Gino Capponi

politico, scrittore e storico italiano

Gino Capponi (1792 – 1876), politico, scrittore e storico italiano.

Gino Capponi

Citazioni di Gino Capponi modifica

  • [...] al pigliare le grandi risoluzioni pare che la volontà sparisca, e l'uomo sia vinto da una forza superiore [...].[1]
  • Dall'uso vivo abbiamo tratto ancora noi quanto più potevamo, adoprandoci con molta voglia a fare incetta di quei Proverbi dei quali s'ornano i discorsi massimamente dei campagnuoli, e in Firenze di quelle donne che hanno abitudini casalinghe e non possiedono altra scienza.[2]
  • Ma delle cose fin qui piuttosto accennate che dette, io deduco questi due canoni. Che la lingua scritta non può divenire mai abbastanza popolare, quando essa non si accosti a una lingua parlata. Che questa lingua parlata, per divenire illustre, cioè degna di passar nella lingua scritta, ha bisogno d'esser usata da chiari uomini, nota al popolo, perché adoperata in grandi popolari occasioni, potente sugli animi di tutti per essere state in essa trattate cose d'universale importanza.[3]
  • Ma fatto è che un assai buon numero di sentenze proverbiali variano poco da un luogo all'altro, e spesso accade che si rivenga, da tempi remoti e nelle contrade più diverse, le stesse immagini adoprate ad esprimere le stesse cose. Talché i Proverbi che appartengono a una provincia sola, per molta parte si riferiscono a condizioni locali o alle istoriche tradizioni di quella provincia, e stonerebbe pe' dialetti che hanno ciascuno il proprio genio, e male potrebbono insieme confondersi.[2]
  • Qual sia migliore tra la privata e la pubblica educazione, mi sembra vano il cercarlo: e l'una e l'altra sono del pari necessarie a formare tutto l'uomo; quella educa il cuore, e questa insegna la vita.[4]

Incipit di alcune opere modifica

Storia della Repubblica di Firenze modifica

Narrare l’istoria della città di Firenze distesamente dai suoi primordi male potremmo, e non sarebbe dell’assunto nostro, per la incertezza o per la oscurità dei fatti, e perchè tardi questa città pigliò un carattere che la distinguesse tra molte in Italia.

Storia di Pietro Leopoldo modifica

Nella storia de' principi, fu raro e bellissimo esempio d'animo retto e di volontà sincera ed operosa, quello che dimostrò al tempo de' padri nostri Pietro Leopoldo I granduca di Toscana. Quindi è che scrivere di lui e del suo governo mi parve fatica non disutile, come documento per comporre la gran contesa in cui si travaglia questa età nostra, tra le paure del principato e le ambizioni del popolo. Dirò di Leopoldo ciò ch'ei fece e ciò ch'ei volle e non poté fare; le poche colpe sue, le molte del secolo, ancora restìo a intendere il retto e l'utile, e ad accoglierlo.

Citazioni su Gino Capponi modifica

  • A lui ripugnava che nella fretta di ordinare il personale dell'istruzione secondaria e superiore, ed in premio di dubbi servigi patriottici, si fosse data facoltà d'insegnare ad uomini senza dottrina e senza condotta, i quali non avrebbero avuto altro mezzo per farsi applaudire, che quello di portare sulla cattedra i deliri dei loro cervelli o le rapsodie di quanto di più strano producevano le scuole oltramontane. Egli ammetteva che sotto il regime della libertà tutte le dottrine e anche tutte le follìe avessero il campo aperto per manifestarsi; ma non poteva concedere che agli onori dell'insegnamento, e più dell'insegnamento officiale, fossero ammessi tutti i traviamenti del pensiero contemporaneo, e che lo Stato pagasse i propagatori di dottrine sovvertitrici d'ogni governo e d'ogni società; ed obbligare i padri di famiglia a sottomettere i figliuoli a questa corruzione degli intelletti, gli pareva tirannia assurda e intollerabile. (Marco Tabarrini)
  • Errai, candido Gino; assai gran tempo, | e di gran lunga errai. Misera e vana | stimai la vita, e sovra l'altre insulsa | la stagion ch'or si volge. (Giacomo Leopardi)
  • Gino mio, l'ingegno umano | Partorì cose stupende, | Quando l'uomo ebbe tra mano | Meno libri e più faccende. (Giuseppe Giusti)
  • Da molti il Ministero Capponi in Firenze è paragonato al Ministero di Carlo Troja in Napoli ed il paragone calza purtroppo da molti lati. Entrambi si trovano collocati tra la dubbia fede del principe e quella dei soliti arruffapopoli: levarne le gambe sarebbe stato difficile per chiunque. Impossibile poi a due uomini indeboliti – l'uno e l'altro – dagli anni e dalle infermità: il Troja era paralitico, il Capponi cieco. (Ernesto Masi)

Note modifica

  1. Da Storia della Repubblica di Firenze, G. Barbèra, Firenze, 1876, p. 120.
  2. a b Da Raccolta dei proverbi toscani, F. Le Monnier, Firenze, 1853, p. VIII.
  3. Indirizzo di Gino Capponi alla Reale Accademia della Crusca, del 31 luglio 1827, in Atti dell'Imperiale e Reale Accademia della Crusca, Firenze 1829, vol. II, pp. 459-61; citato in Denis Mack Smith, Il Risorgimento italiano. Storia e testi, Gius. Laterza & Figli, 1968; edizione Club del Libro, 1981, p. 64.
  4. Da Pensieri sull'educazione, 1845.

Bibliografia modifica

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