Sperimentazione animale

utilizzo scientifico a scopo di studio e ricerca di animali

Citazioni sulla sperimentazione animale.

Un topo albino in un laboratorio

Citazioni

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  • [I behavioristi applicano] agli uomini le stesse formule e i risultati che essi stessi, liberi da catene, ottengono, nei loro orrendi laboratori fisiologici, da animali indifesi [...]. La conclusione che essi traggono dai corpi mutilati degli animali non si adatta all'animale in libertà, ma all'uomo odierno. Egli prova, facendo violenza all'animale, che egli, ed egli solo in tutta la creazione, funziona – liberamente e di sua propria volontà – con la stessa cieca e automatica meccanicità dei guizzi convulsi delle vittime incatenate che il tecnico utilizza ai propri scopi. Il professore alla tavola anatomica li definisce scientificamente riflessi [...]. All'uomo appartiene la ragione del decorso spietato; l'animale, da cui trae le sue illazioni sanguinose, ha solo il terrore irragionevole, l'istinto della fuga, che gli è preclusa. (Dialettica dell'illuminismo)
  • Certamente dobbiamo porci la domanda, come ci sentiremmo noi se fossimo oggetto di questi esperimenti. Durante la seconda guerra mondiale mio padre è stato nel campo di concentramento di Dachau, dove i tedeschi hanno fatto su di lui, e su altre migliaia di persone, diversi esperimenti medici. E non gli è piaciuto per niente. Anche se oggi qualcuno potrebbe dire, che così facendo la scienza ha fatto grandi passi in avanti, sono convinto che nella maggior parte dei casi esistano metodi alternativi, senza gli esperimenti sugli animali. (Janez Drnovšek)
  • Che gli animali possano soffrire, per dirla alla Bentham, o siano esposti al dolore, per richiamare Derrida, è fuori discussione, anche se qualche ricercatore (privo della più pallida conoscenza etografica) si ostina a sottoporre i gatti a test dolorosissimi – con risposte comportamentali inequivocabili – per poi affermare che non ci sono evidenze scientifiche. Immagino che l'unica evidenza che li convincerebbe (forse) sarebbe l'evenienza che il gatto, in modo esplicito, li mandasse a quel paese. (Roberto Marchesini)
  • Chi è a favore della vivisezione si dovrebbe candidare come volontario per essere sperimentato nei casi in cui dovesse diventare equivalente agli animali non umani da un punto di vista cognitivo – ad esempio, a seguito di un trauma cranico – e [...] questa ricerca dovrebbe essere considerata prioritaria rispetto a quella che utilizza animali non umani, in quanto infinitamente più efficace. Con questo, ovviamente, non intendo sostenere letteralmente la necessità di un tale testamento biologico, piuttosto voglio mostrare che questo è un corollario sgradito della posizione vivisezionista. (David Sztybel)
  • Coloro che sperimentano tecniche operatorie o medicine su animali, oppure iniettano loro delle malattie per poter aiutare gli esseri umani coi risultati ottenuti, non dovrebbero mai tranquillizzare la loro coscienza con la scusa generale che le loro terribili azioni vengono compiute per un nobile scopo. È loro dovere riflettere in ogni singolo caso se è realmente e veramente così necessario sacrificare un animale per l'umanità. Dovrebbero preoccuparsi ansiosamente di alleviare il più possibile il dolore che provocano. (Albert Schweitzer)
  • Dobbiamo applicare il test del carattere e non chiederci solo: cosa succederà se faccio questo particolare (esperimento)?, ma anche: che tipo d'uomo sarò se lo faccio? (George Bernard Shaw)
  • Gli animali non possono esprimere la loro disapprovazione, ma possono lamentarsi e protestare, almeno finché le loro corde vocali non vengono tagliate per risparmiare agli sperimentatori le proteste rivolte nei loro confronti. (Annette Baier)
  • Gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche. Pertanto, non ci si può attendere che essi valutino la questione morale senza la distorsione derivante dai loro interessi particolari. Gli scienziati potrebbero sostenere che nel loro caso l'interesse personale coincide con un interesse umano universale; un'analoga giustificazione, però, credo, potrebbe essere avanzata anche dal macellaio e dal pellicciaio. (Annette Baier)
