The Big Kahuna

film del 1999 diretto da John Swanbeck

The Big Kahuna

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Titolo originale

The Big Kahuna

Lingua originale inglese
Paese Usa
Anno 2000
Genere commedia
Regia John Swanbeck
Soggetto Roger Rueff
Sceneggiatura Roger Rueff
Produttore Elie Samaha, Kevin Spacey, Andrew Stevens
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Big Kahuna, film statunitense del 2000 con Kevin Spacey, Danny DeVito e Peter Facinelli, regia di John Swanbeck.

Incipit modifica

[Durante i titoli di testa, come voci fuori campo]
Phil: Non risponde.
Bob: Sarà andato a fare compere.
Phil: Dio ce ne scampi!
Bob: Perché lo dici?
Phil: Ma no, così... È una cosa che gli uomini dicono quando parlano delle loro mogli. Uno dice «sarà andata a fare compere» e l'altro dice «Dio ce ne scampi!» È una battuta!
Bob: Ah...

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Com'è che una persona si forma il carattere? Cioè è una cosa con cui uno nasce e che si rivela man mano nel tempo o si devono vivere certe cose? (Bob)
  • Fra non molto qualcuno ti porterà una torta con sopra quaranta candeline... magari cinquanta. Un po' di gente salterà fuori da un armadio gridando «sorpresa!» Come se tu non ci pensassi sempre, ogni attimo della tua vita. (Phil)
  • Phil, pensaci, siamo a Wichita, in Kansas. Che cambia se siamo al primo o al cinquecentesimo piano? La vista è sempre la stessa. (Larry)
  • C'è qualcosa nelle donne col tailleur che mi fa impazzire. Non lo so. È come se fossero confezionate in un bel pacchettino e aspettassero solo qualcuno che lo scarti e ne liberi il contenuto. Una donna in tailleur è la mia idea di arte. (Larry)
  • Una delle cose buone delle convention è che tutti, tutti i figli di Dio hanno il cartellino. (Larry)
  • Be' Bob, qualunque cosa è interessante per un po', l'odontoiatria è interessante per un po', ma certe cose stufano in fretta. (Larry)
  • Certe volte ti devi tagliar via le gambe per sfuggire alle trappole della vita. (Larry)
  • Be', guardate, sono allibito! Io non fumo, tu non bevi e Bob non fa pensieri licenziosi sulle altre donne. Messi insieme noi tre siamo praticamente Gesù. (Larry)
  • Signori, alla profonda esperienza religiosa che si vive nel far bene il proprio lavoro, seppur tragicamente sottopagati. (Larry) [proponendo un brindisi]
  • Siamo come i dinosauri quando cambiò il clima, non abbiamo più alcuna ragione di vagare sulla Terra. (Larry)
  • Più che di successo, quello là... quello là aveva il dono. Era come... Sai come quando guardi certi atleti che ti danno l'impressione di fare dei gesti che hanno sempre conosciuto, non che hanno dovuto imparare... e per Murdock era così trattare con le persone. (Larry)
  • È la prima regola sul parlare di religione ad una convention: non contraddire il cliente. No, mi correggo, è la seconda regola, la prima regola sul parlare di religione alle convention è no. [...] Non farlo. (Larry)
  • Gli hai detto per caso che tipo di lubrificanti industriali avrebbe adottato Gesù? (Larry) [a Bob, riferito alla conversazione di quest'ultimo con The Big Kahuna]
  • Non ha importanza se cerchi di vendere Gesù, o Buddha, o i diritti civili, o come arricchirsi nel settore immobiliare senza rischiare un soldo. Questo non fa di te un essere umano. Semmai fa di te un agente vendite. Se vuoi parlare con qualcuno sinceramente, da essere umano... chiedigli dei suoi figli, scopri quali sono i suoi sogni... solo per saperlo, per nessun'altra ragione. Perché appena cerchi di prendere le redini di una conversazione, per pilotarla, non è più una conversazione... è un pistolotto e tu non sei un essere umano, sei un venditore, un piazzista. (Phil) [a Bob]

