Elena Aleksandrovna Kostjukovič
Elena Aleksandrovna Kostjukovič (1958 – vivente), scrittrice, saggista e traduttrice russa naturalizzata italiana.

Citazioni di Elena Aleksandrovna Kostjukovič
modifica- Un libro di successo può essere anche un buon libro e un libro di qualità può diventare un libro di successo. Il confine tra letteratura e non letteratura si può solo intuire. A volte si rimane storditi di fronte a certe opere trash e demenziali salvo poi accorgersi che si tratta di parodie e quindi di letteratura. Oppure capita di trovarsi di fronte a un testo pulito, ben costruito e si capisce solo dopo che si tratta invece di un calco, di un simulacro senza un goccia di sangue e senza vita. E non di vera letteratura.[1]
- Credo che si possa parlare di casi letterari solo quando si manifesta una lingua letteraria nuova. Lei afferma che nella letteratura si narrano sempre le stesse storie, certo, è così, ma il linguaggio usato per incarnare queste storie si reinventa ogni volta. E talvolta accade che questo linguaggio risulti incredibilmente inedito e fresco e che anche vetusti procedimenti stilistici vengano combinati in modo da risultare incredibilmente freschi ed efficaci. Un esempio di questi straordinari raggiungimenti linguistici e culturali è nel mio ricordo l'opera di Dmitrij Prigov nella quale, grazie a una geniale alchimia combinatoria, da dense stratificazioni linguistiche e culturali scaturiscono significati inediti.[1]
Intervista di Lucy Gordan, lamadia.com, 10 maggio 2010
- Come ben sai, la Russia è un paese dove il clima non permette di mangiare prodotti freschi tutto l'anno. Si trovano sempre soltanto patate in tutte le forme. Le patate stanno alla base di tutto il cibo russo. Poi ci sono delle conserve sotto sale, ma senza aceto. L'aceto non è usato in Russia per la mancanza d'uva. Non si produce vino e quindi non si produce neanche l'aceto. L'unico modo per conservare i cibi è metterli sotto sale. Ma che cosa? Cavoli, funghi e cetrioli. Questi ortaggi, più le patate, si trovano tutto l'inverno nelle cantine dei russi di campagna. Sono fonte di vitamina C, soprattutto i cavoli.
- La cucina russa popolana è molto noiosa, noiosissima. Per esempio, il pesce manca quasi totalmente perché o costa tanto o viene dai fiumi inquinati e nessuno lo vuole. Non si deve dimenticare che io sono nata nel '58 e cresciuta negli anni '70 e '80, ossia quando è entrato in crisi il sistema sovietico perché tutte le forze politiche erano ciecamente concentrate sulla produzione delle armi. Io mangiavo salumi poco interessanti, patate e tante zuppe. Zuppe e patate, patate e zuppe.
- Quando sono arrivata in Italia, ho scoperto per la prima volta cosa fosse realmente il cibo.
- Come ben sai, Il nome della rosa è un romanzo ambientato nel Medioevo, ma connesso alla realtà moderna attraverso simboli che costituiscono le chiavi per capire la letteratura e la politica attuale. Per questo motivo era proibito in Russia, anche se tutte le biblioteche importanti custodivano una copia in una stanza segreta. Per fortuna, come collaboratrice dell'Accademia delle Scienze, Reparto Letteratura, avevo una tessera che mi permetteva di entrare in queste stanze segrete. Potevo consultare i libri proibiti soltanto lì. E lì ho letto e tradotto Il nome della rosa.
- Ero un'intellettuale del regime sovietico e il regime sovietico teneva noi intellettuali in una specie di scatola chiusa. Noi dovevamo stare al posto nostro e non protestare. Ci pagavano poco ma puntualmente ogni mese e noi dovevamo stare lì buoni e non aprire bocca. Questo era il patto.
- Credo che per gli italiani sia molto importante lanciare messaggi positivi per essere simpatici, e non per essere, come in America, "cool" o in gamba, o intelligenti. Gli italiani vogliono innamorarsi del loro interlocutore e soprattutto allo stesso tempo far innamorare tutti. Per raggiungere questo scopo non c'è niente di meglio del cibo; è una strategia che vince sempre.
- [«Quali italiani sono i più sciovinisti per quanto riguarda il cibo?»] Senza dubbio i liguri. In Liguria si trovano soltanto cibi e piatti tipicamente liguri che sono, devo ammettere, fantastici. La Liguria è sciovinista, è quasi talebana per quanto riguarda il cibo. Trovi il pesto dappertutto e non sughi di pomodoro, neanche nelle mense scolastiche o nelle fabbriche. In Molise o nella Basilicata i piatti sono limitati per mancanza di richiesta, non per chiusura mentale o sciovinismo come in Liguria. In Abruzzo anche i piatti tipici sono pochi, ma il cuoco abruzzese ha la capacità di imparare qualsiasi piatto, di qualsiasi cucina. Mi hanno spiegato che il cuoco abruzzese è l'unico cuoco al mondo che sa trovare la giusta misura del sale, anche nei piatti che lui non conosce. In Abruzzo il cuoco dosa gli ingredienti in maniera corretta, cosicché i cuochi abruzzesi si trovano su tutte le navi da crociera, o in giro per il mondo.
- [«Il cibo di quale regione le piace di più?»] Della Sicilia e del Piemonte. Amo anche il cibo della Puglia ma, secondo me, non esiste la cucina pugliese: esiste il cibo pugliese. La Puglia è il paradiso degli ingredienti: l'olio d'oliva, il formaggio, le verdure, il pesce... ma il cuoco non c'è. In Sicilia e in Piemonte il cuoco (e non soltanto gli ingredienti) sta al centro.
Intervista di Titti Marrone, repubblica.it, 7 aprile 2022
- La versione ufficiale russa su Bucha, che si tratterebbe di una messinscena, ha la stessa logica che porta il professor Fomenko a sostenere che la storia europea sia stata falsificata nel 1500 dagli europei, negatori del grande passato della Russia. E così come la vera storia russa sarebbe stata alterata, gli ucraini avrebbero ammazzato 470 persone disponendole in un set dell’orrore. Ci crede il popolo? Sì, perché questa è la sola informazione che passa.
- [Su Vladimir Putin] Convivono in lui idealizzazioni e mistica del Kgb che lo ha sollevato dalla sua parte socialmente misera. Alla fine lui stesso non sa che cosa realmente stia avvenendo: vive da segregato, non si fida di nessuno, vede solo sudditi che gli portano le notizie che vuol sentire e che servono a loro per conservare il proprio posto comodo. Uno degli effetti del Covid è stato poi liberare tra la gente le fantasie più strane e dare ai Paesi poteri più forti del solito. L’effetto di ciò sui russi è stato micidiale.
