Papa Francesco

266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica
(Reindirizzamento da Jorge Mario Bergoglio)

Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio (1936 – vivente), papa della Chiesa Cattolica.

Papa Francesco nel 2013

Citazioni di Papa Francesco

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  • A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo.[1]
  • A me fa male quando vedo un prete o una suora con un'auto di ultimo modello: ma non si può! Non si può andare con auto costose. La macchina è necessaria per fare tanto lavoro, ma prendetene una umile. Se ne volete una bella pensate ai bambini che muoiono di fame.[2]
  • A me piace dire che in una società ben costituita, i privilegi devono essere solo per i bambini e per gli anziani.[3]
  • Anche le potenze demoniache, ostili all'uomo, si arrestano impotenti di fronte all'intima unione d'amore tra Gesù e chi lo accoglie con fede. Questa realtà dell'amore fedele che Dio ha per ciascuno di noi ci aiuta ad affrontare con serenità e forza il cammino di ogni giorno, che a volte è spedito, a volte invece è lento e faticoso. [4]
  • Ancora una volta si vuole limitare o eliminare il valore supremo della vita e ignorare i diritti dei bimbi a nascere. L'aborto non è mai una soluzione. Quando si parla di una madre incinta, parliamo di due vite: entrambe devono essere preservate e rispettate perché la vita è un valore assoluto.[5]
  • C'è chi dice: "Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa". Ma con l'altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui Gesù. [...] tutti noi dobbiamo dirci peccatori. Sì, tutti lo siamo. Corrotti no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l'umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: "La bellezza di essere sepolcri imbiancati", che appaiono belli, all'esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità. [6]
  • [...] chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà.[7]
  • Chi non soffre con il fratello sofferente, anche se è diverso da lui per razza, per religione, per lingua o per cultura, deve interrogarsi sulla sincerità della sua fede e sulla sua umanità. Sono stato molto toccato dall'incontro con i rifugiati Rohingya e ho chiesto loro di perdonarci per le nostre mancanze e per il nostro silenzio, chiedendo alla comunità internazionale di aiutarli e di soccorrere tutti i gruppi oppressi e perseguitati presenti nel mondo.[8]
  • Condanneremmo l'umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine.[9]
  • E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del "pensiero unico". Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: "A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione".[3]
  • È una contraddizione che un cristiano sia antisemita. Un po' le sue radici sono ebree. Un cristiano non può essere antisemita! L'antisemitismo sia bandito dal cuore e dalla vita di ogni uomo e di ogni donna![10]
  • [Maria] Ha voluto essere meticcia, si è mescolata ma non solo con Juan Diego, è diventata meticcia per essere madre di tutti, si è meticciata con l'umanità. Perché lo ha fatto? Perché lei ha "meticciato" Dio e questo è il grande mistero: Maria madre meticcia, che ha fatto Dio, vero Dio e vero uomo, in suo Figlio Gesù.[11]
  • Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, non non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin.[12]
  • I peccatori saranno perdonati. I corrotti no [...]. Apritevi all'amore. [voi parlamentari] Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito.[13]
  • Il diavolo c'è anche nel ventunesimo secolo.[14]
  • Il Kenya è stato benedetto non soltanto con una immensa bellezza, nelle sue montagne, nei suoi fiumi e laghi, nelle sue foreste, nelle savane e nei luoghi semi-deserti, ma anche con un'abbondanza di risorse naturali. La gente del Kenya apprezza grandemente questi tesori donati da Dio ed è conosciuta per la propria cultura della conservazione, che le rende onore.[15]
  • Il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell'unione di due persone dello stesso sesso. [16]
  • Il problema morale dell'aborto è di natura pre-religiosa perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Lì è già presente l'essere umano. Ecco perché separo il tema dell'aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico. Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l'intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi.[17]
  • [...] il Sangue di Cristo è fonte di salvezza per il mondo. Dio ha scelto il segno del sangue, perché nessun altro segno è così eloquente per esprimere l'amore supremo della vita donata agli altri.[18]
  • Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto...? Più importante è l'adorazione: tutta al comunità riunita guarda l'altare dove si celebra il sacrificio e adora. [19]
  • I laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore![20]
  • Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta di identità in Vaticano dei gay, dicono che ce ne sono, credo che qualcuno si trovi. Ma bisogna distinguere tra una persona così e il fatto che esistono delle lobby. Le lobby non sono buone. Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della chiesa cattolica dice che non si devono discriminare queste persone per questo. Il problema non è avere questa tendenza. Sono fratelli. In questo caso il problema è fare lobby, lobby di persone con questa tendenza, ma potrebbero essere lobby di avari, di massoni.[21]
  • L'aborto non è un "male minore". È un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia. È un crimine, è un male assoluto. [...] Non bisogna confondere il male di evitare la gravidanza, da solo, con l'aborto. L'aborto non è un problema teologico: è un problema umano, è un problema medico. Si uccide una persona per salvarne un'altra – nel migliore dei casi – o per passarsela bene. È contro il Giuramento di Ippocrate che i medici devono fare. È un male in se stesso, ma non è un male religioso, all'inizio, no, è un male umano. Ed evidentemente, siccome è un male umano – come ogni uccisione – è condannato. Invece, evitare la gravidanza non è un male assoluto [...] (durante la conferenza stampa sull'aereo papale in volo di ritorno dal Messico, 18 febbraio 2016[22])
  • L'ideologia del gender è pericolosa, perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna.[23]
  • L'illegalità è come una piovra che non si vede: sta nascosta, sommersa, ma con i suoi tentacoli afferra e avvelena, inquinando e facendo tanto male.[24]
  • L'importante è come giudichiamo le cose: con la luce che viene dal vero tesoro nel nostro cuore? O con le tenebre di un cuore di pietra?[25]
  • L'occhio è l'intenzione del cuore.[25]
  • La celebrazione liturgica non è un atto sociale, un buon atto sociale; non è una riunione dei credenti per pregare assieme. È un'altra cosa. Nella liturgia, Dio è presente.[26]
  • La Chiesa ha la forma di una famiglia speciale, non di una setta esclusiva, chiusa e la Chiesa non può che avere la forma di una casa accogliente, con le porte aperte, sempre, le chiese e le parrocchie con le porte chiuse non si devono chiamare chiese, ma musei.[27]
  • La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell'unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana. Infine, vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un'economia a misura d'uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta. [28]
  • [...] la coscienza lucida e onniavvolgente del Signore (sapendo che il Padre aveva posto tutto nelle sue mani) lo porta a cingersi della tovaglia e a lavare i piedi dei suoi discepoli. La visione più profonda e più alta non porta ad altre visioni, ma all'azione umile, situata e concreta.[29]
  • La felicità non si commercia, non è una app da scaricare sul telefonino.[30]
  • La liturgia è tempo di Dio e spazio di Dio, e noi dobbiamo metterci lì, nel tempo di Dio, nello spazio di Dio e non guardare l'orologio.[26]
  • La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo.[31]
  • [Sul genocidio armeno] La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come «il primo genocidio del XX secolo»; essa ha colpito il vostro popolo armeno – prima nazione cristiana –, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci. Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi.[32]
  • La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio. [33]
  • Le madri sono l'antidoto più forte al dilagare dell'individualismo egoistico.[34]
  • Ma voi pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono.[35]
  • Nella vita cristiana non basta sapere: senza uscire da sé stessi, senza incontrare, senza adorare non si conosce Dio. La teologia e l'efficienza pastorale servono a poco o nulla se non si piegano le ginocchia; se non si fa come i Magi, che non furono solo sapienti organizzatori di un viaggio, ma camminarono e adorarono.[36]
  • Noi cristiani forse abbiamo perso un po' il senso della adorazione, e pensiamo: andiamo al Tempio, ci raduniamo come fratelli – quello è buono, è bello! – ma il centro è lì dove è Dio. E noi adoriamo Dio.[37]
  • Noi cristiani non vogliamo adorare niente e nessuno in questo mondo se non Gesù Cristo, che è presente nella santa Eucaristia. Forse non sempre ci rendiamo conto fino in fondo di ciò che significa questo, di quali conseguenze ha, o dovrebbe avere questa nostra professione di fede. Questa nostra fede nella presenza reale di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, nel pane e nel vino consacrati, è autentica se noi ci impegniamo a camminare dietro a Lui e con Lui.[38]
  • Noi, donne e uomini di Chiesa, siamo in mezzo a una storia d'amore. Ognuno di noi è un anello in questa catena d'amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa. È una storia d'amore. [39]
  • Non c'è festa senza vino, immaginatevi di finire le nozze di Cana bevendo tè.[40]
  • [Sul genocidio dei rohingya] Non chiudiamo il cuore, non guardiamo da un'altra parte. La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya.[41]
  • Non esiste l'amore a puntate, l'amore a porzioni. L'amore è totale e quando si ama, si ama fino all'estremo.[42]
  • Non possiamo insegnare alle future generazioni che è la stessa cosa prepararsi a un progetto di famiglia assumendo l'impegno di una relazione stabile tra uomo e donna e convivere con una persona dello stesso sesso. Stiamo attenti a che, cercando di mettere davanti un preteso diritto degli adulti che lo nasconde, non ci capiti di lasciare da parte il diritto prioritario dei bambini – gli unici che devono essere privilegiati – a fruire di modelli di padre e di madre, ad avere un papà e una mamma. [43]
  • Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.[44]
  • [Su Franz Jägerstätter] Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici.[45]
  • [...] Notre-Dame è il gioiello architettonico di una memoria collettiva, il luogo di raduno per molti grandi eventi, il testimone della fede e della preghiera dei cattolici in seno alla città.[46]
  • [...] occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all'educazione morale e religiosa dei propri figli.[3]
  • [...] oggi nella Chiesa ci sono più martiri cristiani che non ai primi tempi. Oggi ci sono cristiani assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perché non rinnegano Gesù Cristo. In questa storia, arriviamo al nostro père Jacques: lui fa parte di questa catena di martiri. I cristiani che oggi soffrono – sia nel carcere, sia con la morte o con le torture – per non rinnegare Gesù Cristo, fanno vedere proprio la crudeltà di questa persecuzione. E questa crudeltà che chiede l'apostasia – diciamo la parola – è satanica. E quanto sarebbe bene che tutte le confessioni religiose dicessero: "Uccidere in nome di Dio è satanico".[47]
  • [...] ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l'obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune. Se un deputato non dice quella pensa sia la vera strada da percorrere, non collabora al bene comune. Avere dunque questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri [l'organizzatore dei viaggi papali, che si trovava a fianco del Pontefice], che è un amico, dice una parolaccia contro mia mamma, gli aspetta un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri.[48]
  • [Sul Matrimonio fra persone dello stesso sesso] Per definire il tema utilizzerei l'espressione "regresso antropologico", perché significherebbe indebolire un'istituzione millenaria che si è forgiata in accordo con la natura e l'antropologia. [...] L'omosessualità è sempre esistita. [...] Ma non era mai successo nella storia che si cercasse di darle lo stesso status del matrimonio.[49]
  • Per questo presentiamo il messaggio del Catechismo così com'è. Colui che lo segue si salva e salva gli altri. Siamo consapevoli della sofferenza del nostro popolo, siamo consapevoli del fatto che molti bambini non possono terminare il primo ciclo d'istruzione per mancanza delle necessarie proteine. Siamo consapevoli che negli ospedali manca l'essenziale per la salute della gente. Presentare il messaggio di Gesù Cristo significa tracciare il cammino che Egli ha tracciato. Per esser degni della Sua dignità. E diciamo: ogni persona del nostro popolo ha diritto a vedere rispettata questa dignità e non a vederla calpestata. Calpestare la dignità di una donna, di un uomo, di un bambino, di un anziano è un peccato grave che grida al Cielo.[50]
  • Per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo: i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri. [51]
  • [Gabriele dell'Addolorata era] pieno di vita e di entusiasmo, animato da un desiderio di pienezza che lo spingeva oltre le realtà mondane ed effimere, per rifugiarsi in Cristo. Ancora oggi egli invita i giovani a riconoscere in sé stessi il desiderio di vita e di appagamento, che non può prescindere dalla ricerca di Dio, dall'incontro con la sua Parola sulla quale ancorare la propria esistenza, dal servizio ai fratelli, specialmente i più fragili.
    Con la sua vita, breve ma intensa, ha lasciato un'impronta che perdura in tutta la sua efficacia. Possa l'esempio di questo giovane religioso passionista guidare il cammino delle persone consacrate e dei fedeli laici nella tensione di amore verso Dio e verso il prossimo.[52]
  • Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più bisognosi.[53]
  • Prima di darvi la benedizione voglio ancora una volta ringraziarvi per l'esempio di amore, di carità, di accoglienza che avete dato e ancora ci date. Lampedusa sia faro per tutto il mondo, perché abbia il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore.[53]
  • Qualcuno mi diceva: "Lei sa, Padre, che siamo nella Terza Guerra Mondiale, ma 'a pezzi'?".[54]
  • Qualcuno mi ha chiesto di questo mio andare in Mongolia, un popolo piccolo in una terra grande. La Mongolia sembra non finire mai, e il popolo è poco numeroso. Ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci farà bene capire non intellettualmente, ma con i sensi.[55]
  • [Parlando del rapporto di coppia] Quando c'è qualcosa che uno fa per l'altro, sapete dire grazie? E se qualcuno dei due fa una diavoleria, sapete chiedere scusa? E se voi volete portare avanti un progetto, sapete chiedere l'opinione dell'altro? Tre parole: permesso, grazie, scusa. (ad un incontro con religiosi e seminaristi nella chiesa dell'Assunta, Tbilisi, 1° ottobre 2016[56])
  • [Riferito all'eucarestia] Quando noi celebriamo la Messa, noi non facciamo una rappresentazione dell'Ultima Cena: no, non è una rappresentazione. È un'altra cosa: è proprio l'Ultima Cena. È proprio vivere un'altra volta la Passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull'altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo. Noi sentiamo o diciamo: "Ma, io non posso, adesso, devo andare a Messa, devo andare a sentire Messa". La Messa non si "sente", si partecipa, e si partecipa in questa teofania, in questo mistero della presenza del Signore tra noi.[26]
  • Se ci convincessimo che sono figli di Dio, la cosa cambierebbe abbastanza. Mi hanno fatto una domanda durante il volo, dopo mi sono arrabbiato, mi sono arrabbiato perché un giornale l'ha riportata, sull'integrazione familiare delle persone con orientamento omosessuale. Io ho detto: le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia, le persone con un orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia e i genitori hanno diritto a riconoscere quel figlio come omosessuale, quella figlia come omosessuale, non si può scacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile. Un'altra cosa che ho detto è: quando si vede qualche segno nei ragazzi che stanno crescendo bisogna mandarli, avrei dovuto dire da un professionista, e invece mi è uscito psichiatra. Titolo di quel giornale: ‘Il Papa manda gli omosessuali dallo psichiatra'. Non è vero! Mi hanno fatto un'altra volta la stessa domanda e ho ripetuto: sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia, e basta. E ho spiegato: mi sono sbagliato a usare quella parola, ma volevo dire questo. Quando notate qualcosa di strano, no, non di strano, qualcosa che è fuori dal comune, non prendete quella parolina per annullare il contesto. Quello che dice è: ha diritto a una famiglia. E questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali, tutt'altro.[57]
  • Se un prete è pedofilo, lo è perché porta dentro di sé tale perversione da prima dell'ordinazione. Né il celibato la può curare. O la si ha o non la si ha.[58]
  • Se il tuo occhio è semplice, viene da un cuore che ama, da un cuore che cerca il Signore, da un cuore umile, tutto il tuo corpo sarà luminoso. Ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. [59]
  • Se preferite un cuore pieno di amore, siate misericordiosi![60]
  • [Sugli incendi in Amazzonia del 2019] Siamo tutti preoccupati per i vasti incendi che si sono sviluppati in Amazzonia. Preghiamo perché, con l'impegno di tutti, siano domati al più presto. Quel polmone di foreste è vitale per il nostro pianeta.[61]
  • [Ai lampedusani] Siete una comunità piccola piccola che ha fatto qualcosa di grande...[62]
  • [...] un grande nemico oggi del matrimonio, la teoria del gender. Oggi c'è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio, non si distrugge con le armi, ma con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che lo distruggono. (ad un incontro con religiosi e seminaristi nella chiesa dell'Assunta, Tbilisi, 1° ottobre 2016[56])
  • [Sull'idea di Donald Trump di costruire un muro tra Stati Uniti e Messico per fermare gli immigrati clandestini e deportare quelli presenti sul territorio statunitense]
    [...] una persona che pensa soltanto a fare muri [...] e non a fare ponti, non è cristiana. Questo non è nel Vangelo. (durante la conferenza stampa sull'aereo papale in volo di ritorno dal Messico, 18 febbraio 2016[22])
  • Va ricordata la felice scena del film Il pranzo di Babette, dove la generosa cuoca riceve un abbraccio riconoscente e un elogio: «Come delizierai gli angeli!».[63]
  • Chi è felice nel presepe? La Madonna e San Giuseppe sono pieni di gioia: guardano il Bambino Gesù e sono felici perché, dopo mille preoccupazioni, hanno accolto questo Regalo di Dio, con tanta fede e tanto amore. Sono “straripanti” di santità e quindi di gioia. E voi mi direte: per forza! Sono la Madonna e San Giuseppe! Sì, ma non pensiamo che per loro sia stato facile: santi non si nasce, si diventa, e questo vale anche per loro. [64]
Lettera agli ucraini, 25 novembre 2022.
  • Sì, la croce che ha torturato il Signore rivive nelle torture rinvenute sui cadaveri, nelle fosse comuni scoperte in varie città, in quelle e in tante altre immagini cruente che ci sono entrate nell'anima, che fanno levare un grido: perché? Come possono degli uomini trattare così altri uomini?
  • Penso poi a voi, giovani, che per difendere coraggiosamente la patria avete dovuto mettere mano alle armi anziché ai sogni che avevate coltivato per il futuro; penso a voi, mogli, che avete perso i vostri mariti e mordendo le labbra continuate nel silenzio, con dignità e determinazione, a fare ogni sacrificio per i vostri figli; a voi, adulti, che cercate in ogni modo di proteggere i vostri cari; a voi, anziani, che invece di trascorrere un sereno tramonto siete stati gettati nella tenebrosa notte della guerra; a voi, donne che avete subito violenze e portate grandi pesi nel cuore; a tutti voi, feriti nell'anima e nel corpo. Vi penso e vi sono vicino con affetto e con ammirazione per come affrontate prove così dure.