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Bob: Non porti l'orologio?
    Phil: Il mondo è pieno di orologi... orologi e specchi: una vera cospirazione. Non che mi importi più molto. Le mie occasioni me le sono giocate da un pezzo.
    Bob: Perché lo dici, scusa?
    Phil: Non mi sto lamentando. Ognuno tocca il suo punto più alto, poi torna nel grigiore. Non c'è da vergognarsi.
  • Phil: Sei uno di quelli che crede che certe riviste non andrebbero pubblicate? [riferito in particolare a Penthouse]
    Bob: Sono uno di quelli che pensa che non andrebbero comprate.
    Phil: Una risposta intelligente.
    Bob: Ho detto quello che penso.
    Phil: Sì, appunto, lo hai fatto senza riflettere, il che mi porta a pensare che puoi fare carriera nelle vendite.
  • Bob: È che mi riesce difficile immaginare come deve essere arrivare al divorzio.
    Phil: Il quadro ti si fa paurosamente chiaro in un lasso di tempo molto breve. Puoi credermi, Bob.
  • Bob [leggendo un giornale]: Non vedo ragioni di guardarmi ancora in giro visto che Dio mi ha dato una donna meravigliosa come moglie.
    Larry: Ah, ecco cos'è... sei un tipo spirituale?
    Bob [infastidito]: Sì, diciamo che è questo.
    Larry: Cioè Dio ti toglie la vista per darti la salvezza?
    Bob: Gesù ha detto che guardare le donne con lussuria è come commettere adulterio.[1]
    Larry: Ha detto così? Vuol dire che non aveva mai visto una donna in tailleur. Se no, chi lo sa, forse avremmo tutta un'altra religione... una dove la lussuria è un sacramento.
  • Larry [a Bob]: Lo sai? Se ci pensi bene in realtà non c'è anima viva qui. Credi di vedere persone nei corridoi me non è così: quel che vedi sono funzioni. Questa è la natura di una convention.
    Phil [a Bob]: Larry vuole dire che se la guardi dal punto di vista del perché siamo qui, cosa siamo è più importante di chi siamo.
    Bob: Mi sembra un tantino impersonale.
    Larry: Ma certo che è impersonale, eccome! Perché credi che tengano le convention in posti del genere? C'è qualcosa in questo posto che per te abbia un'ombra di personalità?
  • Larry: Ci sono persone a questo mondo, Bob, che hanno un'aria molto solenne mentre fanno quello che devono fare. E lo sai perché?
    Bob: Perché?
    Larry: Perché non sanno quello che fanno. Perché se sai quello che fai, non devi avere l'aria di saperlo, ti viene naturale, mi segui?
    Bob: Certo.
    Larry: Ok, allora, tu sai come ti accorgi della differenza?
    Bob: No.
    Larry: Dunque Bob, tu te ne accorgi perché una vocetta sbucata dal profondo della tua mente ti dice questo tizio seduto davanti a me o questa tizia sta mentendo spudoratamente e mi racconta delle balle. Ora, ricevuta questa informazione, che cosa fai?
    Bob: Ehm, no, non lo so.
    Larry: Senti che farei io allora. Gli direi: «Bello, ne ho sentite di fesserie in vita mia perché, lo sa Dio, siamo piazzisti e noi ne passiamo di cotte e di crude per sfangarla... ma tu vinci alla grande. Non credo che tu abbia la più vaga idea di quello che stai dicendo. Sicuramente i tuoi figli ti ammirano come noi tutti vorremmo essere ammirati e forse tua moglie non è consapevole, ma io lo sono e la mia consapevolezza mi costringe a richiamarti alla realtà del fatto che sei un testa di cazzo bugiardo come al mondo non ce n'è.» Poi mi siederei e finirei la zuppa. [...] Bob, non puoi parlare a un uomo in quel modo e sperare di conservare il cliente. E se succede, se dici una cosa del genere a un uomo e lui mette giù la sua forchetta e ti dice: «Bob... hai assolutamente ragione. Ho fatto finta di sapere di cosa stavo parlando fin dal momento in cui mi sono seduto e mi dispiace. Non per te perché in fondo non ti devo niente, ma per me stesso, perché vorrei essere il migliore essere umano possibile. E voglio essere onesto sopra ogni altra cosa.» Allora ti scordi del cliente, ti scordi di ogni altra cosa. Ti radi la testa, ti metti un saio color zafferano e vendi foto di quel tizio all'aeroporto, perché lui non ha nessuna paura, ne ha appena dato prova. Si merita di essere venerato.
