Proverbi toscani

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Citazioni sui proverbi toscani · Note · Fonti · Bibliografia · Voci correlate

Raccolta di proverbi toscani.

Panorama della Val d'Orcia
Agli uomini malvagi Dio dà poche forze in modo che non possano fare del male.
Con i malvagi è necessario adottare leggi e provvedimenti più severi.
I buoni contadini prendono nuovi operati a metà gennaio, perché è meglio finire i lavori entro la primavera.
Gli stomachi, gli umori e gli affetti guasti, per non confessare il puzzo interiore, lo avvertono fuori.
Il buon contadino a Natale deve avere ancora metà del pane a disposizione, a Pasqua metà del vino.
San Marco è il 25 aprile.
Nel giorno di San Martino, 11 novembre, va sotterrato il grano da seme.
Si dice di quanti lasciano le cose di ottima qualità per cose meno pregiate.
Gli aiuti che non sono pronti all'occasione, non giovano a nulla.
Riferito alle impressioni o agli affetti dimenticati.
Gli adulatori e i parassiti vivono a spese degli altri.
Le cose nuove fanno scordare quelle antiche.
La persona che ha fama di essere bugiarda non viene creduta quando dice la verità.
È inutile discutere con chi non vuol capire.
Il bene non teme il male, anzi, qualcosa che lo tempri non può far altro che giovargli.
Lo smeriglio, quando insidia uccelli più piccoli, viene spesso raggiunto da un uccello più grande che gli toglie sia la preda che la vita.
La vita del malvagio è piena di difficoltà e pericoli mentre la vita del gentiluomo è più facile e sicura.
L'amicizia dura poco quando non è fra gente di pari livello sociale.
Gli amori dei giovani durano poco.
Un animo buono e un bell'aspetto sono ottime vivande.
Nel lavorare la terra occorre fare solchi profondi, ma non altrettanto nella sementa.
Tramonto rosso porta pioggia o vento.
Se vuoi cogliere l'uomo sul fatto, aspettalo dove va spesso, dove si riposa o dove lo portano le sue necessità e le sue voglie.
Una famiglia che abita da sola in una casa, vive in una maggior quiete.
Per Santa Maria, si intende l'Assunzione di Maria e quindi il 15 agosto.
Chi ha un bell'aspetto da neonato, spesso si imbruttisce con l'età.
Secondo la superstizione popolare, ogni cosa riesce male negli anni bisestili e anche i parti sono più pericolosi.
La furbizia più grande è quella di non apparir furbi.
La necessità e la paura danno al soldato quelle virtù che lo rendono valoroso.
Chi ha un brutto aspetto da neonato, diventa poi spesso un bel giovane.
Una buona amicizia è un'altra parentela.
È inutile provare a spiegare una cosa a chi non vuol capire.
 
San Quirico d'Orcia
Le calamità mettono in luce l'amicizia.
Difficilmente si fa una brutta offesa a una persona che si vuole bene.
È meglio comprare una casa in buono stato e un podere trasandato, piuttosto che il contrario.
Se la casa è trasandata, vale a poco che il podere sia in buone condizioni.
In casa un uomo si sente al sicuro come un bambino tra le braccia della mamma.
  • Casa nuova, chi non ve ne porta non ve ne trova.[fonte 16]
  • Casa per suo abitare, vigna per suo logorare, terren quanto si può guardare.[fonte 2]
  • Casa sua, vita sua.[fonte 16]
  • Cattivo segno, quando non si sente il male.[fonte 35]
Quando il dolore manca sta per finire la vita.
Il lógoro è il richiamo dello sparviero nella caccia.
  • Caval rognoso non vuol lasciarsi strigliare.[fonte 1]
  • Cavalli, cani, uccelli, e servitori, guastan, mangian, ruinano i signori.[fonte 2]
  • Cavallo vecchio, tardi muta ambiatura.[fonte 43]
L'ambiatura è un'andatura del cavallo, a passi corti e veloci, mossi contemporaneamente.
Così come il cavolo riscaldato non è buono, anche un garzone che torna a lavorare, dopo essere stato licenziato, per lo stesso padrone non da buoni risultati.
  • C'è carne da ogni taglio e da ogni coltello; le brutte si maritano e le belle.[fonte 33]
  • Cent'oche ammazzano un lupo.[fonte 12]
  • Cento scrivani non guardano un fattore, e cento fattori non guardano un contadino.[fonte 14]
  • Che colpa n'ha la gatta, se la massaia è matta?[fonte 2]
  • Chi a molti dà terrore, di molti abbia timore.[fonte 31]
  • Chi accarezza la mula, buscherà de' calci.[fonte 8]
Chi si accosta ad una persona malvagia o capricciosa, può aspettarci di non passarla liscia.
Chi semina tanto ma non tiene sotto controllo la terra, si affligge e raccoglie poco.
Chi fa una pazzia una volta, viene sempre ritenuto pazzo.
  • Chi cava e non mette, le possessioni si disfanno.[fonte 14]
Facendo i solchi, ma senza metterci il concime, il podere si rovina.
Chi disse pianura, lo disse tanto piano che non ne toccò a tutti.
Le terre in pianura sono desiderate da molti.
Il contadino non può permettersi di oziare in estate.
  • Chi è a dozzina, non comanda.[fonte 16]
  • Chi è al coperto quando piove, è ben matto se si muove; se si muove e se si bagna, è ben matto se si lagna.[fonte 35]
  • Chi è bello è bello e grazioso, chi è brutto è brutto e dispettoso.[fonte 33]
  • Chi è brutta, e bella vuol parere, pena, patisce per bella parere.[fonte 33]
  • Chi è buono, ne fa ritratto.[fonte 4]
  • Chi è diffamato, è mezzo impiccato.[fonte 23]
  • Chi è diverso nell'oprare, non può molto amico stare.[fonte 26]
  • Chi è gran nemico, è anche grande amico.[fonte 26]
  • Chi è in alto, non pensa mai al cadere.[fonte 31]
  • Chi è misero o mendico, provi tutti e poi l'amico.[fonte 26]
  • Chi è più alto, è il bersaglio di tutti.[fonte 31]
  • Chi è portato giù dall'acqua si attacca a ogni spino.[fonte 5]
  • Chi è reo, e buono è tenuto, può fare il male che non è creduto.[fonte 23]
  • Chi è tenuto savio di giorno, non sarà mai pazzo di notte.[fonte 23]
  • Chi è uso alle cipolle, non vada a' pasticci.[fonte 50]
  • Chi fa buona guerra, ha buona pace.[fonte 51]
  • Chi fa le fave senza concio, le raccoglie senza baccelli.[fonte 14]
Chi semina le fave senza il concio, le raccoglie senza baccelli.
Chi si è guadagnato in un modo o nell'altro il favore di quella persona che può dar problemi, può stare tranquillo.
Nel senso che non dorme sonni tranquilli.
  • Chi ha bella moglie la non è tutta sua.[fonte 33]
  • Chi ha bocca vuol mangiare.[fonte 6]
  • Chi ha buon cavallo e bella moglie, non 'istà mai senza doglie.[fonte 33]
  • Chi ha buona cantina in casa non va pel vino all'osteria.[fonte 6]
 
