Erwin Rommel

generale tedesco della seconda guerra mondiale

Erwin Johannes Eugen Rommel (1891 – 1944), generale tedesco.

Erwin Rommel nel 1942

Citazioni di Erwin Rommel modifica

  • Buoni soldati, cattivi ufficiali; ma ricordate che senza di loro non avremmo la civiltà.[1] [riferito agli italiani]
  • Il coraggio che va contro l'opportunità militare è stupidità, oppure, se c'è l'insistenza di un comandante, irresponsabilità.
Courage which goes against military expediency is stupidity, or, if it is insisted upon by a commander, irresponsibility.[2]
  • Il pericolo mortale è un efficiente antidoto per le idee rigide.
Mortal danger is an effective antidote for fixed ideas.[1]
  • Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco.[3]    Fonte migliore?
  • In un combattimento da uomo a uomo, il vincitore è colui che ha un colpo in più nel suo caricatore.
In a man to man fight, the winner is he who has one more round in his magazine.[4]
  • La nostra unica possibilità sarà sulle spiagge, è là che il nemico è sempre più debole.[5]
  • Per me, i soldati sono tutti uguali. I negri vestono la vostra stessa divisa, hanno combattuto al vostro fianco, e quindi starete rinchiusi nello stesso recinto.[6] [risposta ad un ufficiale sudafricano bianco catturato in nord Africa alla sua richiesta di essere inserito in una zona separata dai soldati neri]
  • [Agli ufficiali britannici catturati durante l'assedio di Tobruk] Signori, avete combattuto come leoni, ma guidati da asini.[7]

Citazioni su Erwin Rommel modifica

  • [Nella battaglia di Caporetto] Rommel, dopo un'avanzata di 20 chilometri, raggiunse la vetta del monte Mataiur. Combatteva da cinquantadue ore e aveva fatto oltre 9000 prigionieri, perdendo soltanto 6 soldati.
  • Rommel rifiutò sempre di ripiegare da quel fronte indifendibile [El Alamein], riuscendo anche ad infiammare Mussolini che in quella calda estate del suo estremo fulgore si trasferì nel deserto egiziano con un grosso cavallo bianco, che voleva inforcare nella sua entrata trionfale al Cairo: finché il disagio prolungato della temperatura, unito a un doloroso attacco di dissenteria, lo convinsero a tornarsene a Roma insieme col suo cavallo. (Paolo Pavolini)
  • Sì, fino al 1942, aveva creduto in Hitler, e anche nella vittoria. Non per questo gli piaceva la guerra. Anzi, non credeva neppure potesse scoppiare nel settembre del 1939. Diceva sempre che la guerra non si poteva fare, perché la sua generazione l'aveva già provata, e chi c'è stato una volta sa che non è bella, ma stupida e brutale. (Lucie Rommel)
  • Tra gli ufficiali dell'«Alpenkorps» tedesco all'attacco [nella battaglia di Caporetto], c'era un giovane Oberleutnant dagli occhi azzurri e dallo sguardo intento: si chiamava Erwin Rommel. La futura «volpe del deserto» imparò in quei giorni tre cose fondamentali, che gli dovevano servire prodigiosamente bene ventitré anni dopo. Il cospicuo dividendo pagato dall'audacia e dalla velocità in campo strategico, il valore del soldato italiano fino al Comando di reggimento, e la completa disistima per i Comandi superiori. Era una diagnosi assolutamente esatta: la guerra del 1940 l'avrebbe provata ad usura. (Franco Bandini)

Note modifica

  1. a b (EN) Citato in The Rommel Papers, a cura di Basil Henry Liddell Hart.
  2. (EN) Da una lettera del 9 novembre 1942; citato in The Rommel Papers, a cura di Basil Henry Liddell Hart.
  3. Citato sulla targa dedicata ai Bersaglieri che combatterono a Marsa Matruh e Alamein.
  4. (EN) Da Attacks, a cura di Lee Allen, 1979. ISBN 0960273603.
  5. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 260. ISBN 9788858041406
  6. Citato in Arrigo Petacco, L'armata nel Deserto. Il segreto di El Alamein.
  7. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 120. ISBN 9788858041406

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