Russia

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Citazioni sulla Russia.

Bandiera russa

Citazioni

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  • Anche la scrittrice francese Madame de Staël sosteneva che la Russia fosse uno Stato dove il dispotismo era mitigato dal cappio. Perché quando la tirannide passava il segno, si poteva pur sempre strangolare lo zar. (Jurij Michajlovič Lotman)
  • Campagna di Russia, c'è in te una solenne | ma tacita voce di doglie struggenti, | desìo senza speme, silenzio perenne, | vertigini fredde, pianure fuggenti. (Konstantin Dmitrievič Bal'mont)
  • Condivido l'opinione secondo cui l'intellighenzia russa, nel senso classico del termine, sia finita. Come del resto il proletariato. Ci sono gli intellettuali, ci sono i funzionari e una massa scontenta di chi sta al potere; quest'ultima forse è anche aumentata rispetto ai tempi della società sovietica. I vecchi cliché non funzionano più, oggi non ci sono proposte di cambiamento, solo un'enorme nuvola di vuota demagogia sul pericoloso terreno della rinascita nazionale, dell'idea nazionale e della nostalgia per lo splendore passato. Lo spazio culturale si assottiglia, ma è un processo che notiamo anche in Europa. (Ljudmila Evgen'evna Ulickaja)
  • Dovete mettervi in testa che in Russia non ci sarà mai una Repubblica parlamentare, un potere giudiziario indipendente, una società civile. E ci saranno sempre i kandali.[1] (Vladimir Žirinovskij)
  • Fin dal '700 Pietro il Grande ha, con prepotenza, forzato la Russia a intervenire nel concerto delle nazioni e da allora si può dire che il Paese abbia partecipato praticamente a tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato la nostra storia, dal punto di vista culturale, politico, economico e militare. Come poter fare a meno di Tolstoj? Come non considerare una Rivoluzione che ha cambiato totalmente il modo di concepire la vita e la società? Certo, ci sono stati eccessi e brutalità, peraltro denunciati da Krusciov prima e da Gorbaciov poi, ma si tratta di un interlocutore assolutamente irrinunciabile con il quale sarà magari possibile riprendere un dialogo biunivocamente costruttivo. (Umberto Vattani)
  • Forse il nostro carattere nazionale presenta ancora oggi delle macchie che gli son venute dalla barbarie mongolica. (Nikolaj Michajlovič Karamzin)
  • Hanno un modo di ricevere gli ospiti che non è affatto persiano: quando uno straniero entra in una casa, il marito gli presenta sua moglie, e lo straniero la bacia; e questa è considerata una cortesia nei confronti del marito. Sebbene i padri, nel contratto di matrimonio delle figlie, ordinariamente stipulino che il marito non le frusterà, tuttavia è da non credere quanto piaccia alle donne moscovite essere picchiate: non possono convincersi di possedere il cuore del marito se costui non le picchia come si deve; un comportamento contrario da parte sua denota un'indifferenza imperdonabile. (Montesquieu)
  • Il denaro sporco di sangue dei russi faceva comodo. Eppure non c’erano segreti, la Russia ammazzava i giornalisti e stava diventando uno Stato autoritario o totalitario. (Sofi Oksanen)
  • I russi coi miliardi fanno shopping da Trussardi | una volta erano Zar, sono diventati zarri. (J-Ax)
  • Il contrasto spirituale tra la Russia e l'Europa si vive in tutta la sua importanza nel convento russo. In esso si trova la più pura ed antica vita russa, il modo di sentire e di pensare dell'antica Russia... La Russia, l'antica Russia, è il monaco russo. (Tomáš Masaryk)
  • In Russia esiste una emigrazione degli intellettuali: si passa il confine per leggere e scrivere buoni libri. Ma così si fa in modo che la patria, abbandonata dallo spirito, diventi sempre più la bocca spalancata dell'Asia, che vorrebbe inghiottire la piccola Europa. (Friedrich Nietzsche)
  • In Russia il comunismo è stato sconfitto, ma la libertà è in prova. Se non funzionasse, ci sarà un’inversione e una spinta verso un nuovo dispotismo. Questo costituirebbe un pericolo mortale per il resto del mondo. Perché quel dispotismo si combinerà col virus dell’imperialismo, una caratteristica della politica estera russa per secoli. (Richard Nixon)
  • In Russia sono sopravvissute due grandi tradizioni: il potere della polizia segreta e l'uso della metafora per dire la verità. E oggi la prima può essere descritta e raccontata solo ricorrendo alla seconda. (David Remnick)
  • In Russia sta proprio cambiando tutto. Ho visto dei bambini che mangiavano i comunisti. (Gino e Michele)
  • Io conosco una buona parte del mondo civilizzato e non civilizzato, ma debbo confessare che la Russia è stata ed è per me il più interessante dei paesi; sebbene io sia slavo, sono stato sorpreso dalla visita alla Russia molto più che dalla visita a qualsiasi altro paese. L'Inghilterra, l'America ecc., non mi hanno sorpreso; anche tutto ciò che vi è di più nuovo, m'è apparso solo come un naturale sviluppo di ciò che io vedo ed osservo a casa mia. Diversamente invece in Russia; sebbene, come slavo, io discerna benissimo, almeno credo, nella letteratura russa ciò che si chiama lo spirito della lingua e del popolo, sebbene la vita russa, quale io la sento nella creazione degli scrittori russi, riproduca la mia intima vita sentimentale, in quanto è slava, in modo intimamente familiare, tuttavia la Russia mi ha sorpreso. L'europeo, che vive nel presente, ha già involontariamente rivolti i suoi pensieri all'avvenire; egli anticipa le conclusioni delle premesse storiche, – in Russia egli è trasferito nel passato, spesso fin nel medioevo, e ciò appare così diverso dalla vita moderna dell'occidente civilizzato. (Tomáš Masaryk)
