Parigi

capitale della Francia

Citazioni su Parigi e i parigini.

Il simbolo della città, la Tour Eiffel

Citazioni modifica

  • A Parigi, quando Dio fornisce una bella donna, il diavolo risponde immediatamente con un cretino che la mantenga. (Jules Amédée Barbey d'Aurevilly)
  • A proposito dei romani, quasi tutto ciò che hanno costruito è ora una rovina. Ma c'è un altro posto, una grande città che i romani eressero e che esiste ancora ai nostri giorni. È una città chiamata Parigi, in una terra chiamata Francia. Io l'ho visitata con l'imperatore Carlo Magno. Lagertha, mai hai visto in tutta la tua vita un luogo così, una simile città. (Vikings)
  • Avremo sempre Parigi. (Casablanca)
  • Che divenne il Parigi d'un altro tempo il Parigi ispirato che pensava, parlava, sfolgorava nello spazio, che gettava ogni giorno nel mondo un'opera nuova, una verità, un delitto, una scoperta?... Ohimè! La Francia non pensa più, non fantastica più, o finge non ricordarsi, quello che credette, intravide, disse, fece nei suoi splendidi giorni di grandezza e di fede. Ella ha spenta l'anima sua o la lasciò spegnere da un soffio passeggiero; e di tanta fiamma e di tanto bene del passato ora che resta? Nulla, se non se qua e colà l'ultimo riverbero obliato d'una gloria sepolta. (Eugène Pelletan)
  • Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi. (Friedrich Nietzsche)
  • Come l'autostrada collauda i motori, Parigi collauda gli uomini. Si può correre liberamente a tutto motore; ma attenti a non fondere le bronzine. (Anselmo Bucci)
  • Da quando sono le otto e mezzo, Parigi si è trasformata in un luogo terribile da percorrere a piedi. C'è troppo traffico. Su ogni boulevard incombe una nube azzurrina di gas incombusto. So che il Barone Haussmann aveva fatto di Parigi un posto degno di ammirazione, ma l'amico non aveva ben chiaro il concetto di scorrimento del traffico. (Bill Bryson)
  • D'ogni piacer Parigi è assai fecondo; | Teatro, danze, giochi, ed armonia | Alla vita gentil schiudon la via. (Gian Carlo Di Negro)
  • Dov'è adesso il vecchio mondo? [...] Dov'è Parigi con il suo verde fogliame disciplinato, il suo imperioso buon gusto, la depravazione abilmente organizzata e le miriadi di operai dal passo pesante, che come torrenti passano sopra i ponti nella luce grigia e fredda dell'alba? (H. G. Wells)
  • E così sono a Parigi... Non pensiate però che io voglia raccontarvi molto proprio riguardo alla città di Parigi. Ritengo infatti che ne abbiate già letto tanto in russo, che leggerne vi sia persino venuto a noia. Per di più ci siete stati voi stessi e probabilmente avete esaminato tutto molto meglio di me. [...] E quindi non vi racconterò che cosa esattamente io non abbia esaminato con attenzione, ma ecco quello che in compenso vi dirò: che ho creato una definizione di Parigi, che le ho consegnato un epiteto, e che ho intenzione di difendere quest'epiteto. E cioè: che Parigi è la città più morale e virtuosa di tutto il globo terrestre. Quale ordine, infatti! Che sensatezza, che rapporti ben definiti e solidamente stabiliti: com'è tutto garantito e messo in riga: come son tutti soddisfatti, e come tutti quanti si sforzano di convincersi d'essere soddisfatti ed effettivamente felici, come tutti, infine, si sono a tal punto sforzati, da essere realmente convinti della propria soddisfazione ed effettiva felicità, e... e... lì si son fermati. (Fëdor Dostoevskij)
  • «È vero che a Parigi» disse Candido «si ride perennemente?» «Sì» disse l'abate «ma colla rabbia in corpo, perché qui ci si lagna d'ogni cosa fra grandi scoppi di risa, e si fanno le più nefande azioni, sempre ridendo.» (Voltaire)
  • Eccomi preso daccapo a quest'immensa rete dorata, in cui ogni tanto bisogna cascare, volere o non volere. La prima volta ci restai quattro mesi, dibattendomi disperatamente, e benedissi il giorno che ne uscii. Ma vedo che la colpa era tutta mia, ora che ci ritorno ... composto a nobile quiete, perché guai a chi viene a Parigi troppo giovane, senza uno scopo fermo, colla testa in tumulto e colle tasche vuote! (Edmondo De Amicis)
  • Fra tutte le città nessuna quanto Parigi ha un legame così stretto con il libro. Se Giraudoux ha ragione, e cioè se il sentimento supremo della libertà umana consiste nel seguire pigramente il corso di un fiume, qui anche l'ozio più perfetto, dunque la libertà più soddisfatta, conduce al libro e nel libro. Infatti lungo gli spogli quais della Senna da secoli ha attecchito l'edera delle pagine colte: Parigi è la grande sala di una biblioteca attraversata dalla Senna. (Walter Benjamin)
  • – Guarda, diceva, quanti campanili eretti! Non si vede altro. Sono le preghiere di Lione. Parigi vista dall'alto ha un aspetto molto più pagano con le sue grosse cupole. (Lucien Rebatet)
  • Ho due amori: il mio Paese e Parigi. (Joséphine Baker)
  • Il Parigino è come il vino della vedova Cliquot... | fragrante e perfido, giocondo e gelido, | ci fa girar la testa ed i garretti; ma il cuor? | Il cuore? Ohibò! | Acido e zucchero, vapore e spirito, | ribolle, balza, crepita, gorgoglia, freme, | e poi? e poi? Passò! (Fedora)
  • In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli. (attribuita a Stendhal)
  • Io non capisco i parigini | fanno all'amore in ogni occasione. | Io non capisco i parigini | sprecano le belle serate a fare all'amore | [...] Che crimine, con tutto quel che c'è da vedere | che non trovino altro da fare. (Gigi)
  • La vita parigina è fertile di soggetti poetici e meravigliosi. Il meraviglioso ci avvolge e ci bagna come l’atmosfera; ma non lo vediamo. (Charles Baudelaire)
  • Mi fermo ansando: Parigi, Parigi, | folta d'uomini, giungla gigantesca. | Dal loquace Danubio un esercito di gendarmi | può lanciarsi dietro di me: | mi attende la Senna e mi nasconde il Bakony.[1]|| Grande è il mio peccato: la mia anima. | Vedere lontano e osare è il mio peccato. | Sono un rinnegato della stirpe di Almos[2][...] || Che vengano: sul cuore di Parigi ora giaccio | nascosto, stordito, libero. | Il nuovo povero ragazzo d'Ungheria | lo protegge ridendo, | lo copre di fiori il Bakony. || Qui morirò, non sul Danubio. (Endre Ady)
  • Macchiffastapuzza, si chiese Gabriel, arcistufo. Impossibile, mai che si puliscano. Sul giornale c'è scritto che a Parigi non c'è nemmeno l'undici per cento di appartamenti col bagno, non c'è da meravigliarsi, ma ci si può lavare anche senza. Tutti questi che mi stan d'attorno, però, devo dire che mica fanno di gran sforzi. D'altra parte, perché dovrebb'essere una selezione fra i piú lerci di Parigi? Non c'è motivo. È il caso. È assurdo supporre che la gente che sta aspettando alla Gare d'Austerlitz puzzi piú di quella che aspetta alla Gare de Lyon. Però, dico: ma che odore. Gabriel cavò dalla manica un fazzolettino di seta color malva e ci si tappò le froge. (Raymond Queneau)
  • Molti vanno a Parigi, ma pochi ci sono stati. (Francesco Algarotti)
  • Monsieur sa bene com'è Parigi. Una città pericolosa per la bellezza, quando la bellezza non possiede un sou. (Henry James)
  • Non sarà mai un parigino chi non avrà imparato a mettere una maschera di gaiezza sui propri dolori e sulla propria tristezza e una maschera d'indifferenza e di fastidio sulla propria intima gioia. Se sapete che un vostro amico soffre, non cercate di consolarlo, vi dirà che sta bene; ma se gli è accaduto qualche cosa di bello guardatevi dal fargli le felicitazioni; egli troverà la sua buona fortuna così naturale che si meraviglierà che se ne parli. (Gaston Leroux)
  • O Parigi, mia mandorla | azzurra amara, | mia riserva sognatrice, | sin nelle pietre | del tuo seno | mie dolci graminacee, | i tuoi mercanti di colori | alberi della mia voce viva | e il tuo cielo marcescente, | mio elmo incantato. (André Frénaud)
  • Oh ma Parigi non è fatta per cambiare aerei.. è fatta per cambiare vita! Per spalancare la finestra e lasciare entrare "la vie en rose". (Sabrina)
  • Parigi è il paese del mondo ove si giudica meno bene la situazione politica. Tutte le persone hanno un vivo interesse in un senso o nell'altro… (Camillo Benso, conte di Cavour)
  • Parigi è un paese molto ospitale; accoglie tutto, sia le fortune vergognose che quelle insaguinate. Il delitto e l'infamia vi godono diritto d'asilo, v'incontrano simpatie; solo la virtù non vi possiede altari. (Honoré de Balzac)
  • Parigi che del pargolo più buono | della Natura, fa un lessico sdrucito, | tutto scancellature. (Jules Laforgue)
  • Parigi di sera, oh! è veramente la città più illuminata del mondo. Che importa a lei della visibilità delle stelle, o delle fasi della luna? Parigi splende, brilla, sfavilla per virtù propria: e più il cielo è nero, meglio! cresce la prepotenza della luce artificiale. (Giovanni Rajberti)
  • Parigi è persa: qui l'odio per gli infedeli, è sovrano e gli imam vogliono sovvertire le leggi laiche in favore della sharia. (Oriana Fallaci)
  • Parigi è un posto così romantico che anche andare a prendere un sandwich diventa un momento magico e irripetibile. (Kate Hudson)
  • Parigi è una splendida città, splendida, una città piena di cultura, una magnifica città. Una città che trabocca di eleganza, di bellezza. Devi andare a Parigi. Non lo rimpiangerai mai per il resto della vita. Un artista deve andare a Parigi almeno una volta nella vita. Devi assolutamente andarci. Le strade, l'amore, le donne... (Paradiso perduto)
  • Parigi val bene una messa. (Enrico IV di Francia)
  • Pensavo intensamente alla mia Parigi, dove in ultimo non potevo resistere più con tante danze e musiche, e che oggi tuttavia il mio cuore risogna. Magico e strano incanto! A forza di feste e di svaghi, Parigi diventa alla fine così stancante, così opprimente, così insopportabile, tutt'i divertimenti vanno congiunti a fatiche così estenuanti, che si esulta di gioia quando si riesce a sfuggire a quella galera del piacere... E appena si è lontani qualche mese, basta la melodia d'un valzer o l'ombra d'una gamba di ballerina, per destare in noi la più struggente nostalgia di Parigi! (Heinrich Heine)
  • Per chi può difendere le proprie ragioni con l'eloquenza dell'equipaggio, e trionfare fragorosamente precorso da mezza dozzina di lacchè e da un paio di cuochi, Parigi è un'ottima piazza d'arme, ed ei potrà campeggiarla quanto è lunga e larga a sua posta. (Laurence Sterne)
  • Per le nostre anime e i nostri corpi, caro amico[3], un breve intossicamento parigino sarebbe una liberazione... si troverebbe la nostra vera personalità, si smetterebbe di essere soltanto tedeschi. Non mi serbi rancore se Le dico che ho imparato a scrivere in tedesco dal momento che ho immaginato di essere un lettore parigino. Il caso Wagner è musica da operetta. (Friedrich Nietzsche)
  • Perché non qui? Perché non ora? Quale posto migliore di Parigi per sognare? (Ratatouille)
  • Quando si vogliono esplorare le nuove frontiere gastronomiche, alla ricerca di inventiva per nuovi piatti, spesso si va in Norvegia, in Spagna, in Inghilterra, ma prima di arrivare in uno di questi Paesi è obbligatorio fermarsi a Parigi. Questa città è un insieme di tradizioni e di conoscenze culinarie assolute. (Alessandro Borghese)
  • Qui un filo di follia | si annoda stretto col delirio. (Notre-Dame de Paris)
  • Ritorno a Parigi. Parigi ha un odore di carrozze da piazza. (Jules Renard)
  • Roma è molto più ricca di nascosti tesori che, per esempio, Parigi. Questa, con compiuta generosità, mette in mostra tutte le sue splendidezze e nulla cela al primo sguardo. Roma invece vuol essere indagata, conquistata. Certo qui non vi è una avenue che per splendidezza e ampiezza si possa paragonare con i Campi Elisi; né la Roma, relativamente stretta e provinciale, non ha una Piazza della Concordia. Ma dove mai puoi trovare a Parigi quei tesori nascosti, il principesco barocco nei più riposti cantucci, le quiete strade laterali con gli stupendi palazzi in stile Rinascimento grandiosi e discreti a un tempo?
    Però sarebbe una scemenza e un'ingratitudine da parte mia, se io, nell'estasi del nuovo amore volessi rinnegare l'amore passato. Parigi è incomparabile, e io, naturalmente, invidio un po' te che vi indugi. Ma anche Roma non ha rivali. Quale fortuna che le due città regine siano rimaste intatte e ancor sempre illuminino il mondo dei loro raggi! (Klaus Mann)
  • Sarà mai Parigi una città fatta per la guerra? o non è invece una città di lusso e di piaceri? Parigi, ritrovo della Francia e dell' Europa, non è la patria di nessuno e dobbiamo ridere di colui che si proclama cittadino di Parigi. Questa capitale è quasi un grande teatro che deve essere sempre aperto; essa non ha bisogno della libertà poiché questo alimento proprio dei repubblicani è troppo indigesto per delicati Sibariti; essa esige la sicurezza, e, se è minacciata da un esercito, deve essere sgombrata in due giorni. Solo un governo mite e rispettato può dare a Parigi la calma necessaria alla sua opulenza e alla sua prosperità. (Antoine Rivaroli)
  • Sarebbe un bel posto se solo si riuscisse a mandar via tutti quelli che ci abitano. (John McEnroe)
  • Se Roma ti ha fatto scrivere l' Ora di Barabba, Parigi t'ispirerebbe l' Ora di Lucifero — o forse l' Ora d'Iddio. Perché Parigi, in fondo, è più morale e cattolica di quel che non si creda da lontano. La maggior parte della gente è massa borghese che lavora dalla mattina alla sera per guadagnar soldi — l'Industria del Vizio fa parte dell'Industria dello Straniero ed è esercitata in gran parte da stranieri. (Giovanni Papini)
  • Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché Parigi è una festa mobile. (Ernest Hemingway)
  • Senza saperlo sono entrato in un luogo puramente mentale, dove la realtà – Senna, Champ de Mars, giardini del Lussemburgo, Louvre, Marais – è stata disposta da una mano sottile e tagliente. Qui la mente ha modellato gli spazi e li ha imbevuti di sé stessa, come in nessun'altra città del mondo. Tutto è cristallino e traslucido, come nei quadri di Bellotto; e quel vento che soffia, che spazza e riporta le nuvole su un palcoscenico immenso, quel vento che sa ancora di Oceano Atlantico, non è che il vento agile dell'intelligenza che ti costringe a muoverti più veloce. (Pietro Citati)
  • «Si, ho visto Parigi, che contiene un po' d'ogni sorta di quel che ho detto: un caos, una calca dove ognuno cerca il piacere e quasi nessuno lo trova, per lo meno secondo quel che m'è parso. Mi ci sono fermato poco. All'arrivo, dei borsaiuoli mi rubarono ogni avere alla fiera di San Germano; passai per ladro io stesso, e dopo otto giorni di prigione divenni correttore di bozze per guadagnarmi di che tornare a piedi in Olanda. Conobbi la canaglia scrivente, la canaglia intrigante e la canaglia convulsionaria. Dicesi che in quella città vi siano persone molto civili: voglio crederlo.» (Voltaire)
  • Sì, mia Parigi che aspetti!
    Io vedo già nell'acqua della Senna fedele,
    vedo il Louvre sommergere i tetti! (Edmond Rostand)
  • Una Parigina innamorata smentisce la sua natura e vien meno alla sua funzione: esser di tutti, come un'opera d'arte. (Anatole France)
  • Vorrei che lei[4]viaggiasse di notte; che arrivasse a Parigi la mattina, quando ancora gli spazzini sono al lavoro. La città sale al cuore attraverso i piedi, l'asfalto scocca scintille nel sangue. Arriva, come una freccia nell'aria, la torre Eiffel. Poi si dorme, ci si sveglia dopo 3 ore, e la città è veramente là fuori, pronta ad essere morsa, bevuta a lunghi sorsi. Parigi è forse la sola cosa al mondo che si possa guardare e mangiare insieme senza sciuparla. (Cristina Campo)