- [«Può attuare la minaccia nucleare?»] Esperti militari russi dicono che può farlo senza problemi. Ma una volta dato l’ordine, ci sono altre cinque persone che dovrebbero attivare i codici necessari a scatenare un attacco nucleare. Se uno si rifiuta, diventa un eroe, e sarebbe anche la fine di Putin.
Intervista di Stefania Parmeggiani, repubblica.it, 16 aprile 2022
- Fomenko e i suoi seguaci sostengono che tutti i libri di tutte le biblioteche del mondo sono stati rimpiazzati da volumi falsi, realizzati da conoscitori della calligrafia antica con l'utilizzo di pergamene invecchiate, inchiostri diluiti e sigilli contraffatti. Anche metodi di datazione, come quello al Carbonio 14, sarebbero basati sulla menzogna. La civiltà greca non sarebbe mai esistita, la Palestina biblica era situata in Italia, di Ivan il Terribile ce ne furono quattro... Possiamo andare avanti per giorni.
- [Su Vladimir Putin] Di sicuro [la nuova cronologia] gli è utile perché secondo le dottrine che si basano sulla Nuova cronologia è arrivato il momento di ripristinare la giustizia e porre fine all'umiliazione storica del grande popolo russo.
- Tutti i collaboratori di Putin sono costretti a leggere l'opera omnia di Aleksandr Dugin, filosofo, esoterista e fondatore del Partito nazionalbolscevico. I testi della sua Noomachia, corrente filosofica che predica la guerra tra civiltà, sono nei piani di studio di molte università, raccomandati agli insegnanti delle scuole statali.
- Secondo il concetto di Russkij Mir, le terre "ancestrali slave" prima o poi si concentreranno attorno alla poderosa Terza Roma, ossia Mosca. Perché sia possibile ricomporre i pezzi di questa Russia ideale, bisogna che nasca un superuomo. E questi prima di agire dovrà aspettare il momento in cui sarà finita una grande peste, la Morte Nera che falcerà i popoli, come indicato nell'Apocalisse.
- Putin ha una mentalità atavica, mistica, oscura. È uno che non usa il computer, non naviga su Internet, dà ascolto ad eremiti, va in clausura sul Monte Athos, crede a indovini e sciamani.
- [Sulla Z] Ci sono diverse interpretazioni, molte plausibili. Io ritengo verosimile che sia lo stesso segno che portavano addosso i soldati del gruppo d'assalto nazista Zentr, che Hitler mandò a conquistare l'Ucraina. Un gruppo di crudeltà inumana che abbiamo visto in tanti film, nei quali però si avvertiva sempre una strana, inspiegabile romanticizzazione di quella forza distruttrice, di quella estetica.
- Penso che questa guerra sia già un gigantesco fallimento: a parte Putin, nessuno la vuole, la gente finisce in prigione perché usa parole proibite. Forse alla fine saranno i generali a fermare questa follia perché a differenza del Grande Capo utilizzano la logica.
Intervista di Guido Caldiron, ilmanifesto.it, 29 aprile 2022
- [I sostenitori della nuova cronologia] sono convinti che nell'antichità la Russia fosse molto più grande e potente di quanto è spiegato nei libri di Storia: il suo territorio avrebbe corrisposto di fatto a quello dell'intero continente europeo e a una parte dell'Asia. E perfino a Londra c'era in realtà uno Zar, un re di origine russa. Si trattava di una società basata sulla «mentalità russa», frutto del cristianesimo locale avversario irriducibile della Chiesa di Roma, su saldi valori morali improntati alla tradizione e su quella che potremmo definire come giustizia sociale. In base a questa narrazione perfino Gesù Cristo sarebbe stato in realtà russo, nativo di Kherson, uno dei centri oggi al centro della guerra, e una delle città sacre della antica religione russa. Questo primato del «Russkij Mir», l'idea che l'intera civiltà europea guardasse in qualche modo alla Russia, è stato però cancellato, addirittura tutti i libri precedenti al XVI secolo sono stati riscritti e gli originali bruciati perché di quella storia non restasse alcuna traccia: il tutto ad opera del clero e degli occidentali che hanno così cercato di imporre la propria egemonia sul mondo fin dall'antichità.
- Credo che l'apparente semplicità di ogni progetto storico che si basa sull'evocazione di una «purezza originaria» possa fare presa facilmente su una popolazione in difficoltà e, allo stesso tempo, annunciare le peggiori tragedie. Penso a quanto ha scritto Umberto Eco ne Il nome della rosa, quando Guglielmo da Baskerville rispondendo all'inquisitore che gli chiede cosa faccia più paura nella vita, non ha dubbi ad affermare: «La purezza». Così, oggi in Russia si percepisce il desiderio di ricostruire a tavolino un passato ideale e puro e per farlo si guarda ad un tempo che precede sia l'era sovietica che quella dell'Impero zarista, forse perché in quelle stagioni era più difficile separare nettamente il «Russkij Mir» dal mondo esterno: una stagione di grandezza e innocenza cancellata da un complotto occidentale.
- Secondo la «Nuova cronologia» c'è un «piano» che solo una sorta di «eletto» potrà realizzare per restaurare la grandezza russa del passato e ricondurre alla verità la Storia e il mondo intero. Se da un lato questa visione si alimenta di una paranoia costruita su un fondo di miti sconclusionati, dall'altro auspica esplicitamente che tutti i popoli e le nazioni della Rus' originale siano riuniti in una sola nazione, guidata dalla poderosa Terza Roma, vale a dire da Mosca. È questa visione messianica, intrisa di mitologia come di esoterismo che ha accompagnato l'invasione e che fa dubitare che alla guerra si possa porre davvero fine attraverso strumenti razionali o alle forme consuete della diplomazia.
Intervista di Gigi Agnano, iocistolibreria.it, 20 gennaio 2023
- Da noi, in Europa, le persone normali erano profondamente convinte che fosse impossibile lanciare aerei sulle grandi città europee, lanciare carri armati sui villaggi, lanciare paracadutisti sui tetti degli aeroporti. È quello che fa Osama bin Laden, abbiamo pensato. Gli Stati non lo fanno. Sembrava ancorpiù impossibile visto che Putin non aveva alcun motivo valido per farlo.
- In primo luogo, la Russia non ha bisogno di difendersi dall'Occidente, il quale non attacca la Russia; al contrario, l'Occidente ha sempre aiutato la Russia a svilupparsi e a progredire. La "grande cultura russa", acriticamente adorata qui in Italia sotto l'insopportabile nome di "anima russa", è la cultura dell'Europa, reinterpretata e trasformata dal materiale russo.
