JFK - Un caso ancora aperto

film del 1991 diretto da Oliver Stone

JFK – Un caso ancora aperto

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

JFK nella limousine a Dallas, pochi minuti prima di essere ucciso

Titolo originale

JFK

Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 1991
Genere storico, drammatico
Regia Oliver Stone
Soggetto tratto dalle opere d'inchiesta di Jim Marrs e Jim Garrison sull'omicidio di Kennedy
Sceneggiatura Zachary Sklar, Oliver Stone
Produttore Oliver Stone, Arnon Milchan, A. Kitman Ho
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di 2 premi Oscar (1992):
    • Miglior fotografia
    • Miglior montaggio

JFK – Un caso ancora aperto, film statunitense del 1991 con Kevin Costner e Tommy Lee Jones. Regia di Oliver Stone.

TaglineIl presidente Kennedy assassinato a Dallas.

"Peccare tacendo invece di protestare rende gli uomini dei codardi" – Ella Wheeler Wilcox

"To sin by silence when we should protest makes cowards out of men." – Ella Wheeler Wilcox[1] (Testo a schermo)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Chi l'avrebbe mai detto che un imbranato come Oswald ti andava a commettere addirittura un attentato! Questo ti dimostra che non si sa mai con certa gente! (Guy Banister)
  • In tutti gli anni passati nell'esercito non ho mai saputo di un solo soldato sottoposto a un esame di russo. Oswald era solo un operatore radar: gli serviva di conoscere la lingua russa quanto a un gatto gli può servire un pigiama. [...] E questo colonnello lo dice come se niente fosse. Dice: "Oswald fece un pessimo esame, sbagliò praticamente una parola russa su due". E come se io dicessi che il nostro cane non è molto intelligente perché l'ho battuto tre volte su cinque quando abbiamo giocato a scacchi. (Jim Garrison)
  • Tutti questi hippie che vanno in giro drogati... Coi giovani d'oggi giorno non si distinguono più i maschi dalle femmine... L'altro giorno ho visto una ragazza, era incinta. Aveva il pancione di fuori e lo sai cosa c'aveva scritto sopra? "Figlio dell'amore"! (Senatore Long)
  • Quelli della commissione Warren si sono limitati a pulire le cacatine di Mosca! Nessuno mi convincerà mai che quel tale è riuscito a sparare da quel deposito di libri! [...] Ci vengono a raccontare che Oswald ha sparato tre colpi con precisione da campionato mondiale con un fucile ad otturatore manuale in neanche sei secondi! E quando era nei Marines al poligono faceva bandiera. Lo sai che cosa vuol dire? Che non valeva niente. Un tiratore medio con un po' di fortuna poteva sparare due colpi. E ti assicuro che il primo colpo è sempre il migliore; qui è il terzo che è perfetto. Poi hanno tirato fuori quella pallottola che zigzaga dappertutto colpendo Kennedy e Connally sette volte... Ah! Una pallottola rimasta intatta? Non diciamo cazzate! (Senatore Long)
  • [Sul rapporto della Commissione Warren] Io non ci credo che un uomo dell'intelligenza di Earl Warren abbia letto il contenuto di tutti quei volumi! (Jim Garrison)
  • A tutti piace far credere al prossimo di essere di più di quel che si è. Specialmente gli omosessuali fanno così. (Willie O'Keefe)
  • Lei è uno stramaledetto liberale, Garrison! Lei non sa un cazzo perché non l'ha mai preso nel culo! (Willie O'Keefe)
  • Perché quel figlio di puttana di Kennedy si è fregato quella maledettissima elezione, ecco perché! Nixon sarebbe diventato un grandissimo presidente, ma Kennedy ha sfasciato questo paese! Ci sono negri da tutte le parti a pretendere i loro diritti. Perché crede che ci sia tanta delinquenza adesso? Perché ha promesso a quei morti di fame troppe cose, secondo me. Rivoluzione in arrivo? Tutte balle! Il fascismo è tornato di moda. E le dirò un'altra cosa: il giorno che quel comunista figlio di puttana è morto è stato un grande giorno, un grande giorno per questo paese! E io non ci sto che diano la colpa a uno scemo senza palle come Oswald, uno che non capiva un cazzo di niente! Il popolo deve sapere, deve sapere perché è stato ammazzato: perché era un comunista. (Willie O'Keefe)
  • Qui ci troviamo dietro uno specchio a due facce. Il bianco è nero. E il nero è bianco. (Jim Garrison)
  • Non ho conosciuto un avvocato che non fosse pure stronzo. (Un interrogato)
  • Ti perdi il meglio della vita, e nemmeno te ne rendi conto. (Liz Garrison) [a Jim Garrison]
  • Io concludo affari a livello internazionale. Il Trade Mart che ho fondato è il ponte commerciale fra gli Stati Uniti e l'America Latina. Io lavoro dappertutto, e vengo accusato, come tutti gli uomini d'affari, di tante cose. Ma continuo a occuparmi dei miei affari, a fare soldi, ad aiutare la comunità come meglio posso, cercando di promuovere il libero commercio nel mondo. (Clay)
  • Quelli come lei, se piove passano tra una goccia e l'altra. (Jim Garrison) [a Clay]
  • Ce l'avevamo quasi, Castro... ma poi abbiamo cercato di farlo fuori... Qui passano tutti la vita a cambiare bandiera. È tutto un gioco, capito? È tutto un gioco. (David Ferrie)
  • Oh che trappole mortali si fanno, quando si pratica l'inganno. (David Ferrie)
  • "Chi ha ucciso il presidente?" "Chi ha ucciso..." Ma vaffanculo! È un mistero! È un mistero avvolto in un enigma dentro a un enigma! Nemmeno lo stronzo che ha sparato lo sa! (David Ferrie)
