Pietro Parolin

cardinale e arcivescovo cattolico italiano (1955-)

Pietro Parolin (1955 – vivente), diplomatico, cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Pietro Parolin nel 2006.

Citazioni di Pietro Parolin modifica

  • Di tutto abbiamo bisogno, meno che di una fede bellicosa [la missione del cristiano] è quella di essere un testimone della fede [...] solo se l'uomo sarà capace di comprendersi in un orizzonte di trascendenza, potrà realizzarsi un futuro migliore per l'umanità.[1]
  • Faccio due osservazioni. L’episodio di Porta Pia è stato letto, e credo giustamente, come una interruzione, come un trauma, sia per la perdita del potere temporale del Papa sia per la forte opposizione, che ne consegui tra il Regno d'Italia e la Santa Sede – ha detto il cardinale - Ma nella storia bimillenaria della Chiesa il 1870 fu soltanto una tappa. Credo invece che si debba considerare la storia delle relazioni tra la Santa Sede e lo stato italiano, secondo il canone della continuità, in una progressiva evoluzione, una volta superata la fase conflittuale, avendo come obiettivo una cooperazione tra le due istituzioni sottolineata dalla firma concomitante del trattato del concordato. La seconda osservazione deriva dalla prima, questi due accordi uno destinato ad assicurare l'indipendenza del romano Pontefice e l'altro a tutelare l'attività della Chiesa in Italia, sottolineavano il carattere spirituale, pastorale della Chiesa e del suo capo, il Papa.[2]
  • Ho conosciuto don Claudio tanti anni fa e questa conoscenza è andata crescendo negli anni della Segreteria di Stato, nell’ambito della Diplomazia della Santa Sede (Honduras, Argentina e Filippine). Poi nella seconda sezione della Segreteria di Stato, dove è stato mio superiore. Ho imparato tanto da lui e ho cercato di mettere in pratica quanto appreso, soprattutto nei contatti con i cinesi.[3]
  • Il fondamentalismo è sempre un segno di disperazione della ragione e di sconfitta della fede.[1]
  • Non è solo il suo essere ai confini dell'Europa che rende l'Oriente europeo importante, ma anche il suo ruolo storico nell'ambito della civiltà, della cultura e della fede cristiana. C'è chi rileva che quando san Giovanni Paolo II immaginava un'Europa dall'Atlantico agli Urali non pensava a un "espansionismo occidentale", ma a una compagine più unita di tutto il continente.[4]
  • [In occasione del 40° anniversario della stipula dall'Atto Finale di Helsinki sulla libertà religiosa] Ricordo l’emozione con cui il 7 marzo 1973 presentammo, nell’ambito dei principi che dovevano reggere i rapporti tra gli stati, una proposta sulla libertà religiosa, ricordando che nella storia d’Europa esisteva una comune cultura, quella cristiana. L'ambasciatore della Svezia, che mi era accanto, esclamò sorpreso "questa è una bomba", l'ambasciatore Böck della Germania orientale chiese se la libertà di coscienza era proposta per tutti, anche per gli atei.[5]
  • [Sulla legalizzazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso in Irlanda] Non una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta per l'umanità. [...] La Chiesa deve tener conto di questa realtà ma nel senso di rafforzare il suo impegno per l'evangelizzazione.[6]
  • Oggigiorno vengono spesso sottolineate le differenze tra vari Paesi occidentali e la Russia, come se fossero due mondi differenti, ciascuno con i propri valori, i propri interessi, un orgoglio nazionale o transnazionale e persino una propria concezione del diritto internazionale da opporre agli altri. In un simile contesto la sfida è quella di contribuire a una migliore comprensione reciproca tra quelli che rischiano di presentarsi come due poli opposti. Lo sforzo di capirsi a vicenda non significa accondiscendenza dell'uno alla posizione dell'altro, ma piuttosto un paziente, costruttivo, franco e, al tempo stesso, rispettoso dialogo. Esso è tanto più importante sulle questioni che sono all'origine dei conflitti correnti e su quelle che rischiano di provocare un ulteriore aumento della tensione. In tale senso, la questione della pace e della ricerca di soluzione alle varie crisi in corso dovrebbe essere posta al di sopra di qualsiasi interesse nazionale o comunque parziale. Qui non ci possono essere né vincitori né vinti.[4]
  • Se le spese militari fossero utilizzate per altro, si potrebbe costituire un fondo per aiutare milioni di persone che stanno morendo di pace.[7]

Da Contro le ideologie lo spirito dice: «Ama!»