    Bob: Wow!
    Larry: «Wow» è esatto. «Wow» riassume abbastanza bene.
  • Larry: Sai, Bob ha più buonsenso di noi due messi insieme. Non hai mai fumato una sigaretta in vita tua, vero?
    Bob: No, in effetti.
    Larry: E scommetto che non bevi molto.
    Bob: Ogni tanto una birra, se capita.
    Larry: Ma niente di più forte, vero?
    Bob: No.
    Larry: E, correggimi se sbaglio, ma sarei pronto a giocarmici la paga che mai in vita tua, mai, sei entrato in un locale di spogliarelli, sei salito sul palco, hai preso in braccio la spogliarellista e te la sei scopata a sangue davanti a tutti quanti!
    Bob [allibito]: No, io... io in quei posti non ci sono mai stato!
    Larry: Ecco, che ti dicevo? Dovresti fare domanda per la beatificazione, la concorrenza non è più dura come una volta. Secondo me ti accettano.
  • Bob: Da quanto lavorate insieme?
    Larry: Be', dipende da come calcoli. [...] Secondo il tempo geologico ci siamo appena incontrati, se calcoli con gli anni dei cani è una vita.
  • Larry: Tu da quanto sei sposato?
    Bob: Sei mesi.
    Larry: La ami tua moglie?
    Bob: Hhh, mi chiedi se amo mia moglie, perché non dovrei?
    Larry: Vedi... le persone si sposano per tante ragioni diverse, Bob... tu sembri un tipo che ha dei principi.
    Bob: Allora?
    Larry: Be', ho conosciuto persone, non dico che tu sia di quelle, persone che avevano dei saldi principi e che avevano incontrato qualcun altro che aveva dei saldi principi e così i due si erano sposati, solo per scoprire un giorno che in realtà erano stati i principi a sposarsi, loro erano stati, diciamo, a guardare.
    Bob: Oh...
    Larry: Con l'amore si prendono tanti abbagli, ci si confonde spesso.
    Bob: Certo.
  • Larry: Ti senti pronto per il grande balzo?
    Bob: Credo ci sia solo un modo di scoprirlo: buttarmi in acqua e vedere se riesco a nuotare.
    Larry: No, non hai chiara la situazione: ti buttiamo giù da una rupe e vediamo se sai volare.
  • Phil: È questo che mi piace delle convention, che mi fa impazzire di queste cose. Cioè che tu prendi un tale, lo separi dalla moglie un paio di giorni, gli fai bere un paio di bicchieri in più e lui tutto a un tratto diventa in assoluto il più grande esperto di sport al mondo. Ecco perché Dio ha creato le mogli perché facciano capire agli uomini quando stanno facendo i coglioni. Se tu separi uno da sua moglie, anche per poco tempo, quello non ha la più vaga idea di come comportarsi, puoi credermi.
    Bob: Sai la Bibbia dice che Dio creò Eva come aiuto degno dell'uomo.[2]
    Phil: Come cosa?!
    Bob: Hhh, un aiuto per... adatto alle sue esigenze.
    Phil: Ah, io non so niente di questa roba, ma quello che so è questo: Dio creò le donne per fare da specchio, così un uomo può vedere che asino è. Voglio dire, tu mi parli di anime? Un uomo non sa assolutamente come è la sua anima, non ha la minima idea di che aspetto abbia la sua anima fino a che non scruta negli occhi della donna che ha sposato e allora, se è appena decente come essere umano, passa almeno due giorni a vomitare. [Bob ride] Perché nessun uomo, nessun uomo perbene può tollerare quell'immagine.
  • Bob: Non avevi detto che non ti piaceva essere sposato?
    Phil: Certo, non m'è piaciuto ma questo non vuol dire che non lo raccomandi. Ci sono tante cose a questo mondo che sono giuste ma non necessariamente piacevoli. Prendi la circoncisione.
  • Phil: Finirà bene.
    Larry: Sì, è sicuro che finirà. Quando avranno pescato i nostri corpi nel fiume, spedito il nostro spirito sulla luna, solo allora sarà finita. È quello che c'è in mezzo che dà fastidio, l'essere spellati vivi e bruciati, il resto è solo pace.
  • Bob: C'è sempre così tanta gente?
    Larry: Sembrava che ci fosse tanta gente perché la camera era tanto piccola!
  • Larry: La maggior parte delle persone, sai, non se ne va in giro cercando di creare l'opportunità di avviare una conversazione con un perfetto estraneo sulla vita e la morte e la religione e altre cose insane.