  • "Lasciare questa vita è per me una dolce prospettiva. Non trovo niente in essa di desiderabile, al contrario, tutto mi appare altamente repellente. Ogni cosa continua senza scopo. Siamo condizionati quotidianamente in misura sempre maggiore dal crimine imperante. Non possiamo distinguere il vero dal falso. Non possiamo perché noi americani abbiamo poco o nessun accesso alla verità." (Bill Broussard) [leggendo la lettera di suicidio di David Ferrie]
  • Tutto quello che sto per dirle è classificato "top secret". Io ero un soldato, signor Garrison. Due guerre. Ero uno di quei personaggi [...] del Pentagono che forniscono materiale militare, aeroplani, munizioni, fucili... per ciò che viene chiamato "operazioni in nero" o "Black Ops": attentati, colpi di stato, elezioni truccate, propaganda, guerra psicologica e così via. La seconda guerra mondiale l'ho passata in Romania, Grecia, Jugoslavia. Ho aiutato ad evacuare parte dei servizi segreti nazisti prima della fine della guerra, gente di cui ci servimmo poi per combattere i comunisti. In Italia nel '48 truccammo le elezioni, in Francia nel '49 bloccammo gli scioperi, rovesciammo Quirino nelle Filippine, Arbenz in Guatemala, Mossadeq in Iran. Eravamo in Vietnam nel '54, in Indonesia nel '58, in Tibet nel '59... portammo fuori il Dalai Lama. Eravamo bravi. Molto bravi. Poi arrivò la storia di Cuba. Non fummo bravi. Sistemammo le basi per l'invasione, doveva aver luogo nell'ottobre del '62. Chruščëv manda i missili per resistere all'invasione, ma Kennedy non invase. E noi rimanemmo lì come scemi con l'uccello di fuori. Un sacco di persone assai arrabbiate, signor Garrison.(X)
  • Ero sulla via del ritorno, in Nuova Zelanda, quando il presidente fu ucciso. Ora, Oswald fu incriminato alle sette di sera, ora di Dallas, per l'omicidio di Tippit. Col fuso orario fanno le due del pomeriggio del giorno dopo in Nuova Zelanda. Eppure i giornali locali avevano già la biografia completa di questo sconosciuto ventiquattrenne, Lee Oswald. Foto d'archivio, dati biografici, informazioni di fonte sovietica... ed erano praticamente sicuri del fatto che avesse ucciso il presidente da solo, nonostante ci sarebbero volute altre quattro ore prima che venisse incriminato a Dallas. Pensai subito che... be', che stavano architettando una di quelle montature in cui era maestro il mio reparto. (X)
  • [...] scoprii che qualcuno aveva detto al 112° Gruppo di Informazione Militare della $^ Armata a Fort Sam Houston di smobilitare quel giorno [22 novembre 1963] nonostante le proteste del comandante del reparto, Colonnello Reich. È un dettaglio significativo perché da noi è procedura standard, specialmente in una città ritenuta ostile come Dallas, di potenziare il rinforzo del Servizio Segreto. Noi non avremmo permesso la rimozione della cappotta della limousine, e avremmo sicuramente dislocato almeno 200 agenti sul marciapiede. Solo un mese prima, a Dallas, al nostro ambasciatore all'ONU Adlai Stevenson avevano sputato. C'erano già stati attentati a de Gaulle in Francia. Noi saremmo arrivati in anticipo, avremmo studiato il percorso, controllato gli edifici e non avremmo lasciato tante finestre spalancate sul Dealey Plaza, mai! Avremmo appostato i nostri cecchini in tutta la zona, una finestra aperta sarebbe stata segnalata. Avremmo setacciato la folla: pacchi di giornali arrotolati, soprabiti sul braccio... Non avremmo mai permesso a nessuno d'aprire un ombrello, né alla limousine di rallentare fino a 16 chilometri all'ora e tanto meno di prendere quella curva tra Houston e Elm Street. Si sarebbe sentita la presenza dell'esercito per le strade quel giorno. Ma è andata diversamente: vennero violate le più fondamentali regole precauzionali che abbiamo e questa è la migliore indicazione che ci fu un massiccio complotto a Dallas. E chi poteva organizzarlo? Le operazioni in nero, signor Garrison, quelli del mio reparto [...] (X)
  • Non potevano permettere che Kennedy ne uscisse vivo. Be', le cose non furono più le stesse dopo di allora. Il Vietnam cominciò sul serio, c'era un'aria di... non lo so... di finzione al Pentagono o alla CIA. Noi delle operazioni segrete sapevamo che la commissione Warren era tutta una finzione. Ma c'era qualcosa di... più profondo, di orrendo. Io conoscevo Allen Dulles molto bene, ero stato spesso a casa sua. Ma per quanto mi sforzi non riesco a capire perché fu incaricato lui di indagare sulla morte di Kennedy dall'uomo che l'aveva cacciato. Dulles, per inciso, era il protettore del generale Y. (X)
  • È questa la vera domanda, no? "Perché?" Il "come" e il "chi" sono diversivi per il pubblico. Oswald, Ruby, Cuba, la Mafia... tengono la gente occupata come in un gioco, evitando che si chieda la cosa più importante cioè: perché. Perché fu ucciso Kennedy? Chi ci guadagnò? Chi ha il potere di coprire il tutto? Chi? (X)
  • Il principio organizzativo di ogni società, signor Garrison, è proprio la guerra. L'autorità che lo Stato ha sul popolo risiede nel suo potenziale bellico. (X)
  • Si ricordi che fondamentalmente la gente ha un debole per la verità e la verità sta tutta dalla sua parte. (X)
 