In secondo luogo, la Russia non ha bisogno di espandere il proprio territorio. È un paese di oltre diciassette milioni di chilometri quadri, due volte più grande della Cina e cinquantasei volte più grande dell'Italia.
«Protezione della popolazione di lingua russa» – Non capisco perché dovremmo ripetere la formula di Hitler ("protezione della popolazione di lingua tedesca in Polonia").
Persino i putiniani più accaniti non lo ripetono più. - [«Perché una propaganda così primitiva ha preso il sopravvento?»] Perché si possono conquistare milioni di persone solo con l'uso della propaganda più primitiva. Lo dimostrano il fascismo, il nazismo e il "socialismo reale" di Brezhnev. L'ultimo ha conquistato un Paese di 250 milioni di popolazione semplificando le idee di Karl Marx, che in realtà ha scritto opere complicate e piene di senso. Infatti, il vero Marx non poteva essere letto in URSS. Non era disponibile nelle biblioteche. Venivano distribuite solo edizioni semplificate, evirate dalla censura.
- [«Ci spiega il significato della Z simbolo delle truppe d'invasione?»] Alla richiesta urgente di un simbolo, è stato incaricato di farlo qualcuno. Questo qualcuno era un idiota. Non ci pensò a lungo e propose una mezza svastica.
- [«Putin ha minacciato l'uso di testate nucleari. Pensa che la guerra contro l'Occidente possa sul serio avere un esito così terrificante? Qual è la sua opinione?»] Non l'userà, e propongo di avere un po' meno paura di questo Putin. Non avrà il tempo di inviare missili, gli impianti di lancio sono sorvegliati dalle intelligence occidentali. Saranno annientati non appena si appresteranno a fare danni reali al globo terrestre.
- Dopo Putin arriveranno coloro che sono ancora peggio di lui, ma poiché saranno peggiori, più primitivi e più stupidi, falliranno molto più rapidamente di lui. E finalmente ci libereremo da quell'incubo.
Intervista di Gianluca Vivacqua, notiziegeopolitiche.net, 5 febbraio 2023
- I suoi sogni ad occhi aperti tradiscono la mancanza di vera cultura. Legge poco. I libri a cui fa riferimento [...] sono libri che Putin conosce per sentito dire, nei riassunti preparati dai suoi collaboratori. Qualcuno gli aveva raccontato che esistono delle "antiche cronache" occultate dai cattivi occidentali e rubate da tutte le biblioteche del mondo ancora nel sedicesimo secolo. Le cronache "vere e genuine" che nessuno ha visto, perché, ripeto, sono state occultate, avrebbero parlato di una Grande Russia Antica che avrebbe dominato l'intero continente europeo. Putin sembra affascinato da queste sciocchezze, forse ci crede, oppure strumentalizza questa favola, ma la vede come una specie di legittimazione per dichiarare un programma d'azione, cioè, ricostruire la "Terza Roma", il "Mondo Russo" o la "Grande Eurasia".
- [...] Putin ha una propria idea (piuttosto approssimativa) della storia russa. Quando parla, commette errori di nomi e datazioni, e si vede che non capisce la conseguenza degli eventi. In una trasmissione in diretta è stato addirittura corretto da un bambino di nove anni. Gli adulti non lo correggono probabilmente per paura, ma se ne accorgono in molti.
- Nicola I costruì il suo potere sull'onnipotenza della polizia politica, sulla lotta al dissenso e sulla repressione del pensiero libero. Perseguitò i migliori scrittori e poeti della sua epoca: mandò al confino Pushkin e Lermontov e mandò Dostoevskij in Siberia. [...] È un peccato che prima della morte di questo tiranno, molte persone in Crimea abbiano dovuto morire.
- Penso che si sappia largamente, che Stalin ha ucciso 20.000.000 di persone sovietiche completamente innocenti, che ha sterminato intere nazioni che facevano parte dell'URSS e non esistono più, e che nella Seconda Guerra Mondiale Stalin ha usato metodi che hanno causato più sofferenza al suo stesso popolo che al nemico.
- Da un lato, è innamorato dell'estetica SS e la sta implementando nel suo paese. Adorava i film in cui uomini affascinanti andavano in giro con eleganti uniformi da Oberststandartenführer.
Sicuramente gli piace la rapidità e il cinismo con cui il Terzo Reich era riuscito a conquistare il dominio in Europa, sottomettendo i democratici "morbidi e indecisi" e mettendo lo stivale sulla gola di tutti i governi più o meno liberali. [...]
La Germania di Hitler è per lui un modello, e insieme un oggetto di odio, e insieme un oggetto di adorazione. Purtroppo.
Intervista di Davide Romano, mosaico-cem.it, 11 giugno 2023
- Sono nata in una famiglia intellettuale ebraica di Kyiv di cultura e lingua russa, come tante altre famiglie della "classe creativa" nelle capitali delle quindici repubbliche dell'Unione Sovietica. [...] Queste famiglie ebraiche intellettuali erano in gran parte laiche ed estranee al mondo ebraico tradizionale. Persino i miei nonni non conoscevano né lo yiddish né l'ebraico. Ciononostante, gran parte della famiglia fu fucilata dai nazisti nel 1941 a Babi Yar, che è uno dei tragici episodi della Shoah. I nazisti scegliendo le vittime consideravano la "razza", non certo lingua e/o religione. Il resto della famiglia fu poi perseguitato per gli stessi motivi razziali dalle autorità staliniane nel corso della grande campagna antisemita sovietica ("lotta contro i cosmopoliti") del 1948/1953.
- Penso che dopo aver visto la propaganda russa mentire su qualsiasi cosa (ad esempio, affermare che la Russia non avesse iniziato la guerra contro l'Ucraina), mi credereste se vi assicuro che non ci sono neonazisti in Ucraina. La Russia usa questa parola, mentendo palesemente, solo per fare pressione sui nervi delicati dell'opinione pubblica occidentale.
- Se la propaganda russa, strappando l'argomento dal suo contesto, mostra in giro alcuni tatuaggi che si fanno incidere, probabilmente in caserma nelle ore libere, alcuni ragazzacci che si sono arruolati per diventare paracadutisti nel battaglione Azov, posso invitarvi a interessarvi a quali tatuaggi hanno quelli della "Brigata Folgore" o della "Legione straniera" francese. Statisticamente i tipi del genere sono ovunque, ma il loro numero è irrilevante.