  • "Grazie alla scienza abbiamo imparato a calibrare numeri, dosi e funzioni, evitando ogni sofferenza all'animale... bisogna evitare di manipolare la realtà inventandosi la pratica (inesistente) della vivisezione" asserisce Elena Cattaneo [...] Ma l'esistenza stessa delle deroghe, sempre più di frequente accordate, per testare senza anestesia, proprio affinché l'animale provi dolore, contrasta irrimediabilmente con tali affermazioni, e, più in generale, l'intera sperimentazione animale si basa su interventi che impongono atroci sofferenze fisiche e psicologiche [...] La realtà di laboratorio descritta dall'onorevole Cattaneo parla di pochi animali trattati magnificamente in contesti ameni [...] Purtroppo però video, immagini, testimonianze dirette e le stesse pubblicazioni scientifiche ci descrivono una realtà opposta. Come credere, allora, al resto? Quale senso e valore attribuire all'esortazione, rivolta agli "animalisti", ad accettare una diagnosi ineluttabile (la vivisezione non può tramontare) da parte di una scienza che, contraddizione in termini, rifiuta il progresso? È come se l'imprenditoria contemporanea perorasse l'utilizzo degli schiavi, prendendo a modello il Colosseo o le piramidi. (Margherita D'Amico)
  • I metodi alternativi (in realtà "complementari") li creiamo noi scienziati e ne conosciamo bene significato, vantaggi, applicazioni e limiti. E sappiamo che è grazie alla sperimentazione animale che sono state sconfitte malattie che uccidevano milioni di bambini e adulti; che sono aumentate le capacità di trattare farmacologicamente o chirurgicamente malattie a lungo mortali; che abbiamo 4 vaccini contro Ebola e la possibilità di salvare vite umane. È stato anche grazie alla sperimentazione animale se l'aspettativa di vita alla nascita, per i nostri figli e nipoti, oggi supera gli 80 anni; se oggi si sperimentano nell'uomo (anche nel bambino) terapie geniche per diverse malattie; se abbiamo Rna interferenti capaci nell'animale di spegnere geni-malattia; strategie di sostituzione cellulare nel Parkinson di prossima sperimentazione clinica; trattamenti per l'ictus in cui effetto, finestra di opportunità e rischi connessi coincidono quasi perfettamente fra animali e uomo. (Elena Cattaneo)
  • Il mio amore per la cura naturale e i sistemi indigeni non mi rende cieco ai progressi compiuti dalla medicina occidentale, malgrado l'abbia stigmatizzata come magia nera. Ho usato quella dura espressione ― e non la ritiro ― perché essa ha contemplato la vivisezione e tutto l'orrore connesso, perché non si ferma davanti a nessuna pratica, per quanto maligna possa essere, pur di prolungare la vita del corpo e perché ignora l'anima immortale che risiede nel corpo. (Mahatma Gandhi)
  • Il 92 per cento delle sostanze che superano gli esperimenti sulle cavie nei laboratori non sono efficaci sull'uomo. Queste pratiche sono quindi inutili alla scienza: ma utilissime ai profitti delle case farmaceutiche. (Fulco Pratesi)
  • Il tumore che insorge spontaneamente nell'uomo nulla ha a che vedere con il tumore indotto artificialmente nel topo. (Umberto Veronesi)
  • In passato il discorso sulla vivisezione ha spesso mancato il bersaglio, perché è stato posto in termini assolutisti: «Gli abolizionisti sarebbero pronti a far morire migliaia di persone nel caso in cui esse potessero venire salvate per mezzo di esperimenti condotti su un singolo animale?». Il modo di rispondere a tale domanda puramente ipotetica consiste nel porne un'altra: «Lo sperimentatore sarebbe disposto ad eseguire il suo esperimento su di un neonato umano orfano, se fosse l'unico modo di salvare molte vite?» (dico «orfano» per evitare la complicazione dei sentimenti dei genitori, anche se così uso troppo riguardo nei confronti dello sperimentatore, visto che le cavie non umane non sono orfane). Se lo sperimentatore non è pronto ad usare un neonato orfano, la sua disponibilità ad usare i non umani è pura discriminazione: infatti scimmie, gatti, topi ed altri mammiferi adulti sono più consapevoli di quanto accade loro, più dotati di autodeterminazione e, per quel che sappiamo, almeno altrettanto sensibili al dolore di qualsiasi neonato umano. Non sembrano esistere nei neonati umani caratteristiche rilevanti che non siano presenti nei mammiferi adulti al medesimo livello o addirittura ad un livello maggiore (qualcuno potrebbe cercare di sostenere che ciò che rende errato l'esperimento condotto su un neonato umano è il fatto che il neonato si evolverà, a suo tempo e se lasciato crescere, in un qualcosa di più che un non umano; ma a questo punto, per essere coerenti, bisognerebbe contestare anche l'aborto, dato che il feto ha lo stesso potenziale del neonato). (Peter Singer, Diritti animali, obblighi umani)
  • In un altro prigioniero mi sono imbattuto molti anni addietro, in un laboratorio di biochimica. [...] la gabbia era chiusa dai due lati, ed era mantenuta in lenta rotazione da un motorino elettrico: lo scoiattolo era costretto a camminare continuamente dentro la gabbia per evitare di essere trascinato. In quel laboratorio si stavano facendo esperimenti sul problema del sonno; immagino che dalla bestiola si prelevassero periodicamente campioni di sangue, per ricercarvi le tossine prodotte dall'insonnia prolungata.
