Vladimir Putin/Citazioni su Vladimir Putin

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Citazioni su Vladimir Putin.

Putin nel 2021

Citazioni modifica

  • Abbiamo visto in questi anni il modo in cui ha governato: avvelenando, incarcerando ed eliminando tutti coloro che gli davano fastidio. (Javier Marías)
  • Chiunque legga i saggi storicizzanti di Putin, chi abbia assistito alla sua dichiarazione di guerra televisiva all'Ucraina, o chi abbia recentemente – come ho fatto io – avuto ore di colloqui diretti con lui, non può più avere alcun dubbio sul fatto che Putin voglia costruire un impero russo. (Olaf Scholz)
  • Da parte mia sono stato favorevolmente impressionato da tante dichiarazioni di Putin e dal grande risveglio religioso cristiano registrato nel Paese, frutto indubbiamente di una reazione ai settant’anni di regime sovietico. Ho visto in questo una luce anche per noi occidentali, che viviamo la grande crisi dei valori, immersi come siamo in una società dominata culturalmente dal relativismo etico, che può essere spietato come mostra la cronaca di questi giorni (Lorenzo Fontana)
  • È al potere dal 1999 e sta cercando di prolungare il suo regno anche dopo la fine del suo mandato attuale, nel 2024. I benefici della stabilità politica che lui incarna, e della riconquistata influenza russa negli affari internazionali, non sono avvertiti dalla maggioranza dei suoi cittadini. Le risorse naturali del Paese – petrolio, gas, diamanti – sono in mano a pochi oligarchi legati al presidente. Lui e i suoi compari hanno accumulato immense fortune, mentre quasi venti milioni di loro connazionali vivono sotto la soglia della povertà. (Lilli Gruber)
  • È da almeno quindici anni che va teorizzando la ricostruzione di una grande potenza slava dominata dalla Russia e fondata su ordine, gerarchia, ideologia illiberale e disprezzo per l'Occidente corrotto. La sua retorica si nutre di pezzi di storia molto diversi. Da una parte risale al nazionalismo grande-russo precedente il 1914, dall'altra recupera l'eredità di Stalin scegliendo come evento legittimante del nuovo Stato russo la vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale: una guerra di liberazione dai nazisti, certo; ma anche - come ci ha raccontato Vasilij Grossman - una guerra di oppressione dei popoli dell'Europa orientale. A queste radici storiche s'aggiunga la retorica dell'umiliazione che il popolo russo avrebbe subito dopo il crollo dell'Urss. Quello della nazione umiliata è un mito che muove le guerre. Basti pensare all'uso che ne fece Hitler. (Andrea Graziosi)
  • È meglio che le critiche alla cancel culture occidentale non arrivino da chi al momento sta massacrando i civili per il crimine di resistere, e sta mettendo in carcere e avvelenando i propri oppositori. (J. K. Rowling)
  • È un criminale di guerra, sì, certamente. Vedo delle analogie con Slobodan Milosevic. Putin tratta gli ucraini come terroristi vantandosi di lottare contro il terrorismo - è esattamente la stessa cosa che Milosevic diceva all'epoca. (Carla Del Ponte)
  • Fermo restando le dovute differenze storiche Putin è più simile a Hitler che a Mussolini. Sul piano della propaganda è ricorso al pretesto della difesa delle minoranze germanofone nei Sudeti e a Danzica per giustificare l'aggressione a Cecoslovacchia e Polonia. Lo stesso schema che Putin ha applicato invadendo l'Ucraina. Inoltre, Putin come Hitler, se incontra resistenza rade al suolo le città. (Antonio Scurati)
  • [«Se avessi la possibilità di rivolgerti a Putin, cosa gli diresti?»] Gli direi che è un criminale. Ha distrutto la vita degli ucraini e sta distruggendo il proprio popolo. Verrà processato in Russia per tradimento dello Stato e davanti al Tribunale Internazionale dell’Aia come criminale di guerra per il genocidio del popolo ucraino e per questa guerra insensata. (Marina Ovsjannikova)
  • Gli occidentali si credono con le spalle al muro, in guerra aperta con l'Islam, in conflitto strisciante con Africa e Asia. Il più delle volte inconsapevolmente, in qualche caso consapevolmente, gli occidentali hanno dunque voglia di un vero capo, di qualcuno che li guidi in battaglia, di un generale che non biascichi le parole e non sia smidollato, ed è in questo ruolo che Vladimir Putin si offre loro, inebriando le nuove estreme destre e seducendo al di là di esse. In virtù di uno straordinario paradosso storico, Mosca diventa la Mecca delle destre nazionaliste dopo essere stata la Mecca del Comunismo, e il presidente russo, le sue delegazioni, i suoi deputati e la sua televisione coltivano una connivenza attiva con queste forze riemerse dal periodo prebellico fascista. Come i partiti comunisti di ieri, le nuove estreme destre sono diventate gli intermediari del Cremlino in territorio occidentale, e questa offensiva ideologica centra il bersaglio, riscuote successo perché il terreno le è favorevole. (Bernard Guetta)
  • Ho l'impressione che sia una persona a cui manca la capacità di vedere le conseguenze umane delle sue azioni. (Andrej Babickij)
  • I dittatori cercano di imparare dalla storia, ma sono cattivi studenti. Putin e la sua banda hanno cercato di creare la dittatura moderna del XXI secolo. ... Ma la lezione principale della storia per i dittatori, Putin non l'ha imparata. Sono tutti finiti male. Probabilmente ora si sogna Saddam impiccato o Gheddafi linciato. (Michail Pavlovič Šiškin)
  • Il fatto è che le corde che Putin tocca nei russi delle generazioni nate e cresciute nell'Unione Sovietica sono molto sensibili. Si tratta di emozioni forti. E di sentimenti imperialisti. La gente ricorda i giorni in cui credeva di vivere in un grande Paese, e non ricorda tutte le cose negative di quei giorni. (Elena Milašina)
  • Il Presidente della Federazione Russa [Vladimir Putin] ha riportato l’incubo della guerra nel nostro Continente, proprio dove l’opera paziente e lungimirante dei Padri fondatori dell’Europa e il dialogo tra statisti di grande valore, era riuscita a sradicarlo. Quanto sta avvenendo in Ucraina costituisce una minaccia ai valori fondanti della comunità internazionale e la risposta della famiglia euro-atlantica è stata all’altezza della sfida posta dall’avventura bellicista intrapresa da Mosca. (Sergio Mattarella)
  • Il presidente Putin sta fallendo nella sua brutale guerra di aggressione. E sta rispondendo con maggiore brutalità. Vediamo un'ondata dopo l'altra di attacchi missilistici deliberati contro città e infrastrutture civili: case, ospedali e reti elettriche. È terribile per l'Ucraina... E se lasciamo che Putin vinca, tutti noi pagheremo un prezzo molto più alto, per molti anni a venire. Perché la lezione appresa dal Presidente Putin e da altri leader autoritari sarebbe che possono raggiungere i loro obiettivi usando la forza bruta. Quindi saranno incoraggiati a usare ancora di più la forza. Questo renderà il nostro mondo più pericoloso. E tutti noi più vulnerabili". (Jens Stoltenberg)
  • Immaginate questa sceneggiatura cinematografica: un ex agente segreto del KGB, rabbioso a causa del collasso della sua madrepatria, progetta un piano di vendetta. Approfittandosi del clima di caos, scala la gerarchia di potere della Russia post-sovietica e diventa presidente. Istituisce un regime autoritario, poi prende la mira sul suo nemico giurato: gli Stati Uniti. E in qualità di spia utilizza gli strumenti di guerra cibernetica per attaccare la democrazia nel mondo. Attraverso la diffusione di propaganda e notizie false sui social network convince i cittadini delle società democratiche a diffidare dei media, del processo politico stesso e persino dei loro vicini. E vince. Vladimir Putin è tale spia e questo non è un copione cinematografico. (Morgan Freeman)
  • In questi anni Putin ha tentato di destabilizzare l'Unione Europea, alimentare i movimenti secessionisti, influire nelle elezioni. Questo è quello che è accaduto, questo è ciò che rimane. (Javier Marías)
  • Io credo che Putin alla fine sarà per la Russia più distruttivo della caduta del regime sovietico. (Vittorio Emanuele Parsi)
  • Io sono animalista e penso che tra Putin e qualsiasi animale c'è un abisso, sicuramente quello atroce è lui. (Luigi Di Maio)
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] L'unica negoziazione che Putin è disposto a prendere in considerazione è quella che garantisce a lui e al suo Paese tutto ciò che vuole, che lo metta al sicuro da tutto ciò che teme, che si tratti dell'esistenza di un'opposizione interna nel suo Paese oppure la volontà di uno Stato, che lui ritiene vassallo, di autodeterminarsi e - perché no? - di scegliere un futuro europeo. (Giulia Pastorella)
  • La banda criminale di Putin ha preso in ostaggio l'intero Paese e ha cominciato a costruire la propria Russia, a sua immagine e somiglianza. Per vent'anni si sono investiti milioni non nella sanità, nell'istruzione e nelle infrastrutture, ma in yacht, ville e club calcistici all'estero. Però la colpa della miseria e della disperazione, come afferma la tv, è dell'Occidente, dell'America. E il nemico numero uno del regime di Putin è l'Ucraina, dato che un'Ucraina prospera e democratica è un esempio pericoloso per i russi. (Michail Pavlovič Šiškin)
  • La distruzione delle strutture energetiche in Ucraina è un crimine di guerra, come lo sono gli stupri, i rapimenti di bambini, le uccisioni di civili, sono crimini di guerra commessi da Putin (Nancy Pelosi)
  • Lui, e nessun altro, ha preso le decisioni più importanti e continua a farlo. Anche se ha dei sostegni interni, Vladimir Putin ha scatenato questa guerra perché pensa che l’Ucraina sia uno Stato illegittimo. È anche spinto da motivi economici, dato che si tratta di un Paese molto ricco. (Margaret MacMillan)
  • Mi sono posto più volte una domanda: ci sembra che, in qualche modo, Putin stia cercando la pace? Penso di no, la Russia ha approvato una legge che rende suo il 20 per cento del territorio dell'Ucraina, un terzo dell'Italia. Come si può pensare che tutto questo sia un elemento che possa caratterizzare un qualsiasi percorso che porti alla pace? Non ci ricorda forse un dittatore che voleva solo un pezzo della Cecoslovacchia e, tornando da Monaco, Chamberlain venne accolto trionfante, dopo l'accordo che aveva sottoscritto con Hitler dalla folla a Londra? (Ettore Rosato)
  • Nella Russia di Putin gli oppositori vengono arrestati alla vigilia delle elezioni e i giornalisti che scrivono contro Putin incredibilmente muoiono sempre di morte violenta e misteriosa. (Marco Travaglio)
  • Non rimpiange il comunismo, la bandiera rossa, la falce e il martello: ma la solidità del comando che quella dottrina conferiva a Mosca, l'autorità che quello stendardo portava con sé, la differenza originaria e perpetua che quel simbolo attribuiva alla Russia, dandole la potestà di rappresentare l'altra metà del mondo, nella lunga contesa bipolare con l'Ovest. Putin non ha bisogno dell'investitura bolscevica per esercitare un dominio assoluto sul Paese, garantito da un metodo autoritario che ha raso al suolo ogni opposizione, concentrando direttamente sulla sua persona l'esercizio del potere assoluto. (Ezio Mauro)
  • [Barzelletta] Non so se avete sentito che in Russia sono in corso dei negoziati per unificare i fusi orari, perché adesso tra una parte e l’altra del paese ci sono nove ore di differenza.
    Allora il primo ministro va da Putin e dice: «Signor presidente, abbiamo un problema. Ho mandato la mia famiglia in vacanza e li ho chiamati per la buonanotte ma da loro è già mattina ed erano sulla spiaggia. Ho chiamato Olaf Scholz per congratularmi per il compleanno ma mi hanno detto che è domani. Ho chiamato Xi Jinping per fare gli auguri di capodanno ma mi hanno detto che è ancora l’anno vecchio».
    E Putin dice: «Sì, è successo anche a me: ho chiamato la famiglia di Prigozhin per fare le condoglianze ma l’aereo non era ancora partito». (Edi Rama)
  • Oggi la Russia, guidata da un ex membro del Kgb già in servizio a Dresda, invade i suoi vicini e uccide gli oppositori politici. (Mike Pompeo)
  • Per Eltsin una cosa valeva l'altra, ma con Putin ha cominciato a prevalere l'interesse russo. Come è naturale che sia. Putin è un leader forte, acuto, coraggioso: ha capito che la Russia ha un interesse geostrategico e che è necessario perseguirlo. Perché abbandonare l'Abkhazia? Perché lasciare che ai confini della Russia arrivi la Nato? Il mio è un Paese leale alla Russia, e bisogna guardare alle prospettive future. (Sergej Bagapš)
  • Perché Putin sente il bisogno di sfruttare la religione ortodossa e la sua estetica? Dopo tutto, egli avrebbe potuto impiegare i suoi strumenti di potere, decisamente più secolari – per esempio, le imprese controllate dallo Stato, o il suo minaccioso sistema poliziesco, oppure il suo obbediente sistema giudiziario. Può darsi che le dure e fallimentari politiche del governo Putin, l’incidente del sottomarino Kursk, il bombardamento di civili alla luce del giorno e altri spiacevoli momenti della sua carriera politica lo abbiano costretto a riflettere sulla possibilità che fosse venuto il momento di dare le dimissioni; altrimenti, i cittadini russi lo avrebbero aiutato a farlo. Apparentemente, è stato allora che ha sentito il bisogno di garanzie più persuasive e trascendenti per la sua lunga permanenza al vertice del potere. É stato allora che è diventato necessario fare uso dell’estetica della religione ortodossa, che è storicamente associata al massimo splendore della Russia imperiale, quando il potere veniva non dalle manifestazioni terrene come le elezioni democratiche e la società civile, ma da Dio stesso (Ekaterina Samucevič)
  • Putin è stato abile a camuffarsi da democratico, ad esempio non ha indossato uniformi e ha usato i vecchi strumenti di disinformazione e maskirovka (mascheramento) del Cremlino. (Sofi Oksanen)
  • Putin, come lo avevo definito tempo fa, è un serpente a sonagli che circonda i suoi avversari, non sempre il serpente a sonagli morde velenoso. Spesso, specie se viene accarezzato, circonda con disinvoltura il corpo di chi lo sopporta, ma può colpire di sorpresa e mordere con morsi velenosi e quindi uccidere. E così è accaduto, il serpente con il suo morso velenoso ha colpito, l'aggressione militare all'Ucraina è stata ed è ancora in queste ore di una violenza inaudita. (Eugenio Scalfari)
  • Putin è stato nell'ultimo decennio il punto di riferimento dei sovranisti e dei nazionalisti europei. Non bastasse, il regime russo ha inquinato molte elezioni democratiche in Europa e ha sostenuto con i propri finanziamenti più di un partito democratico. Ha anche appoggiato alcuni movimenti secessionistici, a partire da quello catalano, che peraltro, va precisato, si sono fatti sostenere in totale buona fede. Vladimir Putin è stato il sovranista per eccellenza ed è impossibile disconoscerlo. (Bobo Craxi)
  • Putin era ed è l'erede dell'Impero russo comunista. Era, evidentemente, un'illusione pensare che il crollo delle Repubbliche Sovietiche avesse rimosso l'elemento permanente della visione imperiale, un tempo ideologica, ora solo imperiale. (Bobo Craxi)
  • Putin era un giovane membro del Kgb quando ci fu il crollo dell’Unione Sovietica, che lo colse in Germania. Ha detto che la caduta del Muro è stata la più importante catastrofe geopolitica del XX secolo. Gli è andata bene nella nuova Russia, ma ha un grande risentimento e vede l’Unione Europea come il nemico; non sopportava che l’Ucraina guardasse a Ovest e non a Est. (Margaret MacMillan)
  • Putin imita Hitler: il piccolo ufficiale del Kgb di Dresda non agita a vuoto la sua minaccia atomica. (Wolf Biermann)
  • Putin mantiene legami con i partiti nazionalisti di destra in Francia, con il Front National di Marine Le Pen, e in Gran Bretagna. In Grecia ha rapporti con Anel, il partito della destra nazionalista che fa parte del governo, ma anche con la sinistra ex comunista anch'essa nella maggioranza ad Atene. [...] Putin ha un piano. La sua ambizione prima di tutto è dividere e destabilizzare l'Ucraina. Oltre a questo, mira anche a dividere la UE, diffondere l'influenza russa e, se possibile, sostituire gli Stati Uniti come il principale fattore esterno sull'Unione europea. È noto che può già pesare molto sull'Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca attraverso il controllo delle forniture di energia. (George Soros)
  • Putin mi considera come uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi. (Mikheil Saak'ashvili)
  • Putin si fa forte di una propaganda antifascista, ma i suoi valori sono di estrema destra. Vede nemici dappertutto. Perché è di nemici che ha bisogno ogni dittatore per poter giustificare le violazioni dei diritti umani. (Herta Müller)
  • Putin si vanta di usare poco internet, di leggere solo le note dei suoi consiglieri: immagino dicano quello che lui ha voglia di sentirsi dire. Deve essere straordinariamente poco informato. E al tempo stesso è straordinariamente protetto. Non sarà facile sbarazzarsi di lui. (Emmanuel Carrère)
  • Se l'Ucraina cadrà nelle mani dei russi, seguiranno altre nazioni. Putin minaccia con il nucleare e continuerà ad usare questa carta. L'unica speranza è che muoia, altrimenti farà proprio come Hitler quando stava dividendo l'Europa. Spaccherà le nazioni in due. (Serhij Stachovs'kyj)
  • Sarei veramente curioso di domandargli perché pensa che discriminare le persone gay sia la strada giusta per rendere la Russia più ricca, più di successo o prestigiosa nel mondo; perché questo è sicuramente il suo mondo. (Leo Varadkar)
  • Se Putin fosse una donna, cosa che ovviamente non è, ma se lo fosse, penso davvero che non si sarebbe avventurato in una guerra folle e machista di invasione e violenza come ha fatto lui. [...] Se volete un esempio perfetto di mascolinità tossica, è quello che sta facendo in Ucraina. (Boris Johnson)
  • Se volete davvero sconfiggere Putin, occorre diventare innovatori. E smetterla di accontentarsi della banalità. Putin non verrà scalfito da un’ennesima risoluzione né da un nuovo pacchetto di sanzioni, indistinte dalle precedenti. Non verrà sconfitto se continuiamo a considerarlo un uomo di principi e regole morali. [...] Non abbiamo a che fare con un politico, bensì con un mafioso sanguinario. Putin è il capo di una vera e propria organizzazione criminale, che include assassini e avvelenatori. Ma costoro sono soltanto sicari e burattini. I veri responsabili appartengono alla cerchia più vicina a Putin: sono i suoi amici, i suoi soci, e gli amministratori dei soldi della mafia. (Julija Naval'naja)
  • Sotto il suo governo in Russia sono scomparse le libertà di espressione e di associazione sbocciate ai tempi di Gorbaciov. Vladimir Putin ha fatto del suo paese una "democratura", una dittatura con le parvenze e perfino i fronzoli elettorali della democrazia, ma che bombarda a tappeto con i suoi aerei – non con quelli di Bashar al-Assad – perfino gli ospedali di Aleppo. Annulla il suo incontro con François Hollande e crea nel proprio paese un clima di guerra. Tutti sanno queste cose. Nessuno osa confutarle. Nonostante tutto, però, Putin piace. Perché? È una questione di immagine: questa attrazione politica ha prima di ogni altra cosa una dimensione fisica. Vladimir Putin non è James DeanMarcello Mastroianni: le sue fattezze e i suoi lineamenti sono del tutto ordinari, eppure quest'uomo asciutto e muscoloso sprigiona un'impressione di forza bruta che egli sa usare in modo quasi scenico. Quando si fa riprendere a torso nudo, sempre a torso nudo, mentre cavalca stalloni o lotta da solo contro animali selvaggi, non fa perdere la testa soltanto agli appassionati di pornografia omosessuale. In Russia come in Occidente questa sublimazione della virilità serve a metterlo in netta contrapposizione con gli altri dirigenti del mondo, europei e americani in primis, perché bisogna ammettere che la qualità principale di Angela Merkel non è essere un'amazzone, così come François Hollande non è proprio Superman. E sebbene Barack Obama abbia sicuramente classe, ha più l'aspetto di un professore universitario che quello di un campione di lotta libera. (Bernard Guetta)
  • Su Putin ho un atteggiamento freddo. Ci ha tolto la libertà, è vero. E lo combatto per questo. Ma con lui almeno si sopravvive. Negli anni del caos di Eltsin, invece si faceva fatica pure a trovare il pane. (Ėduard Limonov)
  • Un judoka non farebbe mai questo. Putin non è un judoka, è solo un aggressore. (Georgii Zantaraia)
  • Un tiranno manipolatore che sembra un po' Dobby l'elfo domestico. (Boris Johnson)
  • Vladimir Putin è mosso da un desiderio di vendetta contro l'Occidente che ha distrutto la potenza dell'Urss e ignorato gli interessi vitali della Russia post-sovietica. Il fallimento delle democrazie liberali è il suo obiettivo. Le sue armi: il ricatto, la corruzione e l'eliminazione fisica degli avversari. (Lilli Gruber)

Al Bano modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Gli danno del dittatore, ma lui ha il popolo dalla sua parte. (4 settembre 2014)
  • Putin è rimasto al fianco dell’Occidente anche nei momenti peggiori. Ci ha sempre detto: io sono vostro amico. Però, se da ingrati non capiamo la sua politica in Ucraina, poi è giusto che ci dica: attenti, ho la Russia in mano... Nessuno ha fatto nulla a Bush che ha ammazzato Saddam quando non nuoceva più. Però si dà del dittatore a Putin che vuole aiutare i russi. Lui non attacca nessuno. Difende e basta. (4 settembre 2014)
  • Lo sostengo da tempi non sospetti. È un grande. Ha un senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male. (2 gennaio 2018)
  • Lui, con tutte la potenzialità che ha, con tutte le cose belle che ha fatto a favore della Russia, con questo senso di pace che ha seminato per molti anni, ora impone ai suoi di attraversare una nazione che si chiama Ucraina con i carri armati, con le pistole, con i fucili, con i bambini che scappano con le loro mamme. [...] Non si può restare indifferenti di fronte a questo seminare della morte. (28 febbraio 2022)
  • Ho conosciuto Putin, ho cantato per lui, mi è piaciuto in passato e ora non mi piace più, ma mi è dispiaciuto, in questi giorni, vedermi definito "amico di Putin". Purtroppo non sono amico suo. Se fossi suo amico farei una bella passeggiata con lui nel Cremlino e gli direi: sediamoci 5 minuti davanti a una bella bottiglia di vino, o di vodka, o di acqua pura. Parliamone. Non è giusto aggredire una nazione, un Paese, una famiglia, è una cosa assurda. Ora devi fare i conti con la Storia. (17 marzo 2022)

