Immigrazione in Italia
immigrazione verso l'Italia
Citazioni sull'immigrazione in Italia.
Citazioni
modifica- Ci sono educatori (è inappropriato definirli diseducatori?) che hanno scelto di abolire il presepe e gli altri simboli natalizi, lanciando così agli immigrati non cristiani (ma anche ai piccoli italiani) il seguente messaggio: noi siamo un popolo senza tradizioni o, se le abbiamo, esse contano così poco ai nostri occhi che non abbiamo difficoltà a metterle da parte per rispetto delle vostre tradizioni. Intendendo così il rispetto reciproco e la «politica dell'integrazione», quegli educatori contribuiscono a preparare il terreno per futuri, probabilmente feroci, scontri di civiltà. (Angelo Panebianco)
- Dietro l'attività di certe cooperative che si presentano per l'accoglienza e l'inserimento nel lavoro degli immigrati, si nascondono gli interessi della criminalità organizzata. Gli immigrati rappresentano un grande 'affare' per mafia, camorra e 'ndrangheta. (Raffaele Cantone)
- Dietro l'immigrazione di colore non c'è solo l'interesse di una sinistra allo sbando che cerca i voti di un nuovo sottoproletariato, non c'è solo la Chiesa rinchiusa nei palazzi dell'avere che ha perso ogni credibilità e cerca di riempire i suoi seminari vuoti con religiosi che ormai trova solo nel terzo mondo: c'è anche e soprattutto l'interesse del grande capitale.... (Umberto Bossi)
- Gli immigrati sono nel complesso meno istruiti degli italiani che vanno a sostituire, così aggiungono meno valore, almeno inizialmente. Esportano buona parte dei loro risparmi attraverso rimesse. E spesso, nuove spese sono sostenute per prepararli al lavoro, come ad esempio corsi di lingua italiana o di consulenza legale. [...] Un altro problema è che l'Italia è la terra della Divina Commedia di Dante e della Cappella Sistina. Potrebbe essere possibile convincere un americano o un australiano a credere (o dire) che un grande arrivo di migranti sarà un "arricchimento" culturale. È più difficile farlo in Italia, anche nel 21° secolo. L'immigrazione può arricchire l'Italia in molti modi, ma è improbabile che lo faccia culturalmente. È altrettanto improbabile che lo faccia fiscalmente. (Christopher Caldwell)
- I migranti non ci dicono soltanto che stanno a male e hanno fame.
I migranti ci dicono che ogni giorno affrontano la morte in cerca di un avvenire per i propri figli.
I migranti ci dicono che le loro famiglie rappresentano l'unica bussola della loro vita e che questa vita non ha nessuna importanza per loro se non riusciranno a salvare tutta la famiglia.
Anche rubando, anche spacciando droga.
Come i migranti italiani di 100 o 50 anni fa. Né più né meno.
Sono cose che noi potremmo e dovremmo capire molto più dei francesi, degli inglesi, degli spagnoli e dei portoghesi. Il loro è un razzismo vero, ponderato, consolidato e ben dissimulato, perché sono stati per secoli orribili e cinici colonialisti.
Questi migranti ci fanno stare male perché ci sbattono in faccia tutti i giorni i valori fondamentali della vita che molti italiani sembrano aver irrimediabilmente perduto.