    Lo scoiattolo era esausto: zampettava pesantemente su quella strada senza fine, e mi ricordava i rematori delle galere, e quegli altri forzati in Cina che venivano costretti a camminare per giorni e giorni entro gabbie simili a quella per sollevare l'acqua destinata ai canali d'irrigazione. Nel laboratorio non c'era nessuno; io ho chiuso l'interruttore del motorino, la gabbia si è arrestata e lo scoiattolo si è addormentato all'istante. È dunque forse colpa mia se del sonno e dell'insonnia si sa tuttora così poco. (Primo Levi)
  • Io ho creato un istituto, l'Istituto Europeo di Oncologia, dove non si usano animali, se voi cercate ovunque, frugate in tutto l'istituto, non trovate un posto dove vi siano animali di laboratorio. (Umberto Veronesi)
  • Ironicamente, gli scienziati stanno oggi diventando consapevoli che trascurare lo stato psicologico degli animali di laboratorio invalida i risultati delle ricerche – anche nel caso delle ricerche sul cancro –, dal momento che in tal modo non si tiene conto del ruolo delle variabili da stress sulla fisiologia animale. (Bernard Rollin)
  • L'analogia tra specismo e razzismo è valida sia in pratica che in teoria nel campo della sperimentazione. Lo spiccato specismo porta a dolorosi esperimenti su altre specie, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. [...] Lo spiccato razzismo ha portato a dolorosi esperimenti su altre razze, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. (Peter Singer)
  • L'idea che la vita umana ed il benessere degli esseri umani abbiano un così alto significato, da giustificare l'uso istituzionalizzato di milioni di animali in procedimenti sperimentali che infliggono grande sofferenza, [...] dovrebbe essere definita in termini di idolatria. Gli animali nei laboratori non soffrono proprio per renderci la vita più facile e più lunga, o per sostenere i nostri desideri di sempre nuovi cosmetici o sempre nuove medicine? E gli animali non vengono dunque sacrificati per una specie che si arroga poteri divini e che considera i propri interessi come facenti indiscutibilmente parte dello scopo della creazione stessa? Demitizzando un poco la questione, potremmo dire che la nostra tendenza idolatra consiste nel credere che la stima di noi stessi sia il principale ed unico criterio con il quale giudichiamo il valore di tutte le altre creature. (Andrew Linzey)
  • La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale. (Dichiarazione universale dei diritti dell'animale)
  • La sperimentazione su animali consente alle industrie di ottenere qualsiasi risposta desiderino (cambiando la specie animale usata) e di evitare la responsabilità civile sostenendo che il modello animale non consente "la certezza della prova". (Beppe Grillo)
  • La storia della ricerca sul cancro è una storia di cura del cancro nel topo [...] Abbiamo curato topi dal cancro per decenni, e semplicemente non ha funzionato negli esseri umani. (Richard D. Klausner)
  • Le nozioni correnti di natura umana amplificano le differenze e minimizzano le somiglianze fra noi e gli altri animali. Parliamo degli animali come se non fossimo noi stessi animali. Ciò [...] permette di tollerare l'uccisione di non meno di tre animali al secondo nei laboratori. (Carol Adams)
  • Le prove su animali non hanno alcun valore predittivo per l'uomo, e costituiscono un alibi per poter procedere a una sperimentazione sulle persone senza le dovute precauzioni.
