Vladimir Kara-Murza

politico russo

Vladimir Vladimirovič Kara-Murza (1981 – vivente), politico russo.

Kara-Murza nel 2017

Citazioni di Vladimir Kara-Murza modifica

Da "Sono elezioni fra virgolette"

Intervista di Pierre Ograbek sulle elezioni presidenziali in Russia del 2018, Rsi.ch, 16 marzo 2018.

  • Putin sarà il nuovo presidente. È al potere da 18 anni. 18 anni! C’è un’intera nuova generazione di russi nati sotto Vladimir Putin. Coloro che andranno ora a votare per la prima volta sono proprio quelli nati sotto Putin. Certo, quando oggi si parla di elezioni in Russia bisogna mettere la parola "elezioni" tra virgolette: non hanno nulla a che vedere con una vera procedura democratica.
  • [«È innegabile [...] che in Russia Putin goda di un notevole sostegno»] Credo sia molto importante ricordarsi che questa popolarità supposta del signor Putin non è mai stata verificata e confermata da un’elezione libera e democratica, contro dei veri oppositori.
  • Il regime di Putin non è al potere grazie al popolo russo, non ha un mandato democratico ricevuto dal popolo. È per questo che sempre più persone scendono per le strade a protestare contro il regime. È il solo modo per esprimersi, per opporsi al Governo: non abbiamo delle vere elezioni, tutti i canali televisivi sono controllati dallo Stato, il Parlamento è solo di facciata, non c’è una vera opposizione. Chi si oppone a Putin finisce in prigione.
  • Non si può fare il confronto tra le manifestazioni in Svizzera e in Russia: voi non rischiate niente se andate a manifestare contro il Governo. In Russia invece potete perdere il lavoro, essere espulsi dall’università, avere problemi con la giustizia e la Polizia, potete essere incarcerati (come capitato a molti). Quindi ci vuole parecchio coraggio per protestare apertamente.
  • [Su Aleksej Naval'nyj] Il suo solo errore è quello di opporsi a Vladimir Putin. Evidentemente non è un errore, lo fa apposta.
  • A tutti coloro che sostengono che Vladimir Putin è così popolare io chiedo una sola cosa: perché un capo di Stato così popolare ha così paura di un’elezione libera?
  • Al momento in cui il regime di Putin perderà il potere sarà troppo tardi per sedersi e pensare a cosa occorre fare. Bisogna pensarci ora.
  • Dopo quanto mi è successo valuto ancora meglio i rischi. Non ho dubbi sull'origine: c'è la firma dei sevizi di sicurezza interna russi, l'ex KGB. Per decenni ha avvelenato degli oppositori politici, sia all’interno che all'esterno del paese. È chiaro che si è trattato di una rappresaglia per la mia attività politica nell’opposizione russa. Hanno utilizzato una sostanza tossica molto forte: ero in coma, molti organi non funzionavano più, secondo i medici avevo il 5% delle possibilità di sopravvivere. Non era un avvertimento, era per uccidere. Una sostanza molto sofisticata: i dottori non sanno cosa fosse. La diagnosi ufficiale dell’ospedale di Mosca dice: "sostanza tossica sconosciuta". La conclusione evidente: è opera di persone legate in un modo o nell’altro ai servizi di sicurezza interni russi.
  • La Russia è un paese europeo. Non è normale ritrovarsi con una dittatura in Europa, nel XXI° secolo.
  • [«Rischiate di essere manipolati da Washington?»] Non c’è alcun rischio. Ma è quanto dice la propaganda del Cremlino: dice che tutti noi oppositori siamo agenti statunitensi, agenti stranieri. Evidentemente sono delle bugie. Spetta soltanto a noi, cittadini russi (e non agli americani o ad altri) cambiare la situazione in Russia. L'unica cosa che chiediamo all'Occidente, compresi gli Stati Uniti e la Svizzera, è di mantenere i propri principi.
  • [Sugli oligarchi russi] Non è normale che delle persone che vìolano i principi della società democratica in Russia vogliano godere dei privilegi delle società democratiche occidentali, poiché mandano i loro figli nelle scuole occidentali, depositano i loro soldi nelle banche occidentali, acquistano case e vetture nei paesi occidentali. È un'enorme ipocrisia da parte di quelle persone, ma anche da parte dei paesi occidentali che li accettano.