Intervista di Monica Mundo, Avvenire.it, 25 maggio 2015

  • Dobbiamo essere degli accumulatori dell'Amore di Dio attraverso una vita intensa di unione con lui, attraverso la preghiera, attraverso i sacramenti, attraverso la vita nella Chiesa.
  • Il martirio è una grazia, solamente il Signore può darcela, ed è una grazia cui ci si prepara giorno dopo giorno facendo dono nelle circostanze ordinarie o straordinarie della nostra vita.
  • Il pericolo lo vedo dove non c'è una chiara visione della centralità della persona umana, della sua dignità, dei suoi diritti e dei suoi doveri.
  • Sono e vorrei rimanere fino all'ultimo un prete.
  • Sono tanti i martiri in America Latina perché, a partire dalla propria opzione per Gesù Cristo, i sacerdoti sanno sporcarsi le mani ed esporsi a difesa dei fedeli che sono loro affidati e per i grandi valori della giustizia e solidarietà.

Da Col Vangelo diplomazia di pace

Intervista di Stefania Falasca, Avvenire.it, 8 febbraio 2014

  • Fenomeno complesso quello delle primavere arabe, che, purtroppo, non ha raggiunto quegli obiettivi di maggior democrazia e giustizia sociale che sembravano esserne i motivi ispiratori. È lecito, tuttavia, chiedersi quanto a questo fallimento abbia contribuito, a livello di comunità internazionale, la ricerca di interessi economici e geo-politici particolari.
  • Il cattolico è la persona dell'"et-et" e non dell'"aut-aut", anche se tale sintesi, a livello personale, può risultare talvolta difficile, perfino lacerante.
  • Non basta una riforma delle strutture, che pure ci deve essere, se non è accompagnata da una permanente conversione personale.

Citazioni su Pietro Parolin modifica

  • Pur con lo stile felpato degli ambienti ecclesiastici, si notano le reti di protezione della Chiesa, di autodifesa per scongiurare i colpi o limitare o rattoppare i danni incalcolabili provocati da Bergoglio e dalla sua corte. Ed è, sempre più spesso, il cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, il protagonista di quest'opera di contenimento e correzione (com'è accaduto sul Venezuela). (Antonio Socci)

Note modifica

  1. a b Citato in Festival delle religioni: card. Parolin, «Fondamentalismo è sconfitta di fede e ragione», toscanaoggi.it, 27 aprile 2019.
  2. Citato in alessandro Guarasci, Parolin: la Breccia di Porta Pia fu un trauma provvidenziale per la Chiesa, Vatican News, Città del Vaticano, 2 ottobre 2020.
  3. Citato in Cardinale Parolin: “affetto” e “ringraziamento” a mons. Celli per il suo servizio, AgenSIR, 21 luglio 2016.
  4. a b Citato in Andrea Tornielli, Parolin: Occidente e Russia devono dialogare e comprendersi, lastampa.it, 27 luglio 2017.
  5. Citato in Adrea Gagliarducci, L’Europa cristiana, oltre la cortina di ferro. A 40 anni da Helsinki, acistampa.com, Città del Vaticano. 24 giugno 2015.
  6. Citato in Card. Parolin: referendum Irlanda è sconfitta per umanità, News.va, 26 maggio 2015.
  7. Citato in Summit disarmo: card. Parolin, serve «fiducia reciproca» per «evitare conflitti e costruire ponti», toscanaoggi.it, 10 novembre 2017.

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