Romania

stato dell'Europa orientale, membro dell'Unione europea

Citazioni sulla Romania e sui romeni.

Bandiera romena

Citazioni

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  • Antichi e profondi legami uniscono i nostri due popoli. La nostra comune origine latina, le profonde affinità di cultura e di lingua esistenti fra di noi, le tradizioni stabilitesi nel passato, e specie nel secolo scorso, allorché le due nazioni riacquistarono la loro indipendenza attraverso vicende che presentano punti di analogia: sono questi fattori che danno un continuo alimento all'amicizia ed alla cooperazione fra i due paesi e di due Stati. (Giovanni Leone)
  • Ciò che ho amato innanzitutto della Romania è stato il suo lato estremamente primitivo. Non mancavano, certo, persone civilizzate, ma io preferivo gli illetterati, gli analfabeti. (Emil Cioran)
  • Da venti secoli sentinella della latinità e della civiltà ad oriente. (Ion Antonescu)
  • I Romeni, col loro combattimento permanente agli estremi di una situazione-limite biologica e spirituale, resero possibile l'arte gotica, Il Rinascimento, il tomismo e tutto quanto in Occidente è costruito sulla roccia, tutta la continuità e la calma intra muros. Extra muros vi fu una zona incerta situata fra la cattedrale e il deserto dei tartari; qui, nel suo seno nacque la filosofia del contadino del Danubio. (Vintilă Horia)
  • Il popolo rumeno, curiosamente, è il popolo più fatalista del mondo. (Emil Cioran)
  • Non riesco ad immaginare un'Europa piena, libera e sicura senza una Romania. (Joe Biden)
  • Talvolta creo uno choc quando dico che la democrazia non è ancora tornata in Romania. Nessuno ha spiegato come funziona la democrazia e che non è facile da conquistare. Ci vuole una giusta informazione, un'educazione. Come votate, chiedo loro? Votate come viene, nel vento. Quali le vostre convinzioni? e le risposte vengono dopo un lungo silenzio. So che la democrazia è libertà, un modo di vivere, di comportarsi, di considerare gli altri, i propri vicini. (Michele I di Romania)
  • Come è noto, il popolo romeno ha una lunga storia, essendo nato dalla fusione dei daci con i romani, due grandi popoli dell'antichità, i cui esponenti simbolici sono due eminenti personalità dell'epoca: Decebalo e Traiano. Nato in condizioni storiche complesse, il popolo romeno ha conservato e ha sviluppato le grandi virtù ereditate dai suoi avi, conferendo loro nuove dimensioni, durante il suo sviluppo storico-sociale.
  • Il fatto che sul territorio della Romania abitino anche magiari, tedeschi ed altre nazionalità, è un risultato dello sviluppo storico. Da molti secoli queste nazionalità hanno lavorato e vissuto assieme al popolo romeno. Parlare di uno Stato multinazionale in Romania significherebbe presupporre l'unione di varie nazioni, ciò che non è stato e non è il caso della Romania.
  • Il nostro popolo ha sempre coltivato – in momenti sia difficili che buoni – l'amore per il bello, ha cantato sia quando era infelice, che quando era contento. D'altronde è una caratteristica del nostro popolo esprimere nella musica, nella danza, nei giochi i suoi sentimenti, la sua volontà di superare qualsiasi difficoltà, di assicurarsi un posto sempre più degno nel mondo.
  • Il popolo romeno ha vissuto per secoli sotto il giogo straniero, ha condotto dure lotte e, attraverso sacrifici, è riuscito a conservare la sua entità nazionale. La storia ha dimostrato più di una volta, e non solo per Romania, che non esistono ostacoli insormontabili nella lotta per lo sviluppo e l'affermazione dell'essere nazionale dei popoli.
  • Il nostro Paese ha grandi risorse naturali e umane, ma è stato governato da incompetenti.
  • La Romania è stata per secoli un ponte fra le civiltà, un punto d'incontro delle grandi culture europee, creando una sintesi unica. Il messaggio specifico che la Romania può portare all'Europa è la necessità di superare ogni sorta di differenza di tipo economico, politico o religioso. L'Europa di domani sarà senza dubbio una civiltà di sintesi. La Romania può offrire la sua capacità di sintesi culturale, una tradizione di tolleranza e un patrimonio di cultura che non sfigura accanto al ricco tesoro delle altre nazioni europee.
  • Molti in Occidente guardano solo i dati economici, e considerano la Romania alla stregua dei Paesi sottosviluppati. Ma noi abbiamo una cultura plurisecolare, che la dittatura comunista non è riuscita a distruggere. Siamo un Paese cristiano fin dalle origini, dalla predicazione di Sant'Andrea. La Chiesa romena ha custodito per secoli la nostra identità linguistica e spirituale dall'imperialismo turco e da quello russo.
  • In Europa la Romania si sente a casa. Ma c'è sempre spazio per delle partnership ancora più stringenti a vantaggio reciproco.
  • In Romania [...] la fiducia dei cittadini nel progetto europeo si è sempre mantenuta molto alta e non abbiamo dovuto affrontare derive euroscettiche significative, con carattere estremista o xenofobo.
