Francesco Margiotta Broglio

storico italiano (1938-)

Francesco Margiotta Broglio (1938 – vivente), giurista, storico e accademico italiano.

Citazioni di Francesco Margiotta Broglio

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  • Gianfranco Rossi a tutti i livelli spiegò le cose e -se non ricordo male- la prima intesa, dopo quella dei Valdesi, fu quella con la Chiesa Avventista. E tutto questo voi lo dovete a Rossi, perché lui da ben prima andava a parlare nelle università, ecc. È la persona che ha tenuto. Poi a livello politico riuscimmo a convincere i governi, a partire da Spadolini in poi, perché i governi democristiani erano riluttanti a fare le intese previste dall'articolo 8 della Costituzione, poi ci arrivammo con Craxi, però, anche lì direi che la partenza fu Spadolini.[1]
  • Gli italiani sono uno strano popolo di miscredenti anarchici. E dobbiamo anche ricordare che nella tradizione laica delle élite liberali della seconda metà dell'Ottocento era presente una importante componente cattolica liberale. Una vera tradizione laica nel nostro paese è sempre rimasta il patrimonio di una minoranza.[2]
  • [Papa Bergoglio] Viene dal Sudamerica e il suo stile campesino lo ha piazzato a Roma. In Sudamerica, ma anche in America con i catecumenali e altre sette la chiesa per non restare fuori dalla società, s'infila dappertutto. Appena trova uno spiraglio, zac! Il Papa somiglia a quelli della Teologia della Liberazione, del resto da quel continente lì arriva.[3]
  • Il Concordato del 1984 non è solo un testo avanzato ma è anche un modello imitato in diverse Stati d'Europa, che hanno avuto di recente necessità di stringere un patto con la Santa Sede. Di fronte a chi ritiene che siano necessari degli aggiornamenti di quella revisione concordataria osservo che esistono in quello stesso testo delle valvole di sicurezza che consentono costanti aggiornamenti su temi specifici: cito, ad esempio, quelli dei beni culturali, del riconoscimento dei titoli di studio, dell'assistenza spirituale e delle festività religiose[4]
  • Bisogna dare una formazione, un'informazione che consenta quando vanno vedere gli affreschi di Giotto a Assisi, di capirci qualcosa. Stessa cosa è dire che uno andasse a Roma a vedere il Colosseo, il Foro Romano, il Foro Adriano, e non sapesse nulla di religione romana, sarebbe come se non ci andasse. È un problema culturale.[5]
  • Non ritengo plausibile, ad oggi, l'ipotesi delle dimissioni di un Papa. Sarebbe una strada né fattibile né auspicabile. Sarebbe un precedente complesso. Certo c'è il caso di Celestino V, ma oggi non siamo più ai tempi dei papi e degli antipapi.[6]
  • Una sostanziale convergenza delle tradizioni costituzionali dei paesi dell'Unione consente di ritenere che, con alcune eccezioni di non particolare rilievo (salvo il caso della Grecia che vieta il proselitismo religioso dalle confessioni diverse dalla «dominante»), in materia di libertà di coscienza, di religione o credenza sussista una «tradizione comune» pur nel rispetto dell'identità nazionale degli Stati membri. Tradizione che corrisponde al principio generale di uguaglianza degli individui senza distinzione fondata sulla credenza o sull'appartenenza religiosa (e, quindi, sul divieto di discriminazione avente il medesimo fondamento) e sul riconoscimento come diritto pubblico soggettivo , di singoli e gruppi, della libertà di coscienza, di religione o credenza (anche ateistica) e della libertà di professione e manifestazione della religione o credenza, individuale o collettiva, privata o pubblica, con il solo limite dell'ordine pubblico (in alcuni casi anche del buon costume) e con il pieno diritto di abbandonare o mutare la propria appartenenza religiosa.[7]

Dalla videolezione Le libertà nelle religioni. Parte II, 2010

Video disponibile su Uninettuno.tv (min. 19:00-23:00).

