Libro della Sapienza

libro deuterocanonico della Bibbia
Antico Testamento
Torah o Pentateuco:

Profeti anteriori:

Profeti posteriori - maggiori:

Profeti posteriori - minori:

Ketuvim:

Meghillot:
Deuterocanonici:

Libro della Sapienza, o Sapienza di Salomone, testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a Salomone.

Incipit modifica

 
Incipit da un manoscritto del XIII sec.

Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.

Citazioni modifica

  • Si indagherà infatti sui propositi dell'empio, | il suono delle sue parole giungerà fino al Signore | a condanna delle sue iniquità [...]. (1, 9)
  • Gli empi invocano su di sé la morte | con gesti e con parole, | ritenendola amica si consumano per essa | e con essa concludono alleanza, | perché son degni di appartenerle. (1, 16)
  • È un fumo il soffio delle nostre narici, | il pensiero è una scintilla | nel palpito del nostro cuore. | Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere | e lo spirito si dissiperà come aria leggera. (2, 2 – 3)
  • La nostra vita passerà come le tracce di una nube, | si disperderà come nebbia | scacciata dai raggi del sole | e disciolta dal calore. (2, 4)
  • Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; | lo fece a immagine della propria natura. | Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; | e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (2, 23 – 24)
  • Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità | e che non ha pensato cose malvagie contro il Signore, | riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, | una parte più desiderabile nel tempio del Signore [...]. (3, 14)
  • Meglio essere senza figli e avere la virtù, | poiché nel ricordo di questa c'è immortalità, | per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini. | Presente è imitata; assente è desiderata; | nell'eternità trionfa, cinta di corona, | per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia. (4, 1 – 2)
  • Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo. (4, 7)
  • Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita; | una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, | condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto. (4, 16)
  • La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, | come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, | come fumo dal vento è dispersa, | si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno. (5, 14)
  • La sapienza è radiosa e indefettibile, | facilmente è contemplata da chi l'ama | e trovata da chiunque la ricerca. | Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. | Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, | la troverà seduta alla sua porta. | Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, | chi veglia per lei sarà presto senza affanni. | Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, | appare loro ben disposta per le strade, | va loro incontro con ogni benevolenza. | Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione; | la cura dell'istruzione è amore; | l'amore è osservanza delle sue leggi; | il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità | e l'immortalità fa stare vicino a Dio. | Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno. (6, 12 – 20)
  • Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; | implorai e venne in me lo spirito della sapienza. | La preferii a scettri e a troni, | stimai un nulla la ricchezza al suo confronto; | non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, | perché tutto l'oro al suo confronto è un po' di sabbia | e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento. | L'amai più della salute e della bellezza, | preferii il suo possesso alla stessa luce, | perché non tramonta lo splendore che ne promana. | Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni; | nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. | Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida, | ma ignoravo che di tutti essa è madre. (7, 7 – 12)
  • Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, | poiché mi ha istruito la sapienza, | artefice di tutte le cose. | In essa c'è uno spirito intelligente, santo, | unico, molteplice, sottile, | mobile, penetrante, senza macchia, | terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, | libero, benefico, amico dell'uomo, | stabile, sicuro, senz'affanni, | onnipotente, onniveggente | e che pervade tutti gli spiriti | intelligenti, puri, sottilissimi. | La sapienza è il più agile di tutti i moti; | per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. | È un'emanazione della potenza di Dio, | un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, | per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra. | È un riflesso della luce perenne, | uno specchio senza macchia dell'attività di Dio | e un'immagine della sua bontà. | Sebbene unica, essa può tutto; | pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova | e attraverso le età entrando nelle anime sante, | forma amici di Dio e profeti. (7, 21 – 27)
  • Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita, | quale ricchezza è più grande della sapienza, | la quale tutto produce? | Se l'intelligenza opera, | chi, tra gli esseri, è più artefice di essa? | Se uno ama la giustizia, | le virtù sono il frutto delle sue fatiche. | Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, | la giustizia e la fortezza, | delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita. (8, 5 – 7)
  • Riflettendo su tali cose in me stesso | e pensando in cuor mio | che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità | e nella sua amicizia grande godimento | e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile | e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza | e nella partecipazione ai suoi discorsi fama, | andavo cercando come prenderla con me. (8, 17 – 18)
  • I ragionamenti dei mortali sono timidi | e incerte le nostre riflessioni, | perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima | e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. | A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, | scopriamo con fatica quelle a portata di mano; | ma chi può rintracciare le cose del cielo? (9, 14 – 16)
