Libro della Sapienza
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Libro della Sapienza, o Sapienza di Salomone, testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a Salomone.
Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
Citazioni
modifica- Si indagherà infatti sui propositi dell'empio, | il suono delle sue parole giungerà fino al Signore | a condanna delle sue iniquità [...]. (1, 9)
- Gli empi invocano su di sé la morte | con gesti e con parole, | ritenendola amica si consumano per essa | e con essa concludono alleanza, | perché son degni di appartenerle. (1, 16)
- È un fumo il soffio delle nostre narici, | il pensiero è una scintilla | nel palpito del nostro cuore. | Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere | e lo spirito si dissiperà come aria leggera. (2, 2 – 3)
- La nostra vita passerà come le tracce di una nube, | si disperderà come nebbia | scacciata dai raggi del sole | e disciolta dal calore. (2, 4)
- Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; | lo fece a immagine della propria natura. | Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; | e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (2, 23 – 24)
- Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità | e che non ha pensato cose malvagie contro il Signore, | riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, | una parte più desiderabile nel tempio del Signore [...]. (3, 14)
- Meglio essere senza figli e avere la virtù, | poiché nel ricordo di questa c'è immortalità, | per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini. | Presente è imitata; assente è desiderata; | nell'eternità trionfa, cinta di corona, | per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia. (4, 1 – 2)
- Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo. (4, 7)
- Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita; | una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, | condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto. (4, 16)
- La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, | come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, | come fumo dal vento è dispersa, | si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno. (5, 14)
- La sapienza è radiosa e indefettibile, | facilmente è contemplata da chi l'ama | e trovata da chiunque la ricerca. | Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. | Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, | la troverà seduta alla sua porta. | Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, | chi veglia per lei sarà presto senza affanni. | Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, | appare loro ben disposta per le strade, | va loro incontro con ogni benevolenza. | Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione; | la cura dell'istruzione è amore; | l'amore è osservanza delle sue leggi; | il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità | e l'immortalità fa stare vicino a Dio. | Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno. (6, 12 – 20)
- Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; | implorai e venne in me lo spirito della sapienza. | La preferii a scettri e a troni, | stimai un nulla la ricchezza al suo confronto; | non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, | perché tutto l'oro al suo confronto è un po' di sabbia | e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento. | L'amai più della salute e della bellezza, | preferii il suo possesso alla stessa luce, | perché non tramonta lo splendore che ne promana. | Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni; | nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. | Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida, | ma ignoravo che di tutti essa è madre. (7, 7 – 12)
- Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, | poiché mi ha istruito la sapienza, | artefice di tutte le cose. | In essa c'è uno spirito intelligente, santo, | unico, molteplice, sottile, | mobile, penetrante, senza macchia, | terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, | libero, benefico, amico dell'uomo, | stabile, sicuro, senz'affanni, | onnipotente, onniveggente | e che pervade tutti gli spiriti | intelligenti, puri, sottilissimi. | La sapienza è il più agile di tutti i moti; | per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. | È un'emanazione della potenza di Dio, | un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, | per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra. | È un riflesso della luce perenne, | uno specchio senza macchia dell'attività di Dio | e un'immagine della sua bontà. | Sebbene unica, essa può tutto; | pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova | e attraverso le età entrando nelle anime sante, | forma amici di Dio e profeti. (7, 21 – 27)
- Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita, | quale ricchezza è più grande della sapienza, | la quale tutto produce? | Se l'intelligenza opera, | chi, tra gli esseri, è più artefice di essa? | Se uno ama la giustizia, | le virtù sono il frutto delle sue fatiche. | Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, | la giustizia e la fortezza, | delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita. (8, 5 – 7)
- Riflettendo su tali cose in me stesso | e pensando in cuor mio | che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità | e nella sua amicizia grande godimento | e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile | e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza | e nella partecipazione ai suoi discorsi fama, | andavo cercando come prenderla con me. (8, 17 – 18)
- I ragionamenti dei mortali sono timidi | e incerte le nostre riflessioni, | perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima | e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. | A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, | scopriamo con fatica quelle a portata di mano; | ma chi può rintracciare le cose del cielo? (9, 14 – 16)
- Essa[1] protesse il padre del mondo[2], formato per primo da Dio, | quando fu creato solo; | poi lo liberò dalla sua caduta | e gli diede la forza per dominare su tutte le cose. | Ma un ingiusto[3], allontanatosi da essa nella sua collera | perì per il suo furore fratricida. | A causa sua la terra fu sommersa, | ma la sapienza di nuovo la salvò | pilotando il giusto[4] e per mezzo di un semplice legno. | Essa, quando le genti furono confuse, | concordi soltanto nella malvagità, | riconobbe il giusto[5] | e lo conservò davanti a Dio senza macchia | e lo mantenne forte | nonostante la sua tenerezza per il figlio. | E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,[6] | che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città. (10, 1 – 6)