Madeleine Albright modifica

 
Putin con Madeleine Albright nel 2000
  • Ci sono forti alleati degli Stati Uniti in quasi tutti i continenti. Gli amici di Putin, da parte loro, includono persone come Bashar al-Assad, Alexander Lukashenko e Kim Jong-un.
  • Credo che Putin abbia ragione a credere che gli Stati Uniti vogliano impedire al suo paese di esercitare il potere militare fuori dai confini nazionali, perché è proprio così. Sbaglia invece a pensare che l'America desideri una Russia marginalizzata e debole. Ciò che vogliamo - e che gran parte del mondo vorrebbe - è una Russia disposta a trattare gli altri con il rispetto che pretende per se stessa. Non è chiedere tanto.
  • Il presidente ha preso il pretesto del débâcle degli anni Novanta per screditare le istituzioni democratiche e accusare Washington di voler accerchiare il suo paese o, per usare una terminologia da Guerra fredda, di volerlo contenere. Immagina che i politici americani restino svegli la notte per escogitare piani volti a indebolire la Russia. Come si spiegherebbero altrimenti l'allargamento della Nato, le iniziative Usa di sostegno alla democrazia nelle frontiere o il dispiegamento di uno scudo missilistico in Europa dell'Est? Putin si rifiuta di ammettere che altri paesi possano reclamare dei diritti e che, dopo decenni di dominio moscovita, molte delle repubbliche e dei satelliti sovietici abbiano sentito il bisogno di ottenere l'indipendenza e di lavorare per l'annessione all'Europa.
  • Mentre Eltsin mi aveva lusingato, vantato e lusingato, Putin ha parlato senza emozioni e senza note della sua determinazione a resuscitare l'economia russa e schiacciare i ribelli ceceni.
  • Per mantenere alto il consenso, Putin non si è mai legato fino in fondo a un'ideologia o a un partito. Cerca piuttosto di identificare il proprio volto con quello dell'intera nazione. Benché possa essere spietato con gli avversari, non è mai volutamente polarizzante come Chávez o Erdoğan. A differenza di molti esponenti della destra europea, è rispettoso nei confronti di ebrei e musulmani. Conserva il grosso della sua artiglieria verbale per i nemici stranieri, gli ipocriti arroganti che predicano bene e razzolano male, diffondono falsità sulla Russia e cospirano per accerchiare e strangolare il paese. Quando passa all'offensiva contro un avversario interno non lo fa per dibattere sul merito politico ma per rivolgergli accuse di tradimento.
  • Vladimir Putin non giura fedeltà ai principi della democrazia, ma non vi rinuncia in modo esplicito. Disprezza i valori occidentali, ma dichiara di identificarsi con l'Occidente. Non si preoccupa di ciò che il Dipartimento di Stato scriverà nel rapporto sui diritti umani del prossimo anno perché sta ancora pagando in patria il prezzo politico per le infrazioni commesse negli anni precedenti. Racconta bugie spudorate con una faccia imperturbabile e se viene accusato di soprusi dà la colpa alle vittime. Ha convinto molti, a quanto pare anche il presidente americano, di essere un maestro di strategia, un uomo forte e volitivo. Se restassero nel chiuso della Federazione russa, questi aspetti sarebbero semplicemente preoccupanti, ma Putin, come Mussolini novant'anni fa, è tenuto sotto osservazione dai leader di altre regioni del mondo che sono tentati di seguire le sue orme. E in alcuni casi lo stanno già facendo.

Svjatlana Aleksievič modifica

  • Dagli anni Novanta in poi, la libertà è stato il tema sul quale più hanno insistito gli intellettuali russi. C'era la convinzione che si trattasse di un'esigenza diffusa, rispetto alla quale il sostanziale silenzio del popolo suonava abbastanza strano. La verità è che il popolo non parlava perché non aspirava affatto a essere libero. Attendeva semmai che si manifestasse una qualche variante dello stalinismo, una qualche forma di russicità mutante. Ed è a questo punto che si è fatto avanti Vladimir Putin, con la promessa di una nuova Russia dalle ambizioni imperiali, talmente forte da incutere timore al mondo intero. Un Paese, come Putin ripete spesso, che può contare su due soli alleati: l'esercito e la flotta.
  • È un uomo pericoloso che ci ha fatto abituare ad una società totalitaria. Anche se sono tanti i giovani che lo appoggiano, in generale la gente non è contenta, ma se provi a dire qualcosa di diverso, non ti ascoltano e ti dicono che sei contro il tuo paese, che è colpa di Obama e delle sanzioni introdotte contro di noi.
  • La Russia si vuole ancora vedere come una grande potenza, forte; è questo che la popolazione capisce e tutto ciò che dai tempi sovietici poteva essere ripristinato, lui l'ha ripristinato.
  • Non posso che essere contro di lui, non sto zitta, il mio è un impegno politico, sociale, culturale ed esistenziale. Per lui, la Russia è la più forte nel mondo, capace di combattere ogni nemico, ma non si rende conto dei danni che sta facendo. Usa spesso la parola "guerra" tanto che la stessa non fa più paura a nessuno.

Federigo Argentieri modifica

  • I russi lavorano sui tempi lunghi e, secondo Putin e la sua cerchia ristretta, il loro destino o è imperiale o non è: la Russia non può non essere imperiale e, quindi, non può non dominare su una molteplicità di nazioni, in qualunque forma, quella zarista, quella sovietica o quella post zarista e post sovietica attuale, non ha importanza.
  • Putin è l'erede legittimo della tradizione zarista e di quella sovietica, della tradizione imperiale in versione zarista e sovietica, una sintesi delle due, "stracciona" per usare un termine dell'imperialismo italiano. È una sintesi micidiale dal punto di vista della distruttività (distruttività anche un po' "a casaccio").
  • Tutta la narrativa sulla Nato che si espande a est e la posizione contraria di Putin è basata sulla propaganda, sull'ideologia e sulla giustificazione delle posizioni moscovite.

Michail Baryšnikov modifica

  • Il tuo mondo russo - un mondo di paura, un mondo che brucia libri in lingua ucraina - non ha futuro finché siamo qui, noi che siamo stati vaccinati durante la nostra infanzia contro questa piaga. Il nostro mondo, d'altra parte, ha un futuro, nonostante tutti i tuoi blocchi. Sappiamo come preservare i valori del nostro mondo russo. E il tuo mondo, se non si sveglia, morirà delle sue paure.
  • Non riesco proprio a comprendere come alcune persone possano fidarsi e seguire leader come Putin, nonostante i russi stessi abbiano sofferto, nel corso della Storia, per la sottomissione a regimi brutali e oppressivi. Non riesco proprio a spiegarmi come si sia arrivati a questo punto; probabilmente, su questo argomento si scriveranno decine di libri. Non dimentichiamo, tuttavia, che perfino nella società libera e democratica nella quale vivo una percentuale sconvolgente di americani pare credere in teorie contorte a proposito di un’elezione che si ritiene sia stata "rubata" nel 2020. Questo ci insegna che l’ignoranza della Storia e il fervore nazionalista non sono esclusivi di nessun Paese.
  • Penso che Putin abbia risonanza in coloro che hanno paura. Presumo che ciò procuri loro una sensazione di sicurezza, proprio come le leadership autoritarie fanno credere ai loro popoli di proteggerli. Certo, si tratta di un sentimento di sicurezza fittizio, perché in qualsiasi momento il protetto può diventare un perseguitato.

Boris Abramovič Berezovskij modifica

  • Durante il governo Eltsin abbiamo superato il periodo più nero della frammentazione ed eravamo sulla buona strada per costruire un sistema statale autonomo, innovativo e aperto. Putin ha cambiato strada: sta cercando di reintrodurre in Russia lo stesso sistema pesantemente centralizzato e opprimente dell'Urss e in questo schema rientra la campagna militare contro la Cecenia.
  • È risaputo che vuole cambiare la costituzione e rimanere presidente per più di due mandati: magari per sempre. I dittatori non cedono facilmente il comando, una volta raggiunto. A meno che qualcuno non glielo tolga.
  • Era stato il primo burocrate che non aveva accettato tangenti. [...] Ne rimasi molto impressionato.
  • Il presidente russo è un imbroglione, un bandito. Ma io non ho perso del tutto la speranza. Ho sempre pensato che sarebbe durato poco, a questo punto è durato anche troppo.
  • Il problema è che Putin non è Eltsin: sa benissimo che non può uscire dal Cremlino e andare in pensione in una dacia. Se molla il potere, ha due alternative: o la prigione o l'esilio. E mi domando quale paese sarebbe pronto ad ospitarlo. Ah, dimenticavo: l'Italia, dove Berlusconi si sbraccia per accoglierlo nelle sue ville.
  • L'Occidente, in primo luogo l'America, ha chiuso gli occhi sui massacri commessi da Putin in Cecenia, sulle limitazioni alla libertà di stampa, sulle elezioni truccate, sulle persecuzioni del Kgb. Gli interessa solo avere l'appoggio della Russia sulla guerra in Iraq o sulla crisi del momento o su qualche buon affare. Del resto, l'America andava d'accordo anche con il Portogallo del dittatore Salazar, firmava trattati perfino con Breznev. Può farlo pure con Putin.
  • Prima il presidente ha tappato la bocca al potere politico, poi ai mass media e ora sta completando l'opera con il grande business. L'obiettivo è abbattere ogni sembianza di democrazia in Russia e ricostituire un regime autoritario, saldamente tenuto in mano dai suoi ex-colleghi del Kgb.
  • Putin è un truffatore, che ha cercato di imbrogliare l'Occidente e in buona parte ci è riuscito. Sia perché l'Occidente capisce poco della Russia odierna, forse con l'eccezione di voi italiani, che avendo una specie di regime in casa comprendete meglio come un sistema autoritario possa mascherarsi da democrazia. Sia perchè a molti paesi occidentali fa comodo una Russia in mano a un bandito.

Silvio Berlusconi modifica

 
Putin e Silvio Berlusconi nel 2001

  Citazioni in ordine temporale.

  • Medvedev e Putin sono un dono di Dio per il vostro Paese. (11 settembre 2010)
  • Putin è una persona rispettosa degli altri, è un riflessivo, è un uomo profondamente liberale, è uno che mantiene la parola data, è veramente un democratico. Io lo conosco da più di quindici anni, lo considero quasi un mio fratello minore; ho con lui una grandissima cordialità, una grandissima confidenza. Ed oggi è indubitabilmente il numero uno tra i leader del mondo. (settembre 2015)
  • Vladimir Putin è un leader eccezionale. Io sono legato da un'amicizia fraterna a lui. E lo conosco per quello che è realmente: è il contrario dell'immagine che i media di tutto il mondo gli hanno creato addosso. Mister Putin ha un grande rapporto con i cittadini russi. Lui vince le elezioni con una grande quantità di voti ed è amato dalla sua gente. (aprile 2017)
  • Putin è molto rispettoso delle libere scelte degli italiani, e vorrebbe — e io sono totalmente d’accordo su questo — che l’Italia fosse parte attiva in un migliore e più costrittivo rapporto fra la Russia e l’Occidente. (9 dicembre 2017)

Joe Biden modifica

 
Putin con Biden nel 2011
  • Ha scelto una strada di crescente repressione interna e violazione delle norme internazionali. Da parte nostra semplicemente non possiamo sopportare questa flagrante mancanza di rispetto per le norme internazionali più basilari. Se la Russia cambia corso e comincia ad obbedire a queste norme e rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dei suoi vicini, allora ovviamente anche le nostre relazioni cambieranno.
  • Non sta scherzando, quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche, biologiche o chimiche, perché il suo esercito, come dire, sta offrendo una prestazione significativamente più bassa delle attese.
  • Voleva meno presenza della Nato e invece Finlandia e Svezia sono entrate a far parte della Nato. Credeva che la Nato si sarebbe divisa, che sarebbe crollata, e invece la Nato è più unita che mai. Credeva di poter usare l'energia come arma, e invece l'Europa è stata determinata ed è meno dipendente dei combustibili fossili russi. Pensava di essere forte mentre i leader democratici deboli, ma siamo paesi che rifiutano l'uso della forza e la paura. E ha incontrato un uomo che è stato forgiato dal ferro, dall'acciaio, dal fuoco: il presidente Zelensky. E si trova a fronteggiare uno scenario molto diverso da quello che aveva immaginato un anno fa: il mondo libero e democratico oggi è più forte che mai, e gli autocrati sono ancora più deboli.

Boris Bondarev modifica

  • Evidentemente Putin immaginava che la sua ricchezza lo avrebbe posto sullo stesso piano dei leader europei, pronti a far finta di niente sulla vera natura del suo potere. Si sbagliava. Oggi lui e la sua "élite" sono infuriati, pensano che l’Occidente abbia giocato "sporco". Curioso quando un baro si ritiene offeso perché nessuno vuole giocarci a carte.
  • I rifornimenti e i condotti di gas hanno sempre fatto parte della diplomazia targata Putin. Era l'uncino con cui teneva appesi i leader europei, lui spera che funzioni ancora. Con quest'uomo non si può negoziare, non rispetta leggi e trattati. Non fatevi prendere in giro di nuovo.
  • I ventidue anni di Vladimir Putin al potere sono stati un totale spreco di tempo per la Russia. Con un’ottima congiuntura sui mercati globali, il rialzo dei prezzi di petrolio, gas e altri beni per l’export, un’autorità consolidata sui russi, negli anni 2000 Putin avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa. Avrebbe potuto usare il suo potere, la sua autorevolezza per condurre in porto le tanto attese riforme e spingere sullo sviluppo economico e la costruzione di una società democratica e libera. Sarebbe stato ricordato come il grande leader e uomo di Stato che senza dubbio desidera essere. [...] Invece ha scelto di costruire una dittatura personale per permettere a se stesso e ai suoi amici di godersi miliardi di dollari, palazzi e yacht, opprimendo nel frattempo l’opposizione e privando milioni di persone della speranza di un futuro migliore.
  • Il multipolarismo immaginato da Putin prevede Paesi autoritari con una loro sfera di influenza. Nel caso della Russia si tratta di ristabilire l'area di influenza dell'Urss, averne l'esclusiva e farne ciò che si vuole. Non solo gli Usa e la Nato ma nemmeno l'Onu o l'Ue potrebbero metterci il naso e raccomandare cosa è bene fare e cosa no. Il presidente russo può dire che è favorevole al mondo multipolare, che vuole un movimento di Paesi non allineati, che è contro la schiavitù, che è anti-liberale. O pro-liberale. Sono solo parole. Tutto ciò che gli interessa è il potere personale. La narrativa messianica è solo una vernice. Se gratti, sotto trovi la cupidigia.
  • Non è un’esagerazione dire che Putin incarna lo Stato per molti russi. Ufficiali, ministri e generali sono sconosciuti alla maggioranza della popolazione. Quando Putin sarà fuori gioco, in un modo o nell’altro, nessun governo sarà legittimo. Il nuovo presidente dovrà spiegare ai russi i motivi della crisi economica e sociale, sarà allora logico e tentante dare la colpa a Putin per tutti gli errori, i crimini e questo minerà quello che resta della legittimità del regime che inizierà a sgretolarsi.
  • Putin ha selezionato personalmente la sua élite. Avendo come parametro la lealtà dei prescelti. E anche la loro mancanza di onore, di integrità e di iniziativa. Ha cooptato solo persone pronte ed eseguire i suoi ordini. E questo è molto pericoloso. Perché se ordinerà un attacco nucleare, l'ordine verrà eseguito. Queste persone, però, non hanno un'ideologia. Sono abituati a fare quel che dice il presidente per personale convenienza. Se capiscono che ricchezze e posizioni sono in pericolo, potrebbero anche rivoltarglisi contro.
  • Putin isolerà la Russia dal mondo, ne farà un Paese più povero e sottosviluppato. La guerra avvicina l’obiettivo, per questo dico che è un crimine contro il futuro dei russi. Senza contare che i nostri rapporti con l’Ucraina, uno dei Paesi confinanti a noi più vicini, saranno persi del tutto per decenni e intere generazioni.
  • Si deve capire che Putin e la Russia sono due entità diverse. Quando Putin dice che l'espansione della Nato minaccia la sicurezza della Russia, quel che veramente pensa è che l'espansione della Nato minaccia la sua, di sicurezza.

Bill Browder modifica

  • Credo che Putin abbia rovinato la Russia per i prossimi 30 anni. Ormai è uno Stato emarginato, uno Stato terrorista.
  • Ha accumulato ben oltre 200 miliardi di dollari da quando è diventato presidente: cosa che ne fa l’uomo più ricco del mondo. [...] Putin è anche un agente del Kgb molto efficace : e ha passato tutta la sua vita corrompendo o ricattando la gente perché diventassero parte del suo sistema. Per cui sa che chiunque avesse un documento col suo nome sopra potrebbe ricattarlo: così non è mai nella posizione di essere formalmente il proprietario di qualche bene.
  • Ha cominciato tutta la sua carriera come un tipo al quale piacciono i soldi: e nessuno entra nella carriera pubblica in Russia con altri obiettivi che non siano rubare quanti più soldi possibile.
  • La cleptocrazia creata da Putin fa sì che le élite possano accumulare denaro togliendolo alla popolazione. Facendolo spesso ledono i diritti umani e sanno che per mettere al sicuro quei soldi è meglio non lasciarli in Russia.
  • Mi ha minacciato di morte, ha minacciato di rapirmi, ha cercato di bloccarmi tramite mandati di arresto dell’Interpol e con richieste di estradizione, oltre che con una miriade di cause legali che avevano come unico scopo quello di distruggere la mia vita. Non ha allentato la presa in alcun modo e continua ancora oggi. Ma questo è il destino di chiunque abbia cercato di tenere testa a Putin.
  • Non sono più il nemico numero uno in assoluto di Putin, adesso lo è sicuramente Navalny. Diciamo che sono il suo nemico numero uno all’estero.
  • Putin è un piccolo criminale paranoico, a capo di quella che è fondamentalmente una organizzazione criminale: non ci dobbiamo aspettare null’altro che miserie, perché alla fine non ha costrizioni da parte della storia o della morale. Sarebbe assolutamente capace di usare l’arma nucleare: l’Ucraina è solo l’inizio delle sue ambizioni.
  • Putin è un piccolo uomo paranoico che va alla ricerca della slealtà anche dove non esiste.
  • Putin mi dà la caccia da un decennio dopo l’approvazione del Magnitksy Act. L’unica ragione per cui sto seduto qui è che lui ha tenuto sempre un piede nel mondo civilizzato e uno nel mondo criminale: da quest’ultimo lato arrivavano le minacce di morte contro di me, ma dall’altro lato gli piaceva apparire al G20 e ai summit internazionali. Questo è ciò che mi tenuto in vita: ma ora che ha messo tutti e due i piedi nel mondo criminale, c’è un rischio esponenziale di violenza nei miei confronti, perché lui non ha più nulla da perdere.
  • Putin odia l'Unione Europea, la Nato, gli Stati Uniti e tutte i grandi blocchi geopolitici omogenei: gli danno enorme fastidio nel perseguimento del suoi scopi, non solo militari ma anche finanziari.
  • Putin vuole diventare lui il più grande oligarca russo e difatti oggi, con i suoi traffici, è l'uomo più ricco del Paese e ha asset ovunque, molto spesso con prestanome.
  • Quando vuoi scoprire dove Putin tiene i suoi soldi devi partire dagli oligarchi: perché quella gente custodisce i soldi per lui. Stimo che il 50% delle ricchezze degli oligarchi sia in realtà di Putin. Chi sono? Nella lista di Forbes ci sono 118 miliardari in Russia: e 110 di loro sono fiduciari di Putin.
  • Rimuovere il Magnitsky Act è il principale obiettivo della sua politica estera, la priorità più grande.

Zbigniew Brzezinski modifica

  • Aveva già detto cose come "il collasso dell’Unione Sovietica è la più grande calamità del ventesimo secolo". Pensate a cosa significhi. Prima guerra mondiale: milioni di persone uccise. Seconda guerra mondiale: milioni e milioni di persone uccise. Più l’Olocausto. La guerra fredda: la minaccia di un disastro nucleare per tutta l’umanità. Nulla di tutto questo è stato importante, per lui, come la scomparsa dello Stato del quale era un agente segreto, nel Kgb. Lui vuole ricostruire l’Unione Sovietica. L’Ucraina è la posta in palio.
  • Il presidente russo Vladimir Putin è un dittatore mascherato da leader democratico.
  • Lui e gli ex agenti del Kgb come lui che lo circondano nelle stanze del Cremlino condividono idee nostalgiche, sognano di realizzare nel prossimo futuro una nuova versione dell'Unione Sovieticia, creata attorno a un'unione di popoli slavi come quelli della Bielorussia e dell'Ucraina.
  • Putin si preoccupa del passato, della nozione del potere mondiale della Grande Russia, della creazione di qualcosa di simile all’Unione Sovietica ma con un nome nuovo. Tutti obiettivi irrealistici che, alla fine, non credo che la maggioranza dei russi sosterrà.
  • Putin sta seguendo gli esempi di Stalin e di Krusciov. Chiunque conosca un poco la Russia se ne rende conto. Eccetto Silvio Berlusconi.
  • Quando Putin afferma che il collasso dell’Urss è stato il maggior disastro geopolitico del XX secolo, lascia intendere che vuole ricostruirla attraverso l’estensione del controllo russo sui nuovi Stati indipendenti già parte dell’Urss e prima ancora dell’Impero russo. Questa tentazione imperiale nuoce alla Russia e l’antidoto è costituito da più stretti rapporti con l’Occidente.
  • Quanto sia fallito l'esperimento democratico russo è dimostrato dal fatto che l'ipotesi di un Putin-Pinochet equivalga a un buon augurio per la Russia.

Vladimir Konstantinovič Bukovskij modifica

  • Con l'avvento di Putin al potere possiamo tranquillamente dire che il Kgb è tornato a occupare i ranghi della società, a livello finanziario, politico, economico e amministrativo.
  • Il governo Putin sta cercando di ricomporre il potere del centro, diciamo il potere del Cremlino. È chiaro che non ci riuscirà totalmente, perché prima il potere del Cremlino era strettamente collegato all'ideologia, al sistema totalitario. Non credo che riescano più a restaurare un sistema totalitario, ma possono ripristinare il potere centrale su molti aspetti della vita, rendendo i russi sempre più infelici.
  • Quando Putin è andato al potere nel 2000, le persone in Russia hanno immediatamente capito che il KGB era tornato al potere, e subito si sono spaventate. Se prima c'era più o meno la possibilità di essere critici nei riguardi del governo, ora la maggior parte delle persone ha paura di dire qualsiasi cosa.

