Prigione

luogo di detenzione
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Citazioni sul carcere, la prigione e la prigionia.

Prigionieri in tondo (V. van Gogh, 1890)

Citazioni

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  • A quanto sembra la gente dà il meglio di sé in prigione. Gandhi, Lenin... (Gli intrighi del potere - Nixon)
  • Allegramenti, carzarati, | cà quannu chiovi a bona banna siti. (proverbio siciliano)
  • Anche se la condizione delle carceri è ricaduta a quella che era mezzo secolo fa, vi è oggi nella vita pubblica italiana un elemento nuovo, che potrebbe essere decisivo per una fondamentale riforma di esse. Se nel 1904 gli uomini politici che avessero esperienza della prigionia si potevano contare nella Camera italiana sulle dita di una mano, oggi nel Parlamento della Repubblica essi sono certamente centinaia; solo nel Senato siedono diverse diecine di senatori di diritto che hanno scontato più di cinque anni di reclusione per condanna del Tribunale speciale.
    Mai come ora è stata presente nella nostra vita parlamentare la cupa esperienza dolorante della prigionia vissuta; se neanche questa volta si facesse qualcosa per cominciare a portare un po' di luce di umanità nel buio delle carceri, non si potrebbe addurre questa volta la comoda scusa burocratica della mancanza di precise informazioni! (Piero Calamandrei)
  • Aspettare? È il più grande ed efficace metodo educativo in un penitenziario. Bisogna aver imparato ad aspettare, per saperlo sopportar per anni. Chi non l'ha imparato, muore. (Theodor Kröger)
  • Bisogna essere stati in galera per capire certe cose. Quando finisci in gabbia non ti tolgono solo i vestiti e le scarpe. Ti tolgono tutto, a cominciare dalla dignità. Anche se sei innocente, e perfino se ti hanno incarcerato per i tuoi ideali, dopo qualche tempo cominci a sentirti un rifiuto umano. La ristrettezza degli spazi, l'ora d'aria, i ritmi scanditi dai chiavistelli che aprono e chiudono le porte sono solo il contorno, lo scenario su cui si svolge il dramma, quello vero: il tuo tempo si ferma, le lancette dell'orologio cominciano a girare a vuoto e la vita non ti appartiene più. Potrai riempire quel tempo – come ho fatto io – leggendo un libro dopo l'altro e arrivare a conseguire una laurea, ma sarà sempre una finzione. Finché stai chiuso là dentro, il tuo destino è nelle mani di altri. (Bruno Morchio)
  • C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene. (John Steinbeck)
  • Chi ha bazzicato il carcere lo sa, la maggioranza di coloro che vengono condannati si dichiara innocente: non sono stati loro, li hanno fregati, già alla prima udienza i giudici avevano il verdetto scritto in faccia, l'avvocato difensore era un incapace, la procura voleva un colpevole a ogni costo... A sentirli, a volte, risultano perfino convincenti. Forse perché, a forza di ripeterlo, se ne sono convinti loro stessi, o perché la giustizia dei tribunali applica la legge e non si preoccupa delle motivazioni che hanno spinto le persone a delinquere; e invece, nel commettere un reato, c'è sempre una ragione soggettiva, una determinazione più o meno chiara d'essere nel giusto, di agire per necessità e talora perfino per rifarsi dei torti perpetrati dal destino. (Bruno Morchio)
  • Come saranno le galere dell'India libera? Tutti i criminali dovranno essere trattati come pazienti e le prigioni diventare degli ospedali riservati al trattamento e alla cura di questo particolare tipo di ammalati. Nessuno commette crimini per divertimento. È un segno di disturbo mentale. Le cause di una particolare malattia vanno indagate e rimosse. (Mahatma Gandhi)
  • Dove si sta contro voglia, è davvero una prigione. (Epitteto)
  • Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattristò, l'altro guardò le stelle e si rallegrò. (Andrea Gasparino)
  • Eppure i dati sul sovraffollamento delle carceri [in Italia] sono allarmanti, anche se in sintonia con quelli di altri paesi europei e con le tendenze che arrivano da oltreoceano: una popolazione carceraria che si espande ed è sempre più connotata dalla marginalità sociale; una detenzione che diventa "sociale" più che "penale". [...] Non sono certo cresciute di pari passo la criminalità e la percezione di sicurezza. E neppure la capacità d’interrogarsi sui meccanismi sociali e politici che non stanno funzionando nella nostra quotidianità. (Mauro Palma)
  • Fuori del carcere è difficile credere che dentro ci comportiamo come esseri umani. Ma è naturale che sia così e che ci costruiamo reti per sopravvivere. (Chelsea Manning)
  • Ho visitato nei mesi scorsi molti istituti carcerari, in Svezia, in Norvegia, in Inghilterra. A Stoccolma c'è una prigione dove i detenuti lasciano le celle durante il giorno per recarsi a lavorare fuori, anche in aziende private. La sera ritornano normalmente. In Italia cerchiamo di avvicinarci a questi concetti. (Guido Gonella)