Isola del Giglio
I ricchi e i potenti trovano facilmente un modo per non essere castigati.
Riferito alle carte.
Chi ha fatto il suo dovere, può riposarsi.
  • Chi ha fatto il saggio del mèle non può dimenticare il lecco.[fonte 6]
Chi ha assaggiato il miele, non può non leccare le dita.
Chi è debole di forze non s'esponga ai pericoli.
  • Chi ha il lupo per compare, porti il cane sotto il mantello.[fonte 8]
  • Chi ha il mal vicino, ha il mal mattutino.[fonte 16]
  • Chi ha l'amore nel petto, ha lo spron ne' fianchi.[fonte 7]
  • Chi ha la tosse o la rogna, altro mal non gli bisogna.[fonte 35]
  • Chi ha la volpe per comare, porti la rete a cintola.[fonte 8]
  • Chi ha meno ragione, grida più forte.[fonte 12]
  • Chi ha nome ha roba.[fonte 23]
  • Chi ha portata la tunica puzza sempre di frate.[fonte 43]
  • Chi ha prete o parente in corte, fontana gli risurge.[fonte 31]
Nel senso che si tratta di una fonte di continuo guadagno.
Chi ha soldi da buttare, chiami lavoranti da fuori e non stia ai campi
Chi tiene tutti i suoi averi nello stesso posto, li mette in pericolo.
Chi lavora la terra con le vacche ottiene scarsi raccolti. La puledra infatti porta poca soma.
  • Chi lavora lustra, e chi non lavora mostra.[fonte 12]
L'uomo ozioso si prende i meriti del lavoro di un altro.
I campi troppo vitati rendono poco.
  • Chi lo letamina l'ottiene, chi lo pota lo costringe a fruttar bene.[fonte 14]
  • Chi loda per interesse vorrebbe esser fratello del lodato.[fonte 24]
  • Chi loda San Pietro, non biasima San Paolo.[fonte 8]
  • Chi mal cerca fama, sè stesso diffama.[fonte 23]
  • Chi manca a un sol amico, molti ne perde.[fonte 26]
  • Chi maneggia il mèle si lecca le dita.[fonte 6]
  • Chi meglio mi vuole, peggio mi fa.[fonte 1]
  • Chi mi piglierà di notte, mi lascerà di giorno.[fonte 33]
Riferito ad una donna brutta.
Chi non arde non incendia.
Chi non si appassiona ad una cosa non può far nascere interesse negli altri.
Chi non accetta i consigli dei veri amici, finisce poi per dar retta ai cattivi consiglieri.
  • Chi non crede in Dio, crede nel diavolo.[fonte 54]
  • Chi non cura sua magione, non è uomo di ragione.[fonte 16]
  • Chi non dà a Cristo, dà al Fisco.[fonte 9]
  • Chi non è uso a portar le brache, le costure gli danno noja.[fonte 43]
  • Chi non fugge, strugge.[fonte 7]
Colui che viene lasciato in amore soffre di più.
Riferito alle ragazze che non riescono a trovare marito.
  • Chi non può dare all'asino, dà al basto.[fonte 11]
Chi non se la può prendere con chi vorrebbe, se la prende con chi può.
Riferito sia alla compra del bestiame che ad altri casi.
Piantato in aprile, infatti, il cavolo spiga presta ma non fa grumolo.
  • Chi pon mele in vaso nuovo, provi se tiene acqua.[fonte 56]
  • Chi porta la sua moglie a ogni festa, e dà bere al cavallo a ogni fontana, in capo all'anno il cavallo è bolso e la moglie puttana.[fonte 37]
  • Chi pratica co' gran maestri, l'ultimo a tavola e il primo a' capestri.[fonte 12]
  • Chi pratica impara, e guadagna sempre.[fonte 8]
  • Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare.[fonte 8]
  • Chi predica al deserto perde il sermone.[fonte 1]
  • Chi prima nasce, prima pasce.[fonte 14]
Il grano seminato per tempo, germoglia meglio.
  • Chi ricorre a poco sapere, ne riporta cattivo parere.[fonte 1]
  • Chi ride e canta, suo male spaventa.[fonte 32]
  • Chi s'impaccia colle frasche, la minestra sa di fumo.[fonte 8]
Con il termine "frasca" si fa riferimento sia alla donna vana che all'uomo imbroglione.
Nessuna semina è ottimale su terreno molle.
La miglior caloria è quella delle fave.
  • Chi semina in rompone raccoglie in brontolone.[fonte 14]
Chi semina nel campo solo rotto, e non rilavorato e messo a seme, raccoglie poco.
  • Chi semina nella polvere, faccia i granaj di rovere.[fonte 14]
È sempre meglio seminare su terreno asciutto.
Chi lavora con la vanga ottiene sempre i suoi frutti, il vangare non lo inganna.
Riferito al tipo di vanga da utilizzare per ottenere un risultato migliore.
Per avere del buon olio deve saper aspettare e rassegnarsi se qualche oliva cade.
[Figurativamente] Chi vuole una vita dolce, non faccia del male.
  • Chi vuol vivere e star bene, pigli il mondo come viene.[fonte 32]
  • Chi vuol vivere sano e lesto, mangi poco e ceni presto.[fonte 35]
  • Chi vuole amici assai, ne provi pochi.[fonte 26]
  • Chi vuole aver del mosto, zappi le viti d'agosto.[fonte 14]
  • Chi vuole ingannare il suo vicino, ponga l'ulivo grosso e il fico piccolino.[fonte 14]
  • Chi vuole l'amor celato lo tenga bestemmiato.[fonte 7]
Chi vuole nascondere il proprio amore, parli male della cosa che ama.
  • Chi vuole il buon bacato, per San Marco o posto o nato.[fonte 14]
  • Chi vuole tutta l'uva non ha buon vino.[fonte 14]
Per avere del buon vino l'uva deve essere matura, quindi non la si deve cogliere prima per paura che venga rubata.
  • Chi vuole un buon agliaio, lo ponga di gennaio.[fonte 14]
  • Chi vuole un buon potato, più un occhio e meno un capo.[fonte 14]
Riferito alla vite.
Per giustificare un'azione non basta dire che si tratta di un'abitudine comune.
Gestire un'attività insieme ad un'altra persona, non diminuisce l'utile.
Riferito alla facilità con cui si cambia podere.
Forzatamente non si può fare nulla di buono.
  • Così presto muoion le pecore giovani come le vecchie.[fonte 3]
  • Crudeltà consuma amore.[fonte 7]
 
