Nina Lvovna Chruščёva

Nina Lvovna Chruščёva (1964 – vivente), scrittrice russa.

Chruščёva nel 2015

Citazioni di Nina Lvovna Chruščёva modifica

Da Come ai tempi d'oro del Kgb

la Repubblica, 10 ottobre 2006

  • È tempo di farla finita con la storia che la "dittatura della legge" di Putin avrebbe attenuato l'illegalità imperante della Russia postcomunista. L'omicidio di Anna Politkovskaja, una delle più coraggiose e brave giornaliste di Russia, una donna che ha osato portare allo scoperto i brutali omicidi commessi dai soldati russi in Cecenia, è la prova definitiva che quella che ha creato il presidente Putin è semplicemente una dittatura come le altre, con il consueto disprezzo per il diritto.
  • L'uccisione della Politkovskaja ha scatenato una lugubre sensazione di déjà vu: proprio come ai tempi d'oro del Kgb, la gente in Russia semplicemente scompare.
  • Non sto accusando il governo di Putin di aver commissionato l'omicidio della Politkovskaja. Dopo tutto, con il suo lavoro di giornalista investigativa aveva pestato i piedi a molte persone oltre a Putin, non ultimo l'attuale primo ministro ceceno, Ramzan Kadyrov, da lei accusato di condurre una politica di rapimenti a scopo di riscatto. Ma anche se i soci di Vladimir Putin non avessero niente a che vedere con chi ha ammazzato la Politkosvkaja in un ascensore del palazzo di appartamenti in cui viveva, nel centro di Mosca, è stato il suo disprezzo per la legge a creare il clima in cui questo omicidio è stato consumato. Come l'omicidio dell'arcivescovo Thomas Beckett nella sua cattedrale di Canterbury molti secoli fa, questo crimine è stato commesso nella chiara convinzione di fare cosa gradita al sovrano.

Da La nipote di Nikita Krusciov "Putin è un piccolo Napoleone"

Intervista di Julie Zaugg, larepubblica.it, 10 marzo 2014

  • [Sulla cessione della Crimea] Avvenne nel 1954, un anno dopo la morte di Stalin. Mio nonno cercava di decentralizzare l'Urss, cedere la Crimea all'Ucraina andava in questa direzione. A quel tempo, eravamo un solo popolo: la Crimea rimaneva in ambito sovietico. Pensava anche che le caratteristiche economiche della Crimea, regione agricola e agiata, la legassero all'Ucraina, all'epoca granaio dell'Urss. Aveva un forte legame con questo paese, dove aveva lavorato. Voleva ricompensare questa regione, il cui frumento aveva nutrito l'Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale, e scusarsi per l'Holodomor, la grande carestiadegli anni Trenta
  • Da una parte, Nikita Krusciov era un autocrate sovietico, quindi avrebbe trovato normale invadere la Crimea. Dall'altra, credeva nel diritto di autodeterminazione dei popoli, soprattutto negli anni precedenti la sua morte. Quando i carri armati sovietici furono inviati in Cecoslovacchia nel 1968, si arrabbiò nel vedere che la mentalità non era cambiata in 12 anni. Si era pentito della sua invasione dell'Ungheria nel 1956. Oggi, direbbe: "Dopo sessant'anni fa nonabbiamo imparato niente".
  • Vladimir Putin è un uomo piccolo. Soffre di un complesso di Napoleone che lo spinge ad agire in modo radicale. È anche un grande narcisista: gli piace sentirsi l'uomo più potente del pianeta. L'unica ambizione delle Olimpiadi di Sochi era quella di ostentare il suo potere. In Crimea, usa la stessa logica.