    Bob: Certe persone sì.
    Larry: Certe persone probabilmente sì, ce n'è qualcuna e apparentemente tu sei una di quelle ma il più delle persone no, Bob! Il più delle persone se gli chiedi della vita e della morte dice «La vita è bene. La morte è male. Fine.» Non se ne va in giro a cercare opportunità.
    Bob: Si vede che io non sono il più delle persone!
  • Bob: E se vuole parlare?
    Larry: Allora parli. Parli quanto vuole. Quattro giorni e quattro notti, se devi, finché non si stanca. Poi torni e ci dici com'è andata.
    Bob: Aspettate in piedi?
    Larry: Per il prossimo trimestre, più in là non posso garantire.
  • Larry: Ti do la sensazione di essere un uomo particolarmente religioso?
    Phil: No, neanche per sogno.
    Larry: E allora perché sono colto da un repentino, irresistibile desiderio di pregare?
  • Phil: Sai, ho pensato anche a tante altre cose negli ultimi tempi.
    Larry: Se c'è qualcosa che ti disturba, sputala fuori, non serve a niente farsela marcire dentro. Mi vuoi dire su cosa hai riflettuto tanto?
    Phil: La vita...
    Larry: La vita?
    Phil: ... e la morte...
    Larry: Gesù, anche tu adesso? Ma com'è che ad un tratto vi mettete tutti a pensare alla vita e alla morte? Sta succedendo qualcosa di brutto di cui nessuno mi ha informato, tipo le macchie solari per esempio? C'è una pestilenza che ci spazzerà via da questo mondo?
    Phil: Accadono cose strane...
    Larry: No, affatto! A meno che non siano scritte su US Today, Gesù che torna sulla Terra deve dargli due giorni di preavviso, il tempo di preparare i loro titoli.
    Phil: Ho pensato anche a Dio di recente, mi sono fatto delle domande.
    Larry: Hai pensato a Dio?
    Phil: Già...
    Larry: Che domande?
    Phil: Non lo so, cioè... Tu non ti sei mai fatto delle domande su Dio, in generale?
    Larry: Certo. Chiunque si fa delle domande su Dio di tanto in tanto, solo che non è che non ci dorme la notte. Ma anch'io ci penso... e credo quel che credo.
    Phil: Che sarebbe?
    Larry: E che cavolo ne so!
    Phil: Quand'ero ragazzo ho fatto uno strano sogno su Dio. Ho sognato che lo trovavo nascosto in un armadio nel mezzo di una città bruciata, una città che era stata distrutta da un incendio o da una qualche esplosione. E... là tra le macerie c'era un... un armadio... lì da solo in mezzo al nulla... e io andavo verso l'armadio e aprivo un'anta e dentro c'era Dio, nascosto. Mi ricordo che aveva una grande testa di leone ma sapevo che non era un leone, era Dio... e aveva paura. Allora io allungavo la mano per aiutarlo a uscire e gli dicevo «Non aver paura Dio, io sono dalla tua parte.» E ce ne stavamo lì, noi due, tenendoci per mano, contemplando quella distruzione. Era subito dopo il tramonto. Non lo so perché... ma ho sempre avuto la sensazione ossessionante... di avere una sorta di missione sulla Terra.
    Larry: Una missione?
    Phil: Sì.
    Larry: Che tipo di missione?
    Phil: Non ne ho idea!
    Larry: Te lo dico io qual è la tua missione. La tua missione è uguale alla mia: essere un tramite, far accordare partner d'affari.
    Phil: Tu non sei angustiato da cose così?
    Larry: Che vuoi dire? I sogni?
    Phil: Dalle domande su Dio.
    Larry: Tanto credo che presto o tardi... verrò a sapere come stanno le cose, che mi ci arrovelli adesso al dunque non cambierà niente. Quindi nel frattempo perché perderci il sonno? È sempre così scarso.
    Phil: Ma ti fai delle domande, vero?
    Larry: Sono umano, Phil.
  • Phil: Mi vuoi bene, Larry? [...] [accendendosi una sigaretta] Vedi, quand'ero ragazzo, avevo imparato un versetto del Vangelo, in cui Gesù diceva: «Nessun uomo ha amore più grande di questo: chi accetta di donare la vita per il suo amico.»[3]
    Larry: Mi stai chiedendo se sono disposto a morire per te?
    Phil: Credo di sì.
