Vittorio Emanuele Parsi

politologo ed editorialista italiano (1961-)

Vittorio Emanuele Parsi (1961 – vivente), politologo ed editorialista italiano.

Vittorio Emanuele Parsi al Festival dell'Economia di Trento nel 2013

Citazioni di Vittorio Emanuele Parsi modifica

  • Che senso ha portare l'Ucraina nell'Unione? Non possiamo fare entrare tutti. Non riusciamo a gestire la situazione attuale, e ci portiamo dentro un paese così complicato, dove solo metà della popolazione è d'accordo?[1]
  • Quando la possibilità della Turchia di entrare nell'Unione Europea è definitivamente tramontata il leader dell'Akp [Recep Tayyip Erdoğan] ha dato una svolta autoritaria alla sua politica che ha portato in pochi mesi a epurazioni nei corpi di polizia e nella magistratura, alla censura dei social network e al bavaglio per gli organi di stampa. Non dobbiamo aver paura di dire che, in questo momento, la Turchia non è una democrazia.[2]
  • In un periodo storico in cui l'attuale presidente [Recep Tayyip Erdoğan] porta avanti un processo di regressione della figura della donna gruppi come il Fronte rivoluzionario popolare di liberazione, che hanno un approccio secolare, rischiano di costituire un'attrazione per molte donne turche.[2]
  • [Rivolto a Sergej Markov] Lei vive nel fantabosco dell'orrore di Putin. [...] Volevo sapere se i valori che propugna, secondo i quali Putin starebbe salvando la civiltà umanista occidentale, sono quelli realizzati in Ucraina. Il procuratore generale ucraino vi ha accusato di aver stuprato persone dai 4 ai 78 anni di entrambi i sessi. Questo è il vostro salvataggio?![3]
  • L'unica cosa fascista di questa guerra sono i discorsi di Putin e il comportamento delle vostre truppe in Ucraina. Gli Oblast che avete preso con la forza, vi stanno talmente a cuore da averli ridotti a un deserto. Distruggete quello che non riuscite a conquistare.[3]

Da "Putin sarà per la Russia più distruttivo della caduta del regime sovietico"

Intervista di Francesco Provinciali sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Ildomaniditalia.eu, 8 novembre 2022

  • Ora è chiaro che difendersi non significa farlo solo con le armi ma anche intessere una rete di relazioni che tenga conto dei Paesi che non sono amichevoli per verificare il livello e l’agibilità delle relazioni.
  • Scholz sta dimostrando una certa difficoltà a mantenere una linea di coerenza politica nell’ambito della crisi ucraina ed è molto attento e anche preoccupato per l’economia tedesca e i suoi interessi immediati. Tuttavia spiace constatare che non abbia colto un insegnamento dalla dura lezione impartita dalla Russia e dall’eccesso di confidenza nel legarsi alla fornitura delle dotazioni strategiche ad un sistema autoritario, non abbia tratto una indicazione che marcasse un confine netto e invalicabile.
  • In Italia c’è una carenza culturale pesantissima, perché noi scontiamo le tare della nostra istruzione, l’espunzione della storia e della geografia dai programmi di studi che stranamente rende tutti "geopolitici" per mera opinione personale. Gli italiani purtroppo condividono con i russi la critica del presente, la paura del futuro e l’ossessione del passato.
  • I russi hanno perso almeno 65 mila uomini senza contare feriti e dispersi in 8 mesi di guerra, ne avevano persi 15 mila in otto anni di guerra in Afghanistan. C’è tutto questo insieme alla incapacità nella conduzione delle operazioni militari, ma anche la consapevolezza dell’impoverimento della cultura russa e alla sua impronta nel mondo.
  • Io credo che Putin alla fine sarà per la Russia più distruttivo della caduta del regime sovietico.
  • Il cessate il fuoco passa attraverso il sostegno militare all’Ucraina, chi ritiene il contrario è lontano dalla realtà e dalla possibilità di giungere alla pace.
  • Se Putin riuscirà ad ottenere i suoi obiettivi espansivi con la guerra in Ucraina, ci sarà allora la possibilità di replicare ed aprire altri fronti a cominciare da quello nel Pacifico. È fondamentale risolvere la questione ucraina impedendo l’arbitrio che Putin vuole perpetrare. Ristabilendo la verità e la giustizia storica dei fatti.
  • Noi viviamo in un sistema internazionale che è fatto a misura dei principi delle democrazie. Questo è stato possibile perché gli Stati Uniti e i Paesi occidentali hanno costruito questo sistema a loro immagine e somiglianza. Illudersi che se ci fosse un predominio russo o cinese le istituzioni internazionali continuerebbero ad essere di questo tipo e il mondo stesso continuerebbe ad essere ospitale per le democrazie è molto pericoloso.

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