Citazioni in lingua inglese

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  • Let us spray for the miners who died in Turkey and for the latest victims of shipwreck in the Mediterranean.[65]
[Tweet con errore di battitura, letteralmente:] Spruzziamo per i minatori morti in Turchia e per le vittime dei naufragi di questi giorni nel Mediterraneo.[66]
Il mio amico don Giacomo, 30Giorni, maggio 2012.
  • Così, per grazia, si può perseverare nel cammino, fino alla fine: l'uomo-bambino si abbandona fra le braccia di Gesù mentre chiede che passi questo calice, e viene preso e portato in braccio, con le mani giunte e gli occhi aperti. Lasciandosi sorprendere ancora una volta, per il dono più grande.
  • Sì, il nostro cuore si edifica sulla memoria di quegli uomini e quelle donne che ci hanno fatto avvicinare a sorgenti di vita e di speranza a cui potranno attingere anche quelli che ci seguiranno. È la memoria dell'eredità ricevuta che dobbiamo, a nostra volta, trasmettere ai nostri figli.
Matrimoni gay, l'invidia del demonio, traduzione di Massimo Introvigne, La nuova Bussola Quotidiana.it, 14 marzo 2013.[67]
  • Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.
  • Qui pure c'è l'invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un'invidia che cerca astutamente di distruggere l'immagine di Dio, cioè l'uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio.
  • Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.

Citazioni tratte da interviste

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  • Lei mi voleva chiedere: qual è la sua droga? Be', il mate mi aiuta. Ma non ho assaggiato la coca, questo è chiaro eh?[68] (rispondendo ai giornalisti, a proposito della sua capacità di resistenza, dopo il viaggio in Bolivia)
  • Sai come si suicida un argentino? Si arrampica sul proprio ego e poi si butta giù. (da un'intervista condotta da Valentina Alazraki, Radio Vaticana)
¿Usted sabe cómo se suicida un argentino? [...] ¡Se sube arriba de su ego, y de ahí se tira abajo![69]
  • Io capisco i governanti che comprano le armi, io li capisco. Non li giustifico, ma li capisco. Perché dobbiamo difenderci, perché [è] lo schema cainista di guerra. Se fosse uno schema di pace, questo non sarebbe necessario. Ma noi viviamo con questo schema demoniaco, [che dice] di uccidersi l'un l'altro per voglia di potere, per voglia di sicurezza, per voglia di tante cose. (dall'intervista di Lorena Bianchetti nella trasmissione A Sua immagine, Rai 1, 15 aprile 2022; citato in La speranza sotto assedio, vatican.va)
Intervista di Stefania Falasca, Quello che avrei detto al concistoro, 30Giorni, novembre 2007.
  • Nella Chiesa l'armonia la fa lo Spirito Santo.
  • Solo lo Spirito Santo può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e allo stesso tempo fare l'unità. Perché quando siamo noi a voler fare la diversità facciamo gli scismi e quando siamo noi a voler fare l'unità facciamo l'uniformità, l'omologazione.
  • Il restare, il rimanere fedeli implica un'uscita. Proprio se si rimane nel Signore si esce da sé stessi. Paradossalmente proprio perché si rimane, proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita.
  • Il coraggio apostolico è seminare. Seminare la Parola. Renderla a quel lui e a quella lei per i quali è data. Dare loro la bellezza del Vangelo, lo stupore dell'incontro con Gesù... e lasciare che sia lo Spirito Santo a fare il resto.
  • Uscire da sé stessi è uscire anche dal recinto dell'orto dei propri convincimenti considerati inamovibili se questi rischiano di diventare un ostacolo, se chiudono l'orizzonte che è di Dio.
  • I preti clericalizzano i laici e i laici ci pregano di essere clericalizzati.
  • Come indurisce il cuore la coscienza isolata!
  • Le nostre certezze possono diventare un muro, un carcere che imprigiona lo Spirito Santo.
  • Colui che isola la sua coscienza dal cammino del popolo di Dio non conosce l'allegria dello Spirito Santo che sostiene la speranza.
  • Guardare la nostra gente non per come dovrebbe essere ma per com'è e vedere cosa è necessario.
  • In un mondo che non riusciamo a interessare con le parole che noi diciamo, solo la Sua presenza che ci ama e che ci salva può interessare. Il fervore apostolico si rinnova perché testimoni di Colui che ci ha amato per primo.
Intervista di Gianni Valente, Non siamo padroni dei doni del Signore, 30Giorni, agosto 2009.
  • Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.
  • I sacramenti sono gesti del Signore. Non sono prestazioni o territori di conquista di preti o vescovi.
  • I sacramenti sono per la vita degli uomini e delle donne così come sono. Che magari non fanno tanti discorsi, eppure il loro sensus fidei coglie la realtà dei sacramenti con più chiarezza di quanto succede a tanti specialisti.
  • Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.
Intervista di Andrea Tornielli, "Carrierismo e vanità, peccati nella Chiesa", Vatican Insider, 14 marzo 2013.
  • I cardinali non sono gli agenti di una ONG, ma sono servitori del Signore, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, che è Colui che fa la vera differenza tra i carismi, e che allo stesso tempo nella Chiesa li conduce all'unità. Il cardinale deve entrare nella dinamica della differenza dei carismi e allo stesso tempo guardare all'unità.
  • Non devo scandalizzarmi, perché la Chiesa è mia madre: devo guardare ai peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma. E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e buone che ha compiuto, non tanto delle mancanze o dei suoi difetti. Una madre si difende con il cuore pieno d'amore, prima che con la parole. Mi chiedo se nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l'amore per la Chiesa.
Intervista di Henrique Cymerman, Entrevista al papa Francisco: "La secesión de una nación hay que tomarla con pinzas", La Vanguardia, 12 giugno 2014.
  • Mi preoccupa ogni tipo di divisione. L'indipendenza di un popolo attraverso la secessione equivale a uno uno smembramento. Pensiamo alla Jugoslavia. Ovviamente ci sono popoli e culture così differenti che non possono essere tenuti uniti neanche con la colla. Il caso jugoslavo è molto chiaro, ma mi chiedo se la stessa cosa valga per altri, per popoli che sono rimasti uniti fino a ora. Bisogna valutare caso per caso. La Scozia, la Padania, la Catalogna. Ci saranno casi giusti e casi sbagliati, ma la secessione di una nazione senza una storia di unità forzata va presa con le pinze.

Intervista di Luciano Fontana, Intervista a Papa Francesco: "Putin non si ferma, voglio incontrarlo a Mosca. Ora non vado a Kiev", Corriere della Sera, 3 maggio 2022.

