Michail Borisovič Chodorkovskij

imprenditore russo

Michail Borisovič Chodorkovskij (1963 – vivente), imprenditore russo, rifugiato nel Regno Unito.

Chodorkovskij nel 2014

Citazioni di Michail Borisovič Chodorkovskij

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  • La nuova Costituzione russa rimuove la possibilità di un avvicendamento legale del potere. Il che vuol dire che, presto o tardi, quando mai ci sarà un cambio di regime, avverrà con una rivoluzione.[1]
  • [Sull'offensiva di Kursk del 2024] Ciò a cui dovrebbero pensare ora i russi che vivono nei territori di confine è che la responsabilità per i bombardamenti a tappeto da parte dell’esercito russo, gli attacchi dell’artiglieria senza riguardo per i civili, verrà poi fatti ricadere sull’Ucraina. Il fatto che Putin faccia la guerra proprio in questi modi e non abbia pietà per la sua stessa gente è assolutamente certo. Putin è il nemico della Russia.[2]

Intervista di Stefania Ulivi, Corriere.it, 25 agosto 2019

  • Negli ultimi anni ho notato sempre più spesso che Putin usa un’informazione unilaterale e che le persone che lo circondano lo manipolano più facilmente di prima in base ai loro interessi. È stanco, ha perso la capacità di comprensione di molti aspetti della contemporaneità.
  • È importante per la Russia che a Putin non succeda un nuovo autocrate e che il Paese finalmente abbia un sistema moderno e di bilanciamento dei poteri. Questo è il compito più complicato.
  • Non credo al cosiddetto "killing kompromat" su Trump. Piuttosto che il modello criminale e autoritario di Putin lo affascini.
  • Ci sono molte informazioni sui legami profondi tra Salvini e Putin e il suo entourage. Parte di queste informazioni fanno dubitare dell’integrità di questi contatti. Sfortunatamente si tratta di una pratica comune per Putin che è un eccellente ufficiale reclutatore ed è riuscito a trovare chiavi di varia natura per arrivare a molti politici europei.

Intervista di Gianni Vernetti sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Repubblica.it, 26 febbraio 2022

  • L'Europa deve essere unita. C'è in gioco molto di più di qualche fornitura di gas: sotto attacco sono libertà, democrazia e diritti su scala globale.
  • Putin ha spostato la lancetta del tempo indietro di 80 anni, facendoci tornare al 1939, quando Hitler invase la Polonia. Ha perso ogni razionalità e ogni pragmatismo. La sua emozionalità prevale sulla ragione e comprende solo il linguaggio della forza.
  • Gli ucraini non stanno combattendo soltanto per difendere la loro libertà, ma anche la nostra e quella di tutto il mondo libero.
  • Partecipare a una manifestazione oggi a Mosca ha un costo altissimo: arresto, tortura, rischio di perdere il lavoro. L'Occidente deve fare di più per sostenere i dissidenti perché il regime può ancora cambiare. Molti settori economici non condividono l'azzardo di Putin; l'esercito non è così coeso e una prolungata campagna in Ucraina con ingenti perdite potrebbe portare a una rottura.

Intervista di Federico Fubini sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Corriere.it, 15 marzo 2022

  • [Su Vladimir Putin] Non siamo mai stati amici, non posso dire di averlo conosciuto da vicino. Io ero al vertice di una grande impresa e Putin era il presidente, avevamo rapporti professionali. In apparenza è cambiato, sì. Vent’anni di potere lo hanno cambiato e in questo il suo non è un caso unico. Oggi si permette di fare cose che prima non osava. All’epoca si comportava in maniera più normale, riconosceva l’esistenza di certi limiti. Ma al fondo è sempre lui. Era già un criminale ed è rimasto tale. Ha la mentalità di un esponente della criminalità organizzata. È ciò che i leader occidentali non hanno mai capito, non capiscono adesso e – mi dispiace – a mio parere non capiranno mai.
  • Non penso che Putin abbia avuto paura dell’allargamento della Nato all’Ucraina. Lui detesta la Nato, ma non la teme. Piuttosto, è ormai preso da una specie di missione messianica: ne è posseduto, e lo si capisce dal fatto che ha fatto mettere davanti al Cremlino la statua del principe Vladimir. [...] È una mentalità perfettamente normale per un criminale in età da pensione.
  • I leader dei Paesi europei pensano di avere a che fare con uno statista che ragiona come loro. Invece lui funziona in modo completamente diverso: pensa come un criminale. Se a un criminale tu fai vedere la tua debolezza, quello non si ferma: continuerà sempre ad andare in avanti. Ed è ciò che Putin sta facendo.
  • Ho la sensazione che le élite occidentali all’università non abbiano studiato bene la storia della seconda guerra mondiale. Si stanno comportando esattamente come fecero di fronte a Hitler e sappiamo tutti a cosa ha portato questo atteggiamento. Nei regimi dittatoriali, i ricchi imprenditori non hanno mai voce in capitolo né forza politica sufficienti per imporre un cambio al vertice. Da noi c’è una dittatura. Tutti questi ricchi imprenditori che oggi vediamo colpiti dalle sanzioni per Putin non sono nessuno. Sono la servitù. Non sono in grado di far nulla, sanno solo servire.
  • In Russia, un dittatore che perde la guerra non può restare in sella a lungo.