- Quale testimonianza di quella gente malvagia[7] | esiste ancora una terra desolata, fumante | insieme con alberi che producono frutti immaturi | e a memoria di un'anima incredula, | s'innalza una colonna di sale. | Allontanandosi dalla sapienza, | non solo ebbero il danno di non conoscere il bene, | ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza, | perché le loro colpe non rimanessero occulte. (10, 7 – 8)
- Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze: | essa condusse per diritti sentieri | il giusto[8] in fuga dall'ira del fratello, | gli mostrò il regno di Dio | e gli diede la conoscenza delle cose sante; | gli diede successo nelle sue fatiche | e moltiplicò i frutti del suo lavoro. | Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari | e lo fece ricco; | lo custodì dai nemici, | lo protesse da chi lo insidiava, | gli assegnò la vittoria in una lotta dura, | perché sapesse che la pietà è più potente di tutto. | Essa non abbandonò il giusto venduto,[9] | ma lo preservò dal peccato. | Scese con lui nella prigione, | non lo abbandonò mentre era in catene, | finché gli procurò uno scettro regale | e potere sui propri avversari, | smascherò come mendaci i suoi accusatori | e gli diede una gloria eterna. (10, 9 – 14)
- Essa[1] liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia | da una nazione di oppressori. | Entrò nell'anima di un servo del Signore[10] | e si oppose con prodigi e con segni a terribili re. | Diede ai santi la ricompensa delle loro pene, | li guidò per una strada meravigliosa, | divenne loro riparo di giorno | e luce di stelle nella notte. | Fece loro attraversare il Mar Rosso, | guidandoli attraverso molte acque; | sommerse invece i loro nemici | e li rigettò dal fondo dell'abisso. (10, 15 – 19)
- Essa[1] fece riuscire le loro imprese | per mezzo di un santo profeta:[10] | attraversarono un deserto inospitale, | fissarono le tende in terreni impraticabili, | resistettero agli avversari, respinsero i nemici. (11, 1 – 3)
- Quando ebbero sete, ti invocarono | e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,[11] | rimedio contro la sete da una dura roccia. (11, 4)
- Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso. (11, 20)
- Poiché tu ami tutte le cose esistenti | e nulla disprezzi di quanto hai creato; | se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. || Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? | O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? || Tu risparmi tutte le cose, | perché tutte son tue, Signore, amante della vita. (11, 24 – 26)
- Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature | per analogia si conosce l'autore. (13, 5)
- Anche in principio, mentre perivano giganti superbi, | la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca, | lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni, | grazie alla tua mano che la guidava. (14, 6)
- È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta, | ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto; | questi perché lo ha lavorato, | quello perché, corruttibile, è detto dio. | Perché sono ugualmente in odio a Dio | l'empio e la sua empietà; | l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti. (14, 7 – 10)
- L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione, | la loro scoperta portò la corruzione nella vita. (14, 12)
- Gli idolatri infatti | o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi | o vivono da iniqui o spergiurano con facilità. | Ponendo fiducia in idoli inanimati | non si aspettano un castigo per avere giurato il falso. (14, 28 – 29)
- Un vasaio, impastando con fatica la terra molle, | plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi. | Ma con il medesimo fango modella | e i vasi che servono per usi decenti | e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo; | quale debba essere l'uso di ognuno di essi | lo stabilisce il vasaio. (15, 7)
- Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,[12] | dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, | capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. | Questo tuo alimento manifestava | la tua dolcezza verso i tuoi figli; | esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva | e si trasformava in ciò che ognuno desiderava. (16, 20 – 21)
- La prova della morte colpì anche i giusti | e nel deserto ci fu strage di molti; | ma l'ira non durò a lungo, | perché un uomo incensurabile[13] si affrettò a difenderli: | prese le armi del suo ministero, | la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso; | si oppose alla collera e mise fine alla sciagura, | mostrando che era tuo servitore. (18, 20 – 21)
- Egli[13] superò l'ira divina non con la forza del corpo, | né con l'efficacia delle armi; | ma con la parola placò colui che castigava, | ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri. | I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri, | quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira | e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi. | Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo, | i nomi gloriosi dei padri intagliati | sui quattro ordini di pietre preziose | e la tua maestà sulla corona della sua testa. (18, 22 – 24)
- Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento, | terra asciutta apparire dove prima c'era acqua, | una strada libera aprirsi nel Mar Rosso | e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti; | per essa passò tutto il tuo popolo, | i protetti della tua mano, | spettatori di prodigi stupendi. | Come cavalli alla pastura, | come agnelli esultanti, | cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati. (19, 7 – 9)
- Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli, | quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati; | poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie. (19, 11 – 12)
In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
Note
modificaBibliografia
modifica- La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974.
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