Da "Putin ci ha trasformato da una debole democrazia in una spietata dittatura"

Intervista di Gianni Vernetti, Lastampa.it, 3 luglio 2019.

  • La storia di questi ultimi due secoli ci insegna che l'unico modello in grado di garantire sviluppo, benessere ed una dignitosa vita umana è quello che si fonda sul rispetto dello stato di diritto, sulla piena libertà politica e sul rispetto dei diritti di ogni individuo. Questo è il modello della "democrazia liberale" inviso a Putin che ha trasformato la Russia da una democrazia imperfetta com’era, in una perfetta dittatura.
  • Non so esattamente che cosa Salvini ammiri del Presidente Putin: forse le centinaia di prigionieri politici o il fatto che il più importante leader dell’opposizione, Boris Nemtsov, sia stato ucciso a pochi metri dal Cremlino?
  • Le forze sovraniste e l’estrema destra europea stanno dando qualcosa a Putin che gli mancava da tempo: una nuova legittimazione internazionale.
  • La fuga di Yanukovych nel 2014 e l’esperimento democratico di Piazza Maidan, con migliaia di giovani che chiedevano più Europa, più Occidente, più democrazia sono stati un evento catastrofico per Putin. Ucraina e Russia sono molto vicine: lingua, cultura, identità e secoli di storia condivisa. Per questo motivo Putin ha temuto più di ogni altra cosa il "contagio democratico": se l’esperimento avesse avuto successo a Kiev, la tappa successiva avrebbe potuto essere Mosca. Quindi la reazione è stata durissima: la guerra nel Donbass, l'annessione della Crimea ed oggi il rilascio dei passaporti ai cittadini ucraini di lingua russa.
  • Tutta l'ideologia anti-europea, anti-liberale ed anti-occidentale di Putin è anacronistica e sbagliata. La Russia da sola potrà essere soltanto, ben che vada, un "junior partner" del colosso cinese.
  • Non dimentichiamo che nell'agosto del 1991, uno dei regimi più repressivi della storia, l'Unione Sovietica, cadde in soli tre giorni. E solo in questi ultimi due anni centinaia di migliaia di giovanissimi sono scesi in piazza sfidando i divieti delle autorità contro la corruzione, gli abusi di potere, contro l’autoritarismo di Putin e del suo regime. Si, un futuro democratico in Russia è certamente possibile.

Da "Il veleno non mi ferma, resto a Mosca"

Intervista di Sabrina Pisu, Espresso.repubblica.it, 14 giugno 2021.

  • La parola "estremista" nel vocabolario del Cremlino indica, infatti, chiunque si opponga a Vladimir Putin e al suo sistema di potere corrotto, autoritario e cleptocratico. Imbavagliare, intimidire, imprigionare o uccidere gli oppositori.
  • Il problema crescente per Putin è che tanti russi, soprattutto giovani, sono stufi non solo di un sistema arretrato e autoritario, che non dà speranza e prospettive, ma anche di vedere la stessa faccia da venti anni. [...] Il regime è nel panico, disperato. I russi sono pronti a votare chiunque non sia il candidato sostenuto dal Cremlino.
  • Il mio dovere è lavorare perché sia sempre più vicino il giorno in cui la Russia diventerà, come ha detto Navalny, "un normale paese europeo". E non ho dubbi che succederà. Milioni di persone nel mio paese lo vogliono.
  • Il punto è che Navalny non dovrebbe essere in prigione: è ancora illegalmente, ingiustamente, per motivi politici, incarcerato dal regime del Cremlino. Non è colpevole di nulla se non di essere un avversario politico di Putin, che sta violando non solo la legislazione russa, ma anche gli impegni internazionali assunti dalla Russia come Stato membro del Consiglio d'Europa, che ha aderito alla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo. Navalny, va ricordato, è solo uno dei quasi 400 prigionieri politici oggi in Russia, in carcere per aver osato intralciare il cammino di Putin.
  • L'attenzione internazionale è, a volte, l'unica difesa per chi è perseguitato da regimi autoritari.
  • Non ho avuto mai dubbi che sarei rimasto in Russia. E che Navalny avrebbe fatto lo stesso. Arrenderci e scappare sarebbe il regalo più grande per il Cremlino, è quello che vuole. Non lo faremo mai.

Da I russi non vogliono la guerra

Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Internazionale.it, 24 febbraio 2022.