  • In alcuni Paesi come l'Afganistan, l'Arabia Saudita e la Somalia, è prevista la pena di morte per l'apostasia, cioè quel diritto di cui ho parlato, la libertà di cambiare religione, di aderire a una nuova religione, di non avere una religione, in questi Paesi diventa un delitto punito con la pena di morte. In Iran, il Bahá'í, questa legione a cui ho fatto cenno, molto diffusa, è controllata strettamente. Addirittura, si obbligano gli studenti Bahá'í nelle università a seguire il corso di religione islamica e a fare i relativi esami.
  • Abbiamo poi una ripresa di cristianofobia, cioè a dire di mettere nel mirino i Cristiani -cattolici, greco-ortodossi e protestanti, e Riformati- in alcuni Paesi dell'Europa, il continente più civilizzato, più avanzatio con gli Stati Uniti sul terreno delle libertà. In Gran Bretagna un'infermiera è stata licenziata perché aveva dato a una paziente un'immaginetta sacra. In Serbia sono state profanate le tombe di un cimitero ortodosso: la Bosnia-Erzegovina è uno Stato a maggioranza musulmana.
  • In Serbia ci sono stati negli anni passati numerosi atti di profanazione di luoghi religiosi, chiese e cimiteri. In Russia, si sono avuti attacchi contro luoghi di culto, addirittura contro Chiese Ortodosse e contro Chiese Protestanti. In Spagna, i Cattolici protestano perché non è prevista come in Italia un'obiezione di coscienza per i medici che non vogliono prescrivere i contraccettivi e farmaci abortivi e non è possibile esentare i figli dalle lezioni di educazione sessuale.
  • Il Kosovo è uno dei casi più evidenti di sofferenza delle religioni, perché come sapete il Kosovo è a larghissima maggioranza islamica di etnia albanese, ma nel Kosovo è il Vaticano dell'Ortodossia serba, cioè -tanto per capirci- i grandi monasteri del '300, del '400 e del '500 sono sul territorio kosovaro: non hanno alcuna protezione e addirittura alcuni importanti edifici di culto sono stati distrutti durante la guerra dai missili. E soprattutto, nel momento in cui venisse riconosciuta definitivamente l'indipendenza del Kosovo, bisognerebbe assolutamente trovare un sistema di garanzia internazionale per i luoghi di culto ortodossi.
  • La situazione turca è abbastanza preoccupante ed è una delle ragioni per cui l'Unione Europea esita a far entrare la Turchia nell'Unione è la difficoltà delle confessioni religiose di minoranza -in particolare cristiane- a vivere e ad agire: pensate che le Chiese..tutte le Chiese -protestanti, cattoliche, ortodosse- non hanno la personalità giuridica, quindi non possono essere titolari di beni...non possono aprire ufficialmente seminari, li fanno in abitazioni private e addirittura ci sono stati casi di assassini di alcuni prelati cattolici. In Georgia, c'è una forte persecuzione dei Testimoni di Geova, che come sapete sono una religione di origine protestante, proveniente dagli Stati Uniti che si è molto diffusa nel mondo, ma in particolare in alcune zone.
  • A che età un giovane può operare una scelta in materia religiosa? La media dell'Unione Europea sono i 14 anni. Fino a 14 anni di età, la potestà dei genitori è assoluta in materia religiosa: cioè a dire, i minori devono seguire gli orientamenti religiosi dei genitori, devono ubbidire alle prescrizioni religiose che i genitori vogliano loro suggerire o imporre, ma dai 14 anni in su possono scegliere.

Intervista di Giulia e Piero Pruneti, Archeologia Viva, n. 119, settembre/ottobre 2006, pp. 78-80.

  • [«La religione come istituzione del corso della storia ha contribuito allo sviluppo della civiltà oppure è stata un'ancora che ne ha frenato l'evoluzione?»] Innanzitutto è bene precisare che non tutte le religioni sono istituzionalizzate. Non lo sono ad esempio alcune religioni orientali come il confucianesimo, il buddismo, l'induismo. L'istituzionalizzazione è una caratteristica delle fedi che si rifanno ad Abramo, ovvero di quelle che hanno dei "ministri di culto", per cui c'è una persona con specifiche funzioni che fa da tramite con l'Eterno. Comunque le religioni sono state sicuramente motore della storia: nel bene e nel male.
  • [«La dimensione religiosa è connaturale allo spirito umano»] Un qualche riferimento al soprannaturale è presente in tutti i popoli: se si tratti di simboli o di verità non è dato sapere. C'è da dire che molte religioni oggi sono diventate di minoranza in vari paesi. I sociologi inglesi dicono che la società religiosa si divide tra persone che sono battezzate (o in qualche modo appartengono formalmente), ma che non credono, e persone che credono, ma non appartengono ufficialmente a una chiesa. Penso che oggi si assista a una forte ripresa del sentimento religioso extra istituzionale. Di quello che molti chiamano religiosità, da non confondere con la religione, che indica invece l'appartenenza a una fede istituzionalizzata. La religiosità è espressione di un sentimento impalpabile, di ciò che un noto sociologo, Peter Berger, ha chiamato «il brusio degli angeli».
  • [Religione e filosofia. Si possono confondere..] Vorrei evidenziare una differenza fondamentale fra le due: le grandi religioni possono manifestarsi con istituzioni e simboli, le filosofie no. A livello di pensiero è certo che religioni e filosofie hanno dei parallelismi. È indubbio che esistano filosofie che hanno interiorizzazioni molto simili a quelle religiose. Se però andiamo nell'ambito delle simbologie, delle istituzioni, delle pratiche di culto, allora è chiaro che la filosofia sotto questo profilo è una cosa diversa. Ricordo, però, che il trattato-costituzione della UE pone religioni e filosofie sullo stesso piano sotto il profilo giuridico.
  1. Dalla videointervista di Roberto Vacca per Radio Voce della Speranza, a margine del Convegno Diritti umani e libertà religiosa], svoltosi a Firenze il 16 e il 17 febbraio 2018. Video disponible nel sito hopechannel.it (min. 1:15-1:45).
  2. Dall'intervista di Guido Vitale, Francesco Margiotta Broglio: "Valori laici, patrimonio di tutti", Moked.it, luglio 2011.
  3. Dall'intervista di Mario Ajello, Il papa ha importato il Sudamerica a Roma, Il Messaggero, 15 maggio 2019.
  4. Dall'intervista Italia-Santa Sede: Margiotta Broglio, nuovo concordato è testo avanzato, Adnkronos.com', 10 febbraio 2007.
  5. Dall'intervista a RaiNews24, Festival delle Religioni, 15 maggio 2015. Video disponibile su Youtube.com.
  6. Citato in Papa: Margiotta Broglio, rinuncia? Non vedo gli estremi, Adnkronos.com, 16 maggio 2002.
  7. Da Il fenomeno religioso nel sistema giuridico dell'Unione Europea, in F. Margiotta Broglio, C. Mirabelli, F. Onida, Religioni e sistemi giuridici. Introduzione al diritto ecclesiastico comparato, il Mulino, serie Itinerari, Bologna, 1997, pp. 135-36, 146. OCLC 45186878