- Ora in Ucraina non solo non c'è antisemitismo a livello di dichiarazioni, ma dirò di più: dopo l'inizio dell'invasione russa, Israele per l'Ucraina è un Paese eroico e un campione per il futuro. [...] Quanto al becero antisemitismo di bottegai e diseredati, dei giovanotti che aderiscono all'estrema destra, questo tipo di "giudeofobia" probabilmente esiste in Ucraina, così come esiste in tutto il mondo, e l'Italia non mi sembra faccia eccezione. È importante che in Ucraina nessuno permette a queste tendenze di aprire bocca.
- A livello dello stesso Putin e dei suoi amici, l'antisemitismo, sinceramente, non si è verificato. [...] Ciononostante, nel corso degli anni noi intellettuali abbiamo spesso rabbrividito di fronte alle occasionali pubblicazioni dei personaggi russi di spicco che alludevano in un modo assai cruente al "popolino piccolo che allunga le proprie mani sui risparmi della gente normale" o a "coloro i quali, sfortunatamente, non sono stati ammazzati tutti dai tedeschi a loro tempo". Questo partiva dall'ideologo del regime Prilepin, quello dell'attentato non riuscito, e dall'autoproclamato filosofo Dughin, oltre che da parte di propagandisti qualunquisti, i quali ultimamente danno sempre più voce alla retorica aggressiva, brusca, manipolando le latenti pulsioni antigiudaiche.
- Alla Russia di Putin oggi l'Ucraina è indispensabile come una testa di ponte, un cuneo che penetra nell'agognata e odiata Europa. L'obiettivo è interferire sempre di più nei loro processi politici, a partire dalle elezioni. Tra gli obiettivi russi, c'è anche l'intenzione di continuare ad aizzare il terrorismo internazionale, a erodere il diritto internazionale, a iniettare denaro nelle classi governanti europee, a investire nelle correnti estremiste dei Paesi europei, creando instabilità e caos. Tutto ciò nell'ottica assurda di "ripristinare la grandezza passata della Russia".
repubblica.it, 17 febbraio 2025
- A Jalta il mondo fu diviso tra le tre superpotenze. E anche oggi il coltello sarà affondato nella torta succulenta chiamata Europa. Il suo bordo già morso, l’Ucraina, cadrà senza dubbio nella bocca di chi ha iniziato a masticarlo tre anni fa.
- In questa guerra di apparenze, uno degli strumenti più utilizzati è rappresentato dalle rievocazioni e i cosplay dei momenti storici considerati dal regime di Putin “ideologicamente validi”. I metodi che usa oggi la Russia di Putin sono, in termini propagandistici, una riproposizione di scene ed episodi della guerra del 1941-1945 in una specie di un macabro remake.
- La Russia sta orchestrando una guerra in gran parte fantasiosa, teatrale, non fondata sui calcoli strategici. È come se il suo movente principale fosse l’impatto emotivo. Si stanno formando dei reparti retrò: manca l’equipaggiamento adeguato, mancano le armi moderne, ma “è così che hanno combattuto i nostri nonni”.
- I regimi dittatoriali si sono spesso serviti dei cosplay. Per la dittatura della Russia di oggi questo espediente rappresenta qualcosa di basilare. Dappertutto si tengono rievocazioni di battaglie della Seconda guerra mondiale e marce in onore degli antenati uccisi in guerra, con i loro ritratti portati in processione come se fossero icone.
Intervista di Francesco Battistini, corriere.it, 25 febbraio 2025
- In Italia, dicono quasi tutti Kiev. Il governo ucraino vuole si dica Kyiv. È come Ucràina o Ucraìna, quest'accento che balla sempre... Dire Kyiv è difficile anche per me: sono nata parlando russo, l'ho sempre chiamata Kiev. Ma siamo davanti a realtà simboliche e dobbiamo in qualche modo cooptarle nei nostri discorsi. Non essendo io né russa, né ucraina, il titolo è già una dichiarazione: dice da che parte stia.
- La notte del 24 febbraio 2022, io ero sveglia: dopo il famoso discorso di Putin, stavamo tutti in attesa. Un gruppo d'amici sparsi in tutto il mondo: nessun ucraino, solo gente che segue i misfatti di Mosca. Alle 4, stavo chattando con gli americani e sentii urlare: "Hai visto?" E subito un messaggio da Israele, d'un altro amico. E un terzo. Tutti capimmo che le nostre vite, da quell'istante, sarebbero cambiate. Siamo stati condannati a seguire i missili, punto di caduta, dove avrebbero colpito. Sa che a Kyiv è stata inventata un'app dal nome meraviglioso "c'è?" che ha permesso ai condomini di comunicare se hanno o no la luce? Ci si aiuta: si va dai vicini ad attaccare il bollitore, e loro poi verranno ad asciugarsi i capelli con il tuo phon.
- [Su Vladimir Žirinovskij] Disse: alle 4 del mattino del 22 febbraio 2022, vedrete qualcosa... Il 22 fu un numero caro a Hitler, una data esoterica, propizia per iniziare le guerre. Tutti gli studenti lo studiavano, nella vecchia Urss, e anche Putin l'aveva ben tatuato nella mente. Poi lui posticipò al 24, ma solo perché Xi Jinping chiese di non guastargli le Olimpiadi a Pechino.
- Una caratteristica comune [tra il fronte orientale e l'invasione russa dell'Ucraina del 2022] è l'uso di "materiale sacrificabile" nelle truppe: ex carcerati, senzatetto raccolti per strada, malati. Servono ad attirare il fuoco del nemico, costringerlo a consumare proiettili. Infliggono danni al nemico, obbligandolo a ucciderli fino all'esaurimento. Poi ci sono differenze: nel '41, si fuggiva da Kyiv verso est; ora si fugge da Kyiv verso ovest. Allora i "disumani" venivano dall'Europa e parlavano una lingua straniera. Oggi parlano la stessa lingua delle vittime, amano gli stessi cibi: ex compagni di scuola che guardavano i medesimi cartoni animati.
- [Su Volodymyr Zelens'kyj] Io lo capisco molto bene, come se fosse mio fratello. È cresciuto in una famiglia piccolo borghese, da studente partecipava a gare tv dove ha imparato la teatralità, a sedurre la gente, ma senza offendere come fa Trump. Disse che avrebbe dialogato coi russi, ma a un certo momento scoprì che la vita non è un gioco come il teatro. Ed è da questo momento che io lo ammiro: invece di piagnucolare e farsi da parte, smette d'essere un piacione e si veste da combattente.
- Zelensky ha ereditato il divieto del russo dal governo precedente: chi l'ha deciso, s'è preso una bella responsabilità e ha trascinato il Paese in un clima d'odio sempre maggiore. Zelensky non ha tolto il divieto e anche per questo, alla fine, è arrivata la guerra. Chissà, forse le ragioni valevano tutto quest'odio.