  • È difficile dire se l’opposizione interna alla guerra possa avere qualche effetto concreto. Ma di certo gli esponenti dell’élite culturale russa che alzano la voce contro l'ennesima aggressione del Cremlino stanno difendendo l'onore della nazione come fecero i sette manifestanti che nell'agosto 1968 protestarono sulla piazza Rossa contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia.
  • Attaccando l'Ucraina, Putin correrebbe un rischio. In passato i leader russi non hanno avuto molto successo con le "piccole guerre vittoriose" lanciate per scopi di politica interna: dalle disastrose campagne del regime zarista in Crimea e in Giappone nell'ottocento e all'inizio del novecento fino all'invasione dell'Afghanistan negli ultimi anni dell'Unione Sovietica. Il risultato di solito è l'opposto di quello sperato.
  • Per un leader come Putin, ossessionato dalla storia russa, sarebbe una beffa inciampare in uno degli errori più comuni della tradizione politica nazionale.

Da Aspettando l'alba russa

Discorso pronunciato prima dell'arresto, 15 marzo 2022; citato e tradotto ne Ilfoglio.it, 17 aprile 2023.

  • Yuri Andropov era una persona che simboleggiava e incarnava il peggio del peggio della repressione politica post staliniana nell'Unione sovietica. Fu tra gli organizzatori dell'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956. È stato uno che per anni ha dato priorità all'individuazione e al perseguimento dei dissidenti politici in Unione sovietica. Una delle cose che fece fu istituire un'orribile pratica di psichiatria punitiva. I dissidenti, persone che si opponevano al regime comunista, venivano confinati con la forza in istituti psichiatrici, dichiarati pazzi mentali e tenuti lì in condizioni di tortura per anni e anni. È a quest'uomo che Vladimir Putin ha dedicato una targa commemorativa nel dicembre 1999.
  • L'intero modus operandi del regime di Putin è che le persone intorno a lui, non dimentichiamolo mai, non è solo un regime autocratico, è anche un regime cleptocratico, dalla classica definizione greca della parola "governato dai ladri"; quei ladri vogliono rubare in Russia e poi spendere e nascondere il denaro rubato in occidente, dove hanno i loro yacht, le loro ville, i loro conti bancari, o molto spesso le loro famiglie. Per anni e anni, i paesi occidentali hanno permesso che ciò accadesse.
  • Per anni, Boris Nemtsov ha chiesto ai paesi occidentali di imporre sanzioni personali di alto livello contro i compari e gli oligarchi di Putin. Ma molti nel mondo occidentale hanno scelto di voltarsi dall'altra parte. Non sono solo un politico, ma anche uno storico per formazione, e una cosa che sappiamo dalla storia è come finisce l'acquiescenza nei confronti dei dittatori: finisce sempre allo stesso modo. Vorrei che ci fossimo sbagliati su questo punto, ma oggi tutto il mondo vede ciò che il regime di Putin sta facendo all'Ucraina.
  • Molto spesso, le persone in occidente vedono solo il lato ufficiale. Vedono Putin, la repressione, le azioni aggressive e la guerra in corso. Molto spesso si perde di vista l'altra faccia della Russia. L'altra faccia, ovviamente, è che nel mio paese ci sono milioni di persone che rifiutano e dissentono radicalmente da tutto ciò che il regime di Putin rappresenta, dalla cleptocrazia agli abusi, alle repressioni e ai crimini contro l’umanità che vengono commessi.
  • Un sacerdote ortodosso russo è stato arrestato dopo aver lasciato la sua chiesa dopo essersi espresso contro la guerra nel suo sermone. Dopo la funzione domenicale nella sua chiesa nella regione di Kostroma, ha ricordato alla gente il sesto comandamento, "non uccidere". Per questo, è stato arrestato e portato alla stazione di polizia, incriminato e multato in base al nuovo reato amministrativo di "discredito dei servizi armati della Federazione russa". Quindi, se reciti un comandamento biblico, stai screditando le forze armate; questa è la realtà orwelliana che il regime di Vladimir Putin ha creato nel nostro paese.
  • [Sul putsch di agosto] I cittadini russi, i moscoviti che rifiutarono il colpo di stato, non erano armati di nulla se non della loro dignità e della loro determinazione a difendere la libertà. Sono scesi in strada a migliaia, poi a decine di migliaia e infine a centinaia di migliaia, e si sono letteralmente piazzati davanti ai carri armati. Poi i carri armati si fermarono e si allontanarono. Questo è stato il mio primo ricordo politico consapevole. Avevo dieci anni all'epoca e questa lezione mi accompagnerà per tutto il tempo in cui vivrò. Quando un numero sufficiente di persone nella società è disposto ad alzarsi in piedi, a porre fine alla repressione, a difendere la propria dignità, i propri diritti, la propria libertà, tutta l'apparente forza delle dittature diventa impotente.
  • Sappiamo che arriverà un giorno in cui la Russia diventerà un normale paese europeo. Credo sia nell'interesse, non solo di noi russi ma anche di tutti voi della comunità internazionale, avere a Mosca un governo che rispetti i diritti e le libertà del proprio popolo e che si comporti da cittadino responsabile sulla scena internazionale. Sappiamo che quel giorno arriverà e tutto ciò che facciamo nel movimento di opposizione russo ha come obiettivo quello di cercare di avvicinarsi a quel giorno.