    Questi test forniscono inoltre "l'incertezza della prova", che esonera le aziende produttrici di farmaci dalla responsabilità civile e rappresentano infine un ostacolo alla diffusione dei nuovi metodi di ricerca. Sono di gran lunga, questi ultimi, più predittivi per l'uomo, più esaurienti nelle risposte, oltre che mille, se non milioni di volte, più rapidi e economici. (Gianni Tamino)
  • Lungi dal chiedere quale danno o sofferenza minimi possano essere inflitti agli animali, il Paradigma della Generosità insiste sul fatto che gli uomini debbano sopportare da soli ogni malattia non compiendo esperimenti sugli animali, piuttosto che sostenere un sistema di abuso istituzionalizzato. (Andrew Linzey)
  • Ma se gli animali selvatici e i loro habitat naturali si stanno riducendo a una velocità impressionante, gli animali destinati alla ricerca e quelli di allevamento si confrontano probabilmente con la peggiore esistenza possibile sulla terra: soggetti a barbari esperimenti nei laboratori, allevati in condizioni terribili nelle fattorie industriali, questi animali patiscono un destino crudele. (Jeremy Rifkin)
  • Molti scienziati dissentono quando gli esperimenti che effettuano sugli animali vengono definiti "vivisezione". Considerano questa parola, con il suo riferimento etimologico, troppo evocativa e non più adeguata. Io credo invece che vi sia continuità tra la vecchia fisiologia ottocentesca "squartatrice" e le pratiche dei ricercatori di oggi. L'una e le altre, infatti, hanno come premessa essenziale la degradazione dell'animale a mero strumento inanimato, da utilizzare per i più svariati scopi, come si usa il cucchiaio per mangiare o la penna per scrivere. (Michela Vittoria Brambilla)
  • Nella maggior parte dei casi gli esperimenti non meritano di essere fatti, e i dati ottenuti non meritano di essere pubblicati. (Harry Harlow)
  • Nella visione filosofica e teologica dell'essere umano e della creazione, che ho cercato di proporre, risulta chiaro che la persona umana, con la peculiarità della sua ragione e della sua scienza, non è un fattore esterno che debba essere totalmente escluso. Tuttavia, benché l'essere umano possa intervenire nel mondo vegetale e animale e servirsene quando è necessario alla sua vita, il Catechismo insegna che le sperimentazioni sugli animali sono legittime solo se «si mantengono in limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o a salvare vite umane». Ricorda con fermezza che il potere umano ha dei limiti e che «è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita». Qualsiasi uso e sperimentazione «esige un religioso rispetto dell'integrità della creazione». (Papa Francesco)
  • Non mi vanno affatto a genio gli esperimenti sugli animali, ammenoché non vi siano buoni ed eccezionali motivi in casi specifici. Ciò che non mi va è che, per gli animali, è impossibile capire perché vengono fatti soffrire. Essi non soffrono per il loro bene, per un loro vantaggio, e anzi mi chiedo fino a che punto sia a vantaggio di chiunque. Non si dà loro scelta, e non v'è alcuna autorità centrale cui spetti decidere se sia moralmente giustificato quel che si fa, in ogni singolo caso. Quegli animali-cavia sono solo degli oggetti senzienti. Sono utili perché in grado di reagire. Talvolta proprio perché sono in grado di provare paura e dolore. E vengono usati come se fossero lampadine elettriche o scarponi. In sostanza, laddove un tempo c'erano schiavi umani e animali, oggi ci sono soltanto animali schiavi. Essi non hanno alcun diritto legale, non hanno alcuna scelta. (Richard Adams)
  • Non siamo ratti da 70 kg! Se non fossero stati effettuati tanti test su animali oggi avremmo probabilmente disponibili modi più efficaci di curare le malattie. (Thomas Hartung)
  • [Occorrerebbe] soltanto guardare i resoconti sui test compiuti sugli uomini nei campi di concentramento e i resoconti di oggi sui test animali. A quel punto cade la benda dagli occhi: i parallelismi sono perfetti, i resoconti potrebbero essere tranquillamente scambiati. Tutto ciò che i nazisti hanno fatto agli ebrei, noi lo mettiamo in pratica oggi sugli animali! (Helmut F. Kaplan)
  • Oggi il Senato si appresta a votare alcune mozioni sul benessere animale (giusto), dove la sperimentazione animale viene di fatto equiparata alle crudeltà (assurdo), laddove invece la sperimentazione animale ha come presupposto che gli animali non devono soffrire. Si dice che gli scienziati oggi possono usare un computer, che sarebbe più predittivo della reazione o dell'efficacia di un trattamento rispetto a un modello animale. Senza spiegare chi istruirà il computer con algoritmi (fantascientifici) tali da mimare le risposte biochimiche dell'organismo, dei suoi circuiti umorali, degli organi connessi, di ogni loro singola cellula, ciascuna con i suoi trentamila geni tradotti in centomila proteine funzionali. Non dicono come computer o cellule in un piattino di plastica possono farci capire le basi di malattie multisistemiche, l'attività dei farmaci per la depressione, per i disturbi del movimento o dell'alimentazione, l'insonnia, la Sma, la Sla, la sclerosi multipla, l'Huntington, l'Alzheimer, il diabete, etc. Se è vero che gli animali non sono sempre predittivi, come può un computer essere più predittivo? Oggi il computer K giapponese (che simula solo 1 bilione di neuroni e costa 10 milioni di dollari l'anno) è 1.500 volte più lento della biologia e necessita di 4 anni per simulare una giornata di funzionamento di pochi semplici neuroni. (Elena Cattaneo)