Intervista di Francesco de Core e Angelo Scelzo, «Napoli nel cuore, qui al Sud la storia può cambiare rotta», il mattino.it, 19 settembre 2022

  • [...] la malavita non è solo un problema di Napoli. Per me il vero volto di Napoli è un altro. È quello della gente buona, accogliente, generosa, ospitale, creativa nel bene. È quello delle bellezze naturali del suo golfo, che incantano chiunque abbia avuto il privilegio di vederle rimanendone incantato e conservando il desiderio di potere un giorno tornare. È vero però che possiamo partire anche da Napoli per parlare dell'oltraggio fatto ai bambini quando li si priva della loro innocenza, li si deruba della loro infanzia, per portarli sulla strada del crimine. Non dobbiamo scaricare sui più piccoli le nostre colpe.
  • Se penso a Napoli, alla sua storia, alle difficoltà che la hanno attraversata, penso anche alla straordinaria capacità creativa dei napoletani. E penso a come la si possa usare per tirare fuori il bene dal male, la gioia di vivere dalle difficoltà, la speranza anche laddove sembra ci sia solo scarto ed esclusione. A questo ruolo di esempio, penso Napoli possa sentirsi chiamata.
  • Buenos Aires è la città in cui sono nato. Conosco la sua bellezza e i suoi problemi. È vero che Napoli può ricordare qualcosa di lei. Ma sono città diverse. È vero anche che l'estro di Maradona può rappresentare in qualche modo l'estro collettivo di queste due città del Sud. La creatività. Il saper guardare oltre. L'importante è sempre che l'estro non sia mai fine a se stesso, ma sia sempre rivolto a un buon fine
  • L'allegria. Il pensare positivo. La resilienza. La generosità. Sono queste le doti di Napoli che ammiro di più. Insieme alla capacità di vedere davvero i poveri, di guardarli negli occhi e di non restare indifferenti. Penso che dai napoletani ci sono tante cose da imparare

Citazioni tratte da discorsi

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Udienza a tutti i Cardinali, Sala Clementina, 15 marzo 2013

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  • Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario.
  • Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Benedetto XVI un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell'Eucaristia.
  • La verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell'esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l'unico Salvatore di tutto l'uomo e di tutti gli uomini.
  • Andare verso i poveri non significa che noi dobbiamo diventare pauperisti, o una sorta di "barboni spirituali"! No, no, non significa questo! Significa che dobbiamo andare verso la carne di Gesù che soffre.
  • Il diavolo ogni giorno getta nei nostri cuori semi di pessimismo e di amarezza, e se uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. "Non va! Abbiamo fatto questo, non va; abbiamo fatto quell'altro e non va! E guarda quella religione come attira tanta gente e noi no!". È il diavolo che mette questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è importante. Non si può predicare il Vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i giorni contro la tristezza, contro l'amarezza, contro il pessimismo; una lotta di tutti i giorni! Seminare non è facile. È più bello raccogliere, ma seminare non è facile, e questa è la lotta di tutti i giorni dei cristiani.
  • L'evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacramenti che sono un incontro con Gesù, per dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri.
  • Dobbiamo tenere viva nel mondo la sete dell'assoluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l'uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo.
  • Sappiamo quanta violenza abbia prodotto nella storia recente il tentativo di eliminare Dio e il divino dall'orizzonte dell'umanità, e avvertiamo il valore di testimoniare nelle nostre società l'originaria apertura alla trascendenza che è insita nel cuore dell'uomo. In ciò, sentiamo vicini anche tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza, questa verità, bonta e bellezza di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell'impegno a difesa della dignità dell'uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato.
  • Esiste anche un'altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.
  • Francesco d'Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.
  • Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.

Veglia di Pentecoste, Radio Vaticana, 19 maggio 2013

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  • Il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare.
  • Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il "Cristo giacente", e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: "Guardate, è morto, ma domani risuscita". Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all'amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: "Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna". Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell'astratto; no! È sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.
  • I Profeti di Israele dicevano che il Signore è come il fiore di mandorlo, il primo fiore della Primavera. Prima che vengano gli altri fiori, c'è Lui: Lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E quando noi Lo cerchiamo, troviamo questa realtà: che è Lui ad aspettarci per accoglierci, per darci il suo amore. E questo ti porta nel cuore uno stupore tale che non lo credi, e così va crescendo la fede! Con l'incontro con una persona, con l'incontro con il Signore. Qualcuno dirà: "No, io preferisco studiare la fede nei libri!". È importante studiarla, ma, guarda, questo solo non basta! L'importante è l'incontro con Gesù, l'incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà!
  • Si può pensare che l'evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L'importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui.
  • Una diffusa mentalità dell'utile, la "cultura dello scarto", che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un "sì" deciso e senza tentennamenti alla vita.
  • La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l'efficienza, ma soprattutto per l'attenzione e l'amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile.
  • Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare, come ci propone la "cultura dello scarto"! Non si possono scartare!
  • Il matrimonio è come se fosse un primo sacramento dell'umano, ove la persona scopre se stessa, si auto-comprende in relazione agli altri e in relazione all'amore che è capace di ricevere e di dare. L'amore sponsale e familiare rivela anche chiaramente la vocazione della persona ad amare in modo unico e per sempre, e che le prove, i sacrifici e le crisi della coppia come della stessa famiglia rappresentano dei passaggi per crescere nel bene, nella verità e nella bellezza. Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio.
  • La famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell'intimità, dove si apprende l'arte del dialogo e della comunicazione interpersonale.
  • La famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una «comunità di persone». E una comunità è di più che la somma delle persone. È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole.
  • [...] una parte importante dell'umanità continua ad essere esclusa dai benefici del progresso e, di fatto, relegata a esseri umani di seconda categoria.
  • Oggi, in particolare, la coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale, deve portarci a condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, siano essi ricchezze materiali che opere di intelligenza e di spirito, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri.
  • [...] la promozione di un'apertura generosa, efficace e concreta alle necessità degli altri deve essere sempre al di sopra dei sistemi e delle teorie economiche e sociali.
  • [...] il progresso economico e sociale equo si può ottenere solo congiungendo le capacità scientifiche e tecniche a un impegno di solidarietà costante, accompagnato da una gratuità generosa e disinteressata a tutti i livelli.
  • [...] invito a promuovere insieme una vera mobilitazione etica mondiale che, al di là di ogni differenza di credo o di opinione politica, diffonda e applichi un ideale comune di fraternità e di solidarietà, specialmente verso i più poveri e gli esclusi.
  • Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! È questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria. Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l'ultima parola. Questa è una sfida bella: non lasciare mai che il male abbia l'ultima parola. È la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa "leva dell'anima", tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie.
  • [...] se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti, nessuno di noi può dire: "io non sarò mai corrotto". No! È una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza, verso i reati, verso lo sfruttamento delle persone. Quanta corruzione c'è nel mondo! È una parola brutta, se ci pensiamo un po'. Perché una cosa corrotta è una cosa sporca! Se noi troviamo un animale morto che si sta corrompendo, che è "corrotto", è brutto e puzza anche. La corruzione puzza! La società corrotta puzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza!
  • Napoli è sempre pronta a risorgere, facendo leva su una speranza forgiata da mille prove, e perciò risorsa autentica e concreta sulla quale contare in ogni momento. La sua radice risiede nell'animo stesso dei Napoletani, soprattutto nella loro gioia, nella loro religiosità, nella loro pietà! Vi auguro che abbiate il coraggio di andare avanti con questa gioia, con questa radice, il coraggio di portare avanti la speranza, di non rubare mai la speranza a nessuno, di andare avanti per la strada del bene, non per la strada del male, di andare avanti nell'accoglienza di tutti quelli che vengono a Napoli da qualunque Paese: siano tutti napoletani, imparino il napoletano che è tanto dolce e tanto bello! Vi auguro di andare avanti nel cercare fonti di lavoro, perché tutti abbiano la dignità di portare il pane a casa, e di andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società perché non ci sia quella puzza della corruzione!
  • I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l'anima e la famiglia deve agire contro questo. Mi diceva, due settimane fa, una persona, un uomo molto cattolico, bravo, giovane, che i suoi ragazzini andavano in prima e seconda elementare e che la sera, lui e sua moglie tante volte dovevano "ri-catechizzare" i bambini, i ragazzi per quello che riportavano da alcuni professori della scuola o per quello che dicevano i libri che davano lì. Queste colonizzazioni ideologiche, che fanno tanto male e distruggono una società, un Paese, una famiglia. E per questo abbiamo bisogno di una vera e propria rinascita morale e spirituale.
  • Per un figlio non c'è insegnamento e testimonianza più grande che vedere i propri genitori che si amano con tenerezza, si rispettano, sono gentili tra di loro, si perdonano a vicenda: ciò che riempie di gioia e di felicità vera il cuore dei figli. I figli, prima di abitare una casa fatta di mattoni, abitano un'altra casa, ancora più essenziale: abitano l'amore reciproco dei genitori.
  • L'essere genitori si fonda nella diversità di essere, come ricorda la Bibbia, maschio e femmina. Questa è la "prima" e più fondamentale differenza, costitutiva dell'essere umano. E' una ricchezza. Le differenze sono ricchezze. C'è tanta gente che ha paura delle differenze, ma sono ricchezze.
  • Quando i fidanzati vengono a sposarsi, a me piace dire a lui, dopo aver parlato del Vangelo: "Ma non dimenticarti che la tua vocazione è fare la tua sposa più donna!"; e a lei dico: "La tua vocazione è fare tuo marito più uomo!". E così si amano, ma si amano nel farsi, nelle differenze, più uomo e più donna. E questo è il lavoro artigianale del matrimonio, della famiglia di ogni giorno: far crescere l'altro. Far crescere l'altro. Pensare all'altro: il marito alla moglie, la moglie al marito. Questa è comunione.
  • Sono sicuro che ho raccontato questa storia, una storia che io ho sentito da bambino, a casa mia. Racconto che in una famiglia il nonno abitava lì, col figlio, la nuora, i nipotini. Ma il nonno era invecchiato, aveva avuto un piccolo ictus, era anziano e quando era a tavola e mangiava, si sporcava un po'. Il papà aveva vergogna di suo padre. E diceva: "Ma, non possiamo invitare gente a casa...". E ha deciso di fare un tavolo piccolo, in cucina, perché il nonno prendesse il pasto da solo in cucina. La cosa è andata così... Alcuni giorni dopo, arriva a casa dopo il lavoro e trova suo figlio – 6-7 anni – che giocava con legni, col martello, con i chiodi... "Ma cosa fai, ragazzo?" – "Sto facendo un tavolino..." – "E perché?" – "Perché quando tu sarai vecchio, potrai mangiare da solo come mangia il nonno!".
  • Le beatitudini che leggiamo nel Vangelo iniziano con una benedizione e terminano con una promessa di consolazione. Ci introducono lungo un sentiero di grandezza possibile, quello dello spirito, e quando lo spirito è pronto tutto il resto viene da sé. Certo, se noi non abbiamo il cuore aperto allo Spirito Santo, sembreranno sciocchezze perché non ci portano al "successo". Per essere «beati», per gustare la consolazione dell'amicizia con Gesù Cristo, è necessario avere il cuore aperto. La beatitudine è una scommessa laboriosa, fatta di rinunce, ascolto e apprendimento, i cui frutti si raccolgono nel tempo, regalandoci una pace incomparabile: «Gustate e vedete com'è buono il Signore» (Sal 34,9)!
  • [Il pelagianesimo] spinge la Chiesa a non essere umile, disinteressata e beata. E lo fa con l'apparenza di un bene. Il pelagianesimo ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte. Spesso ci porta pure ad assumere uno stile di controllo, di durezza, di normatività. La norma dà al pelagiano la sicurezza di sentirsi superiore, di avere un orientamento preciso. In questo trova la sua forza, non nella leggerezza del soffio dello Spirito. Davanti ai mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative. La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo.
    La riforma della Chiesa poi – e la Chiesa è semper reformanda – è aliena dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell'ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività.
  • La Chiesa italiana si lasci portare dal suo soffio potente e per questo, a volte, inquietante. Assuma sempre lo spirito dei suoi grandi esploratori, che sulle navi sono stati appassionati della navigazione in mare aperto e non spaventati dalle frontiere e delle tempeste. Sia una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. Mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo le sue strade, assuma il proposito di san Paolo: «Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (1 Cor 9,22).
  • La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d'Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: «Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro». Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte.
  • Ai vescovi chiedo di essere pastori. Niente di più: pastori. Sia questa la vostra gioia: "Sono pastore". Sarà la gente, il vostro gregge, a sostenervi. Di recente ho letto di un vescovo che raccontava che era in metrò all'ora di punta e c'era talmente tanta gente che non sapeva più dove mettere la mano per reggersi. Spinto a destra e a sinistra, si appoggiava alle persone per non cadere. E così ha pensato che, oltre la preghiera, quello che fa stare in piedi un vescovo, è la sua gente.
    Che niente e nessuno vi tolga la gioia di essere sostenuti dal vostro popolo. Come pastori siate non predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo, morto e risorto per noi. Puntate all'essenziale, al kerygma. Non c'è nulla di più solido, profondo e sicuro di questo annuncio. Ma sia tutto il popolo di Dio ad annunciare il Vangelo, popolo e pastori, intendo.
  • [...] dobbiamo sempre ricordare che non esiste umanesimo autentico che non contempli l'amore come vincolo tra gli esseri umani, sia esso di natura interpersonale, intima, sociale, politica o intellettuale. Su questo si fonda la necessità del dialogo e dell'incontro per costruire insieme con gli altri la società civile. Noi sappiamo che la migliore risposta alla conflittualità dell'essere umano del celebre homo homini lupus di Thomas Hobbes è l'«Ecce homo» di Gesù che non recrimina, ma accoglie e, pagando di persona, salva.
  • [...] Firenze, dove arte, fede e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra denuncia e proposta.
  • Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà.
  • La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa. Nel secolo scorso, essa ha testimoniato all'umanità che un nuovo inizio era possibile: dopo anni di tragici scontri, culminati nella guerra più terribile che si ricordi, è sorta, con la grazia di Dio, una novità senza precedenti nella storia. Le ceneri delle macerie non poterono estinguere la speranza e la ricerca dell'altro, che arsero nel cuore dei Padri fondatori del progetto europeo. Essi gettarono le fondamenta di un baluardo di pace, di un edificio costruito da Stati che non si sono uniti per imposizione, ma per la libera scelta del bene comune, rinunciando per sempre a fronteggiarsi. L'Europa, dopo tante divisioni, ritrovò finalmente sé stessa e iniziò a edificare la sua casa.
  • La bellezza radicata in molte delle nostre città si deve al fatto che sono riuscite a conservare nel tempo le differenze di epoche, di nazioni, di stili, di visioni. Basta guardare l'inestimabile patrimonio culturale di Roma per confermare ancora una volta che la ricchezza e il valore di un popolo si radica proprio nel saper articolare tutti questi livelli in una sana convivenza. I riduzionismi e tutti gli intenti uniformanti, lungi dal generare valore, condannano i nostri popoli a una crudele povertà: quella dell'esclusione. E lungi dall'apportare grandezza, ricchezza e bellezza, l'esclusione provoca viltà, ristrettezza e brutalità. Lungi dal dare nobiltà allo spirito, gli apporta meschinità. Le radici dei nostri popoli, le radici dell'Europa si andarono consolidando nel corso della sua storia imparando a integrare in sintesi sempre nuove le culture più diverse e senza apparente legame tra loro. L'identità europea è, ed è sempre stata, un'identità dinamica e multiculturale.
  • Essi [i giovani] non sono il futuro dei nostri popoli, sono il presente; sono quelli che già oggi con i loro sogni, con la loro vita stanno forgiando lo spirito europeo. Non possiamo pensare il domani senza offrire loro una reale partecipazione come agenti di cambio e di trasformazione. Non possiamo immaginare l'Europa senza renderli partecipi e protagonisti di questo sogno. Ultimamente ho riflettuto su questo aspetto e mi sono chiesto: come possiamo fare partecipi i nostri giovani di questa costruzione quando li priviamo di lavoro; di lavori degni che permettano loro di svilupparsi per mezzo delle loro mani, della loro intelligenza e delle loro energie? Come pretendiamo di riconoscere ad essi il valore di protagonisti, quando gli indici di disoccupazione e sottoccupazione di milioni di giovani europei è in aumento? Come evitare di perdere i nostri giovani, che finiscono per andarsene altrove in cerca di ideali e senso di appartenenza perché qui, nella loro terra, non sappiamo offrire loro opportunità e valori?
  • Dobbiamo passare da un'economia liquida, che tende a favorire la corruzione come mezzo per ottenere profitti, a un'economia sociale che garantisce l'accesso alla terra, al tetto per mezzo del lavoro come ambito in cui le persone e le comunità possano mettere in gioco «molte dimensioni della vita: la creatività, la proiezione nel futuro, lo sviluppo delle capacità, l'esercizio dei valori, la comunicazione con gli altri, un atteggiamento di adorazione. Perciò la realtà sociale del mondo di oggi, al di là degli interessi limitati delle imprese e di una discutibile razionalità economica, esige che si continui a perseguire quale priorità l'obiettivo dell'accesso al lavoro per tutti.
  • Alla rinascita di un'Europa affaticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialità, può e deve contribuire la Chiesa. Il suo compito coincide con la sua missione: l'annuncio del Vangelo, che oggi più che mai si traduce soprattutto nell'andare incontro alle ferite dell'uomo, portando la presenza forte e semplice di Gesù, la sua misericordia consolante e incoraggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, ma può farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potrà ridare l'acqua pura del Vangelo alle radici dell'Europa. In questo, il cammino dei cristiani verso la piena unità è un grande segno dei tempi, ma anche l'esigenza urgente di rispondere all'appello del Signore «perché tutti siano una sola cosa (Gv 17,21)».