Michail Borisovič Chodorkovskij modifica

 
Putin e Chodorkovskij nel 2001
  • Ci sono molte informazioni sui legami profondi tra Salvini e Putin e il suo entourage. Parte di queste informazioni fanno dubitare dell’integrità di questi contatti. Sfortunatamente si tratta di una pratica comune per Putin che è un eccellente ufficiale reclutatore ed è riuscito a trovare chiavi di varia natura per arrivare a molti politici europei.
  • I leader dei Paesi europei pensano di avere a che fare con uno statista che ragiona come loro. Invece lui funziona in modo completamente diverso: pensa come un criminale. Se a un criminale tu fai vedere la tua debolezza, quello non si ferma: continuerà sempre ad andare in avanti. Ed è ciò che Putin sta facendo.
  • Negli ultimi anni ho notato sempre più spesso che Putin usa un’informazione unilaterale e che le persone che lo circondano lo manipolano più facilmente di prima in base ai loro interessi. È stanco, ha perso la capacità di comprensione di molti aspetti della contemporaneità.
  • Non penso che Putin abbia avuto paura dell’allargamento della Nato all’Ucraina. Lui detesta la Nato, ma non la teme. Piuttosto, è ormai preso da una specie di missione messianica: ne è posseduto, e lo si capisce dal fatto che ha fatto mettere davanti al Cremlino la statua del principe Vladimir. [...] È una mentalità perfettamente normale per un criminale in età da pensione.
  • Non siamo mai stati amici, non posso dire di averlo conosciuto da vicino. Io ero al vertice di una grande impresa e Putin era il presidente, avevamo rapporti professionali. In apparenza è cambiato, sì. Vent’anni di potere lo hanno cambiato e in questo il suo non è un caso unico. Oggi si permette di fare cose che prima non osava. All’epoca si comportava in maniera più normale, riconosceva l’esistenza di certi limiti. Ma al fondo è sempre lui. Era già un criminale ed è rimasto tale. Ha la mentalità di un esponente della criminalità organizzata. È ciò che i leader occidentali non hanno mai capito, non capiscono adesso e – mi dispiace – a mio parere non capiranno mai.

Nina Lvovna Chruščёva modifica

  • Durante il suo terzo mandato presidenziale – ora è al quarto – si era concentrato più sulla difesa del suo entourage dalle accuse di corruzione o indifferenza che sulla felicità delle persone comuni. In vero stile sovietico, egli rimane più spaventato da un colpo di stato di palazzo che da una rivolta pubblica.
  • Ha passato gli ultimi 18 anni a interpretare di tutto, dal padre premuroso della nazione a un James Bond esperto di judo.
  • L'incompetenza di Putin si estende molto oltre l'economia. Le sue forze di sicurezza restano brutali e inaffidabili; in alcune parti del paese si sono mescolate a delle bande criminali. La sua direzione della magistratura non tranquillizza i comuni cittadini, e le installazioni militari, i sottomarini, le trivelle, i pozzi, gli ospedali e le case di riposo del paese esplodono continuamente, si rompono, o affondano, a causa della negligenza e dell'irresponsabilità.
  • Non sta cercando di ricostruire l’Impero Russo di per sé ma sembra deciso a stabilire una sudditanza degli ex Stati sovietici. L’errore dell’Occidente è di pensare che la Russia sia un invasore, ma in realtà la Russia “prende” se si presenta l’opportunità, come in Crimea nel 2014 o nei Paesi Baltici nel 1940.
  • Putin non vuole ricostruire l’Urss. Quel che ha sempre voluto è: influenza. Non vuole sedere al tavolo dei bambini. Il problema è che Mosca era al tavolo dei Grandi ma quando ha preso la Crimea è stata cacciata dal G8: Putin stesso è responsabile ma se glielo chiedeste, risponderebbe che comunque non lo ascoltavano e anche questo è in parte vero.

Leonardo Coen modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Ha grandi progetti per il futuro, dopo aver plasmato il passato e imbrigliato il presente – con un regime che è stato battezzato "democratura", un po’ democrazia, tanta dittatura. Ha riportato la Russia laddove stava quando era Unione Sovietica e dove pensa debba stare di nuovo, e cioè tra le superpotenze del mondo, come in fondo era già ai tempi di Pietro il Grande, di Caterina, dei Romanoff. (30 dicembre 2019)
  • Dinanzi alle gherminelle politiche, Vladimir vuole accreditarsi come uomo d’ordine. Si rivela un primo ministro energico, abile e risoluto. Recupera la retorica patriottica cara ai comunisti, ma non rinnega d’essere difensore dei nuovi valori liberali, e della democrazia. Accondiscende alle pretese dei militari che vogliono avere mano libera nella repressione dell’insurrezione islamica nel Caucaso. (30 dicembre 2019)
  • Da quel fatidico giorno di vent’anni fa, non ha mai smesso di consolidare l’immagine di un uomo che ha salvato la Russia dalla decomposizione e l’ha riportata al centro del mondo e della geopolitica. Che ha proclamato l’avvento del multipolarismo, che ha inventato la democratura e la "verticale del potere", che ha lubrificato nazionalismo e sovranismo, che ha schiacciato l’opposizione e progressivamente ridotte le libertà e la società civile; che negli anni del suo dominio ci sono state centinaia di morti tra politici a lui avversi, giornalisti che lo criticavano. (30 dicembre 2019)
  • Un personaggio forse enigmatico, di certo autocrate e ormai intrappolato dalle sue ambizioni "imperiali" euroasiatiche, dallo scontro con l’Occidente colpevole di assediare la Russia con la Nato ai suoi confini e di aver umiliato Mosca nel decennio eltsiniano; il presidente che ha barattato la sicurezza dei russi privandoli di molti, troppi diritti. (30 dicembre 2019)
  • Tutto deve restare sotto controllo della presidenza, questo il principio base della dottrina putiniana: i governatori locali sono inquadrati e non devono sgarrare; gli oligarchi sorvegliati; l'opposizione messa all'angolo, perseguitata, repressa; la Russia deve essere forte territorialmente ed economicamente; la "nuova" Russia è portatrice di valori tradizionali e patriottici, la religione ortodossa è uno degli strumenti che saldano passato e presente, il nazionalismo sollecitato da Putin diventa un’arma politica ed economica. (31 dicembre 2019)
  • Putin si fa paladino dei vari movimenti localisti, per destabilizzare l'Ue: finanzia le destre sovraniste e antiEuro, attacca la Georgia per difendere i separatisti dell'Ossezia del Sud e dell'Abkazia, che pone sotto il suo ombrello militare. Aiuta la ribellione armata del Donbass contro Kiev, annette la Crimea, va in soccorso di Damasco e diventa il burattinaio della crisi mediorientale, appoggia l'Iran e stringe alleanza con Erdogan, causando imbarazzi e problematiche strategiche nella Nato, visto che la Turchia ne rappresentava il pilastro orientale, la sentinella del Caucaso. E adesso, i tentacoli putiniani sono arrivati in Libia. Il sogno di sempre della Russia imperiale e sovietica: il Mediterraneo. (31 dicembre 2019)
  • La concezione della sua leadership totalitaria – con annesso culto della personalità a volte imbarazzante (Putin che pilota un jet, Putin a dorso nudo mentre cavalca, o pesca salmoni, o va a caccia; Putin judoka; Putin hockeista; Putin sciatore lo conobbi nel 2001 a St-Christophe, in Austria..; Putin e la tigre dell’Altai; Putin che prega; Putin che mette in riga l'Occidente, etc.) – ha bisogno di aggressività rivolta all'esterno, per dirottare eventuali tensioni interne, come le manifestazioni di protesta per la riforma delle pensioni, o per le importazioni d'auto coreane e cinesi (a Vladivostok), o la stagnazione economica che tanto ricorda gli anni brezneviani. (31 dicembre 2019)
  • Il regime autoritario non è capace di gestire le immense risorse del Paese, le scelte di Putin favoriscono la stabilità politica non lo sviluppo economico, tantomeno quello sociale. [...] Qualsiasi cambiamento economico è visto come un rischio per l'equilibrio politico, ossia per la sopravvivenza "della classe dominante". E così, alla fine, Putin fa quello che hanno sempre fatto gli "uomini forti" dei regimi autoritari: esibire i muscoli. Dirottare le tensioni interne. Attizzare il nazionalismo. Sfidare l'Occidente, a piccoli ma graduali passi. Ragionare cioè in termini di zone d'interesse e d'influenza. (31 dicembre 2019)

Oleksij Danilov modifica

  • La gente ha paura a dare il giusto nome alle cose e perde il senso della realtà. Voi lo chiamate Putin, ma il suo nome è Satana.
  • Non fosse per noi a quest'ora il nuovo Hitler che si chiama Putin sarebbe arrivato a Varsavia.
  • Putin è già un cadavere politico. Quando diventerà un cadavere fisico è solo questione di tempo.

Carla Del Ponte modifica

  • Putin vuole sradicare l'identità di un popolo e quindi deve risponderne penalmente.
  • La sua [della portavoce del ministero degli Esteri russo Zacharova] è una reazione inammissibile perché sotto accusa penale non c'è il governo russo, ma una persona specifica, e cioè Putin. Perché la responsabilità criminale riguarda una sola persona, e cioè lui.
  • Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale. È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui.

Aleksandr Gel'evič Dugin modifica

  • Finché c'è Putin, la Russia ha speranza di essere forte, ma Putin è un problema perché non ha istituzionalizzato la sua linea di pensiero. La Russia oggi è Putin-centrica.
  • Non c'è aggressione di Putin, ma restaurazione di una civiltà russa che si era dissolta. Queste accuse sono il risultato della paura che la Russia si riaffermi come potere indipendente e che voglia difendere la propria identità.
  • Non ha fatto nulla nell'educazione, che è rimasta metà sovietica, metà liberale, copiata dall'Occidente. Un miscuglio di incoerenza. Lo stesso vale per la nostra cultura. La nostra cultura è un'imitazione della cultura occidentale e liberale con un frammento di pura propaganda politica, mal fatta. Questa è solo un simulacro, non una preparazione per il regno dello zar. Così non si ritorna alla nostra identità. Si ragiona troppo pragmaticamente e si pensa troppo poco al sacro. Putin rimane nella sua posizione, non sacrifica abbastanza attenzione, tempo e la sua forza vitale per questo problema.
  • Putin ha frenato la caduta, non ci ha ridestati. Questo trascende i suoi limiti. Lui non è un salvatore. Ha solo intenzione di riparare. È un manager, blocca la crisi. E lo sta facendo in modo eccellente, ma ha dei limiti. Agisce come se fosse eterno, non crede in qualcosa che esiste dopo la sua fine: non ha una chiave per il futuro. Questo è un vero problema.
  • Putin ha frenato la spaccatura e la caduta della Federazione Russa. Ha iniziato a ricostruire passo dopo passo. È molto più vicino allo zar di quanto lo fossero Eltsin e Gorbaciov per questa e molte altre ragioni.
  • Putin non è un essere "estraneo" che serviremo supinamente. Lui è noi stessi. Agisce per il nostro interesse. Fa esattamente ciò che siamo disposti a fare noi. Per noi non è una entità separata. È questo il concetto profondo del re sacro.
  • Quando Putin è salito al potere, pur essendo politicamente contiguo a Eltsin, è stato influenzato da questo terreno che avevo seminato e ha iniziato ad incarnare la mia visione della geopolitica facendo proprie le mie teorie. Ha iniziato a promuovere l'unione euroasiatica, a difendere la sovranità dei popoli pur non ricadendo in un nazionalismo di stampo ottocentesco, mi ha permesso di tornare ad apparire in televisione e a tenere incontri pubblici. È questa l'influenza che ho su di lui. Un'influenza razionale su un uomo realista quale lui è e che ha capito che le mie teorie sono le più valide per garantire una degna collocazione della Russia nel globo facendo fronte alle pressioni dell'Occidente.

Jurij Felštinskij modifica

  • È abbastanza intelligente da sapere che se ci fossero regole normali, il suo sistema di governo non potrebbe esistere. Non è un idealista. Sa che non c'è modo che possa sopravvivere a meno che non continui a opprimere.
  • Putin non è diventato un dittatore perché era intelligente o carismatico, ma perché c'è l'intera struttura della FSB dietro di lui. Anche se Putin morirà domani nulla cambierà drasticamente. E al momento non c'è nessuno in competizione con di lui e non ci sono movimenti armati che cercano di rovesciare il suo potere.
  • Vladimir Putin è terrorizzato di fare la stessa fine di Gheddafi.

Orlando Figes modifica

  • Penso che sia il più vicino a Nicola I – lo zar del diciannovesimo secolo che entrò in guerra contro le potenze occidentali, in particolare con la guerra di Crimea del 1853-56, per difendere i diritti degli ortodossi nell'impero ottomano. Come Putin, anche lui aveva un'ideologia antioccidentale e antidemocratica riassunta dallo slogan "Autocrazia, ortodossia, nazionalismo". La Russia ha perso la guerra di Crimea, quindi speriamo lo stesso per la guerra di Putin contro l'Ucraina.
  • Per quanto mi riguarda [verrà ricordato] come un dittatore brutale che ha distrutto tutto ciò che di buono c'era in Russia. Per quanto riguarda i libri russi è ancora da decidersi.
  • Putin è chiaramente ossessionato dalla storia e dal suo posto nella storia. [...] In Russia vi è sempre stato un uso politico della storia. La storia è una miniera, è da dove i politici hanno sempre tratto idee e suggestioni per le proprie agende, per fornire definizioni su cosa è o cosa dovrebbe essere la Russia, o quale dovrebbe essere il suo ruolo nel mondo, o chi sono i russi, o chi dovrebbero essere. È dalla storia che politici e ideologi hanno sempre attinto.
  • Putin sta reinventando la storia russa e usandola per la sua guerra, ma la sua visione storica non è nuova, è radicata nella storiografia imperiale russa del XIX secolo che ha imposto anche a scuola. Il saggio del 2021 era una chiara dichiarazione di guerra. Sosteneva che l'Ucraina non ha diritto di esistere. Era già successo nel 2016 con l'inaugurazione a Mosca di una statua di Vladimir il Grande. [...] Già allora Putin stava dicendo agli ucraini: "Kiev è il fondamentodella nostra civiltà, voi ne siete soltanto una parte".

Maša Gessen modifica

  • È divertente che la mia biografia di Putin sia stata accolta bene, ma che in ogni recensione si riscontri la stessa osservazione: Gessen scrive che lui è stupido, ma gli stupidi non diventano così potenti. Che dire, gli americani sanno ormai che anche l’uomo più potente del mondo può avere problemi con l’ortografia, può non saper assimilare un testo senza illustrazioni o concentrarsi su qualcosa per più di tre secondi.
  • Essere stato catapultato al potere dall'oscurità e aver passato tutta la vita adulta all'interno dei confini di una istituzione segreta e molto chiusa ha permesso a Vladimir Putin di esercitare un controllo mirato sulle sue informazioni personali più di ogni altro uomo politico moderno e ancor più di ogni altro uomo politico moderno occidentale. Putin è riuscito a creare il proprio mito. Questo è un aspetto positivo perché, meglio di chiunque altro, ha saputo comunicare esattamente cosa voleva che il mondo sapesse di lui e come voleva che il mondo lo vedesse. Il risultato è in pratica il mito di un giovane nato nella Leningrado post-assedio, un luogo malvagio, affamato e povero che ha fatto crescere giovani malvagi, affamati e feroci. Così almeno erano quelli che sono sopravvissuti.
  • La preoccupazione principale di suo padre, stando ai ricordi, era la disciplina e non la qualità di educazione scolastica che il figlio riceveva. nemmeno per il giovane Putin l'istruzione era parte fondamentale della sua idea di successo: nel descriversi aveva parlato con enfasi della sua reputazione da teppista, e in questo godeva della completa collaborazione dei suoi amici di infanzia. La maggior parte delle informazioni disponibili su di lui – cioè quelle fornite ai suoi biografi – riguarda le scazzottate della adolescenza e giovinezza.
  • Putin sostiene di non avere mai preso parte ad azioni contro i dissidenti, ma nelle interviste ha dimostrato di essere perfettamente al corrente di come erano organizzate, probabilmente perché aveva mentito nel dire di non averle svolte. In una memoria totalmente agiografica su Putin, scritta da un ex collega che era passato all'Occidente alla fine degli anni Ottanta, si dice chiaramente che a Leningrado Putin lavorava alla Quinta Direzione, creata appositamente per combattere i dissidenti.
  • Quando vivevo in Russia, ho cercato di evitare Vladimir Putin in ogni modo. Ho lasciato il giornalismo politico per non occuparmi di lui. Sono finita a dirigere una rivista scientifica. Un giorno, fummo invitati a seguire un esperimento in cui alcuni uccelli venivano liberati e poi seguiti da un aereo per vedere cosa facevano. Il cronista tornò indietro e mi disse che sull'aereo c'era Putin. Scelsi di non pubblicare la storia, perché non volevo dare spazio alla propaganda e per questo fui licenziata. Qualche giorno dopo ricevetti una telefonata da una persona che disse di essere il presidente e mi invitava al Cremlino. Pensavo a un imitatore, ma quando arrivai dovetti ricredermi. Era davvero Putin e voleva sapere il perché della mia decisione. Subito dopo mi fu offerto di nuovo il posto di direttore, ma rifiutai. Avevo capito che sfuggire all'influenza di quell'uomo in Russia oggi è impossibile.
  • Sembra che Putin reagisse alla minima provocazione cacciandosi ogni volta in una rissa, mettendo perciò a rischio la sua carriera nel KGB, che sarebbe stata stroncata se fosse stato arrestato per una lite o anche solo segnalato dalla polizia. Non entriamo in merito alla fondatezza o infondatezza di queste storie, quello che importa qui è l'immagine che Putin vuole dare di sé – e vuole che gli altri diano di lui – quella di un uomo impetuoso, decisamente violento e dal carattere poco controllabile. È ancora più interessante notare come questa immagine sia in contraddizione con il rigore e la disciplina alle quali Putin ha dedicato la sua adolescenza.
  • Trump parla all'emotività, mentre Putin coltiva uno stile molto costruito: sono i settant'anni di totalitarismo che lo hanno preceduto ad avergli permesso di essere quello che è. Ma ci sono anche similitudini: la maniera in cui mentono, ad esempio.

Aleksandr Goldfarb modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • A metà giugno Valentin Jumašev, che discuteva sovente di importanti incarichi amministrativi con Boris, chiese al tycoon la sua opinione su uno dei suoi assisstenti: un uomo di nome Vladimir Putin.
    Boris conosceva bene Putin. Si era incontrato con lui quando il futuro presidente era vicesindaco di San Pietroburgo, la seconda più grande città della Russia, e Boris era ancora impegnato nella vendita di automobili. All'epoca Putin godeva della reputazione di incorruttibile, una rara avis tra i funzionari. Più di recente, Putin aveva diretto un gruppo di verifica nell'amministrazione del Cremlino.
    «Perché?» chiese Boris.
    «Stiamo prendendolo in considerazione per il posto di direttore dell'FSB.»
    Jumašev spiegò che la qualità principale che il presidente cercava in un nuovo capo delle spie era la lealtà, ma che non si fidava degli attuali generali dell'FSB. Erano un clan molto chiuso. Se Putin aveva una caratteristica fondamentale, era la sua incrollabile lealtà. Quando il suo ex capo, Anatolij Sobčak, l'ardentemente anticomunista sindaco di San Pietroburgo, non era stato riconfermato alle elezioni, Putin aveva preferito la disoccupazione al tradimento.
  • Secondo Saša, Putin non aveva mai lasciato davvero il servizio. Era sempre stato fedele al KGB. Poteva anche aver prestato temporaneamente la sua lealtà a Sobčak o a Eltsin, ma quando tornava in seno all'agenzia, non vedeva l'ora di infilarsi di nuovo nei vecchi metodi.
  • Come mi spiegò Berezovskij anni dopo, l'immagine bellicosa di Putin era stata attivamente promossa dai direttori della sua campagna nel 1999. Era perfettamente in sintonia con la maggioranza dei russi. L'orgoglio nazionale ferito nel periodo immediatamente successivo alla guerra fredda, il desiderio di un «uomo forte» che portasse ordine e stabilità, l'ira per la disparità tra i pochi superricchi e le masse impoverite: erano tutti motivi per cui quell'uomo ascetico, introverso, duro come l'acciaio, il proletario che combatte e vince contro ogni previsione, fu accolto calorosamente dal popolo russo. Putin era l'uomo che ci voleva per liberarsi di tutte le frustrazioni di cui soffriva il Paese.
  • Putin non gli era mai piaciuto, era un agente in sonno della Kontora che era stato richiamato e poi mandato a dirigere l'FSB nel 1998, o forse, a ben pensarci, non aveva mai abbandonato il suo posto. Non era mai stato né leale né sincero e aveva ingannato tutti, compreso Boris.
  • Quando Boris venne a sapere del Kursk, era in Francia, nella sua residenza di Cap d'Antibes. Cominciò subito a telefonare a Putin, ma riuscì a raggiungerlo solo il 16 agosto, il quinto giorno dello sviluppo della tragedia.
    «Volodja, perché sei a Soči? Dovresti interrompere le tue vacanze e andare alla base dei sommergibili o almeno a Mosca. Tu non capisci come vanno le cose e questo ti danneggerà.»
    «E tu, perché sei in Francia? Te la sei meritata la vacanza o no?» Putin era sarcastico.
    «Prima di tutto, non sono il padre della nazione e a nessuno importa niente di dove sia. Secondo, in mattinata volo a Mosca.»
    «Bene, Boris, grazie per il consiglio.»
    Quando il 17 Boris atterrò a Mosca, Putin era ancora in vacanza.

Michail Gorbačëv modifica

 
Putin con Gorbačëv nel 2001

  Citazioni in ordine temporale.

