Andrej Kurkov
scrittore ucraino
Andrej Jurijovyč Kurkov (1961 – vivente), scrittore ucraino.
Citazioni di Andrej KurkovModifica
- A febbraio dell’anno scorso [a seguito dell'Invasione russa dell'Ucraina del 2022] ho deciso di non pubblicare i miei libri nella loro lingua originale – il russo. Che escano in ucraino, in francese, in inglese. A partire dal 2014 è stato proibito alle librerie russe di importarli dall’Ucraina. La prima volta in cui è stata fermata la pubblicazione dei miei libri in Russia risale al 2005, dopo la Rivoluzione arancione alla quale ho preso parte. La seconda volta risale al 2008, dopo un breve “disgelo” durante il quale furono ripubblicati molti dei miei romanzi. Ma sono abituato all’idea che io, come scrittore, in Russia non esisto. Lì non ho lettori, ma non me ne rammarico. È un ideale patriottico, più che nazionalistico, ma per alcuni ciò non sembra sufficiente.[1]
Da Il racconto. Poeti, scrittori, attori: la Spoon River dell'Ucraina
Traduzione di Emanuela Guercetti, la Repubblica, 23 marzo 2022, pp. 20-21.
- A Melitopol’ hanno già rapito la direttrice del locale museo storico Lejla Ibragimova, tatara di Crimea. L’hanno intimidita, interrogata, hanno portato via telefoni e computer a lei e ai suoi famigliari. Poi l’hanno rilasciata e la mattina dopo l’hanno nuovamente arrestata e interrogata. Nei territori occupati spariscono attivisti e giornalisti. Agenti dell’Fsb girano per le strade con gli elenchi dei nomi e degli indirizzi delle persone a cui danno la caccia. Questi elenchi erano pronti già prima dell’inizio della guerra.
- Il fallito tentativo di annessione o, più semplicemente, di occupazione di tutta l’Ucraina ha fatto infuriare il presidente Putin e adesso, a giudicare dalle azioni militari dell’esercito russo, i generali russi hanno avuto l’ordine di distruggere città e villaggi, uccidere la popolazione civile e semplicemente far sì che l’Ucraina non esista più!
- In quegli stessi anni [Anni '30 del novecento] il potere sovietico decise di annientare la cultura ucraina e quasi tutti gli scrittori, i poeti e i registi teatrali furono arrestati, inviati nel nord della Russia, nelle isole Solovki, e là fucilati. Nella storia della letteratura ucraina a proposito degli scrittori di quell’epoca si parla di “rinascimento fucilato”. Perché avevano tentato di far rinascere la cultura ucraina dopo decenni di proibizione della lingua e di tutto ciò che era ucraino nella Russia zarista. I comunisti sovietici decisero che il rinascimento della cultura ucraina era pericoloso per l’Urss. E insieme agli scrittori, ai poeti e ai drammaturghi gli uomini dell’Nkvd fucilarono artisti e registi teatrali. Le opere di Michajlo Semenko, Majk Jogansen, Mykola Zerov e di decine di altri scrittori ucraini fucilati sono state pubblicate per la prima volta solo dopo il collasso dell’Unione Sovietica.
- Il ministero della cultura ucraino continua a lavorare e ogni giorno raccoglie nuove informazioni sulle istituzioni culturali e i monumenti storici distrutti dell’esercito russo. L’elenco dei crimini della Russia contro la cultura ucraina continua ad allungarsi.
Da Andrey Kurkov: «Invadendoci Putin ci ha uniti. Zelensky faccia i compiti, non siamo perfetti»
Intervista di Andrea Nicastro, Corriere.it, 1 luglio 2022
- Orfana del comunismo ogni repubblica sovietica è tornata alla sua matrice originaria. La Russia alla monarchia con Zar Putin. Le Repubbliche dell’Asia Centrale ai Khan che comandano su tribù rivali. L’Ucraina all’anarchia organizzata del suo modello libertario-cosacco.
- Qui ci sono stati leader eletti dal 1500. In Russia no. Ma il processo di indipendenza non è finito
- Putin è un dittatore, i suoi soldati delle locuste che divorano il Paese senza alcun diritto, ma ciò non significa che l’Ucraina sia perfetta. Se vuoi un Paese tranquillo dovresti garantirti 5 spazi coincidenti: geopolitico, monetario, legale, culturale e informativo. Gli spazi culturali e informativi dell’Ucraina sono sempre stati più piccoli di quelli geopolitici. Il Paese non è cementato da un’unica cultura.
- Quando le elezioni del 2004 sono state falsificate, non importava se fossi moldavo, rumeno, polacco, ucraino o russo, ciò che contava era reagire ai brogli. La Rivoluzione arancione è stata il primo passo. Poi la Russia ha completato l’opera invadendo il Donbass nel 2014 e l’Ucraina nel 2022.
- [Su Volodymyr Zelens'kyj] Ha scoperto una fantastica vena da attore drammatico e adesso si starà rammaricando di aver perso tempo a fare il comico. Scherzi a parte, sta recitando benissimo la parte che qualcuno gli scrive. Le iperboli che prima ci propinava adesso sono finalmente corrette. Se prima diceva "è un’ingiustizia non essere parte dell’Ue o della Nato", era palesemente in cattiva fede. La ragione era chiara: non eravamo pronti. Adesso no, ha ragione a dirlo perché se non entriamo nell’Europa sarà la dittatura russa a bussare alle vostre porte.
- [«Da dove viene il coraggio degli ucraini?»] Sanno cosa significa stare sotto Mosca. Ci sarebbe censura, spregio dei diritti umani, si finirebbe in galera per un post su Facebook. Russia significa nessuna libertà. Puoi essere libero solo se il tuo Paese è libero.
- [Su Vladimir Putin] Questa guerra è la sua personale agonia, politicamente è già morto e anche fisicamente sta male. Vorrebbe diventare il rifondatore dell’impero russo. Del presente non gli importa nulla, la Russia può essere distrutta, i russi morire, a lui interessa solo l’eredità storica.
NoteModifica
- ↑ Da «Mi trovo intrappolato tra la mia identità di scrittore in lingua russa e il mio patriottismo ucraino», linkiesta.it, 6 maggio 2023; pubblicato in Linkiesta Magazine + New York Times Turning Points 2023.
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