Conferenza stampa del 26 giugno 2016

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  • Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore. Forse alcuni metodi non erano giusti, ma in quel tempo, se leggiamo la storia del Pastor, per esempio - un tedesco luterano che poi si è convertito quando ha visto la realtà di quel tempo, e si è fatto cattolico - vediamo che la Chiesa non era proprio un modello da imitare: c'era corruzione nella Chiesa, c'era mondanità, c'era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente, e ha fatto un passo avanti giustificando il perché faceva questo. E oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d'accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante non aveva sbagliato.[70]

Intervista de La Civiltà Cattolica, 28 ottobre 2016

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  • Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. [...] Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana.[71]
  • La vicinanza fa bene a tutti. La distanza invece ci fa ammalare.[72]
  • Non si può essere cattolici e settari. Bisogna tendere a stare insieme agli altri.[73]
  • Si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale. È in sé stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore.[74]
  • Solo cambiando l'educazione si può cambiare il mondo[75].
  • Cantare, suonare, comporre, dirigere, fare musica nella Chiesa sono tra le cose più belle a gloria di Dio. È un privilegio, un dono di Dio esprimere l'arte musicale e aiutare la partecipazione ai divini misteri. Una bella e buona musica è strumento privilegiato per l'avvicinamento al trascendente, e spesso aiuta a capire un messaggio anche chi è distratto.
  • [...] la liturgia è la prima "maestra" di catechismo.
  • La musica sacra svolge anche un altro compito, quello di saldare insieme la storia cristiana: nella Liturgia risuonano il canto gregoriano, la polifonia, la musica popolare e quella contemporanea. È come se in quel momento a lodare Dio ci fossero tutte le generazioni passate e presenti, ognuna con la propria sensibilità. Non solo, ma la musica sacra – e la musica in genere – crea ponti, avvicina le persone, anche le più lontane; non conosce barriere di nazionalità, di etnia, di colore della pelle, ma coinvolge tutti in un linguaggio superiore, e riesce sempre a mettere in sintonia persone e gruppi di provenienze anche molto differenti. La musica sacra riduce le distanze anche con quei fratelli che a volte sentiamo non vicini. Per questo in ogni parrocchia il gruppo di canto è un gruppo dove si respira disponibilità e aiuto reciproco.

Angelus

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  • Cari amici, la gioia! Non abbiate paura di essere gioiosi! Non abbiate paura della gioia! Quella gioia che ci dà il Signore quando lo lasciamo entrare nella nostra vita, lasciamo che Lui entri nella nostra vita e ci inviti ad andare fuori noi alle periferie della vita e annunciare il Vangelo. Non abbiate paura della gioia. Gioia e coraggio![76]
  • [Gaffe] Se ognuno di noi non accumula ricchezze soltanto per sé, ma le mette al servizio degli altri, in questo cazzo... In questo caso la provvidenza di Dio si rende visibile in questo gesto di solidarietà.[77]
  • [Su Arsenio da Trigolo] Lodiamo il Signore per questo umile suo discepolo, che anche nelle avversità e nelle prove – ne ha avute tante – non perdette mai la speranza.[78]

Citato in vatican.va.

  • La pietà popolare valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l'umanità intera.
  • Il termine biblico «compassione» richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura.
  • Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia!
  • Rivolgiamoci alla Vergine Maria: il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la «compassione» di Dio, specialmente nell'ora della passione e della morte di Gesù.

Omelia pronunciata il 31 agosto 2005 a Buenos Aires; citato in tempi.it.

  • Chi sono io per prendermi cura degli altri? Questa affermazione, vi ricordate, chi l'ha fatta per primo? Caino. «Sono forse io colui che deve nutrire suo fratello?» Questa affermazione criminale, questa frase di morte è un peccato che viene dall'infanzia delle persone che crescono in un modo di pensare egoistico inculcato in loro, sono uomini e donne educati in questo modo.
  • Dare la vita è aprire il cuore, e prendersi cura della vita è spendersi con tenerezza e calore per gli altri, portare nel mio cuore l'interesse per gli altri.
  • La cultura della morte non è interessata alla vita, ma all'egoismo. Uno è interessato a sopravvivere, ma non a dare la vita, ad avere cura della vita, ad offrire la vita.
  • La vita è sempre un dare ed è costoso prendersi cura della vita. Oh quanto costa! Costa lacrime. Ma come è bella la cura per la vita, permettere che la vita cresca, dare la vita come Gesù, e dare in abbondanza, per non permettere che anche uno solo di questi più piccoli vada perso.
  • Ma è una strada piena di lupi e, forse per questo motivo, potranno condurci davanti ai tribunali, forse per questo motivo, per la cura della vita, ci potranno uccidere. Dovremmo pensare ai martiri cristiani. Li hanno uccisi perché predicavano questo Vangelo della vita, questo Vangelo che Gesù ha portato. Ma Gesù ci dà la forza. Andate avanti! Non siate sciocchi, ricordate, un cristiano non può permettersi il lusso di essere sciocco.
  • Non possiamo annunciare altro che la vita, dal principio alla fine. Tutti noi dobbiamo curare la vita, amare la vita, con tenerezza, calore.
  • Questo uomo anziano, questa donna anziana, sono inutili; scarichiamoli, cerchiamo di mandarli nelle case di cura, come si fa con l'impermeabile d'estate con tre naftaline in tasca, negli ospizi perché pensiamo che ora sono da scartare, perché sono inutili. Questo bambino che è in arrivo è un peso per la famiglia: «Oh no, a cosa serve? Non ho idea. Scartiamolo e rimandiamolo al mittente». Questo è ciò che la cultura della morte ci predica.
  • Se andiamo in fondo alla strada della vita ci possono accadere cose brutte, ma non importa. Ne vale la pena. Lui per primo ci ha aperto la strada. Quindi, andate avanti e non scoraggiatevi. Prendetevi cura della la vita. Ne vale la pena!

Omelia pronunciata il 14 marzo 2013 a Roma; citato in vatican.va.

  • Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
  • Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.
  • Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
  • Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.

Omelia pronunciata il 19 marzo 2013 a Roma; citato in vatican.va.

  • Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l'orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l'orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.
  • Dio non desidera una casa costruita dall'uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito.
  • Il vero potere è il servizio.

Omelia pronunciata il 24 marzo 2013 a Roma; citato in vatican.va.

  • Con Cristo il cuore non invecchia mai!
  • È nel dono di sé, nell'uscire da se stessi, che si ha la vera gioia.
  • Il trono regale di Gesù Cristo è il legno della Croce.
  • La croce di Cristo abbracciata con amore non porta mai alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quel che ha fatto Lui nel giorno della sua morte.
  • La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall'aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!
  • Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo!

Omelia pronunciata il 28 aprile 2013 a Roma; citato in vatican.va.

  • Vedete, la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo con Lui, ma anche oggi: Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito Santo ci trasforma veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui viviamo. Apriamo la porta allo Spirito, facciamoci guidare da Lui, lasciamo che l'azione continua di Dio ci renda uomini e donne nuovi, animati dall'amore di Dio, che lo Spirito Santo ci dona! Che bello se ognuno di voi, alla sera potesse dire: oggi a scuola, a casa, al lavoro, guidato da Dio, ho compiuto un gesto di amore verso un mio compagno, i miei genitori, un anziano! Che bello!
  • Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l'amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato.
  • Cari amici, spalanchiamo la porta della nostra vita alla novità di Dio che ci dona lo Spirito Santo, perché ci trasformi, ci renda forti nelle tribolazioni, rafforzi la nostra unione con il Signore, il nostro rimanere saldi in Lui: questa è una vera gioia!

Omelia pronunciata il 12 maggio 2013 a Roma; citato in vatican.va.