- Dell'Ucraina, s'è sempre data l'idea d'un cosacco coi pantaloni enormi che balla. Come se Napoli fosse il mandolino.
- [«Prima della guerra, che cosa gli ucraini sopportavano meno dei russi?»] La codardia, la mancanza d'autonomia. Il coraggio di chi avanza con una pistola alle spalle, che non è coraggio. E l'ottusità: gli ucraini pensano che i russi siano incapaci di godersi i normali piaceri della vita. [«E viceversa?»] I russi non sopportano che gli ucraini si credano diversi. Perché si danno tutte queste arie? Perché guardano all'Europa? In fondo sono dei russi come noi, dei miserabili. Perché i russi partono dall'idea d'essere dei miserabili.
- [«Che cosa non capiamo in Europa?»] Guardo i talk-show coi pacifisti che ragionano: vediamo questo punto di vista, poi quell'altro... Come se fosse possibile esaminare le ragioni del cannibale e del cannibalizzato, mentre il primo si sta mangiando il secondo. L'Italia è il regno di questo whataboutism. Una volta, mi sono trovata con gente che urlava contro il Battaglione Azov: nazi, nazi... Che cosa potevo ribattere? Che sono anime pie? No, sono tagliagole. Ma va visto il contesto. Combattono sottoterra, bevono la loro urina, ci difendono. Anche se sono pieni di tatuaggi. Del resto, che cos'è in Italia la Brigata Folgore? Tutti teneri poeti?
- [«A quale personaggio della storia somiglia di più Putin?»] Pietro il Grande. Che va in Europa, se ne innamora, è convinto che un'Europa ancora migliore si possa organizzare in Russia. E fa di tutto, importa tecnologia, esporta ricchezze usando metodi orribili, i servi della gleba. Ma dimenticando una cosa: i princìpi. L'onestà, l'inviolabilità della persona, quel che in Europa era di moda e in Russia non è lo è mai stato.
Nella mente di Vladimir Putin
modificaTutto il mondo si chiede con grande curiosità: cosa passa nella testa di Putin? Qual è il vero scopo della sua retorica intimidatoria, piena di incoerenze, a giustificazione dell'invasione dell'Ucraina?
Citazioni
modifica- [Sulla Nuova cronologia] Analizzando nel dettaglio questa corrente di pensiero, scopriremo il lato irrazionale della mentalità del leader russo e dei suoi accoliti, e potremo mettere a fuoco anche i loro legami con un certo "assolutismo magico". Ci troveremo a muoverci tra invenzioni storiografiche, falsificazioni, cospiratori di regime e personaggi che sembrano usciti da uno dei romanzi d'appendice tanto cari a Umberto Eco, scrittore di cui ho tradotto le opere in lingua russa. E, a tal proposito, non si può non pensare a libri come Il pendolo di Foucault e Il cimitero di Praga, che hanno al centro della loro trama "storie di contraffazione della storia". (pp. 19-20)
- Fomenko parte da una supposizione totalmente fantasiosa, secondo cui la storia umana sarebbe stata per intero falsificata a bella posta dai cronisti europei, capeggiati da un certo Giuseppe Giusto Scaligero, nel sedicesimo secolo. Proprio così, falsificata materialmente: sarebbero stati rimpiazzati tutti i libri in ogni singola biblioteca del mondo, mettendo sugli scaffali al loro posto "libri falsi, prodotti da conoscitori della calligrafia antica, con l'utilizzo di pergamene invecchiate e di inchiostri diluiti per farli sembrare pallidi, con l'apposizione di sigilli contraffatti". [...] Astutamente, i regnanti di quell'Occidente chiassoso e frammentato si sarebbero messi in combutta con i Romanov (una "dinastia di veri impostori e falsari di stirpe tedesca", che rimpiazzò i russissimi Rjurikidi dopo la morte di Ivan il Terribile, due regni "di passaggio" e il successivo periodo di disordini a Mosca) e con la loro complicità sarebbero riusciti a falsificare i libri di storia, cancellando il glorioso passato russo. In questo modo, è stato inculcato nei russi un complesso di inferiorità che ha segnato tutti gli eventi della storia moderna e contemporanea, da allora in poi. (pp. 21-22)
- Per le autorità russe Russkij Mir comprende qualsiasi territorio, purché vi si trovi qualche gruppo russofono. Non necessariamente predominante. Può trattarsi anche di minoranze, nell'ambito europeo e persino sul continente americano. (p. 25)
- Per quanto gli abitanti del posto (a Cherson, a Mariupol, a Bucha) urlino la propria indisponibilità a farsi liberare, per quanto si oppongano agli invasori anche con le armi in pugno, essi continuano, sparando, violentando e uccidendo, a insistere: "Voi parlate russo, fate parte dell'universo russo, dovete essere liberati". E forzano con i mitra puntati la gente di Luhansk e del Donbass a prendere passaporti russi.