  • Ogni anno le industrie farmaceutiche sprecano migliaia di milioni di dollari usando come modelli i roditori nella ricerca oncologica. (Robert Weinberg)
  • Per anni, governi, aziende e ricercatori hanno sostenuto che gli esperimenti sugli animali per valutare il rischio delle sostanze chimiche per la salute umana sono fondamentali per garantire il benessere della nostra specie. Ora, invece, nuove scoperte nel campo della genomica, della bioinformatica, dell'epigenetica e della tossicologia computazionale stanno fornendo altri strumenti di ricerca per studiare le conseguenze delle sostanze chimiche tossiche sulla salute umana, che sono di gran lunga più precisi nella valutazione del rischio di queste sostanze per gli esseri umani. Le associazioni antivivisezioniste e le organizzazioni per i diritti degli animali hanno sostenuto questo concetto per molti, molti anni, solo per essere disprezzate da organismi scientifici, associazioni mediche e dalle lobby industriali che le accusano di essere «contro il progresso» e di tenere più agli animali che alle persone. Ora è il mondo della scienza – fatto alquanto interessante – ad essere giunto alle stesse conclusioni. (Jeremy Rifkin)
  • Per evitare l'impiego di animali non umani nelle ricerche mediche, il movimento antivivisezionista si è di recente rivolto per aiuto alla stessa scienza. Si è suggerito che molti degli studi fisiologici e biochimici condotti sugli animali potrebbero essere programmati per l'analisi tramite computer, così riducendo ed alla fine eliminando il bisogno di preparati sperimentali viventi. Di fatto, i computer, fin dalla loro comparsa, sono stati utilizzati nelle ricerche biologiche e, con la loro crescente complessità, hanno esteso notevolmente le frontiere dell'indagine. Se mai, la disponibilità di computer ha contribuito alla crescente richiesta di animali per la ricerca. (Robert J. White)
  • Per la maggior parte gli animali da laboratorio sono costretti a condurre una vita contraria alla loro natura, e le vite di questi animali, come quelle degli animali allevati per il macello, sono in molti casi vite di privazione e di sofferenza.
    Se questi fatti riguardassero solo pochi animali, il problema di come sono trattati potrebbe essere considerato una questione di poco conto. In realtà un enorme numero di animali è confinato nei laboratori. [...] In breve, l'uso degli animali nella ricerca è tanto abituale nella comunità scientifica quanto l'uso della carne animale come cibo. (Tom Regan, Diritti animali, obblighi umani)
  • Ricordiamoci che sperimentare su un animale può essere come sperimentare su un bimbo che ancora non abbia l'uso della parola. (Moni Ovadia)
  • Quando gli anatomici si servono di animali vivi per i loro esperimenti, ciò è senza dubbio crudele, sebbene sia fatto in vista di qualcosa di buono. (Immanuel Kant)
  • Quanti delitti si compiono facendo soffrire agli animali le torture dell'agonia, solo per dimostrare agli studenti delle verità scientifiche che sono già perfettamente conosciute! Il fatto che l'animale, come vittima della ricerca, abbia col suo dolore reso tali servizi all'uomo sofferente, crea di per sé un nuovo ed unico rapporto di solidarietà tra lui e noi. Ne risulta per ognuno di noi l'obbligo di impegnarsi a fare quanto più bene è possibile a tutte le creature, in ogni circostanza. Quando aiuto un insetto in difficoltà lo faccio nel tentativo di cancellare una parte della colpa commessa con questi crimini contro gli animali. (Albert Schweitzer)
  • Pressoché tutte le moderne tecniche di condizionamento sociale si basano su esperimenti condotti sugli animali. E lo stesso vale per i cosiddetti test attitudinali. Oggi comportamentisti come Skinner rinchiudono il concetto stesso di uomo entro il perimetro di ciò che ricavano dai loro esperimenti di laboratorio sugli animali. (John Berger)
  • Se ci sono alternative non animali, occorre adottarle; se non ci sono, occorre cercarle. È questa la sfida morale che la teoria dei diritti lancia ai ricercatori. Sono i ricercatori che obiettano che «ciò è impossibile» ancor prima di esperire i tentativi scientifici del caso – non coloro che li invitano a farlo – a dar prova di scarsa fiducia nella scienza e di insufficiente impegno scientifico, ossia di antiscientificità della peggior specie. (Tom Regan)