  • Oggi la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri [di Otranto], che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480. Circa ottocento persone, sopravvissute all'assedio e all'invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto. Dove trovarono la forza per rimanere fedeli? Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare «i cieli aperti» – come dice santo Stefano – e il Cristo vivo alla destra del Padre.
  • Santa Laura Montoya è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l'amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa. Nella sua opera di evangelizzazione Madre Laura si fece veramente tutta a tutti, secondo l'espressione di san Paolo (cfr 1Cor 9,22).
  • Questa prima santa nata nella bella terra colombiana [Laura Montoya] ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli – come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato –, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo. In qualsiasi luogo in cui viviamo, irradiare questa vita del Vangelo! Ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell'altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrodono le comunità cristiane e corrodono il nostro cuore, e ci insegna ad accogliere tutti senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza reticenze, con amore sincero, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso, che non sono le nostre opere o le nostre organizzazioni, no! Quello che abbiamo di più prezioso è Cristo e il suo Vangelo.
  • [María Guadalupe García Zavala] rinunciando a una vita comoda per seguire la chiamata di Gesù, insegnava ad amare la povertà, per poter amare di più i poveri e gli infermi. Madre Lupita si inginocchiava sul pavimento dell'Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione. E questo si chiama: "toccare la carne di Cristo". I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo. E Madre Lupita toccava la carne di Cristo e ci ha insegnato questo modo di agire: non vergognarsi, non avere paura, non provare ripugnanza a "toccare la carne di Cristo"!

Omelia pronunciata il 4 ottobre 2013 ad Assisi; citato in vatican.va.

  • Chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l'amore più grande, quello della Croce. È la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro. La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo... Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma è un'idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi "prende su di sé" il suo "giogo", cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore.
  • Il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l'Amore di Dio incarnato, e l'Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una «nuova creatura».

Omelia pronunciata il 15 maggio 2022 a Roma; citato in vatican.va.

  • Amare significa questo: servire e dare la vita. Servire, cioè non anteporre i propri interessi; disintossicarsi dai veleni dell'avidità e della competizione; combattere il cancro dell'indifferenza e il tarlo dell'autoreferenzialità, condividere i carismi e i doni che Dio ci ha donato. Nel concreto, chiedersi "che cosa faccio per gli altri?" Questo è amare, e vivere le cose di ogni giorno in spirito di servizio, con amore e senza clamore, senza rivendicare niente.
  • La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di tanto amore quotidiano.
  • Servire il Vangelo e i fratelli, offrire la propria vita senza tornaconto – questo è un segreto: offrire senza tornaconto –, senza ricercare alcuna gloria mondana: a questo siamo chiamati anche noi.

Esortazione apostolica promulgata il 24 novembre 2013; citato in vatican.va.

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.

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  • L'adorazione dell'antico vitello d'oro ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l'economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l'essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo. (55)
  • Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. (53)
  • Il denaro deve servire e non governare! (58)
  • L'omelia è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d'incontro di un Pastore con il suo popolo. Di fatto, sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. È triste che sia così. L'omelia può essere realmente un'intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita. (135)
  • L'omelia non può essere uno spettacolo di intrattenimento, non risponde alla logica delle risorse mediatiche, ma deve dare fervore e significato alla celebrazione. È un genere peculiare, dal momento che si tratta di una predicazione dentro la cornice di una celebrazione liturgica; di conseguenza deve essere breve ed evitare di sembrare una conferenza o una lezione. Il predicatore può essere capace di tenere vivo l'interesse della gente per un'ora, ma così la sua parola diventa più importante della celebrazione della fede. Se l'omelia si prolunga troppo, danneggia due caratteristiche della celebrazione liturgica: l'armonia tra le sue parti e il suo ritmo. Quando la predicazione si realizza nel contesto della liturgia, viene incorporata come parte dell'offerta che si consegna al Padre e come mediazione della grazia che Cristo effonde nella celebrazione. Questo stesso contesto esige che la predicazione orienti l'assemblea, ed anche il predicatore, verso una comunione con Cristo nell'Eucaristia che trasformi la vita. Ciò richiede che la parola del predicatore non occupi uno spazio eccessivo, in modo che il Signore brilli più del ministro. (138)
  • Per poter interpretare un testo biblico occorre pazienza, abbandonare ogni ansietà e dare tempo, interesse e dedizione gratuita. Bisogna mettere da parte qualsiasi preoccupazione che ci assilla per entrare in un altro ambito di serena attenzione. Non vale la pena dedicarsi a leggere un testo biblico se si vogliono ottenere risultati rapidi, facili o immediati. Perciò, la preparazione della predicazione richiede amore. (146)
  • Certamente, per intendere adeguatamente il senso del messaggio centrale di un testo, è necessario porlo in connessione con l'insegnamento di tutta la Bibbia, trasmessa dalla Chiesa. Questo è un principio importante dell'interpretazione biblica, che tiene conto del fatto che lo Spirito Santo non ha ispirato solo una parte, ma l'intera Bibbia, e che in alcune questioni il popolo è cresciuto nella sua comprensione della volontà di Dio a partire dall'esperienza vissuta. In tal modo si evitano interpretazioni sbagliate o parziali, che contraddicono altri insegnamenti della stessa Scrittura. (148)
  • Altra caratteristica è il linguaggio positivo. Non dice tanto quello che non si deve fare ma piuttosto propone quello che possiamo fare meglio. In ogni caso, se indica qualcosa di negativo, cerca sempre di mostrare anche un valore positivo che attragga, per non fermarsi alla lagnanza, al lamento, alla critica o al rimorso. Inoltre, una predicazione positiva offre sempre speranza, orienta verso il futuro, non ci lascia prigionieri della negatività. (159)
  • Nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. (183)
  • Né il Papa né la Chiesa posseggono il monopolio dell'interpretazione della realtà sociale o della proposta di soluzioni per i problemi contemporanei. (184)
  • I piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie. Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L'inequità è la radice dei mali sociali. (202)
  • Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. (213)
  • Esiste anche una tensione bipolare tra l'idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l'idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l'idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell'immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all'idea. (231)
  • La Chiesa non pretende di arrestare il mirabile progresso delle scienze. Al contrario, si rallegra e perfino gode riconoscendo l'enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana. Quando il progresso delle scienze, mantenendosi con rigore accademico nel campo del loro specifico oggetto, rende evidente una determinata conclusione che la ragione non può negare, la fede non la contraddice. Tanto meno i credenti possono pretendere che un'opinione scientifica a loro gradita, e che non è stata neppure sufficientemente comprovata, acquisisca il peso di un dogma di fede. Però, in alcune occasioni, alcuni scienziati vanno oltre l'oggetto formale della loro disciplina e si sbilanciano con affermazioni o conclusioni che eccedono il campo propriamente scientifico. In tal caso, non è la ragione ciò che si propone, ma una determinata ideologia, che chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso. (243)
  • Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata, perché «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29). La Chiesa, che condivide con l'Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell'Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr Rm 11,16-18). Come cristiani non possiamo considerare l'Ebraismo come una religione estranea, né includiamo gli ebrei tra quanti sono chiamati ad abbandonare gli idoli per convertirsi al vero Dio (cfr 1 Ts 1,9). Crediamo insieme con loro nell'unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata. (247)
  • Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! (264)
  • È urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c'è niente di meglio da trasmettere agli altri. (264)
  • Non si può perseverare in un'evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. (266)

Esortazione apostolica promulgata il 19 marzo 2018; citato in vatican.va.

«Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un'esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. In realtà, fin dalle prime pagine della Bibbia è presente, in diversi modi, la chiamata alla santità. Così il Signore la proponeva ad Abramo: «Cammina davanti a me e sii integro» (Gen 17,1).

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  • Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità "della porta accanto", di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un'altra espressione, "la classe media della santità". (7)
  • Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos'è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d'identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: "Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?", la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita. (63)
  • La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d'amore. Il nostro culto è gradito a Dio quando vi portiamo i propositi di vivere con generosità e quando lasciamo che il dono di Dio che in esso riceviamo si manifesti nella dedizione ai fratelli. (104)

Lettera enciclica promulgata il 24 maggio 2015; citato in vatican.va.

«Laudato si', mi' Signore» cantava san Francesco d'Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l'esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si', mi' Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi, con coloriti flori et herba».

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  • Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. (2)
  • Credo che Francesco sia l'esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. (10)
  • Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L'esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri e provocano milioni di morti premature. (20)
  • Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. [...] Incolpare l'incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi. [...] Ad ogni modo è certo che bisogna prestare attenzione allo squilibrio nella distribuzione della popolazione sul territorio, sia a livello nazionale sia a livello globale, perché l'aumento del consumo porterebbe a situazioni regionali complesse per le combinazioni di problemi legati all'inquinamento ambientale, ai trasporti, allo smaltimento dei rifiuti, alla perdita di risorse e alla qualità della vita. (50)
  • Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto fra scienziati, rispettando le diversità di opinioni. (61)
  • Questa responsabilità di fronte ad una terra che è di Dio, implica che l'essere umano, dotato di intelligenza, rispetti le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo, perché «al suo comando sono stati creati. Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà» (Sal 148,5b-6). Ne consegue il fatto che la legislazione biblica si soffermi a proporre all'essere umano diverse norme, non solo in relazione agli altri esseri umani, ma anche in relazione agli altri esseri viventi: «Se vedi l'asino di tuo fratello o il suo bue caduto lungo la strada, non fingerai di non averli scorti [...]. Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido d'uccelli con uccellini o uova e la madre che sta covando gli uccellini o le uova, non prenderai la madre che è con i figli» (Dt 22, 4.6). In questa linea, il riposo del settimo giorno non è proposto solo per l'essere umano, ma anche «perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino» (Es 23,12). Così ci rendiamo conto che la Bibbia non dà adito ad un antropocentrismo dispotico che non si interessi delle altre creature. (68)
  • D'altra parte, quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità. Di conseguenza, è vero anche che l'indifferenza o la crudeltà verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. (92)
  • Nella visione filosofica e teologica dell'essere umano e della creazione, che ho cercato di proporre, risulta chiaro che la persona umana, con la peculiarità della sua ragione e della sua scienza, non è un fattore esterno che debba essere totalmente escluso. Tuttavia, benché l'essere umano possa intervenire nel mondo vegetale e animale e servirsene quando è necessario alla sua vita, il Catechismo insegna che le sperimentazioni sugli animali sono legittime solo se «si mantengono in limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o a salvare vite umane». Ricorda con fermezza che il potere umano ha dei limiti e che «è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita». Qualsiasi uso e sperimentazione «esige un religioso rispetto dell'integrità della creazione». (130)
  • Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell'incontro con l'altro diverso da sé. [...] Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di «cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa». (155)
  • Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l'intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura. La crisi finanziaria del 2007-2008 era l'occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell'attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c'è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo. [...] La bolla finanziaria di solito è anche una bolla produttiva. In definitiva, ciò che non si affronta con decisione è il problema dell'economia reale, la quale rende possibile che si diversifichi e si migliori la produzione, che le imprese funzionino adeguatamente, che le piccole e medie imprese si sviluppino e creino occupazione, e così via. (189)
  • È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l'educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L'educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un'incidenza diretta e importante nella cura per l'ambiente, come evitare l'uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell'essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità. (211)
  • Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l'esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo. (212)
  • Quando leggiamo nel Vangelo che Gesù parla degli uccelli e dice che «nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc, 12,6), saremo capaci di maltrattarli e far loro del male? (221)

Lettera enciclica promulgata il 29 giugno 2013; citato in vatican.va.

La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46).

