Cicisbeo
figura della nobiltà italiana del Settecento, accompagnatore ufficiale di una dama sposata
Citazioni sul cicisbeo, o cavalier servente.
- Che cos'è in apparenza un cicisbeo? Che cos'è in realtà? Come una donna lo accetta? Come un uomo vuole esserlo? Come i mariti lo sopportano? È il sostituto del marito? Fino a che punto lo rappresenta? Qual è l'origine di questa usanza? Quale motivo la mantiene o la modifica? Che influenza ha sui costumi? Se ne trovano tracce o somiglianze nei costumi degli altri popoli? Domande a cui è difficile rispondere! In due parole, il cicisbeo rappresenta, più o meno, a Genova, quello che, a Parigi, è l'amico di casa. (Charles Dupaty)
- Cicisbei e ganzerini fanno vita da facchini. (proverbio toscano)
- Non so se hai mai sentito parlare di queste bestie rare. Parola d'onore, solo vedendoli con i miei occhi mi son potuta convincere che esistono esseri del genere sulla faccia della terra. [...] I cicisbei sono dei gentiluomini che si consacrano al servizio di una dama (voglio dire una donna sposata; le ragazze, confinate nei conventi, nessuno le vede). Hanno l'obbligo di accompagnarla dappertutto: a teatro, all'opera e alle riunioni, che qui si chiamano «conversazioni», dove si mettono dietro la sua seggiola, si occupano del suo ventaglio e dei suoi guanti se lei gioca, hanno il privilegio di sussurrarle all'orecchio ecc. Quando lei esce le fanno da lacchè, trottando gravamene al lato della carrozza. È loro dovere farle un dono ad ogni occasione di gala e così pure per il suo compleanno. In breve, devono mettere tutto il loro tempo e il loro denaro a sua disposizione e lei li ricompensa seguendo la sua inclinazione (e certamente non gliene mancano le occasioni), ma ai mariti non è permesso di avere l'impudenza d'immaginare che possa esserci fra loro niente di più che una semplice amicizia platonica. Cercano, è vero, di dare alla moglie un cicisbeo di loro scelta ma se la signora non condivide i gusti del marito (cosa che capita spesso) lei tanto fa che riesce immancabilmente ad averne uno che le vada a genio. (Mary Wortley Montagu)
- Non vi ho parlato dei cicisbei. È la cosa più ridicola che un popolo stupido abbia potuto inventare: sono innamorati senza speranza, vittime che sacrificano la loro libertà alla dama che hanno scelto. Per me, dopo i cavalieri erranti, non vi è nulla di più sciocco di un cicisbeo. Non si può trattenere il riso alla vista di una signora che passa per strada, sulla portantina, e di un senatore che le (racconta le sue ragioni), gesticola come la sua sovrana, in mezzo alla strada; non ci si può trattenere dal sorridere la prima volta che si vede una simile scena. Il cicisbeo non si allontana dalla dama di un passo: è sempre vicino a lei ed ai suoi ordini; il delitto di indifferenza è un crimine imperdonabile. (Montesquieu)