    Larry: Questo qui è un modo di estremizzare le cose. Che situazione potrebbe mai configurarsi in cui potrei essere chiamato addirittura a morire per te?
    Phil: Bff... non saprei. [i due ridono]
    Larry: Ecco, se mi dicessi: «Ehi Larry, fatti un bel volo giù dal balcone!» No, non lo farei.
    Phil: Non te lo chiederei.
    Larry: Anche se lo facessi, ti direi: «Phil, amico mio, tra noi c'è stato un solido e bel rapporto in questi ultimi non so più quanti anni ma la risposta alla tua domanda è no. Vaffanculo!» Questo sarebbe il mio congedo, senza rancore.
    Phil: Eh... certo avresti ragione.
    Larry: Non so chi voglio bene. C'è tanta gente che mi piace... ma l'amore... quello è tutta un'altra storia.
  • Larry: Allora Bob, fammi riformulare la domanda. Sapendo che era molto importante rispetto alla nostra presenza qui avere un incontro e parlare con Fowler riguardo ai lubrificanti per la sua azienda, perché mai invece hai deciso di parlargli di Gesù?
    Bob: Perché credo che sia più importante.
    Larry: Anche se siamo a una convention dove è più abituale e consueto parlare di affari.
    Bob: Sì, guarda che ho capito, Larry, ma proprio non vedo dove sta il delitto nel voler parlare da essere umano a essere umano. Non ho parlato di lavoro, lubrificanti, eccetera perché non volevo pensasse che avevo usato l'argomento religione per ingraziarmelo, per spingerlo a firmare qualche contratto. Non volevo pensasse che ero insincero.
    Larry: Ma tu effettivamente eri insincero, in un senso più generale.
    Bob: Se noi qui siamo soltanto delle funzioni, perché non mandano dei robot, allora?
    Larry: Non mandano dei robot per la semplice ragione che non li hanno ancora inventati. Verrà il giorno in cui costruiranno un robot che fa quello che facciamo noi e magari meglio, allora vedrai che ce lo manderanno, puoi starne certo! Ma fino a quel giorno mandano noi, dicono: «Ehi Bob, Larry, Phil, perché non ve ne andate a Wichita per un paio di giorni? non preoccupatevi per il vitto e alloggio, ci pensiamo noi.» E per un paio di giorni, Bob, noi rinunciamo alla nostra identità, qui a Wichita... e diventiamo le mani della nostra azienda, che stringono tutte le altre mani che possono. Quel che hai fatto, la ragione per cui sei stato insincero è che hai infranto quel vincolo. Sarebbe come se, che so, una mano si staccasse dal braccio e dicesse: «Oh guarda che ho altre cose importanti da fare qui in giro che non hanno niente a che fare con te!»
  • Phil: L'uomo che è uscito dalla camera qualche momento fa è un mio carissimo amico. Perché lo conosco ormai da tanto tempo? Be', ci sono tante persone che conosco da un bel pezzo e ad alcune non farei nemmeno pulire il culo del mio cane. Altre mi sono del tutto indifferenti, non contano per me. Ma Larry per me conta molto e la ragione è... che posso fidarmi. Io so che posso fidarmi. È onesto.
    Bob: È onesto o è solo brutale?
    Phil: È onesto, Bob. E anche brutale, certo, il che a volte fa parte dell'essere onesto, perché tante persone sono brutali ma non oneste, Larry non è uno di quelli. Larry è una persona onesta.
  • Phil: La questione è: tu ne hai di carattere o no? E se vuoi la mia sincera opinione, Bob, non ne hai, per la semplice ragione che ancora non provi rammarico per qualcosa.
    Bob: Vuoi dire che non avrò carattere finché... non avrò fatto qualcosa che mi rincresce?
    Phil: No, Bob, perché di sicuro hai fatto tante cose di cui rincrescerti, solo che non sai quali sono. È quando alla fine le scopri, quando vedi l'assurdità di qualcosa che hai fatto e desidereresti tornare indietro, cancellarlo, ma sai di non potere, perché è troppo tardi. Quindi quella cosa non puoi che prenderla e portarla con te, perché ti ricordi che la vita va avanti, il mondo girerà anche senza di te. Alla fine tu non conti. È allora che acquisterai il carattere. Perché l'onestà emergerà da dentro di te... e come un tatuaggio ti resterà impressa sulla faccia. Fino a quel giorno, in ogni caso, non ti puoi aspettare di andare oltre un certo punto.