  • Il carcere è il luogo più triste che abbia mai conosciuto, più triste del campo di battaglia, dell'ospedale, persino del cimitero. (Rosario Bentivegna)
  • Il carcere è un penitenziario... non è un villaggio di vaganza... si deve scontare la sua pena perscritta... che gli aspetta... lo sapeva prima fare il reato... io ritengo come Lega... di non uscire prima della sua pena erogata, grazie. (Eraldo Isidori)
  • Il carcere induce sempre alla depressione e all'apatia. Se uno inizia a commiserarsi, ben presto finisce in un baratro emotivo da cui è complicato riemergere. Perciò è fondamentale non perdere l'energia vitale, tenere i contatti con i propri cari, leggere, scrivere lettere e testi, inventarsi qualcosa da fare, visualizzare il proprio futuro. (Il'ja Jašin)
  • Il carcere l'ha inventato qualcuno che non c'era mai stato [...]. E la prigione non salva nessuno. (Riso amaro)
  • Il carcere non è vendetta sociale, il carcere è recupero sociale. (Sandro Gozi)
  • Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. (Fëdor Dostoevskij)
  • Il passaggio del ventennio fascista ha deliberatamente portato nella disciplina dei reclusori, colla riforma della legislazione penale e dei regolamenti carcerari, un soffio di gelida crudeltà burocratica e autoritaria, che senza accorgersene sopravvive al fascismo.
    Se oggi nella stampa è diventato un episodio ordinario di cronaca nera, che lascia indifferenti i lettori, il fatto di detenuti che soccombono alle sevizie inflitte loro nel carcere, si deve ringraziare ancora quel celebre art. 16 del Codice di procedura penale del 1930, che garantendo praticamente l'impunità agli agenti di pubblica sicurezza «per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica», costituiva una specie di tacita istigazione alla tortura. (Piero Calamandrei)
  • In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato. (Gustaw Herling-Grudziński)
  • In due posti conoscerete il vero amico: quando sarete a letto ammalati o quando sarete in prigione. (proverbio cinese)
  • In prigione nasce anche l'uomo, come ogni altro essere. Anima, corpo, pensiero, desiderio, comportamento: tutto in lui ha limiti, lui stesso è un tangibile limite, è tutto un definito, diverso, staccato dall'altro. Dalle finestre ingabbiate dei sensi egli guarda fuori di sé nell'esterna, estranea realtà che mai egli sarà. (Hans Urs von Balthasar)
  • – Io non voglio trascinarmi in questa vita. Ogni giorno che resto qui, vincono loro.
    – Ma non vincono anche se ti togli la vita?
    – No, mi vogliono viva così posso restare in prigione. Non ti rendi conto di quanto è assurdo? Ma se io non sono viva, allora non sono in prigione. È l'unico modo per avere un minimo di controllo sulla mia vita. (Orange Is the New Black)
  • L'amicizie si fanno in prigione. (proverbio toscano)
  • L'intero sistema del lavoro forzato nella Russia sovietica – in tutti i suoi stadi: interrogatori, udienze, carcere preliminare, e infine il campo – è inteso principalmente non a punire il colpe­vole, ma piuttosto a sfruttarlo economicamente e trasformarlo psicologicamente. La tortura non viene usata negli interrogatori in base a un principio, ma come strumento ausiliario. Lo scopo reale di un'udienza non è di estorcere al prigioniero la firma a un'accusa fittizia, ma la disintegrazione completa della sua per­sonalità individuale. (Gustaw Herling-Grudziński)
  • La galera viene utilizzata come mezzo di pressione sui sospettati per estorcere confessioni. Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere. (Edoardo Mori)
  • La prigione è sovente un male irreparabile a motivo del suo rigore e del disonore che vi è attaccato.Daniel Jousse
  • La prigione è una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilità che uno esca peggiore di quando c'è entrato sono altissime. (Edward Bunker)
  • La prigione ha una funzione educativa, più ci si sta e meglio è! [...] Io ho la mia teoria: mi sono convinto che tutti dovrebbero andare in prigione. [...] Prigione obbligatoria come la scuola: fino a diciott'anni tutti dentro. Poi, secondo come si comportano, si lasciano uscire: dopo tre mesi, dopo un anno, dopo dieci anni, mai. Invece di fare i processi per mandar dentro la gente, si farebbero i processi per metterla fuori. (Se io fossi onesto)
  • La prigione non è così romantica come i film d'exploitation anni 70 volevano far sembrare. (Orange Is the New Black)
  • La questione non è se la prigione può aiutare, né se la sua condanna possa servire da deterrente per qualcun altro. Il punto fondamentale è quello di proteggere la società. (Edward Bunker)
  • Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di filosofia. (Leo Valiani)