È questo il problema principale, secondo me. (David Grieco) - Il tema è complesso, non si risolve senza l’Europa. È l’Europa che deve capire come cambiare il trattato di Dublino perché ci sia una ridistribuzione delle richieste d’asilo. (Stefano Patuanelli)
- L'Italia ha accolto tanti migranti ma i migranti non vogliono restare in Italia, lo sappiamo. Vogliono andare altrove. L'Italia non può svolgere questo lavoro di accoglienza da sola, deve essere aiutata dagli altri paesi europei. Però vorrei dirvi: non abbiate paura. La paura è il peggiore nemico. L'altro non è una minaccia, è un essere umano, bisogna incontrarlo e cercare insieme le soluzioni. Noi in Centrafrica l'abbiamo imparato. Speriamo che un domani riusciremo a dire che tutto questo è stato un dono, una ricchezza. (Dieudonné Nzapalainga)
- La cultura, la lingua e la religione italiana li cambieranno donando loro una nuova identità. Sì, arrivano con la loro religione islamica ma, tra 50 o 100 anni, ci sarà un Islam italiano, che è completamente diverso. Loro diventeranno italiani con un background islamico. (Kader Abdolah)
- La cultura e la lingua italiane entrano nell'anima di chi arriva e si fondono con le sue credenze religiose: ciò che ne deriverà sarà un islam italiano, necessariamente diverso da quello saudita o iraniano. (Kader Abdolah)
- La prima ondata migratoria, negli anni '80, era culturale o di lavoro qualificato; erano pochi, arrivavano da un islam pacificato, volevano integrarsi e avevano curiosità per il diverso, come l'avevo io. Poi è arrivata l'immigrazione rurale, su cui ha avuto presa l'islam estremista salafita predicato in molte moschee. Si è formata una comunità poco aperta al dialogo ma ancora rispettosa delle leggi. Ora tocca ai figli, che dovrebbero integrarsi in un'Italia in crisi, di valori ed economica. Non hanno lavoro né soldi ma vedono i soldi dei loro coetanei italiani, e non hanno neppure la propensione al sacrificio dei loro padri. (Souad Sbai)
- Mai ricetta più sbagliata di quella di chi dice che bisogna prima pensare ai nostri concittadini. (Laura Boldrini)
- [Nel 1991] Milano e la Lombardia sono zone in cui c'è del lavoro. Gran parte di quelli che sono arrivati hanno trovato un lavoro, ma se l'ondata dovesse aumentare diventerebbe una situazione problematica per tutti. (Paolo Pillitteri)
- [Nel 1991] Molti di loro fanno lavori che gli italiani non fanno più. Dunque è una fortuna. (Paolo Pillitteri)
- Molti italiani non riescono più a sopportare gli strazianti sensi di colpa che le storie dei migranti ci trasmettono dalla mattina alla sera, quando li vediamo in Tv e poi, una volta usciti di casa, li incontriamo sui marciapiedi, scoprendo improvvisamente di non disporre più del telecomando per cambiare canale. (David Grieco)
- [Sui pericoli dell'immigrazione di colore] No, quello è un falso problema. A me i negri stanno simpatici. Loro non possono egemonizzarci. I meridionali sì, perché hanno in mano lo Stato. (Umberto Bossi)
- Oggi in Italia ogni tre lavoratori, abbiamo due pensionati. Nel 2045 il rapporto sarà di uno a uno. I migranti sono invece per lo più giovani. Quanto alle prestazioni previdenziali e alle pensioni, oggi gli stranieri versano 8 miliardi di euro di contributi sociali all'Inps e ne ricevono circa 3 miliardi. Con i 5 miliardi di differenza si calcola che si paghino oltre 600mila pensioni: di italiani. (Stefano Allievi)
- Qualcuno ha anche parlato di blocco navale ed è chiaro a tutti che altro è il contrasto alla tratta di esseri umani, che quella, sì, va contrastata. Altro è il blocco del flusso migratorio che fugge dai Paesi senza diritti. Costoro devono avere diritto di asilo, lo dice la nostra Costituzione e lo dice la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. (Federico Cafiero De Raho)
- Serve una politica dell’mmigrazione che garantisca persone e percorsi migratori sicuri, accoglienza e integrazione, e partiamo dalla cancellazione di quell’orrendo Memorandum Italia-Libia. (Luana Zanella)
- Si deve partire da un presupposto imprescindibile: il tema immigrazione e controllo delle frontiere esterne non può che essere impostato su chiave comunitaria, con responsabilità, solidarietà e oneri che vanno condivisi necessariamente tra gli Stati membri. (Alessandro Battilocchio)
- Siamo un paese di 60 milioni di abitanti e non dobbiamo aver paura dell’arrivo di qualche migliaio di persone. (Silvio Berlusconi)
- Tutti i migranti che arrivano nel nostro Paese e che noi consideriamo dei sopravvissuti privi di passato e di futuro sono in realtà esponenti di civiltà millenarie caratterizzate da una storia illustre, in alcuni casi intrecciata alla nostra. Egiziani, tunisini, libici hanno alle spalle valori culturali che non possiamo trascurare. Forse neanche loro lo sanno, e allora il nostro compito dovrebbe essere quello di insegnarglielo, quello di renderli consapevoli dell'eredità culturale di cui sono esponenti. Negare loro questa opportunità significa emarginarli e dare il via libera a tutte quelle manifestazioni caratterizzate da una violenza più o meno latente, più o meno fisica. (Umberto Vattani)
- [Sulla riforma del Trattato di Dublino] Magari anche il Presidente Meloni, riponendo in cantina l'armamentario del sovranismo, convincerà i colleghi nazionalisti europei a spostarsi su posizioni più costruttive, in cui si esprima vera solidarietà all'Italia.