Da Putin in crisi? Ricordando quello che successe la volta che l'Unione Sovietica abbatté un aereo

huffingtonpost.it, 23 settembre 2014

  • L'enorme perdita di vite in Afghanistan (pari alle perdite degli Stati Uniti in Vietnam, ma in un periodo di tempo più ridotto) suggeriva già a molti che il Cremlino stesse diventando un pericolo per se stesso; l'attacco su un aereo civile [volo Korean Air Lines 007] sembrò confermare quel punto di vista sempre più diffuso. Fu rendersi conto di ciò che spronò Mikhail Gorbaciov a salire al potere, così come incoraggiò il supporto dei leader alle politiche di riforma della perestroika e della glasnost promosse da Gorbaciov.
  • La base logica di Putin per annettere la Crimea somiglia molto alle ragioni di Brezhnev per invadere l'Afghanistan: per confondere i nemici, cercare di circondare il paese.
  • L'incompetenza di Putin si estende molto oltre l'economia. Le sue forze di sicurezza restano brutali e inaffidabili; in alcune parti del paese si sono mescolate a delle bande criminali. La sua direzione della magistratura non tranquillizza i comuni cittadini, e le installazioni militari, i sottomarini, le trivelle, i pozzi, gli ospedali e le case di riposo del paese esplodono continuamente, si rompono, o affondano, a causa della negligenza e dell'irresponsabilità.
  • Se lo stato russo funzionasse bene, Putin potrebbe continuare a resistere alla pressione dei leader dell'opposizione. Ma l'accusa dell'opposizione che il regime di Putin sia composto di "truffatori e ladri" risuonerà con forza maggiore, perché i russi adesso possono vedere i risultati tutt'intorno a loro.
  • Calcando troppo la mando in Afghanistan e mentendo al mondo sull'abbattimento del KAL 007, il regime sovietico si espose e accelerò quella putrefazione che rese il suo collasso inevitabile. Non c'è ragione di credere che il destino di Putin sarà diverso, per il suo sforzo di restituire alla Russia un potere imperiale.

Da Cremlino, fabbrica di morte

project-syndicate.org, 2 marzo 2015

  • Il sovrano inglese Enrico II non aveva dovuto impartire un ordine esplicito poiché i suoi cavalieri sapevano come trattare chi era ritenuto una minaccia per lo Stato.
  • Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale.
  • Il Cremlino non è nuovo alla distorsione della verità per i propri fini. Prima dell'annessione russa della Crimea, dichiarò che gli Stati Uniti avevano assunto dei cecchini per sparare sui manifestanti filo-occidentali a Kiev, al fine di incolpare la Russia della loro morte. Quando un aereo di linea malese fu abbattuto sopra l'Ucraina – molto probabilmente da ribelli filorussi – la versione ufficiale del Cremlino fu che i servizi segreti occidentali l'avevano abbattuto per minare la reputazione di Putin. Accuse di questo tipo hanno fomentato nazionalismo, odio e un'isteria anti-occidentale, distogliendo l’attenzione dei russi dalle responsabilità di Putin nella crisi economica del paese.
  • Forse Putin non ha ordinato l'uccisione di Nemtsov o degli altri. Come Stalin, però, ha alimentato un clima di paura e illegalità, in cui coloro che si radunano dietro al Cremlino avvertono il dovere di eliminare gli oppositori del leader come possono e prima ancora che questi apra bocca.
  • Nel primo decennio di questo secolo è stato facile amare Putin perché aveva reso i russi ricchi, cosmopoliti e rispettati. Oggi, con il crollo dei prezzi del petrolio e le sanzioni occidentali, li ha resi poveri e quasi universalmente disprezzati.
  • Il regime di Putin si basa sulla promessa di prosperità economica, in mancanza della quale potrebbe iniziare a sfaldarsi – se non come conseguenza delle proteste di massa, perché i suoi affiliati non avrebbero più alcun interesse nella sua sopravvivenza politica. A quel punto, quando Putin sarà del tutto vulnerabile, i suoi alleati dovranno agire con cautela e continuare a guardarsi le spalle.