Se questa logica fose applicata al "mondo italiano", la brigata Folgore avrebbe dovuto polverizzare con l'artiglieria il Cantone Ticino, dove si parla italiano e che faceva parte del Ducato di Milano! (p. 26) - Parlare dell'"antico stato russo del X secolo" è un tipico errore. È impossibile trovarlo in un normale manuale di storia. Ma si trova, invece, nella Nuova Cronologia di Fomenko! Eccola qui, la provenienza diretta di questa formula. Ecco da dove gli autori dei discorsi di Putin estraggono le dichiarazioni sprezzanti, roboanti, dure che piacciono tanto alle masse e forniscono elementi per il lavoro degli ideologi del regime. (p. 31)
- Putin non nutre rispetto per la propria Costituzione ma lo nutre per il pensiero esoterico, i rituali mistici della taiga, gli sciamani siberiani, con cui ha familiarità. Il club delle streghe fa incantesimi per lui e, per ricambiare, Putin manda loro ringraziamenti e saluti. Vestito con una speciale tuta bianca, seduto su un deltaplano, insegna a volare alle gru. Non è uno scherzo: ci sono foto e video che lo testimoniano. (p. 37)
- [Su Vladimir Medinskij] [...] non è un militare né un diplomatico, ha fatto studi di storia ed è stato più volte smascherato per le lacune nella preparazione professionale, degne di una barzelletta. È lui che che supervisiona la stesura dei nuovi libri di storia per le scuole e le università. Per un bizzarro scherzo del destino (e per colpa di un tipico qualunquismo nostrano) nel 2014, subito dopo l'infame annessione della Crimea di cui Medinskij è stato fautore in prima linea, è stato improvvisamente nominato professore ad honorem dall'Università Ca' Foscari di Venezia. (p. 40)
- Putin ha conosciuto Russkij Mir per colpa di varie letture pseudoscientifiche, le quali, pare, hanno avuto un effetto negativo sulla sua psiche. Sarebbe stato meglio se non avesse letto quei libri. Gli erano stati chiaramente consigliati dalla sua cerchia, nella quale figurano membri di movimenti che dai giornali spesso vengono definiti "sette", tra le altre cose. Vi sono, da un lato, gli epigoni del filosofo fascista russo Ivan Ilyin; dall'altro, elementi di estrema destra, seguaci di Aleksandr Dugin (l'autore della Noomachia); e, infine, i "metodologi", che si rifanno a Georgij e Pëtr Scedrovitskij. Stanno tutti insieme alla corte del presidente russo, in una simbiosi in cui c'è spazio per intrighi, odio, persino per gli omicidi che finiscono sulle prime pagine dei giornali, come l'assassinio di Daria Dugina il 20 agosto 2022. Ma c'è spazio anche per progetti comuni. Ad esempio, convincere Putin dell'importanza suprema di Russkij Mir. Quasi sicuramente ne è stato responsabile Sergej Kirienko, ex primo ministro e attuale amministratore generale delle terre ucraine temporaneamente conquistate, papabile anche some sucessore di Putin al trono. Kirienko non si definisce un adepto di Fomenko, ma è indubbiamente un influencer dell'"universo russo" e un seguace del "metodologo" Georgij Scedrovitskij, il cui figlio, Pëtr, metodologo pure lui, ha coniato l'espressione Russkij Mir nell'anno 1999, nell'articolo "L'Universo russo e la Russità transnazionale" pubblicato su Nezavisimaja Gazeta. (pp. 42-43)
- "Denazificazione" nel linguaggio di Sergejtsev equivale a "de-ucrainizzazione". Ciò significa che qualsiasi libro ucraino, se l'occupante lo trova in casa di qualcuno, diventa prova del delitto. (p. 46)
- Tutto, tutto ciò di cui scrive Sergejtsev è stato realizzato nei territori occupati con zelo e una sorta di appassionata schiettezza, sotto gli sguardi degli ucraini costretti a subire tremende umiliazioni. (p. 46)
- Il popolo russo è per natura incline alle credenze spontanee. L'immagine del mondo, diffusa dai media e in genere vigente nella maggioranza, è piuttosto infantile. Risale alle letture dei tempi della scuola. A scuola in Russia si legge (o leggeva) molto, e gli adulti si servono dell'erudizione acquisita in adolescenza. I sociologi della cultura sono concordi nell'affermare che la letteratura per l'infanzia in URSS fosse di qualità eccellente, il che era in parte dovuto al fatto che a molti scrittori "dissidenti" non era permesso scrivere per gli adulti e quindi si rifugiavano nell'editoria per bambini. Anche i cartoni animati sovietici prodotti dagli anni trenta agli anni ottanta erano delle vere opere d'arte. Tutti li conoscono a memoria, tutti li citano, anche oggi, i politici per primi. Probabilmente, crescendo, non hanno letto nuovi libri, non hanno visto bei film stranieri, non conoscono un granché dell'Europa e degli Stati Uniti... Si sono fermati a questa cultura adolescenziale, non hanno voluto addentrarsi negli strati profondi della cultura "adulta". Di conseguenza, tutti, da Putin a un generale d'armata a uno showman televisivo, amano abbellire i discorsi con luoghi comuni e modi di dire imparati ai tempi di scuola. (pp. 53-54)
- La popolarità della Nuova Cronologia tra la gente, ma anche all'interno dell'élite, si nutre [...] del buon vecchio cospirazionismo, basato sull'idea che tuto ciò che si sente e si legge sia falsificabile o falso. Idee di tale sorta sono spesso associate a un'ignoranza agghiacciante.
Nessun ebreo è rimasto ucciso nell'attentato alle Torri Gemelle, l'AIDS è stato diffuso dalla CIA, Lady Diana è morta perché non rivelasse l'arrivo degli extraterrestri, la guerra in Afghanistan è scoppiata per costruire un oleodotto, il Covid-19 non esiste. La mentalità complottistica, ai tempi di internet, è la più diffusa. Ne ha fatto un uso esorbitante Trump. (p. 55) - Per gli ideatori della Nuova Cronologia, una delle cose più importanti da fare è inserire dappertutto il tema della Grande Rus' primordiale. I generali della Grande Rus' primordiale. Il territorio della Grande Rus' primordiale, che a quanto pare corrispondeva all'incirca a tutta l'Europa, più tutta l'Asia, più una fetta d'America e anche altre zone. Se diamo un'occhiata ai titoli e agli indici degli ottanta volumi che contengono i postulati della Nuova Cronologia, scopriamo che più della metà è dedicata alla storia della Grande Rus': ben quarantasei libri. [...] Uno dei punti cardinali per la nostra causa è che questa glorificazione della Rus' primordiale costituisce la base dell'ideologia di Russkij Mir, quindi serve da giustificazione per un'ondata di aggressioni, terrore e violenza, inganni e corruzione, a cui stiamo assistendo nei nostri giorni. (p. 57)