- Noi siamo contro il traffico degli esseri umani, contro ogni illegalità, ma non ci associamo alla crociata contro le ONG perché, mentre si discute, la gente muore nel Mediterraneo.
- L'intervento di soccorso in mare è un imperativo morale, prima che giuridico, un dovere inderogabile per tutti gli operatori del mare da millenni; come sanno i pescatori del mio paese, di Lampedusa e tutti gli altri che operano nel mare di Sicilia.
- Noi siamo l'Italia, fondata sul principio di solidarietà del riconoscimento dei diritti inviolabili e universali dell'uomo, che vanno difesi ad ogni costo e in qualunque latitudine, ovunque si trovi un uomo, anche in mezzo al mare.
- Dappertutto boschi che bruciano e islamici che sbarcano: c'è un nesso, gli stiamo preparando il deserto al quale sono abituati.
- I preti si affannano per accogliere islamici da tutta l’Africa, ma non so quanti parroci e vescovi per il controesodo degli Ebrei che scegliessero la via della nuova Golah si muoverebbero.
- Il popolo che sbarca è di uomini validi, tra i diciotto e i quaranta, che pagano un esoso biglietto. Le donne sono rare ed è facilissimo metterne qualcuna per la commozione, possibilmente incinta, in Paesi dove né le donne né i bambini contano troppo. In qualità di profughi da guerre, lo scenario di guerra è da trovare. Le folle di veri profughi le conosciamo: prevalgono le donne e i bambini, ci sono immagini strazianti di vecchi che si trascinano... Qui l’anomalia è sbadigliante: di vecchi neanche l’ombra, e di aneliti a trovare lavoro non ce n’è spreco. Allora, c’è un plausibile scopo? Portare scompiglio politico e sociale in una Italia afflitta da sgoverno cronico? Saldarsi ad una comunità religiosa islamica preesistente già forte di voce, e da tempo? Azione in vista di un sogno, che potrebbe prendere corpo, di califfato europeo in cui l’europeo autoctono diventerebbe dhimmi (cristiano o ebreo tollerato, pagante tassa)? Italia come prima e più fragile preda?
- L'ossessione ideologica tinta della peggiore Europa del passato ha un fondamento reale, perché gli sbarchi in Sicilia hanno ormai un carattere preciso di invasione territoriale che è premessa sicura di guerra sociale e religiosa incombente.
- Nelle espressioni che implicano aprirsi (a tutte le culture, alle diversità, a tutti i poveri, a tutti quelli che chiedono di entrare, anche a tutte le sofferenze) c'è vocazione e quasi smania di prostituirsi, è buttarsi via su qualsiasi marciapiede.
- Un elementare senso del pericolo (territoriale, identitario, genericamente nazionale, e in questo caso anche religioso) dovrebbe suggerire la semplice idea che, quando gli sbarchi sulle coste italiane diventano di migliaia, si pone un problema di difesa militare. Quello che è strano, in questo dramma dell’assurdo, è che si invochino aiuti e scatti di alleanze per prenderne sempre di più, per predisporre modi di accoglienza e non per stabilire e proteggere – umanamente ma fermamente – un confine militarmente invarcabile. Se Israele accogliesse tre o quattromila palestinesi, Gerusalemme, il supremo esito del 1967, sarebbe subito, com’è già in parte, casa loro.
- La ricerca di una soluzione non è portare l'Africa in Europa o l'Africa in Italia, ma che l'Italia e l'Europa vadano in Africa e cerchino in Africa di creare le condizioni, perché quei popoli possano lavorare e produrre su quelle terre, magari liberando l'Africa da certi sfruttatori europei, tra cui sicuramente non ci sono gli italiani.