  • L'inconscio collettivo prende forma da una storia millenaria e non penso che 70 anni di regime sovietico abbiano stravolto le cose. Anche il feudalesimo, la servitù della gleba abolita nel 1861 e 300 anni di dominazione tataro-mongola hanno lasciato il segno. Metà dell'aristocrazia russa aveva cognomi tatari. Capisce quindi cosa comporti, quale grado di dipendenza dai conquistatori tatari ci fosse nello Stato russo? Chi può giudicare dove passa il confine tra l'Occidente e l'Oriente nell'anima russa? E cosa si trovi sul fondo dell'insondabile inconscio collettivo? (Ljudmila Evgen'evna Ulickaja)
  • L'Oriente e l'Occidente sono due mondi e non possono comprendersi reciprocamente. La Russia è come un interrogativo rivolto alla sfinge, che rimane senza risposta. I Russi sanno tener chiusa la bocca e la mente. (Günther Blumentritt)
  • L'unico regime possibile per la Russia è l'autocrazia, che sia lo zar, il segretario generale, il presidente. La personalità del capo è tutto. (Vladimir Žirinovskij)
  • La leggenda relativa all'appello fatto ai variaghi dai russi per governarli, composta evidentemente già dopo la conquista degli slavi da parte dei normanni, mostra perfettamente quale sia l'attitudine dei russi verso il potere, lo stesso prima del cristianesimo: "Noi non vogliamo prendere parte al peccato del governare. Se voi non lo considerate come un peccato, venite e governate". Questa psicologia dei russi spiega la loro docilità verso gli autocrati più crudeli, o più pazzi, da Ivan il Terribile fino a Nicola II.
    È così che il popolo russo considerava il potere nei tempi antichi, ed è così che lo considera ancora oggi. (Lev Tolstoj)
  • La Polonia è avversata da due gravi svantaggi naturali: da una parte la sua posizione geografica, che è quanto mai infelice; e dall'altra la contiguità con i suoi colleghi slavi di Russia. (Heindrik Willem van Loon)
  • La Russia del ventesimo secolo è stata prodiga di sorprese. Un solo paese ha prodotto Lenin, Chruščëv e Gorbačëv; ha anche allevato Šostakovič, Achmatova, Kapitsa, Sacharov e Pavlov. La sua gente comune, dai dolenti abitanti dei gulag ai fieri soldati dell'Armata rossa che avevano sconfitto Hitler, è divenuta simbolo dei momenti fondamentali della storia dei nostri tempi. La Russia è passata attraverso due guerre mondiali, la guerra civile, una violenta trasformazione economica, la dittatura e il terrore. Diventò, e poi cessò di essere, una superpotenza. Era stata un impero in larga misura agricolo e analfabeta, e oggi è istruita, industriale e privata dei suoi domini di confine. La «Russia» non ha smesso di cambiare per tutto il secolo. Sarebbe infondato pensare che la sua capacità di sorprendere se stessa, i suoi vicini e il mondo si sia esaurita. (Robert Service)
  • La Russia è enorme, da Mosca a Vladivostok ci vogliono otto ore di aereo, ma la lingua è una sola, non esistono dialetti e lo stesso o quasi si può dire per la cucina, a parte che nel Caucaso o nel Tatarstan non esistono piatti regionali, quando in Italia basta fare cento chilometri e cambia tutto. Diciamo che i russi non sanno vivere insieme essendo diversi: per vivere insieme dobbiamo essere almeno per molti aspetti uguali. Così, gli ucraini che sono diversi diventano implicitamente anche nemici. (Valerij Panjuškin)
  • La Russia è imprevedibile. Non esiste analisi, prognosi, diplomazia, legalità attendibile. Non si può credere a nulla. Avanzano come tori contro la pezza rossa, hanno bisogno costantemente di problemi esterni perché hanno paura di confrontarsi con quelli interni. Questo popolo è profondamente malato di «russismo». Il mondo deve curare la Russia, ma nessuno vuole farlo. (Džochar Dudaev)
  • La Russia è un paese con un passato imprevedibile. (Yuri Afanasiev)
  • La storia della Russia è stata costruita intorno alla brama di espansioni territoriali e ambizioni imperiali fin da quando la Moscovia si è costituita come impero: prima ancora di trasformarsi nella Russia dell'accezione più moderna. Il Paese è abituato a essere governato con una mano forte: le repressioni del governo contro la sua stessa gente sono un tratto comune nei secoli. Nello stesso tempo, per secoli la nazione è stata alimentata da un sentimento della sua unicità – religiosa, culturale, ideologica e militare – strettamente inglobato nell'identità del Paese. Fin dalla sua fondazione nel 16° secolo, la Russia moderna si è basata economicamente sullo sfruttamento delle enormi risorse naturali: il diritto del Governo centrale di ridistribuire la ricchezza della nazione non è mai stato messo in discussione. Tutto questo non ha soltanto reso naturale un forte sistema politico centralizzato: ma ha posto lo Stato al di sopra del popolo in ogni senso possibile (non è casuale il fatto che la radice della parola russa che lo indica, "gosudarstvo", sia la parola "Signore", a differenza delle lingue romanze). Esaltando lo Stato, gli attuali leader russi sono tornati al significato monarchico del potere. (Vladislav Inozemcev)