Explicit modifica

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi. Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta.[4]
Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che t'indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.[5]

Citazioni su The Big Kahuna modifica

  • Sono andato al cinema a vedere The big Kahuna e mi sono fermato oltre la fine della pellicola [...] di sottofondo, mentre scorrevano i titoli di coda, la voce di De Vito[6] continuava a passare e diceva cose bellissime. [...] Il film non mi era piaciuto particolarmente ma la fine, il momento del monologo di Danny De Vito, l'ho trovato di grande intensità. (Linus)

Note modifica

  1. Cfr. Gesù, Discorso della Montagna, Vangelo secondo Matteo, 5, 28: «Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.»
  2. Cfr. Genesi, 2, 18: «Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile".»
  3. Cfr. Gesù, Vangelo secondo Giovanni, 15, 13: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.»
  4. In originale le due frasi sono scorrelate:
    Do one thing every day that scares you.
    Sing.

    La prima frase è a sè stante ed è traducibile, infatti, come "Fai ogni giorno una cosa che ti spaventa", una citazione spesso erroneamente attribuita ad Eleanor Roosevelt. Cfr. Do One Thing Every Day That Scares You, Quote Investigator, 9 agosto 2013.
  5. Il monologo finale viene letto dalla voce fuori campo di Lee Perry in lingua inglese (sia nel doppiaggio originale sia in quello italiano) che scandisce il testo al ritmo di un sottofondo musicale. Nel frattempo scorrono le immagini finali del film e la parte iniziale dei titoli di coda e vengono mostrati man mano anche i sottotitoli in italiano. Il brano è anche conosciuto come Wear sunscreen ed è apparso per la prima volta sul web nel giugno 1997 sotto forma di catena di Sant'Antonio: il testo veniva erroneamente indicato come un discorso ai laureati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) pronunciato da Kurt Vonnegut. In realtà il vero autore del testo è Mary Schmich, giornalista del Chicago Tribune che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo (Advice, like youth, probably just wasted on the young) come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati". Baz Luhrmann nel 1998 realizzò un singolo musicale partendo da questo testo, Everybody's free to wear sunscreen. Dopo aver visto il film Linus, nel 2002, rimase colpito dal monologo finale e decise di realizzarne una versione in italiano, Accetta il consiglio, utilizzando il testo italiano dei sottotitoli del film e lo stesso sottofondo musicale. Tale brano viene recitato da Giorgio Lopez, il quale aveva doppiato Danny DeVito in molti film ma non in questo. Cfr.
  6. In realtà la voce durante i titoli di coda non è di De Vito ma del doppiatore australiano Lee Perry che recita il Wear Sunscreen di Mary Schmich

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