Imperialismo russo

Citazioni sull'imperialismo russo o colonialismo russo.

Espansione territoriale russa lungo la storia

Citazioni

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  • Fino a quando la Russia non rinuncerà alla sua politica imperiale non smetterà di sottomettere i popoli e questo avverrà indipendentemente da chi sarà al Cremlino. (Achmed Zakaev)
  • I russi sono stati educati in una visione imperiale della Russia secondo la quale loro sono i fratelli maggiori delle nazioni slave e gli ucraini sono i fratelli minori, inferiori; e poi la propaganda ha fornito sostegno a quell'idea che è parte della memoria nazionale: se l'Ucraina rompe i legami con il fratello maggiore, entra nella sfera occidentale e assume un significato anti-russo. (Orlando Figes)
  • Il paradosso a cui assistiamo è quello di Paesi ex coloniali che giustamente condannano il colonialismo occidentale del passato e le sue conseguenze presenti ma non condannano, e in alcuni casi attivamente sostengono, il neo-colonialismo di Mosca. Diventata addirittura il loro faro. (Boris Bondarev)
  • La Russia non si è mai comportata come potenza coloniale. È autoritaria, e certamente impone la sua autorità con grande durezza, però i suoi cittadini non russi hanno sempre ottenuto le cariche più alte. (Sergio Romano)
  • La Russia, nonostante sia stata dipinta spesso come democratica, continua a essere un impero che distrugge la voglia di indipendenza, distrugge le altre nazionalità portando avanti una politica di russificazione dell'impero. (Achmed Zakaev)
  • La storia della Russia è stata costruita intorno alla brama di espansioni territoriali e ambizioni imperiali fin da quando la Moscovia si è costituita come impero: prima ancora di trasformarsi nella Russia dell'accezione più moderna. (Vladislav Inozemcev)
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Pensare che questa ultima fase del genocidio ucraino sia opera esclusiva dell'attuale capo del Cremlino vuol dire non conoscere la storia dell'imperialismo russo né la famigerata cultura coloniale dei russi in generale e in particolare rispetto agli ucraini. (Christian Rocca)
  • Penso che l'unico futuro possibile per la Russia sia la democrazia. Le alternative hanno fatto il loro tempo. Perseverare nell'esperimento imperialistico è la strada maestra per gli scontri sociali e la distruzione del Paese. (Il'ja Jašin)
  • [«Quali dovrebbero essere i confini della Russia?»] Dovrebbero crescere, continuare a crescere. [...] Dovrebbero continuare a crescere fino al momento in cui non possono più espandersi. Abbiamo conosciuto momenti in cui non siamo riusciti a crescere, siamo caduti, e poi, ogni volta, cresciuti di più. Il nostro Impero è un cuore pulsante. Penso che l'Eurasia sia il nostro limite naturale. Non toccheremo l'Inghilterra o l'Europa occidentale. (Aleksandr Gel'evič Dugin)
  • Questa è la storia plurisecolare dell'imperialismo russo, l'unico sulla faccia della terra mai redento, mai pentito, mai liberatosi del peccato originale. È come se l'Italia oggi pretendesse militarmente, politicamente e culturalmente di riprendersi l'Abissinia o la Libia o l'Albania, inquinando con fake news e infarcendo di agenti del caos una narrazione predatoria per convincere il resto del mondo che quelli sarebbero territori nostrani, che ci spetterebbero sin dai tempi dei romani e della grande tradizione culturale del Fascismo, e che gli abitanti delle ex colonie non avrebbero nessun diritto, nemmeno quello all'esistenza. (Christian Rocca)
  • Se l'imperialismo russo avesse un volto, sarebbe quello di Medvedev. Un piccolo uomo con grandi insicurezze, che sprizza veleno verso l'Ucraina o minaccia il mondo come unico modo per affermarsi. (Mychajlo Podoljak)
  • Vorrei che l'umanesimo fosse la base, il fondamento del potere in Russia. Dopotutto noi russi siamo sempre, di generazione in generazione, rimasti aggrappati al passato imperiale e a sogni geopolitici. (Il'ja Jašin)
  • È forse giunta l'ora di avanzare il sospetto, senza gridarlo troppo forte, che non è mai esistita una "guerra fredda" fra capitalismo e comunismo. [...] Era la guerra della mentalità imperiale russa contro l'Occidente e quella guerra non fu mai chiusa.
  • La Russia, comunque vari il suo nome da impero zarista a Unione Sovietica a Federazione, considera se stessa non come una nazione, ma come un Impero; tutte le azioni militari svolte in un secolo sono state sempre aggressive e mirate allo scopo di allargare l'Impero e impedire che altri Paesi limitrofi potessero organizzare una difesa militare sufficiente per resistere ai sussulti espansivi della Russia.
  • Nella mentalità russo imperiale, una tale porzione di terra emersa ha bisogno che i suoi vicini siano sudditi sottomessi e che costituiscano zone d'influenza e Stati cuscinetto.
  • Alziamo la voce - i soggetti coloniali passati e presenti dell'impero russo - perché i nostri antenati subirono ciò che gli ucraini stanno subendo oggi. Nessuno alzò la voce per i nostri antenati. Noi dobbiamo alzare la voce per gli ucraini oggi.
  • L'identità nazionale russa moderna rimane saldamente radicata nell'idea di una sacra missione imperiale che percepisce la Russia come una civiltà unica, impegnata in un'eterna lotta contro vari nemici stranieri costruiti. [...] Il senso di missione imperiale che pervade la moderna società russa ha contribuito a coltivare valori di sacrificio e obbligo a scapito dei diritti umani individuali. Molti russi danno per scontato di essere destinati a governare su altre nazioni e interpretano il loro colonialismo come fondamentalmente benevolo, anche quando è ovviamente sgradito. Le vittime della Russia devono essere liberate, che lo vogliano o no.
  • L'innocenza imperiale russa è la profonda fede nella propria sacralità, vittimismo e bontà. Questa lente di innocenza consente di trascurare la violenza culturale, fisica e politica utilizzata per sostenere le relazioni coloniali con molte persone all'interno della Federazione Russa, ma anche con i vicini.
    Sfortunatamente, non esiste un solo pensatore o filosofo anticoloniale, la Russia non ha prodotto un solo intellettuale, e non esiste un solo testo anticoloniale che possa essere un documento morale, un testo morale per il futuro della Russia. Ciò che abbiamo sono testi morali coloniali.
  • La fissazione per l'espansione e il controllo regionale ha impedito alla leadership russa e ai russi di sviluppare le virtù civiche della democrazia e dei diritti umani. El'cin e Putin si sono attenuti alla formula del dominio territoriale per rivendicare lo status di superpotenza, fallendo nel promuovere un sistema politico ed economico attraente per attrarre i vicini. Le guerre di El'cin e Putin contro la Cecenia, e le successive invasioni, furono fondamentali per impedire questa transizione.
  • La Russia può diventare democratica solo dando priorità ai diritti umani e alla democrazia rispetto all'imperialismo. Poiché l'ultima possibilità della Russia di sfuggire alla brutale eredità imperiale è venuta meno con le guerre contro la Cecenia, garantire i diritti del popolo ceceno è essenziale per ripristinare i diritti umani e garantire l'antimperialismo come valore russo.
  • Le discussioni sull'imperialismo russo sono da tempo state trascurate, mentre gli imperialismi americani, britannici e francesi sono stati studiati attentamente ed esaustivamente. Ciò ha molto a che fare con il modo in cui il mondo accademico occidentale e, in una certa misura, le élite politiche hanno scelto di affrontare l'Unione Sovietica e la sua eventuale dissoluzione.
