Lucio Battisti

cantautore, compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico italiano (1943-1998)
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Lucio Battisti (1943 – 1998), cantautore e musicista italiano.

Lucio Battisti al Festival di Sanremo del 1969

Citazioni di Lucio Battisti modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • A Mauri', nun me ferma più nessuno![fonte 1] [rivolto a Maurizio Vandelli, dopo l'esibizione al Cantagiro 1968]
  • L'importante è comunicare con il pubblico. Il resto conta molto poco. Il guaio è che in Italia ci sono ancora troppi cantanti alla Claudio Villa.[fonte 2]
  • [Rispondendo a una domanda del pubblico: «Lucio, vorrei sapere se ti senti originale.»]: No, mi sento Lucio Battisti.[fonte 3]
  • Trovo i suoi testi [di Fabrizio De André] interessanti, ma piuttosto goliardici, tant'è vero che piacciono solo agli studentelli. La parte musicale poi è solo accompagnamento, mentre io ritengo che debba sempre avere il ruolo principale nelle canzoni.[fonte 4]
  • Ma che c'entra Gaber con me? Io sono un rullo compressore, lui è un triciclo.[fonte 4]
  • [«Preferiresti passare alla storia come cantante o come autore?»] Come autore perché a tutt'oggi la mia attività più importante è quella di autore. Comunque preferisco non passare alla storia della musica.[fonte 5]
  • [«Ma guarda che veramente oggi si vede che sta molto in forma, Lucio!»] No, non è che sto molto in forma, è che è un giorno qualsiasi, oggi![fonte 6]
  • [Sull'album Anima latina] Già ne Il nostro caro angelo si avvertiva questa mia ironia verso il Lucio Battisti degli anni precedenti, questa demitizzazione, non per volontà suicida, non per autolesionismo, non per voler rinnegare, ma semplicemente per preparare il terreno all'azzeramento di una personalità monumentale, per azzerarla prima e successivamente umanizzarla al massimo, farla partecipare alla vita degli altri, conversare con gli altri per mezzo della musica [...] con cose vere, dette in mezzo agli altri in mezzo alla musica, non falsamente o ipocritamente modeste, solo uguali a quelle di tutti gli altri.[fonte 7]
  • [...] basti pensare a Picasso, a quello che ha significato la rottura, la provocazione dei primi esperimenti dell'artista, divenuti poi documenti, divenuti addirittura scuola, serviti da stimolo e apertura a nuove cose. Anche nella musica più elementare è utile fare oggi queste operazioni; nella musica contemporanea l'hanno già fatto, nel mondo delle canzoni, quello più vicino alle masse, quello più immediato, per la gente più semplice, ancora invece non è stato fatto, siamo ancora legati alla strofa, alla rima, sia pure, trattandosi di cantautori, di brani impegnati e ricchi di significato. Ma son sempre cose che si subiscono. Questa sudditanza dell'ascoltatore deve essere modificata [...].[fonte 7]
  • [«Perché sei sempre di moda?»] Perché me ne infischio delle mode.[fonte 8]
  • Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre invece parlare un linguaggio più semplice ti espone a maggiori possibilità di esser giudicato. Infatti più gente ti capisce e più hai potenziali giudici di ciò che fai. Ma questo mi è sembrato un rischio che vale la pena di correre: l'ermetico dorme sonni tranquilli, ha come unico giudice sé stesso visto che non è capito da nessuno.[fonte 9]
  • La vita è un contrasto di forze contrastanti. Ammazza che bell'italiano![fonte 10]
  • Ecco, l'ermetismo è una cosa che abbiamo individuato, come un fattore un po' di fuga, nel senso che è facile fare l'ermetico, tanto ho capito io e tu no.[fonte 10]
  • Perché io, per esempio, di chi ha le idee molto precise ho abbastanza paura.[fonte 10]
  • Tutto mi spinge verso una totale ridefinizione della mia attività professionale. In breve tempo ho conseguito un successo di pubblico ragguardevole. Per continuare la mia strada ho bisogno di nuove mete artistiche, di nuovi stimoli professionali : devo distruggere l'immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L'artista non esiste. Esiste la sua arte.[fonte 11]

Senza data modifica

  • Aho, io se volevo suda' facevo il minatore... [osservando Zucchero in concerto][fonte 12]
  • [«Perché non si capisce più niente nei tuoi dischi?»] I miei LP costano come quelli di Venditti ma io nei miei ci metto il cuore: siccome non costano di più non ci metto più le emozioni.[fonte 13]

Citazioni tratte dalle sue canzoni modifica

Lucio Battisti modifica

Etichetta: Ricordi, 1969, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • Non sarà | un'avventura, | non può essere soltanto | una primavera, | questo amore | non è una stella | che al mattino se ne va. (da Un'avventura[1], lato A, n. 1)
  • Tu sei mia | fino a quando gli occhi miei | avran luce per guardare gli occhi tuoi. | Innamorato! | Sempre di più, in fondo all'anima | per sempre tu, | perché non è una promessa | ma è quel che sarà | domani e sempre, | sempre vivrà! (da Un'avventura[1], lato A, n. 1)
  • Mi son svegliato e | sto pensando a te. | Ricordo solo che, | che ieri non eri con me... | Il sole ha cancellato tutto | di colpo volo giù dal letto | e corro lì al telefono. (da 29 settembre[1], lato A, n. 2)
  • Se non sai più cosa fare, | puoi cantare. | E così | tu sarai | uno in più, | con noi. (da Uno in più[1], lato A, n. 5)
  • Avere nelle scarpe | la voglia di andare. | Avere negli occhi | la voglia di guardare. | E invece restare... | prigionieri di un mondo | che ci lascia soltanto sognare, | solo sognare... (da Prigioniero del mondo[2], lato B, n. 3)
  • Nel mio silenzio | anche un sorriso può fare rumore. (da Nel cuore, nell'anima[1], lato B, n. 5)
  • È difficile spiegare | quel che anch'io non so capire. (da Il vento[1], lato B, n. 6)
  • Cara, | le mie mani stan tremando | i miei occhi stan piangendo | a me sembra di strappare | qualche cosa dentro me | e vorrei gridare: "No.. oh!" | ma se guardo quella porta | io la vedo già aperta | ed ho voglia di fuggire | di lasciare dietro me | tutto quanto insieme a te, | di partire solo. (da Il vento[1], lato B, n. 6)