Da Il Problema della Stampa Semilibera di Putin

project-syndicate.org, 4 gennaio 2019

  • [Su Vladimir Putin] Ha passato gli ultimi 18 anni a interpretare di tutto, dal padre premuroso della nazione a un James Bond esperto di judo.
  • Invece di contare sulle promesse personali e sulle performance di Putin, le autorità si sono sempre più concentrate sugli indicatori tecnici dello sviluppo della Russia, mentre sottolineavano la minaccia rappresentata dall’Occidente.
  • Durante il suo terzo mandato presidenziale – ora è al quarto – si era concentrato più sulla difesa del suo entourage dalle accuse di corruzione o indifferenza che sulla felicità delle persone comuni. In vero stile sovietico, egli rimane più spaventato da un colpo di stato di palazzo che da una rivolta pubblica.
  • Il problema con un regime semi-autoritario come quello di Putin, tuttavia, è che il comportamento delle persone non è completamente sotto il controllo del leader. E, nella Russia di oggi, questo si estende ai media, che riportano le sfide sociali e la rabbia che alimentano molto più spesso – e in modo più audace – di quanto dall’esterno ci si potrebbe aspettare.
  • [Sulla dissoluzione dell'Unione Sovietica] L’Unione Sovietica ha fallito in parte a causa della disconnessione tra i bisogni fondamentali della gente comune e l’agenda del superpotere statale, che ha reso la popolazione più povera. Sostenendo di difendere la madrepatria, ignorando la propria gente, Putin rischia oggi di commettere un errore simile.

Da La nipote di Krusciov: "Dalla piazza no a Putin ma Navalny non è l'alternativa"

Intervista di Anna Di Lellio, strisciarossa.it, 29 gennaio 2021

  • Navalny in questo senso è un simbolo, ha rivelato come sia ridicolo lo stato russo, che gli cambia aeroporto, lo arresta, svolge la prima udienza non in tribunale ma nella stazione di polizia… Insomma, davvero imbarazzante. Non menzionano neanche il nome, come se facendo così, come per magia, scomparisse. Si comportano come se fossero terrorizzati da lui e infatti per il sistema russo sarebbe meglio che rimanesse in esilio, così potrebbero dire, vedete è scappato. Navalny ha capito invece che doveva tornare.
  • La gente non ama Navalny, lo ritiene un megalomane. Tutti i politici sono megalomani ma il problema è che con Navalny il gap tra il suo messaggio e come viene percepito è troppo forte. Mi spiego. Ho parlato con alcuni manifestanti. Non è stato facile, la gente è venuta a gruppi e si è limitata a parlare con quelli del proprio gruppo, ma ho chiacchierato con tre quattro persone, gente sui 30-40 anni. Uno mi ha detto: è la prima protesta alla quale partecipo, sono qui perché il trattamento subito da Navalny alla stazione di polizia è incomprensibile, lo trovo inaccettabile. È questo sentimento, più che la causa contro la corruzione, a muovere i dimostranti. Diciamo che la gente vede Navalny non come uno che lotta contro la corruzione, ma come uno che lotta per un posto al sole nel sistema politico russo, per essere importante come Putin. Per tornare al gap di cui parlavo prima: Navalny dice "sono contro Putin" e la gente capisce "come osate non considerarmi importante come Putin"?
  • Gli standard di vita erano migliorati sotto Putin per gran parte della popolazione, ma ora stanno peggiorando. La Russia è un sistema ossificato, devi essere essere leale a qualcuno per trovare un lavoro, i superiori ti mettono sempre alla prova... è un sistema bloccato e molto limitante. Putin aveva 47 anni quando è andato al potere, adesso ne ha 70, siamo nel reparto geriatrico, come in America.
  • Supponiamo che diventi presidente, un'eventualità praticamente impossibile, ma diciamo che lo diventi: la Russia non diventerebbe democratica all'improvviso come sogna Bugajski e quelli come lui. Non funziona cosí in Russia.
  • Putin è un simbolo del Putinismo, non dico che non è sotto controllo, non è come quando Stalin invecchiò e si parlò di tutte queste cospirazioni su chi veramente lo tenesse sotto controllo. Ma esiste un "Putin collettivo" e Putin il maestro di judo, il brillante tattico, è un po' rimosso dalle decisioni quotidiane, come Mugabe, ma anche come Merkel, quando sei al potere per tanto tempo succede. Il mio sospetto è che Putin è più interessato ai trattati internazionali, al suo posto sulla scena internazionale, e ha delegato Navalny alle forze della sicurezza, il Putin collettivo. E quelli pensano solo in un modo, non pensano né tatticamente né strategicamente. Pensano che se sei contro chi è al potere non sei un patriota, sei un traditore sostenuto da agenzie spionistiche straniere, e devi essere completamente distrutto. Pensano che la Russia debba essere difesa dal global Navalny. A loro non importa affatto cosa pensi l'occidente. Hanno imparato dai cinesi ad Hong Kong, hanno imparato dalla Bielorussia.
  • Ricordi Medvedev? Non lo ricorda nessuno.