  • La tv li aveva mostrati tutti in piedi, acclamanti Putin, in un'atmosfera di unanimità forzata che mi ricordava i tempi sovietici. Tutto ciò mi confermava che stavano maturando in fretta novità. (3 gennaio 2000)
  • Il regime non cambia, non ci sarà lotta alla corruzione, gli interessi e i privilegi dell'oligarchia saranno tutelati in pieno. Se continua così Vladimir Putin vedrà presto logorarsi i suoi margini di popolarità, perché la gente capirà che è stato un trucco. E il gioco diverrà scoperto. (3 gennaio 2000)
  • Vladimir Putin è un uomo freddo e concreto, un uomo capace di capire, analizzare e gestire le situazioni. Anche le più difficili. (1 aprile 2000)
  • Putin arriva al potere in un momento di acuto e profondo distacco tra il vertice e la società. Una vera e propria crisi di fiducia. In questo senso si può dire che perfino l'affluenza alle urne, che è stata relativamente alta, rappresenta un evento stupefacente. Perché questo sia accaduto bisogna ancora capirlo. Ma io oggi penso che Putin sia in grado di fare le mosse giuste. (1 aprile 2000)
  • Io non dico che Vladimir Putin sia perfetto. Ad esempio trovo inaccettabile il controllo stretto a cui vengono sottoposti i giornali. [...] Penso anche però che Putin abbia un grande merito: lentamente, faticosamente, sta risollevando il paese dalle macerie, lo sta tirando fuori dal caos per restituirlo a una vita normale. (7 settembre 2004)
  • Le stesse promesse che Putin ha ripetutamente fatto non sono state realizzate e, io temo, non sono realizzabili perché la burocrazia fa affogare il Paese in un pantano d'incompetenza, corruzione e disordine. (10 maggio 2005)
  • Non credo che Putin sia interessato a un regime autoritario. [...] Putin crede nella democrazia e nello Stato di diritto. Ma egli eredita una situazione desolante. Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. Portare ordine è necessario. Ma non credo che Putin voglia eliminare la democrazia per portare ordine. (10 maggio 2005)
  • No, Putin non vuol dar vita a un nuovo regime autoritario, e non si trasformerà in un dittatore. Ha ereditato un Paese in preda al caos e ha cercato di restituirgli un ordine e una vita normale. Anche se per riuscirci non ha potuto mettersi a studiare sui manuali della democrazia. (31 ottobre 2006)
  • Io non dico che Putin sia un modello di democrazia, ma sul piatto della bilancia il bene pesa molto più del male. Le vostre accuse, spesso, sono pretestuose. (31 ottobre 2006)
  • Ai tempi di Eltsin le ricchezze del nostro Paese venivano saccheggiate, il Paese distrutto, l'esercito semismantellato, la costituzione calpestata. Due terzi dei russi vivevano in miseria, umiliati, e l'Occidente applaudiva. Così si è insinuato il dubbio. La gente si domandava: ma che amici sono quelli che parlano di Casa comune europea, dicono di sostenerci e poi vogliono trasformarci in un semplice fornitore di materie prime. Putin, con i mezzi che aveva, ha restituito al Paese una speranza. Credetemi, io nei suoi panni ci sono stato e so quanto sia difficile. (31 ottobre 2006)
  • Certo, Putin ha commesso degli errori sul piano dello sviluppo democratico, ma non possiamo dimenticare l'eredità che ha ricevuto da Eltsin: un paese che stava andando a pezzi. Bisogna dargli atto che ha evitato il collasso della Russia. (12 ottobre 2008)
  • Rimprovero a Putin la lentezza del processo democratico. Perché è vero che molte delle libertà civili introdotte con la perestrojka resistono e che la stragrande maggioranza dei russi ha votato per Vladimir Putin. Ma nessuno sa quale sarebbe la loro scelta se l'intero processo elettorale, dalla selezione dei candidati in poi, fosse davvero libero e democratico. (11 marzo 2016)

Leonid Gozman modifica

  • Di sicuro Putin non è pazzo. È perfettamente sano. È intelligente. Ma ha creato attorno a sé un mondo artificiale. Non vive nella realtà. Vive una sua vita fatta di sogni. E non ha alcun feedback, da molti anni. Ciò è molto pericoloso. Per capirsi: se il primo ministro italiano nel suo ufficio accende il televisore, può vedere quel che succede fuori. Invece quando Putin accende il televisore vede solo quello che i suoi collaboratori ordinano di far vedere in tivù. [...] Negli ultimi due anni, poi, si è completamente isolato. Vive in uno spazio asettico e solitario. Putin è un uomo solo. Così sogna di eventi storici: di Lenin che ha "creato l'Ucraina", della crudeltà della Nato, dell'occupazione dell'Europa da parte degli americani, e così via. La sua vita è questa. Ed è piena di stupide idee come queste.
  • Il suo è un regime personalistico. Non può esistere senza Putin. Non si è inventata alcuna leggenda che ne giustifichi la permanenza dopo di lui. Quindi, quando se ne sarà andato, noi russi avremo la possibilità di costruire un nuovo Paese. Perché Putin lascerà solo rovine. Ci dobbiamo preparare a quel momento: alla ricostruzione della nazione. Come fecero i tedeschi dopo la Seconda guerra mondiale.
  • In un certo senso ha anche ragione a dire che abbiamo bisogno di valori tradizionali. Ma il principale di questi valori "russi" secondo lui è la samovlastye, il potere di una sola persona. Un potere che vale a tutti i livelli. Nella famiglia, per esempio, il padre è il padrone assoluto. Per questo motivo in Russia non abbiamo leggi contro la violenza in famiglia: se sono il capofamiglia, posso picchiare chi mi pare. E per lo stesso motivo in Russia non abbiamo i sindacati: il proprietario o il manager dell’azienda è una specie di padre. Come succedeva prima del 1861: il proprietario terriero era il "padre" dei contadini. Al livello più alto, quindi, tutti devono dipendere dal capo della nazione – che si chiami zar, khan o presidente. Così in Russia non abbiamo né un parlamento indipendente né un sistema giudiziario indipendente né media indipendenti. È la "tradizione russa". Putin non cerca di tornare all'Unione Sovietica. Cerca di tornare a quel sistema.

Sergej Gurijev modifica

  • La gente vicino a lui sa che non è possibile essere sleali con lui. Puoi essere infelice, ma non devi dirlo. E molti sono infelici perché le scelte del presidente costano loro molti soldi. [...] Lui è molto abile e riesce a monitorare ciò che avviene attorno a sé per evitare una cospirazione. Anche se c'è una situazione nuova: Putin è essenzialmente in lockdown. Vede solo le persone che si sottopongono a una o due settimane di quarantena. Significa che sono poche le discussioni su temi sensibili che avvengono in presenza. Spesso sembra fuori dal mondo ed è evidentemente mal consigliato. Credo che comunque sia ancora in controllo della situazione.
  • La tenuta dell'economia è uno dei pochi strumenti rimasti in mano a Putin per tenere calma la sua gente.
  • Mi stupisce vedere come i legami con un criminale come Putin non abbiano scalfito l'immagine di Berlusconi e Salvini agli occhi dell'opinione pubblica italiana. Berlusconi è stato una fonte d'ispirazione per Putin, come Putin lo è stato poi per Orbán e per Salvini. Tutti condividono una caratteristica: la grande abilità nel manipolare l'informazione per restare al potere.
  • Nel 2014 Putin poteva ancora tentare di farsi passare per uno spin dictator, come Lee Kuan Yew a Singapore o Chavez in Venezuela. Ma la guerra in Ucraina è un massacro, la repressione in patria durissima, la trasformazione in fear dictator è evidente.
  • Oggi il controllo è totale. Ma un giorno Putin potrebbe non avere soldi per pagare né i soldati, né i poliziotti incaricati della repressione.
  • Quella di mantenere lo status quo, anzi di aumentare la repressione, è stata una scelta deliberata imposta da Putin una volta tornato alla presidenza nel 2012. E quando l'economia ha iniziato a rallentare a causa dell'assenza di riforme, il presidente ha cercato di recuperare consenso invadendo la Crimea. La guerra in Ucraina segue la stessa logica: incapace di generare crescita, Putin gioca la carta bellica per guadagnare legittimità.

Paolo Guzzanti modifica

  • Avevate mai visto prima di Putin un re o imperatore, presidente, generale o primo ministro che accogliesse un visitatore straniero di pari rango mettendolo a sedere a dieci metri di distanza ai due capi dello stesso enorme tavolo bianco costringendolo – suppongo- ad usare un microfono per parlare faccia a faccia? È quel che Vladimir Putin ha fatto con Macron e con qualsiasi altro ospite. Lui, il Presidente russo, appare normalmente invecchiato e con qualche chilo in più, ma comunque un uomo non gigantesco – neanche Stalin lo era benché così apparisse nell'iconografia – e appare per sua scelta minuscolo in quell'iperspazio stuccato e stucchevole. E poi lo adoro per il tono calmo, composto, probabilmente elegante (non conosco il russo e mi contento di sottotitoli in inglese) con cui dice delle cose terrificanti, ma come se parlasse della spesa della massaia che va al mercato.
  • Berlusconi è innamorato di quel brigante internazionale che è Putin. Non è una questione di realpolitik. Il suo è di vero e proprio innamoramento. E questo, a mio avviso, la dice lunga sulla sua idea di democrazia. D'altronde, chi potrebbe considerare «affidabile» uno che va a cena con Hitler?
  • Confesso di essere un fedelissimo consumatore del canale YouTube del presidente Vladimir Putin da cui sono affascinato per due sue caratteristiche: la totale dissennatezza di quel che cerca di ottenere e la pacata e anzi sussurrata forma di comunicazione che lui predilige e di cui fa un sapientissimo uso. Ne sono veramente affascinato. Putin ha introdotto, dopo la fine del Comunismo sovietico, uno sfarzo imperiale su di sé come persona, come funzione di massima autorità e come universo onirico simbolico, destinato sia alle immagini televisive che agli occhi umani, organizzato con pesantissima e tuttavia leggiadra mobilia, tendaggi pesantissimi e trapunti alternati con altri velati e setosi, tavoli, posateria, metri quadrati, marmi, ori, parquet intarsiati, cristalli.
  • Diciamoci la verità la sinistra non può mai essere filoamericana, se non in occasioni speciali, ma come sinistra viviamo l'America come il vero nemico e non potete toglierci questo giocattolo fondamentale per il nostro ecosistema. [...] Putin rivuole il suo impero? E allora i Paesi limitrofi devono cedere la sovranità, perché il Paese più grande del pianeta che va da Varsavia a Tokyo, fa brutti sogni e soffre di insicurezza.
  • La sinistra borghese ha bofonchiato molto su Putin, fondamentalmente perché era amico di Berlusconi. Putin è in ottimi e simmetrici rapporti, o almeno lo era, anche con Romano Prodi, ma lo sketch del "lettone di Putin" faceva premio sulla vignettistica. Poi però le cose sono cambiate perché non solo il mondo degli affari cerca un terreno tranquillo, ma perché Putin è cresciuto nel famoso immaginario collettivo junghiano come il nuovo campione antiamericano, il "Te spiezzo in due" dei tempi di Silvester Stallone. Ed è stato così che i benpensanti di sinistra pianin pianino si sono, con cautela e qualche incentivo, affezionati al buon soldato Putin, pur se tra soffocati tentennamenti e ammortizzatori morali.
  • Personalmente non riesco neanche ad avercela con Vladimir Putin, così compassato, calmo e con questa strana abitudine di mettere tra se stesso e l'interlocutore un tavolo di venti metri. Non riesco a considerarlo un pazzo furioso, come poteva essere Hitler, ma il figlio e il padre di una cosa a noi sconosciuta, che è l'imperialismo russo, che ha una sua religione, un suo fanatismo illogico e quasi religioso, un fanatismo che è rimasto tale e quale anche ai tempi di Stalin e di Lenin, i quali non sciolsero mai l'Impero ma se lo tennero ben stretto, cercando di ampliarlo.
  • Putin aveva deciso di liquidare l'embrione di classe sociale civile e capitalista, di cui Berezovsky era il rappresentante di massimo successo, e sostituirlo con una casta di ufficiali fedeli all'istituzione del KGB, sicuro che la ricchezza sarebbe venuta non dalla crescita di un mercato di tipo occidentale, ma dalla vendita di enormi quantità di materie prime, a cominciare dal gas e dal petrolio. Per pompare gas non serve aver letto Max Weber né aver fatto una rivoluzione liberale anglosassone. Bastava avere a disposizione tecnici ed esecutori fedeli. L'idea di Berezovsky era invece opposta: tenere fuori e sotto stretto controllo gli uomini del KGB e far crescere la classe di cui lui stesso era il primo esponente e che poi verrà chiamata «degli oligarchi».
  • Putin è un esemplare perfetto di russo incomprensibile perché la caratteristica che costituisce la sindrome è una divisione di personalità: metà occidentale ed europea, e americana. E metà asiatica.
  • Putin ha cominciato a perseguire il suo disegno imperiale dalla sua prima invasione: quella della Georgia per la quale io, personalmente e da solo, feci inutilmente fuoco e fiamme, mentre la tendenza era quella di dire lasciate perdere, sono affari interni e diatribe di confini. Non è così e adesso finalmente tutti cominciano ad accorgersene, ma si rifugiano nelle categorie psichiatriche e shakespeariane del principe pallido e crudele, fuori di testa. Non è così. Putin rappresenta la negazione estrema della democrazia e lo dice come lo dice Xi, il quale dichiara che l'umanità vuole armonia e non democrazia. Putin è pronto a morire e a uccidere per un disegno che considera immanente, divino, coincidente col destino e molto più vicino al mikado giapponese che alle nostre democrazie. Putin è un russo pronto a spararsi senza esitazione, ma che preferisce sparare ad ogni oppositore, rivendica un buon trenta per cento dell'intero pianeta in nome del supremo destino di un Paese che ha dieci fusi orari fra Kaliningrad e le isole Curili davanti al Giappone.
  • Putin non è un pazzo, ma è l'espressione di un processo mentale russo in cui c'entrano pochissimo l'economia e la geopolitica tradizionale. Putin ha sempre detto (io sono un suo follower sul canale YouTube a lui dedicato) che non vuole rifare l'Unione Sovietica, ma l'impero. E lo dice anche il presidente cinese Xi, che rivendica il suo impero cinese che affonda nella storia le sue radici da cinquemila anni e il turco Erdogan che sta ricostituendo l'impero Ottomano. Noi occidentali non abbiamo capito nulla di tutto ciò e seguitiamo a osservare il mondo attraverso le lenti a noi care del nazionalismo, mentre Putin, Xi ed Erdogan appartengono a un mondo nemico della razionalità.
  • Putin non è un pazzo e avrà sicuramente delle distorsioni mentali non da poco, ma si tratta di distorsioni che fanno parte di una cultura che accetta e infligge la morte senza batter ciglio, un temperamento che somiglia a quello degli spagnoli che inventarono l'uso di chiedere di poter fumare prima di essere fucilati, non per passione per la nicotina, ma per dimostrare arrotolando la cartina col tabacco, di non tremare. Una tradizione che colpì molto Stalin, il quale decise di non usare più i plotoni d'esecuzione per non consentire esibizioni di tale temerarietà, ma di uccidere con un colpo alla nuca, di spalle, o con massacri perpetrati da belve come quelle che Putin ha scagliato contro Grozny, Aleppo, Mariupol e Dio sa in quanti altri disgraziati posti di quel pezzo di mondo su cui comanda e impera.
  • Quando ebbi i primi sospetti su una natura molto diversa da quella che appariva nei primissimi anni del suo esercizio del potere, provai a discuterne con Berlusconi, che aveva stretto con Putin una amicizia illustrata da mille fotografie e video. Ma il presidente del Consiglio, come detto, tagliò corto: «Vladimir è una persona dolcissima. Lui capace di far uccidere qualcuno? Sarebbe come se mi dicessero che tu hai fatto uccidere qualcuno. Potrei crederci? No».
  • Secondo Putin, e l'ampio circolo degli alti ufficiali superstiti del vecchio KGB, tutto ciò che è stato russo, non importa sotto quale imperatore o capo di partito, rientra per diritto storico nell'area della Russia, non importa come siano tracciati i confini secondo le contingenze storiche. E quel territorio, che la Russia considera suo per diritto storico e non per diritto internazionale, non può essere violato da altre potenze, aggregato ad altre alleanze, modificato nella cultura e nelle tradizioni da soggetti estranei alla Russia, come l'Unione Europea, non parliamo poi della NATO.
  • Vladimir Putin non soltanto si è sempre detto scioccato dalla decisione del suo predecessore Boris Eltsin nel 1991 quando sciolse l'Unione delle Repubbliche Sovietiche, ma disse apertamente che avrebbe considerato ogni terra che avesse fatto parte nel passato sia dell'Impero zarista dei Romanov, sia dell'Unione Sovietica, come proprietà russa per diritto storico, da riportare prima o poi sotto il comando della Russia. E ha spiegato in un'occasione pubblica che il diritto russo su quelle terre momentaneamente perdute (fra cui Georgia e Ucraina) non si fonda sul diritto internazionale, ma su quello dell'appartenenza storica.

Diego Fusaro modifica

  • Con guinzaglio sempre più corto, i cani da guardia latrano e abbaiano da tempo contro Putin: il loro sguardo è sempre quello del potere di Washington.
  • Dopo Gorbaciov che faceva la pubblicità per Pizza Hut e dopo Eltsin che, tra una vodka e l’altra, svendeva la Russia agli oligarchi della finanza, Putin ha ripreso, a suo modo, l’eroica tradizione leniniana di resistenza al capitalismo imperialistico americanocentrico.
  • È opportuno che Putin conservi il primato militare come arma di dissuasione: per poter svolgere una civile funzione di freno alla super-potenza americana.
  • La Russia di Putin è uno Stato che non si piega alla globalizzazione americanocentrica e che non accetta l'invasione graduale degli spazi ex sovietici con la Nato come sta accadendo in Ucraina e com'è già avvenuto in Georgia. Perché mai dovrebbe accettare l'atlantizzazione dei propri spazi e la Nato ai propri confini? Questa è la colpa dell'Occidente: l'hybris, la tracotanza, e il non aver rispettato i limiti e gli accordi secondo cui la Nato non doveva espandersi verso Oriente.
  • Penso francamente che Putin abbia ragione su tutto il fronte. La sua Russia è oggi uno degli ultimi baluardi di resistenza all'imperialismo incontenibile della civiltà dell'hamburger.
  • Vladimir Putin, per me, rappresenta l'eroica resistenza all'imperialismo statutinense, la capacità di uno stato sovrano nazionale di resistere e di non lasciarsi piegare. Putin, poi, rappresenta anche l'importanza di aver riscoperto le identità e la sovranità nazionale come baluardo di resistenza all'imperialismo. Insomma, Putin può rappresentare la possibilità di un mondo multipolare, ossia di un mondo sottratto all'atlantizzazione integrale, detta globalizzazione.

Pierre Haski modifica

  • Certo, c’è sempre il rischio di un mandato di troppo e di perdere quell’autorità fatta di rispetto e paura che ha permesso a Putin di diventare un Brežnev post-sovietico, a sua volta fossilizzato.
  • Gli uomini della provvidenza hanno la tendenza a presentarsi come insostituibili, e a forza di spazzare via tutti i potenziali rivali finiscono per diventarlo davvero. Vladimir Putin, ormai da vent’anni alla guida della Russia, è uno di loro.
  • Il problema di Putin non riguarda tanto l’economia mondiale, quanto la situazione interna. Con il blocco dell’economia russa gli ammortizzatori sociali si sono indeboliti, e malgrado il presidente abbia promesso di versare tutti gli stipendi, il denaro arriva con il contagocce. Il malcontento sociale è un problema evidente.
  • La logica del Cremlino non è la nostra, perché Putin non deve rendere conto a nessuno e può correre rischi che nessuna democrazia occidentale è disposta ad accettare.
  • La popolarità incontestabile del presidente si basa su due pilastri. Per prima cosa Putin è considerato l’architetto della ripresa della Russia dopo gli anni di Eltsin, e in secondo luogo ha saputo restituire un certo orgoglio ai russi riportando l’ex impero al ruolo di potenza magari non rispettata, ma sicuramente temuta. E pazienza se questo orgoglio nasce da avventure militari insanguinate, in Siria come in Ucraina.
  • Pietro il Grande si era avvicinato all’Europa trovando ispirazione per la creazione del suo impero. Tre secoli dopo, Putin ha fatto una scelta diversa, quella dell’isolamento e dell’aggressività.
  • Putin si considera insostituibile perché è lui, e solo lui, a decidere di bombardare la Siria, negoziare con la Turchia, giocare con i nervi degli occidentali e restituire alla Russia lo status di potenza temuta. E pazienza se il paese resta un attore di secondo piano in campo economico.
  • Trent’anni dopo la morte dell’Urss che Gorbaciov non era riuscito a salvare, Putin ha rimesso in marcia la storia, e andrà avanti fino a quando qualcuno non lo fermerà.

Viktor Juščenko modifica

  • L’ho sempre trovato d’una gentilezza formale, non ricordo un suo gesto sgarbato. Mi chiamava confidenzialmente Viktorovic. Però mi colpiva una cosa: se c’era da negoziare su qualcosa, toccava sempre a me prendere l’iniziativa, lui non lo faceva mai. Io spiegavo la posizione ucraina per mezz’ora, lui armeggiava solo con foglietti che estraeva dal taschino. Credo sia molto cambiato, in questi vent’anni. Specie dopo il 2014. Ha visto che la putinizzazione dell’Europa era compiuta e s’è mostrato per quel che oggi vedete tutti.
  • Putin non si è accorto che l'Urss è crollata, che la guerra fredda è finita e che l'Ucraina è indipendente. Con Kuchma era abituato a dare ordini, non si rassegna al confronto con un partner fondato su diritto e democrazia.
  • [Schröder e Merkel] hanno creato una dipendenza energetica per coltivare un rapporto privilegiato con la Russia. Lo stesso hanno fatto in altro modo i Sarkozy, i Berlusconi. Io lo dicevo: si rischia molto, a trattare con la Russia in questo modo. E ora si vede: per più di vent’anni, Putin ha creato un sistema di corruzione internazionale.

