Oligarchi russi

magnati degli affari delle ex repubbliche sovietiche che hanno rapidamente accumulato eccezionali ricchezze durante l'era della privatizzazione russa

Citazioni sugli oligarchi russi.

Alcuni oligarchi russi

Citazioni

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  • L'accordo tra lo Stato russo e gli oligarchi era piuttosto chiaro: non ficcate il naso in politica e nel potere, e godetevi i vostri soldi; ma se fate domande sbagliate, le cose non andranno bene per voi. Era la ricetta per la zombificazione della Russia. (John Sweeney)
  • L'oligarchia russa è cambiata negli ultimi decenni. Ora Putin è l'unico "proprietario privato" in Russia, e il grande business può esistere solo perché Putin lo permette. (Kirill Martynov)
  • Dopo oltre due decenni passati da Putin al potere è evidente la sua tolleranza di un sistema mostruosamente corrotto. Il compromesso con gli oligarchi era che potevano tenersi gran parte delle loro ricchezze purché porgessero i loro omaggi e pagassero i loro tributi al signore del Cremlino. E dovevano starsene alla larga dalla politica. O guai a loro. Ma questa descrizione serve solo a mascherare ciò che accade realmente. Putin sta personalmente depredando la Russia della sua ricchezza, totalmente, ma non può farsi vedere mentre lo fa, perché dal punto di vista psicologico detesta l'idea di venire scoperto, perciò usa dei prestanome che compiano il furto al suo posto. È vero, gli oligarchi sono il prodotto della catastrofica implosione dell'Unione Sovietica e dell'incompetenza alcolica di Boris Eltsin. Ma con Eltsin fuori dai giochi, un nuovo presidente aveva l'opportunità di spogliare gli oligarchi delle loro ricchezze illecite e fare tabula rasa. Invece, Putin ha consolidato il sistema oligarchico, perché si confaceva perfettamente al suo desiderio segreto di appropriarsi di ciò che appartiene legittimamente ad altri. (John Sweeney)
  • Non è normale che delle persone che vìolano i principi della società democratica in Russia vogliano godere dei privilegi delle società democratiche occidentali, poiché mandano i loro figli nelle scuole occidentali, depositano i loro soldi nelle banche occidentali, acquistano case e vetture nei paesi occidentali. È un'enorme ipocrisia da parte di quelle persone, ma anche da parte dei paesi occidentali che li accettano. (Vladimir Kara-Murza)
  • Non sto affatto giudicando quelli che hanno una villa a Miami o in Costa Azzurra, che non possono fare a meno del foie gras, delle ostriche o delle cosiddette libertà di genere. Questo non è assolutamente il problema, ma, ripeto, il problema è che molte di queste persone sono mentalmente lì e non qui, non con il nostro popolo, non con la Russia. Questo è, secondo loro – secondo loro! – un segno di appartenenza a una casta superiore, a una razza superiore. Queste persone sono pronte a vendere le loro madri per avere il permesso di sedersi nell’anticamera di questa casta molto alta. (Vladimir Putin)
  • Nonostante alcuni oligarchi siano stati spinti all'esilio e qualcuno in prigione, la categoria continua ad arricchirsi, con la connivenza di Putin. Dopo i primi miliardari arricchitisi grazie alla propria furbizia e intelligenza, nasce una nuova generazione di oligarchi. Si tratta di quarantenni che non avevano conosciuto il vecchio regime, entrati nella vita produttiva già nel postcomunismo, salvo alcuni che avevano cominciato a lavorare nei servizi segreti nell'ultimo scorcio dell'impero. Molti di loro, quasi tutti, hanno avuto sia la fortuna di nascere a Leningrado-San Pietroburgo, sia quella di sfruttare la scia del professor Sobčak e del suo vice Putin. (Demetrio Volcic)
  • Paragonare l’oligarchia ucraina a quella russa è come paragonare un cagnolino da salotto ad un elefante. (Leonid Kučma)
  • Purtroppo, l’associazione imprenditore russo uguale oligarca è facile e semplicistica. Ci sono decine e decine di imprenditori che come me non hanno mai avuto a che fare con il Cremlino e a cui non piace essere definiti oligarchi. Sono un imprenditore che si è fatto da sé, senza sponde politiche. (Oleg Tinkov)
  • Sotto Putin in Russia il numero degli oligarchi è cresciuto in maniera esponenziale, ma gli oligarchi di Putin non sono uomini brillanti che hanno fatto i soldi con il proprio lavoro, bensì ufficiali del Kgb che sanno solamente sottrarre e dividere. Non sono capaci di dare alla Russia ed al suo popolo alcunché di buono. Sono gente che vive alla giornata. (Aleksandr Val'terovič Litvinenko)
  • Tutti gli oligarchi sono dei semplici portafogli per la verticale del potere russa. Possono acquistare cose di lusso per se stessi e per i gerarchi, ma non decidono nulla. (Mychajlo Podoljak)
  • A un certo punto negli anni Novanta ventidue oligarchi controllano il 40 per cento della Russia, mentre oggi sono un migliaio che complessivamente si sono appropriati di vari trilioni di dollari.
  • Bisogna sottolineare che gli oligarchi non sono attori politici: chiunque creda che in qualche modo gli oligarchi complotteranno per rovesciarlo resterà amaramente deluso, questo non accadrà mai.