  • Madre Russia non soffrire, | so che sei abbastanza coraggiosa | sono stato in giro per il mondo | ed ho visto il tuo amore. (Red Hot Chili Peppers)
  • Marx non avrebbe mai voluto una rivoluzione comunista in Russia per il semplice fatto che la Russia non era una potenza industriale che produce oltre al profitto anche una massa di operai. Era invece un paese latifondista abitato soprattutto da contadini che non a caso alcuni grandi scrittori come Gogol chiamavano "anime morte". In Russia le libertà borghesi non esistevano, quindi non esisteva la democrazia e non poteva evolversi con il comunismo marxista. (Alfredo Reichlin)
  • Nel cielo azzurro, trafitto dai campanili, – | una campana di rame, una campana di rame – | ora s'è allietata, ora s'è adirata... | Le cupole in Russia sono rivestite d'oro puro – | perché il Signore le scorga più spesso. || Mi ergo, come innanzi a un mistero eterno, | innanzi a un paese grande e favoloso – | salato e amaro-acido-dolce, | azzurro, sorgivo, di segale. || Guazzando nel fango denso e rugginoso, | i cavalli affondano fino alle staffe, | ma mi trascinano come un'assonnata Potenza. | Rammollita e turgida per il sonno. || Come sette ricche lune | si leva sul mio cammino – | l'uccello Gamajun[2]| mi infonde la speranza! || Rammendo con rattoppi d'oro, – | se ho brandelli affinati fino al sangue, – | l'animo, turbato da perdite e sperperi, | l'animo, logoro per i boati, | perché il Signore lo scorga più spesso! (Vladimir Semënovič Vysockij)
  • Nella mentalità russa il concetto di rispetto è molto legato a quello di paura. (Boris Bondarev)
  • Nella Russia d'oggi [del 1959], le idee sono blocchi rifilati a macchina e prodotti in colori uniformi; la sfumatura è dichiarata illegale, l'interstizio murato, la curva ridotta rozzamente a gradino. (Vladimir Nabokov)
  • Nel mio Paese, durante l'impero sovietico come anche adesso, le parole non significano quello che dovrebbero significare, ma quello che il potere vuole che significhino. (Michail Pavlovič Šiškin)
  • Non c'è un "popolo russo". Non esiste una cosa simile. Non so quanti russi ci siano in Russia. Penso che siano circa 1/200esimo del numero delle persone che sono in Siberia, in quella zona geografica. Il resto di loro sono tartari e mongoli e slavi e "Dioaiutaci"! Ora questi svitati vanno in giro a dire "Il popolo! Il popolo!" Che balordi! (L. Ron Hubbard)
  • Non si può capire la Russia con la mente | nella Russia si può solo credere. (Fëdor Ivanovič Tjutčev)
  • Per me la Russia è Europa, ma nei panni europei si sente un po' a disagio. Deve trovare un paio di pantaloni che le vadano bene. Oggi anche le donne, dopotutto, portano i calzoni. (Adam Michnik)
  • Per settant'anni la Russia ha vissuto separata dall'Europa. Quando è crollata l'Urss abbiamo sperato che ci potesse essere una riconvergenza con l'Europa e i valori dell'Occidente. Ma questo processo è per ora fallito: la ferita impressa dal Diciassette non è stata ricomposta. (Andrea Graziosi)
  • Povera Russia "arretrata", come la definiva l'Occidente! Eppure, in quella Russia arretrata, fin dalla fine del secolo XIX lo zemstvo manteneva e sosteneva gli ospedali per i contadini; questi, che costituivano la più grande parte della popolazione russa, vi erano curati gratuitamente. [...] In effetti la povera Russia arretrata aveva liberato i servi della gleba nel 1861, parecchi anni prima che gli Stati Uniti concedessero ai negri i diritti civili. (Varvàra Dolgorouki)
  • Quando penso alla Russia penso al dolore: non solo ai drammi, ma anche alle miserie di ogni giorno. (Enzo Biagi)
  • Quando sei cresciuto negli Stati Uniti ti mettono in testa che la Russia è quella che ti vuole bombardare, che sono dei selvaggi bruti etc. etc. La situazione è fortunatamente cambiata e questo ci ha permesso di suonarci. Siamo stati contenti e credo si siano divertiti anche loro. Era un posto magnifico e ci sono entrate almeno 100.000 persone. Mi piacerebbe tornarci. (Flea)
  • Se la questione ebraica verrà risolta in Russia essa sarà risolta per metà in tutti i paesi. (Emigranti ebrei dalla Russia quasi non ce ne sono ancora, ci sono piuttosto immigranti ebrei). Il fideismo delle masse sta diminuendo a rapidi passi, le solide barriere della religione stanno cadendo, le più fragili barriere nazionali le sostituiscono con difficoltà. Ammesso che questo processo continui, l'epoca del sionismo passerà, come l'epoca dell'antisemitismo – e così pure, forse, quella dell'ebraismo. Alcuni saranno contenti, altri si rammaricheranno. Ma tutti dovrebbero guardare con rispetto come un popolo venga liberato dall'umiliazione di soffrire e un altro popolo dall'umiliazione di infliggere la sofferenza; come la vittima sia riscattata dal suo tormento e l'aguzzino dalla maledizione, che è peggio di qualsiasi tormento.
