Scoprendo Forrester

film del 2000 diretto da Gus Van Sant

Scoprendo Forrester

Immagine Finding Forrester logo.png.
Titolo originale

Finding Forrester

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno 2000
Genere drammatico
Regia Gus Van Sant
Soggetto Mike Rich
Sceneggiatura Mike Rich
Produttore Sean Connery, Laurence Mark, Rhonda Tollefson
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Casa di produzione: Columbia Pictures
  • Casa di distribuzione: Sony Pictures

Scoprendo Forrester, film statunitense del 2000 con Sean Connery e Rob Brown, regia di Gus Van Sant.

TaglineIn un luogo come tanti, trovò l'unica persona che avrebbe reso straordinaria la sua vita.

Janice: Ehi Jamal... Jamal sei sveglio? Jamal... tanto lo so che mi senti, ti ho scritto tutto quanto, oggi ho l'incontro coi tuoi prof. e mi tocca pure fare lo straordinario, quindi ti devi arrangiare da solo per la cena, va bene? ...Va bene?
Jamal: Va bene...
Janice: Ehi, ma non hai detto che ti dovevi alzare alle 7 e mezzo? [Jamal apre gli occhi e si alza di colpo]

  Citazioni in ordine temporale.

  • Ho fatto tardi a domandarmi come fare a salvarvi le chiappe, ragazzi! (Jamal)
  • [Osservando Jamal dalla finestra mentre gioca a basket] E lo fate passare così? (Forrester)
  • Sta' tranquillo, sono tuo fratello: qualunque cosa discutiamo resta sempre fra me e te, giusto? (Terrell) [a Jamal]
  • Jamal, la pianti di far rimbalzare quella palla in giro per casa? Mi ritrovo sempre la firma di Michael Jordan stampata su tutti i pavimenti. (Janice)
  • [Leggendo le correzioni di Forrester sui quadernetti] «Idee stiracchiate... passaggio fantastico... più specificità... atmosfera pungente, parole banali, indegno di essere letto dal sottoscritto»... [commentando le correzioni e poi rileggendole] Ma di che si impiccia questo! ...«Vorrei sostenere questo scrittore, ma potremmo uscire dal Bronx per un secondo? ...Ma dove mi stai portando?». (Jamal)
  • Metti il catenaccio, se pensi di entrare. (Forrester) [a Jamal]
  • Abitiamo a un paio di isolati da qui, io e mia madre... Be', pure un fratello fino a due anni fa, ma se ne andò quando mio padre sparì. [...] Be', mia madre si stancò di aspettare che mio padre rigasse dritto, e mio padre si stancò di provarci. Fu allora che cominciai a scrivere. (Jamal)
  • Un'espressione vale quanto mille parole, ma quelle che ti leggo in faccia sono pesanti. (Forrester)
  • Mamma senti, io faccio rap. Sono occupato, tu lo sai che il rap è una carriera. Vuoi che ti canti una mia canzone? E io invece te la voglio cantare... Quando ci sono tanti conti da pagare | scappo e li faccio tutti quanti parcheggiare. Diglielo tu, Jamal, ci so o non ci so fare? (Terrell)
  • Questa mattina cominceremo la nostra terza lettura obbligatoria del semestre, lo studio di un romanzo che offre praticamente tutto, e di un autore che avrebbe potuto offrire ancora di più. [...] Quando William Forrester aveva 23 anni, nel '53, decise di scrivere il suo primo libro. Molti aspiranti autori hanno detto che avrebbero scritto il romanzo del secolo, be' William Forrester l'ha scritto, e al primo tentativo. [...] Sfortunatamente, la sua opera prima, fu anche l'ultima. Questa fu l'unica opera che scelse di pubblicare e a quanto ne sappiamo l'unica che scelse di scrivere. Il vostro compito per la prossima settimana: dovrete leggerlo e dirmi perché. (Prof. Crawford)
  • Quello che ho trovato è un maschio adulto, molto affascinante, forse viene dal parco e si è perso... È un cardellino del Connecticut. (Forrester)
  • Lo scopo di una domanda è di ottenere informazioni che interessano a noi, e a nessun altro. (Forrester)
  • È un posto molto serio, così serio che mi tocca studiare mentre mangio quasi tutti i giorni. (Claire)