Emozioni modifica

Etichetta: Ricordi, 1970, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • Solo | credevo di volare e non volo, | credevo che l'azzurro di due occhi per me, | fosse sempre cielo, non è... | fosse sempre cielo, non è... | posso stringerti le mani? | Come sono fredde tu tremi, | no, non sto sbagliando mi ami, | dimmi che è vero. (Da Fiori rosa, fiori di pesco[1], lato A, n. 1)
  • Ieri era oggi e oggi è già domani. (da Fiori rosa, fiori di pesco[1], lato A, n. 1)
  • Motocicletta | dieci HP | tutta cromata, | è tua se dici sì. | Mi costa una vita, | per niente la darei, | ma ho il cuore malato | e so che guarirei. (da Il tempo di morire[1], lato A, n. 3)
  • Non dire no! | Lo so che ami un altro | ma che ci posso fare? | Io sono un disperato | perché ti voglio amare. (da Il tempo di morire[1], lato A, n. 3)
  • Mi basta il tempo di morire | fra le tue braccia così. | Domani puoi dimenticare, domani... | ma adesso dimmi di sì. (da Il tempo di morire[1], lato A, n. 3)
  • Un angelo caduto in volo, | questo tu ora sei in tutti i sogni miei. | Come ti vorrei... come ti vorrei... (da Mi ritorni in mente[1], lato A, n. 4)
  • Quella sera ballavi insieme a me | e ti stringevi a me. | All'improvviso mi hai chiesto lui chi è, | lui chi è. | Un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso, | il nostro amor dissolversi nel vento... | Ricordo, sono morto in un momento. (da Mi ritorni in mente[1], lato A, n. 4)
  • E di notte passare con lo sguardo la collina | per scoprire | dove il sole va a dormire. (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • Domandarsi perché quando cade la | tristezza | in fondo al cuore | come la neve non fa rumore. (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere | se poi è tanto difficile morire. (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • E stringere le mani per fermare | qualcosa che | è dentro me | ma nella mente tua non c'è. (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • Capire tu non puoi... | Tu chiamale, se vuoi, | emozioni... (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • E ricoprir di terra una piantina verde | sperando possa | nascere un giorno una rosa rossa. (da Emozioni[1], lato A, n. 6)
  • Ho visto un uomo che moriva per amore, | ne ho visto un altro che più lacrime non ha. | Nessun coltello mai | ti può ferir di più | di un grande amore che ti stringe il cuor. (da Dieci ragazze[1], lato B, n. 1)
  • Vorrei sapere chi ha detto | che non vivo più senza te. | Matto! | Quello è proprio matto perché | forse non sa | che posso averne una per il giorno, | una per la sera... | però quel matto mi conosce | perché ha detto una cosa vera. (da Dieci ragazze[1], lato B, n. 1)
  • Acqua azzurra, acqua chiara | con le mani posso finalmente bere. | Nei tuoi occhi innocenti | posso ancora ritrovare | il profumo di un amore puro, | puro come il tuo amor. (da Acqua azzurra, acqua chiara[1], lato B, n. 2)
  • Son le quattro e mezza ormai | non ho voglia di dormir, | a quest'ora, cosa vuoi, | mi va bene pure lei. | Ma da quando ci sei tu | tutto questo non c'è più. (da Acqua azzurra, acqua chiara[1], lato B, n. 2)
  • Ti stai sbagliando chi hai visto non è, | non è Francesca. | Lei è sempre a casa che aspetta me, | non è Francesca. (da Non è Francesca[1], lato B, n. 4)

Amore e non amore modifica

Etichetta: Ricordi, 1971, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • Tu non sei molto bella, | e neanche intelligente, | ma non t'importa niente | perché tu non lo sai. (da Una[1], lato A, n. 3)
  • Io ti apro il mio cuore, | tu fai finta di ascoltare | ed intanto guardi in giro: vuoi qualcosa da mangiare... (da Una[1], lato A, n. 3)
  • Anche tu | ami tanto le banane, anche tu | ma però costan troppo le banane e perciò | questo nostro grande amore, | che sfortuna, oggi stesso finirà | per questioni vegetali di risparmio | ed anche di praticità. (da Supermarket[1], lato B, n. 3)

Lucio Battisti vol. 4 modifica

Etichetta: Ricordi, 1971, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • Conosci me, la mia lealtà, | tu sai che oggi morirei per onestà. | Conosci me, il nome mio, | tu sola sai se è vero o no che credo in Dio. (da Pensieri e parole[1], lato B, n. 1)
  • Che ne sai tu di un campo di grano, | poesia di un amore profano, | la paura d'esser preso per mano, che ne sai... (da Pensieri e parole[1], lato B, n. 1)
  • La mia sincerità per rubare la sua verginità. (da Pensieri e parole[1], lato B, n. 1)
  • Davanti a me c'è un'altra vita, | la nostra è già finita | e nuove notti e nuovi giorni, | cara, vai o torni con me? (da Pensieri e parole[1], lato B, n. 1)
  • Che ne sai di un ragazzo che ti amava, | che parlava e niente sapeva | eppur quel che diceva, chissà perché chissà, | sì tu lo sai, | adesso è verità. (da Pensieri e parole[1], lato B, n. 1)