  • Si crocifigge un cane per studiare la durata dell'agonia di Cristo. Si squarta una cagna gravida per osservare l'istinto materno sotto il dolore intenso. [...] Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più tracheotomizzati, vengono costretti a fumare sigarette per mesi e anni, e naturalmente molti muoiono: ma gli sperimentatori subito avvertono che non è possibile alcuna trasmissione di dati validi all'uomo. (Hans Ruesch)
  • Si insiste sui "modelli animali", dicono gli scienziati contrari alla vivisezione, nonostante l'impossibilità di applicare automaticamente alla specie umana i risultati osservati su altre specie, e si lesinano i fondi per la ricerca applicata che non fa uso di animali. Una potente lobby, soprattutto farmaceutica, si oppone a ogni cambiamento che potrebbe compromettere affari oggi assai lucrosi, contando sulla complicità e l'ignavia della classe medico-scientifica. (Lorenzo Guadagnucci)
  • Sperimentazione/vivisezione animale. Anche qualora la sua utilità scientifica per la medicina umana fosse certa (ma è tutta da dimostrare) rimarrebbe il problema del rispetto degli esseri senzienti coinvolti: problema simile a quello degli esperimenti umani, il cui valore scientifico è incomparabilmente maggiore ma che il diritto vieta in nome del rispetto, non comprimibile da fini collettivi, dovuto ai singoli portatori di soggettività. (Luigi Lombardi Vallauri)
  • Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. [...] Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell'Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all'Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro. Nel pomeriggio tornai all'Università, entrai nella Clinica Veterinaria. [...] Lungo le pareti erano allineate l'una a fianco dell'altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato. (Curzio Malaparte)
  • Un numero sempre maggiore di persone è contraria alla sperimentazione animale e sono molti quelli che si pongono dei dubbi. Ma qui negli Usa l'aspetto etico è meno importante che da voi. Se qui si studiano i nuovi metodi per non utilizzare animali è solo perché non si è contenti dei risultati che i vecchi metodi danno. Sono questi limiti che ci impongono di voltare pagina, non è solo un discorso di empatia per un ratto. (Thomas Hartung)
  • Chi tirerà fuori anche un solo topo da una gabbia sperimentale sarà scritto nei libri delle Sibille angeliche.
  • Fissiamo un attimo l'attenzione su un punto: delle sole pene che costiamo agli animali usati per gli esperimenti si compone una catena di Ibris (che sento esclusivamente come peccato di oltrepassamento della legge morale sovrastante e non rivelata) da coprire di gelido pallore tutte le grecità di questo e di altri mondi. La medicina, in tutto il suo vocabolarificarsi di greco fino all'invasione delle sigle americane, non ha trovato il modo di annettersi Ibris, la sua malattia fondamentale, la sua colpa di potenza che rifiuta il Limite. Quando la terra vomiterà le sue storie tutti quegli occhi di deboli sacrificati li rivedremo.
  • Per quanto nobile possa essere una ricerca di medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre una figlia della maledizione.
  • Se usiamo la parola "vivisezione" sono il primo a essere inorridito. Letteralmente vuol dire "sezionare i viventi", cosa che però non avviene nei laboratori, dove gli animali non vengono affatto aperti in maniera brutale, bensì sono soggetti ad analisi ed esperimenti sempre in sicurezza, nel rispetto di tutte le norme. Il termine giusto sarebbe "sperimentazione animale": paradossalmente, sarebbe più corretto chiamare "vivisezione" qualsiasi intervento chirurgico facciamo sull'uomo.
  • Secondo me bisogna fare una distinzione importante: vogliamo parlare di questo tema sul piano etico o scientifico? Perché sul piano etico io posso capire le persone che non vogliono che vengano maltrattati gli animali. Però da questi vorrei coerenza: non si dovrebbe mangiare carne, né tanto meno usare farmaci. Ancor di più non si dovrebbe ricorrere a medicinali per i propri cani e gatti, perché tutti i farmaci che si usano per gli animali domestici arrivano dalla sperimentazione fatta dagli uomini, attraverso quelle pratiche che loro stessi contestano.
  • Topi, ratti e tutte le specie animali hanno in comune con l'uomo molte cose: gli stessi organi, la stessa circolazione del sangue, un cervello, un cuore che pompa, il sistema nervoso, quello endocrinologico, un sistema immunitario fatto con le stesse componenti... Oggi poi con la genomica sappiamo che il sistema genetico è fondamentalmente uguale, si differenzia solo da specie a specie per alcune componenti particolari. La sperimentazione animale va vista non come lo specchio della sperimentazione umana, ma come un modello. D'altronde, è così in ogni attività scientifica: se uno decide di costruire un aeroplano non va diretto in officina ad assemblare i pezzi, ma prima fa dei modellini e li sottopone a delle prove.