Illustrazione simile a quella mostrata nel film per spiegare la "teoria della pallottola magica"
  • Il Ministero di Giustizia ha negato a questa procura l'accesso alle foto dell'autopsia. E quando otteniamo con un'ingiunzione il permesso di esaminare il cervello del presidente all'Archivio di Stato nella speranza di scoprire da che direzione erano venuti i colpi, ci viene detto dal Governo – dal vostro Governo – che il cervello del Presidente non si trova più. Non è la sola cosa che è scomparsa. Con esso è scomparsa anche la giustizia. (Jim Garrison) [arringa al processo contro Clay Shaw]
  • Non gli sparano mentre risale la Houston, che sarebbe il tiro più facile per un unico cecchino appostato nel deposito, ma aspettano che arrivi nella zona convenuta sotto il tiro di tre fucili. Kennedy imbocca l'ultima curva dalla Houston sulla Elm, il corteo rallenta a una velocità di circa 12 chilometri l'ora. I tiratori sulla Dealey Plaza sono tesi, mirano accuratamente attraverso i telescopi. Attendono che la radio dica "Luce verde! Luce verde!" oppure "Annullare! Annullare!" Parte il primo sparo: sembra uno scappamento d'auto e manca completamente il bersaglio. Fotogramma 161: Kennedy smette di salutare, come se avesse sentito qualcosa. La testa di Connally si volta leggermente a destra. Fotogramma 193: il secondo proiettile colpisce alla gola Kennedy dal davanti. Fotogramma 225: il presidente emerge da dietro il cartello stradale, si vede chiaramente che è stato colpito, porta le mani alla gola. Il terzo sparo, fotogramma 232, colpisce Kennedy da dietro spingendolo in basso e in avanti. Connally come vedete non da segno di essere stato colpito. Sta reggendo il cappello, cosa che gli sarebbe impossibile se avesse il polso fratturato. Ora si volta da questa parte. Fotogramma 238: il quarto sparo manca Kennedy e colpisce Connally alla schiena, questo è lo sparo che dimostra l'esistenza di due fucili. Connally grida: "Mio Dio, ci ammazzano tutti!". In questo momento un altro sparo che manca completamente l'auto colpisce James Teague sotto il viadotto. L'auto frena. Il sesto colpo, quello fatale, fotogramma 335, colpisce Kennedy alla testa dal davanti. Questo è il colpo chiave. Il presidente cade indietro e sulla sua sinistra, colpito dal davanti sulla destra. Assolutamente incompatibile con il colpo sparato dal deposito. Indietro e a sinistra. Osservate. Indietro e a sinistra. Indietro e a sinistra. Indietro e a sinistra. E a questo punto che succede? Il finimondo. (Jim Garrison) [arringa al processo contro Clay Shaw, esponendo la propria teoria della dinamica dell'assassinio]
  • Lee Oswald si deve sentire come Joseph K. ne Il processo di Kafka. Non gli viene detto il motivo del suo arresto, non sa niente delle forze oscure ed invisibili che si stanno schierando contro di lui. (Jim Garrison) [ al processo contro Clay Shaw]
  • Io credo che la maggior parte di noi in quest'aula pensasse che la giustizia si fosse creata automaticamente, che la virtù fosse premio a se stessa, che il bene avrebbe trionfato sul male. Ma crescendo abbiamo capito che tutto questo è falso. Sono gli esseri umani che devono creare la giustizia e non è una cosa facile. Perché la verità è molto spesso una minaccia per il potere e la gente spesso deve combattere contro il potere con grave rischio personale. (Jim Garrison) [arringa al processo contro Clay Shaw]
  • La verità è il più importante dei valori che abbiamo perché se la verità non trionfa, se il Governo assassina la verità, se non potremmo rispettare il cuore di questa gente allora questo non è il Paese in cui sono nato e certamente non è il Paese il cui vorrò morire. Tennyson scrisse: "L'autorità dimentica un re morente."[2] Questo non fu mai tanto vero come nel caso John Kennedy, il cui omicidio fu forse uno dei più terribili momenti nella storia della nostra nazione. Noi, col sistema delle giurie popolari che oggi processano Clay Shaw, rappresentiamo la speranza dell'umanità contro lo strapotere dei governi. Adempiendo al vostro dovere ed emettendo la prima condanna in questo castello di carte contro Clay Shaw non vi chiedete cosa può fare il Paese per voi, ma cosa potete fare voi per il Paese.[3] Non dimenticate il vostro re morente. Dimostrate ancora al mondo che il nostro è un Governo per il popolo, del popolo, gestito dal popolo. Niente finché vivrete sarà mai più importante. Dipende da voi. (Jim Garrison) [arringa al processo contro Clay Shaw]