Panorama toscano
Esorta a non affrettarsi alla vendemmia.
Ad agosto gli alberi mostrano i frutti che daranno nei mesi successivi.
San Gallo è il 16 ottobre.
Nel conteggio delle pecore i pastori non tengono mai presente il lupo.
Quando l'unica punizione è un avvertimento vocale, il malfattore se ne infischia e continua a comportarsi nello stesso modo.
Riferito al grano, che se fitto è di cattiva qualità, dunque non scelto dalle passere.
  • Del servir non si pente.[fonte 9]
  • Delle cere la giornata, ti dimostra la vernata: se vedrai pioggia minuta, la vernata fia compiuta; ma se tu vedrai sol chiaro, marzo fia fino a gennaio.[fonte 34]
La Candelora è il 2 febbraio.
Esorta a non affrettarsi nella vendemmia.
Nei territori boschivi e nei terreni molto piantati, vi è poco foraggio.
  • Dove è stato il fuoco, ci sa sempre di bruciaticcio.[fonte 7]
Riferito all'amore.
Riferito alla collina.
Il campano è la campana appesa al collo dei bovini, per cui dove passano i bovini (con l'aratro), nasce il grano.
Il bestiame è la parte principale dell'economia di un podere.
  • Dove son femmine e oche, non vi son parole poche.[fonte 37]
  • Dove sta un pane, può stare una parola.[fonte 1]
Chi ti dà da mangiare, è autorizzato ad ammonirti.
Due persone ostinate possono difficilmente vivere insieme.
 
Porto Vecchio (Livorno)
  • È bene aver degli amici per tutto.[fonte 26]
  • È buona quando si può contare.[fonte 65]
  • È difficile condurre il can vecchio a mano.[fonte 21]
  • È lieve astuzia ingannar gelosia, che tutto crede quando è in fenesia.[fonte 7]
  • È mala cosa esser cattivo ma è peggio ancora esser conosciuto.[fonte 23]
  • È male amico chi a sé è nemico.[fonte 26]
  • È meglio ammazzare uno che mettere una cattiva usanza.[fonte 21]
  • È meglio ardere una città che mettere una cattiva usanza.[fonte 21]
  • È meglio dar la lana che la pecora.[fonte 2]
  • È meglio dare e pentire, che tenere e patire.[fonte 14]
Può riferirsi ad ogni cosa, ma generalmente ci si riferisce al bestiame, in quanto tenere per troppo tempo una bestia da soma può richiedere costi eccessivi.
Sia nell'amore che nell'amicizia.
Esorta a comprare bestie grosse.
  • È meglio un tieni tieni, che cento piglia piglia.[fonte 9]
Esorta a non donare le cose a malincuore.
Meglio una strada vecchia, lunga e sicura che una nuova e sconosciuta.
 
Val d'Orcia
Chi può, si metta all'opera prima che cambino le cose, perché ogni lascia è persa.
La fame costringe la persona a far cose che gli apportano biasimo.
Riferito alla vite.
  • Fate del bene al lupo, che il tempo l'ha ingannato.[fonte 68]
  • Fatta la roba, facciam la persona.[fonte 32]
Una volta che abbiamo assolto ai nostri doveri, godiamocene i frutti.
Le fave quando riscoppiano dopo il gelo, fanno il loro frutto, il lino invece no.
I fiorentini cominciavano tardivamente le sommosse.
Riferito alla difficoltà di coltivarle tutte e tre lo stesso anno.
  • Gallinetta che va per cà, o la becca o l'ha beccà: se la non becca a desco, l'ha mangiato di fresco.[fonte 6]
  • Gatta frisa, non fece mai bella coda.[fonte 19]
Frisa, cioè ghiotta, leccarda.
  • Gatto che non è goloso non piglia mai sorcio.[fonte 6]
  • Gelosia vien per impotenza, per opinione e per esperienza.[fonte 7]
  • Genova, aria senza uccelli, mare senza pesce, monti senza legna, uomini senza rispetto.[fonte 10]
    Mare senza pesce, montagne senza alberi, uomini senza fede e donne senza vergogna.[fonte 70]
  • Genova, prende e non rende.[fonte 10]
  • Genovese aguzzo, piglialo caldo.[fonte 10]
  • Gente allegra Iddio l'aiuta.[fonte 32]
  • Gente assai, fanno assai, ma mangian troppo.[fonte 14]
Chiamando tanti garzoni, si fa tanto lavoro ma si spende anche tanto per remunerarli.
Giugno è il momento giusto per falciare il grano, a luglio è troppo tardi.
  • Gli alberi grandi fanno più ombra che frutto.[fonte 33]
  • Gli amici e gli avvisi aiutano fare le faccende.[fonte 26]
  • Gli amici hanno la borsa legata con un filo di ragnatelo.[fonte 26]
  • Gli amici son buoni in ogni piazza.[fonte 26]
  • Gli scarparelli la pietra la gli sciupa, la pietra la gli asciuga.[fonte 65]
  • Gli storni son magri perché vanno a stormi.[fonte 8]
Quando in molti hanno lo stesso lavoro, il guadagno è poco per tutti.
I poveri sono sempre quelli che ci rimettono.
Il guadagno della stalla è una parte importante nell'economia del podere.
Bisogna stare attenti all'ira dei mansueti.
 