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  • La nuova logica della fede è centrata su Cristo. La fede in Cristo ci salva perché è in Lui che la vita si apre radicalmente a un Amore che ci precede e ci trasforma dall'interno, che agisce in noi e con noi. (20)
  • Il credente è trasformato dall'Amore, a cui si è aperto nella fede, e nel suo aprirsi a questo Amore che gli è offerto, la sua esistenza si dilata oltre sé. (21)
  • Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo. Nella cultura contemporanea si tende spesso ad accettare come verità solo quella della tecnologia: è vero ciò che l'uomo riesce a costruire e misurare con la sua scienza, vero perché funziona, e così rende più comoda e agevole la vita. Questa sembra oggi l'unica verità certa, l'unica condivisibile con altri, l'unica su cui si può discutere e impegnarsi insieme. (25)
  • Dall'altra parte vi sarebbero poi le verità del singolo, che consistono nell'essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno, valide solo per l'individuo e che non possono essere proposte agli altri con la pretesa di servire il bene comune. (25)
  • Se l'amore ha bisogno della verità, anche la verità ha bisogno dell'amore. Amore e verità non si possono separare. Senza amore, la verità diventa fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona. La verità che cerchiamo, quella che offre significato ai nostri passi, ci illumina quando siamo toccati dall'amore. Chi ama capisce che l'amore è esperienza di verità, che esso stesso apre i nostri occhi per vedere tutta la realtà in modo nuovo, in unione con la persona amata. (27)
  • Mossi dal desiderio di illuminare tutta la realtà a partire dall'amore di Dio manifestato in Gesù, cercando di amare con quello stesso amore, i primi cristiani trovarono nel mondo greco, nella sua fame di verità, un partner idoneo per il dialogo. L'incontro del messaggio evangelico con il pensiero filosofico del mondo antico costituì un passaggio decisivo affinché il Vangelo arrivasse a tutti i popoli, e favorì una feconda interazione tra fede e ragione, che si è andata sviluppando nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni. Il beato Giovanni Paolo II, nella sua Lettera enciclica Fides et ratio, ha mostrato come fede e ragione si rafforzino a vicenda. (32)
  • È impossibile credere da soli. La fede non è solo un'opzione individuale che avviene nell'interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l'"io" del fedele e il "Tu" divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al "noi", avviene sempre all'interno della comunione della Chiesa. (39)
  • La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo. Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione di fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma da cui, in fondo, si potrebbe prescindere. (41)
  • Senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti gli uomini. L'unità tra loro sarebbe concepibile solo come fondata sull'utili­tà, sulla composizione degli interessi, sulla paura, ma non sulla bontà di vivere insieme, non sulla gioia che la semplice presenza dell'altro può suscitare. (51)
  • Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all'unione stabile dell'uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell'amore di Dio, dal riconoscimento e dall'accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cfr Gen 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore. (52)
  • I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L'incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l'orizzonte dell'esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all'amore, e assicura che quest'amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità. (53)
  • La fede ci insegna a vedere che in ogni uomo c'è una benedizione per me, che la luce del volto di Dio mi illumina attraverso il volto del fratello. (54)
  • Al centro della fede biblica, c'è l'amore di Dio, la sua cura concreta per ogni persona, il suo disegno di salvezza che abbraccia tutta l'umani­tà e l'intera creazione e che raggiunge il vertice nell'Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Quando questa realtà viene oscurata, vie­ne a mancare il criterio per distinguere ciò che rende preziosa e unica la vita dell'uomo. Egli perde il suo posto nell'universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro assoluto, attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti. (54)
  • Non facciamoci rubare la speranza, non permettiamo che sia vanificata con soluzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino, che frammentano il tempo, trasformandolo in spazio. Il tempo è sempre superiore allo spazio. Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta invece verso il futuro e spinge a camminare con speranza. (57)

A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera.

Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

Udienze

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  • Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l'amore.
  • E questo è un po' la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell'aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell'amore.
  • La Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza.
  • La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza? Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. È proprio la nostra testimonianza.
  • Purtroppo, spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po' quella fede "all'acqua di rose", come diciamo noi; non è la fede forte. E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno.
  • Il "sì" di Maria, già perfetto all'inizio, è cresciuto fino all'ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio. Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio.
  • La Chiesa non è un negozio, non è un'agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo.
  • La fede di Maria è il compimento della fede d'Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell'amore infinito di Dio.
  • Quando ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di auto-compiacimento; quando ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo, dimenticando Dio e il prossimo; quando poniamo le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro, nel successo. Allora la Parola di Dio ci dice: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?". Perché stai cercando lì? Quella cosa non ti può dare vita! Sì, forse ti darà un'allegria di un minuto, di un giorno, di una settimana, di un mese... e poi?
  • Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente!
  • A tutti i responsabili chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generosità per riaccendere la speranza nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica.
  • Ecco la meta a cui tende la Chiesa: è, come dice la Bibbia, la «Gerusalemme nuova», il «Paradiso». Più che di un luogo, si tratta di uno "stato" dell'anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute in modo sovrabbondante e il nostro essere, come creature e come figli di Dio, giungerà alla piena maturazione. Saremo finalmente rivestiti della gioia, della pace e dell'amore di Dio in modo completo, senza più alcun limite, e saremo faccia a faccia con Lui! (cfr 1 Cor 13,12). È bello pensare questo, pensare al Cielo. Tutti noi ci troveremo lassù, tutti. È bello, dà forza all'anima. [...] Nello stesso tempo, la Sacra Scrittura ci insegna che il compimento di questo disegno meraviglioso non può non interessare anche tutto ciò che ci circonda e che è uscito dal pensiero e dal cuore di Dio. L'apostolo Paolo lo afferma in modo esplicito, quando dice che «anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Altri testi utilizzano l'immagine del «cielo nuovo» e della «terra nuova» (cfr 2 Pt 3,13; Ap 21,1), nel senso che tutto l'universo sarà rinnovato e verrà liberato una volta per sempre da ogni traccia di male e dalla stessa morte. Quella che si prospetta, come compimento di una trasformazione che in realtà è già in atto a partire dalla morte e risurrezione di Cristo, è quindi una nuova creazione; non dunque un annientamento del cosmo e di tutto ciò che ci circonda, ma un portare ogni cosa alla sua pienezza di essere, di verità, di bellezza.
  • [...] io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l'uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l'unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti.
  • La donna non è una "replica" dell'uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L'immagine della "costola" non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari e che hanno anche questa reciprocità. E il fatto che — sempre nella parabola — Dio plasmi la donna mentre l'uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell'uomo, ma di Dio. Suggerisce anche un'altra cosa: per trovare la donna — e possiamo dire per trovare l'amore nella donna —, l'uomo prima deve sognarla e poi la trova.
  • Abbiamo tutti da imparare dalla costanza di quel pellegrino russo, di cui parla una celebre opera di spiritualità, il quale ha appreso l'arte della preghiera ripetendo per infinite volte la stessa invocazione: "Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!". Ripeteva solo questo. Se arriveranno grazie nella sua vita, se l'orazione si farà un giorno caldissima tanto da percepire la presenza del Regno qui in mezzo a noi, se il suo sguardo si trasformerà fino ad essere come quello di un bambino, è perché ha insistito nella recita di una semplice giaculatoria cristiana. Alla fine, essa diventa parte del suo respiro.
  • [...] la comunione dei santi non riguarda solo i fratelli e le sorelle che sono accanto a me in questo momento storico, ma riguarda anche quelli che hanno concluso il pellegrinaggio terreno e hanno varcato la soglia della morte. Anche loro sono in comunione con noi. Pensiamo, cari fratelli e sorelle: in Cristo nessuno può mai veramente separarci da coloro che amiamo perché il legame è un legame esistenziale, un legame forte che è nella nostra stessa natura; cambia solo il modo di essere insieme a ognuno di loro, ma niente e nessuno può rompere questo legame. "Padre, pensiamo a coloro che hanno rinnegato la fede, che sono degli apostati, che sono i persecutori della Chiesa, che hanno rinnegato il loro battesimo: anche questi sono a casa?". Sì, anche questi, anche i bestemmiatori, tutti. Siamo fratelli: questa è la comunione dei santi. La comunione dei santi tiene insieme la comunità dei credenti sulla terra e nel Cielo.
  • Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. A volte, invece, può subentrare una forma di rilassatezza, che porta ad assumere comportamenti non coerenti, quale è l'indifferenza nei confronti dei poveri. [...] Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri. Nulla di più nocivo potrebbe accadere a un cristiano e a una comunità dell'essere abbagliati dall'idolo della ricchezza, che finisce per incatenare a una visione della vita effimera e fallimentare. Non si tratta, quindi, di avere verso i poveri un comportamento assistenzialistico, come spesso accade; è necessario invece impegnarsi perché nessuno manchi del necessario. [...] Non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice. [...] La povertà che uccide è la miseria, figlia dell'ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d'uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta. Quando l'unica legge diventa il calcolo del guadagno a fine giornata, allora non si hanno più freni ad adottare la logica dello sfruttamento delle persone: gli altri sono solo dei mezzi. Non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur di racimolare il minimo per il sostentamento.
  • E l'omelia, quel commento che fa il celebrante, deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita. Ma l'omelia per questo dev'essere breve: un'immagine, un pensiero e un sentimento. L'omelia non deve andare oltre gli otto minuti, perché dopo con il tempo si perde l'attenzione e la gente si addormenta, e ha ragione. Un'omelia deve essere così. E questo voglio dire ai preti, che parlano tanto, tante volte, e non si capisce di che cosa parlano. Omelia breve: un pensiero, un sentimento e uno spunto per l'azione, per come fare. Non più di otto minuti. Perché l'omelia deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita.