  • Gli oligarchi sono finiti. Sono una specie in via di estinzione. Non possono aprire conti bancari in nessun Paese. Non possono viaggiare. Non possono fare affari con nessuno. Una volta ogni commerciante di gioielli, ogni concierge, voleva fare affari con loro e li adulava. Ora sono tossici, radioattivi. Nessuno vuole toccarli.
  • Quando vuoi scoprire dove Putin tiene i suoi soldi devi partire dagli oligarchi: perché quella gente custodisce i soldi per lui. Stimo che il 50% delle ricchezze degli oligarchi sia in realtà di Putin. Chi sono? Nella lista di Forbes ci sono 118 miliardari in Russia: e 110 di loro sono fiduciari di Putin.
  • Eltsin e il suo gruppo hanno costruito un sistema oligarchico che si rivela tenace e ostile a ogni forma di rinnovamento e di sviluppo. Non c'è spazio per i piccoli imprenditori, per il ceto medio. C'è una concentrazione di ricchezze in poche mani, ricchezze improduttive per il Paese, che infatti emigrano all'estero. Portare ordine è necessario.
  • Il collasso dello Stato privò milioni di cittadini del loro lavoro, dei loro risparmi e della loro prospettiva di vita, favorendo invece il crimine organizzato, la corruzione e la conquista del potere reale da parte di oligarchi.
  • Il regime non cambia, non ci sarà lotta alla corruzione, gli interessi e i privilegi dell'oligarchia saranno tutelati in pieno.
  • È come se gli oligarchi avessero preso in affitto il Paese: a loro non interessa la politica estera o interna della Russia. A loro interessano solamente gli affari.
  • Non sono come i capitalisti occidentali, Non sono come Elon Musk che è per molti versi un oligarca ma deve i soldi a se stesso. Putin li usa come portafogli per mettere dei soldi. Il portafoglio si rompe? Tu lo cambi.
  • Putin parla con gli oligarchi e non può fare altrimenti. In Russia, si può arrivare al potere solo in due modi: ottenendo l'appoggio delle famiglie degli oligarchi oppure facendo come i comunisti, massacrando, giustamente o ingiustamente, milioni di persone.
  • C'erano una volta gli oligarchi. E aiutarono Eltsin a essere eletto presidente. E si aspettavano che lui li ricompensasse nutrendoli con la torta che una volta apparteneva allo Stato: che la facesse a pezzi e la distribuisse tra loro. Quella sarebbe stata la privatizzazione. Eltsin li invitò tutti a un pranzo di gala. Ma proprio lì, alla tavola di gala del Cremlino, cominciò una grande confusione. L'oligarca Gusinskij voleva con tutte le sue forze un dolce bocconcino chiamato Svjaz'invest. Peccato che proprio per quello stesso bocconcino avesse già l'acquolina in bocca anche un altro oligarca, Potanin. L'oligarca Potanin aveva degli amici molto potenti, al di là dell'oceano l'oligarca George Soros, e in patria il giovane riformatore Cubajs. Cubajs spiegò al Fornaio che negli altri Paesi le torte in genere si dividono all'asta, in modo che il boccone più ghiotto vada a chi è pronto a versare la somma più consistente nella cassa del Fornaio. Tutti gli ospiti sapevano che quello, tra loro, che aveva più soldi era proprio l'oligarca Potanin. L'oligarca Potanin si fece in quel momento anche un altro amico. Ma anche l'oligarca Gusinskij trovò un altro amico, ancora più importante: l'oligarca Berezovskij. E mentre tutti litigavano per la torta, l'astuto oligarca Beresovskij privatizzò praticamente lo stesso Fornaio.
    Nel complesso la storia finisce molto male.
    Gli ospiti-oligarchi cominciarono ad azzuffarsi, si spaccarono la faccia a vicenda e così fecero finire in mille pezzi anche il cremliniano Paese delle Meraviglie.
  • I più difficili da capire mi sembrano quelli che in questi anni in Russia hanno giocato più pesante: gli oligarchi. Perché questi ragazzi di grande talento, coraggiosi ed estremamente determinati, che hanno avuto la lestezza di spartirsi in un batter d'occhio le proprietà dello Stato e di accumulare patrimoni miliardari, non sono riusciti neppure una volta negli ultimi 10 anni a stabilire una moratoria alle loro sfrenate rapine in modo da dare al nostro Paese la possibilità di uno sviluppo civile? Perché anche dopo la "dekulakizzazione" putiniana gli oligarchi russi hanno continuato ad attenersi al principio, più ancora stupido che vile, «Ci divori pure tutti, purché io sia l'ultimo»? Perché quelli rimasti "vivi", nel senso di "in Russia", invece di cercare di salvare il Paese ormai a un millimetro dal baratro si sono abbandonati all'ebbrezza di derubare i loro più sfortunati concorrenti con l'aiuto dei servizi segreti e della procura, collaborando così al rafforzamento del potere di gente che considera il liberalismo e le libertà civili un fastidioso intralcio al loro nuovo monopolio statale-clanistico, corredato in fretta e furia dall'ideologia di un rinnovato semi-culto della personalità?
  • Proprio grazie agli oligarchi, e a coloro che gestirono la privatizzazione (una rapina per il popolo, sono d'accordo!), in Russia è partito il mercato. Che sia buono o cattivo, poi, ahimé, è una questione puramente accademica. Come si diceva un tempo: «Chi può, faccia meglio!».

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