Umanamente uomo: il sogno modifica

Etichetta: Numero Uno, 1972, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri, | io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli, | poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli. (da I giardini di marzo[1], lato A, n. 1)
  • Che anno è? Che giorno è? | Questo è il tempo di vivere con te. | Le mie mani, come vedi, non tremano più | e ho nell'anima, | in fondo all'anima, cieli immensi e immenso amore, | e poi ancora, ancora amore, amor per te... (da I giardini di marzo[1], lato A, n. 1)
  • L'universo trova spazio dentro me, | ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c'è. (da I giardini di marzo[1], lato A, n. 1)
  • I giardini di marzo si vestono di nuovi colori | e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori. (da I giardini di marzo[1], lato A, n. 1)
  • Non so con chi adesso sei, | non so che cosa fai, | ma so di certo a cosa stai pensando... | è troppo grande la città | per due che, come noi, | non sperano però si stan cercando. (da E penso a te[1], lato A, n. 3)
  • C'era un cane un po' barbone | che legato alla catena | mi ruggiva come un leone ma faceva pena. | Penso a lui e guardo me | che minaccio chissà ché, | mascherato da leone ma ho paura di te. (da Il leone e la gallina[1], lato B, n. 2)
  • Sono io che scelgo te | o sei tu che scegli me, | sembra quasi un gran problema ma il problema non c'è! | Gira, gira la gran ruota | e la Terra non è vuota. | Ad ognuno la sua parte, saper vivere è un'arte! (da Il leone e la gallina[1], lato B, n. 2)

Il mio canto libero modifica

Etichetta: Numero Uno, 1972, prodotto da Lucio Battisti.

  • E come uccelli leggeri | fuggon tutti i miei pensieri | per lasciar solo posto al tuo viso | che come un sole rosso acceso | arde per me (da La luce dall'est[1], lato A, n. 1)
  • Di solito così non si fa | di solito! | ho l'impressione che se non smetti all' inferno | forse tu finirai | ma se non altro quel luogo | più allegro ed umano | renderai (da Luci-ah[1], lato A, n. 2)
  • Il fiume va. | Guardo più in là: | un'automobile corre | e lascia dietro sé | del fumo grigio e me, | e questo verde mondo | indifferente, perché | da troppo tempo ormai | apre le braccia a nessuno, | come me che ho bisogno | di qualche cosa di più | che non puoi darmi tu. | Ma un'auto che va | basta già a farmi chiedere se io vivo. (da L'aquila[1], lato A, n. 3)
  • Ma come un'aquila può | diventare aquilone? | Che sia legata oppure no, | non sarà mai di cartone. (da L'aquila[1], lato A, n. 3)
  • Mi son svegliato solo, | poi ho incontrato te, | l'esistenza un volo diventò per me... (da Vento nel vento[1], lato A, n. 4)
  • Se sei figlia della solita illusione e se fai confusione. (da Confusione[1], lato B, n. 1)
  • Tu vorresti imbalsamare anche l'ultima e più piccola emozione. (da Confusione[1], lato B, n. 1)
  • Dove vai quando poi resti sola, | il ricordo, come sai, non consola. | Quando lei se ne andò, per esempio, | trasformai la mia casa in tempio | e da allora solo oggi non farnetico più. | A guarirmi chi fu? | Ho paura a dirti che sei tu. (da Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi[1], lato B, n. 2)
  • Come può uno scoglio | arginare il mare. | Anche se non voglio, | torno già a volare. | Le distese azzurre | e le verdi terre. | Le discese ardite | e le risalite, | su nel cielo aperto | e poi giù il deserto, | e poi ancora in alto | con un grande salto. (da Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi[1], lato B, n. 2)
  • Dove vai quando poi resti sola, | senza ali, tu lo sai, non si vola. | Io quel dì mi trovai per esempio | quasi sperso in quel letto così ampio. | Stalattiti sul soffitto, i miei giorni con lei, | io la morte abbracciai, | ho paura a dirti che per te | mi svegliai. (da Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi[1], lato B, n. 2)
  • Perché non mi volete? Forse con un altro mi scambiate: | non feci mai del male. | Mio padre è guardia comunale, | mia madre lavora all'ospedale.
    Per questo tu non sei a noi uguale! (da Gente per bene e gente per male[1], lato B, n. 3)
  • Fa freddo un poco ma c'è un bel fuoco un po' più in là. | Tu vendi amore ma questa sera purtroppo | io non ho soldi e per questo non lo posso comprare. | Ah! Ma dici davvero ma dici davvero non posso accettare! | Comunque grazie ancora grazie | e, vista l'ora, gentile signora, ti posso accompagnare? (da Gente per bene e gente per male[1], lato B, n. 3)
  • In un mondo che | non ci vuole più, | il mio canto libero sei tu | e l'immensità | si apre intorno a noi | al di là del limite degli occhi tuoi. (da Il mio canto libero[1], lato B, n. 4)
  • Nasce il sentimento | nasce in mezzo al pianto | e s'innalza altissimo e va | e vola sulle accuse della gente | a tutti i suoi retaggi indifferente | sorretto da un anelito d'amore | di vero amore. (da Il mio canto libero[1], lato B, n. 4)
  • Nuove sensazioni, | giovani emozioni | si esprimono purissime | in noi. | La veste dei fantasmi del passato | cadendo lascia il quadro immacolato | e s'alza un vento tiepido d'amore, | di vero amore. (da Il mio canto libero[1], lato B, n. 4)
  • In un mondo che | prigioniero è, | respiriamo liberi | io e te. | E la verità | si offre nuda a noi | e limpida è l'immagine | ormai. (da Il mio canto libero[1], lato B, n. 4)

Il nostro caro angelo modifica

Etichetta: Numero Uno, 1973, prodotto da Lucio Battisti.

  • Troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante | e quasi sempre dietro la collina è il sole. (da La collina dei ciliegi[1], lato A, n. 1)
  • Ma perché tu non vuoi spaziare con me, | volando intorno a la tradizione | come un colombo intorno a un pallone frenato | e con un colpo di becco | bene aggiustato forato e lui giù, giù, giù... | e noi ancora, ancor più su, | planando sopra boschi di braccia tese. (da La collina dei ciliegi[1], lato A, n. 1)
  • Se segui la mia mente, se segui la mia mente | abbandoni facilmente le antiche gelosie | ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti. (da La collina dei ciliegi[1], lato A, n. 1)
  • Col dentifricio puro e trasparente | dove ti fanno dire che illumina la mente, | e mentre indossi un super super super reggiseno | per casalinga tutta veleno. | E mentre parli insieme a una semplice comparsa | vestita da dottore, che brutta farsa! | Ti fanno alimentare l'ignoranza | fingendo di servirsi della scienza! (da Ma è un canto brasileiro[1], lato A, n. 2)
  • Non puoi partecipare a quella storia | dove racconti che la benzina quasi quasi quasi purifica l'aria, | sarà al mentolo l'ultima scoria! | Fotografata insieme a dei bambini | che affidi al fosforo dei formaggini! (da Ma è un canto brasileiro[1], lato A, n. 2)
  • Come prostitute che nella notte vendono | un gaio cesto di amore che amor non è mai. (da Il nostro caro angelo[1], lato A, n. 4)
  • Le rughe han troppi secoli oramai, | truccarle non si può più. (da Il nostro caro angelo[1], lato A, n. 4)
  • Non voglio entrare in mezzo all'invidia e la perfidia, | non voglio stare a duellar fra gelosie, sporche dicerie | e il bigottume delle dolci e care figlie di Maria. | E la politica del curato contro quella della giunta, | tutti lì a vedere chi la spunta | e sorrisi e compromessi e fognature dentro i fossi. | No, no, io non ci sto... (da Le allettanti promesse[1], lato B, n. 1)
  • Io non posso parlare solo di calcio e di donne, | di membri lunghi tre spanne, non posso parlare | di tutte le corna del droghiere | e dell'ulcera duodenale del padre del salumiere | non posso parlare! (da Le allettanti promesse[1], lato B, n. 1)

Anima latina modifica

Etichetta: Numero Uno, 1974, prodotto da Lucio Battisti.

  • Che ne pensi, dimmi, | di un uomo tanto stupido da crederti "sua"? (da Abbracciala abbracciali abbracciati[1], lato A, n. 1)
  • Sarei una cosa tua? | Amore, gelosia, | amor di borghesia. | Da femmina latina a donna americana | non cambia molto, sai. (da Due mondi[1][3], lato A, n. 2)
  • L'amore è qualcosa di più | del vino, del sesso che tu | prendi e dai. (da Due mondi[1][3], lato A, n. 2)
  • Troverai sul cammino | fango e corruzione. | E la voglia tu avrai | di sdraiarti al suolo, | per guardare come in un film | i colombi in volo. (da Gli uomini celesti[1], lato A, n. 4)
  • Ti diranno che il vento è | il respiro di una donna. (da Gli uomini celesti[1], lato A, n. 1)
  • Ma se tu rifiuterai | di giocare all'attore | forse un libro scriverai | come libero autore, | e tu forse parlerai | di orizzonti più vasti. (da Gli uomini celesti[1], lato A, n. 4)
  • Quando musica e miseria | diventan cosa sola. (da Anima latina[1], lato B, n. 3)
  • La gioia della vita. | La vita dentro agli occhi dei bambini denutriti, | allegramente malvestiti | che nessun detersivo potente | può aver veramente sbiaditi. (da Anima latina[1], lato B, n. 3)
  • Alzati in punta di piedi. | Appoggiati contro di me. | Fra un anno io vado a scuola. | Dopo mi sposo con te. (da Il salame, lato B, n. 4)
  • D'amor la terra è pregna, | anche se gramigna nel seme, il seme ha | dell'esclusività. (da Macchina del tempo[1], lato B, n. 6)
  • E certamente parleranno di sindrome | depressiva, | o più semplicemente diranno che è morto | un altro matto. | Ma io avrò cercato solamente altrove | quel contatto | che qui non trovo, che qui non ho... (da Macchina del tempo[1], lato B, n. 6)
  • I pazzi sono i saggi e viceversa ormai. (da Macchina del tempo[1], lato B, n. 6)
  • Il senso della vita, confuso ed umiliato, | si è perso oramai | tra i fili di un tessuto di riti e paure, | di rabbie e di preghiere. (da Macchina del tempo[1], lato B, n. 6)
  • Siamo, siamo, siamo, siamo vivi e dobbiamo | restarlo perché | programmare una vita in un giorno | vuol dire morire | quel giorno con te. (da Macchina del tempo[1], lato B, n. 6)

Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera modifica

Etichetta: Numero Uno, 1976, prodotto da Mogol e Lucio Battisti.

  • Ho fame anch'io e non soltanto di te. (da Ancora tu[1], lato A, n. 1)
  • Ma lasciarti non è possibile. (da Ancora tu[1], lato A, n. 1)
  • Ancora tu non mi sorprende lo sai | ancora tu ma non dovevamo vederci più? | E come stai? Domanda inutile. | Stai come me e ci scappa da ridere. (da Ancora tu[1], lato A, n. 1)
  • Resta solo il tuo profumo, | il profumo della pelle, | lo sfondo delle stelle | e un vago senso di dolore | che scompare col respiro, | col respiro del tuo amore. (da Dove arriva quel cespuglio[1], lato B, n. 1)
  • Guardiamo le campagne che addormenta il sole | le fresche valli, i boschi e le nascoste viole | le isole lontane, macchie verdi e il mare | i canti delle genti nuove all'imbrunire. (da Respirando[1], lato B, n. 2)

Io tu noi tutti modifica

Etichetta: Numero Uno, 1977, prodotto da Lucio Battisti.

  • Amarsi un po' | è come bere, | più facile | è respirare. (da Amarsi un po'[1], lato A, n. 1)
  • Amarsi un po' | è un po' fiorire, | aiuta sai | a non morire. (da Amarsi un po'[1], lato A, n. 1)
  • Però volersi bene, no | partecipare | è difficile | quasi come volare | ma quanti ostacoli | e sofferenze e poi | sconforti e lacrime | per diventare noi, | veramente noi, uniti | indivisibili, | vicini ma irraggiungibili. (da Amarsi un po'[1], lato A, n. 1)
  • Dolcemente stanco, | come un medico che ha operato fino al mattino. (da L'interprete di un film[1], lato A, n. 2)
  • Come aeroplani nella nebbia io e te | disperatamente cerchiamo un campo di atterraggio in noi. (da Soli[1], lato A, n. 3)
  • Sì, viaggiare, | evitando le buche più dure, | senza per questo cadere nelle tue paure, | gentilmente senza fumo con amore, | dolcemente viaggiare | rallentando per poi accelerare | con un ritmo fluente di vita nel cuore, | gentilmente senza strappi al motore. (da Sì, viaggiare[1], lato B, n. 1)
  • Probabilmente il mio papà | insieme a mia mamma, chi lo sa, | desideravano non me | ma un altro bambino. | Un arrivato, un costruttore, | un presidente da onorare, | un uomo comunque da invidiare, | un altro bambino. | Eh no, eh no, | non è questione di cellule | ma della scelta che si fa: | la mia è di non vivere a metà. | Io, comunque io, comunque vada... | sia molto in alto che nella strada. (da Questione di cellule[1], lato B, n. 2)

Una donna per amico modifica

Etichetta: Numero Uno, 1978, prodotto da Geoff Westley.