  • Gli argomenti secondo i quali è moralmente sbagliato causare sofferenza e dolore agli animali sono spesso respinti in base alla tesi che gli animali semplicemente non soffrono. [...] Paradossalmente, la validità di gran parte della sperimentazione su animali poggia proprio sull'assunto che gli animali soffrono in modo simile agli umani per stress, paura e dolore. Pochi stati patologici sono stati studiati così ampiamente sugli animali come dolore, stress, ulcere, paura e ansia.
  • Gli esperimenti che non possono essere giustificati sul piano scientifico non sono più giustificabili dell'uccisione e della tortura degli animali per futili motivi. Di fatto lo sono ancor meno, poiché tali esperimenti bloccano usi più fruttuosi delle risorse scientifiche.
  • L'errore che si commette nel descrivere i critici degli esperimenti su animali come nemici della scienza diviene chiaro quando ci si comincia a chiedere in che misura vengono davvero realizzati i pretesi scopi scientifici di questi esperimenti. Allora, infatti, risulta che a essere antiscientifici sono gli esperimenti e non i loro critici.
  • Una delle finalità della ricerca medica consiste nel determinare se certe condizioni patologiche negli umani possono essere alleviate o curate mediante determinati farmaci. Gli animali sono utilizzati come "modelli" sui quali testare questi trattamenti. Per farlo, è necessario che il soggetto animale versi nelle condizioni in questione, e a tal fine animali sani vengono fatti ammalare. [...] Risulta, comunque, che le condizioni artificialmente indotte hanno poco in comune con le malattie (quando esistono) che colpiscono gli animali in natura e ancor meno in comune con le malattie che colpiscono l'uomo.
  • Anche la sperimentazione farmaceutica è un inferno solitario, diretta da aguzzini che non sanno di essere tali. Ho visto agonizzare tutta una notte, e morire, una di queste creature meravigliose, avvelenata da una «cura». Ricordo che durante quella notte, a un tratto, sentii piangere un bambino. Nella stanza non c'era nessuno. Era questa bestia innocente che aveva gridato con voce da bambino. Perché era un bambino – era un cucciolo – e come un bambino pativa e invocava un aiuto che non poteva esserci più.
  • Avanti quei paesi [...] che non adoperano il cane per esperimenti <che> nessun criminale di razza umana sopporterebbe (né sarebbero pensabili, appunto, per nessun essere umano).
  • Ciò che si va facendo da parte della scienza [...] contro gli animali, è veramente innominabile. Stupirò i miei lettori, e forse li scandalizzerò, affermando che, a mio parere, il nazismo non è affatto un momento storico, ma una dimensione immortale dell'uomo, e lo prova il fatto che, mancando le occasioni di esercitare il proprio potere su uomini inermi, lo si esercita a freddo sui figli inermi della natura. Ciò che un cane può e deve sopportare nei laboratori di tutto il mondo è cosa che riempie di terrore: non tanto pensando al cane, ma a chi esercita il suo potere assoluto su di lui.
  • Così anche la nostra brutta salute (siamo imbottiti di medicine costosissime) sempre più decade, per un oscuro delitto – dirò proprio infamia – che è nel nostro consenso alla pratica medica, sperimentazione e vivisezione.
  • La sperimentazione che riduce una bestia simile a Cristo sulla croce, però senza il grido finale.
  • Quanto più chiaro mi divenne che gli animali hanno sentimenti profondi, tanto più mi sentivo colpito al pensiero di qualsiasi tipo di sperimentazione su di loro. Possiamo giustificare questi esperimenti quando sappiamo che cosa sentono gli animali sottoposti a tali torture?
  • Ratti e topi non sono considerati in generale animali di compagnia ma animali nocivi, e ci sono quindi poche persone che si diano la pena di difenderli. Eppure il dolore che prova un ratto o un topo è altrettanto reale di quello provato da uno dei nostri amici a quattro zampe. Nei laboratori essi soffrono, come ben sa chiunque li abbia sentiti lamentarsi, piangere, uggiolare e persino gridare. Gli scienziati dissimulano su tutto questo, sostenendo che i loro animali sperimentali stanno semplicemente vocalizzando. Siamo ancora a Descartes.
  • Se gli scimpanzé possono provare solitudine e angoscia, è chiaramente ingiusto usarli per esperimenti in cui vengono isolati e in cui essi possono prevedere quotidianamente che verranno loro inflitte sofferenze.
  • Si dice spesso che, se i mattatoi avessero le pareti di vetro, la maggior parte delle persone sarebbero vegetariane. Se il pubblico sapesse che cosa succede nei laboratori per la sperimentazione sugli animali, questi sarebbero aboliti. Il parallelo, però, non è esatto. I mattatoi sono invisibili perché il pubblico non vuole vederli. Tutti sanno che cosa accade in essi, ma semplicemente non vogliono confrontarsi con questa realtà. La maggior parte delle persone non sa come gli animali siano usati negli esperimenti. I mattatoi accettano visitatori, mentre i laboratori in cui si eseguono esperimenti su animali operano notoriamente nel più grande segreto e sono chiusi ai visitatori.