Vladimir Kara-Murza modifica

  • A tutti coloro che sostengono che Vladimir Putin è così popolare io chiedo una sola cosa: perché un capo di Stato così popolare ha così paura di un’elezione libera?
  • Al momento in cui il regime di Putin perderà il potere sarà troppo tardi per sedersi e pensare a cosa occorre fare. Bisogna pensarci ora.
  • [«È innegabile [...] che in Russia Putin goda di un notevole sostegno»] Credo sia molto importante ricordarsi che questa popolarità supposta del signor Putin non è mai stata verificata e confermata da un’elezione libera e democratica, contro dei veri oppositori.
  • Il regime di Putin non è al potere grazie al popolo russo, non ha un mandato democratico ricevuto dal popolo. È per questo che sempre più persone scendono per le strade a protestare contro il regime. È il solo modo per esprimersi, per opporsi al Governo: non abbiamo delle vere elezioni, tutti i canali televisivi sono controllati dallo Stato, il Parlamento è solo di facciata, non c’è una vera opposizione. Chi si oppone a Putin finisce in prigione.
  • La storia di questi ultimi due secoli ci insegna che l'unico modello in grado di garantire sviluppo, benessere ed una dignitosa vita umana è quello che si fonda sul rispetto dello stato di diritto, sulla piena libertà politica e sul rispetto dei diritti di ogni individuo. Questo è il modello della "democrazia liberale" inviso a Putin che ha trasformato la Russia da una democrazia imperfetta com’era, in una perfetta dittatura.
  • Le forze sovraniste e l’estrema destra europea stanno dando qualcosa a Putin che gli mancava da tempo: una nuova legittimazione internazionale.
  • Non so esattamente che cosa Salvini ammiri del Presidente Putin: forse le centinaia di prigionieri politici o il fatto che il più importante leader dell’opposizione, Boris Nemtsov, sia stato ucciso a pochi metri dal Cremlino?
  • Putin sarà il nuovo presidente. È al potere da 18 anni. 18 anni! C’è un’intera nuova generazione di russi nati sotto Vladimir Putin. Coloro che andranno ora a votare per la prima volta sono proprio quelli nati sotto Putin. Certo, quando oggi si parla di elezioni in Russia bisogna mettere la parola "elezioni" tra virgolette: non hanno nulla a che vedere con una vera procedura democratica.
  • Tutta l'ideologia anti-europea, anti-liberale ed anti-occidentale di Putin è anacronistica e sbagliata. La Russia da sola potrà essere soltanto, ben che vada, un "junior partner" del colosso cinese.

Garri Kasparov modifica

  • Aiuti nucleari all'Iran, tecnologia missilistica alla Corea del Nord, equipaggiamento militare a Sudan, Myanmar e Venezuela, amicizia con Hamas: così Putin ripagava l'Occidente per aver taciuto per otto anni sulla questione dei diritti umani in Russia.
  • Ciò che l'Europa ha da offrire sono piuttosto commissioni e tempistiche indefinite, pretendendo in cambio trasparenza e riforme dolorose. Putin offre denaro sonante e tutto ciò che vuole in cambio è la tua libertà e la tua anima.
  • Fino a pochi anni fa Putin non ha avuto bisogno di ricorrere a nessuna ideologia per depredare la Russia e consolidare il potere. L'unica idea che ispirava la sua cerchia si può riassumere nella frase "Rubiamo insieme": la struttura governativa serviva a far confluire i denari pubblici nelle tasche di chi esercita il potere. Con il deteriorarsi della situazione economica, tuttavia, Putin ha dovuto leggere fino in fondo il manuale del perfetto dittatore alla ricerca di nuovi pretesti con cui giustificare il suo ruolo di leader supremo.
  • L'ascesa di Vladimir Putin e del suo clan di San Pietroburgo è stata definita machiavellica, ma se ne trova una raffigurazione migliore nelle imprese di don Vito Corleone. La tela di tradimenti, i segreti, il confine indistinto tra affari, governo e crimine: è tutto descritto alla perfezione nei libri di Puzo. [...] leggendo Puzo si ha una visione più precisa del governo Putin: una rigida gerarchia, estorsioni, intimidazioni, un'immagine da duro, una sfilza di provvidenziali decessi tra gli oppositori, l'eliminazione dei traditori, il codice d'onore e di omertà e, soprattutto, la missione di far fluire i ricavi in continuazione. In altre parole: una mafia.
  • Per sette anni, dall'elezione di Putin fino al momento dell'assassinio di Litvinenko, i leader occidentali provarono a cambiare il Cremlino con parole gentili e condiscendenza. Pensavano di poter integrare Putin e il suo clan nel sistema di mercato regolare e onesta diplomazia del mondo libero. Invece accadde il contrario. Il Cremlino non avrebbe cambiato i suoi standard, ma li avrebbe imposti al resto del mondo. La mafia corrompe tutto ciò che tocca e barattare i diritti umani oggi comincia a sembrare accettabile. Come beneficio aggiuntivo, Putin e i sui compari ricevettero il marchio di legittimità dai leader e dalle aziende occidentali rendendo quegli stessi leader e aziende complici dei loro crimini.
  • Poiché da oltre dieci anni faccio di tutto, anche con i miei editoriali, per mettere in guardia dalla vera natura di Putin e dalle sue mire, mi secca non poco constatare che tanti politici americani, e così potenti, giungono alle mie stesse conclusioni solo quando non sono più in carica. Eppure nei loro libri non una riga è dedicata ad analizzare quale diversa strategia avrebbero potuto usare per incidere sulle azioni di Putin, quando ancora avevano il potere per farlo. Non si prende mai in considerazione l'ipotesi che gli Stati Uniti avrebbero potuto minacciare di isolare Putin, di emarginare lui e i suoi amici miliardari, di usare il bastone dopo avergli lasciato pappare tutte le loro carote.
  • Purtroppo Putin, come tutti gli autocrati moderni, disponeva, e dispone ancora oggi, di un'arma che la leadership sovietica non si sarebbe neanche sognata: un profondo legame compromissorio, economico e politico, con il mondo libero. Decenni di scambi commerciali avevano generato una ricchezza mostruosa, che le dittature come quelle russa e cinese usano per edificare sofisticate infrastrutture autoritarie all'interno del paese e per esercitare pressioni in politica estera. Pensavamo, ingenuamente, che il mondo libero avrebbe sfruttato quelle relazioni socioeconomiche per liberalizzare gradualmente gli Stati autoritari. In realtà, sono stati gli Stati autoritari a diffondere il loro sistema corrotto all'estero e inasprire la repressione in patria abusando di quell'apertura e dell'interdipendenza economica.
  • Putin non è un ideologo. Lui e i suoi soldati hanno accumulato ricchezze spaventose e la minaccia di non poterne usufruire liberamente in Occidente sarebbe per loro devastante. A differenza dei loro predecessori sovietici, Putin e i suoi alleati non si accontentano di una limousine ultimo modello e di una bella dacia sul mar Nero. Vogliono governare come Iosif Stalin ma vivere come Roman Abramovič, il caro amico di Putin che ha speso una fortuna per comprare una famosa squadra di calcio inglese e svariati yatch grandi quanto un campo di calcio. Gli oligarchi di Putin viaggiano in tutto il mondo e custodiscono le loro ricchezze all'estero, e questo dà ai governi occidentali una leva di potere consistente, se soltanto avessero il coraggio di usarla.
  • Putin [...] non sa che farsene del popolo russo, soprattutto dei giovani istruiti. Lui e la sua giunta hanno trasformato il paese in un petrol-Stato, e le esportazioni di risorse naturali su un mercato globale insaziabile non necessitano di imprenditori o di manager, per non parlare di scrittori e professori.
  • Quando Putin divenne presidente nel 2000 non figurava nessun russo nella lista di Forbes dei miliardari di tutto il mondo. Nel 2005 ce n'erano trentasei e nel 2008 erano saliti a ottantasette, più di Germania e Giappone messi insieme, in un paese in cui il 13% dei cittadini vive al di sotto della soglia di povertà, con 150 dollari al mese. Putin e i suoi simpatizzanti all'estero usavano quelle cifre per pubblicizzare la crescita del Pil russo, ma era come calcolare la temperatura media di tutti i pazienti di un ospedale.
  • Se Putin gode di tanto consenso popolare, perché non ci sono elezioni libere e regolari e una stampa indipendente? Perseguitare blogger e arrestare un manifestante che ne sta in piazza con un cartello anti-Putin non mi pare sia il comportamento tipico di un governante popolare.

Elena Kostjučenko modifica

  • Come Hitler e Mussolini, Putin sostiene che amare il nostro Paese ci obblighi a diventare assassini, a sostenere il fascismo.
  • Non somigliava per niente a El'cin: era giovane, atletico, aveva gli occhi chiari. Gli occhi erano l'unica cosa della sua faccia che ti restava in mente. La voce aveva una particolarità: pareva sempre a un passo dal diventare un ringhio. In compenso, quando Putin sorrideva, tutti quelli che gli stavano intorno sembravano felici. Mia madre non aveva votato per lui. È del Kgb, diceva. Io sapevo cos'era il Kgb: nella nostra scala abitavano due agenti. Persone sospettose in modo maniacale, che bevevano come spugne e non salutavano mai. Non avevamo legato.
  • Quando Putin è arrivato al potere, i cittadini russi si sono semplicemente accontentati che non fosse né anziano, né alcolista. Le aspettative erano molto basse. Inoltre, non bisogna dimenticare che la propaganda putiniana investe risorse illimitate al fine di apoliticizzare la maggioranza della popolazione. Le votazioni e le elezioni in Russia si sono trasformate in una specie di rituale in cui si pone una crocetta, ma la realtà è che elezioni libere nel mio Paese non esistono più da molto tempo.

Andrej Kurkov modifica

  • Putin è un dittatore, i suoi soldati delle locuste che divorano il Paese senza alcun diritto [...].
  • Putin sta distruggendo la cultura e la lingua russa ovunque.
  • Vorrebbe diventare il rifondatore dell'impero russo. Del presente non gli importa nulla, la Russia può essere distrutta, i russi morire, a lui interessa solo l'eredità storica.

Nicolai Lilin modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Da giovane, e anche nei primi anni della sua presidenza, parlava spesso di portare in Russia il modello di democrazia occidentale. Un progetto che ha presto accantonato perché, da vero russo, ha sentito quella corda intima che c'è nella nostra cultura: la richiesta di autoritarismo. [...] Abbiamo ereditato dai bizantini l'idea che siamo la terza Roma e che non ce ne sarà una quarta. Il popolo vuole lo zar e Putin lo ha capito. (16 ottobre 2020)
  • Putin parla con gli oligarchi e non può fare altrimenti. In Russia, si può arrivare al potere solo in due modi: ottenendo l'appoggio delle famiglie degli oligarchi oppure facendo come i comunisti, massacrando, giustamente o ingiustamente, milioni di persone. (16 ottobre 2020)
  • Alcuni ritengono che Putin voglia ricostruire l'Unione sovietica, ma non è così. Lui non è un sognatore come Gorbačëv (che infatti si è fatto abbindolare da tutti). Putin non è un sognatore, è molto freddo e logico. La sua visione geopolitica si rifà soprattutto agli interessi del sistema economico che lui mantiene e dal quale è mantenuto. (16 ottobre 2020)
  • Putin ha sbagliato nel condurre una politica interna che ha allontanato la Russia dal binario della democrazia del modello occidentale. Ha scelto la via dell'impero e abbiamo visto com'è finita. Da una parte c'è una setta di ortodossi che l'ha proclamato santo e dipinge icone con la faccia di Putin. Credono infatti che sia stato mandato dal cielo per combattere l'Anticristo. Dall'altra ci sono quelli che dicono che ha rovinato tutto. Io non credo a nessuno dei due. Io ritengo che all'epoca in cui Putin è diventato presidente si dovesse prendere una decisione. Era un momento difficile però lui l'ha fatto. (16 ottobre 2020)
  • Putin è una cartuccia sparata, non cambierà più. L'unico modo per la Russia di salvarsi, se lui davvero la ama, è quello di cominciare a preparare qualche sostituto, più giovane e più energico. E, soprattutto, meno legato agli olicarchi. (16 ottobre 2020)
  • Il modello a cui si rifà è un modello imperiale, messianico, il suo modello è Alessandro III. Forse all'inizio ha pensato di avvicinarsi alle democrazie occidentali, non certo a un vero Stato liberale, ma si muoveva in quel senso. Poi ha prevalso l'idea di tornare all'Impero, si è trasformato quasi in un personaggio shakespeariano. (26 marzo 2022)
  • Sono moltissimi quelli che non la penseranno come Putin. E i più dovranno pernsarlo in silenzio. Ma non si può pensare che Putin cada per una rivoluzione, i russi hanno già provato le rivoluzioni e temono più di tutto il caos. Se ci sarà un cambiamento partirà all'interno del sistema. (26 marzo 2022)
  • In lui c’è stato un cambiamento incline anche verso il male, il potere non ha migliorato quest’uomo, sicuramente lo ha danneggiato dal punto di vista umano. (28 marzo 2022)

Jonathan Littell modifica

  • Fisicamente, Putin è un uomo di bassa statura e certamente gli anni dell’infanzia, trascorsa nella Leningrado post bellica, devono essere stati molto duri per lui. Sicuramente gli hanno insegnato questa lezione: se sei piccolo di statura, colpisci per primo, colpisci forte e continua a colpire. I ragazzi più grandi e grossi impareranno a temerti, e saranno loro a fare un passo indietro. È una lezione che ha imparato a memoria. La spesa militare degli Usa nel 2021 è stata di circa 750 miliardi di dollari, quella complessiva di tutti i paesi europei non è arrivata ai 200 miliardi, e quella della Russia si è attestata intorno ai 65 miliardi di dollari. Eppure, Putin riesce a spaventarci molto di più di quanto non riusciamo a spaventarlo noi. Ha dalla sua il vantaggio di lottare come un topo spinto nell’angolo, non come i nostri ragazzi grassocci e indolenti, allevati a Coca-Cola, Instagram e 80 anni di pace in Europa.
  • Ho studiato a lungo il linguaggio di Adolf Hitler e ritrovo lo stesso meccanismo in Putin, quello di un dittatore narcisista che trasferisce le proprie paure e le proprie insicurezze sulla storia. La sua persona diventa un fatto storico.
  • Putin deve la sua esistenza alla guerra; se sopravvive e prospera ancora oggi, lo deve alla guerra. Ma adesso una guerra, ce lo auguriamo, servirà finalmente ad annientarlo.
  • Putin sembra addirittura credere alla sua stessa propaganda, quando si tratta dell’Ucraina. Credeva davvero che gli ucraini avrebbero accolto i «liberatori» russi a braccia aperte? Che si sarebbero arresi senza colpo ferire? Se così stavano le cose, si è sbagliato di grosso. Gli ucraini combattono, e benché inferiori per numero e armi, combattono con tutta l’anima. Insegnanti, impiegati, casalinghe, artisti, studenti, dj e drag queen, tutti imbracciano i fucili e sparano ai soldati russi, molti dei quali sono semplici ragazzi che non hanno la minima idea di che cosa sono andati a fare in quel posto.
  • Putin si è convinto che siamo deboli, almeno se messi di fronte al suo concetto di forza. Anche perché per anni si è allenato sulle debolezze dei Paesi occidentali. Le ha coltivate, le ha studiate. Non mi ha mai convinto l’ipotesi della paranoia, a mio avviso è stato un leader lucidissimo nelle sue mosse.
  • Tornai in Cecenia come operatore umanitario allo scoppio del secondo conflitto. Nel febbraio del 2000, trascorsi una serata in quella regione in compagnia di Sergey Kovalev, il grande paladino russo dei diritti umani, e gli rivolsi la domanda che era sulle labbra di tutti: chi era questo nuovo presidente sconosciuto? Chi era Putin? Ricordo ancora, a memoria, la risposta di Kovalev: «Giovanotto, vuoi sapere chi è Vladimir Putin? Vladimir Putin è un tenente colonnello del Kgb. E sai chi è un tenente colonnello del Kgb? Un signor nessuno».
  • Vladimir Putin in tutti questi anni ha giocato sul filo dell’ambiguità unita a un tentativo di normalizzazione. Una volta si è preso un pezzetto di territorio nel silenzio dell’Occidente, un’altra volta ha osato con la guerra ibrida, un’altra ancora è stato accusato di aver violato i diritti umani senza che questo diventasse un problema di tutti. Ogni volta, sui media occidentali, le mosse di Putin restavano un fatto confinato nella Russia, ma il nodo è che i diritti sono un problema di tutti.

Aleksandr Val'terovič Litvinenko modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Putin sa di essere un criminale di guerra e, ovviamente, teme di finire sul banco degli imputati per le malefatte che ha compiuto. (22 gennaio 2004)
  • Se Putin disponesse delle prove della colpevolezza di Maschadov in relazione [all'attentato a Mosca del 2004], allora certamente verrebbero presentate al pubblico. Poiché ciò non è stato fatto, significa che i vertici della Federazione Russa semplicemente non dispongono di queste prove e a Putin non resta che mentire. (7 febbraio 2004)
  • Nei cinque anni del suo governo Putin ha detto solamente una cosa giusta, che l'URSS si è sfaldata perché lui è stato un incapace, e qui è necessario aggiungere che incapace lo è stato perché quella era un'enorme prigione di popoli, proprio come lo è oggi la Federazione Russa. (6 settembre 2004)
  • La Russia ha di che inorgoglirsi: il suo Presidente Putin non è soltanto sommergibilista, aviatore, allevatore di cani esperto ed il migliore amico di tutti i bambini. È anche un armatore: è di sua proprietà il megayacht "Olimpia", che rientra nella classifica dei cento megayacht più grandi al mondo. (10 giugno 2005)
  • Quando ho incontrato Putin per la prima volta ed ho parlato con lui, il mio fiuto operativo mi ha suggerito che fosse robaccia della peggior specie, di quelle che oggi abbondano sui tavoli dei controlli passaporti, alla dogana e per la Tverskaja all'imbrunire. L'incontro con Putin, quando era ancora direttore dell'Fsb, mi ha lasciato nell'animo un'impressione di ribrezzo, e allora ho preso dentro di me la decisione che da Putin e da quelli come lui, qualunque sia la posizione che occupano, occorra tenersi quanto più distante possibile, come successivamente ho fatto. (10 giugno 2005)
  • Il principale merito del governo settennale di Putin è che nel Paese governato dal Kgb viene deprezzata pienamente la vita umana, oggi la vita umana in Russia non vale proprio un bel niente. (30 marzo 2006)
  • Dopo che lo sconosciuto Putin, in un modo del tutto incomprensibile, è apparso all'apice del potere russo, ho iniziato a indagare molto attentamente e a fondo su ogni fase della sua crescita professionale. Ed ecco cosa sono riuscito a scoprire da chi conosceva bene Putin durante i suoi studi al Kai [Istituto della bandiera rossa Andropov].
    Si è scoperto che Putin non è stato portato all'intelligence straniera perché è stato accertato che soffre di pedofilia. Come hanno detto persone esperte, non hanno appreso immediatamente di questo disturbo sessuale, ma poco prima di diplomarsi al Kai. Naturalmente, non c'era abbastanza tempo per studiare Putin, e la leadership del Kai aveva paura di riferire ai vertici che gli ufficiali del personale non avevano ispezionato, e nelle profondità dell'intelligence sovietica, è apparso la parola "pedofilo". (5 luglio 2006)
  • Subito dopo la sua nomina come direttore dell'Fsb, Putin ha iniziato a cercare materiale compromettente raccolto su di lui nei servizi speciali e a distruggerlo, preparandosi così alla futura presidenza. È chiaro che, essendo il direttore dell'Fsb, non ha avuto particolari problemi con la distruzione di prove compromettenti su se stesso. A quel tempo, Putin ha trovato video nel dipartimento della sicurezza dell'Fsb, dove i čekisti sono riusciti a registrare il loro futuro capo nel momento in cui faceva sesso con ragazzi minorenni. (5 luglio 2006)
  • Certo, non puoi credermi e dici che Putin non può essere un pedofilo, perché è un padre di famiglia esemplare e sua moglie e i suoi figli lo adorano. Tuttavia, se ricordiamo la sanguinosa storia di uno dei maniaci più crudeli del nostro tempo, Andrej Čikatilo, che, per soddisfare la sua lussuria, uccise 53 bambini, così la moglie del maniaco Čikatilo, come la moglie del presidente russo, ha sempre affermato che suo marito era un padre di famiglia esemplare, amava e si prendeva cura dei suoi figli. (5 luglio 2006)
  • Caro signor Putin, Lei ha dimostrato di non aver rispetto per la vita, per la libertà o per i valori civili.
    Lei ha dimostrato di essere indegno del suo ufficio.
    Di essere indegno della fiducia degli uomini e delle donne civili. Potrà riuscire a mettere a tacere un uomo, ma il fragore delle proteste da tutto il mondo, signor Putin, rimbomberà nelle sue orecchie per il resto dei suoi giorni.
    Che Dio vi perdoni per quello che avete fatto, non solo a me, ma all'amata Russia. (20 novembre 2006)

Sergej Medvedev modifica

  • Indubbiamente gli storici del futuro scopriranno come e quando l'Ucraina si è impadronita dell'immaginazione paranoica di Putin. È successo nel 2004, al tempo della prima rivoluzione Maidan, quando le "rivoluzioni colorate" divamparono attorno al perimetro dell’Impero? Oppure è stato durante il secondo Maidan, nel 2013? O era dovuto a qualche trauma infantile sconosciuto? O alla gelosia adulta di un marito respinto e disprezzato? Qualunque cosa fosse, il fatto è che per Putin gli ucraini sono diventati quello che gli ebrei erano per Hitler: una spina nella sua visione dell'universo. Tutti i suoi saggi pseudo-storici dell'anno precedente, tutti i suoi commenti amari, il suo ribollente disprezzo e odio per l'Ucraina, testimoniano il fatto che aveva deciso "di risolvere finalmente la questione ucraina". Nello sterminio dell'Ucraina, che sta avvenendo davanti ai nostri occhi, Putin sta seguendo gli ordini del suo padre spirituale, Žirinovskij, che lanciava facilmente bombe nucleari nei suoi discorsi incendiari.
  • Putin ha restituito alla Russia uno dei suoi principali archetipi: la guerra. È salito al potere come "il presidente della guerra" e non ha abbandonato l'argomento per nemmeno un solo anno del suo governo. La sua improvvisa nomina a primo ministro, il 9 agosto 1999, coincise con l'attacco a sorpresa al Daghestan da parte dei combattenti ceceni due giorni prima. Poi ci fu una serie di misteriose esplosioni in condomini a Mosca, Volgodonsk e Bujnaksk, nel sud della Russia, nel settembre 1999, che uccisero oltre 300 persone e ne ferirono altre 1.700. Un'altra esplosione è stata evitata in un condominio a Rjazan', ma questa è stata poi descritta come "solo un'operazione dell'Fsb". I terroristi ceceni furono accusati degli attacchi, ma ci sono teorie che suggeriscono che dietro gli attacchi ci fossero l'Fsb e Putin personalmente, e che Putin volesse aumentare la sua reputazione come protettore della nazione in vista delle elezioni presidenziali del 2000, così come rafforzare il ruolo dell'Fsb e giustificare una nuova guerra in Cecenia.
  • Tutto quello che aveva cercato di creare, tutta questa borghesia delle città degli ultimi trent’anni, questi 20 milioni che si erano uniti alla civiltà globale, è finito. La guerra di Putin è una manifestazione di questo fallimento. La Russia di Putin non ha creato una società civile, la democrazia non ha messo radici lì. Invece, ha ricreato un enorme Stato Leviatano, che ha schiacciato tutti i germogli della democrazia.