  • La Romania ha comunque dimostrato di essere non solo un partner affidabile nell'Unione europea e nella Nato, bensì una democrazia dalle solide radici. [...] Abbiamo completato la transizione, ci siamo guadagnati un posto tra le democrazie occidentali.
  • Per la Romania, l'adesione alla Ue nel 2007 ha avuto effetti benefici evidenti per l'intera società: l'ammodernamento delle amministrazioni, il progresso economico, lo sviluppo sociale. Adesso è il momento di agire insieme per il rilancio del progetto europeo, per riconquistare la fiducia dei cittadini europei nella costruzione dell'Europa, che deve portare risultati tangibili per ognuno di noi.
  • E pensare che con tanta fiducia avevo goduto dell'ingresso in Europa delle nazioni dell'Est, in particolare della Romania. Non so se sia stato un bene per l'Europa, questo allargamento a Paesi non abituati alle regole democratiche, ma per la Romania è stato l'avveramento di un sogno. Noi ci siamo sempre sentiti i latini dell’Est, sia come lingua che come cultura, la nostra capitale morale era Parigi.
  • La Romania è diversa. Lì tutto si basa su relazioni personali, la verità, come si dice in rumeno "non è sul tavolo, ma sotto il tavolo", ovvero è negoziabile di nascosto, e da lì viene adattata, mitigata, amplificata.
  • La Romania ha una lunga tradizione di sottomissione, opportunismo, compromessi. È un paese che manca di carattere.
  • La storia della Romania non è stata tragica, ma tragicomica.
  • Chi cancellasse dalla carta geografica i fiumi della Transilvania farebbe dell'idrografia romena un'assurdità: lascerebbe quasi tutti i fiumi senza sorgenti.
  • Come la Svizzera è «la casa delle acque» d'Europa; così la Transilvania è la casa delle acque della Romania.
  • Giustamente la Romania è stata detta «la porta delle invasioni» e un cronista romeno ne ha caratterizzato così la posizione geografica: la terra romena è stata situata sulla «via delle sciagure».
  • Ancora fino ad oggi i Rumeni non si sono lasciati né si lasciano governare così facilmente da chiunque. L'origine del Rumeno sin dal principio lo rese pretensioso e le sue pretensioni giunsero anche in proverbio: Puoi portare il Rumeno tutta la giornata in sue spalle, e ancor si lagnerà di dolor di piedi. Vuol dire dunque che lo si deve portare anni ed anni in sulle spalle affinché egli riconoscesse il servizio fattogli.
  • Dal fondo degli altari la voce della Chiesa penetra nei vostri animi, o Rumeni, e vi mostra chiaro che nelle vostre vene scorre sangue di Apostoli, di Martiri e di grandi predicatori; sangue di eroi che difesero continuamente la loro legge e la Patria. La terra della Rumenia è impregnata e fecondata dal più sacro sangue dei vostri antenati.
  • I Rumeni sostennero la religione ortodossa non solamente colle braccia e col sangue, ma anche cogli averi fondando monasteri e lasciando i figli e i discendenti in povertà. I Rumeni diedero asilo ai Greci dopo la presa di Costantinopoli dai Turchi, ed in Rumenia fu inalberato il primo stendardo della libertà greca. I Rumeni si diedero come modello per la rigenerazione dei popoli vicini d'Oriente. Ecco quale fu la loro missione: da repubblicani divennero cristiani, e cristianizzarono tante nazioni; conservarono il Cristianesimo primitivo, cioè la religione ortodossa, la difesero e la sostennero. Essere tutti ortodossi vuol dire essere forti per unione tra di loro e coi popoli d'Oriente oppressi. Coloro che li vogliono dividere per mezzo dell'unione col papa, non fanno che seminare la discordia e preparare la rovina. I Rumeni compirono la loro missione in 17 secoli, e se vi esiste una Porvvidenza, il loro avvenire sarà degno della loro alta missione che hanno esercitato per tanto tempo e con tanti sagrifizi.
  • La Grecia ha la sua storia, perché i suoi avvenimenti furono scritti dai poeti e dagli storici; per la stessa ragione anche Roma ha la sua storia, e se la Chiesa ha scritto le biografie dei più grandi e santi uomini della Rumenia, persisteremo noi a dire che il principio della nostra storia è oscuro e sconosciuto?
  • La storia ci dice che da Traiano fino a Radu-Negru e fino a più tardi ancora i Rumeni non ebbero più pace, ma dovettero sempre soffrire le incursioni di tante genti, e per mantenersi indipendenti cercarono sempre o di sconfiggere o di convertire i Barbari. Per conseguenza le loro braccia e le loro armi si lasciarono sempre condurre dalla mente, e la loro mente fu sostenuta dalle armi.
  • Molti vogliono dimostrare che i Daci erano di stirpe slava, e che i Rumeni di oggi sono popoli prodotti dal miscuglio dei Romani coi Daci; e che per conseguenza noi siamo Romano-Slavi. Ma i Rumeni sono romani quali sono gl'Italiani, quantunque questi si fossero mischiati ad altre genti vicine, come i Greci sono Elleni, come gli Ungheri sono Magiari, quantunque si fossero essi uniti co'Germani, con gli Slavi e co'Rumeni.

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