San Quirico d'Orcia
Cioè «i colpi non si danno secondo la misura destinata» (cfr. Patto, in Vocabolario degli accademici della Crusca, 1729-17384, vol. III, p. 525, § IX). Cfr. Benvenuto Cellini, Vita, lib. I, cap. LXXIII: «[...] raffermai dua colpi soli, che al sicondo mi cadde morto di mano, qual non fu mai mia intenzione; ma, sì come si dice, li colpi non si danno a patti.»
I cortigiani hanno per suole bucce di cocomero.
I cortigiani è facile che perdano il loro ruolo.
  • I favori delle corti sono come sereni d'inverno e nuvoli di state.[fonte 31]
I favori delle corti sono come il cielo limpido d'inverno e le nuvole d'estate.
I favori delle corti durano poco.
Le cose nuove fanno scordare quelle antiche.
  • I santi vecchi non fanno più miracoli.[fonte 6]
Le cose nuove fanno scordare quelle antiche.
Usato quando qualcuno da anziano si comporta proprio come faceva da giovane.
  • Il bue lascialo pisciare e saziar di arare.[fonte 60]
  • Il buon lavoratore rompe il cattivo annuale.[fonte 14]
Il buon lavoratore supera anche le cattive annate.
  • Il buono a qualcosa è l'asino del pubblico.[fonte 12]
Chi è bravo in qualcosa, è obbligato a fare anche per chi non è buono a nulla.
Il grado posseduto non muta la persona.
Ognuno ha la responsabilità dei suoi errori, le tentazioni e le occasioni sono solo scuse.
  • Il ferro lima il ferro.[fonte 12]
  • Il fico vuole avere due cose, collo d'impiccato e camicia di furfante.[fonte 28]
Quando il fico è maturo infatti torce il collo e si piega e il suo involucro si screpola ("camicia stracciata").
  • Il Fiorentino mangia sì poco e sì pulito, che sempre si conserva l'appetito.[fonte 10]
  • Il formaggio, a merenda è oro, a desinare argento, a cena è piombo.[fonte 35]
  • Il fumo va dietro ai belli.[fonte 33]
Per fumo si intendono vanità, arroganza, superbia.
  • Il furfante in ogni luogo trova tre cose, osteria, prigione e spedale.[fonte 4]
  • Il giusto ne soffre per il peccatore.[fonte 12]
  • Il gran rado non fa vergogna all'aia.[fonte 14]
Loda seminare il grano rado.
  • Il gran signor non ode, se non adulazion, menzogna e frode.[fonte 31]
  • Il gran tempo a' gran nomi è gran veleno.[fonte 23]
  • Il grano va a chi non ha sacca.[fonte 12]
  • Il guadagno si fa il giorno della compra.[fonte 14]
Riferito in particolare al bestiame.
Chi ha fatto qualcosa di male fugge anche prima di essere scoperto.
Essendo abituato a portarle sempre, è come se non le avesse.
  • Il mal del traditore ne va col pelo.[fonte 11]
  • Il male non istà sempre dove si pone, se non sopra i gobbi.[fonte 65]
  • Il male unisce gli uomini.[fonte 9]
Nelle sofferenze comuni gli uomini si stringono di più.
Chi vuole essere amato, deve comportarsi dolcemente.
Il pane di miglio non fa passare la fame.
Riferito ai furfanti senza vergogna.
Le cose nuove fanno scordare quelle antiche.
Alla fine dei conti i furbi hanno sorte peggiore degli sciocchi.
 
Centro storico di Volterra
L'amicizia deve stropicciarsi, ma non strapparsi
L'amico ammonisce e non offende.
L'onore inteso come "gli onori", o anche la fama, la celebrità.
Grazie all'urina il medico può riconoscere alcune malattie.
L'orzola ricoglila dopo due mesi.
  • L'ospite e il pesce in tre giorni puzza.[fonte 8]
  • L'uomo è fuoco e la donna è stoppa; vien poi il diavolo e gliel'accocca.[fonte 7]
  • L'ultima cosa che si ha da fare, è il morire.[fonte 13]
  • L'ultima pecora piscia nel secchiello.[fonte 76]
Perché lo trova già vuotato dalle altre.
Nulla si può portare nell'aldilà, riferito soprattutto agli avari.
Ovvero senza frutti.
Il cipresso una volta troncato, non riverdisce mai più.
La paura della punizione frena i malfattori.
La pecora rende molto ma vuole essere trattata bene.
Riferito al concime.
  • La pecora sarebbe buona se avesse la bocca l'avesse in montagna e il culo in campagna.[fonte 60]
Perché il dente è dannoso per le piante mentre il concime è prezioso e importante.
  • La pecora sul culo è benedetta e nella bocca maledetta.[fonte 60]
Perché il dente è dannoso per le piante mentre il concime è prezioso e importante.
La saggina sta molto sotto terra prima di nascere. (letterale)
La felicità del saggio ha vita lunga.
La segale nel terreno sottile e asciutto e il grano in quello grosso e umido.
Le belle donne trovano facilmente marito.
  • Le bestie vecchie muoiono nella stalla de' contadini minchioni.[fonte 14]
  • Le buone donne non hanno né occhi né orecchie.[fonte 37]
  • Le buone parole acconciano i mali fatti.[fonte 41]
  • Le buone parole non rompono i denti.[fonte 41]
  • Le case grandi dal mezzo in su non s'abitano.[fonte 33]
  • Le cattive compagnie conducono l'uomo alla forca.[fonte 8]
  • Le cose rare son le più care.[fonte 21]
  • Le cose vanno fatte quando se ne sente il bisogno.[fonte 6]
  • Le donne arrivano i pazzi e i savi.[fonte 37]
  • Le donne dicono sempre il vero; ma non lo dicono tutto intero.[fonte 37]
  • Le donne hanno sette spiriti in corpo.[fonte 37]
  • Le donne hanno l'anima attaccata al corpo con la colla cerviona.[fonte 37]
  • Le donne per parer belle si fanno brutte.[fonte 33]
  • Le donne piglian ben le pulci.[fonte 37]
  • Le donne s'attaccano sempre al peggio.[fonte 37]
  • Le donne son come i gatti, finché non battono il naso, non muoiono.[fonte 37]
  • Le donne son figliuole dell'indugio.[fonte 37]
  • Le donne son sante in chiesa, angele in istrada, diavole in casa, civette alla finestra e gazze alla porta.[fonte 37]
  • Le donne sono il purgatorio della borsa, il paradiso del corpo, e l'inferno dell'anima.[fonte 37]
  • Le fave nel motaccio, e il gran nel polveraccio.[fonte 14]
  • Le femmine calano come la cassa de' mercanti.[fonte 37]
  • Le leggi sono come i ragnateli.[fonte 12]
Le mosche piccole si impigliano in essa e quelle grandi la sfondano.
  • Le mosche si posano sopra alle carogne.[fonte 12]
  • Le parole son femmine, e i fatti son maschi.[fonte 64]
  • Le ragazze piangono con un occhio, le maritate con due, e le monache con quattro.[fonte 37]
  • Le secchie si metton a combatter col pozzo, e ne portan la testa rotta.[fonte 12]
  • Le speziere migliori stanno ne' sacchetti piccoli.[fonte 33]
  • Legala bene, e poi lasciala andare.[fonte 79]
  • Legami mani e piei e gettami tra i miei.[fonte 16]
  • Leva da capo e poni da piè.[fonte 14]
Bisogna sia potare che annaffiare.
La luna che nasce di mercoledì lascia presagire pioggia e tempeste.
  • Mal si balla bene se dal cor non viene.[fonte 6]
Difficilmente si balla bene se non viene dal cuore.
Nessun divertimento giova se non viene dal cuore.
La molta terra lavorata male, equivale a poca; la poca terra lavorata bene, equivale a molta.
  • Molti pochi fanno assai.[fonte 2]
  • Monte, porto, città, bosco o torrente abbi se puoi per vicino o parente.[fonte 16]
  • Morso di pecora non passa mai la pelle.[fonte 12]
 
Siena
Il giovane non ha più sicurezza della vita rispetto al vecchio.
Riferito alla vite, personificata.
L'erpicatura è un lavoro più leggero rispetto all'aratura. Anche in senso figurato: ogni cosa va fatta in modo appropriato.
Non si fa un mantello per una pioggia soltanto.
Non si fa un amico che serva una sola volta.
  • O di paglia o di fieno, purché il corpo sia pieno.[fonte 28]
  • O molle o asciutto, per San Luca semina.[fonte 14]
San Luca è il 18 ottobre.
Poche lacrime bastano a placare lo sdegno.
Esorta a non cambiare troppo spesso lavoranti, ma anche i lavoranti a non cambiare troppo facilmente padroni.
 