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Guy Banister: Tutti questi piagnistei per quello stronzo figlio di puttana! Piangono come se fossero suoi amici! Mi viene da vomitare!
    Jack Martin: Santo cielo, capo, il presidente è stato ucciso!
    Guy Banister: Bel cazzo di presidente! Io non vedo nessuno piangere per tutte quelle centinaia di cubani che quel bastardo ha condannato a morte e alla tortura alla Baia dei Porci con i suoi stramaledetti trattati! [...] Ecco quello che succede quando si permette ai negri di votare! Quelli si mettono con gli ebrei e coi cattolici e ci eleggono un irlandese piagnone e stronzo!
    Jack Martin: Senti, forse hai bevuto un goccetto di troppo.
    Guy Banister: Stronzate! [brindando] Ecco, alla nuova frontiera: Camelot è crollato alla fine e io ci bevo sopra! [versa a terra il contenuto del bicchiere]
  • [Dopo che David Ferrie ha palesemente raccontato un mucchio di balle]
    Jim Garrison: Mi dispiace che questo incontro si concluda in maniera spiacevole per te, ma devo trattenerti per essere interrogato dall'FBI.
    David Ferrie: Perché? Che c'è?
    Jim Garrison: C'è che trovo la tua versione poco credibile.
    David Ferrie: Davvero?
    Agente FBI: Andiamo.
    David Ferrie: ...in che punto?
  • Jim Garrison: Com'era il motto che avevano [quelli della Marina]?
    Lou Ivon: Una volta dei nostri, sempre dei nostri.
  • Bill Broussard: Sono deposizioni che non reggono in aula, capo. Hanno tutti una reputazione che più schifosa non si potrebbe!
    Jim Garrison: La cosa ti disturba? Una volta in aula mi chiesi perché una donna siccome una prostituta deve essere pure miope.
 