  • Catturate a volte nella grande arborea libertà della loro giungla natale, le scimmie vengono confinate in gabbie di poco più di un metro quadrato. [...] C'è quindi poco da stupirsi se quando viene il momento del coltello o dell'iniezione sono così folli o inerti da non essere più esempi rappresentativi della vita animale.
    Gli psicologi che studiano il comportamento di migliaia di tali creature ogni anno raramente tengono conto del fatto che questi loro disgraziati pazienti sono stati talmente provati da divenire più simili a mostri che ad animali. [...] Quando sono tenuti in modo appropriato un cane o un gatto sviluppano grandi raffinatezze di comportamento, di cui l'animale da laboratorio non dà mai prova. Coloro che hanno avuto la fortuna di osservare da vicino animali non spaventati che vivono allo stato libero sono spesso colpiti dalla complessità e dalla ricchezza della vita che essi conducono. Questi piaceri l'animale da laboratorio non li conosce mai; per lui sempre gli stessi quattro muri bianchi e lo stesso odore di disinfettante.
  • Le differenze nelle reazioni alle sostanze tossiche variano considerevolmente tra le specie, cosicché il valore di questi esperimenti è molto dubbio. Sebbene il talidomide fosse stato largamente provato sugli animali in diversi paesi, le sue terribili proprietà non vennero scoperte. Viceversa la penicillina, il più importante farmaco scoperto nel secolo, non fu largamente provata sugli animali prima che le sue miracolose proprietà terapeutiche fossero dimostrate su pazienti umani. Se fosse stata sperimentata a fondo sugli animali, la sua alta tossicità per le cavie ne avrebbe certamente impedito l'uso clinico.
  • Ugualmente ingannevole può essere l'asserzione che gli esperimenti sono stati condotti sotto anestesia. Sistemi di contenzione e farmaci paralizzanti possono oggi essere così efficaci che spesso l'anestesia non è necessaria da un punto di vista puramente pratico. Il rischio di somministrare una dose troppo grande e di perdere così un costoso scimpanzé può per esempio indurre spesso uno scienziato o un tecnico inesperto di complicate tecniche anestetiche a somministrare una dose troppo piccola da cui l'animale si riprende presto, ma non prima di essere stato ben legato alla tavola operatoria.
  • Chi è sensibile ai problemi della sofferenza negli animali di laboratorio, come può restare insensibile davanti al trattamento crudele cui sono sottoposti gli animali di allevamento? [...] Se nell'usare, sia pure con tante cautele e con la necessaria salvaguardia dal dolore fisico, i piccoli roditori per un esperimento biologico si può essere colti da crisi di coscienza, che cosa dire del modo con cui i più elementari princìpi di solidarietà con il mondo animale vengono calpestati come nel caso degli allevamenti? [...] Quanti ragazzi allora, dopo aver firmato all'uscita dalla scuola le petizioni contro la vivisezione, arrivati a casa si avventano sul piatto di carne tenera che la mamma ha premurosamente preparato?
  • Fino a che punto è necessario il ricorso agli animali per la ricerca e quando invece si può ricorrere a metodi alternativi? I fatti sono eloquenti: negli ultimi anni gli scienziati stessi hanno messo a punto metodi che non fanno uso di animali. [...] Nel complesso l'uso di animali per la ricerca biologica è in netta diminuzione ovunque, sia per la pressione dei movimenti antivivisezionisti sia, soprattutto, per la presa di coscienza da parte degli uomini di scienza più illuminati di un problema nuovo che si inserisce nelle concezioni etiche più avanzate.
  • Il movimento animalista ha, comunque, molti meriti, tra cui quello di avere imposto precisi limiti alla sperimentazione animale. È passato ormai il principio di massima che «l'assenza di dolore, di angoscia e anche di semplice disagio animale è da considerare – come ha scritto nel 1997 il Comitato nazionale per la bioetica – un fattore essenziale per quanto attiene la buona condotta della ricerca sull'animale e pertanto è sempre da perseguire». E quando non è possibile? Bisognerà incrementare le tecniche alternative. [...] Sempre di più le colture cellulari vanno sostituendo le cavie animali. E ormai anche le riviste scientifiche rifiutano le pubblicazioni di studi che comportino maltrattamento di animali, soprattutto quando non appare necessario ai fini delle conoscenze. Quando si sconfina nella futilità, e quindi in un certo senso in una sorta di sadismo, la condanna è unanime.

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