  • Aver paura d'innamorarsi troppo, | non disarmarsi per non sciupare tutto, | non dire niente per non tradir la mente, | è un leggero dolore che però io non so più sopportare. (da Aver paura d'innamorarsi troppo[1], lato A, n. 3)
  • E non studiarsi, ubriacarsi di fiducia | per uscirne finalmente fuori. (da Aver paura d'innamorarsi troppo[1], lato A, n. 3)
  • Aver paura di confessare tutto | per il pudore d'innamorarsi troppo, | finger che anch'io le altre donne vedo, | è un leggero dolor temere di mostrarsi interamente nudo | e soffocare la sana gelosia | e controllarsi non dirti che sei mia. (da Aver paura d'innamorarsi troppo[1], lato A, n. 3)
  • Può darsi che io non sappia cosa dico, | scegliendo te – una donna – per amico, | ma il mio mestiere è vivere la vita, che sia di tutti i giorni o sconosciuta. (da Una donna per amico[1], lato B, n. 2)
  • L'eccitazione è il sintomo d'amore | al quale non sappiamo rinunciare. | Le conseguenze spesso fan soffrire, | a turno ci dobbiamo consolare | e tu amica cara mi consoli | perché ci ritroviamo sempre soli. (da Una donna per amico[1], lato B, n. 2)
  • Lo so divento antipatico | ma è sempre meglio che ipocrita. (da Una donna per amico[1], lato B, n. 2)
  • Elegante, contenuto, un po' ironico, garbato. | Misterioso, interessato, imbroglione, subdolo, matto: | maledetto di un gatto, maledetto di un gatto! | Indifeso ma per gioco. Dolce caro sempre amico. | Un poeta ma per poco, giusto per un platonico ricatto: | maledetto di un gatto, maledetto di un gatto! (da Maledetto gatto[1], lato B, n. 3)
  • Guarda lei, è proprio come ti vorrei | guarda lei, lo ama e non si lamenta mai, | in fondo lui assomiglia a me. (da Al Cinema[1], lato B, n. 4)

Una giornata uggiosa modifica

Etichetta: Numero Uno, 1980, prodotto da Geoff Westley.

  • L'odio feroce, l'odio ruggente, | fa male dentro e brucia la mente, | io ti capisco ne so qualcosa, | esser civile come pesa. (da Gelosa cara[1], lato A, n. 3)
  • Andiamo via, via dai fantasmi, | in fretta via da questi inutili spasmi | lasciando qui i tormentosi masochismi | che inventano, alla fine, una tristezza che non c'è. (da Gelosa cara[1], lato A, n. 3)
  • [...] grande amore mio, nato in provincia, | è con te che ora spezzo la lancia. (da Amore mio di provincia[1], lato B, n. 1)
  • Perché non sei una mela, con la buccia tutta lucida e croccante? | Io ti vorrei una mela, vera, semplice, spontanea, rilassante. (da Perché non sei una mela[1], lato B, n. 3)
  • Ma che colore ha una giornata uggiosa? | Ma che sapore ha una vita mal spesa? (da Una giornata uggiosa[1], lato B, n. 4)
  • Sogno di abbracciare un amico vero, | che non voglia vendicarsi su di me di un suo momento amaro. (da Una giornata uggiosa[1], lato B, n. 4)
  • Sogno [...] | gente giusta che rifiuti di esser preda | di facili entusiasmi e ideologie alla moda. (da Una giornata uggiosa[1], lato B, n. 4)
  • Sogno il mio paese infine dignitoso | e un fiume con i pesci vivi a un'ora dalla casa, | di non sognare la Nuovissima Zelanda | per fuggire via da te, Brianza velenosa! (da Una giornata uggiosa[1], lato B, n. 4)
  • Chissà chi sei? Chissà che sarai? | Chissà che sarà di noi? | Lo scopriremo solo vivendo. (da Con il nastro rosa[1], lato B, n. 5)
  • Comunque adesso ho un po' paura, | ora che quest'avventura | sta diventando una storia vera, | spero tanto tu sia sincera! (da Con il nastro rosa[1], lato B, n. 5)
  • Mi sto accorgendo che son giunto dentro casa | con la mia cassa ancora con il nastro rosa | e non vorrei aver sbagliato la mia spesa | o la mia sposa (da Con il nastro rosa[1], lato B, n. 5)

E già modifica

Etichetta: Numero Uno, 1982, prodotto da Greg Walsh.

  • Scrivi il tuo nome | su qualcosa che vale, | mostra a te stesso | che non sei un vegetale | e per provare che si può cambiare, | sposta il confine di ciò che è normale. | Bella giornata è questa qua, | l'aria più fresca ti esalta già, | il momento migliore per cominciare | un'altra vita, un altro stile. (da Scrivi il tuo nome[4], n. 1)
  • La musica è come l'amore, è un divertimento; | quando si complica, invece, diventa un tormento, | e dal piacere allora subentra la noia e davvero la noia. (da Registrazione[4], n. 7)
  • Chiamala, | risponderà chiamandola per nome. (da La tua felicità[4], n. 8)
  • Lo sai cosa è cattivo e cosa è buono, | che cosa è brutto e cosa invece è bello? | Quello che stabilisce il tuo cervello. (da Una montagna[4], n. 11)
  • Dentro di noi c'è un libro bianco e nero | che io mi fermo a leggere ogni tanto | quando non son sicuro del sentiero, | perché è lì che è scritto tutto quanto! (da Una montagna[4], n. 11)
  • E già, che la verità | è solo un'immaginazione, | che una certezza propria non ha. | Ti puoi avvicinare e questo servirà, | ma è sempre un'interpretazione, | finché il contrario non accadrà. (da E già[4], n. 12)
  • È il tuo rapporto con la verità: | niente è definitivo per te, | provi e riprovi, non ti fermi mai | e intanto aggiungi, tagli e sintetizzi. (da E già[4], n. 12)

Don Giovanni modifica

Etichetta: Numero Uno, 1986, prodotto da Greg Walsh.