Veduta dal sesto piano del Texas School Book Depository, a Dallas
  • Lou Ivon [simulando le azioni di Oswald al sesto piano del Texas School Book Depository]: Il film di Zapruder documenta tre spari in cinque secondi virgola sei. Ecco, io sono Oswald. Mi cronometri.
    Jim Garrison: Via.
    Lou Ivon: Tempo?
    Jim Garrison: Fra i sei e i sette secondi.
    Lou Ivon: E senza mirare sul serio. La chiave è che il secondo e il terzo sparo arrivarono quasi uno sopra l'altro. E ci vuole un minimo di... due secondi virgola tre per ricaricare questo coso. L'altro problema è che laggiù c'era un albero a bloccare i primi due colpi, come si vede nel film di Zapruder.
    Jim Garrison: Ma Hoover non disse qualcosa su questo? Che le foglie cadono a novembre?
    Lou Ivon: Era una quercia sempreverde del Texas, capo. Perde le foglie ai primi di marzo. Ecco, lei prenda questo Carcano, la peggiore arma lunga del mondo e cerchi di colpire un bersaglio mobile a un'ottantina di metri attraverso un denso fogliame. Niente da fare. Tenga. L'FBI ha fatto due serie di test. Non uno dei loro tiratori scelti ha ripetuto l'impresa di Oswald, neanche uno. E Oswald era al massimo un tiratore medio. Il telescopio montato era pure difettoso. Insomma, l'essenza del caso è tutta qui, secondo me. Oswald non poteva sparare in quel modo. Nessuno poteva. E hanno dato da bere questa balla al pubblico americano.
    Jim Garrison: Il film di Zapruder è la prova che non hanno calcolato. Dobbiamo cercare di ottenerlo.
    Lou Ivon: Il che significa un decreto ingiuntivo alla Time-Life.
    Jim Garrison: Lascia che ti chieda una cosa, Lou. Non era più semplice sparargli mentre risaliva Houston [Street]? C'era tutto il tempo. Lì era allo scoperto.
    Lou Ivon: Lo so. Mi sono chiesto anch'io la stessa cosa.
    Jim Garrison: È un tiro frontale.
    Lou Ivon: E anche se sbagli il primo colpo, se l'auto accelera, c'è il tempo per il secondo. No, l'unica ragione di aspettare che arrivi su Elm [Street] è per fare una triangolazione di fuoco incrociato. Ok? Si mette una squadra laggiù, accanto alla staccionata: tiro frontale, traiettoria diritta e bassa. Si mette una terza squadra laggiù, in quell'edificio lì, a un piano basso. Kennedy arriva in zona tiro e la cosa è fatta.
    Jim Garrison: Quanti uomini?
    Lou Ivon: Be', abbiamo un tiratore, un osservatore in contatto radio...forse tre coppie in tutto. E io direi che si tratta di tiratori professionisti, capo. Gente molto seria. Cacciatori. Pazienti. Ci vuole mestiere per uccidere col fucile, capo. Bisogna concludere che è per questo motivo che nessun capo di stato è stato mai ucciso col fucile in duecento anni.
  • Jim Garrison: Il signor O'Keefe ci ha detto che la cena fu servita da un cameriere in livrea, un uomo di colore. In particolare ricorda che lei sedeva a un capo e lui all'altro del tavolo, cosa che trovò insolita perché il tavolo era molto lungo.
    Clay: [in flashback, a Willie] Ti è piaciuta la mousse?
    Jim Garrison: Questo le fa tornare in mente Willie O'Keefee?
    Clay: No, signore. D'altra parte è vero che io possiedo un delizioso tavolo da pranzo Chippendale e che spesso invito un amico che siede a un capo mentre io siedo all'altro. È proprio per questo che ho un lungo tavolo da pranzo. Lo splendore della scena aggiunge gioia al tutto.
    Jim Garrison: E immagino che un cameriere in livrea contribuisca...
    Clay: ...aggiunge un tocco d'eleganza, cosa per la quale ammetto di avere un'occasionale debolezza. Io lo chiamo Smodley, in realtà si chiama Frankie. Ma mi riesce difficile immaginare qualcosa di più cafone durante una cena che voltarsi verso la cucina strillando "Frankie!".
  • Bill Broussard: Jim!
    Jim Garrison: Bill, che diavolo ci fai qui?
    Bill Broussard: Mi dispiace per l'altro giorno, capo. Non volevo mollarla in quel modo.
    Jim Garrison: Sei venuto fino a qui per dirmi quello che già so?
    Bill Broussard: No, capo. Senta: gira voce che qualcuno tenterà di ucciderla non so dove fra qui e New Orleans. È stato chiamato uno della mala da Shaw. La faccenda è grave, capo. Le servirà una guardia del corpo stasera a Phoenix.
  • Giornalista #1: Signor Garrison, tutta la stampa americana giudicherà questa sentenza come una vittoria della Commissione Warren. Lei cosa ne pensa?
    Jim Garrison: Secondo me dimostra solo che non si può condurre un'indagine alla luce del giorno, né mettere in discussione l'operato dei Servizi Segreti del Governo degli Stati Uniti.
    [...]
    Giornalista #2: E adesso chi perseguiterà, signor Garrison?
    Jim Garrison: Mi ci volessero trent'anni per inchiodare fino all'ultimo attentatore, continuerò quest'indagine per trent'anni. Sento di doverlo non solo a John Kennedy, ma al Paese.