  • Accidenti, hai fatto un'orecchia a una pagina, devi rispettare un po' di più l'autore. (Forrester)
  • Le parole che scriviamo per noi stessi sono sempre molto migliori di quelle che scriviamo per gli altri. (Forrester)
  • La prima stesura la devi buttare giù, col cuore... e poi la riscrivi, con la testa. Il concetto chiave dello scrivere è... scrivere, non è pensare. (Forrester)
  • Qualche volta il semplice ritmo della battitura ci porta da pagina 1 a pagina 2, e quando cominci a sentire parole tue, allora batti quelle. (Forrester)
  • Pesta su quei tasti, per la miseria! [...] Così... così! Adesso si che hai capito, bello. (Forrester)
  • Jamal, tutto quello che scriviamo in questo appartamento, resta in questo appartamento. Senza eccezioni. (Forrester)
  • Ricordati sempre che gli insegnanti amaramente delusi possono essere o molto utili o molto pericolosi. (Forrester)
  • [Parlando del Bronx] Quello che è duro, è crescere in un posto dove neanche gli sbirri vogliono andare di notte. È duro sapere che là sei al sicuro, perché quelli di cui aver paura... be', sanno che non hai niente da dargli. (Jamal)
  • Gli scrittori scrivono, perché i lettori leggano. (Forrester)
  • La chiave del cuore di una donna è un regalo inaspettato in un momento inaspettato. (Forrester)
  • [Citando il libro di Forrester] La quiete di coloro che ci hanno preceduto non può alleviare l'inquietudine di coloro che seguono. (Jamal)
  • Jamal, comincio a capire che se ti concedo abbastanza tempo, troverai il modo di stupire perfino me. (Forrester)
  • Il problema riguardante il suo lavoro più recente, non è se è buono, è se è troppo buono. (Prof. Crawford) [a Jamal]
  • Be', tu sei dotato di un talento che dovrebbe permetterti di fare cose notevoli in vita tua, a patto che tu non mandi tutto a puttane comportandoti da sedicenne in queste occasioni. (Forrester) [a Jamal, dopo che questi ha fatto arrabbiare il prof. Crawford]
  • È buffo, no? Ti lasciano arrivare solo fino a un certo punto, prima di toglierti tutto quello che hai ottenuto. Jamal è un ragazzo così in gamba, e deve ripiombare nella merda. (Terrell)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Ms. Joyce: Allora... questa settimana abbiamo ricevuto i risultati degli esami di Jamal.
    Janice: Che risultati?
    Ms. Joyce: Be'... degli esami imposti dal Dipartimento per l'Istruzione, tutti i ragazzi li devono sostenere... non le ha detto niente, vero? Signora Wallace, in classe Jamal arriva sì e no alla sufficienza, cioè fa lo stretto necessario per passare e fa anche lo stretto necessario per non distinguersi, ma quello che nel caso di Jamal è molto insolito, sono questi risultati.
    Janice: Oh mio Dio... io lo vedo leggere sempre tutti quei libri, libri che io non ho mai letto e non ho nemmeno mai sentito nominare, sta sempre a scrivere in quei quadernetti, fin da quando suo padre se ne andò, ma questo lo noto io, l'unica cosa di cui lui parla è la pallacanestro.
    Ms. Joyce: Be', la pallacanestro è il suo modo di essere accettato, ai suoi amici non interessa quello che lui è capace di scrivere.
  • Jamal: Guarda che non gli faccio niente alla tua macchina.
    Massie: Come, scusa?
    Jamal: Hai la faccia di uno che ha paura che gli tocco la macchina.
    Massie: Ho paura per questa macchina non solo qui, dappertutto. Niente di personale... ok?
    Jamal: Ehi, è solo una macchina.
    Massie: No, non è solo una macchina. È una... una BMW.
    Jamal: Ahh...
    Massie: Chiunque sappia qualcosa di questa marca lo sa bene, che non è solo una macchina.
    Jamal: Ah... chiunque sappia qualcosa di questa marca, cioè io non ne capisco niente, dico bene?
    Massie: No, non volevo dire questo.