Citazioni su papa Francesco

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  • A Francè, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l'Ordine di Malta e i Francescani dell'Immacolata, ignorato Cardinali... ma n'do sta la tua misericordia? (Anonimo)
  • A Roma c'è un solo muro che non si può varcare, e sono proprio le Mura Vaticane dove il Regnante predica al mondo, ma non a casa sua, di abbattere i muri e accogliere tutti. (Marcello Veneziani)
  • Amo quello che quest'uomo rappresenta, sento che ciò che sta costruendo non è solo tangibile, ma moderno: sa mettersi in relazione con la gente, senza porsi al centro dell'attenzione, ma paradossalmente ogni cosa che dice o fa lo rende protagonista. (Joseph Fiennes)
  • Anche gli europei sono emigrati in tutte le parti del mondo. Bergoglio è andato in Argentina e lo hanno accolto. Poi lui è tornato qui e oggi è Papa. Francesco è un grande esempio per tutti, lavando i piedi agli stranieri o accogliendo i senza fissa dimora vicino San Pietro. (Berhaneyesus Souraphiel)
  • Apprezzo molto papa Francesco, è un vero riformatore, perché pur restando all'interno della Chiesa promuove la libertà di pensiero. (Norman Manea)
  • Bergoglio incarna, fin dai tempi del suo ministero in Argentina, una Chiesa assetata di giustizia, coinvolta nelle «periferie dell'esistenza», vicina agli ultimi, agli emarginati, come gli anziani abbandonati al loro destino, come i profughi ricordati nella commovente visita a Lampedusa. Una Chiesa permeata dalla «cultura dell'incontro», che sappia creare condivisione negli sterminati spazi urbani dove rischia di dissolversi ogni senso di umanità. Una Chiesa capace di costruire un autentico dialogo in un mondo globalizzato dove persone di diverse religioni e storie convivono sempre più spesso negli stessi luoghi. Soprattutto, una Chiesa che parli della misericordia di Dio. (Andrea Riccardi)
  • Come gesuita promuove il comunismo [...] guardate com'è felice quando va a Cuba e in Venezuela e abbraccia i dittatori sanguinari. (Javier Milei)
  • Come ribadisce Papa Francesco [nell'enciclica Laudato si'], il cambiamento climatico è una minaccia totalizzante [...]. Mi congratulo con il Papa per la sua forte leadership morale ed etica. Abbiamo bisogno di più di tale guida ispirata. Ci vediamo al vertice sul clima a Parigi? (Kofi Annan)
  • È buono come Papa Giovanni, affascina la gente come Wojtyła, è cresciuto tra i gesuiti, ha scelto di chiamarsi Francesco perché vuole la Chiesa del poverello di Assisi. Infine: è candido come una colomba ma furbo come una volpe. (Eugenio Scalfari)
  • È un innovatore e mi sembra che vada nella direzione di una maggiore apertura della Chiesa. (Giordano Bruno Guerri)
  • Francesco ha fatto molto per quel che può fare un Papa. Lui è voluto venire a casa mia e chiedere scusa non per l'antisemitismo nazista o fascista ma per la persecuzione ebraica di duemila anni che ha partorito Auschwitz. Senza questa persecuzione millenaria della Chiesa, Auschwitz non poteva mai realizzarsi. Con questa visita, lui voleva lanciare un messaggio molto forte e in discontinuità col passato. I due papi precedenti, cosa che ha fatto anche Francesco in seguito, si sono recati alla Sinagoga e tutto è rimasto dentro quelle quattro mura. Lui è venuto a trovarmi a casa e dopo dieci minuti mezzo mondo mi ha chiamato. Papa Francesco voleva lanciare in quel modo un messaggio al mondo. Una cosa unica. (Edith Bruck)
  • Francesco, se si può dire, è un Papa superiore. Francesco è un uomo, nell'accezione migliore del termine. Francesco ci stupirà ancora moltissimo. Francesco è di quelli che ti fanno pensare che ancora sopravvivono uomini giusti, coraggiosi, integri. Francesco non ha paura. Francesco ha le idee chiarissime. Francesco è necessario. Francesco ha le palle. Mi scusi, Santità, non si offenda, ma è proprio vero. Con affetto. (Mina)
  • Viene dal Sudamerica e il suo stile campesino lo ha piazzato a Roma. In Sudamerica, ma anche in America con i catecumenali e altre sette la chiesa per non restare fuori dalla società, s'infila dappertutto. Appena trova uno spiraglio, zac! Il Papa somiglia a quelli della Teologia della Liberazione, del resto da quel continente lì arriva. (Francesco Margiotta Broglio)
  • Il più grande combattente per la pace che abbia mai conosciuto. (Joe Biden)
  • Il vero eroe del nostro tempo è papa Francesco. (Denzel Washington)
  • Incontrare Sua Santità Papa Francesco è stato l'onore di una vita. Ho lasciato il Vaticano più determinato che mai a perseguire la pace nel mondo. (Donald Trump)
  • Io ero assolutamente scioccato che il Papa ha fatto una visita sul territorio italiano per benedire l'arrivo illegale di immigrati illegali che arrivano per via di criminali che li mettono a bordo di barche pericolose e poi in maniera criminale li portano sulla costa italiana, e viene il Papa a benedire. [...] [Il Papa fa queste cose] perché ormai in Italia è diventato normale: lo Stato di diritto tanto vale seppellirlo. Questa è la stessa cosa come quando ogni turista che va a Venezia vede vu cumprà, che sono illegalmente in Italia, vendere oggetti contraffatti in maniera illegale senza licenza. E i vigili urbani ben nutriti di Venezia che chiacchierano tra di loro a piazza San Marco e fanno finta di non vedere. È la stessa cosa. O si mantiene la legalità in uno Stato o non si mantiene. (Edward Luttwak)
  • La misericordia... ma che se la metta nel culo. Gli omosessuali non hanno bisogno della sua misericordia. D'altra parte è un prete, è un gesuita, non può uscire da questi schemi in cui un pappone ispirato si inventa e impone un peccato per darsi il potere di perdonarlo e intascarne la penitenza dovuta.
    Bergoglio usa parole nuove, un po' diverse, magari più accorte nella strategia del marketing ma per dire la solita stramaledetta cosa. Cioè la chiusura più totale ai gay e, tanto per cambiare, all'aborto. Non c'è nessuna volontà vera di cambiamento. (Aldo Busi)
  • La visione della Chiesa di Francesco è, per così dire, "federale", con un capo in cima che però non è il sommo padrone. Molti temi fondamentali che in passato sono stati accentrati in Vaticano, con Francesco sono stati prima discussi con le conferenze episcopali locali. La sua visione collegiale è stata molto evidente in quest'ultimo concistoro, perché — ancora una volta — il Papa ha scelto i nuovi cardinali con un criterio geograficamente molto ampio, per coinvolgere nel governo della Chiesa anche le diocesi più lontane da Roma. [...] vuole che i posti di responsabilità siano il più possibile diffusi geograficamente e che, lo ha sempre detto, "ogni pastore abbia l'odore delle pecore". (Andrea Sarubbi)
  • Leggendo nel 2013 il caloroso saluto di Gustavo Raffi, il gran maestro del Grande Oriente d'Italia, fui certo che, più di un “benvenuto” a Papa Bergoglio […], si trattasse di un “benservito” a Papa Ratzinger! (Georg Gänswein)
  • Lui non è più il Vicario di Cristo in terra, ma il Vicario di Dio perché Cristo non è che l'amore di Dio, non un Dio diverso che s'incarnò, visse 33 anni [...] e fu crocifisso. (Eugenio Scalfari)
  • Mi ha colpito tantissimo, fin dal primo momento in cui era stato nominato, il fatto che Papa Bergoglio avesse scelto come nome Francesco. Un nome dai grandi significati cui nessuno prima aveva fatto ricorso. Lui è una persona piena di energia che riesce ad entrare dritto nostri cuori. È una forza della natura che trasmette l'amore di Dio a tutti noi. (Carlo Conti)
  • Nel modo di pensare e di comunicare è un papa globale, ma la globalizzazione Francesco l'ha appresa nella sua Buenos Aires: una grande capitale globalizzata che racchiude in sé svariati microcosmi religiosi, sociali e culturali. La Shoah e l'ebraismo, l'ortodossia russa, l'Holodomor degli ucraini, il Metz Yeghern degli armeni: tutte queste realtà Bergoglio le ha conosciute, frequentate e interiorizzate nella capitale argentina. (Andrea Riccardi)
  • Papa Francesco ha una visione generale molto precisa della società contemporanea, della Chiesa di oggi e, in ultima analisi, di tutta la storia. Mi sembra essere affetto da una sorta di iperrealismo che si pretende “pastorale”. Secondo lui, la Chiesa deve arrendersi all'evidenza: le è impossibile continuare a predicare una dottrina morale quale quella che ha predicato finora. Deve decidersi a capitolare davanti alle esigenze dell'uomo di oggi, e in conseguenza a ripensare la propria maternità. Certo, la Chiesa deve sempre essere madre: ma invece di esserlo trasmettendo la vita ed educando i propri figli, lo sarà nella misura in cui li saprà accettare come sono, ascoltare, comprendere ed accompagnare...Queste preoccupazioni, che non sono cattive in se stesse, vanno qui comprese in un senso nuovo e molto particolare: la Chiesa non può più imporsi, e per conseguenza non lo deve più. È passiva e si adatta. La vita ecclesiale, tale che può essere vissuta oggi, condiziona e determina la missione stessa della Chiesa, financo la sua ragion d'essere. Per esempio, poiché non può più esigere le stesse condizioni di un tempo per accedere alla Santa Eucaristia, visto che l'uomo moderno vi vede un'intollerabile intolleranza, la sola reazione realista e autenticamente cristiana, in questa logica, consiste ad adattarsi a questa situazione e a ridefinire le proprie esigenze. Così, per forza di cose, la morale cambia: le leggi eterne sono sottomesse ad un'evoluzione resa necessaria dalle circostanze storiche e dagli imperativi di una carità falsa e mal compresa. (Davide Pagliarani)
  • Papa Francesco [...] grazie alle sue origini latinoamericane, la sua grande capacità di comunicazione, la dote di leader, il suo sincero compromesso nel lavoro cristiano e la sua grande sensibilità, sta aprendo porte e costruendo una nuova mentalità, riuscendo a sensibilizzare l'intera popolazione italiana, credenti e non, rompendo stereotipi e barriere. (Aurora Cossio)
  • Papa Francesco mi sembra uno dei personaggi peggiori e più nefasti. Credo in Dio, ma non mi sento identificato con l'istituzione della Chiesa; credo che essa non contribuisca a migliorare la spiritualità degli esseri umani. Nel caso di Francesco, egli è la massima espressione del compito opposto. (Javier Milei)
  • Per fortuna che c'è Papa Francesco. A Roma, l'ho conosciuto andando alle 7 di mattina a Santa Marta ad una messa dove c'erano 15 persone. Quando mi ha visto ha detto: "Hai portato il pallone?". È fantastico. Sta facendo la rivoluzione. (Nicolás Burdisso)
  • San Francesco, secoli fa, ci ha insegnato il rispetto per gli animali, chiamandoli e considerandoli "fratelli e sorelle". Ora abbiamo un altro Francesco, il Papa, che continua a ricordarcelo e così tanti altri sostengono il messaggio che vivere in armonia con la natura è fondamentale. (David Quammen)
  • Se gli esegeti entusiasti salutano la svolta di Bergoglio come un inatteso triumphum ecclesiae, è molto più probabile che si delinei, in queste pagine[79], il suo definitivo tramonto. (Flavio Cuniberto, Madonna povertà, Vicenza, Neri Pozza, 2016, pp. 9-10, ISBN 978-88-545-1286-3)
  • [Sulle prospettive della Chiesa cattolica in Cina] Sono molto grato a Papa Francesco. Ha avuto il coraggio di negoziare con la Cina e penso che sia una persona molto saggia. Credo anche che il futuro della Chiesa in Cina sarà luminoso. (Dalù)
  • [«Cosa cucinerebbe a papa Francesco?»] Spaghetti alla milanese. Un pizzico di burro, grana padano e prezzemolo. Finezza, eleganza e semplicità tutte qualità che ha anche il Santo Padre. (Gualtiero Marchesi)
  • Intendevo dire brevemente che in realtà anche io mi sentivo in qualche modo più vicino a Papa Ratzinger, perché [...] effettivamente Ratzinger scriveva libri, aveva una certa profondità di pensiero, che mi sembra di non vedere in Papa Francesco, che è più appunto quello che viene definito un parroco di campagna, che dice delle banalità travestite da metafore religiose. Quindi da questo punto di vista a me Papa Francesco non ha mai fatto una grande impressione e soprattutto mi fa poca impressione questa specie di pauperismo che è la sua immagine. [...] In realtà il papa è letteralmente l'uomo più ricco del mondo, perché la costituzione del Vaticano non fa distinzione fra le proprietà dello stato e le proprietà del capo di stato.
  • Papa Francesco è un pubblicitario strepitoso, vende il suo prodotto in maniera incredibile. Con lui non devi aspettarti cambiamenti del prodotto, ma della pubblicità. Dottrinalmente Bergoglio dice poco e nulla, si limita a cambiare la comunicazione. Concede al pubblico ciò che il pubblico vuole.
  • Viene raccontato come un progressista, a volte quasi come un comunista, quando giusto qualche decennio fa, in patria, era considerato [...] un reazionario. E perché ora sembra un rivoluzionario? Solo perché dice che i sacerdoti possono decidere autonomamente se dare la comunione ai divorziati? In realtà dal punto di vista dei problemi più vasti del cattolicesimo, a cominciare dagli scandali sulla pedofilia, non mi sembra che stia facendo granché di così tanto illuminato.
  • Agnostici o atei o laicisti che ascoltano Bergoglio si sentono confermati nella loro non-credenza e non certo richiamati alla conversione. Anzi questi personaggi (Scalfari ne è un esempio) traggono dalle parole bergogliane nuova convinzione nella loro ostilità verso la Chiesa, sentendosi dare ragione dal papa stesso... Mentre i cattolici che ascoltano Bergoglio si omologano sempre più alla cultura laicista dominante. La "missione" di Bergoglio quindi è alla rovescia: portare le pecorelle del Signore in bocca ai lupi, cioè al Potere mondano.
  • Il suo magistero è cangiante come il vestito di Saruman.
  • Io prego per lui come cattolico, ma per mestiere devo basarmi sull'evidenza. Basta rileggersi le interviste che concede, è una situazione estremamente dolorosa, drammatica. Dire che Dio non è cattolico significa volere una super religione depurata di dogmi e sacramenti, peccato che l'orizzonte monoteista così inteso vada poi a impattare con il credo trinitario. Ed è un bel problema. Che Dio non abbia un figlio lo sostiene l'islam.