Intervista di ANSA, Ansa.it, 6 giugno 2023

  • In Italia, come in altri Paesi, c'è ancora tanta gente pronta a ricominciare a fare affari con Putin, e questo perché in passato Putin ha reso ricchi molti dei vostri imprenditori. [...] Qualcosa però è cambiato. [...] In Italia e nel resto d'Europa chi supporta Putin oggi è marginalizzato ed è importante lavorare affinché resti tale.
  • So che c'è in giro da voi gente che ripete la cantilena che se ci liberiamo di Putin potrebbe arrivare qualcosa di peggio ma io davvero non riesco a spiegarmi come sia possibile che alcuni politici ancora non abbiamo capito che è necessario liberarsi al più presto di un uomo che ha minacciato il mondo di usare armi nucleari almeno tre volte nell'ultimo anno.
  • La propaganda di regime ha convinto i russi che la caduta di Putin equivalga al crollo della Russia. [...] Se smontiamo questo preconcetto il regime di Putin si scioglierà come neve in primavera.

Intervista di Antonello Guerrera, Repubblica.it, 14 marzo 2024

  • Putin non è così forte come sembra. Quando decide di uccidere qualcuno, ultimo Navalny, vuol dire che ha qualche problema. In ogni caso, saranno elezioni farsa, e lo abbiamo visto con l’esclusione del candidato anti-guerra Boris Nadezhdin: aveva già ottenuto oltre 100mila firme in pochi giorni. Perché l’opposizione è molto più ampia di quanto si pensi in Russia: secondo le ultime rilevazioni, c’è un 17% della popolazione che vorrebbe fermare la guerra e restituire i territori occupati all’Ucraina, mentre coloro che chiedono la pace sono il 52%.
  • Certo, in Italia il terreno per lui è ancora più fertile, per la vostra storia, ma non solo. I sondaggi mostrano un Paese diviso a metà sulla guerra in Ucraina. E, da quel che vedo, ci sono agenti al soldo del Cremlino in Italia che fanno un lavoro di propaganda eccellente. Non voglio fare nomi. Ma credo dovreste sviluppare strumenti anti-propaganda russa ben più efficaci.
  • [...] credo che Yulia possa continuare l’opera del marito, avere lo stesso seguito e diventare una nuova protagonista dell’opposizione russa. Ma voi occidentali dovete capire che non esiste uno zar buono. Anche se cadesse Putin, ci sarebbe comunque un altro al suo posto, pericoloso come lui. Per questo bisogna sostenere il processo democratico in Russia, e fomentare e accogliere la diaspora, soprattutto dei russi più intelligenti e professionisti.
  • [«Putin ieri di nuovo ha minacciato l’uso di armi nucleari. È credibile?»] Non credo Putin sia così suicida. Ci tiene alla sua vita. Farebbe una cosa del genere solo se credesse nella sua impunità. Per questo è cruciale che l’Occidente non lo implori mai di non usare l’atomica, bensì lo minacci con enormi conseguenze, qualora si azzardasse.
  • [«Secondo lei Kiev può ancora vincere la guerra contro la Russia?»] Credo che abbiamo perso la possibilità all’inizio, quando si è esitato a sostenere pienamente Kiev. Lo stesso vale per le élites russe: ora è troppo tardi per farle rivoltare contro Putin. E anche se finisse oggi il conflitto in Ucraina, Russia e Occidente entreranno in una guerra fredda di come minimo 10 anni. Si potrà trovare un compromesso con Mosca sulla guerra, anche sulle attuali posizioni, solo inviando a Kiev altre centinaia di miliardi in armi e aiuti. Non il contrario, come potrebbe presupporre una vittoria di Trump in America. Perché, altrimenti, Putin andrà avanti. E se non ha attaccato la Moldavia o i Paesi baltici, è solo perché lo stiamo tenendo “impegnato” in Ucraina.

Intervista di Luigi Ippolito, Corriere.it, 7 maggio 2024

  • Sono molto cauto riguardo la confisca delle proprietà russe: perché ritengo che come tutti i dittatori, Putin è un evento temporaneo, mentre il diritto di proprietà è eterno.
  • Sappiamo che la società italiana non è unanime per quanto riguarda l’atteggiamento verso Putin e la Russia. I partiti politici italiani hanno delle preoccupazioni riguardo l’elettorato. [...] Non c’è dubbio che l’Italia è uno dei punti dove per Putin è più facile promuovere i suoi interessi. Fra i grandi Paesi dell’Europa occidentale l’Italia è uno dei più vulnerabili
  • Ho cercato di capire qual è il problema della percezione in Italia del regime di Putin. Non voglio dire che l’Italia si differenzia da altri Paesi europei dal punto di vista storico nell’atteggiamento verso la Russia, la Francia è molto simile. Ma c’è un problema di mezzi di comunicazione in Italia: per dirla cautamente, i media nazionali in Italia non sono molto forti sulla questione. E questo è il punto debole per la propaganda di Putin.

Citazioni su Michail Borisovič Chodorkovskij

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  • Fu chiaro a tutti che si trattò di un processo politico, perché Khodorkovskij aveva criticato apertamente la corruzione dell’apparato governativo, e, di conseguenza, sconfessato il ruolo di Putin. Il regime non poteva tollerare un "insider" del potere russo. Doveva essere zittito. La lezione impartita avrebbe "educato" gli altri oligarchi che si fossero messi in testa di emulare Khodorkovskij. (Leonardo Coen)
  • Non è andato in prigione per l'evasione fiscale o per avere rubato il petrolio, in nome di Dio! [...] È andato in prigione perché era – ed è – un essere umano indipendente. Perché non si è inchinato. Perché è rimasto un uomo libero. Questo Stato punisce la gente che vuole essere indipendente. (Andrej Illarionov)

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