    Jamal: L'ultima cosa che ho sentito sulla BMW è che fabbricava motori d'aeroplano quando ha cominciato. Fu fondata da un tizio che si chiamava Franz Popp, uhm... Franz Popp, carino come nome. Costruì un motore prima del 1920, che arrivò a una quota di quasi 10.000 metri, Popp e i suoi meccanici erano all'inizio però. Fabbricarono un altro motore nella seconda guerra mondiale, 14 cilindri, 2.300 cavalli, oltre 10.000 di quota... eh, se avessero avuto più tempo avrebbero fatto cagare sotto gli inglesi e magari pure vinto la guerra... è da li che viene il marchio... un'elica bianca che sfreccia in campo azzurro, e dopo la guerra gli dissero che non potevano più fare motori d'aeroplano, e così la BMW pensò seriamente a fabbricare automobili. Roba come questa. Ma tu saprai già tutto, visto che ne hai presa una in leasing.
    Massie: Grazie per la lezione.
    Jamal: Niente, figurati.
  • Jamal: Eh... le volevo chiedere se posso portarle qualche altra cosa che ho scritto, o magari potrei scrivere altra roba?
    Forrester: Perché non scrivi un pezzo di 5.000 parole su come non mi romperai più il cazzo a casa mia?!
  • Forrester: Vedi un po' di levare quella manaccia dalla mia porta.
    Jamal: Uh... io sono venuto solo a portarle quella cosa che mi aveva chiesto.
    Forrester: Quale cosa?
    Jamal: Le 5.000 parole su come lei vuole che io stia lontano da casa sua... cioè sembra che più o meno abbia detto così.
    Forrester: Be'... cerca di ricordartelo... esattamente come l'ho detto.
  • Forrester: Ma ne vogliamo fare un'abitudine, di queste visite?
    Jamal: Be', lei era sicuro che sarei tornato...
    Forrester: Sì, ma credevo che dicessi una volta sola.
  • Jamal: È roba sua, vero? È lei l'autore... L'ho letto tutto quanto e non è male, specialmente la parte...
    Forrester: Ehi, io lo so di che si tratta, l'ultima cosa che mi serve è qualcuno che mi venga a dire di che cosa si tratta.
    Jamal: Io non le volevo dire di che si tratta.
    Forrester: E allora, che cos'è che volevi dire? Ti dovrei raccontare la storia della mia vita?
    Jamal: Be', io le ho raccontato la mia.
    Forrester: Tu dovresti imparare un po' la virtù della... riservatezza! [...] Se ti chiedessi di non dire assolutamente niente a nessuno, a proposito di noi due, credi che potrei contare su di te?
    Jamal: Si, glielo prometto.
    Forrester: Bene.
    Jamal: E se io le chiedessi di darmi una mano a scrivere?
    Forrester: Non ci dovranno essere domande, su di me, la mia famiglia, o sul motivo per cui scrissi un solo libro.
    Jamal: Non le domanderò niente.
    Forrester: Bene, allora buonanotte.
    Jamal: Ma che effetto fa?
    Forrester: Cosa?
    Jamal: Scrivere qualcosa come ha fatto lei?
    Forrester: Forse un giorno lo scoprirai.
  • Jamal [guardando la libreria]: Ma lei li ha letti tutti?
    Forrester: No... li tengo solo per impressionare i miei visitatori.
  • Jamal [parlando del libro di Forrester]: Lei parla del fatto che la vita non funziona mai.
    Forrester: Ah sì... e dovevi leggere un libro per capirlo?
  • Jamal: Perché porta i calzini a rovescio?
    Forrester: Perché i calzini sono mal congegnati, le cuciture sono all'interno e fanno male alle dita dei piedi. In alcune civiltà è considerato di buon augurio, mettersi addosso qualcosa a rovescio.
    Jamal: E lei crede a queste cose?
    Forrester: No, ma è come pregare... che cosa ci perdi?
  • Claire: Ti va di venire un po' fuori?
    Jamal: Certo, lo conosci bene questo posto?
    Claire: È casa mia veramente... vieni...
  • Jamal: Ma lei lo sa quanto tempo è che ci lavoro? Non è stata una stagione di fede assoluta, ho l'impressione di averci lavorato per due o tre stagioni... Lei è così assorto che nemmeno mi sente, le potrei anche chiedere perché non si è mai mosso da questo quartiere e lei nemmeno si incazzerebbe perché ho violato...