    È questa una grande impresa della rivoluzione russa. (Joseph Roth)
  • Se un russo va a Parigi, sa dove va: va in Europa. Se va a Pechino, sa dove va: va in Asia. Il suo problema è che non sa bene da dove viene. La Russia cos'è? Forse per capirlo dovrebbe accettare la sua natura femminile. Si dice Santa Madre Russia, eppure per gran parte della sua storia ha aspirato a diventare uomo. Vuole cambiare sesso. Porta la gonna, ma vuole i pantaloni. (Viktor Vladimirovič Erofeev)
  • Si può dire veramente che la Russia non è raggiungibile con l'intelletto, né misurabile con alcuna teoria di dottrine e di scuole. Ognuno crede nella Russia a modo suo e ognuno trova nell'essenza della Russia, piena di contraddizioni, dei fatti per confermarlo nella sua fede. Ci si può avvicinare alla scoperta del mistero chiuso nell'anima russa, solamente riconoscendo la sua molteplicità e la sua cupa contraddittorietà. (Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev)
  • 'Sti cazze 'e russe: stanne chine 'e sorde e cattiveria... e se penzano ca basta chille pe' cumanna'... e se penzano malamente, ce vo' chesta! [indicandosi la testa] Tengono ancora 'nu sacco 'e strada 'a fa'. (Gomorra - La serie)
  • I russi sanno battersi bene solo a due condizioni: a) quando difendono la propria terra e b) quando al tempo stesso hanno alle spalle i reparti di sbarramento.
    Ma non sono capaci di impadronirsi delle terre altrui.
    Le possono sommergere di cadaveri, questo sì, ma per farlo è necessario che l'avversario sia debole, oppure poco numeroso, in modo che proprio fisicamente non sia in grado di neutralizzare la montagna di rottami che gli viene scagliata contro.
    Così è successo in Cecenia, così è stato in Georgia. E lo stesso è accaduto in Afghanistan, dove l'avversario, tanto per dire, era estremamente debole, ma non così poco numeroso; e comunque ci sono voluti dieci anni e un milione di vittime afghane per finire la guerra. E, nonostante tutto, l'hanno persa.
    Dovunque incontrino resistenza i russi iniziano a sfaldarsi. Non capiscono perché si trovano in quel luogo a combattere, per quale motivo, che diavolo di bisogno ne hanno loro.
  • In realtà, i russi non vanno fieri di niente. La Russia è una nazione pervasa da una mentalità assolutamente sovietica: chiudere gli occhi e proseguire oltre. Sempre. Far finta di non aver visto nulla. Urlare durante i comizi quanto impone il partito e, dopo la manifestazione, dirne peste e corna tra compagni, bevendo vodka dietro il garage. Perciò il russo, pur non andando in realtà fiero di nulla, si mostrerà ostentatamente orgoglioso di quello che gli verrà detto dalla zombo-tivvù. A seconda di quanto gli verrà indicato, sarà fiero della vittoria nella Grande guerra patriottica, della Crimea, di Trump... E se gli diranno «Obama», andrà orgoglioso pure di Obama.
  • La gloria delle armi russe. A un esame attento, molte imprese diventate in seguito leggendarie danno, per così dire, adito a interrogativi. Durante la marcia attraverso le Alpi, Suvorov addirittura abbandonò i suoi soldati feriti. I ventotto eroi di Panfilov banalmente non sono proprio esistiti. Il duello tra Peresvet e Čelobej è una pura e semplice favola. La battaglia di Borodino fu una vittoria davvero unica, dal momento che i russi nel difendersi subirono più perdite dei francesi che attaccavano, abbandonarono il campo, continuarono a ritirarsi e in ultimo consegnarono Mosca al nemico. La testa di ponte sul fiume Neva venne disseminata di cadaveri proprio senza alcun senso. La difesa della fortezza di Brėst è un mito. Non c'è stata nessuna «Strage sul ghiaccio»: si è trattato di una scaramuccia presso non so che ponte che attraversava un fiumiciattolo, scontro a cui hanno partecipato in totale ventisei cavalieri russi, venti sono stati uccisi e sei presi prigionieri. A comandare il drappello, con ogni probabilità, era Andrej, il fratello di Aleksandr, per cui anche l'eroico Aleksandr Nevskij, quale ci è stato descritto dalle leggende, verosimilmente non è mai esistito nella realtà. La battaglia di Kulikovo non si è svolta né come né dove né allo scopo narrato. Pietro I è scappato da Narva, abbandonando l'esercito, e per la fifa si è sbronzato alcuni giorni di fila. Nessun Oleg ha inchiodato alcuno scudo alle porte di Car'grad, tanto più che questo Oleg nemmeno è mai esistito. Svjatoslav, invece, sì, è vero, in effetti ha sbaragliato la Cazaria. C'è però un «ma»: la Cazaria era uno Stato di religione ebraica con un esercito composto da mercenari musulmani. E dopo la Cazaria ha sbaragliato anche la Bulgaria, insediandosi a Preslav e considerando appunto quella città il «centro della sua terra». Ecc., ecc., ecc.
  • La nazione russa, incapace di empatia, è anche incapace di provare orgoglio. L'orgoglio è sempre legato indissolubilmente alla vergogna. E se non si è in grado di sentire vergogna, non si è neppure capaci di provare orgoglio.
  • La Russia è una nazione costantemente in guerra. A partire dall'invasione napoleonica, siamo stati coinvolti in conflitti più o meno importanti in media una volta ogni venticinque anni. Ossia, la guerra è toccata in sorte a ogni generazione del nostro Paese. In virtù di questo, è entrata nel codice genetico della nazione, ha modificato i nostri geni. E nel nostro «ospedale» la percentuale di portatori di questo virus è ben più alta della media.
  • Per troppo tempo da queste parti si è distrutto tutto quello che si innalzava anche solo di due dita sopra una bottiglia di birra Žigulëvskoe. Troppo a lungo, per secoli, è stato annientato nella nostra etnia il gene dell'amore per la libertà, dell'anticonformismo, dello spirito di iniziativa, dell'operosità, del dissenso, dell'indipendenza di pensiero, dell'analisi critica delle informazioni. E anzi, negli ultimi cento anni, è stato proprio estirpato a colpi di falce.
  • Siamo un Paese che non prova orgoglio per quanto è davvero accaduto. E che va fiero di tutte le fandonie che si è inventato riguardo alla propria grandezza. [...] Solo i Paesi che vivono nella realtà diventano davvero grandi. Quelli che conoscono per intero il proprio passato – sia gli aspetti luminosi sia quelli oscuri della propria storia –, che si rendono conto degli errori e adottano misure per evitare di ripeterli in futuro. La grande Germania è diventata tale solo dopo che per vent'anni è stata forzata a tornare alla realtà.
    Lo stesso accadrà anche alla Russia. Indubbiamente. Si è sempre trovato il rimedio contro valori tradizionali ed eccessi di spiritualità. Anche questo Paese verrà guarito. Sarà senz'altro spinto a tornare alla realtà. E verrà costretto, sì, costretto a studiare la propria vera storia. Solo che si tratterà di una cura dolorosa.
    Ma, per il momento, continuerà a provare un mitico ed etilico orgoglio per il suo cromosoma in più.
  • Anche nel sogno sei strana. | Non toccherò la tua veste. | Sonnecchio – e dietro il sopore è il mistero, | e nel mistero tu riposi, Rus'.
  • O misera mia terra, | che significhi tu per il cuore?
  • Russia, misera Russia, | per me le grigie tue isbe, | per me le tue canzoni al vento sono | come le prime lacrime d'amore!
  • La guerra ci ha riportati alle nostre radici, ci ha fatto ricordare che cosa significa essere russi. Siamo di nuovo forti, di nuovo temuti, e per un russo questo significa una sola cosa: finalmente siamo di nuovo al sicuro!
  • La Russia, la mia Russia, non era altro che un casino apolitico. Vivevamo nel caos e nella corruzione, campavamo alla giornata. Nemmeno l'esercito era un bastione del patriottismo; era un posto dove imparare un mestiere, procurarsi da mangiare e da dormire, e magari tirare anche su un po' di soldi da mandare a casa quando il governo decideva che era opportuno pagare i soldati. «Giuramento di proteggere la madrepatria»? Queste non erano parole della mia generazione. Si sentivano dai vecchi veterani della Grande Guerra Patriottica, quei derelitti fuori di testa che un tempo assediavano la Piazza Rossa con le loro lacere bandiere sovietiche e le sfilze di medaglie appuntate alle loro uniformi scolorite e mangiate dalle tarme. Quella frase sul dovere verso la madrepatria era una barzelletta.
  • Mi ricordo che stavo accanto a questo tizio, Sergei, un miserabile, enorme figlio di puttana con la faccia triste. Le sue storie su come era cresciuto in Russia mi avevano convinto che non tutte le cloache del Terzo Mondo dovevano essere ai tropici.
  • Avete mai visto una serie tv russa? Raffigura solo degli sfigati o gente spietata: in sostanza, è solo spazzatura.
  • [«Quali dovrebbero essere i confini della Russia?»] Dovrebbero crescere, continuare a crescere. [...] Dovrebbero continuare a crescere fino al momento in cui non possono più espandersi. Abbiamo conosciuto momenti in cui non siamo riusciti a crescere, siamo caduti, e poi, ogni volta, cresciuti di più. Il nostro Impero è un cuore pulsante. Penso che l’Eurasia sia il nostro limite naturale. Non toccheremo l’Inghilterra o l’Europa occidentale.
  • La Russia oggi è il baluardo che oppone l’identità collettiva alla globalizzazione, che è un’universalizzazione della missione protestante: è la vecchia sfida tra la potenza del mare e la potenza della terra, in un nuovo scenario.
  • La Russia può essere un punto di appoggio per la restaurazione europea, siamo più europei noi russi di questi europei. Siamo cristiani, siamo eredi della filosofia greca.
  • Ei tu, Rus', amata mia, | capanne – e icone incorniciate... | non si vede né limite né fine – | solo l'azzurro che succhia gli occhi. | Come un pellegrino che passa, | io guardo i tuoi campi. | E presso i bassi confini | sonoramente seccano i pioppi. | Odora di mele e di miele | nelle chiese il tuo mite Salvatore.
  • O Russia, terra color lampone | e azzurro caduto nel fiume, | amo fino alla gioia, fino al tormento | la tua tristezza di lago.
  • O mia patria d'oro! | In autunno lucente cattedrale!
  • Solo te posso amare, Russia, | mio dolce paese | che hai gioia breve e violenta | nelle sonore canzoni di primavera sui prati.
  • I legami commerciali, culturali e politici della Russia con altri stati e nazioni europei hanno radici profonde nella storia. Noi siamo europei. La vecchia Russia era unita all'Europa dal cristianesimo, della cui venuta sulla terra dei nostri avi l'anno prossimo si celebrerà il millenario. La storia della Russia è parte integrante della grande storia europea.