  • Essa[1] protesse il padre del mondo[2], formato per primo da Dio, | quando fu creato solo; | poi lo liberò dalla sua caduta | e gli diede la forza per dominare su tutte le cose. | Ma un ingiusto[3], allontanatosi da essa nella sua collera | perì per il suo furore fratricida. | A causa sua la terra fu sommersa, | ma la sapienza di nuovo la salvò | pilotando il giusto[4] e per mezzo di un semplice legno. | Essa, quando le genti furono confuse, | concordi soltanto nella malvagità, | riconobbe il giusto[5] | e lo conservò davanti a Dio senza macchia | e lo mantenne forte | nonostante la sua tenerezza per il figlio. | E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,[6] | che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città. (10, 1 – 6)
  • Quale testimonianza di quella gente malvagia[7] | esiste ancora una terra desolata, fumante | insieme con alberi che producono frutti immaturi | e a memoria di un'anima incredula, | s'innalza una colonna di sale. | Allontanandosi dalla sapienza, | non solo ebbero il danno di non conoscere il bene, | ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza, | perché le loro colpe non rimanessero occulte. (10, 7 – 8)
  • Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze: | essa condusse per diritti sentieri | il giusto[8] in fuga dall'ira del fratello, | gli mostrò il regno di Dio | e gli diede la conoscenza delle cose sante; | gli diede successo nelle sue fatiche | e moltiplicò i frutti del suo lavoro. | Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari | e lo fece ricco; | lo custodì dai nemici, | lo protesse da chi lo insidiava, | gli assegnò la vittoria in una lotta dura, | perché sapesse che la pietà è più potente di tutto. | Essa non abbandonò il giusto venduto,[9] | ma lo preservò dal peccato. | Scese con lui nella prigione, | non lo abbandonò mentre era in catene, | finché gli procurò uno scettro regale | e potere sui propri avversari, | smascherò come mendaci i suoi accusatori | e gli diede una gloria eterna. (10, 9 – 14)
  • Essa[1] liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia | da una nazione di oppressori. | Entrò nell'anima di un servo del Signore[10] | e si oppose con prodigi e con segni a terribili re. | Diede ai santi la ricompensa delle loro pene, | li guidò per una strada meravigliosa, | divenne loro riparo di giorno | e luce di stelle nella notte. | Fece loro attraversare il Mar Rosso, | guidandoli attraverso molte acque; | sommerse invece i loro nemici | e li rigettò dal fondo dell'abisso. (10, 15 – 19)
  • Essa[1] fece riuscire le loro imprese | per mezzo di un santo profeta:[10] | attraversarono un deserto inospitale, | fissarono le tende in terreni impraticabili, | resistettero agli avversari, respinsero i nemici. (11, 1 – 3)
  • Quando ebbero sete, ti invocarono | e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,[11] | rimedio contro la sete da una dura roccia. (11, 4)
  • Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso. (11, 20)
  • Poiché tu ami tutte le cose esistenti | e nulla disprezzi di quanto hai creato; | se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. || Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? | O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? || Tu risparmi tutte le cose, | perché tutte son tue, Signore, amante della vita. (11, 24 – 26)
  • Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature | per analogia si conosce l'autore. (13, 5)
  • Anche in principio, mentre perivano giganti superbi, | la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca, | lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni, | grazie alla tua mano che la guidava. (14, 6)
  • È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta, | ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto; | questi perché lo ha lavorato, | quello perché, corruttibile, è detto dio. | Perché sono ugualmente in odio a Dio | l'empio e la sua empietà; | l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti. (14, 7 – 10)
  • L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione, | la loro scoperta portò la corruzione nella vita. (14, 12)
  • Gli idolatri infatti | o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi | o vivono da iniqui o spergiurano con facilità. | Ponendo fiducia in idoli inanimati | non si aspettano un castigo per avere giurato il falso. (14, 28 – 29)
  • Un vasaio, impastando con fatica la terra molle, | plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi. | Ma con il medesimo fango modella | e i vasi che servono per usi decenti | e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo; | quale debba essere l'uso di ognuno di essi | lo stabilisce il vasaio. (15, 7)
  • Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,[12] | dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, | capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. | Questo tuo alimento manifestava | la tua dolcezza verso i tuoi figli; | esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva | e si trasformava in ciò che ognuno desiderava. (16, 20 – 21)
  • La prova della morte colpì anche i giusti | e nel deserto ci fu strage di molti; | ma l'ira non durò a lungo, | perché un uomo incensurabile[13] si affrettò a difenderli: | prese le armi del suo ministero, | la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso; | si oppose alla collera e mise fine alla sciagura, | mostrando che era tuo servitore. (18, 20 – 21)
  • Egli[13] superò l'ira divina non con la forza del corpo, | né con l'efficacia delle armi; | ma con la parola placò colui che castigava, | ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri. | I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri, | quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira | e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi. | Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo, | i nomi gloriosi dei padri intagliati | sui quattro ordini di pietre preziose | e la tua maestà sulla corona della sua testa. (18, 22 – 24)
  • Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento, | terra asciutta apparire dove prima c'era acqua, | una strada libera aprirsi nel Mar Rosso | e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti; | per essa passò tutto il tuo popolo, | i protetti della tua mano, | spettatori di prodigi stupendi. | Come cavalli alla pastura, | come agnelli esultanti, | cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati. (19, 7 – 9)
  • Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli, | quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati; | poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie. (19, 11 – 12)

Explicit modifica

In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.

Note modifica

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica