Libro di Daniele

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Libro di Daniele, testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana. L'appendice (cap. 13 e 14) è deuterocanonica.

Incipit modifica

 
Profeta Daniele (Moretto, 1521-1524)

L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio. Il Signore mise Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi nel tesoro del tempio del suo dio.
[La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974]

Citazioni modifica

  • Daniele disse al custode [...]: "Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato". Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni; terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. D'allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi. (1, 11 – 16; 1974)
  • Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, | perché a lui appartengono la sapienza e la potenza. | Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza, | concede la sapienza ai saggi, | agli intelligenti il sapere. | Svela cose profonde e occulte | e sa quel che è celato nelle tenebre | e presso di lui è la luce. (Daniele: 2, 20 – 22; 1974)
  • Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d'oro puro, il petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione. Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. Tu o re, [...] sei la testa d'oro. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all'argilla. [...] Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. (Daniele: 2, 31 – 45; 1974)
 
Azaria, Anania e Misaele nella fornace (Gustave Doré, 1866)
  • Potessimo essere accolti con il cuore contrito | e con lo spirito umiliato, | come olocausti di montoni e di tori, | come migliaia di grassi agnelli. | Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, | perché non c'è delusione per coloro che confidano in te. (Azaria: 3, 39 – 40; 2008)
  • Salvaci con i tuoi prodigi, | da' gloria al tuo nome, Signore. | Siano invece confusi quanti mostrano il male ai tuoi servi, | siano coperti di vergogna, | privati della loro potenza e del loro dominio, | e sia infranta la loro forza! | Sappiano che tu sei il Signore, | il Dio unico e glorioso su tutta la terra. (Azaria: 3, 43 – 45; 2008)
  • Benedite, notti e giorni, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. | Benedite, luce e tenebre, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. | Benedite, folgori e nubi, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. (Azaria, Anania e Misaele: 3, 71 – 73; 1974)
  • Benedite, mostri marini | e quanto si muove nell'acqua, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. | Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. | Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, | lodatelo ed esaltatelo nei secoli. (Azaria, Anania e Misaele: 3, 79 – 81; 1974)
  • Mentre nel mio letto stavo osservando | le visioni che mi passavano per la mente, | ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo | e gridò a voce alta: | «Tagliate l'albero e troncate i suoi rami: | scuotete le foglie, disperdetene i frutti: | fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami. | Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, | legato con catene di ferro e di bronzo | sull'erba fresca del campo; | sia bagnato dalla rugiada del cielo | e abbia sorte comune con le bestie sull'erba della terra. | Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano | gli sia dato un cuore di bestia; | sette tempi passino su di lui. | Così è deciso per sentenza dei vigilanti | e secondo la parola dei santi». (Nabucodonosor: 4, 10 – 14; 2008)
  • Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità. (Daniele: 4, 24; 1974)
 
Nabucodonosor (William Blake, 1795-1805)
  • Il re [Nabucodonosor] prese a dire: "Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?". Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: "A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto! Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole". In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli. (4, 27 – 30; 1974)
 
Festino di Baldassarre (Rembrandt, 1636)
  • In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro. Nel vedere quelle dita che scrivevano, il re [Baldassàr] cambiò d'aspetto: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi gli battevano l'uno contro l'altro. Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: "Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione sarà vestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo signore del regno". (5, 5 – 7; 1974)
  • Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea? Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci. Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo signore del regno. (Baldassàr: 5, 13 – 16; 1974)
  • O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza. Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli pareva. Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria. [...] Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto [...]: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani. (Daniele: 5, 18 – 28; 1974)
 