  • Le carceri italiane rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta: noi crediamo di aver abolito la tortura, ma i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di tortura; noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte dal codice penale comune, ma la pena di morte che ammanniscono, goccia a goccia, le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori. (Filippo Turati)
  • Ma il cielo là in prigione non è cielo, è un qualche cosa che riveste | il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente. (Francesco Guccini)
  • Mi sono accorto che, proprio al contrario di quanto avevo sempre pensato, in carcere si studia male, per tante ragioni, tecniche e psicologiche. (Antonio Gramsci)
  • Nel momento in cui ti mettono le manette la tua vita è sminuita. Dietro le sbarre sei un carcerato, e un carcerato, a meno che non abbia compiuto delitti atroci, è una persona che deve superare lo sconforto. Io in carcere ho trovato l’umanità nei miei compagni di cella, ho trovato la comprensione, ho trovato tutto. (Luigi Maria Burruano)
  • Nessuna prigione al mondo è ermetica, ognuna ha la sua chiave. Occorre solo trovarla. (The Next Three Days)
  • Noi che viviamo in questo carcere, nella cui vita non esistono fatti ma dolore, dobbiamo misurare il tempo con i palpiti della sofferenza, e il ricordo dei momenti amari. Non abbiamo altro a cui pensare. La sofferenza [...] è il nostro modo d'esistere, poiché è l'unico modo a nostra disposizione per diventare consapevoli della vita; il ricordo di quanto abbiamo sofferto nel passato ci è necessario come la garanzia, la testimonianza della nostra identità. (Oscar Wilde)
  • [In prigione] Non mi sentii imprigionato neppure per un momento, e i muri mi sembrarono un grande spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se io solo, fra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. (Henry David Thoreau)
  • Non va dimenticato mai che il carcere è un prodotto umano e come tale va sottoposto a un test di validità. E il criterio fondamentale è quello relativo alla quantità di bene e alla quantità di male che ne derivano. Ovvero: il carcere produce bene se risponde allo scopo per il quale è stato creato. Produce male se non raggiunge il fine al quale è destinato e se determina danni che superino i benefici ottenuti. (Luigi Manconi)
  • Ora la natura appende ad ogni albero fiorito il suo verde manto, e stende sull'erboso prato le sue lenzuola di bianche margherite; ora il Sole rallegra le cristalline correnti, e fa lieto l'azzurro dei cieli; ma nulla può rallegrare la povera creatura, che vive stretta in un carcere. (Robert Burns)
  • Per il guerrigliero la prigionia è un approfondimento della sua esperienza e la sua lotta continua anche nella cella dove è detenuto. (Carlos Marighella)
  • Per me la prigione è un po come la casa in campagna, ci vado solo per riposarmi. (Taxxi 4)
  • Quando entrai per la prima volta in una prigione, ero studente in medicina. Lottavo contro il fascismo e fui incarcerato. Mi ricordo della situazione allucinante che mi trovai a vivere. Era l'ora in cui venivano portati fuori i buglioli dalle varie celle. Vi era un odore terribile, un odore di morte. Mi ricordo di aver avuto la sensazione di essere in una sala di anatomia dove si dissezionano i cadaveri. (Franco Basaglia)
  • Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro | ma chi l'ha mi viste, chissà? | Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti | se tengono l'immunità. (Fabrizio De André)
  • Se fossi un detenuto, vorrei un libro per volar via, oltre le mura del carcere. (Peppe Lanzetta)
  • Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. (Luigi Lambruschini)
  • Siamo tutte e tutti corpi vivi ingabbiati. Ci siamo dibattuti e ci dibattiamo nella lingua locale che ci è toccata, nell’ambiente in cui siamo nati, nei confini e tradizioni nazionali, nelle reti imperiali, nel genere che ci è toccato in sorte e nell’educazione che ci è stata di conseguenza data. (Elena Ferrante)
  • – Siamo tutti in prigione in un modo o nell'altro
    – Sì, è chi se ne rende conto che soffre più degli altri. (L'uomo venuto dal Kremlino)
  • Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per ogni guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti. (Charles Bukowski)
  • Sotto un governo che imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la prigione. (Henry David Thoreau)
  • Tu non 'o ssaje, ma sta 'nchiuso llà dinto è 'n'inferno. E doppo quanno tuorne â casa, vide ca la vita è juta annanze e nun te truove cchiù, pure câ famiglia toja te siente n'estraneo. E tutte chille ca vulive bene 'e vvide comm'a tante sconosciute. (Gomorra - La serie)
  • Un carcere non è forse altro che un ospedale di anime dove sfortunatamente la maggior parte dei mali sono mortali? (Juliette Colbert)
  • Visione di pietà, onta e afflizione, | orribile pensiero, un'anima in prigione. (Walt Whitman)
  • Ho ancora il tanfo del carcere addosso. I primi due giorni mi sono fatto 14 docce. Niente. Il tanfo rimane. Ormai ce l'ho dentro.
