Edoardo Mori

magistrato italiano

Edoardo Mori (1940 – vivente), magistrato, scrittore e traduttore italiano.

Edoardo Mori
Intervista di Stefano Lorenzetto, E il giudice si tolse la toga "Non sopportavo più l'idiozia di troppi colleghi", il Giornale, 18 settembre 2011
  • Le forze dell'ordine considerano delinquenti tutti gli indagati, i cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza. Il Pm gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell'inquisito. E il Gip pensa che sia suo dovere sostenere l'azione del Pm.
  • [«Perché ha fatto il magistrato?»] Per laurearmi in fretta, visto che in casa non c'era da scialare. Fin da bambino me la cavavo un po' in tutto, perciò mi sarei potuto dedicare a qualsiasi altra cosa: chimica, scienze naturali e forestali, matematica, lingue antiche. Già da pretore mi documentavo sui testi forensi tedeschi e statunitensi e applicavo regole che nessuno capiva. Be', no, a dire il vero uno che le capiva c'era: Giovanni Falcone.
  • Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere.
  • In Italia non esiste un testo che insegni come si conduce un interrogatorio. La regola fondamentale è che chi interroga non ponga mai domande che anticipino le risposte o che lascino intendere ciò che è noto al pubblico ministero o che forniscano all'arrestato dettagli sulle indagini. Guai se il magistrato fa una domanda lunga a cui l'inquisito deve rispondere con un sì o con un no.
  • [«Come mai la giustizia s'è ridotta così?»] Perché, anziché cercare la prova logica, si preferiscono le tesi fantasiose, precostituite. Le statistiche dimostrano invece che nella quasi totalità dei casi un delitto è banale e che è assurdo andare in cerca di soluzioni da romanzo giallo. Lei ricorderà senz'altro il rasoio di Occam [...].
  • I giudici si affidano ai laboratori istituzionali e ne accettano in modo acritico i responsi. Nei rari casi in cui l'indagato può pagarsi un avvocato e un buon perito, l'esperienza dimostra che l'accertamento iniziale era sbagliato. I medici i loro errori li nascondono sottoterra, i giudici in galera.

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