Nel '79, Richard Helms, capo delle operazioni segrete della CIA, ammise sotto giuramento che Shaw aveva lavorato per la CIA.

Clay Shaw morì nel '74 di cancro.
L'autopsia non fu autorizzata.

Nel 1978, Jim Garrison fu eletto giudice alla Corte d'Appello della Louisiana. Fu rieletto nel 1988.
È stato l'unico a promuovere azioni penali legate all'omicidio di Kennedy.

Sud-est asiatico: 2 milioni di morti tra gli asiatici, 58.000 tra gli americani, 220 miliardi spesi, 10 milioni di americani evacuati, più di 5000 elicotteri perduti, 6,5 milioni di bombe sganciate.

Un'inchiesta del Congresso, condotta tra il 1976 e il 1979, trovò plausibile la tesi del complotto e raccomandò al Ministero di Giustizia di indagare. Nel 1991, Il Ministero non ha ancora fatto niente. I dossier della commissione d'inchiesta sono segreti fino al 2029.

Il passato è solo un prologo.

Dedicato ai giovani nel cui spirito continua la ricerca della verità.

Grazie a questo film, nel 1992 il Congresso ha nominato una commissione per rivedere i documenti e decidere quali rendere disponibili per il pubblico americano.

In 1979, RICHARD HELMS, Director of Covert Operations in 1963, admitted under oath that CLAY SHAW had worked fot he CIA.

CLAY SHAW died in 1974 of lung cancer.
No autopsy was allowed.

In 1978, JIM GARRISON was elected Judge of the Louisiana STate Court of Appeal in New Orleans. He was re-elected in 1988.
To this date, ha has brought the only public prosecution in the Kennedy killing.

SOUTHEAST ASIA: 2 million Asian lives lost, 58,000 American lives lost, $220 billion spent, 10 million Americans air-lifted there by commercial aircraft, more than 5,000 helicopters lost, 6½ million tons of bombs dropped.

A Congressional Investigation from 1976-1979 found a "probable conspiracy" in the assassination of John F. Kennedy and recommended the Justice Department investigate further. As of 1991, the Justice Department has done nothing. The files of the House Select Commitee on Assassinations are locked away until the year 2029.

WHAT IS PAST IS PROLOGUE

DEDICATED TO THE YOUNG IN WHOSE SPIRIT THE SEARCH FOR TRUTH MARCHES ON

As a result to this film, Congress in 1992 passed legislation to appoint a panel to review all files and determine which ones would be made available to the American public.
(Testo a scorrimento)