  • Il carcere dovrebbe essere un luogo di rieducazione. Invece è un luogo di sofferenza e di morte.
  • Il carcere per me era quello che avevo visto nei film, con gli agenti che battono col manganello sulle sbarre... Avevo paura anche a fare la doccia pensando che avrei trovato quello pronto a sodomizzarmi... Invece, il carcere è una comunità nella quale ci sono tante brave persone sfortunate, un luogo dove finisce soprattutto gente distrutta dalla povertà.
  • Il carcere trasforma gli uomini in maiali. Per l'Europa i maiali hanno diritto a sette metri quadrati per uno. Noi ne avevamo meno di cinque in quattro.
  • In carcere, con rispetto parlando, stavo tra persone perbene.
  • In galera l'aria, quando riesce a passare, è ottima.
  • Perciò decisi di tornare in carcere: volevo tornare coi miei compagni di cella, con quei cari amici che credano ancora che fuori dal carcere c'è l'onestà, la bontà, la fedeltà delle donne. Fuori dal carcere io mi sentivo in prigione, e avevo bisogno di tanta libertà.
  • Così morranno tutti quelli che dimenticano che un uomo in ceppi è sacro, che un re prigioniero è due volte rappresentante del Signore.
  • In carcere non ci sono sentimenti intermedi; uomini e cose, tutto vi è amico o nemico: si ama o si odia qualche volta con ragione, ma anche per istinto.
  • Non è esistere, il vivere in prigione!
  • Certe notti sono interminabili in prigione, quando sei solo nell'oscurità con i tuoi pensieri il tempo si allunga come una lama.
  • In prigione il tempo scorre lentamente e allora ti inventi qualcosa per passarlo: certa gente colleziona francobolli, altri fanno costruzioni con i fiammiferi. [...] In prigione un uomo deve fare di tutto per tenere la mente occupata.
  • Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. [...] È la tua vita che vogliono ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno.
  • Quelli [del Senato] conoscono solo tre modi di spendere i soldi dei contribuenti quando si tratta di prigioni: più mura, più celle, più guardie.
  • Detesto stare in prigione. Non mi piace affatto. È orribile ed è un'inutile perdita di tempo, ma le cose stanno così, quindi mi adeguo.
  • Ho detto tante volte che l'odio è la cosa più importante da vincere in prigione, qui vi sono tante ragioni per esso, e la tua impotenza è il più potente catalizzatore di questo processo, perché se si dà all'odio la libertà, ti ucciderà e divorerà.
  • Quando sei in carcere, sapere che la tua famiglia sta bene rappresenta il 99 per cento della tua pace mentale.
  • Qui in carcere, ovviamente, uno psicologo si divertirebbe un mondo. Si potrebbero scrivere centinaia di libri sulla straordinaria capacità umana di adattarsi e di trarre piacere dalle cose più banali.
  • Una delle cose peggiori della detenzione è essere tagliati fuori da tutto: la vita va avanti a pieno regime, mentre tu sei bloccato tra quattro mura e non ricevi nemmeno le notizie in tempo reale.
  • Coloro che hanno avuto il vantaggio dell'esperienza della prigione sanno almeno il valore della pazienza e se hanno tratto profitto dalla loro esperienza, hanno anche imparato il senso di adattamento, che è gran cosa.
  • In prigione, il presente quasi cessa di esistere, perché sensazioni ed emozioni dinamiche sono generalmente assenti. Soltanto il passato ed il futuro contano; alcuni si perdono nel passato, altri si immergono in un futuro indefinito. Fino ad un certo punto tutti si abbandonano alla rievocazione del passato, in quanto sembra l'unica cosa che possa venir esaminata senza molta difficoltà, ed in ogni modo è più facile lasciar vagare la mente senza alcuno scopo in sentieri conosciuti.
  • La prigione mi serve sempre come tonico e costituisce un cambiamento della piatta uniformità della vita normale.

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