  • In nessun luogo andai, | per niente ti pensai | e nulla ti mandai | per mio ricordo. (da Le cose che pensano[5], lato A, n. 1)
  • Su un dolce tedio a sdraio | amore ti ignorai. (da Le cose che pensano[5], lato A, n. 1)
  • E tu dici ancora che non parlo d'amore, | batte in me un limone giallo, basta spremerlo! (da Fatti un pianto[5], lato A, n. 2)
  • Con lacrime salate agli occhi tuoi | ben condita amata t'ho. (da Fatti un pianto[5], lato A, n. 2)
  • Il vero è nella memoria | e nella fantasia. (da Madre pennuta[5], lato A, n. 4)
  • [...] il tempo finge | e poi commette l'ingenuità, | non cancella mai le tracce sue | vuol esser preso, arreso, inchiodato lì. (da Madre pennuta[5], lato A, n. 4)
  • Cassiodoro Vicinetti, | Olindo Brodi, Ugo Strappi, | Sofio Bulino. Armando Pende | Andriei Francisco Poimò. | Tristo Fato, Quinto Grado, | Erminio Pasta, Pio Semi, | Ottone Testa, Salvo Croce, | Facoffi Borza, Aldo Ponche (o Punch). (da Equivoci amici[5], lato B, n. 1)
  • Non penso quindi tu sei | questo mi conquista | l'artista non sono io | sono il suo fumista. (da Don Giovanni[5], lato B, n. 2)
  • Un ingordo gorgo umido è l'addio. (da Il diluvio[5], lato B, n. 4)
  • Piove con ghiaccia semplicità, | con truci gocce dal bel luccichio. (da Il diluvio[5], lato B, n. 4)

L'apparenza modifica

Etichetta: Numero Uno, 1988, prodotto da Robyn Smith.

  • Quindi facendo finta | che non sai parlare, | ti metti un dito in bocca, l'anulare; | dirigi una quinta qualsiasi. (da L'apparenza[5], lato A, n. 4)
  • Un affetto non si prova, | s'indossa direttamente. (da Per altri motivi[5], lato B, n. 1)
  • Sapessi tu come me ne ricordi un'altra | della quale non ho alcun ricordo, | perché non avemmo motivi | nemmeno di disaccordo, | anzi come i lati | di un triangolo isoscele | non avemmo motivo di conoscerci. (da Per altri motivi[5], lato B, n. 1)
  • Ah, come sono vivace, come uno che tace. (da Per altri motivi[5], lato B, n. 1)
  • Tutto è dimostrabile, | soprattutto il contrario, | con un'abile manipolazione | dello scenario. (da Lo scenario[5], lato B, n. 4)

La sposa occidentale modifica

Etichetta: CBS, 1990, prodotto da Greg Walsh.

  • Non dobbiamo avere pazienza, ma | accampare pretese intorno a noi. (da La sposa occidentale[5], lato A, n. 4)
  • Vuoi prendere un treno di notte, | pieno di paralumi e di damasco per dormire, | sennò a che serve un treno. (da La sposa occidentale[5], lato A, n. 4)
  • E lo scandaglio calava dalle prore | poi ritornava su | chiedendosi perché, perché il ritorno? | è sempre per prova che | sulle labbra torna | la parola "amore", | per prove d'esercizio | perché si sa che poi non si sa mai | che potrebbe tornare utile. (da I ritorni[5], lato B, n. 2)
  • Come la ragione, | perché con la ragione | si sopravvive a tutto. (da I ritorni[5], lato B, n. 2)
  • E i sogni si allontanano | come i cavalli scossi, | caduti i sognatori. (da I ritorni[5], lato B, n. 2)
  • Amarsi è questo: escludere | d'essere i soli al mondo, | i soli ad esser soli amando, | sterminandola l'invincibile armata. (da I ritorni[5], lato B, n. 2)
  • Si sopravvive a tutto per innamorarsi. (da I ritorni[5], lato B, n. 2)
  • Ho stravisto per te, | non so chi, non so che. (da Campati in aria[5], lato B, n. 4)
  • Ed il senso sparì | essendo lì | nel senso che mi sfuggì. (da Campati in aria"[5], lato B, n. 4)

Cosa succederà alla ragazza modifica

Etichetta: Columbia, 1992, prodotto da Andy Duncan.

  • L'alba, la barba, presa con le buone. | Offrire la gola al tocco leggero, l'alba, | la lanolina candida. (da Cosa succederà alla ragazza[5], lato A, n. 1)
  • [...] si può tacere senza | dare il silenzio come spiegazione. (da Ecco i negozi[5], lato A, n. 3)
  • I minutini, gli attimi, gli istanti | tengono a bada tutti tutti quanti | ma le mezz'ore perse sono già funeste. (da I sacchi della posta[5], lato B, n. 1)
  • [...] gli animali sono esseri scorrevoli; | però il rinoceronte ha il freno a mano. (da Però il rinoceronte[5], lato B, n. 2)
  • L'amore è un gesto pazzo come rompere | una noce con il mento sopra il cuore. (da Però il rinoceronte[5], lato B, n. 2)
  • Per lei un sovrano avrebbe rinunciato | a nascere [...]. (da Però il rinoceronte[5], lato B, n. 2)

Citazioni su Cosa succederà alla ragazza modifica

  • Nell'album "Cosa succederà alla ragazza" uscito in questi giorni Battisti spinge a fondo questa sfida con qualche piccola modifica. I testi sono sempre un guazzabuglio di vocaboli, ma sono parole in libertà vigilata. Infatti nel delirio verbale si può intravedere una certa lubrica malizia [...]. Ma il disco è noioso più che per i versi, per il sapore ossessivo e quasi ipnotico delle musiche. Se lo si mette sul giradischi senza prestargli troppa attenzione, suona da perfetto sottofondo come certi lavori di "new age". (Mario Luzzatto Fegiz)

Hegel modifica

Etichetta: Numero Uno, 1994, prodotto da Andy Duncan.