La risposta di Daniele al re (Briton Rivière, 1890)
  • La mattina dopo il re [Dario] si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, chiamò: "Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?". Daniele rispose: "Re, vivi per sempre. Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male". Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della fossa, che i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa. (6, 20 – 25; 1974)
  • Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: "Pace e prosperità. Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che dura in eterno; il suo regno è tale che non sarà mai distrutto e il suo dominio non conosce fine. Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra: egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni". (6, 26 – 28; 1974)
  • Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell'ira, perché la visione riguarda il tempo della fine. Il montone con due corna, che tu hai visto, significa il re di Media e di Persia; il capro è il re della Grecia; il gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re. Che quello sia stato spezzato e quattro ne siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non con la medesima potenza di lui. Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. La sua potenza si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in cuor suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il principe dei prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo. La visione di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta la visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni. (Gabriele: 8, 19 – 26; 1974)
  • Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere. Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta' attento alla parola e comprendi la visione: Settanta settimane sono fissate | per il tuo popolo e per la tua santa città | per mettere fine all'empietà, | mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, | portare una giustizia eterna, | suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi. | Sappi e intendi bene, | da quando uscì la parola | sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme | fino a un principe consacrato, | vi saranno sette settimane. | Durante sessantadue settimane | saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, | e ciò in tempi angosciosi. | Dopo sessantadue settimane, | un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; | il popolo di un principe che verrà | distruggerà la città e il santuario; | la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine, | guerra e desolazioni decretate. | Egli stringerà una forte alleanza con molti | per una settimana e, nello spazio di metà settimana, | farà cessare il sacrificio e l'offerta; | sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione | e ciò sarà sino alla fine, | fino al termine segnato sul devastatore. (Gabriele: 9, 22 – 27; 1974)
  • Egli mi disse: "Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là presso il principe del re di Persia [...]". (10, 12 – 13; 1974)
  • Allora mi disse: "Sai tu perché io sono venuto da te? Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe, e io, nell'anno primo di Dario, mi tenni presso di lui per dargli rinforzo e sostegno". (10, 20 – 21; 1974)
  • Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. (12, 1; 1974)
  • Vi era un gran drago e i Babilonesi lo veneravano. Il re disse a Daniele: "Non potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo, dunque". Daniele rispose: "Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il Dio vivente; se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza bastone, ucciderò il drago". Soggiunse il re: "Te lo permetto". Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi ne preparò focacce e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; quindi soggiunse: "Ecco che cosa adoravate!". (14, 23 – 27; 1974)
  • Si trovava allora in Giudea il profeta Abacuc il quale aveva fatto una minestra e spezzettato il pane in un recipiente e andava a portarlo nel campo ai mietitori. L'angelo del Signore gli disse: "Porta questo cibo a Daniele in Babilonia nella fossa dei leoni". Ma Abacuc rispose: "Signore, Babilonia non l'ho mai vista e la fossa non la conosco". Allora l'angelo del Signore lo prese per i capelli e con la velocità del vento lo trasportò in Babilonia e lo posò sull'orlo della fossa dei leoni. Gridò Abacuc: "Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha mandato". Daniele esclamò: "Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano". Alzatosi, Daniele si mise a mangiare, mentre l'angelo di Dio riportava subito Abacuc nel luogo di prima. (14, 33 – 39; 1974)

Explicit modifica

Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e giunto alla fossa guardò e vide Daniele seduto. Allora esclamò ad alta voce: "Grande tu sei, Signore Dio di Daniele, e non c'è altro dio all'infuori di te!". Poi fece uscire Daniele dalla fossa e vi fece gettare coloro che volevano la sua rovina ed essi furono subito divorati sotto i suoi occhi.
[La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974]

Citazioni sul Libro di Daniele modifica

  • Il libro di Daniele non rappresenta più la vera corrente profetica. Non contiene la predicazione di un profeta inviato da Dio in missione presso i suoi contemporanei; è stato composto e scritto immediatamente da un autore che si nasconde dietro uno pseudonimo, come già il libretto di Giona. Le storie edificanti della prima parte si collegano con una classe di scritti sapienziali di cui si ha un esempio antico nella storia di Giuseppe della Genesi, un esempio recente nel libro di Tobia, scritto poco prima di Daniele. Le visioni della seconda parte apportano la rivelazione di un segreto divino, spiegato dagli angeli, per i tempi futuri, in uno stile volutamente enigmatico; questo «libro sigillato» (12,4) inaugura pienamente il genere apocalittico, che era stato preparato da Ezechiele e che si svilupperà nella letteratura giudaica. (La Bibbia di Gerusalemme)

Bibliografia modifica

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