- C'è ancora qualcuno che dice che il problema è l'Italia! No! Il problema è che l'Italia, con forza, deve porre la questione in Europa per una situazione che è intollerabile! Infatti, non possiamo pensare di far fronte da soli a questa situazione! E nessuno si illuda anche di dire: ma vi abbiano dato un pugno di dollari o un pugno di euro. Questa non è solidarietà, anzi, quella è una pratica che, forse, chi l'ha paventata faceva meglio a non utilizzarla, perché la mercificazione della persona per noi non esiste, per i banchi della destra non esiste!
- Nessuno di noi può far finta che, nel segno di una solidarietà pelosa, tutto sia lecito e solo sul territorio italiano.
- Chi ha diritto, entra in Italia, chi non ha diritto, se ne sta fuori.
- Non c'è un problema immigrazione in Italia? Non è vero che su questo fronte l'Europa è inadeguata, che Italia, Spagna e Grecia sono spesso lasciate sole e che la causa è una regolamentazione sbagliata e punitiva? Sì, certo, questo è il problema, ed è anche molto serio, ma vorrei farvi presente che il primo a sottoscrivere il rinnovo degli accordi di Dublino fu, visto che è stato ripetuto cinque volte nell'intervento di chi mi ha preceduto, il Presidente Berlusconi e il Governo di centrodestra.
- Un problema che abbiamo avuto in questo Paese e che ha portato all'estremizzazione di questo argomento è che nessuno, chi più e chi meno, è stato in grado di organizzare una integrazione di questi flussi che consentisse, anche nelle città e anche tra le persone, di vivere in modo più dignitoso la presenza di persone che, comunque, hanno bisogno di aiuto. Quindi, c'è un problema di integrazione, che è un problema di tutti e che sicuramente è un problema anche di oggi.
- Se guardate i dati degli ultimi anni, il numero di immigrati nel nostro Paese è praticamente sempre lo stesso. Come mai è sempre lo stesso? Perché lo sapete anche voi: da noi sono principalmente di transito, perché poi se ne vanno in altri Paesi.
- La frase: non si entra illegalmente nel nostro Paese non è una frase o un principio di non umanità, è un principio che difende il diritto alla sicurezza e alla tutela dei propri confini, nella coscienza della dignità umana di tutti coloro che vogliono poi entrare nel nostro Paese.
- È evidente che il flusso migratorio riguarda il tema di coloro che scappano dai loro Paesi a causa della persecuzione, delle guerre, della persecuzione di un credo, di un ideale religioso, di un credo politico, ma qui stiamo affrontando un tema ancora più importante e più grave: gli immigrati economici, cioè quelli che scappano, che vogliono fuggire dalla loro terra per una speranza di benessere futuro; proprio per questo tale tema va affrontato diversamente, non può esservi solo l'unico principio “accogliamoli”, proprio perché quella è la speranza che cercano.
- È qui è il grande tema, l'assenza dell'Europa nella gestione del Mediterraneo, della politica del Mediterraneo: è impensabile che l'Europa sia assente e che abbia delegato nonostante la sua tradizione, in particolare dell'Italia, alla Russia, alla Cina, alla Turchia il presidio di un continente che è fondamentale.
- Le ONG fanno un lavoro fondamentale ma, se c'è il rischio che diventino i punti di riferimento, i traghetti dei commercianti di persone, tutti dobbiamo domandarci come evitarlo, ONG comprese. E non è che lo si fa mettendo in discussione il ruolo delle ONG!
- Per anni, ci è stato detto che l’immigrazione illegale di massa, non controllata da adeguati flussi, serviva perché gli immigrati avrebbero fatto lavori che gli italiani non volevano fare. Sarebbe stato un principio sbagliato. Io penso che, se accogli qualcuno nella tua comunità, non lo accogli per essere un lavoratore di serie B, lo accogli per dargli la stessa vita che vuoi dare ai cittadini italiani.
- Qualcuno ha considerato solidarietà far entrare in Italia centinaia di migliaia di persone e poi non farsi il problema che molte di queste persone finivano a spacciare droga nelle strade o nelle mani della prostituzione.