 
Copertina di Hegel
  • Con i freschi provvisori che soffiano | sotto i cuscini e tu li assalivi | con gli abbracci e le guance | giaciute con l'equatore, | perché di te, già cibata, | non è di calore che hai bisogno | ma di un orgoglioso refrigerio. (da Almeno l'inizio[5], n. 1)
  • Ricordo il suo bel nome: Hegel Tubinga | ed io avrei masticato | la sua tuta da ginnastica. | Il nome se lo prese in prestito dai libri | e fu come copiare di nascosto, | fu come soffiare sul fuoco. (da Hegel[5], n. 2)
  • A volte essere nemici facilita. | Piacersi è così inutile. | Un bacio dai bei modi grossolani | sfuggì come uno schiaffo senza mani. (da Hegel[5], n. 2)
  • Di te, in te stessa, | l'attività assoluta | era una lotta contro la natura | che è dimessa al vento | succube alla furia. (da La bellezza riunita[5], n. 4)
  • Ogni tuo gesto è compreso | in tutto quello che sa | di te stessa quel gesto. (da La bellezza riunita[5], n. 4)
  • [...] chi teme la moda è immerso in essa comunque | e d'essa intriso come un cardo dal gambo reciso. (da La moda nel respiro[5], n. 5)
  • Dici la via di mezzo, ecco la via | quella percorsa dai ragazzi alteri | che vanno a divertirsi nei misteri | spiegabili perché non intralciati | dai cupi sedimenti dei passati. (da La moda nel respiro[5], n. 5)
  • Il posto è qui. | È qui quel lavorio | dell'erba simile al pensiero | che contiene nel vello | quell'orma del tuo corpo | ed uno stelo sconvolto | dal tuo gomito che avrebbe | dimenticato d'essere carnale, | per non dimenticarlo in generale. (da Stanze come questa[5], n. 6)
  • E per somigliarci a noi più che noi stessi, | ci vuole fermi che appena respiriamo | e mobili ogni tanto | come un tratto sicuro di matita. (da Estetica[5], n. 7)
  • Sul viso la sintassi | non ha imperio, | non ha nessun comando. (da La voce del viso[5], n. 8)

Citazioni su Hegel modifica

  • Ciò premesso, va riconosciuto che "Hegel", nella babele di parole (in coerenza con la loro negazione i testi non sono allegati al disco per il semplice fatto che esse non esistono), con un tappeto sonoro modernissimo, è meno brutto dei precedenti (forse ci stiamo abituando). (Mario Luzzatto Fegiz)

Singoli modifica

  • Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi | le tue calzette rosse | e l'innocenza sulle gote tue, | due arance ancor più rosse | e la cantina buia dove noi | respiravamo piano. (da La canzone del sole[1][6], 1971)
  • Un fiore in bocca può servire, sai | più allegro tutto sembra. (da La canzone del sole[1][6], 1971)
  • Io non conosco quel sorriso sicuro che hai, | non so chi sei, non so più chi sei, | mi fai paura oramai, purtroppo! (da La canzone del sole[1][6], 1971)
  • Il sole quando sorge, sorge piano e poi | la luce si diffonde tutto intorno a noi, | le ombre ed i fantasmi della notte sono alberi | e cespugli ancora in fiore, | sono gli occhi di una donna | ancora piena d'amore. (da La canzone del sole[1][6], 1971)
  • Per te che un errore ti è costato tanto | che tremi nel guardare un uomo e vivi di rimpianto (da Anche per te[1][6], 1971)
  • Mi hai detto: | diventa un uomo | medio americano | e tu, tu più civile sarai. | Cosa diverrò, | giuro, non lo so | [...]. (da Elena no[1][7], 1972)

Inediti modifica

  • Con marina ironia, | paturnie notturne ormeggio, | sogno un mio volteggio umano, | da gabbianone.[fonte 14] (da Gabbianone)