- Fomenko e Nosovskij ipotizzano che gli etruschi, contrariamente a tutti gli orientamenti e le ipotesi precedenti, siano migrati dal Vicino Oriente all'Italia (attraversando il Mediterraneo orientale, e precisamente la regione settentrionale del mar Nero) nei secoli XIII-XIV. Fomenko riprende in particolare un passo del libro della Genesi (10, 4: "I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli di Rodi") per dimostrare come Tarsis, discendente di Noè, sia capostipite dei "tartari" anche detti "tirreni". Ulteriore conferma è il termine "etruschi" che egli deriva da "et-russky", ossia "questi russi": gli etruschi sarebbero quindi un miscuglio di popolazioni "russe". Eccovi servito il Russkij Mir in salsa italiana. (p. 59)
- [Sulla Nuova cronologia] Queste idee si basano su una sorta di realismo magico quasi di stampo latinoamericano. Sulla convinzione che il fatto storico si ripeta eternamente. Si diminuisce in questo modo l'importanza della cronologia onesta. Si ingigantisce invece il ruole delle analogie, della ricerca del precedente e del collezionismo di coincidenze. (pp. 70-71)
- [Sulla propaganda nella Federazione Russa] Che tu creda o meno, è sempre meglio non obiettare. È chiaro che cosa accadrà a chiunque si appelli alla logica e cerchi di far notare ai governanti le incongruenze e l'illogicità delle loro azioni. Infatti, l'unico modo per sopravvivere in Russia, in passato e ancora oggi, è rinunciare a cercare un senso logico negli eventi, non insistere su di esso. Le statistiche non erano mai attendibili. Era noto che i dati venissero falsificati in funzione della convenzienza ideologico-politica; spesso erano alterati a posteriori. (pp. 78-79)
- I russi non chiedono i corpi dei loro morti per seppellirli. Chi deve richiederli? Da parte loro, le famiglie non sanno nulla per mesi. La verità, di nuovo, è occultata dal potere. (p. 82)
- Sia in Mongolia sia in Russia, e soprattutto a Tuva, è diffusa la convinzione che Shoygu abbia fin da bambino una conoscenza segreta degli sciamani, i quali lo hanno aiutato a diventare il più stretto alleato e confidente del presidente russo. E, soprattutto, solo Shoygu ha avuto l'onore di rimanere nel bosco con il presidente Putin per diversi giorni, lontano dalla civiltà, sui Monti Altaj, dove, secondo la leggenda, si trovano i centri sacri del potere. (p. 93)
- Il seguito di Fomenko è massiccio proprio perché al popolo si fa credere che in questo materiale si trovino promesse di un futuro luminoso per la "russità". Sembra che sia diventato impossibile non solo per il singolo scienziato, ma per tutte le Accademie delle scienze del pianeta, sfatare le loro certezze. (p. 109)
- [Su Aleksandr Gel'evič Dugin] Wikipedia lo definisce "filosofo sovietico e russo, politologo, sociologo, traduttore e attivista sociale". Sappiamo che ha conseguito un dottorato di ricerca in filosofia. Ha il titolo accademico di PhD. Ma dove e quando ha ricevuto la formazione umanistica necessaria per affrontare il dottorato? Mai e da nessuna parte. Non sembra aver frequentato affatto l'università. Nel 1979 è entrato all'Istituto aeronautico di Mosca, ma è stato espulso al secondo anno. In seguito, per il dottorato, ha presentato al consiglio accademico un diploma di laurea preso "per corrispondenza" rilasciato dall'Istituto di ingegneria di bonifiche agricole della città di Novocherkassk. Chi ha controllato questa "laurea per corrispondenza", la quale, in ogni caso, poteva riguardare al massimo i disegni dei sistemi di irrigazione e di drenaggio? Che cosa c'entra il dottorato in filosofia? (pp. 112-113)
- [Sulla libertà dei media in Russia] I giornali in Russia non esistono, le riviste libere sono tutte vietate. La censura non permette di stampare un libro di saggistica non conforme al regime. Allora, Facebook. Che in Russia funziona solo se si dispone di un servizio VPN. (p. 117)
- Non si conoscono le ragioni della morte di Daria, né la provenienza del corpo intatto e non bruciato che abbiamo visto, dopo che l'auto su cui viaggiava si era trasformata in un rogo. È chiaro il tentativo di inserirla nei ranghi delle "sante martiri". Che santa, però... Daria aveva, come suo padre, simpatie piuttosto fasciste, ha negato gli orrori di Bucha ed è andata a Mariupol a "smascherare" i nemici, testimoniava che a Mariupol non ci fossero distruzioni... (p. 124)
- [Sulla russofobia] Anche nelle pubblicazioni europee ci imbattiamo in questo termine, il che ogni volta mi stupisce. Ho insegnato per trent'anni russistica nelle università italiane, e per me è chiaro che in Italia non esista affatto russofobia ma, casomai, una simpatia esagerata e acritica verso i russi e la Russia. Alcuni sfruttano questa situazione con furbizia e, dichiarando che qualcuno gli impedisce di amare la letteratura russa e di tenere conferenze su di essa, fanno un'ottima promozione della propria figura. La lamentela "qui sono perseguitato dai russofobi" è un classico ricatto psicologico, terribilmente disonesto, perché i russofobi non ci sono. I putinofili invece sì. In grande abbondanza. Spero che questa predilezione sia dovuta soltanto alla loro totale ignoranza dell'argomento. (p. 132)
- [Sulla teoria del complotto sulle armi biologiche ucraine] Anche ammettendo che sia tecnicamente possibile fabbricare armi simili [(armi biologiche capaci di colpire selettivamente il gruppo etnico russo)], degne del Ku Klux Klan (dal punto di vista scientifico denota una profonda ignoranza), non erano stati loro a proclamare due giorni prima che gli ucraini altro non sono che russi, stesso popolo, stessa etnia, praticamente fratelli? E, dunque, come potrebbe l'ipotetica arma genetica distinguere gli ucraini dai russi? (p. 137)
- Non è progressista, Medvedev. A livello di idee folli e disumane è identico al suo successore, nonché predecessore, nel ruolo di presidente: Putin. (p. 138)
- Putin ama la solitudine e non incontra anima viva. Non usa internet. Il linguaggio della nuova cultura virtuale è per lui misterioso. Utilizza informazioni che sono già state sintetizzate ed elaborate da qualcun altro. Riceve riassunti sotto forma di documenti stampati. I suoi incontri con le "masse" sono inscenati: sempre gli stessi suoi agenti della sicurezza (appartenenti al FSO, che è parte del FSB, ex KGB) travestiti una volta da pescatori, un'altra volta da cuochi. Sempre le stesse facce, anche quando Putin va a visitare i militari feriti in ospedale. Ecco che su un letto, in corsia, roseo e pimpante, senza neanche un cerotto, giace sorridendo la guardia forestale con la quale Putin è appena andato a caccia. (p. 145)