Campo dei Miracoli (Pisa)
La dieta dei montagnare consiste nel mangiar castagne e bere acqua.
Per arricchirsi, bisogna piantare viti.
  • Per conoscere un furbo ci vuole un furbo e mezzo.[fonte 11]
  • Per fare un buon campo ci vuole quattro m: manzi, moneta, merda e mano.[fonte 60]
  • Per fare una cosa bene, bisogna essere tagliati a buona luna.[fonte 6]
Per riuscire bene in qualcosa bisogna esservi portati.
Con la forza, non si ottiene nulla.
Forzatamente non si può fare nulla di buono.
  • Per la ragion di Stato e di confini, son rovinati ricchi e poverini.[fonte 51]
  • Per la Santa Cadelora, se nevica o se plora, dell'inverno siamo fuora; ma se c'è sole e solicello, noi siam sempre a mezzo il verno.[fonte 34]
  • Per parlare di gioco, bisogna aver tenuto le carte in mano.[fonte 56]
  • Per più non potere, l'uomo si lascia cadere.[fonte 5]
  • Per San Bastiano, sali il monte e guarda il piano; se vedi molto, spera poco; se vedi poco, spera assai.[fonte 34]
San Bastiano è il 20 gennaio. Riferito al grano che promette buona raccolta quando il freddo in inverno ha impedito alle sue foglie di crescere.
  • Per San Barnabà, l'uva viene e il fiore va.[fonte 34]
San Barnabà è l'11 giugno.
  • Per San Michele, la succiola nel paniere.[fonte 34]
San Michele è il 29 settembre, riferito alle castagne.
San Piero è il 29 giugno.
  • Per San Tomè, piglia il porco per lo piè.[fonte 14]
Per San Tommaso piglia il porco per il piede
San Tommaso è il 21 dicembre.
  • Per Sant'Andrea piglia il porco per la sèa; se tu non lo puoi pigliare, fino a Natale lascialo andare.[fonte 14]
  • Per Santa Croce, pane e noce.[fonte 34]
Santa Croce è il 14 settembre, le noci sono mature.
Santa Caterina è il 25 novembre.
Poche lacrime bastano a placare un grande sdegno.
Allude alla pesantezza dell'aria pisana.
  • Piscia chiaro, e abbi in tasca il medico.[fonte 35]
  • Più da noi è bramato, chè più ci vien negato.[fonte 6]
  • Più ne sa un pazzo a casa sua, che un savio a casa d'altri.[fonte 1]
  • Più vale il cuore che il sangue.[fonte 26]
Vale più un amico che un parente.
Lo sparviero in pugno era un passatempo degli antichi nobili.
Quando il vino è poco può comunque bastare, il pane invece finisce presto.
Riferito alla sementa.
 
Isola d'Elba
Il fringuello canta d'inverno, quando non conviene cambiare padrone.
Il ghirlingò canta in primavera, quando il contadino tende a cercare un nuovo padrone.
Il merlo canta a settembre e ottobre, periodo in cui un contadino non dovrebbe mai trovarsi senza padrone.
La mancata caduta dei fichi dall'albero lascia presagire un cattivo raccolto per l'anno successivo.
  • Quando il grano è ne' campi, è di Dio e de' Santi.[fonte 14]
  • Quando il grano è ne' campi, è di tutti quanti.[fonte 14]
Quando il grano è nei campi è esposto a mille casi.
  • Quando il grano ricasca, il contadino si rizza.[fonte 14]
Il grano ricasca quando è fitto e rigoglioso.
  • Quando il lupo mangia il compagno, crede si dee sterile la compagnia.[fonte 5]
  • Quando il padre marita la figlia, egli ha casa e vigna; quando l'ha meritata non ha né vigna né casa.[fonte 2]
  • Quando il tempo si muta, la bestia starnuta.[fonte 34]
  • Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico.[fonte 73]
  • Quando l'anno vien bisesto, non por bachi e non far nesto.[fonte 34]
Secondo la superstizione popolare, ogni cosa riesce male negli anni bisestili.
  • Quando la febbre caca su' labbri è buon segno.[fonte 19]

Un'eruzione sulle labbra dopo la febbre è un buon segno prognostico.

  • Quando la milza cresce, il corpo dimagra.[fonte 19]
  • Quando la pera è matura, bisogna che caschi.[fonte 83]
  • Quando la pera è matura, casca da sè.[fonte 83]
  • Quando la volpe predica, guardatevi, galline.[fonte 11]
  • Quando le fave sono in fiore, ogni pazzo è in vigore.[fonte 34]
  • Quando le volpi si consigliano, bisogna chiudere il pollajo.[fonte 11]
  • Quando luce e dà il sole, il pastor non fa parole.[fonte 14]
Il pastore, infatti, esce subito per portare le pecore in campagna.
  • Quando mette la querciola, e tu semini la cicerchiola.[fonte 14]
  • Quando nevica, il lupo predica.[fonte 42]
  • Quando odi altrui mancamenti, chiudi la lingua fra i denti.[fonte 41]
  • Quando Siena piange, Firenze ride.[fonte 34]
Riferito al meteo e non solo. Presente anche nella forma inversa.
Il campanone suona per San Giovanni (24 giugno), in quei giorni arriva il grande caldo e l'agnello non è più buono.
Riferito all'ulivo.
Il guadagno dalla stalla è una parte importante nell'economia del podere.
  • Quanti vanno alla forca che non n'han né mal né colpa.[fonte 12]
  • Quei consigli son sprezzati che son chiesti e ben pagati.[fonte 1]
  • Quel che alla donna ogni segreto fida, ne vien col tempo a far pubbliche gride.[fonte 37]
  • Quel che è fatto è reso.[fonte 11]
  • Quel che si dona, luce; quel che si mangia, pute.[fonte 9]
Riferito alla vite.
Riferito alla terra (personificata), che chiede la vanga.
Là dove crescono i rovi, la terra è buona per coltivarci il grano.
 