Da Nina Krusciova: «Mio nonno a Cuba si fermò. Putin non vuole mai cedere per primo»

Intervista di Viviana Mazza sulla crisi russo-ucraina del 2021-2022, corriere.it, 15 febbraio 2022

  • Non sta cercando di ricostruire l’Impero Russo di per sé ma sembra deciso a stabilire una sudditanza degli ex Stati sovietici. L’errore dell’Occidente è di pensare che la Russia sia un invasore, ma in realtà la Russia “prende” se si presenta l’opportunità, come in Crimea nel 2014 o nei Paesi Baltici nel 1940.
  • Putin non vuole ricostruire l’Urss. Quel che ha sempre voluto è: influenza. Non vuole sedere al tavolo dei bambini. Il problema è che Mosca era al tavolo dei Grandi ma quando ha preso la Crimea è stata cacciata dal G8: Putin stesso è responsabile ma se glielo chiedeste, risponderebbe che comunque non lo ascoltavano e anche questo è in parte vero.
  • Se i russi non possono viaggiare e ci sono sanzioni bancarie, sarà orribile per tutti oltre che per Abramovich cacciato da Londra e centinaia di altri oligarchi. Le sanzioni si aggiungerebbero alla repressione di ogni potenziale pensiero indipendente e la gente vorrà andare forse in strada a protestare e ciò non sarà possibile.

Da Nina Khrushcheva: "Le grandi colpe di Putin e il fallimento della diplomazia"

Intervista di Anna Di Lellio sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, foglieviaggi.cloud, 12 marzo 2022

  • Secondo me ha deciso all’ultimo momento. Si spiegano così forse gli errori tattici dell’esercito. È anche vero che i russi prendono sempre decisioni sul momento, ma qui c’è anche un grande errore strategico. Qualcosa si è rotto dentro di lui, e la responsabilità di questa rottura è degli Stati Uniti.
  • Non dico che quello che sta succedendo sia colpa degli Stati Uniti, la colpa è di Putin e basta. Quello che voglio dire è che Putin ha abboccato alla politica di Biden, che negli ultimi mesi lo ha provocato facendo la voce grossa quando bisognava invece de-escalare.
  • Gli americani ci vogliono soggiogare, lo hanno sempre voluto. Con Putin ce l’hanno finalmente fatta provocandolo fino in fondo.
  • Secondo me lui voleva solo minacciare e farsi grande, ma quando Biden gli urlava che se avesse invaso l’Ucraina lo avrebbe punito senza tregua, lì c’è stato l’errore più grande. La diplomazia si fa a bassa voce, dietro le quinte.
  • La guerra è cominciata, ed è disastrosa per gli ucraini soprattutto. Le armi atomiche però le ha usate solo l’America finora, organizzando un isolamento economico e politico della Russia che ha completamente distrutto il paese. Comunque vada a finire l’America ha vinto.
  • Gli oligarchi non faranno nulla. Il sistema repressivo attorno a Putin sta vivendo la sua ora migliore. Ora la polizia ha mano libera, fa quello che ha sempre sognato di fare. Lo sai che fermano i ragazzi per strada, così a caso, si fanno consegnare il telefonino e controllano chi hai chiamato, chi ti ha chiamato, ecc.? Questo non è legale neanche in Russia. E che fai? Protesti? Ti piantano della droga in tasca e ti arrestano.

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