Citazioni su JFK – Un caso ancora aperto

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  • Come finzione fantastica JFK – Un caso ancora aperto è una interessante, se non esagerata, visione di un universo parallelo. Come interpretazione romanzata degli eventi è fallimentare nonsense giornalistico. (Richard Roeper)
  • Il mio problema e il problema che molti storici hanno con Oliver Stone non è il suo talento – è un regista meraviglioso – ma è il fatto di aver usato questo talento per includere certe leggende nel flusso sanguigno americano, leggende che ancora oggi sopravvivono. (Michael Beschloss)
  • JFK – Un caso ancora aperto è una meraviglia cinematografica che consiste perlopiù solo in gente che parla – ma è montato con così tanto vigore da non sembrare mai statico. (Mick LaSalle)
  • Nonostante la sua natura verbosa e prolissa [...] il film è in gran parte avvincente e provocatorio, non importa a quale schieramento politico si appartenga. La sceneggiatura, perlopiù intelligente, è portata in vita da un meraviglioso gruppo di attori. (Emanuel Levy)
  • Quindi volete sapere chi ha ucciso il Presidente e si è reso complice della copertura? Tutti! Alti ufficiali della CIA, l'FBI, il corpo di polizia di Dallas, tutti e tre i servizi armati, l'alta finanza e la Casa Bianca. Tutti sono colpevoli – tutti eccetto Lee Harvey Oswald. Comunque il film, qualunque sospetto si abbia sull'uso o abuso delle prove, spacca. In parte libro di storia, in parte fumetto, il film corre verso il verdetto senza respiro per tre ore prendendo al lazo fatti e fattoidi, assemblandoli poi in un meccanismo incendiario che ucciderebbe la soddisfazione di qualunque spettatore. L'opera di Stone è, in entrambi i significati del termine, sensazionale: è eccellente giornalismo da tabloid. Nella sua bravura e ampiezza JFK – Un caso ancora aperto è sediziosamente coinvolgente; nella sua fattura magnificamente complesso. (Richard Corliss)
  • Si presenta con tutte le marche del discorso storico, dice di essere storia e prova degli eventi, negando la sua natura di discorso interpretativo e persuasivo: più che far ricordare vuole essere ricordato, perché la verità nascosta (l'unica che merita di restare) in fondo è contenuta soltanto nel film, grazie alle sue straordinarie capacità conoscitive. (Dario Edoardo Viganò)
  • Una bugia continua in cui Stone non riesce a trovare un livello di inganno e finzione oltre il quale non è disposto ad andare. (Vincent Bugliosi)
  • Una grossa bugia che avrebbe reso fiero Adolf Hitler. (David W. Belin)
  • Una mostruosa sciarada [basata sugli] allucinati belati di uno scrittore di nome Jim Garrison, un discreditato ex procuratore di New Orleans. [...] C'è qualche essere umano sano di mente che davvero crede che il presidente Johnson, i membri della Commissione Warren, gli agenti di polizia, la CIA, l'FBI, svariati criminali, stramboidi e lanciatori di frisbee abbiano tutti cospirato così come nelle bizzarre visioni di Garrison? [...] E poi per quasi 29 anni non è emerso nulla? Ma lo si deve credere se si pensa che una qualsiasi parte di questa folle accusa sia plausibile. [...] Scena dopo scena il signor Stone appiccica insieme le mezze verità e le falsità totali e da questo fabbrica il plausibile. [...] Non mi meraviglio che molti giovani, presi dal film, lascino i cinema convinti di essere stati testimoni della verità. [...] Più o meno allo stesso modo giovani ragazzi e ragazze della Germania nel 1941 furono ipnotizzati da Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl, in cui Adolf Hitler venne rappresentato come un nuovo Dio. [...] Sia JFK – Un caso ancora aperto che Il trionfo della volontà sono ugualmente capolavori della propaganda e ugualmente degli imbrogli. Il signor Stone e Leni Riefenstahl hanno un altro legame genetico: nessuno dei due ha inserito un avviso nei propri film avvertendo che i contenuti sono perlopiù finzione. (Jack Valenti)

Frasi promozionali

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  • È un Procuratore Distrettuale. Rischierà la vita, quella della sua famiglia, tutto ciò che gli è caro, per la sola cosa che ritiene sacra... la verità.[4]
  • Il presidente Kennedy assassinato a Dallas.[4]

Voci correlate

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  1. Cfr. Ella Wheeler Wilcox, Protest, Poems of Problems, 1914.
  2. Cfr. Alfred Tennyson, Morte D'Arthur, 1842, versi 121-123: «Authority forgets a dying king, | Laid widow’d of the power in his eye | That bow’d the will.»
  3. Cfr. John Fitzgerald Kennedy, discorso di insediamento, 20 gennaio 1961: «Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese.»
  4. a b Dalla locandina in italiano. Cfr. Foto Locandina JFK - Un caso ancora aperto, filmtv.it

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