  • Non sappiamo cosa possa rendere umili i russi e indurli alla modestia per considerare gli altri come eguali, apprezzare gli altri, porre fine al colonialismo. La cultura non fornisce molto spazio per i non-russi dignitosi. Non possiamo fare affidamento sul loro risveglio, anche se glielo auguriamo.
  • Per capire la Russia, bisogna ascoltare coloro che hanno vissuto sotto il dominio coloniale russo. Per capire le colonie russe passate e attuali, è necessario ascoltare gli storici di questi luoghi e studiare le loro culture, lingue e storie, sia scritte che non scritte. Per apprezzare le vie d'uscita dalle dittature coloniali, è necessario studiare le trasformazioni riuscite di stati come l'Ucraina. Ciò richiederebbe di accantonare il mito della "nazione artificiale" e di vedere finalmente la Russia come un impero.
  • Per tutti quei soggetti ex coloniali russi, le cui linee di famiglia furono sterminate in genocidi, i cui nonni furono usati come carne da cannone, le cui culture erano umiliate e cancellate con la violenza, che affrontano costantemente il razzismo russo, ascoltare odi sulla sofferenza della Russia è doloroso.
  • Poiché la narrazione nazionale russa è storicamente basata sull'idea di nemici esterni – mongoli, musulmani e Occidente in senso lato – che devono essere sconfitti, ha acquisito una visione nazionale specifica che vede la sua espansione imperiale come la liberazione di se stessa e dei colonizzati dai nemici della Russia.
  • Prima del 1917, la Russia si presentava come un'orgogliosa potenza coloniale europea. Le sue guerre di conquista erano sanguinose e la loro rappresentazione è diventata parte della cultura coloniale russa. Pushkin parlava con orgoglio della violenza russa nel Caucaso e la sua poesia è stata importante per ancorare la Crimea colonizzata nell'immaginario nazionale russo.
  • Smantellare la mentalità imperiale della Russia non è un compito impossibile o pericoloso. Il percorso della Germania da una dittatura coloniale distruttiva alla democrazia è stato lastricato con l'accettazione da parte del governo della responsabilità delle atrocità del tempo di guerra.
  • Fatta eccezione per la Siberia, i russi non hanno operato insediamenti in terre disabitate. Né tali insediamenti hanno rappresentato proiezioni di dominio coloniale su popoli primitivi. Erano conquista e riduzione in schiavitù di antiche nazioni con cultura altamente progredita, identità definita e una lunga storia. Passo dopo passo fu creato il più vasto impero di quell'epoca. Occorrevano metodi imperiali per formarlo e governarlo. Essi furono cosa naturale per gli eredi dei mongoli, sovrani di un immenso territorio accidentato dove la schiavitù era la norma; la libertà era sconosciuta, e i "diritti umani" ignoti.
  • I russi non sono in Africa per "affrancare". Sono là per dominare, controllare, sfruttare, sostituire la vecchia supremazia bianca con una nuova supremazia bianca. Un governo coloniale bianco è sempre tale, sia Londra o Mosca a esercitare il potere.
  • La Russia non è stata mai potenza non espansionistica. Né, se si eccettuano i pochi mesi del 1917, è stato mai uno Stato non autoritario o non totalitario. Non esiste tradizione di libertà interna o di non aggressione esterna. L'espansione territoriale è per la Russia naturale come per il leone andare a caccia o per l'orso cercare pesci.
  • Adesso il concetto di "patriota" ha perso credito. Agli occhi di un numero enorme di persone il patriottismo russo è diventato sinonimo di imperialismo.
  • Chi ha condotto il nostro Paese nel baratro in cui si trova adesso, rappresenta ciò che è vecchio, decrepito, superato. Non hanno un'idea di futuro, ma solo immagini fasulle del passato, miraggi di "grandezza imperiale".
  • Noi dobbiamo mostrare la vera faccia di quest'impero e il prezzo pagato dalla nostra gente per la sua "grandezza".

Voci correlate

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