Aleksej Naval'nyj modifica

  • Ho preso parte alle indagini sul mio stesso avvelenamento e abbiamo dimostrato, con tanto di prove, che è stato Putin, impiegando i Servizi di sicurezza federali russi, a mettere in piedi questo tentativo [...]. E questo sta facendo impazzire quel ladruncolo chiuso nel suo bunker: il fatto che tutto questo sia venuto alla luce.
  • Io l'ho offeso mortalmente sopravvivendo a un attentato alla mia vita ordinato da lui [...]. L'ho offeso mortalmente sopravvivendo, grazie a persone buone, grazie ai piloti e ai medici. E a quel punto gli ho provocato un'offesa ancora più grave: non mi sono andato a nascondere, non ho cominciato a vivere sotto protezione in un bunker – più piccolo – che mi potessi permettere.
  • Non ha mai partecipato a un dibattito, non ha mai fatto una campagna elettorale. L'omicidio è il solo modo che conosce per combattere [...]. Resterà nella storia soltanto come un avvelenatore. E tutti ricorderemo Alessandro il Liberatore e Jaroslav il Saggio. Bene, adesso avremo Vladimir l'Avvelenatore di mutande. È così che rimarrà alla storia [...].
  • Per me è la persona che ha fondato nel mio Paese un sistema corrotto che ne impedisce lo sviluppo e che voglio distruggere.

Boris Nemcov modifica

 
Putin con Boris Nemcov nel 2000
  • A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà.
  • A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina.
  • [«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»] Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse.
  • La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere.
  • Obama crede nella libertà e nello stato di diritto. Putin nel denaro, negli affari e nel potere.
  • Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere?

Gleb Pavlovskij modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Putin è un personaggio sovietico che non ha tratto lezioni dal crollo della Russia. Vale a dire, ha imparato delle lezioni, ma molto pragmatiche. Capì l'avvento del capitalismo in modo sovietico. A tutti noi è stato insegnato che il capitalismo è un regno di demagoghi, dietro i quali si celano grandi somme di denaro, e dietro a questo una macchina militare che aspira a controllare il mondo intero. Penso che Putin avesse in testa un'immagine molto chiara e semplice, non come ideologia ufficiale, ma come una forma di buon senso. Il suo pensiero era che in Unione Sovietica eravamo degli idioti; avevamo cercato di costruire una società giusta quando avremmo dovuto fare soldi. Se avessimo guadagnato più soldi dei capitalisti occidentali, avremmo potuto semplicemente comprarli, o avremmo potuto creare un'arma che loro non avevano. Questo è tutto. Era un gioco e abbiamo perso, perché non abbiamo fatto alcune cose semplici: non abbiamo creato la nostra classe di capitalisti, non abbiamo dato ai predatori capitalisti dalla nostra parte la possibilità di svilupparsi e divorare i predatori capitalisti dalla loro.
  • Putin non è un cinico. Pensa che l'uomo sia un essere peccatore, che sia inutile cercare di migliorarlo. Crede che i bolscevichi che cercarono di creare persone giuste e benpensanti fossero semplicemente degli idioti, e non avremmo dovuto farlo. Abbiamo sprecato molti soldi ed energie e allo stesso tempo abbiamo cercato di liberare altre nazioni. Perché farlo? Non ne abbiamo bisogno.
  • L'idea di Putin è che dovremmo essere capitalisti più grandi e migliori dei capitalisti stessi, ed essere più consolidati come Stato: dovrebbe esserci la massima unità tra Stato e imprese. Un sistema bipartitico come negli Stati Uniti? Meraviglioso, avremo anche quello. Putin ha lavorato per molti anni affinché ciò accadesse. Anche se ammette di non aver avuto successo, penso che sia ancora ciò che vuole, anche se si rende conto che è un compito molto più grande di quanto immaginasse.
  • Putin non crede che esista una vera competizione tra i partiti politici in Occidente. Per lui è un gioco, come una partita di golf in un circolo privato: un giocatore è leggermente più forte, l'altro è leggermente più debole, ma in realtà non esiste una vera competizione. Lo immagina com'era nella Repubblica Federale Tedesca dopo la guerra, sotto la guida di Konrad Adenauer. Ci sono due partiti, uno dei quali ha il potere, e il secondo aspetta, forse a lungo. I socialdemocratici hanno aspettato, credo, dal 1945 al 1970. È una sorta di sistema a partito e mezzo. Putin ha sempre detto che in futuro l'opposizione prenderà il potere e noi dobbiamo essere pronti per quel momento. Con l'essere pronti intendeva dire che dobbiamo essere sia qui che là, cioè controllare entrambe le parti.
  • Ho incontrato Putin nell'estate del 1998, poco prima che diventasse capo dell'Fsb e poco prima che si verificasse un default nel paese. [...] Non era molto impressionante o espressivo, se così posso dire. L'ho davvero perso tra gli altri funzionari governativi dell'amministrazione. Non era una figura brillante. Cercava sempre di restare all'ombra e restava in silenzio per la maggior parte del tempo.
  • Putin è stato nominato primo ministro, il che significa che sarebbe diventato presidente. Ma doveva essere eletto per diventare presidente, e questo era il nostro compito. [...] Nella primavera di quell'anno abbiamo condotto un'indagine sociologica sul tema delle paure delle persone. Inoltre, volevamo sapere come le persone immaginano i loro eroi. Abbiamo chiesto agli intervistati quali fossero le star del cinema e i loro attori preferiti. Questa era una valutazione di ruoli diversi. Abbiamo chiesto degli attori che hanno interpretato Lenin, Stalin, Pietro il Grande. Davanti a tutti gli altri, in modo del tutto inaspettato, abbiamo avuto un attore che interpretava Stirlitz, che era un ufficiale dell'intelligence sovietica, che lavorava in organizzazioni di alto livello in Germania. Ha interpretato un perfetto ufficiale tedesco, vestito in modo eccellente e molto educato. Era un ufficiale dell'intelligence sovietica e si è scoperto che la gente lo preferiva. [...] Ci siamo resi conto che abbiamo bisogno di un ufficiale dell'intelligence giovane, forte e potente.
  • All'inizio a Putin è stato chiesto di agire in modo più rude. Era un uomo più educato. Dicono che fosse una cortesia da Leningrado. Gli abitanti di Leningrado, che oggi è conosciuta come San Pietroburgo, si sono sempre considerati più eloquenti, più educati degli abitanti di altre città. Era uno di quegli educati residenti di Leningrado. Non riusciva a parlare in modo sgarbato, quindi gli è stato chiesto di comportarsi in modo ancora più sgarbato, e sembrava che gli piacesse imparare varie tecniche e varie tecnologie. Gli piaceva viaggiare sui carri armati, sugli aerei e sui sottomarini. Ha dimostrato di essere giovane e forte. Non dobbiamo dimenticare che tutto accadeva sullo sfondo del vecchio e debole Eltsin. Questo contesto è molto importante. Senza di esso, Putin non farebbe la stessa impressione.
  • Penso che abbia iniziato a pensare che tutto possa essere manipolato. Qualsiasi tipo di stampa, qualsiasi programma televisivo è tutto incentrato sulla manipolazione. È tutto pagato da qualcuno. Questa è una brutta eredità che ha ricevuto. E quando seguendo quei canali televisivi, i canali televisivi liberali, hanno iniziato a criticarlo, ha deciso che anche questo era un ordine di qualcuno, che fosse una guerra contro di lui, e avrebbe accettato la sfida. Allora non comprendevamo l'eredità che avevamo ereditato dal periodo precedente: essenzialmente ci eravamo corrotti.
  • In Occidente lo ha detto più di una volta: "Comprendiamo che queste pubblicazioni sulla vostra stampa non sono casuali" e parla della propria esperienza. Sta parlando del modo in cui agisce, della sua tecnica.
  • Negli anni '70 ho incontrato molti investigatori del Kgb che mi hanno perseguitato. Ho trascorso del tempo in prigione. Ma non ho visto un investigatore che assomigliasse a Putin. È molto flessibile dentro. Può cambiare. Se ha la sensazione che tu sia irritato, cambierà immediatamente. Inizierà a cercare il modo giusto per avvicinarsi a te e lo farà molto facilmente.
  • Putin ammirava sinceramente Bush. Posso dirtelo con assoluta certezza. Guardava Bush Jr. come io guardavo Putin, con ammirazione. Questo è stato un modello per lui, il modello di un presidente che ha accettato la sfida e ha iniziato una grande guerra sulla scena mondiale. A Putin questo piaceva ed era pronto a essere un alleato. [...] Putin è rimasto ferito dal fatto di non essere stato capito da Bush, e la situazione è peggiorata dopo l'Ucraina. "L'Ucraina è più preziosa per te della Russia?! Ero pronto a fare qualsiasi cosa. Ero pronto ad aderire alla Nato, e tu stai intrigando con l'Ucraina?!" Credo che Putin la vedesse così. E da allora ha perso interesse per Bush.
  • In Ucraina Putin era estremamente popolare. Era più popolare in Ucraina che in Russia. Se si fosse candidato alla presidenza dell'Ucraina, sarebbe stato eletto immediatamente a stragrande maggioranza. Gli ucraini non volevano entrare in guerra. Per loro la Cecenia è stata un trauma. Quando hanno visto Beslan, hanno smesso di avere un'alta stima di Putin.
  • È stata una scelta difficile per lui lasciare l’ufficio di presidente. Non lo volevo e lo ammiravo mentre lo faceva. Mi ha completamente ingannato in quel preciso momento, perché in quel preciso momento credevo completamente che fosse un uomo repubblicano, un uomo della Costituzione.
  • Non aveva nemici. Non c'era nessuno che potesse agire in modo consolidato. Dopo le elezioni poteva riunire tutti. Non l'ha fatto. Ha fatto esattamente il contrario. Ha iniziato a creare conflitti: questo caso delle Pussy Riot; un conflitto che aveva a che fare con il divieto di adottare bambini russi da parte di cittadini americani dopo la legge Magnitskij. Ogni volta che chiedeva che il parlamento prendesse le decisioni con voto unanime, allora si trattava di un Putin diverso. Questo era un Putin senza fiducia in se stesso, un Putin che soffriva di un trauma.
  • Ma guardi che Putin non è mica una figura poi così importante nella nostra politica... [...] È importante l’élite che lo circonda. Putin è diventato un anello di troppo del sistema che ha creato: così lo vede oggi il suo entourage. Persone che sono dove sono grazie a lui, e che hanno ancora bisogno di lui per avere legittimità. Ma che ultimamente non hanno visto alcun aiuto da parte sua. Perché Putin oggi non risolve nulla e non gestisce nulla. Solo, controlla attentamente che nessun altro prenda il suo posto.
  • In realtà, non gli piace molto lavorare. Soprattutto, non gli piace il lavoro politico spicciolo. Ha sempre tralasciato la routine del governare. Per questo in Russia più in alto sali per la "verticale", maggiore è il caos organizzativo che trovi. Si gestisce solo l’immagine del potere, tutto il resto è fuori controllo.
  • Il "mito di Putin" un tempo è stato forte, ma è ormai debole e invecchiato. Non esiste più nella sua forma precedente. La gente non gli crede, quando oggi promette misure di supporto a disoccupati e piccole aziende in crisi. Non è facile misurare il grado di malcontento nella popolazione, perché non esiste una rappresentanza politica, manca quindi il canale attraverso cui esplicitarlo. Ma penso proprio che il mito sia finito e non possa rinascere. Lo stesso Putin non ci conta più.
  • Sembra che comandi solo lui, ma è un errore. Un tempo andavo molto fiero del fatto che eravamo riusciti a creare la sensazione che Putin governasse tutto nel Paese. Era un teatrino politico necessario, perché il paese era assai nostalgico di una vera leadership, e non era stato governato per quasi dieci anni visto che Boris Eltsin non era molto versato in quel senso. Perciò con il passar del tempo si è capito che la tesi “Putin decide tutto” è molto comoda perché toglie l’ansia e oscura la visione di quello che succede davvero. Lui decide molte cose. Ma è chiaro che ci sono anche forze indipendenti ormai dal governo, grosse corporazioni e banche, centri di potere alternativi.
  • Il fenomeno di Putin non si ripeterà. È stata una eccezione nata in tempi disperati come la Russia di fine anni Novanta. Dopo, verrà un Putin collettivo, sotto forma di una direzione collegiale, che parcellizzerà il potere.

Anna Stepanovna Politkovskaja modifica

  • Con Putin la Russia sta recuperando i peggiori valori sovietici, come il brutale fondamentalismo stalinista.
  • Diventato presidente, Putin – figlio del più nefasto tra i servizi segreti del Paese – non ha saputo estirpare il tenente colonnello del KGB che vive in lui, e pertanto insiste nel voler raddrizzare i propri connazionali amanti della libertà. E la soffoca, ogni forma di libertà, come ha sempre fatto nel corso della sua precedente professione.
  • In Russia, Putin e il suo popolo hanno dato la loro benedizione a qualcosa che nessun paese, che non sia totalitarista, può approvare: una corruzione fondata sul sangue, migliaia di vittime che non suscitano stupore né protesta, un esercito corroso dall'anarchia militare, uno spirito sciovinista in seno all'apparato di governo spacciato per patriottismo, una retorica sfrenata dello stato forte, un razzismo anticeceno ufficiale e popolare con metastasi che si estendono ad altri popoli della Russia.
  • La Russia sta per precipitare in un abisso, scavato da Putin e dalla sua miopia politica.
  • Per me Putin è una funzione, non una persona. Riguardo a questa funzione ho delle esigenze molto semplici: un presidente deve operare per far diventare il suo paese migliore e più prospero. Ma da noi non è successo niente del genere. Moralmente, la Russia di Putin è ancora più sporca di quella di Eltsin, è una discarica di immondizia coperta di rovi.
  • Perché ce l'ho tanto con Putin? Per tutto questo. Per una faciloneria che è peggio del ladrocinio. Per il cinismo. Per il razzismo. Per una guerra che non ha fine. Per le bugie. Per i gas nel teatro Dubrovka. Per i cadaveri dei morti innocenti che costellano il suo primo mandato. Cadaveri che potevano non esserci. Io la penso così.
  • Personalmente non è che non mi piaccia Putin, è che non mi piace ciò che sta facendo. Lui deve mantenere la pace, è un suo dovere costituzionale. Invece continua la guerra nel Caucaso, con migliaia di morti non solo ceceni, ma anche russi. Gli attentati non possono cessare. Putin deve smetterla con questa guerra suicida e mettersi a trattare anche con quelle persone che non gli piacciono.
  • Putin è un camaleonte. Se gli torna utile sarà dei vostri, altrimenti vi darà battaglia. Sa mettersi nei panni di chiunque, e molti ci cascano. Persino una parte di quegli onestissimi attivisti si è bevuta il suo trasformismo e, nonostante un approccio diametralmente opposto alla realtà, si è sciolta al suo cospetto.
  • Putin ha dimostrato più volte di non comprendere il concetto stesso di dibattito. E tanto meno quello di «dibattito politico»: chi sta sopra non discute con chi sta sotto, e se chi sta sotto si permette di farlo diventa un nemico. Se Putin si comporta in questo modo non lo fa perché è un tiranno e un despota congenito, ma perché così gli è stato insegnato. Queste sono le categorie che gli ha inculcato il KGB e che lui stesso ritiene ideali, come ha più volte dichiarato. Perciò, non appena qualcuno dissente, Putin si limita a chiedergli di «piantarla con gli isterismi». Per questo rifiuta i dibattiti pre-elettorali: non sono il suo ambiente, non è capace di parteciparvi, non sa reggere un dialogo. La sua arte è quella del monologo, il suo schema quello militare: da basso rango ero costretto a non fiatare? Ora che sono in cima alla scala parlo, anzi monologo, e che gli altri fingano d'essere d'accordo con me. Un "nonnismo" ideologico che talvolta – come nel caso di Chodorkovskij – si risolve nell'allontanamento e nell'eliminazione dell'avversario.
  • Putin ha scelto di fondare il proprio potere su piedi d'argilla, gli oligarchi, cassando dal suo schema la gente comune. Putin lega con i miliardari che si sono spartiti le riserve di petrolio e di gas e dichiara guerra al resto della popolazione, che non conta nulla. Mosca e le province sono come il Sole e la Terra. Il Sole significa calore, luce, vita. La Terra gira attorno al Sole. Orbite diverse, diversi percorsi.

Il'ja Ponomarëv modifica

  • Dovete capire che, come molti rappresentanti delle élite russe post-sovietiche, Putin non è né di destra né di sinistra, né liberale né conservatore. È ideofobico. È una persona molto opportunista e scaltra, pronta ad adattarsi a qualsiasi idea gli si presenti intorno e a utilizzarla a proprio vantaggio. Questa è una caratteristica molto comune all’interno dell’attuale classe dirigente russa, che però la sfrutta principalmente per arricchirsi. Per Putin, invece, è diverso: tale assenza di legami ideologici è all’origine del suo successo. Bisogna, inoltre, riconoscere che è un individuo molto capace, brillante, direi anche molto talentuoso dal punto di vista tattico. Come tattico, prende sempre decisioni poco ortodosse e molto azzardate. Ma quando si tratta di strategia, non ne ha. Ed è per questo che strategicamente fallisce. Un esempio perfetto è l’annessione della Crimea nel 2014 che tatticamente gli ha dato un grande vantaggio, ma strategicamente ha portato a un grande disastro. E la stessa cosa è accaduta nel febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina.
  • È un mafioso, un bullo, ha bisogno di prevalere, mostrare di essere il maschio dominante. E non è un pazzo come vuole far credere, ma manipola tanto i russi, con la presunta minaccia costituita dalla Nato, quanto i leader dell’Occidente, con quella nucleare. E credo sia più un cleptocrate che un imperialista, come molti sostengono. È pronto a distruggere vite e economie per assicurarsi la sottomissione alle sue regole.
  • Putin mi ha fatto sapere che voleva neutralizzarmi. Io non ho mai accettato di lasciare la Russia, hanno aspettato che fossi in viaggio per lavoro e non mi hanno più permesso di rientrare.
  • [Putin vuole] restaurare l’Unione Sovietica senza niente di sovietico né di socialista, perché Putin è, ovviamente, anticomunista, ciò che ha in mente è una sorta di “Unione di Repubbliche sovrane slave” facendo leva anche sul sentimento nostalgico russo.

Petro Oleksijovyč Porošenko modifica

  • Il potere di Putin non risiede nel potere del suo esercito — lo dimostriamo ogni giorno che combattiamo l'invasione russa. Piuttosto, risiede nella sua capacità di bullizzare, manipolare e ricattare gli altri.
  • La mia regola è che non fidarti di Putin e non avere paura, tutto quel che promette non accade mai. Non farà mai un passo verso di te. Non fidarti e non avere paura. Se hai paura, hai perso.
  • La più grande debolezza di Putin sta nel fatto che pensa in termini di sfera di interessi. Nessuna apertura. Nessuna concorrenza leale. Vuole una sfera di influenza. Questo è il suo sogno. Odia l'idea di avere solo la Crimea o solo il Donbass. Ha bisogno anche adesso dell'intera Ucraina. Vuole rinnovare Yalta e la sfera d'influenza russa ai confini di Yalta.
  • Non vede le linee rosse nei diritti umani, nella democrazia, nello stato o nella legge, o nelle relazioni di buon vicinato. Acquisizione territoriali dai paesi vicini, questa è la logica di Putin.
  • Ovunque parlino russo, lui pensa sia Russia. E che la gente sia pronto ad accoglierlo coi fiori. Ma oggi nessuno lo applaudirebbe: gli ucraini hanno avuto 14mila morti, non accettano provocazioni.
  • Putin non è una persona normale, non si vede solo a capo d’una nazione: si crede a metà fra un imperatore e Dio.
  • Vladimir Putin non è il diavolo. È soltanto un imperatore che vuole inglobare il mio Paese senza neanche chiedere un parere al mio popolo.
  • Voglio ringraziare Putin perché nel 2013, prima della mia presidenza, il numero di ucraini che sostenevano l'adesione dell’Ucraina alla Nato era del 16%. Oggi è il 68%.

Domenico Quirico modifica

  • Aveva assorbito tutto quello che noi avevamo insegnato, intendeva sfruttare fino in fondo quello che avevamo permesso e la nostra avidità. Ci aveva osservato con attenzione: sapeva che per ingannarci bastava indossare le vesti di scena per lo spettacolo che ci convinceva. Cercavamo complici servili, non democratici orgogliosi.
  • Noi lo abbiamo creato, accettato, lusingato perché eravamo consapevoli, fino a cinque mesi fa, che non ci era estraneo. Anzi. Pensavamo che al momento giusto, quando ha iniziato ad alzare la voce, avremmo saputo parlargli, addomesticarlo. Aleggiava solo una vaga angoscia, parlavamo la stessa lingua e ci avrebbe ascoltato perché non poteva in fondo negare di assomigliarci. Altro che democrazie contro autocrazia. Ci disprezza ma solo perché è certo di averci superato in cinismo e brutalità.
  • Noi lo abbiamo creato. Per sbarazzarcene dovremo innanzitutto cambiare noi stessi.

Christian Rocca modifica

  • C'è ancora chi non ha capito che i baffetti hitleriani delle mille caricature di Putin sono una fotografia perfettamente realista del dittatore che ha infuocato l'Europa. C'e ancora chi non ha capito chi è e che cosa vuole Putin, nonostante lui lo dica chiaramente, perché mille sono ancora i distinguo stravaganti, i «sì, ma» e le altre scemenze giustificazioniste del despota che si sentono in giro.
  • Le fonti intellettuali dell'attacco di Putin all'Occidente sono il totalitarismo cristiano di Il'in, l'eurasiatismo di Gumilëv e il neonazismo di Dugin. Lo strumento è Internet.
  • Putin ha scatenato la sua offensiva globale contro la democrazia rappresentativa, contro i diritti civili, contro l'Unione Europea, contro gli Stati Uniti, contro la Nato. E, così, la guerra in Georgia, l'invasione dell'Ucraina, l'annessione della Crimea, i cyber attacks agli Stati baltici, i finanziamenti ai leader estremisti, i patti politici con i partiti populisti, le campagne omofobiche, il sostegno al despota Bashar al-Assad in Siria, la fabbricazione di fake news, comprese quelle di Stato diffuse in inglese dalla tv RT, la scuderia di hacker informatici, la protezione di WikiLeaks e di Edward Snowden, i tentativi di manipolazione dei processi elettorali nel Regno Unito, in Germania, in Francia, in Italia e ovviamente in America, più qualche avvelenamento a Londra, sono tutti elementi della stessa strategia di diffusione del caos e di russizzazione dell'Occidente che sfrutta le debolezze della società aperta, abusa delle innovazioni tecnologiche americane e approfitta della mollezza del mondo libero.
  • Putin vuole cancellare la democrazia liberale perché la democrazia liberale è l'arma di mobilitazione popolare più micidiale a disposizione dei suoi connazionali interessati a combattere la cosca mafiosa di trafficanti e di oligarchi che si è installata al Cremlino.
  • Quello di Putin è un intento strategico palese, non segreto, esplicitato in tanti discorsi in russo, in tante interviste in inglese, in tante invasioni militari in Cecenia, in Georgia, in Ossezia, in Crimea e nel Donbas, per non parlare della Siria, in tanti omicidi o tentati omicidi politici di giornalisti, di oppositori, di ex amici e di dissidenti, in tante retate di militanti democratici, in tante ingerenze nei processi elettorali dell'Occidente libero, e in tanti petrorubli con cui ha corrotto i partiti politici e contribuito a diffondere il caos per smantellare l'Europa con la Brexit, a indebolire la Nato con quel fesso di Donald Trump e a giocare a briscola con l'Italia dei suoi groupies del popolo a Cinquestelle e in t-shirt celebrativa della propria dabbenaggine.