Victor Hugo modifica

  • Ciò che Parigi consiglia, l'Europa lo medita; ciò che Parigi comincia, l'Europa lo continua.
  • [Parigi, di mattina, nelle grandi feste] è la città che canta. Prestate orecchio, dunque, a quell'"assieme" di campanili, spandete sul tutto il brusio di un milione d'uomini, l'eterna querela del fiume, gli infiniti aliti del vento, l'"a quattro" grave e lontano delle grandi foreste, disposte sulle colline all'orizzonte come immensi mantici d'organo, spegnetevi come in una mezza tinta quanto lo scampanio centrale avrebbe di eccessivamente rauco o di eccessivamente acuto, e dite se conoscete al mondo alcunché di più ricco, di più festoso, di più dorato, di più splendido di questo tumulto di campane, di questa fornace di musica, di queste diecimila voci di bronzo che cantano assieme in flauti di pietra alti trecento piedi da terra, di questa città che non è più che un'orchestra, di questa sinfonia che ha tutto il clamore di una tempesta. (Victor Hugo)
  • I nostri padri avevano una Parigi di pietra; i nostri figli ne avranno una di gesso.

Leone Traverso modifica

  • Al nome di Parigi, prima delle case e le vie e gli uomini che vi si muovono con l'onda dei sogni all'ultima curva, rinasce il cielo della strana città. S'alza dalle creste del terreno ondulato, sopra le sagome di pietra, o s'incava nello specchio delle acque, profondo, lieve e libero come mai in altro luogo.
  • Lasciando ai Francesi i loro difetti, va loro riconosciuto un amore e un'intelligenza della natura, una delicata confidenza mista di «distance», che è puro umanesimo. Anche nel cuore della città, lungo la Senna o sui boulevards come nei grandi parchi, gli alberi prosperano felici di una civiltà che li ama e se ne consola quasi di una presenza sovrumana ma benigna e per qualche via segreta in comunicazione con gli uomini.
  • Nella più grandiosa prospettiva d'Europa, dal Museo del Louvre all'Étoile, per i Campi Elisi, nel monumento della propria gloria hanno[5]partecipe e primo segno il cielo, incastonato e come riflesso dall'uno all'altro degli archi in fuga a rispecchiare verticale l'anello dell'orizzonte. E umanamente i grandi alberi popolano le rive e le vie, e intorno alle isole la Senna si curva in anse dolci e segrete di donna.
    Qui il viso della sera s'inclina lentissimo verso di noi, sino a sfiorarci quasi la gota con le ciglia.
  • Sul marmo opaco di Notre-Dame le nuvole stendono un baldacchino d'argento antico: e i festoni enormi di edere ricadenti verso l'acqua sbalzano fregi di bronzo verde alla cintura di pietra della Senna. Questa armonia spontanea di elementi diversi, questa simpatia naturale che li attrae senza violenza a una comunità di vita libera e complementare, conclude questa città così varia nell'unità di una sfera.

Note modifica

  1. Regione montagnosa nella quale si nascondevano in passato i fuorilegge.
  2. Álmos, aristocratico ungherese padre di Árpád, il capostipite della prima casa regnante ungherese.
  3. Peter Gast al quale Nietzsche scrive.
  4. Margherita Pieracci Harwell a cui scrive Cristina Campo.
  5. I francesi.

Voci correlate modifica

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