- La cosidetta Grande guerra patriottica (22 giugno 1941-9 maggio 1945) è diventata ora il Corano per i russi, il loro Vangelo, la Shari'a. Si rimane sorpresi nello scoprire quanti tabù e divieti circondino questo argomento nella mentalità popolare russa di oggi. È vietato addirittura interrogarsi sul numero di morti nelle battaglie vecchie di ottant'anni! Vietano mettere in dubbio l'andamento di quelle antiche operazioni militari. A nessuno è permesso paragonare gli eventi della Grande guerra patriottica con altri eventi, di qualsivoglia specie, di qualsiasi cronaca e storia. Non è permesso svolgere qualsiasi tipo di attività vicino alle statue e ai monumenti di guerra. Meglio addirittura non azzardarsi a fotografarli. L'inquadratura a qualcuno potrebbe sembrare irrispettosa e potresti essere condannato a qualche anno di carcere. Un intero canale televisivo è stato chiuso per aver osato di chiedere al pubblico: cosa ne pensate dell'assedio di Leningrado, forse si sarebbero potuti arrendere e un milione di persone non sarebbe morto di fame? (p. 148)
- Quando Putin proclama "noi, i russi, abbiamo vinto" viene voglia di chiedergli: perché proprio i russi? Gli ucraini non erano forse in prima linea in quelle battaglie? Tra le undicimila Medaglie d'oro 1941-1945 duemila non sono ucraini? Marescialli e generali ucraini non comandavano più della metà dei quindici fronti di quella guerra? I partigiani ucraini non approntavano la controffensiva dell'Armata Rossa? Su quale territorio, infine, si è svolta la guerra? Non era per caso proprio la terra ucraina? (pp. 151-152)
- [Sul Reggimento Azov] Anche se fossero tutti fanatici destroidi e violenti nazisti (il che non corrisponde alla realtà), possibile che Putin inizi una guerra contro tutto il mondo per punire poche centinaia di ragazzotti tipo quelli di Casa Pound? (p. 166)
- La società russa è mascolinizzata e aggressiva. Alimenta un'estasi orgiastica fatta di battaglie, abusi, violenza sessuale, culto dell'esercito e delle società maschili chiuse – prima fra tutte, la società carceraria. Quando ha saputo dell'accusa di stupro contro l'ex capo di stato israeliano Moshe Katsav, Vladimir Putin ha reagito commentando, nel corso di un evento pubblico: "Wow, buon per te!" "Salutate il vostro presidente! Risulta essere un uomo molto potente! Ha violentato dieci donne! Non me lo sarei mai aspettato da lui! Ci ha sorpresi tutti! Lo invidiamo!" ha dichiarato il presidente russo al corrispondente speciale di Kommersant Andrej Kolesnikov (BBC News, 19 ottobre 2006). (p. 172)
- Le poche notizie che trapelano sulla vita privata del presidente tacciono sulla sua famiglia. Ha pubblicamente disconosciuto le figlie ("Cosa volete che dica di queste donne?"). La moglie l'ha lasciato e si è risposata. È stata invece platealmente resa pubblica la sua passione per gli svaghi da testosteronico "maschio alfa". (pp. 172-173)
- Si comincia a perseguitare chi si impegna per limitare gli abusi nelle famiglie e firma petizioni chiedendo di introdurre una legislazione sulla responsabilità della violenza tra le mura di casa. La legislazione contro il femminicidio e l'abuso domestico, fino al settembre 2022, era semplicemente ferma in parlamento e non promulgata. Ma nel mese di settembre 2022 è stata eliminata del tutto dell'agenda, e la responsabilità per chi picchia moglie e figli e per chi infligge danni fisici al padre anziano è stata depenalizzata. (pp. 175-176)
- Il patriarca Kirill ha definito la richiesta di impedire la violenza domestica "un tributo alla moda occidentale". La decisione di respingere il disegno di legge è stata presa dopo che il patriarca si è rivolto personalmente al presidente Putin, chiedendo di eliminare questo punto dall'agenda per non tornare mai più sulla questione. (p. 176)
- Perché è andato in Ucraina?
Per allontanare i confini della NATO? Ha ottenuto due nuovi paesi NATO confinanti.
Per salvare davvero la lingua russa? Ha ottenuto che tutto il paese è passato all'ucraino.
O per accaparrarsi enormi ricchezze? Questo, tra l'altro, è l'aspetto più plausibile. È difficile immaginare quante risorse la Russia abbia rubato all'Ucraina. Il mondo lo sta vedendo gradualmente. Difficile dire se se ne renda pienamente conto. Pane, cereali. Zucchero, barbabietole da zucchero. Metallo. Nella sola Azovstal la Russia ha rubato la produzione (non stiamo parlando dell'impianto, del valore delle strutture, delle attrezzature, ma solo di metalli) per almeno duecento milioni di euro.
Non viene menzionato quasi da nessuna parte, mentre dovrebbe essere detto, che nel bacino del Donetsk sono state trovate risorse di gas da argille (shale gas) che possono competere con quelle degli Stati Uniti, quelle che appunto ultimamente gli Stati Uniti si sono proposti di sfruttare.
Quanto grano è stato rubato dalle navi russe che illegalmente caricavano nel porto di Odessa? Quanti semi per la spremitura di olio vegetale sono stati portati via?
Tra l'altro, fu proprio per le stesse ragioni economiche che l'esercito di Hitler andò a combattere in Ucraina. Ma Hitler lo disse chiaro e tondo a tutto il mondo fin dai primi momenti, senza ricorrere a "Carlo Magno in realtà era san Vladimiro" o ad altre giustificazioni di natura analoga. (pp. 178-179) - Detto tra noi: appena qualcuno tira in ballo giustificazioni storiche per fondare le proprie azioni, è quasi sicuro che voglia fregarci. (p. 197)
- Putin è ovviamente un dittatore: gestice il paese manovrando i suoi accoliti, inoculando nelle loro menti non solo strategie e piani, ma anche i propri complessi e deviazioni mentali. Ed essi, la cerchia di Putin, a loro volta, riproducendo alcune follie del capo, lo stanno manipolando e stanno alimentando il suo squilibrio, mettendogli abilmente in testa nuove idee e spacciandole per verità o per convinzioni maturate da Putin stesso. (p. 203)
- I racconti storici piacciono alle masse in Russia; forse, Putin sperava di fare bella impressione anche sull'opinione pubblica del civile e raffinato Occidente. Questo calcolo non ha funzionato. Il mondo civile si è semplicemente stupito, e basta, davanti alle farneticazioni storico-fantascientifiche del boss russo. Putin raccontava i miti per giustificare la guerra, le bombe, il ricatto, le torture, ma è apparso al mondo come un mostro che cammina con la testa girata all'indietro. Nessuno ha dato ragione a Medinskij, con il suo slogan secondo cui "hanno importanza soltanto i miti e la loro propaganda...". A parte il senato accademico di Ca' Foscari, ben inteso. (p. 204)
E quanto esotica sarà la forma mentis su cui agirà questa forza assertiva, energica e ragionevole, mi pare alla fine quasi irrilevante. Lasciamo che sia la Storia a immagazzinare questi esotismi nella sua incommensurabile collezione.
Note
modifica- ↑ a b Dall'intervista di Tatiana Shabaeva, "Diffidate dai casi letterari di russo c'è solo lo pseudonimo", it.rbth.com, 8 dicembre 2010.
Bibliografia
modifica- Elena Kostioukovitch, Nella mente di Vladimir Putin, La nave di Teseo, Milano, 2022, ISBN 978-88-346-1286-6
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