Firenze
San Luca è il 18 ottobre.
  • Sanno più un savio e un matto, che un savio solo.[fonte 1]
  • Savie all'impensata e matte alla pensata.[fonte 37]
  • Scrofa magra, ghianda s'insogna.[fonte 6]
  • Sdegno cresce amore.[fonte 7]
  • Sdegno d'amante poco dura.[fonte 7]
  • Sdegno e vergogna son pien d'ardire.[fonte 6]
  • Se ari male, peggio mieterai.[fonte 14]
  • Se d'aprile a potar vai, contadino, molt'acqua beverai e poco vino.[fonte 14]
  • S'è grande è oziosa; s'è piccola è viziosa; s'è bella è vanitosa; s'è brutta è fastidiosa.[fonte 37]
  • Se il buon prospera, ognun prospera.[fonte 9]
  • Se il grande fosse valente e il piccolo paziente e il rosso leale, ognun sarebbe eguale.[fonte 33]
  • Se il lupo sapesse come sta la pecora, guai a lei.[fonte 40]
  • Se il tuo gatto è ladro, non lo cacciar di casa.[fonte 6]
  • Se la donna vuol, tutto la puol.[fonte 37]
  • Se la tosse non si cava, la fossa si scava.[fonte 35]
  • Se le donne fossero d'oro non varrebbero un quattrino.[fonte 37]
  • Se lodi il buono, diverrà migliore; biasima il tristo e' diverrà peggiore.[fonte 4]
  • Se non si maritassero altro che le belle, cosa farebbero le brutte?[fonte 33]
  • Se occhio non mira, cuor non sospira.[fonte 7]
  • Se piove per la Pasqua, la susina s'imborzacchia.[fonte 34]
  • Se piove per San Barnabà, l'uva bianca se ne va; se piove mattina e sera, se ne va la bianca e la nera.[fonte 34]
San Barnabà è l'11 giugno.
  • Se se n'avvede me l'abbo, se non se n'avvede me la gabbo.[fonte 11]
  • Se tu vuoi della vite trionfare, non gli tôrre e non gli dare, e più di due volte non la legare.[fonte 14]
  • Se tu vuoi empir le tina, zappa il miglio in orecchina.[fonte 14]
  • Se tu vuoi star sano, piscia spesso come il cane.[fonte 35]
  • Se un cieco guida l'altro, tutti due cascano nella fossa.[fonte 1]
  • Se volasse il castrone, sarebbe miglior del cappone.[fonte 28]
  • Se vuoi condurre un uomo a imbarbogire, fallo ingelosire.[fonte 7]
  • Se vuoi guardar la casa, fai un uscio solo.[fonte 16]
  • Se vuoi la buona rapa per Santa Maria sia nata.[fonte 14]
  • Se vuoi piaceri, fanne.[fonte 9]
  • Senza Cerere e Bacco è amor debole e fiacco.[fonte 7]
  • Senza il pastore non va la pecora.[fonte 37]
  • Senza suono non si balla.[fonte 22]
Riferito al suono delle monete.
Una serva che torna a lavorare per lo stesso padrone dopo essere stata licenziata non dà mai buoni risultati.
Chi non se la può prendere con chi vorrebbe, se la prende con chi può.
Riferito al Signore delle feste che si tenevano a Firenze nel mese di maggio.
  • Simili con simili, e impàcciati co' tuoi.[fonte 8]
  • S'impiccano i ladrucci, e non i ladroni.[fonte 12]
  • Soli non si starebbe bene nemmeno in Paradiso.[fonte 8]
  • Solo dir posso ch'è mio, quanto godo e do per Dio.[fonte 9]
  • Son meglio le fave che durano, che i capponi che vengon meno.[fonte 62]
  • Sopra il nero, non v'è colore.[fonte 38]
  • Sottil filo cuce bene.[fonte 11]
  • Sotto consiglio non richiesto gatta ci cova.[fonte 1]
  • Sotto la bianca cenere, sta la brace ardente.[fonte 6]
  • Sotto la scuffia spesso è tigna ascosa.[fonte 31]
  • Spada in bassa mano, non è senza taglio.[fonte 12]
  • Spesso si dà per forza quel che si nega per cortesia.[fonte 9]
  • Sta meglio il grano al campo, che al mulino.[fonte 14]
  • Sulla gioventù non si fece mai male.[fonte 14]
Negli acquisti (di bestiame e non solo) non si sbaglia mai puntando sulla gioventù.
  • Suon di campana non caccia cornacchia.[fonte 1]
 
Lucca
I figli spesso pagano sulla loro pelle gli errori dei padri.
  • Tal ti fa il bellin bellino che ti mangerebbe il core.[fonte 24]
  • Tal ti ride in bocca che dietro te l'accocca.[fonte 24]
  • Tale dà un consiglio per uno scudo, che nol torrebbe per un quattrino.[fonte 1]
  • Tante tramute, tante cadute.[fonte 14]
Esorta a non cambiare troppo spesso lavoranti, ma anche i lavoranti a non cambiare troppo facilmente padroni.
Riferito alla raccolta delle fave. Infatti il maldocchio (succiamele delle fave) è un parassita che distrugge le fave, i contadini cuociono (acqua cotta) le fave senza dividerle con il padrone, in entrambi i casi quindi il padrone non raccoglie fave.
  • Tradimento piace assai, traditor non piacque mai.[fonte 11]
  • Tral cuoco e il canavaccio non è mai nimicizia.[fonte 8]
  • Tre cose son cattive magre, oche, femmine e capre.[fonte 33]
  • Tre cose vuole il campo, buon lavoratore, buon seme e buon tempo.[fonte 14]
  • Tre donne fanno un mercato e quattro fanno una fiera.[fonte 37]
  • Tre fili fanno uno spago.[fonte 8]
  • Tre furfanti fanno una forca.[fonte 8]
  • Trista a quella pecora che ritorna al branco.[fonte 8]
  • Troppo lungo non fu mai buono.[fonte 33]
  • Tutte le bocche son sorelle.[fonte 6]
  • Tutte le volpi alla fine si riveggono il pellicceria.[fonte 11]
  • Tutto è meglio della morte.[fonte 13]
  • Tutto il male non vien per nuocere.[fonte 65]
  • Tutto il rosso non è buono, tutto il giallo non è cattivo.[fonte 40]
  • Tutto il rosso non son ciliegie.[fonte 40]
  • Tutto s'accomoda fuorché l'osso del collo.[fonte 65]
 
Certaldo
Spesso pronunciato in merito agli scandali e agli scompigli.
  • Un poco e un poco fa un tocco.[fonte 2]
  • Un torso di pera cascata, è la morte di mille mosche.[fonte 86]
  • Un uomo ne val cento, e cento non ne vagliono uno.[fonte 12]
  • Un uomo nuoce a cento, e cento non giovano a uno.[fonte 4]
  • Una bella porta rifà una brutta facciata.[fonte 33]
Una bella bocca fa da sola un bel viso.
  • V'è chi bacia tal mano che vorrebbe veder mozza.[fonte 24]
  • Va' in piazza, vedi e odi; torna a casa, bevi e godi.[fonte 32]
  • Val più un amico che cento parenti.[fonte 26]
  • Val più una frustata che cento arri là.[fonte 1]
  • Val più un'oncia di reputazione che mille libbre d'oro.[fonte 23]
  • Val più un vecchio in un canto che un giovane in un campo.[fonte 56]
Vale più una persona anziana in un angolo che un giovane in un campo.
La vanga e la zappa richiedono notevole forza fisica.
Dalle vigne con poco sole si ottiene vino scadente.
  • Villano affamato è mezzo arrabbiato.[fonte 5]
  • Vista torta, mal animo mostra; vista all'ingiù, tristo e non più; vista all'insù, pazzo e tanto savio che non si possa dir più.[fonte 33]
  • Volto di mèle, cor di fiele.[fonte 67]
  • Vuoi guardare i tuoi frutti, siine cortese a tutti.[fonte 9]
Vuoi custodire i tuoi frutti, danne un po' a tutti.