- Spesso l’immigrazione illegale di massa è stata utilizzata come uno strumento nelle mani delle grandi concentrazioni economiche, per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori.
- Si finge di non capire che in Europa stiamo creando un sistema a doppia velocità sull'immigrazione. Si sta creando un'Europa di “serie A”, dove qualche Paese può scegliere quali immigrati accogliere in funzione della propria economia, e un'Europa di “serie B”, cioè quella dei Paesi mediterranei, che sono costretti a fare i conti con l'immigrazione clandestina incontrollata.
- Abbiamo una parte dell'Europa, l'Europa del Nord, che dice: cara Italia, cara Grecia, cara Malta, noi vi paghiamo, ma i clandestini ve li tenete voi.
- L'Italia deve fare tutto quello che può per limitare l'afflusso di immigrati clandestini nel nostro Paese, perché a noi questo sistema per cui solo noi dobbiamo farci carico della clandestinità, semplicemente non sta bene.
- Anche l'altro argomento, cioè il fatto che si tratti di salvataggio in mare, tale per cui è necessario portare le persone nel porto sicuro più vicino, è un argomento che è privo di pregio e che non regge, perché, come è stato spiegato, il porto sicuro più vicino non sono i porti italiani, ma sarebbero i porti della Tunisia, o sarebbero i porti di Malta.
- Come tutti sanno, dalla rotta mediterranea il grosso degli immigrati che arrivano sono egiziani, bengalesi e tunisini, quindi migranti economici.
- Noi vogliamo un'Europa che protegga le sue barriere esterne e faccia passare il principio che in questo continente si entra se si ha diritto, non violando le regole.
- Se c'è una nave in difficoltà, bisogna intervenire e non c'è differenza tra le navi, si deve intervenire per una ONG, come per qualunque altra nave si trovi in quella condizione, perché quell'operazione di salvataggio si concluda con lo sbarco in un porto sicuro, perché non esiste nessuna norma e non si può fare, una roba abominevole, come lo sbarco selettivo, che vi siete inventati, senza, appunto, riuscire ad applicarlo, perché non si possono rompere gli accordi internazionali.
- Guardi, Ministro, lei ha fatto considerazioni su quelle navi, considerandole come luoghi sicuri. Le lancio una sfida costruttiva: la prossima volta faccia una cosa, si metta vestiti sportivi, esca dal suo ufficio e vada a visitare una di quelle navi, vada a vedere una di quelle navi con sopra centinaia di persone provate fisicamente e psicologicamente che scappano da un Lager, che hanno rischiato di annegare in mare, che sono state salvate da una nave, quando rischiavano di annegare, e che, per giorni, a causa del fatto che non viene assegnato a quella nave un porto, sono costrette a vivere - centinaia di persone - schiacciate in condizioni inaccettabili.
Le guardi negli occhi, provi a dormire con loro; io l'ho fatto e, come me, altri colleghi che, in quei giorni, sono stati lì a presidiare e poi torni qua e ci dica se quello è considerabile un luogo sicuro. - Il Presidente Giorgia Meloni ha parlato di navi pirata riferite alle ONG. I pirati sono quelli che violano le leggi, che mettono a rischio la sicurezza, che mettono a rischio le vite umane, esattamente la descrizione del comportamento che ha avuto il Governo in questa vicenda: se c'è un pirata in questa vicenda è seduto tra i banchi del Governo, non sulle navi delle ONG.
- Volete cercare i trafficanti? Guardate, avete nomi, cognomi e numeri di telefono. Chi organizza il traffico è la cosiddetta Guardia costiera libica, non sono le ONG, quella che noi ancora oggi finanziamo per una responsabilità collettiva di questo Parlamento.
- [Rivolgendosi a Matteo Piantedosi] Sa qual è l'unico fenomeno che alimentano le ONG? La vita: salvano vite umane. Per questo, andrebbero ringraziate, non criminalizzate.
- [Rivolgendosi a Matteo Piantedosi] Lei ha giurato sulla Costituzione, come i suoi colleghi, e in quella Carta costituzionale non c'è nulla nella lettera e nello spirito della Costituzione che autorizzi un Ministro a definire alcuni esseri umani un carico residuale.
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