Da L’ultima dichiarazione di Vladimir Kara-Murza

Messaggio aperto lanciato prima della sentenza, 10 aprile 2023.

  • A pentirsi di quanto hanno fatto dovrebbero essere i criminali. Io sono in carcere per le mie idee politiche. Per essermi espresso contro la guerra in Ucraina. Per avere osteggiato per anni la dittatura di Putin. Per avere chiesto sanzioni internazionali ad personam ai sensi della legge Magnitskij contro chi viola i diritti umani. E non solo non mi pento di nulla di tutto questo, ma ne sono persino orgoglioso.
  • Nelle loro ultime dichiarazioni di solito gli imputati chiedono di essere assolti. E l’assoluzione sarebbe anche l’unico verdetto giuridicamente plausibile per chi non ha commesso alcun reato. Io, però, non ho nulla da chiedere a questa corte. So già quale sarà il mio verdetto. Lo so dall’anno scorso, da quando nello specchietto retrovisore ho visto degli uomini in uniforme nera, mascherati, che inseguivano la mia auto.
  • So [...] che verrà il giorno in cui le tenebre che incombono sul nostro Paese si dissolveranno. Il giorno in cui si potrà dire nero al nero e bianco al bianco, in cui anche ufficialmente si ammetterà che due per due fa ancora quattro, in cui la guerra sarà guerra e un usurpatore potrà essere detto tale, e in cui i veri criminali saranno coloro che questa guerra l’hanno istigata e scatenata, e non chi ha cercato di fermarla.
  • Anche oggi, anche nelle tenebre che ci circondano, anche da dentro la gabbia in cui mi trovo, io amo il mio Paese e credo nella sua gente.

Citazioni su Vladimir Kara-Murza modifica

  • Dall'inizio dell'operazione militare speciale la vita dei giornalisti indipendenti in Russia è diventata difficile. Per esempio, il 22 aprile Vladimir Kara-Murza, giornalista e politico che supporta il Sergej Magnitskij Act, già avvelenato due volte in precedenza, è tornato in Russia dall'America e al suo arrivo è stato arrestato, proprio in virtù della nuova legge sulle fake news, poiché in America parlava delle vittime tra la popolazione civile ucraina. Ora, in Russia, rischia dieci anni di prigione. (Zoja Svetova)

Pierre Haski modifica

  • Davanti ai giudici, Vladimir Kara-Murza ha paragonato il suo processo a quelli dell'epoca staliniana. Di sicuro l’oppositore sa di cosa parla: durante il regno del "piccolo padre dei popoli" due suoi bisnonni furono infatti condannati a morte, mentre suo nonno fu mandato nel gulag.
  • In Russia qualsiasi opposizione alla guerra è severamente punita, ma il governo ha voluto evidentemente trasformare Kaza-Murat in un esempio aumentando considerevolmente il prezzo della sua dissidenza. La giustizia, infatti, ha rincarato la dose accusandolo di "sovversione".
  • Kara-Murza incarna tutto ciò che Putin detesta: è stato giornalista e oppositore politico, è carismatico, parla molte lingue e trova le porte aperte a Washington. Inoltre è in possesso di un secondo passaporto, quello britannico. Insomma è un "cosmopolita", come si diceva ai tempi di Stalin.

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