Paolo Prodi

storico italiano (1932-2016)

Paolo Prodi (1932 – 2016), storico italiano.

Citazioni di Paolo Prodi

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  • Bruno, paradossalmente, viene ucciso dal Papato della Controriforma in quanto difensore delle tesi sulla monarchia universale pontificia sostenute dallo stesso papato un secolo prima e ormai abbandonate.[1]
  • La grandezza dell'Occidente è consistita nel non espellere il sacro dal suo orizzonte. Ha imparato a tenerlo a bada senza scacciarlo. Si è creata così una tensione fra i due poli – cioè fra il sacro e la politica – che ha reso possibile la resistenza agli abusi stessi del potere. E ha permesso tra l'altro la nascita di un terzo potere: il potere economico. La modernità si è sviluppata grazie alla fibrillazione di questi tre poli.[2]
  • L'Islam, spesso lo si dimentica, è un'eresia del cristianesimo.[2]
  • Una religione [l'Islam] che non ha attraversato la modernità. E il cui richiamo al trascendente è un lamento contro il potere del consumo che ormai domina nel mondo occidentale.[2]
  • [Il Grande Oriente d'Italia] è una delle più importanti agenzie produttrici di etica che abbia creato dal suo seno la storia dell'Occidente.[3]

Il sovrano pontefice

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  • William Barclay, nella sua opera De auctoritate papae in difesa della giurisdizione dei sovrani sulla Chiesa, sostiene la centralità della sovranità temporale del papa come fonte del suo potere di giurisdizione sulla Chiesa; non in quanto primo dei vescovi ma in quanto principe e partecipe quindi in quanto tale della sovranità il papa ha una posizione particolare e una autorità che lo esenta dal potere degli altri sovrani ma non gli permette però di essere diverso e superiore agli altri principi. (cap. II, pp. 62-63)
  • Non è una contraddizione che i gesuiti nella loro difesa del papato siano visti dagli inglesi come eredi del Machiavelli, come «politiciens» amorali per i quali nessun principio etico può valere di fronte alla ragion di Stato: la visione degli italiani come maestri di doppiezza e di malizia politica per tutta l'Europa della prima Età moderna non rappresenta un puro giudizio moralistico ma implica, a mio avviso, un giudizio abbastanza preciso di una paternità, frutto del Rinascimento e della Controriforma ad un tempo, che viene ripudiata ma che è ugualmente avvertita come parte integrante della propria realtà storica. (cap. VIII, p. 333)
  • La Chiesa anglicana è stata preparata a Roma [...] e in particolare con l'emergere della doppia figura del Wolsey come legato papale e cancelliere del Regno, apice del potere spirituale e del potere politico. Ancora sotto Enrico VIII quasi nessun inglese aveva obiezioni contro l'autorità primaziale e spirituale del papa: la lotta contro Roma è sostanzialmente la lotta contro un principe straniero, i cui legami politico-diplomatici con l'Inghilterra erano stati sempre stretti e complessi, di cui si temono le interferenze negli affari nazionali. (Considerazioni penultime, p. 352)
  1. Da Introduzione alla seconda sessione, in Autobiografia e filosofia. L'esperienza di Giordano Bruno, Istituto nazionale di studi sul Rinascimento – Atti del convegno (Trento, 18-20 maggio 2000), a cura di Nestore Pirillo, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2003.
  2. a b c Dall'intervista rilasciata ad Antonio Gnoli, Paolo Prodi: "C'era troppa violenza nella politica, per questo ho scelto di fare lo storico", Repubblica.it, 9 febbraio 2015.
  3. Citato in Silvia Renzi, Grande Oriente: sottosegretario de Paoli, “Massoneria baluardo della difesa della libertà”. Gran Maestro Raffi, “Grande soddisfazione per questo riconoscimento”, Rimini, 14 aprile 2007.

Bibliografia

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