Russia. Il complotto del KGB modifica

  • Il giorno che Putin divenne primo ministro della Russia, a Patrušev venne affidata la direzione dell'FSB. Chi lo conosceva intimamente sostenne che Putin non aveva avuto altra scelta, in quanto Patrušev era in possesso di materiale compromettente su di lui.
  • Il parlamento deve approvare con urgenza una legge che proibisca a tutti coloro che hanno prestato servizio e che ancora operano in agenzie per la sicurezza dello stato di occupare posti elettivi o dello stato per i prossimi venticinque anni; la legge dovrà inoltre obbligare tutti coloro che hanno occupato e che occupano posti nelle agenzie per la sicurezza ad andare in pensione a una data prefissata, insieme a una commissione istituita specificamente per questo scopo. Questo decreto del parlamento deve potersi applicare anche all'attuale presidente della Russia ed ex capo del KGB Vladimir Vladimirovič Putin.
  • Putin merita senza dubbio il titolo di "tiranno", perché ha distrutto le radici iniziali dell'autogoverno in Russia con i suoi primi decreti, ed esercita ora una forma di trasparente dittatura arbitraria, che i russi chiamano bespredel (alla lettera, "illimitata"). Putin è perfettamente descritto alla voce "tiranno" del Dizionario enciclopedico sovietico del 1989: "Un governante il cui potere si basa su decisioni arbitrarie e sulla violenza".

Massimo Luigi Salvadori modifica

  • [Su Vladimir Putin e Silvio Berlusconi] Ciò che li lega è sicuramente l'insensibilità verso le procedure democratiche, e poi vi è la simpatia profonda tra due personaggi che condividono il piacere di un potere svincolato dall'ascolto di una società che abbia a cuore il rispetto dei diritti personali e collettivi.
  • Credo si possa definire come l'espressione, indubbiamente abile quanto cinica, di una concezione statalistico accentatrice che governa in maniera di fatto autoritaria, la società civile russa, la quale vive in una condizione di pluralismo limitato e fortememente controllato dall'alto.
  • Nelle relazioni con il resto del mondo, Putin può contare su due elementi di forza: il primo, è il fatto che egli ha risollevato sul piano internazionale la Federazione Russa, dando al sistema politico una forte stabilità. Il secondo fattore, che è strettamente collegato al primo e che riguarda in particolare i rapporti tra Mosca e l'Unione Europea, risiede nel fatto che la Russia è la grande fornitrice di una risorsa preziosa, come quella energetica, di cui è enormemente ricca. Grazie alla stabilità interna, Putin può farsi garante di forniture energetiche, gas e petrolio, di cui l'Europa, e non solo essa, ha gran bisogno.

Matteo Salvini modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Farei cambio tra Renzi e Putin domattina, altro che dittatore. (18 ottobre 2014)
  • Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin! (18 ottobre 2014)
  • Lo ammiro per le idee chiare, la fermezza, il coraggio, l'interventismo e una visione della società basata su punti cardine che condivido. (9 dicembre 2015)
  • Ho sempre ritenuto sbagliate le sanzioni contro la Russia. Putin ha il nostro sostegno per toglierle anche perchè so bene che la Russia ama il made in Italy e con queste sanzioni ci stiamo rimettendo miliardi di fatturato. (9 dicembre 2015)
  • Se è considerato un dittatore mi fa sorridere. Le dico solo che quest’anno la Russia crescerà più dell’Italia. (27 marzo 2017)
  • Di Putin apprezzo l’operato. E mi sembra che la stessa posizione la abbiano Marine La Pen e François Fillon, il Berlusconi di Francia. Eppoi come non dimenticare che anche Renzi ha chiesto di togliere le sanzioni. Fra qualche giorno scopriremo che il ministro Alfano vorrà andare da Putin. (27 marzo 2017)
  • Noi siamo a fianco degli aggrediti, c'è Putin che ha aggredito e Zelensky che è aggredito. È il caso di dirlo, per dire basta alle polemiche stucchevoli. (2 marzo 2022)
  • Putin, fino all'aggressione, è stato incontrato e omaggiato da tutti i leader politici nazionali ed europei. Ricordo ancora gli onori con cui lo accolsero Conte e Di Maio. Ma posso citare Berlusconi, Letta, Renzi... Ora c'è una guerra in cui è chiaro a tutti chi è l'aggressore. (10 marzo 2022)

Michail Šiškin modifica

  • Il crimine di Putin è nell'avere avvelenato gli uomini con l'odio.
  • La banda criminale di Putin ha preso in ostaggio l'intero Paese e ha cominciato a costruire la propria Russia, a sua immagine e somiglianza. Per vent'anni si sono investiti milioni non nella sanità, nell'istruzione e nelle infrastrutture, ma in yacht, ville e club calcistici all'estero. Però la colpa della miseria e della disperazione, come afferma la tv, è dell'Occidente, dell'America.
  • La Russia di Putin è irrespirabile, puzza tremendamente di stivale poliziesco. Sotto gli occhi di tutti il mio paese si sta trasformando in una dittatura fascista.

Timothy Snyder modifica

  • A differenza di tutti i leader stranieri con cui ha a che fare, non conosce le lingue straniere. Non sa niente dell'Ucraina, il che è interessante. Pensa di sapere tutto; non sa niente. E la sua comprensione dell'Ucraina si basa sull'idea che non è realmente un luogo, e se sembra che lo sia è dovuto a cospirazioni straniere.
  • La Seconda Guerra Mondiale è un elemento del mito storico dell’innocenza russa e della grandezza perduta di Putin: la Russia deve godere del monopolio del vittimismo e della vittoria.
  • Nella sua mente, gli ucraini sono russi che amano gli occidentali. Devono essere corretti con la forza – “puliti” o “sputati fuori”.
  • Per comprendere la rivolta di Putin contro gli Stati Uniti non bisogna sentirsi in colpa per la politica americana; non bisogna credere di essere responsabili di tutto, perché non lo siamo; non bisogna negare il libero arbitrio a lui o ai russi, perché loro ce l'hanno. Si tratta di comprendere il fallimento della politica interna di Putin e il suo riconoscimento che ciò di cui ha bisogno è una sorta di spettacolo permanente che provenga dalla politica estera e che gli europei e gli americani glielo forniranno sempre.
  • Per Putin un "fascista" o un "nazista" è semplicemente qualcuno che si oppone a lui o al suo piano di distruggere l'Ucraina. [...] Chiamare gli altri fascisti pur essendo fascisti è la pratica putinista per eccellenza.
  • Putin arrivò al potere con l'idea fondamentale che la Russia potesse essere trasformata in una sorta di stato di diritto. Il termine che usò era "dittatura della legge". Si rese presto conto che non era così, o almeno che lui non era la persona giusta per realizzarlo, e passò a un diverso programma di governo, che prevedeva non l'eliminazione dell'oligarchia, ma l'essere il massimo oligarca, che è una differenza fondamentale. Potrebbe sembrare uguale perché rastrella e imprigiona le persone comunque, ma diventare il massimo oligarca, diventare il capo dei capi, trasformare lo stato nel più importante clan mafioso, è molto diverso che ripulire le stalle.
  • Putin è un dittatore che controlla i media del suo Paese. E se le cose vanno male, gli basta cambiare argomento. [...] L’ultima volta che la Russia ha invaso l’Ucraina, nel 2014, i suoi media hanno cambiato argomento sulla Siria da un giorno all’altro, e i russi lo hanno seguito.
  • Putin ha bisogno che i russi credano che le elezioni siano sempre un circo, una farsa e un falso, perché se i russi credessero che anche le elezioni britanniche, quelle tedesche e quelle americane siano false, non si preoccuperebbero del fatto che le loro stesse elezioni lo siano.
  • Putin governa in una realtà virtuale dove c’è sempre una via di fuga. Non può essere messo in un angolo in Ucraina, perché l’Ucraina è un posto reale.
  • Putin non è lungimirante. Geopoliticamente sta consegnando il suo paese alla Cina.
  • Putin non ha alcun idea del motivo per cui l'Unione Sovietica è crollata. Tutta la sua storia sul perché l'Unione Sovietica è caduta è una assurdità totale. La storia che raccontano è che gli americani volevano che accadesse e perciò è successo, il che a) non siamo così potenti, e b) [...] la nostra politica nel 1991 era quella di tenere unita l'Unione Sovietica; non era per farlo crollare. Ma visto il modo in cui vede il mondo, è tutta una questione di potere. Non avrebbe potuto avere importanza che in Lituania o in Ucraina le persone avessero idee sull'Unione Sovietica. Non avrebbe potuto avere importanza che ci fossero legittimi disaccordi all'interno di Mosca. Niente di tutto ciò ha importanza. È solo una questione di potere e gli americani hanno mostrato la loro potenza.
  • Tribalizza la storia della Seconda Guerra mondiale: è lui il nazista e lo sa.

Vladimir Georgievič Sorokin modifica

  • Il 24 febbraio l'armatura dell'"autocrate illuminato" che Vladimir Putin aveva indossato negli ultimi 20 anni si è rotta ed è andata in pezzi. Il mondo ha visto un mostro, impazzito nei suoi desideri e spietato nelle sue decisioni. Il mostro era cresciuto gradualmente, guadagnando forza di anno in anno, marinando nella propria autorità assoluta, aggressività imperiale, odio per la democrazia occidentale e malizia alimentata dal risentimento generato dalla caduta dell'URSS. Adesso l'Europa dovrà fare i conti non con l'ex Putin, ma con il nuovo Putin che ha gettato via la maschera di "partnership commerciale" e di "collaborazione pacifica". Con lui non ci sarà mai più pace.
  • In Russia si è sprofondati in un inverno politico con la salita al potere di Putin. Negli ultimi anni il ghiaccio è diventato man mano sempre più duro. Ora il freezer-Putin funziona a pieno regime: per raggiungere temperature ancora più basse l'attuale fornitura di energia non basta più. Come potrà continuare a funzionare? Nessuno lo sa. Nemmeno Putin.
  • Ho incontrato molti ammiratori di Putin in Germania, dai tassisti agli uomini d'affari e ai professori. Un anziano partecipante alla rivoluzione studentesca del Sessantotto ha confessato:
    "Mi piace molto il vostro Putin!"
    "E perché esattamente?"
    "È forte. Dice la verità. Ed è contro l'America. Non come le lumache che abbiamo qui."
    "E non ti dà fastidio che in Russia c'è una corruzione mostruosa, non ci sono praticamente né elezioni né tribunali indipendenti, l'opposizione viene distrutta, le province sono impoverite, Nemcov è stato assassinato e la tv è diventata propaganda?"
    "No. Questi sono affari interni. Se i russi accettano tutto questo e non protestano, significa che a loro piace Putin."
    Logica ferrea. L'esperienza della Germania negli anni '30 non sembra aver insegnato nulla a tali europei.
  • Lui non segue un'ideologia. Ha molti modelli: gli zar ma anche Stalin, Brezhnev, Andropov. Da ognuno coglie una sfumatura diversa. La base su cui fa affidamento, tuttavia, resta la piramide del potere russo così come fu creata nel Medioevo: una struttura al cui vertice è il sovrano protetto dalle sue guardie armate. E in basso non ci sono cittadini ma sudditi.
  • Per Putin la vita stessa è sempre stata un'operazione speciale. Dall'ordine oscuro del Kgb apprese non solo il disprezzo per le persone "normali", da sempre una forma di materia sacrificabile per lo stato-Moloch sovietico, ma anche il principio fondamentale del čekista: non una sola parola di verità. Tutto deve essere nascosto, classificato. La sua vita personale, i parenti, le abitudini: tutto è sempre stato nascosto, invaso da voci e speculazioni.
  • Per quanto riguarda l'impero, quello che sta cercando di costruire Vladimir Putin è un impero di straccioni: un fenomeno pericolosissimo nel XXI secolo.
  • Putin ha dichiarato che il crollo dell'Urss è stata la più grande catastrofe del XX secolo. Per tutti i sovietici lucidi il suo crollo fu una benedizione; era impossibile trovare una sola famiglia che non fosse stata colpita dalla ruota rossa delle repressioni staliniste. Milioni di persone furono annientate. Decine di milioni furono avvelenati dai fumi del comunismo – un obiettivo irraggiungibile che richiedeva sacrifici morali e fisici da parte dei cittadini sovietici. Ma Putin non è riuscito a superare l'ufficiale del Kgb dentro di sé, l'ufficiale a cui era stato insegnato che l’Urss era la più grande speranza per il progresso dell'umanità e che l'Occidente era un nemico capace solo di corruzione. Lanciando la sua macchina del tempo nel passato, era come se tornasse alla sua giovinezza sovietica, durante la quale si era sentito così a suo agio. A poco a poco costrinse anche tutti i suoi sudditi a tornare lì.
  • Putin odia l'Ucraina e gli ucraini in modo patologico, perché hanno scelto un percorso democratico di sviluppo. Il futuro invece del passato. E in Ucraina tutti parlano russo. È un modello in scala ridotta della Russia. Ma non autoritario. Ai russi potrebbe venir voglia di copiarlo. L'esistenza del "modello ucraino" provoca paura e odio, in Putin.
  • Se Putin mi ascoltasse, gli direi: non puoi costruire un impero coi ladri. Ma sarebbe un discorso inutile visto che è lo stesso potere a essere corrotto.
  • Sono successe molte cose negli ultimi 20 anni. Il volto del presidente della Federazione Russa si è trasformato in una maschera impenetrabile, che irradia crudeltà, rabbia e malcontento. Il suo principale strumento di comunicazione sono diventate le bugie: bugie piccole e grandi, ingenuamente superficiali e altamente strutturate, bugie in cui sembra credere lui stesso e bugie in cui non ci crede. I russi sono già abituati alla retorica piena di menzogne ​​del loro presidente. Ma ora ha abituato anche gli europei a quelle bugie. Ancora un altro capo di un paese europeo vola al Cremlino per ascoltare, attraverso la loro tradizionale porzione di fantastiche bugie (ora seduti ad un enorme tavolo totalmente paranoico), per annuire, per dire che "il dialogo si è rivelato abbastanza costruttivo" in una conferenza stampa, per poi volare via.

Vittorio Strada modifica

  • Dopo il pangermanesimo, il panslavismo, il panarabismo, Vladimir Putin ha inventato il panrussismo. E con questa strategia imperiale l'Occidente è chiamato a fare i conti. [...] L'interpretazione corrente e diffusa è che Vladimir Putin voglia ricostituire l'Unione Sovietica. Si tratta di una interpretazione semplicistica e approssimativa. Il fatto stesso che Putin faccia riferimento esclusivamente all'elemento nazionale russo dimostra che si tratta di una ideologia diversa da quella sovietica.
  • Il primo, grande successo è che Putin ha portato la Russia tra le potenze mondiali di primo rango, subito dopo gli Stati Uniti, e al livello della Cina.
  • Ordine e stabilità erano stati i pilastri del suo "patto" con i russi, il fondamento della sua legittimazione popolare, sin da quando Eltsin lo spinse avanti. Ordine e stabilità sono i valori più sentiti oggi dai russi: tutti i più recenti sondaggi indicano chiaramente che in testa a tutti i valori che erano stati indicati - libertà, democrazia....- la stragrande maggioranza dei russi poneva ordine e stabilità, oltre al miglioramento della situazione economica e delle condizioni di vita.
  • Per lui la Russia non è soltanto l'etnia di un'unica razza, bensì comprende tutte le etnie che compongono l'attuale Federazione. Più volte ed esplicitamente, il leader del Cremlino ha messo in guardia contro un nazionalismo russo esclusivo. Per lui, l'elemento russofono è il "fratello maggiore" di una comunità di popoli, di etnie, che compongono, per l'appunto, l'attuale Federazione. In questo senso, anche gli ucraini (ucrainofoni) potrebbero far parte di questa "famiglia allargata". Anche da questo nasce la violenta polemica scatenata dalla leadership putiniana contro i nazionalisti ucraini antirussi.
  • Può piacere o meno, ma sta di fatto che oggi la Russia da lui guidata ha una capacità di azione internazionale, politica ed economica notevolissima.
  • Putin viene visto come l'uomo che ha fatto uscire la Russia da una situazione di inferiorità che prima aveva avuto. E poi, ognuno vede in Putin ciò che vuole: l'uomo d'ordine, quasi l'uomo "qualunque", "uno dei nostri", vicino al cittadino. In questa ottica, la sua mancanza di carisma risulta essere agli occhi dell'elettore medio, non particolarmente politicizzato, un elemento vincente. A ciò si aggiunge la vecchia tendenza. fortemente radicata nella Russia pre rivoluzionaria e ulteriormente rafforzatasi nella Russia sovietica, dell'uomo forte, dell'uomo che può difendere il Paese da tutti i pericoli e garantire un minimo di sicurezza e di prestigio.
  • Sotto Putin, il regime "ibrido" - autoritarismo di sostanza e democrazia di facciata - ha raggiunto una indubbia stabilità, tanto è vero che alcuni autorevoli analisti non parlano più di post-sovietismo ma di neo-sovietismo.
  • Un uomo di stabilità e di transizione, in una fase di sviluppo della Russia post-comunista. Un politico indubbiamente capace che ha risolto alcuni problemi e ne ha aperti altri.

John Sweeney modifica

  • Alla fine degli anni novanta, Putin descrisse il comunismo come un "vicolo cieco, lontano dalla corrente della civiltà". Il suo disprezzo per il comunismo è sincero. Ma, naturalmente, questo non significa che Putin abbia abbracciato la democrazia o le sue componenti essenziali che devono per forza accompagnarla: controllo da parte di una stampa libera, libertà di parola, tolleranza della parodia e dell'umorismo. Putin, invece, selezionò una serie di idee che si coagulavano e divennero la sua bussola: ultranazionalismo; odio per l'altro; disprezzo per una stampa libera e la libertà di parola; intolleranza di parodia e di umorismo; valori sociali profondamente conservatori; un mercato non-libero assoggettato al potere politico; una riverenza per "gli organi", il Kgb e i suoi predecessori dagli acronimi pasticciati (la Čeka, il Gpu, l'Ogpu, l'Nkgb, l'Nkvd, l'Mgb) e le loro propaggini (l'Svr, l'Fsb). Senza esprimerlo chiaramente, senza alcun annuncio, Putin era un fascista russo.
  • Che Putin finisca avvelenandosi è un finale degno di Shakespeare.
    Fortuna, gira la tua ruota.
  • Continuo a ripetere ai miei amici ucraini: un altra Russia c'è. Il problema è che le alternative a Vladimir Putin sono o morte o non molto vive.
  • Il Putin che avevo sfidato nel 2014 era un uomo diverso, sottile, flessibile, disposto a confrontarsi con un reporter della Bbc rompiscatole, sebbene solo per mentire così tranquillamente. Il Putin del 2022 era iperagressivo. Ma a spaventarmi era qualcos'altro. Il Putin che incontrai nel 2014 sembrava un furetto o un rettile, dal volto affilato, magro. Il Putin del 2022 sembra un criceto, con le guance gonfie, malaticcio. Ha l'aspetto di un uomo che prende gli steroidi, e ciò mi riempì di paura.
  • In carne ed ossa, Vladimir Putin è impeccabilmente vestito, molto basso e un sosia per un Auton, i mostri raccappricciantissimi di Doctor Who che si trasformano in cassonetti, ti mangiano in un sol boccone e ti sputano in forma di plastica. La sua chirurgia cosmetica non è una pubblicità ideale per Botox, ma se arrivi ad essere il padrone del Cremlino nessuno ti dirà che il tuo lavoro in pelle fa schifo.
  • In Russia, ai nemici di Putin non è permesso di avere una vita privata. Sappiamo tutto su ciò che fanno in camera da letto. Ma nessuno sa i fatti semplici di Vladimir Putin. Quanti figli ha? Con chi? E sono per caso straordinariamente ricchi?
  • L'Unione sovietica non poteva permettersi di sfamare, fornire alloggio o prendersi cura della sua gente, così cominciò ad implodere. Putin, il poliziotto segreto a Dresda, non comprese mai appieno la potenza di questi tre fallimenti [la guerra in Afghanistan, il disastro di Černobyl' e il collasso dell'economia pianificata]. La sua tragedia – la nostra tragedia – è che non disponeva di una conoscenza di prima mano delle tre catastrofi. Era troppo alto nella scala gerarchica della polizia segreta per essere inviato a Černobyl'; troppo pateticamente basso per essere mandato al crepuscolo della guerra fallimentare in Afghanistan; figuriamoci i carnai urbani dell'Occidente dove avrebbe visto le prove schiaccianti di come la gente comune viveva molto meglio in New Jersey o New Brighton nel Wirral che a Mosca, per non parlare di Omsk o Tomsk. Non vide mai la prova comparativa del fallimento economico sovietico con i propri occhi o, se lo fece, era troppo indottrinato per capire ciò che vedeva.
    Invece, dalle viscere della Stasilandia, arrivò a interiorizzare un'oscura assurdità, che il collasso del suo paese era dovuto all'inganno dell'Occidente e al tradimento interno, invece del semplice fatto che l'Unione sovietica aveva esaurito i fondi, l'autostima e lo scopo. Era uno stato fallito, proprio come lo divenne la Germania del Kaiser dopo che lanciò la propria stupida guerra nel 1914. Come Hitler nel 1923, dal 1991 in poi, Putin respirò una finzione velenosa, che il suo paese subì un torto, che "fu accoltellato alla schiena". In realtà, si sgretolò perché era stato un errore, si era pugnalato da solo di fronte, tre volte di seguito.
  • La comprensione di Putin del mondo è di un'angustia esasperante, bloccata in una deprimente visuale ristretta, intrappolata in una falsa narrativa di tradimento. Dichiarò una volta che la caduta dell'Unione sovietica fu "la più grande catastrofe geopolitica del ventesimo secolo".
    Cosa?
    Peggio della Prima e della Seconda guerra mondiale? Peggio dell'Olocausto? L'Unione sovietica, in realtà, era un'oscura dittatura totalitaria sotto Stalin che si tramutò lentamente in una tetra senilità.
  • La Russia non sopporta a lungo il fallimento. La mia impressione è che Putin non controlla bene gli apparati del Cremlino come faceva all'inizio del 2022. E che gli apparati del Cremlino non obbediscono più al loro padrone come prima. Comincia a somigliare al mago di Oz. Aspettiamo solo che il cagnolino apra il sipario, e l'impostore rimpicciolito che urla in un megafono sarà rivelato a tutti.
  • La storia ricevuta degli oltre due decenni di Putin al potere era quella della sua tolleranza verso un sistema mostruosamente corrotto. Il patto con gli oligarchi era che potevano tenersi gran parte della loro fortuna purché rendessero omaggio e decime al padrone del Cremlino. E dovevano tenere il naso fuori dalla politica, altrimenti... Ma questa descrizione cela ciò che sta veramente succedendo. Putin sta rubando la ricchezza della Russia, di grosso, personalmente, ma non può farsi vedere mentre lo fa – psicologicamente, detesta l'idea di essere colto in fallo – così incarica dei delegati di rubare al suo posto. È vero, gli oligarchi emersero dal disastro dell'implosione dell'Unione sovietica e dall'incompetenza da alcolista di Boris El'cin. Ma con El'cin fuori gioco, un nuovo presidente aveva l'opportunità di privare gli oligarchi delle loro oscene e illecite ricchezze e ricominciare da zero. Invece, Putin cementò il sistema oligarchico perché si adattava meglio alla sua bramosia segreta di ottenere le cose che per diritto appartenevano ad altri.
  • Non sappiamo tutta la storia, e probabilmente non la sapremo mai. Ma sappiamo che Vladimir Putin presenta molteplici caratteristiche di uno psicopatico: mentire agevolmente senza tic; dominanza spavalda; esternalizzazione della colpa; vita agiata inspiegabile.
  • Putin è un attore razionale dentro un bunker così profondo, così privo di luce e d'informazioni, che sta manovrando le leve senza capire come reagisce il mondo moderno, senza capire che alcune delle sue leve quantomeno non stanno più funzionando, senza capire che invadere i paesi in pace è ciò che fecero i nazisti.
  • Putin plasma la sua immagine pubblica all'ennesima potenza. Lascia perdere il finto sole che splende dietro Kim Jong-un, il despota lardoso della Corea del Nord, o le stelle di Hollywood che venerano il capo della Chiesa di Scientology. Il culto della personalità di Putin è il più ricco, il meglio finanziato di tutto il mondo. [...] Per me, sembra che questo sia un uomo che ha avuto un'infanzia non eccezionalmente triste o priva d'amore, che teme le beffe e di essere deriso, che vuole mostrare al mondo di essere padrone di tutto ciò che vede, ma dà l'impressione di essere un ragazzino in cerca di vendetta. Ma poi, non sono io il pubblico di riferimento.