  • La nostra gente ha sempre posseduto la capacità intrinseca di distinguere la differenza tra le parole e i fatti. Non è strano che i racconti popolari russi si facciono beffe di coloro che amano lo sfarzo e l'esteriorità; e la letteratura, che ha sempre avuto un ruolo molto importante nella vita spirituale del nostro paese, è spietata nei confronti di ogni manifestazione d'ingiustizia e di abuso del potere.
  • La nostra letteratura e la nostra musica hanno attraversato tutti i dispotismi, sono sopravvissute agli zar e ai bolscevichi. Il materialismo non fa per noi. Nel nostro carattere ci sono gli spazi immensi della Russia.
  • La Russia [...] è un paese antico con una sua storia unica, caratterizzata da ricerche, trionfi e avvenimenti tragici. Ha dato al mondo molte scoperte e molti personaggi famosi.
  • Se guardiamo la storia, vediamo che nonostante tutti gli sforzi nessuno è mai riuscito a mettere in ginocchio la Russia. Ricordiamo Napoleone, ricordiamo Hitler. Nessuno è riuscito a farlo.
  • Il conferire un carattere sacro al potere è sempre stato, infatti, uno dei canoni della cultura politica russa. Fino a metà del XIX secolo i ritratti dello zar, in quanto santo, erano appesi nelle chiese. Una tradizione che i bolscevichi sono stati ben felici di ereditare.
  • Nella storia contemporanea è la Russia ad aprire il XX secolo con la rivoluzione del 1905, ed è sempre la Russia a chiuderlo con la rivoluzione sfociata nella caduta dell'Urss del 1991.
  • Novgorod era una città democratica, governata dal popolo, aperta al mondo, in continuo contatto con ogni parte d'Europa; invece Mosca, espansionista, impregnata di influssi mongoli e ostile all'Europa, stava lentamente entrando nella buia era di Ivan il Terribile. Se la Russia avesse seguito la via novgorodiana, sarebbe potuta diventare uno stato diverso da quello capeggiato da Mosca. Ma le cose andarono altrimenti.
  • È dalla servitù della gleba che derivò quell'impotenza del popolo russo a rigenerarsi, come tutti gli altri popoli, nel superamento – che è oblìo – del passato. La rigenerazione doveva assumere altra forma. Quanto più forte era il grido degli uomini politici e dei riformatori sociali: dimenticare, distruggere il passato, – tanto più forte diveniva il bisogno di riviverlo in sé, accettarlo e redimersi con l'accettazione. Di qui, moralmente nasceva il problema della colpa, e socialmente quello della rigenerazione del genere umano. Il problema morale era così un problema sociale e questo a sua volta ritornava morale. Ecco perché il problema politico, cioè – quale debba essere la forma di governo, con tutti gli altri problemi che ne derivano – il quale di solito è una soprastruttura del problema sociale – in Russia non poteva esistere nella sua enunciazione semplice ed elementare, ma doveva essere con quello sociale strettamente, profondamente legato.
  • Il Berdiàief che allo studio dell'anima russa ha dedicato un intero saggio, pieno di preziose ed interessantissime considerazioni, dice che la radice delle profonde contraddizioni dell'anima russa, è nella mancanza di armonia tra le qualità virili e quelle femminili dello spirito e del carattere russo.
  • Il giogo tartaro fu la più terribile delle sciagure che poteva subire un popolo, e contribuì indubbiamente a mutare la linea di sviluppo delle qualità caratteristiche della personalità russa, quale essa si era già formata nei primi suoi secoli di esistenza.
  • Una voce di poeta[3], alta, solenne, quasi minacciosa, ci ammonisce che non si può comprendere la Russia con l'intelletto, che non si può misurare la Russia con una misura comune, perché essa ha una statura sua particolare, che nella Russia si può soltanto credere.
  • La violenza è penetrata nella carne e nel sangue della società russa, è diventata la matrice di una collettività costruita su gerarchie e sottomissioni, sulla sottrazione e la distribuzione delle risorse in cui la forza bruta è ben al di sopra della morale e il potere vince sul diritto.
  • Le relazioni tra lo Stato e la popolazione in Russia non si sono mai basate su modelli civili o repubblicani, ma su modelli coloniali e di sfruttamento. Le persone erano considerate risorse naturali per raggiungere gli obiettivi strategici dello Stato.
  • Si tratta di una società paternalistica e dipendente, dove per secoli lo Stato ha rimosso la responsabilità dall'individuo, e tuttavia dove la vita era esposta a molteplici rischi, dal clima rigido alle guerre, dalla criminalità dilagante all'oppressione da parte dello Stato. Di conseguenza, l'individuo ha sviluppato un atteggiamento disprezzante nei confronti della vita, sia della propria che di quella degli altri. Ciò spiega i miti che sono sorti sull'audacia e sul coraggio dei russi; ma è anche fonte di incoscienza, di mancanza di rispetto per le regole e di abitudini suicide tra la popolazione.
  • Il popolo russo è meraviglioso. Di primo acchito non è molto accogliente, ma devo ammettere che questo mi piace. Sono persone complicate che amano filosofare. E anche a me piace farlo. Trasformano qualsiasi sciocchezza in una questione esistenziale e cominciano a discutere del futuro del paese. Io faccio lo stesso. Una volta ho descritto la Meravigliosa Russia del Futuro come un Canada metafisico: un ricco paese del nord a bassa densità di popolazione dove tutti vivono bene e sono ossessionati dai dibattiti filosofici.