Citazioni su Lucio Battisti modifica

 
Lucio Battisti e Mina nel 1973.
  • A quei tempi anche la musica contribuiva a turbarci: Lucio Battisti ci cantava «Dieci ragazze per te possono bastare...», e lo diceva proprio a noi che c'eravamo sempre dovuti accontentare di sei-sette ragazzi, ovvero l'indispensabile per fare una partita a pallone in cortile! (Giobbe Covatta)
  • Aveva colto il momento politico dell'epoca e il pericolo dell'involuzione che avrebbe portato ai nostri giorni. [...] fu il riferimento di tante generazioni giovanili del Msi, in contrapposizione ai cantautori che, negli anni Settanta, foraggiati dal sistema politico, avevano seminato nelle giovani generazioni i germi di tutti gli aspetti deteriori della odierna società. (Pino Rauti)
  • Battisti è grande perché riesce a "musicarmi". A togliere dai testi di ogni brano la "mia" musica e a metterci la sua. (Pasquale Panella)
  • Cu' chi m'a piglie? Con quelli che mi impedivano di comprare i dischi di Lucio Battisti perché s'era sparsa la voce che forse era fascista? E io lo amavo... e mi vergognavo a dirlo! (Cose da pazzi)
  • [a proposito del brano Emozioni] È una cosa straordinaria, unica! (Pete Townshend)
  • Della musica leggera italiana mi piace tutto quello che ha fatto Lucio Battisti. (David Bowie)
  • Era timido e a volte poteva risultare scontroso, però era un vero genio, dotato di un'incredibile lucidità di pensiero. (Massimo Luca)
  • Fra noi c'era una grandissima stima reciproca, una stima esagerata. Io pensavo che lui fosse un musicista straordinario, lui pensava che io fossi un grande poeta. (Mogol)
  • Ho amato molto le sue canzoni e il suo desiderio di vivere appartato. (Indro Montanelli)
  • Il palcoscenico non lo aveva mai attratto, godeva solo nelle quattro pareti dello studio, dove far vivere la magia delle sue composizioni. Ecco dunque l'unico modo per capire chi era veramente Battisti: le sue canzoni anzi la musica delle sue canzoni, e in quella esplodeva la fantasia, la capacità di inventare a getto continuo, in un vortice di contraddizioni: il più restio a comunicare se stesso era quello che trovava la strada per essere capito da tutti, il più riduttivo e semplice degli artigiani diventava un gigante che con una manciata di note travolgeva tutto, il più nascosto degli artisti era quello che splendeva di più nella vita quotidiana degli appassionati. Battisti, il più condiviso, e il più misterioso. (Gino Castaldo)
  • L'amore ci estinguerà | questa è la mia convinzione | come ha fatto coi dinosauri | per effetto della distrazione | quando caddero gli asteroidi | loro non li avevano visti | perché erano troppo impegnati ad ascoltare dischi di Lucio Battisti. (Pinguini Tattici Nucleari)
  • La prima volta che mi sono davvero sentito un cantante è stato quando, con un microfono in mano e una chitarra davanti, ho strimpellato l'intero repertorio di Lucio Battisti. Lui è la musica leggera, in Italia. (Vasco Rossi)
  • Lucio colpisce solo esistendo. Non faceva nulla per colpire, anche da solo con la chitarra. (Mogol)
  • Ma cosa vogliono saperne loro | di cosa è la felicità | che non ascoltano Battisti | e non metton la cipolla nel kebab (Pinguini Tattici Nucleari)
  • Nella sua musica c'è qualcosa che ricorda Puccini. (Luciano Pavarotti)
  • Non sono stati i mass media a far resuscitare il mito Battisti. Ma il suo mito a far risuscitare i mass media. (Gigi Proietti)
  • Occorre quindi separare il Battisti uomo, orso indecifrabile, dal Battisti leggenda, capace di dispensare emozioni ineguagliabili, di dar le ali alla poesia per canzone di Mogol, di colorare il nostro grigio quotidiano di fantastiche melodie, di rinnovare la canzone italiana come nessuno seppe fare prima e dopo. Con Battisti non se ne va solo un caposcuola e un grande artista, ma un pezzo della storia del costume del nostro Paese, nonché l'artefice di una colonna sonora immortale che ha unito almeno tre generazioni. (Mario Luzzatto Fegiz)
  • Quando Lucio Battisti usciva con un suo album faceva a tutti noi un grosso favore. Perché i suoi erano dei capolavori, quindi tu, con il tuo prodotto, dovevi cercare di non essere troppo scarso. Lucio lo ha fatto per anni. Poi ha prodotto dischi più raffinati e un po' meno accessibili, ma è giusto che un artista cresca, anche perché con lui cresce il pubblico. Quando alla gente dai solo cazzate, non puoi imputare al pubblico di comprare solo cazzate. Un pubblico educato recepisce anche prodotti un po' più complessi. Magari non subito, ma basta dargli tempo. (Renato Zero)
  • Ritengo sia il più grande innovatore della musica melodica italiana dopo Puccini. Ha reinventato la melodia mediterranea più nobile, quella che viene dalle arie d'opera. (Massimo Luca)

Note modifica

  1. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl cm cn co cp cq cr cs ct cu cv cw cx cy cz da db dc dd de df dg dh di dj dk Testo di Mogol e Lucio Battisti.
  2. Testo di Mogol e Carlo Donida Labati.
  3. a b Cantata insieme a Mara Cubeddu.
  4. a b c d e f g Testo di Lucio Battisti e Velezia.
  5. a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an Testo di Lucio Battisti e Pasquale Panella.
  6. a b c d e Inclusa nel singolo La canzone del sole/Anche per te, pubblicato nel novembre 1971.
  7. Incluso nel singolo Elena no/Una, pubblicato il 24 marzo 1972.

Fonti modifica

  1. Citato in Gianfranco Salvatore, p. 104.
  2. Da Marcello D'Antoni, Intervista polemica con Lucio Battisti. «Canto i motivi che mi piacciono. L'opinione del pubblico non mi interessa.», Sogno, n. 28, 13 luglio 1969.
  3. Dal programma televisivo Speciale per voi, secondo canale RAI, 2 giugno 1970.
  4. a b Citato in Tino Roberti, Io sono un rullo compressore, Gaber un triciclo, Oggi, n. 37, 15 settembre 1970.
  5. Dal programma radiofonico Formula uno, Rai, 1971 (Link Youtube).
  6. Dal programma televisivo Per voi giovani, Rai, 3-7 gennaio 1972.
  7. a b Citato in Renato Marengo, Siamo ancora legati alla strofa e alla rima, Ciao 2001, 1° dicembre 1974.
  8. Citato in Gherardo Gentili, Me ne infischio delle mode, Tv Sorrisi e Canzoni, 3 dicembre 1978.
  9. Citato in Aldo Bagli, «Ho scoperto il lavoro d'équipe», Ciao 2001 n. 43, 29 ottobre 1978, pp. 23-25; in Francesco Mirenzi, Battisti talk, Coniglio editore, terza edizione, 2009, pp. 290-296.
  10. a b c Dall'intervista di Giorgio Fieschi alla radio svizzera di lingua italiana, 18 maggio 1979. Audio disponibile su Youtube.com.
  11. Dalla sua ultima intervista del 1979; citato in Francesco Buffoli, Lucio Battisti, OndaRock.it.
  12. Citato in Gianfranco Salvatore, p. 233.
  13. Da una testimonianza di Petruccio Montalbetti durante il programma televisivo Pensieri e parole, Rete 4, 2004.
  14. Testo su Canzoni32.com.

Bibliografia modifica

  • Lucio Battisti (testi di Pasquale Panella), Hegel, Edizioni Musicali Aquilone, 1995.
  • Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno – storia vera di Lucio Battisti, Giunti Editore, 2000. ISBN 8809018052

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