Nadežda Tolokonnikova modifica

  • Abbiamo un leader sociopatico da così tanto tempo, che la differenza si nota. Putin è un tipo che non mostra emozioni umane, uno di cui non sappiamo niente. Passa il tempo a nascondersi.
  • Putin è un dittatore pericoloso e va fermato, è ovvio. Non è pericoloso solo per le persone del suo Paese, è un pericolo per la pace globale.
  • Ora Putin non teme più l'opposizione interna o la pressione internazionale. Non nasconde più di essere un mostro.

Elena Tregubova modifica

  • Circondandosi soltanto di quei giornalisti che può comprare, Putin ha finito per riprodurre erroneamente in tutto il mondo le regole che esistono nella sua "fortezza" del Cremlino. In realtà, il presidente russo è semplicemente incapace di credere che nei normali Paesi civilizzati i giornalisti siano davvero indipendenti, e che pongano domande diverse da quelle scritte loro sul blocchetto dal suo responsabile dell'uficio-stampa.
  • Durante l'incontro con l'intelligencija locale il candidato alla presidenza Vladimir Putin proclama che il sesso è una forma di perversione.
    Le cose andarono così: rispondendo alla domanda di un intellettuale siberiano che gli chiedeva la sua opinione sulla censura televisiva, Putin dichiarò che «la società deve rifiutare tutto quello che è legato al sesso, alla violenza e alle altre forme di perversione».
    Quella sera, mentre mi accingevo a scrivere il servizio, mi telefonò in camera la mia collega Malkina: «Senti, Elena, è meglio che non la citi quella dichiarazione di Putin sul sesso. Altrimenti gli fai proprio fare la figura dell'idiota».
    «Perché la cosa ti preoccupa tanto? Adesso lavoriamo per l'ufficio-stampa del presidente, io e te?»
    «Be', capisci, ha chiesto di non scriverlo...» ha balbettato la Malkina.
    «A me non ha chiesto niente nessuno» ho tagliato corto.
    Un minuto dopo il telefono ha suonato di nuovo. Questa volta era il capo del protocollo del presidente: «Elena, mi scusi se la disturbo, ma la Malkina mi ha suggerito di consigliare a tutti i giornalisti di non citare le parole di Vladimir Vladimirovic... quelle sul sesso... Non farebbero una buona impressione...».
  • I giornalisti occidentali mi chiedono di continuo: «Ma perché il vostro Putin è così terrorizzato dalla stampa libera?».
    Viene subito in mente la risposta più banale: Putin è il miglior frutto del KGB, per il quale un giornalista indipendente, per definizione, non era altro che la "voce del nemico". Non bisogna dimenticare, infatti, che l'uomo ora alla guida dello stato russo è entrato da giovane, per propria scelta consapevole, nel KGB, organo che a quei tempi eliminava fisicamente i dissidenti del Paese.
  • Il guaio principale di Putin è che lui stesso non sa ciò che vuole. Non ha nessun programma economico, nessuna strategia di riforme, e nemmeno un'idea precisa di che tipo di Paese vorrebbe per l'immediato futuro. La sua tattica politica (che per l'economia dei mezzi è anche una strategia) si limita a un'unica formula: mantenere il potere a ogni costo.
  • Mi resi conto che era semplicemente un geniale "riflettore", che rimandava come uno specchio l'immagine del suo interlocutore, in modo da indurlo a credere di essere come lui, "uno dei nostri". In seguito dovetti notare più volte questo suo fenomenale talento, soprattutto in occasione degli incontri con i capi degli Stati occidentali di cui voleva assicurarsi il favore. Ci sono certe fotografie ufficiali che documentano bene il suo approccio: invece del presidente russo e di quello americano, per esempio, vediamo, sorridenti, seduti uno di fronte all'altro, due Bush. O, invece del cancelliere tedesco e del presidente russo, ecco due Schroeder. Almeno per qualche momento Putin riesce a copiare con spaventosa precisione la mimica, il modo di guardare, ma addirittura la forma delle guance, il doppiomento e certi tratti del viso dei suoi interlocutori e a imitare le loro espressioni. Per di più lo fa con tale abilità che quelli non se ne accorgono in modo cosciente, ma ne subiscono evidentemente gli effetti.
  • Nel "pool del Cremlino" giravano gli aneddoti più vari sui tentativi di Putin di accarezzare i bambini.
    Sembra che nell'ospedale infantile di Petrozavodsk, Putin, invece di consolare un piccolo con le stampelle perché era finito sotto una macchina, gli abbia detto: «Be', così imparerai a rispettare le regole!».
    Non stupisce che poi la bambina che Putin aveva intenzione di baciare, si sia sottratta al suo abbraccio, balbettando tra le lacrime: «Paura...».
    Questi episodi i giornalisti non potevano evidentemente descriverli ai loro lettori, pena l'immediata perdita dell'accredito.
  • Putin è completamente l'opposto di Eltsin. È freddo. E del tutto privo del dono della compassione. Cosa che dovrebbe significare la morte per un politico pubblico. È persino incapace di immaginare che cosa sia, la compassione: come ha fatto a non capire che non era il caso di continuare a mangiare spiedini in compagnia dei suoi fedeli giornalisti in villeggiatura mentre gli uomini del sottomarino Kursk stavano morendo, ma che doveva tornare di corsa a Mosca per dimostrare al Paese che gli era vicino? Come ha fatto a non rendersi conto che andando a trovare all'ospedale giovani soldati mutilati a causa della guerra in Cecenia, non c'era bisogno di dare consigli da Generalissimo, ma era il caso semplicemente di chiedere loro scusa per avere fomentato quella carneficina? O, nelle peggiori delle ipotesi, ringraziarli per averti salvato il culo nelle retrovie, coprendoti con il loro corpo? O, ancora, come si può in visita a un ospedale pediatrico durante la campagna elettorale, ammonire un bambino ferito in un incidente stradale: «Così non violerai più le regole?».
  • Una cosa mi stupisce sempre quando penso a Putin: ma è possibile che quest'uomo voglia davvero che la sua presidenza venga ricordata soltanto come un periodo di disgusto, di noia e disperazione? Un periodo di rappresaglia contro i giornalisti, di ripresa della repressione nel Paese, di omicidi ed emigrazioni per ragioni politiche? [...] Ma è possibile che tu non abbia voglia di entrare nella storia per qualcosa di buono? Nonno Eltsin la sua bella missione, anche se parzialmente, l'ha portata a termine: ha dato al Paese la possibilità di respirare un po' di libertà, anche se non per molto. Chapeau. Tu, invece, sei stato capace solo di chiuderci di nuovo l'ossigeno. Perché? A che scopo?
  • Una dote di Putin che mi aveva sinceramente impressionata era stata la sua abilità di comunicatore. Anche se avevo facilmente riconosciuto le classiche modalità di relazione di stampo professionale, tipiche dei servizi, devo dire che Putin le interpretava nel migliore dei modi. Non so come – se con la mimica, con l'intonazione, con lo sguardo – ma nel procedere della conversazione riuscì a darmi l'impressione di parlare con una persona con la mia stessa formazione e i miei stessi interessi. Anche se non c'era alcun motivo logico per presupporlo, e anzi, la realtà dei fatti indicava che era una persona del tutto opposto a me.

Liz Truss modifica

  • Abbiamo a che fare con un disperato interlocutore-canaglia senza alcun interesse per le norme internazionali.
  • I leader come Putin hanno rifiutato l'opportunità di cambiare perché temevano di perdere il controllo. Invece hanno preso i soldi del petrolio e del gas e li hanno usati per consolidare il potere e guadagnare influenza all'estero.
  • Se Putin dovesse avere successo, ci saranno indicibili, ulteriori sofferenze in tutta Europa e terribili conseguenze in tutto il mondo. Non ci sentiremmo mai più al sicuro.

Julija Tymošenko modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Prenderei io stessa l'Avtomat [arma automatica] e sparerei in fronte a questo stronzo... (18 marzo 2014)
  • Un barbaro. Le spiego perché: l'aver lanciato una guerra contro un Paese pacifico, democratico ed europeo come l’Ucraina, è una conferma della sua natura barbarica. Ha incoraggiato l’eliminazione di anziani, donne, bambini. Questo non può essere descritto in altro modo che con quella parola: barbaro. E fascista. Qualcuno pensa che lui sia pazzo, io non credo. Ha una mente fredda, razionale, cinica. E dietro i suoi comportamenti c’è come un nucleo oscuro, qualcosa che arriva dal Medioevo più nero. (19 aprile 2022)
  • Lui vuole tutta l'Ucraina. Il suo territorio, la sua storia, la sua cultura. Ma senza gli ucraini. La chiama la denazionalizzazione. In un linguaggio normale, però, questo significa il genocidio della controparte. (8 giugno 2022)
  • Già 15 anni fa aveva perso umanità. Allora tagliò le forniture di gas all’Europa dell’Est. La gente gelava. Non era una ragione commerciale, non c’erano debiti. Noi premier orientali lo imploravamo di riaprire i rubinetti. Lui ci guardava godendo del suo potere. Già allora usava l’energia come arma, ma i leader occidentali non capirono e invece di ridurre la loro dipendenza dalla Russia, la aumentarono. (5 febbraio 2023)

Donald Trump modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Pensate che Putin a novembre verrà al concorso di bellezza Miss Universo a Mosca? Se sì, pensate che diventerà il mio nuovo miglior amico? (18 giugno 2013)
  • [Su Russiagate] Il mio staff è venuto da me – Dan Coats, il capo dell'intelligence, e qualcun altro – e mi hanno detto che è stata la Russia. Qui c'è Vladimir Putin: dice che non è stata la Russia. Io dico questo: non vedo nessuna ragione perché sia stata la Russia, ma voglio davvero scoprire dov'è il server. (16 luglio 2018)
  • Putin dichiara che una bella porzione dell'Ucraina, dico dell'Ucraina, è indipendente. Cioè, è fantastico. Io ho detto: ma quanto è intelligente! E ora ci entra come peacekeeper, cioè con la forza di pace più potente. Potremmo farlo anche noi al nostro confine Sud. (22 febbraio 2022)

Bernardo Valli modifica

  • Da giovane, vivendo per le strade di San Pietroburgo (allora Leningrado), Putin ha imparato che spesso bisogna essere pronti a sferrare il primo pugno. È un principio che non ha mai dimenticato. Sorprendere. Così ha fatto, mezzo secolo dopo, in Georgia, poi in Crimea e adesso in Siria.
  • Oltre a suscitare un "entusiasmo disciplinato", Putin applica una democrazia protetta, che è un surrogato di quella vera. Non esiste censura in Russia, né giornalistica né letteraria. Ma sulla stampa agisce una forte autocensura, favorita dalle proprietà e dalla vigilanza politica. Questo non esclude la discreta libertà concessa a pubblicazioni secondarie. Le quali servono da alibi. Lo stesso vale per la televisione, totalmente addomesticata, ma con qualche canale e stazione radio marginali che fanno eccezione. Idem per le case editrici. Non ci sono interdizioni ma i saggi o i romanzi troppo scomodi per il regime finiscono da editori secondari. La vita privata usufruisce di una larga libertà. Una libertà nella sicurezza dopo il caos degli anni Novanta, quando dalle ceneri dell'Urss spuntavano gli oligarchi, che si spartivano i beni dello Stato, e nelle strade non mancavano i delinquenti. Oggi puoi usare senza restrizioni Internet e i suoi più moderni derivati. Se hai i soldi puoi viaggiare dove vuoi nel mondo. Sbatti contro la cappa autoritaria se alzi la testa al livello del potere politico.
  • Vladimir Putin invoca la nostalgia dell'Unione Sovietica, ma anche dei principi religiosi, della Russia zarista, dell'identità russa, della lingua nazionale, del progetto euroasiatico, dell'ispirazione slovofila (che l'ha spinto a incontrare Alexander Solgenitsyn). Il suo impero in gestazione si muove in tante direzioni, zigzagando tra le due correnti opposte, in cui si divide il pensiero russo: quella slavofila e quella filo- occidentale. Il sistema imperiale che si disegna è più pragmatico di quel che appare. Vuol essere efficace, moderno, capace di usufruire degli spazi internazionali, politici e militari, che si presentano. Un sistema basato sull'economia di mercato, in cui le tradizioni religiose e nazionali sono elementi essenziali per l'unità del paese. Molto resta imprevedibile.

Manuel Vilas modifica

  • Medievalismo, comunismo, stalinismo, carri armati, bombe, esercito, ecco che cosa ci porta quest'uomo. Se lo ricordi però il ceto medio europeo, ovvero tutti i lettori di questo articolo: Putin vi minaccia e minaccia il vostro stile di vita perché quest'uomo lo trova inammissibile. Non sopporta la prosperità, la crescita economica, la ricchezza culturale, le società critiche che contestano il potere politico. Non sopporta la stampa libera, i romanzi, i film, i profumi, le spiagge, gli alberghi, le scarpe nuove e i baci degli omosessuali per strada. Non sopporta il concetto di cittadinanza fondato sul piacere e sul lusso di vivere. Non sopporta la democrazia. In realtà, è un poveraccio che non ha capito niente.
  • Per Putin [...] la guerra non è affatto ripugnante, anzi, resta un ottimo strumento di azione politica.
  • Se la bestia si accontenta dell'Ucraina saremo salvi, è quanto pensiamo tutti in questo istante.

Demetrio Volcic modifica

  • Con il suo modello di democrazia controllata Putin vuole unire le diverse identità storiche della Russia. Lo si vede dai simboli che sceglie. Lo stemma ha il sapore zarista; la bandiera ricorda un breve periodo democratico; è stata ripresa la musica dell'inno sovietico ma le parole sono di un vecchio letterato, già autore dell'inno precedente; la bandiera rossa dell'esercito ricorda la seconda guerra mondiale, vinta sotto questo vessillo. Questa sintesi di valori contrastanti dovrebbe accellerare la strada all'ammodernamento.
  • La sua è una storia molto sovietica. Con la maturità, e con la fine del comunismo, ha abbandonato qualsiasi ideologia, sostituendola con un forte sentimento nazionale. Le notizie sulla sua infanzia e sulla difficile adolescenza già contengono elementi che lo distingueranno: solitudine e tendenza ad appartarsi, una certa malinconia, capacità di lavorare, serietà, passione per lo sport, adattabilità, pragmatismo. Nei gruppi di bambini non è mai il capobanda, ma sempre il suo consigliere: il che è tipico dei futuri uomini politici.
  • Putin è quanto di meno russo si possa immaginare. Conduce vita ritirata, non beve vodka, è un cultore della lotta giapponese. A differenza di Primakov e di Stepashin, che Eltsin designò come successori per poi sbarazzarsene, con Putin il rapporto sembra più serio. Anche perché, non dimentichiamolo, la scelta di Putin ha coinciso con l'affondo delle operazioni belliche in Cecenia. In una situazione economica critica, e con un programma politico carente nei risultati concreti, bisognava inventarsi un nemico. Eltsin puntò su Putin per questa operazione.
  • Putin ha un progetto, ampolloso nel disegno e concreto nei fatti. Come un maestro di scuola vuole educare i suoi concittadini e per farlo occorre che essi accettino la sua visione. Quando si sente incompreso appare amareggiato. Dispone di reti televisive con cento milioni di contatti giornalieri. La sua condotta in campo economico è un impasto di liberismo controllato. Pragmatico nella gestione della vita quotidiana, rispetto alle vicende del mondo si mostra flessibile ma vuole si sappia che la Russia persegue i suoi interessi nazionali da protagonista, come del resto fanno le altre potenze.

Lech Wałęsa modifica

  • Il metodo di Putin è legato al passato ed è inefficace.
  • Putin deve essere convinto, non sconfitto.
  • Putin è imprevedibile e il peggio può ancora accadere se lo lasciamo continuare a conquistare territori e a uccidere persone.

Achmed Zakaev modifica

  • La mia opinione personale è che di trattative con Putin non se ne parla nemmeno.
  • Putin vuole riportare la Russia ai tempi sovietici, non più - come ha fatto fin'ora - ripristinando simboli, bandiere e inni. Adesso si accinge a farlo compiutamente. Prigione di popoli era, prigione di popoli vuole che torni ad essere.
  • Solo una cosa è in grado di compiacere Putin, l'uccisione dei ceceni che da secoli sfidano l'autorità russa con il proprio amore per la libertà.
  • Una differenza essenziale tra El'cin e Putin è che El'cin, nonostante tutti i problemi, aveva un consenso molto scarso ma una grande autorità, mentre Putin sembra avere un grande consenso e scarsa autorità.

Volodymyr Zelens'kyj modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Quando i suoi consiglieri guardano uno Stato, non vedono i cittadini [...] Vedono solo il capo di Stato, vedono i politici, gli imprenditori potenti.
  • Sono convinto che il presidente russo ben di rado si confronta con persone oneste e sincere. Qualunque cosa gli arrivi all’orecchio o gli venga consegnato nei rapporti scritti, questo è quanto sentiamo dire da lui.
  • [«Crede che Putin stia già prendendo di mira altri Paesi, come la Moldavia?»] Ma siete a conoscenza di quanto annunciato a Mosca negli ultimi anni? Avete mai sentito una sola frase rispettosa nei confronti dell’Ue? Credete che Putin riconosca l’Europa come potenza alla pari? No. Il suo scopo è quello di dividere e lacerare l’Europa, come sta facendo con l’Ucraina. Ascoltate quello che dice la propaganda russa. Lo predicano persino dalle loro chiese, che bisogna conquistare altri Stati: la Moldavia, la Georgia, le repubbliche baltiche. A mio avviso anche la Polonia è minacciata. Anzi, l’intero continente europeo è in pericolo, fintanto che a Putin verrà consentito di aggredire un Paese vicino.
  • Credo che Putin non sia stato in un bunker per due settimane o sei mesi, ma per più di due decenni. Non lo intendo letteralmente, ma nel senso che ha ricevuto informazioni solo dalla sua cerchia. E l'Ucraina, mentre era in questo bunker, è cambiata in modo significativo. Quindi il modo in cui vede l'Ucraina è molto diverso dall'Ucraina che esiste nella vita reale.
  • Abbiamo sempre offerto alla Russia un accordo sulla convivenza a condizioni eque, oneste e dignitose. Ma è ovvio che questo è impossibile con questo presidente russo. Non sa cosa siano la dignità e l'onestà. Pertanto, siamo pronti per un dialogo con la Russia, ma quando avrà un altro presidente.
  • Esiste la minaccia di un attacco nucleare da parte di Putin? L'ho incontrato e in lui ho visto il desiderio di vivere. Ama la propria vita. Ha persino voluto sedersi a quel tavolo lunghissimo. Ha paura di contrarre il COVID-19 o qualche altra infezione. Ciò indica che ha paura della morte e che ama la vita. Quindi non so se sia pronto a usare un'arma nucleare. Perché sa che, se premerà il pulsante, il passo successivo sarà una risposta degli altri Paesi indirizzata a lui. A lui personalmente.
  • [Rivolto al popolo russo] Il tuo leader vuole dimostrare di avere le truppe dietro di sé, è avanti. Ma si sta nascondendo. Si nasconde dietro le truppe, i missili, le sue residenze, i palazzi. Si nasconde dietro di te, brucia il tuo paese, il tuo futuro.
  • Posso solo augurare al presidente della Russia di passare il resto dei suoi giorni in un seminterrato con un secchio come bagno.
  • Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà.
  • Putin è una persona malata e non si rende conto delle proprie azioni oppure non controlla i suoi militari che sparano contro i diplomatici o i civili di altri Paesi.