Citazioni sui proverbi toscani

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  • Chi sa quante centinaja di proverbi girano tuttora inavvertiti per la bocca del popolo? La nostra lingua n'è tanto ricca, che tutti quelli che da buoni e onesti paesani non si vergognano di saperla parlare, non riescono a dire tre parole senza incastrarci un proverbio. Io di certo non ho potuto raccoglierli tutti, perché è quasi impossibile che uno solo possa trovarsi a udirli quanti sono. (Giuseppe Giusti)
  • Dall'uso vivo abbiamo tratto ancora noi quanto più potevamo, adoprandoci con molta voglia a fare incetta di quei Proverbi dei quali s'ornano i discorsi massimamente dei campagnuoli, e in Firenze di quelle donne che hanno abitudini casalinghe e non possiedono altra scienza. (Gino Capponi)
  • Nel grande fiume dei proverbi italiani, il torrente toscano è vasto, impetuoso, corrosivo e fecondo, anche se ormai è difficile distinguere le sue acque da quelle del patrimonio nazionale.[fonte 90] (Beatrice Manetti)
  • Una sera a Firenze, in una delle poche case, a grave danno del Faraone tuttavia rallegrate da quella gaia ma ora inelegantissima regola dei giochi di pegno, mi trovai al gioco dei Proverbi che si fa tutti mettendosi in cerchio, donne e uomini, e buttandosi uno coll'altro un fazzoletto colla canzoncina «Uccellin volò, volò, su di me non si posò, si posò su un tale e disse...» qui tirano il fazzoletto sulle ginocchia della persona nominata e dicono un proverbio, e bisogna dirlo presto, e che non sia detto avanti da nessuno, altrimenti si mette pegno. Io che sono nato in provincia e che son sempre malato grazie a Dio delle prime impressioni, udendo quel diluvio di proverbi, e con quanta prontezza quelle fanciulle vispe e argute trovavano il modo di punzecchiarsi tra loro, di burlare gli innamorati, di canzonare i grulli e di mettere in ridicolo la cuffia di questo o la parrucca di quello, confesso il vero che c'ebbi un gusto matto, e posso dire che fino da allora mi detti a questa raccolta, perché tornato a casa segnai tutti i proverbi che mi ricorsero alla memoria. (Giuseppe Giusti)
  • Il primo tentativo di offrire all'Italia unita un corpo di proverbi nasce proprio a Firenze, e dalla stessa casa editrice che oggi ha pubblicato il mio Dizionario: è la raccolta di Giuseppe Giusti curata dal Capponi nel 1853. Una raccolta di proverbi in gran parte toscani, ma siccome nell'Ottocento il toscano equivaleva all'italiano, il suo repertorio è stato usato a lungo come un repertorio dei proverbi italiani.
  • I proverbi italiani, in definitiva, sono i proverbi toscani accolti e condivisi dai parlanti.
  • In Toscana il proverbio era usato di continuo. Pensi a quel verso della "Commedia" che dice "poca favilla gran fiamma seconda": Dante trova un proverbio all'interno della sua lingua, lo formalizza e alla fine soppianta quello che c'era prima. Anche Petrarca è un grande utilizzatore di proverbi, e la cosa non sorprende. Entrambi vivevano ancora a diretto contatto con la cultura popolare, prima che l'Umanesimo e il Rinascimento chiudessero la cultura dentro le stanze del principe
  • La prima caratteristica del mondo toscano è un realismo crudo, legato al quotidiano, che non risparmia neanche la sfera del sacro e del sublime. Tra gli innumerevoli proverbi sulle suocere, tutti ugualmente feroci, ce n' è uno che dice: "anche la Madonna, che non la volle, se lo prese vecchio", cioè il marito. E poi l'ironia, non cattiva eppure inesorabile: "il sé è patrimonio dei coglioni", oppure "Quattrini e santità, la metà della metà". Questo atteggiamento verso la vita si esprime, oltre che nei contenuti, nell'utilizzo del proverbio, piazzato spesso, nel corso di una discussione, in un punto e in un modo che fanno ammutolire l'interlocutore.
  1. 11 novembre.
  2. Cfr. Vangelo secondo Giovanni: «I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.»
  3. Citato in Stefano Rosi Galli, Vohabolario del Vernaholo Fiorentino e del Dialetto Toscano di ieri e di oggi, 20082, p. 67.
  4. Cfr. Blaise Pascal: «Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.»
  5. Cfr. Creso: «In tempo di pace i figli seppelliscono i padri ma in tempo di guerra sono i padri a seppellire i figli.»
  6. Cfr. Ludovico Ariosto: «Non conosce la pace e non l'estima | chi provato non ha la guerra prima.»
  1. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba Citato in 1853, Consiglio, riprensione, esempio, pp. 73-76.
  2. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Citato in 1853, Economia domestica, pp. 106-111.
  3. a b c d e f Citato in 1853, Gioventù, vecchiezza., pp. 145-149.
  4. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Citato in 1853, Buoni e malvagi, pp. 59-60.
  5. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Citato in 1853, Bisogno, necessità, pp. 56-57.
  6. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj Citato in 1853, Affetti, passioni e voglie, pp. 19-23.
  7. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm Citato in 1853, Amore, pp. 41-45.
  8. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo Citato in 1853, Compagnia, buona e cattiva, pp. 63-66.
  9. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am Citato in 1853, Beneficenza, soccorrersi, pp. 53-55.
  10. a b c d e f g h i j k l m n o p q Citato in 1853, Nazioni, città, paesi, pp. 209-219.
  11. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi Citato in 1853, Astuzia, inganni, pp. 45-48.
  12. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl cm cn co cp cq cr cs ct cu cv cw Citato in 1853, Condizioni e sorti disuguali, pp. 66-71.
  13. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Citato in 1853, Morte, pp. 203-204.