  • Nel corso della storia, la Russia ha avuto dapprima gli zar, poi gli imperatori, poi i segretari generali, poi i presidenti, e tutti sono stati autoritari. Non possiamo andare avanti così.
    Il nostro compito è spezzare questo infinito circolo vizioso grazie al quale, ciclicamente, chi assume il potere lo trasforma in autoritarismo.
  • Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi.
  • Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi la Russia ha avuto un incremento militare costante e la sua pressione espansionistica è stata inesorabile. Mosca ha pescato assiduamente nelle acque torbide rimaste dopo lo smantellamento dei vecchi imperi coloniali. Ha isolato Berlino, fomentando rivoluzioni nell'America latina, in Asia e in Africa, aiutato le aggressioni compiute dalla Corea del Nord e dal Vietnam del Nord. Ha addestrato ed appoggiato formazioni di guerriglieri, ha impedito lo svolgimento di consultazioni elettorali, ha abbattuto aerei disarmati, patrocinato colpi di Stato, ucciso profughi, incarcerato dissidenti. Ha minacciato, inveito, tollerato abusi, cospirato, rovesciato sistemi, usato metodi di corruzione, di intimidazione, di terrore; ha ingannato, rubato, torturato, spiato, ricattato, assassinato: tutto in attuazione di una premeditata politica nazionale.
  • In guerra e in pace stragi spietate sono state elemento onnipresente della pratica russa. Capacità di sopportare sofferenze possono insieme rendere una nazione ambiziosa e minacciosa.
  • L'esercizio brutale del potere assoluto, l'asservimento del singolo allo Stato, lo spietato assoggettamento di tutte le risorse ai fini dello Stato, l'idea della guerra costante, ininterrotta: tutte queste cose hanno profonde radici nel passato russo, nel terrore del dominio mongolo e nell'amara necessità di combattere le orde tartare.
  • La Russia non è stata mai potenza non espansionistica. Né, se si eccettuano i pochi mesi del 1917, è stato mai uno Stato non autoritario o non totalitario. Non esiste tradizione di libertà interna o di non aggressione esterna. L'espansione territoriale è per la Russia naturale come per il leone andare a caccia o per l'orso cercare pesci.
  • Così vanno le cose in Russia: se ammazzi qualcuno sei degno di rispetto.
  • Il nostro paese ha un passato segnato da un profondo servilismo, tutti hanno l'abitudine di allinearsi allo zar, il nostro grande padre. Tutto ciò che dice, fa o sottintende il capo serve da punto di riferimento quanto a comportamento da adottare, a idoli da adorare. Basta che dica: "Salva la Russia: uccidi un giudeo", e cominceranno persecuzioni antisemite. Se dice: "Amo gli ebrei, i colpevoli di tutto sono i caucasici", noi lasceremo tranquilli gli ebrei, il Cremlino si riempirà di rabbini che si estasieranno per l'estirpazione totale dell'antisemitismo (come è successo nella primavera del 2002) e noi cominceremo a trovare nuovi capri espiatori nella persona dei nativi del Caucaso, distruggeremo i loro negozi, i loro chioschi, i loro mercati. E la milizia si guarderà bene dal reagire a questi abusi. Così è il nostro paese. Il nostro destino è la schiavitù. E anche il nostro feticcio, perché ci piace essere schiavi. È il sogno della "schiacciante maggioranza", che la vede come la forma più comoda di esistenza.
  • La Russia è un paese di gente particolare: siamo temprati come nessuno nella lotta contro un potere che ci calpesta di continuo. Ma ogni tanto, quando le forze per lottare si esauriscono, il potere ne approfitta e ti divora.
  • Ogni epoca ha i suoi cosiddetti nei. Quello di Brežnev era il cinismo. Con El'tsin sono stati lo scaricabarile e un piglia piglia diffuso. Quella di Putin è un'epoca di vigliacchi.
  • Un atteggiamento tipicamente russo. Non guardare in faccia la realtà per non preoccuparsi, per non pensare al peggio, alla tempesta che incombe. Non analizzare la realtà, non entrarci nemmeno in contatto. Fino al primo colpo. Fino al primo orrore.
  • Alla Russia - a noi - danno continuamente lezioni di democrazia. Ma per qualche ragione quelli che ci insegnano non vogliono imparare loro stessi.
  • Dobbiamo considerare che da sempre in Russia il potere statale è stato estremamente centralizzato. È una caratteristica che si iscrive praticamente nel codice genetico del paese, nella sua tradizione e nella mentalità del popolo.
  • Ho già detto molte volte come vorrei vedere la Russia. Lo dico di nuovo: deve essere orientata al futuro, essere molto moderna, il sistema politico deve essere flessibile, l'economia deve fondarsi sulle tecnologie avanzate, la produttività del lavoro deve moltiplicarsi.
  • Il campo di battaglia a cui il destino e la storia ci hanno chiamato è il campo di battaglia per il nostro popolo, per una grande Russia storica. Per una grande Russia storica, per le generazioni future, per i nostri figli, nipoti e pronipoti. Dobbiamo proteggerli dalla schiavitù, dai mostruosi esperimenti che cercano di paralizzare le loro menti e le loro anime.
  • La Russia da tempo non è più un pezzo dell'Unione Sovietica frantumata, ma una nazione sicura di sé, con un radioso futuro e una popolazione splendida.
  • La Russia è stata e resterà una grande potenza. È un fatto determinato dalle sue caratteristiche intrinseche, dalla sua posizione geografica, economica e culturale. Questi aspetti hanno determinato la mentalità dei russi e la politica del governo per tutto il corso della nostra storia e non possono che continuare ad agire oggi.