  • Mi entusiasma la sua libertà evangelica, la sua semplicità, il suo essere fuori dagli schemi clericali. È emozionante quando parla dello sguardo di Gesù o, come nei giorni scorsi a Guadalupe, degli occhi materni di Maria. E quando ricorda che il nostro Salvatore non vuol perdere nessuno e si prende ciascuno di noi sulle spalle.
  • Oggi che il despota ha ridotto alla fame il Venezuela (nonostante sia uno dei paesi più ricchi del pianeta: primo al mondo per riserve sfruttabili di petrolio), oggi che Maduro reprime nel sangue le proteste della piazza, il popolo e la Chiesa del Venezuela non potevano più accettare la tacita vicinanza del papa argentino al regime, così la Segreteria di Stato vaticana ha prevalso, facendo vincere oltretevere la linea dei vescovi venezuelani. Capita sempre più spesso. Dentro la Chiesa ormai il regno del "papa argentino" viene definito con termini come "sciagura", "disastro" e "flagello".
  • Pur con lo stile felpato degli ambienti ecclesiastici, si notano le reti di protezione della Chiesa, di autodifesa per scongiurare i colpi o limitare o rattoppare i danni incalcolabili provocati da Bergoglio e dalla sua corte. Ed è, sempre più spesso, il cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, il protagonista di quest'opera di contenimento e correzione (com' è accaduto sul Venezuela).
  • Ho trovato una serie di documenti che non lasciano dubbi [sul collaborazionismo fra Papa Francesco e il regime di Jorge Rafael Videla]. In uno, Bergoglio firma la richiesta di rinnovo del passaporto di Jalics senza necessità che venisse dalla Germania. In un altro, il funzionario che riceve la richiesta consiglia al ministro di rifiutarla. In un altro ancora, lo stesso funzionario spiega e firma che Jalics, sospettato di contatti con i guerriglieri, ebbe conflitti con la gerarchia, problemi con le congregazioni femminili (la qual cosa è molto suggestiva), che fu detenuto nella Esma, la Escuela de Mecánica de la Armada (non dice sequestrato ma detenuto) e che si rifiutò di obbedire agli ordini. Finisce dicendo che queste informazioni gli vennero fornite proprio da Bergoglio, oggi papa Francesco.
  • L'attuale arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza episcopale argentina, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, descriveva altri sacerdoti come "sovversivi" – ho trovato un documento che lo prova negli archivi del Ministero degli Esteri – negli anni della dittatura, quando una simile etichetta poteva costare la vita a chiunque. E non a caso, in seguito si è battuto strenuamente contro la politica di verità, memoria e giustizia intrapresa dai governi democratici del paese.
  • Non fidatevi di Bergoglio, è un grande attore.
  • Sarà semplice come Giovanni, severo come Paolo, sorridente come Giovanni Paolo I, iperattivo e populista come Giovanni Paolo II e sottile come Benedetto.
  • [Sull'elezione di Bergoglio a papa] Una disgrazia, per l'Argentina e per il Sudamerica.
  1. Citato in Papa Francesco: "Dare i conventi chiusi ai rifugiati", Ilfattoquotidiano.it, 10 settembre 2013.
  2. Citato in Francesco: «A me fa male quando vedo un prete o una suora con un'auto di ultimo modello», Corriere della Sera, 6 luglio 2013.
  3. a b c Da «I bambini hanno diritto a un padre e una madre», Avvenire.it, 11 aprile 2014.
  4. Dall'omelia nella Santa Messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell'anno, Basilica Vaticana, 4 novembre 2013.
  5. Da Sobre la resolución para abortos no punibles en la Ciudad de Buenos Aires, 10 settembre 2012, in Arzobispado de Buenos Aires, Boletín eclesiástico, ottobre 2012, anno LIV, n. 544, p. 391; citato in Jorge Mario Bergoglio, chi è il nuovo papa Francesco, Il Fatto Quotidiano.it, 13 marzo 2013. L'ultima frase riprende quanto riportato nella dichiarazione No una vida, sino dos della 159a Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Argentina (Buenos Aires, 18 agosto 2011).
  6. Citato in Corruzione, Papa Francesco: "Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato", ilfattoquotidiano.it, 11 novembre 2013.
  7. Citato in «Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche», vaticaninsider.lastampa.it, 12 ottobre 2013.
  8. Citato in Il Papa: aiutare i Rohingya e tutti i perseguitati del mondo, Lastampa.it, 6 dicembre 2017
  9. Dal messaggio inviato all'AI Ethics for Peace, Peace Memorial Park, Hiroshima, 10 luglio 2024; citato in Il Papa sull'intelligenza artificiale: "Al bando le armi letali autonome", avvenire.it, 10 luglio 2024.
  10. Citato in Francesco: «Un cristiano non può essere antisemita!», La Stampa.it, 10 ottobre 2013.
  11. Citato in Il Papa alla Messa per la Vergine di Guadalupe: Maria è donna, madre e 'meticcia', vaticannews.va, 12 dicembre 2019.
  12. Dall'intervista di Luciano Fontana, "Sono pronto a incontrare Putin a Mosca", Corriere della Sera, 3 maggio 2022, pag. 2.
  13. Dalla messa per i parlametari del 28 marzo 2014; citato in Andrea Malaguti, Sgomitate, foto e tweet. I parlamentari dal Papa per la predica senza sconti, La Stampa, 28 marzo 2014.
  14. Dalla meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Martae di venerdì 11 aprile 2014; citato in Il diavolo sicuramente.
  15. Durante il discorso tenutosi in Kenya in occasione del suo viaggio in Africa nel novembre 2015; citato in Il Papa atterra a Nairobi, al via la visita in Africa, IlTempo.it, 25 novembre 2015.
  16. Citato in Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa, La Nuova Bussola Quotidiana, 16 novembre 2013.
  17. Citato in Andrea Tornielli, Hollande e il distacco del Papa, Vatican Insider.it, 25 gennaio 2014.
  18. Da Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all'incontro promosso dalle famiglie del Preziosissimo Sangue, vatican.va, 30 giugno 2018.
  19. Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio, Radio Vaticana, 22 novembre 2013.
  20. Citato in Carlo Marroni, Il Papa alla Cei: «Non siate timidi contro la corruzione», Il Sole 24 Ore, 18 maggio 2015.
  21. Citato in Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare i gay? Ma no alle lobby. Lo Ior non so se chiuderlo», Il Messaggero, 29 luglio 2013.
  22. a b Citato in (ES) (IT)Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Messico con sosta a La Habana per l'Incontro con S.S. Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia (12-18 febbraio 2016) – Conferenza Stampa di Papa Francesco nel volo di ritorno verso Roma, 18.02.2016, vatican.va, 18 febbraio 2016.
  23. Citato in Papa Francesco: “ideologia del gender è pericolosa”, 21 settembre 2021
  24. Durante l'udienza in Vaticano dei membri del Movimento cristiano lavoratori, 16 gennaio 2016; citato in Francesco Antonio Grana, Papa Francesco: "Basta raccomandazioni, generano illegalità e corruzione", Ilfattoquotidiano.it, 16 gennaio 2016.
  25. a b Dalla Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 giugno 2013. Testo disponibile su Vatican.va.
  26. a b c Dall'omelia della Santa Messa celebrata a Santa Marta; citato in Il Papa: vivere il mistero della presenza di Dio nella Messa, venire a Santa Marta non è tappa turistica, Radiovaticana.it, 10 febbraio 2014.
  27. Citato in Immigrazione, Papa: "Se le chiese restano chiuse sono musei". Merkel: "Ce la faremo", Repubblica.it, 8 settembre 2015.
  28. Messaggio ai partecipanti alla 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, 11 settembre 2013
  29. Da Dio nella città, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2013, p. 47. ISBN 978-88-215-7922-6
  30. Durante l'omelia celebrata in occasione della giornata del Giubileo per i ragazzi; citato in Andrea Gualtieri, Giubileo dei ragazzi, papa Francesco: "Felicità non è una app, siate campioni di vita", Repubblica.it, 24 aprile 2016.
  31. La morte nel mondo è entrata per l'invidia del diavolo, Vatican Insider, 12 novembre 2013
  32. Dal saluto all'inizio della celebrazione della II Domenica di Pasqua, 12 aprile 2015; trascritta su Vatican.va.
  33. Citato in ["Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28523/], Vatican Insider, 12 ottobre 2013
  34. Dall'udienza del 7 gennaio 2015; consultabile su Vatican.va.
  35. Da Il Papa: Dio ci salvi dallo spirito mondano che negozia tutto e dal pensiero unico, News.va, 18 novembre 2013.
  36. Citato in Franca Giansoldati, Il Papa ai credenti: non basta avere un rosario in mano, bisogna imparare ad adorare Dio e non il proprio Io, ilmessaggero.it, 6 gennaio 2020.
  37. Da Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio, Radio Vaticana.va, 22 novembre 2013.
  38. Dall'omelia nella Santa Messa nella Piana di Sibari, 21 giugno 2014
  39. dall'omelia per la Messa mattutina celebrata da Papa Francesco nella cappella della Domus Sanctae Marthae, 24 aprile 2013
  40. Citato in Sergio Miravalle, Quei vignaioli in Vaticano da Papa Francesco, Lastampa.it, 21 gennaio 2015.
  41. Citato in Bangladesh. Papa Francesco: «Chiedo perdono ai Rohingya, oggi Dio si chiama anche così», Avvenire.it, 1 dicembre 2017
  42. Dal Video-messaggio ai partecipanti alla cerimonia di beatificazione dei 522 martiri spagnoli a Tarragona, 13 ottobre 2013.
  43. Citato in Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa, La Nuova Bussola Quotidiana.it, 16 novembre 2013.
  44. Ricevendo in udienza il Tribunale della Rota Romana in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario; citato in Il no del Papa alle unioni gay: ​scomunicata la crociata del Pd, il Giornale.it, 22 gennaio 2016.
  45. Da Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti alla Conferenza Europea dei Giovani, vatican.va, 6 luglio 2022.
  46. Dal Messaggio all'arcivescovo di Parigi in occasione dell'incendio nella cattedrale di Notre-Dame, 16 aprile 2019.
  47. Dalla Santa Messa in suffragio di Padre Jacques Hamel, Vatican.va, 14 settembre 2016.
  48. Dall'intervista per un giornale francese durante il volo Colombo (Sri Lanka) – Manila (Filippine); citato in Andrea Tornielli, Il Papa: "Un'aberrazione uccidere in nome di Dio. Ma le religioni non vanno insultate", Lastampa.it, 15 gennaio 2015.
  49. Da Il cielo e la terra, con Abraham Skorka, a cura di Diego F. Rosemberg, Mondadori, Milano, 2014, cap. XVI, Sul matrimonio fra persone dello stesso sesso.
  50. Citato da Sandro Magister, In Argentina si muore di fame. Ma non di solo pane vive l'uomo, l'Espresso, 21 novembre 2002.
  51. dall'omelia per la Messa mattutina celebrata da Papa Francesco nella cappella della Domus Sanctae Marthae, 6 aprile 2013
  52. Dalla lettera per l'apertura dell'Anno giubilare a Isola del Gran Sasso; citato in Lo stile di san Gabriele, osservatoreromano.va, 27 febbraio 2021.
  53. a b Citato in Tragedie del mare, Papa Francesco a Lampedusa: siamo tutti responsabili. Il tweet: Dio ci giudica da come trattiamo gli immigrati, ilsole24ore.com, 8 luglio 2013.
  54. Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dalla Corea [del Sud], Volo Papale, 18 agosto 2014.
  55. Citato in Il Papa verso la Mongolia, è un territorio che va capito con i sensi, ansa.it, 31 agosto 2023.
  56. a b Citato in Andrea Tornielli, "Oggi c'è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio", LaStampa.it, 1° ottobre 2016.
  57. Citato in Francesco Antonio Grana, Papa Francesco censurato dal Vaticano sulle unioni civili. E le sue frasi rivoluzionarie tagliate ad hoc, Il Fatto Quotidiano , 22 ottobre 2020.
  58. Da Papa Francesco. Il papa si racconta, a cura di Sergio Rubín e Francesca Ambrogetti, traduzione di Gualtiero De Marinis, Claudia Marseguerra, Marina Martinotti, Maria Nicola, Salani, 2013.
  59. Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 giugno 2013
  60. Dall'Udienza Generale del 21 settembre 2016.
  61. Citato in Amazzonia in fiamme, Macron: "Paesi G7 uniti per aiutare i paesi colpiti". I preti brasiliani contro Bolsonaro: "Basta deliri", Ilfattoquotidiano.it, 25 agosto 2019
  62. Citato in Il sindaco di Lampedusa: "Sorpresa dalle parole del Papa", Gds.it, 9 febbraio 2016.
  63. Da Amoris Laetitia, 19 marzo 2016, n. 129.
  64. Ai dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano per lo scambio degli auguri natalizi, Aula Paolo VI, 21 dicembre 2018.
  65. Citato in Papa Francesco, errore nell'account Twitter inglese del Pontefice, L'Huffington Post, 14 maggio 2014.
  66. L'errore di battitura è spray al posto di pray: "preghiamo" e non "spruzziamo".
  67. Lettera dell'allora cardinale Bergoglio alle Carmelitane di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali - Buenos Aires, 22 giugno 2010.
  68. Citato in Gian Guido Vecchi, Il Papa: «Il Crocifisso con falce e martello lo porto con me in Vaticano», Corriere.it, 13 luglio 2015.
  69. Citato in (ES) Valentina Alazraki, Los primeros dos años de la "Era Francisco" en entrevista a Televisa, RadioVaticana.va, 12 marzo 2015.
  70. Correctio filialis de haeresibus propagatis, p. 13. Traduzione italiana disponibile su CorrectioFilialis.org.
  71. Citato in Papa Francesco in Svezia per i 500 anni della riforma di Lutero, Askanews.it, 28 ottobre 2016.
  72. Citato in Papa Francesco apre anche a Lutero: «Ha messo la Bibbia nelle mani del popolo», Il Secolo XIX.it, 29 ottobre 2016.
  73. Citato in Papa in Svezia: intervista su "La Civiltà Cattolica", Agensir.it, 28 ottobre 2016.
  74. Citato in Papa Francesco: «La pena di morte è contraria al Vangelo», avvenire.it, 11 ottobre 2017.
  75. Discorso di Papa Francesco ai membri della Fondazione Gravissimum Educationis in occasione dell'incontro "Educare è trasformare", 25 giugno 2018
  76. Da Angelus, vatican.va, 7 luglio 2013.
  77. Dall'Angelus del 2 marzo 2014; video visibile su fanpage.it.
  78. Da Angelus, vatican.va, 8 ottobre 2017.
  79. Il riferimento qui è all'esortazione apostolica Evangelii gaudium e all'enciclica Laudato si'

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