  14. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl cm cn co cp cq cr cs ct cu cv cw cx cy cz da db dc dd de df dg dh di dj dk dl dm dn do dp dq dr ds dt du dv dw dx dy dz ea eb ec ed ee ef eg eh ei ej ek el em en eo ep eq er es et eu ev ew ex ey ez fa fb Citato in 1853, Agricoltura, economia rurale, pp. 23-33.
  15. a b c d Citato in 1853, Riflessione, ponderatezza, tempo, pp. 273-277.
  16. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj Citato in 1853, Casa, pp. 61-62.
  17. a b c d e f g h i j k l m n o p q Citato in 1853, Avarizia, pp. 48-49.
  18. Citato in 1871, Meteorologia, stagioni, tempi dell'anno, p. 180.
  19. a b c d e f g h i j k Citato in 1871, Sanità, malattie, medici, pp. 283-292.
  20. a b c d e f Citato in 1853, Errore, fallacia dei disegni, insufficienza dei propositi, pp. 112-114.
  21. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Citato in 1853, Abitudini, usanze, pp. 17-18.
  22. a b c d e f g Citato in 1853, Guadagno, mercedi, pp. 159-161.
  23. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa Citato in 1853, Buona e mala fama, pp. 57-59.
  24. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Citato in 1853, Adulazione, lodi, lusinghe, pp. 18-19.
  25. a b c d Citato in 1853, Miserie della vita, condizioni della umanità, pp. 197-202.
  26. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb Citato in 1853, Amicizia, pp. 38-40.
  27. a b c d e f g h i j k l m n o Citato in 1853, Schiettezza, verità, bugia, pp. 298-304.
  28. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Citato in 1853, Tavola, cucina, pp. 305-313.
  29. a b c Citato in 1853, Regole del giudicare, p. 261-264.
  30. Citato in 1853, Mutar paese, pp. 205-206.
  31. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai Citato in 1853, Ambizione, signoria, corti, pp. 35-37.
  32. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af Citato in 1853, Allegria, darsi bel tempo, pp. 34-35.
  33. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf Citato in 1853, Bellezza e suo contrario, fattezze del corpo, pp. 49-53.
  34. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj Citato in 1871, Meteorologia, stagioni, tempi dell'anno, pp. 177-199.
  35. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Citato in 1853, Sanità, malattie, medici, pp. 283-291.
  36. a b c Citato in 1871, Probità, onoratezza., pp. 254-257.
  37. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd Citato in 1853, Donna e matrimonio, pp. 97-106.
  38. a b c Citato in 1853, Cose fisiche, pp. 344-346.
  39. Citato in 1871, Bellezza e suo contrario, fattezze del corpo, pp. 36-41.
  40. a b c d e f Citato in 1853, False apparenze, pp. 120-122.
  41. a b c d e f g h i j k l m n o p q r Citato in 1853, Benignità, perdono, pp. 55-56.
  42. a b c Citato in 1853, Animali, pp. 339-343.
  43. a b c d Citato in 1871, Abitudini, usanze, pp. 1-2.
  44. Citato in 1853, Sollievi, riposi, pp. 303-304.
  45. a b Citato in 1853, Vino, pp. 319-321.
  46. a b c Citato in 1853, Gioco, pp. 441-443.
  47. a b c d e f Citato in 1853, Famiglia, pp. 122-129.
  48. Citato in 1853, Parlare, tacere, pp. 230-233.
  49. a b Citato in 1853, Governo, leggi, ragion di stato, pp. 152-157.
  50. a b c d Citato in 1853, Mestieri, professioni diverse, pp. 172-179.
  51. a b c d e f Citato in 1853, Guerra, milizia, pp. 161-163.
  52. Citato in 1853, Fortuna, pp. 136-139.
  53. Citato in 1853, Giustizia, liti, pp. 149-152.
  54. a b Citato in 1853, Religione, pp. 270-273.
  55. Citato in 1853, Pochezza d'animo, pp. 246-247.
  56. a b c Citato in 1853, Esperienza, pp. 115-118.
  57. Citato in 1853, Maldicenza, malignità, invidia, pp. 169-172.
  58. a b Citato in 1853, Contentarsi della propria sorte, pp. 76-78.
  59. a b Citato in 1853, Orgoglio, vanità, presunzione, pp. 220-223.
  60. a b c d e f g h Citato in 1871, Agricoltura, economia rurale, pp. 7-18.
  61. a b Citato in 1853, Fiducia, diffidenza, pp. 134-136.
  62. a b Citato in 1853, Parsimonia, prodigalità, pp. 233-237.
  63. a b Citato in 1853, Fallacia dei giudizi, pp. 118-120.
  64. a b Citato in 1853, Fatti e parole, p. 130-131.
  65. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v Citato in 1853, Conforti ne' mali, pp. 72-73.
  66. a b c d e f Citato in 1853, Coscenza, gastigo dei falli, pp. 82-88.
  67. a b c Citato in 1871, Simulazione, ipocrisia, pp. 301-303.
  68. a b c Citato in 1853, Gratitudine, ingratitudine, pp. 157-159.
  69. Citato in 1853, Sapere, ignoranza, pp. 291-295.
  70. Citato in AAVV, Genova dei grandi viaggiatori, a cura di Franco Paloscia, Edizioni Abete, Roma, 1990, p. 123. ISBN 88-7047-038-5
  71. Citato in 1853, Ira, collera, pp. 165-166.
  72. Citato in 1853, Ingiurie, offese, pp. 163-65.
  73. a b c Citato in 1853, Cupidità, amor di sè stesso, pp. 89-92.
  74. Citato in 1871, Parlare, tacere, p. 234.
  75. a b c Citato in 1853, Temerità, spensieratezza, p. 314.
  76. a b c Citato in 1853, Risolutezza, cogliere le occasioni, p. 280.
  77. Citato in 1853, Nature diverse, pp. 206-209.
  78. Citato in 1853, Giorno, notte, pp. 143-144.
  79. Citato in 1853, Diligenza, vigilanza, pp. 95-96.
  80. Citato in 1853, Virtù, illibatezza, pp. 321-322.
  81. Citato in 1853, Paura, coraggio, ardire, pp. 238-240.
  82. a b Citato in 1853, Regole del trattare e del conversare, p. 265-269.
  83. a b c d Citato in 1853, Sentenze generali, pp. 335-339.
  84. Citato in 1871, Costanza, fermezza, pp. 88-89.
  85. Citato in 1853, Povertà, ricchezza, pp. 247-254.
  86. a b Citato in 1853, Piacere, dolore, pp. 244-246.
  87. Citato in 1853, Saviezza, mattia, pp. 295-298.
  88. Citato in 1871, Nazioni, città, paesi p. 212.
  89. Citato in 1853, Appendice, p. 361.
  90. Da Proverbi, il cosmo in due parole , la Repubblica, 3 settembre 2006.

Bibliografia

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Voci correlate

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