  • La Russia non deve giustificarsi per la sua storia, tantomeno va ammesso che qualcuno ci imponga il sentimento della colpevolezza. [...] Che pensino piuttosto a loro stessi. Noi sappiamo quel che è avvenuto. Non lo dimenticheremo. Ogni stato ha nella propria storia pagine problematiche. Noi, tutto sommato, ne abbiamo avute meno degli altri.
  • Naturalmente la Russia è un paese particolare, ma facciamo parte della cultura europea occidentale. Non importa dove la gente del nostro paese viva, nelle estreme zone orientali o nel sud: siamo comunque europei.
  • Nel corso di mille anni, la Russia ha sviluppato una cultura unica di interazione tra tutte le religioni del mondo. Non c'è bisogno di cancellare nulla, siano valori cristiani, valori islamici o valori ebraici. Abbiamo anche altre religioni del mondo. Tutto quello che devi fare è rispettarti a vicenda. In alcune delle nostre regioni – lo so solo in prima persona – le persone celebrano insieme le festività cristiane, islamiche, buddiste ed ebraiche e si divertono a farlo perché si congratulano e sono felici l'una per l'altra.
  • Sono orgoglioso della Russia. Abbiamo molto di cui essere orgogliosi. Ma non abbiamo una specie di feticcio per la superpotenza della Russia sul palcoscenico mondiale.
  • Dopo la grande prova storica dell'invasione dei mongoli e dei tartari, che ha duramente provato il paese, nel momento del Granducato di Moscovia la Russia comincia a crescere, fino a diventare poi un impero. Questo accade su una scala geograficamente colossale. Ancora oggi, la Russia, nonostante le numerose mutilazioni, è di gran lunga lo stato più grande al mondo. E questo allargamento dello stato russo è sempre avvenuto a spese di imperi declinanti, quelli che circondavano prima il Granducato di Moscovia e poi lo stato dello Zar. Questi imperi declinanti erano l'impero cinese, l'impero persiano e l'impero ottomano. Erano i tre grandi imperi che si erano spartiti l'Asia. Quando cominciano a declinare, la Russia inesorabilmente. Che tipo di identità può dare lei a un paese che ogni decennio ingloba centinaia e centinaia di persone appartenenti a stirpi e a gruppi nazionali differenti?
  • La Russia è troppo grande e troppo scarsamente popolata per adattarsi felicemente a un sistema in cui si discute, si litiga, si fanno battaglie civili per la conquista di nuovi diritti e si accetta volentieri, per il gusto della libertà, quel margine di litigiosità e instabilità che è quasi sempre il prezzo della democrazia. La Russia è troppo patriottica e sospettosa del mondo esterno per non apprezzare lo stile di un leader che vuole riconquistare il prestigio del suo Paese nel mondo.
  • La Russia, soprattutto dopo il declino di Bisanzio, si è sempre considerata erede di quella grande tradizione bizantina. Però le popolazioni che fanno parte dell'impero russo sono di straordinaria varietà etnica: ci sono gli armeni, i georgiani, gli uzbeki, i turcomanni, e tanti altri. Inoltre nei confronti di questi popoli la Russia non si è mai comportata come potenza coloniale. È autoritaria, e certamente impone la sua autorità con grande durezza, però i suoi cittadini non russi hanno sempre ottenuto le cariche più alte.
  • Patria e fede sono in Russia i due volti di una stessa medaglia.
  • È un paese che sta cercando di riconquistare un orgoglio imperialista, un primato nel mondo. Ma ho l'impressione che non sappiano neanche loro cosa devono fare esattamente. Io credo che se i russi decidessero di avere relazioni più moderne con i loro vicini potrebbero tornare a essere di nuovo grandi.
  • La Russia è un paese con un grande orgoglio nazionale, vogliono essere riconosciuti, presi in considerazione.
  • Non si capisce perché qualsiasi problema russo debba diventare un problema nostro.
  • È più facile cambiare il mondo che la Russia.
  • Il «dvoevlastie», il potere sdoppiato, è una caratteristica costante della vita russa: due forze, non sempre in contrasto fra loro, ma coesistenti in sedi separate, fanno scaturire la decisione politica o con il mutuo consenso, o sfruttando la momentanea debolezza della controparte.
  • La Russia ha sempre conservato un rapporto speciale con il potere, visto come una sorta di padre collettivo, amato anche quando si mostrava, come spesso accadeva, duro e crudele.
  • La Russia non è un paese lineare. La modernizzazione è avvenuta a tappe forzate. E il sottofondo zarista non è mai stato del tutto cancellato. Questo significa che le menti più sveglie difficilmente sanno adattarsi alla situazione.
  • Soltanto cinque generazioni fa, fu abolita in Russia la servitù della gleba. Due generazioni hanno tentato di appropriarsi in ritardo dei metodi occidentali, le ultime tre generazioni sono ripiombate nel rapporto antico. Il contadino nei secoli aveva accolto nel suo codice genetico l'idea che si lavora non per se stessi ma per il padrone. È mancata al russo la scuola della responsabilità personale, del rischio, del mercato.
  1. Riferendosi alle catene ai piedi dei deportati.
  2. Gamajun, Sirin e Alkonost sono uccelli magici e saggi tipici delle favole russe. Cfr. Vladimir Vysockij / Il teatro della voce, in Poesia, p. 38, nota 1.
  3. Tiutcef (1803-1873) [N.d.A.]

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