabile di tutti gli altri modi [di dipingere], e quello che, nello stare fatto, di continuo acquista di bellezza e di unione più degl'altri infinitamente. (Introduzione, cap. XIX, Del dipingere in muro: come si fa e perché si chiama lavorare in fresco)
- Per tornare a Cimabue, oscurò Giotto veramente la fama di lui, non altrimenti che un lume grande faccia lo splendore d'un molto minore. (prima parte, Cimabue)
- Dicesi che sentendo la morte sua, Filippo di Ser Brunellesco disse: "Noi abbiamo fatto in Masaccio una grandissima perdita". (seconda parte, Masaccio)
- Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtú, in una maniera che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è) largita da Dio, e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci [...] (terza parte, Lionardo da Vinci)
- [Leonardo da Vinci] E non avendo egli, si può dir, nulla e poco lavorando, del continuo tenne servitori e cavalli, de' quali si dilettò molto, e particularmente di tutti gli altri animali, i quali con grandissimo amore e pazienzia sopportava e governava. E mostrollo che spesso passando da i luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezo che n'era chiesto, li lasciava in aria a volo, restituendoli la perduta libertà. (terza parte, Lionardo da Vinci)
- Non bisognò molto persuader Perino, il quale, e dal bisogno oppresso e dalla voglia di uscir di Roma appassionato, deliberò con Niccola [Nicola Veneziano] partire. E dato ordine di lasciar la sua donna e la figliuola bene acompagnata a sua parenti in Roma, assettato il tutto, se ne andò a Genova. Dove arrivato, e per mezzo di Niccola fatto noto a quel principe [Andrea Doria], fu tanto grato a Sua Eccellenzia la sua venuta, quanto cosa che in sua vita per trattenimento avessi mai avuta. Fattogli dunque accoglienze e carezze infinite, dopo molti ragionamenti e discorsi, alla fine diedero ordine di cominciare il lavoro, e conchiusono dovere fare un palazzo [Villa del Principe] ornato di stucchi e di pitture a fresco, a olio e d'ogni sorte, il quale piú brevemente che io potrò mi ingegnerò di descrivere con le stanze e le pitture e l'ordine suo, lasciando stare dove cominciò prima Perino a lavorar, acciò non confonda nel dire questa opera, che di tutte le sue è la meglio. (terza parte, Perino del Vaga)
- Et alla casa sua di Mantoa nella porta principale [Giovan Battista Bertani] ha fatto una colonna di pietra intera, et il modano dell'altra in piano con tutte le misure segnate di detto ordine ionico, e così il palmo, l'once, il piede et il braccio antichi, acciò chi vuole possa vedere se le dette misure son giuste o no. (terza parte, Benvenuto Garofalo e Girolamo da Carpi e altri lombardi)
Citazioni su Giorgio Vasari
modifica- Il preconcetto che l'arte sia imitazione, esteriore, della natura – di cui il Vasari fu il divulgatore per l'età moderna – è vecchio, si può dire, come il mondo. (Matteo Marangoni)
- Il Vasari, così benemerito come raccoglitore di materiale storico, e così nefasto come critico; – divulgatore fino ai nostri tempi dei pregiudizi della critica empirica. (Matteo Marangoni)
- L'eterno compromesso di colore e di forma che affligge il manierismo rende insopportabili la maggior parte delle opere di Giorgio Vasari. E solo quando l'interesse decorativo prende il sopravvento egli giunge all'arte con arditi effetti di scenografo e di caricaturista nato. (Adolfo Venturi)
- La grande ricchezza dell'individualismo in Italia dove «un Marcel diventa ogni villan», rende difficile a un italiano accettare la gloria dei suoi compagni. Di Vasari ve n'è uno solo. (Henry Furst)
- Nefasto all'arte fu, in generale il Vasari. Egli falsa il carattere sottile e perspicace del manierismo fiorentino. Il suo atteggiamento cerebralistico non è quello di un Pontormo che si tormenta in ricerche di colore e di linea, in ardui problemi di estetica, ma è quello di un letterato che ama i temi dottrinari, di un michelangiolista che vorrebbe, senza sentirle, interpretare le passioni eroiche, e proprio meglio riesce quando, inconsciamente, rinuncia a tutto per veder nella composizione un puro gioco decorativo. Esempio le divertenti battaglie di Palazzo Vecchio. (Adolfo Venturi)
- Sarebbe opera veramente utile se in ogni città della nostra bella patria, la Italia, si occupasse qualche artista istruito a segnalare gli errori commessi dal Vasari e dagli altri scrittori delle cose dell'arte, nelle loro opere. Riunendo poi insieme quelle memorie si avrebbe un'opera che certo riuscirebbe oltremodo utile ad ognuno. (Michele Ridolfi)
Note
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