    Forrester: Il terzo paragrafo comincia con la congiunzione «e». Non si deve mai cominciare una frase con una congiunzione.
    Jamal: Sì che si può!
    Forrester: Ah, no... è una regola fissa.
    Jamal: No, cioè, una volta era una regola fissa, certe volte si usa una congiunzione fondamentale all'inizio di una frase se si vuole evidenziarla un po', e forse è quello che lo scrittore si era prefisso.
    Forrester: E... qual è il rischio?
    Jamal: Be', il rischio è di farlo troppo spesso, è distraente e può dare al pezzo un andamento piuttosto tortuoso, ma perlopiù la regola contro l'uso di «e» o «ma» all'inizio di una frase è un po' deboluccia, anche se è ancora insegnata in troppe scuole da troppi professori. Alcuni dei migliori scrittori ignorano questa regola da anni, compreso lei.
    Forrester: Be'... tu hai preso una cosa che era mia, e l'hai fatta tua, il che è una bella impresa.
    Jamal: Grazie.
    Forrester: Ma il titolo è ancora mio, non è vero?
    Jamal: Be'... direi di sì.
    Forrester: Sai, è stato il quartiere a cambiare, non io.
    Jamal: Be', veramente a me non mi pare cambiato.
    Forrester: «A me non mi pare»?! Ma scusa, che diavolo di frase sarebbe questa?! Quando sei qua dentro non parlare come parli là fuori.
    Jamal: Guardi che la stavo prendendo in giro, era uno scherzo.
  • Jamal: Continui, io voglio sentire del quartiere ai tempi in cui la gente leggeva ancora il suo libro.
    Forrester: Che cosa hai detto?... Hai detto ai tempi in cui la gente leggeva ancora il mio libro, non è così? [Jamal va in biblioteca]
    Bibliotecaria: Ne abbiamo 24 copie, ma mi dispiace, sono tutte in prestito.
    Jamal: Be'... grazie lo stesso.
    Bibliotecaria: Non c'è di che. [Jamal torna a casa di Forrester]
    Forrester: L'hai trovato? Ti hanno messo in lista d'attesa?
    Jamal: Sì, tutte le copie sono in prestito, e sì, ho pagato io la cena: mi è costata 13 dollari, per cui direi che ha vinto lei.
  • Jamal: C'è una specie di gara a scuola, per giovani scrittori... Lei ne ha mai fatta una?
    Forrester: Una gara di componimento?
    Jamal: Sì.
    Forrester: Uhm... una volta... molto tempo fa...
    Jamal: E ha vinto?
    Forrester: Ma certo che ho vinto.
    Jamal: Ha vinto soldi o cosa?
    Forrester: Il premio Pulitzer.
    Jamal: Ah...
  • Forrester: Lo sai qual è in assoluto il momento migliore? È quando hai finito la prima stesura e te la rileggi per conto tuo. Prima che degli stronzi prendano una cosa che non saprebbero mai fare in vita loro, e te la distruggano dalla sera alla mattina.
    Jamal: Ma i lettori adorano il suo libro.
    Forrester: Io non l'ho mica scritto per loro. E quando i critici incominciarono a dire tutte quelle stronzate su che cosa era che realmente stavo cercando di dire, be'... fu allora che decisi: un libro era abbastanza.
    Jamal: William, ma... è successo cinquant'anni fa...
 
Lo Yankee Stadium, Bronx, New York
  • Forrester [dopo essere entrati nello Yankee Stadium]: Perché mi hai portato qui?
    Jamal: Perché oggi è il tuo compleanno. Ho controllato sull'annuario, non ti hanno ancora messo nella sezione defunti. Penso che con tutte le partite che hai visto, con chiunque tu le abbia viste, probabilmente non sei mai venuto quaggiù. [...]
    Forrester: Mio fratello e io venivamo qui tutte le domeniche, finché lui non andò in guerra. Credevo che avremmo ricominciato al suo ritorno, ma... lui parlava un po' meno e beveva un po' di più. Promisi a mia madre che l'avrei aiutato a venirne fuori, così mi vidi con lui una certa sera, lui era già una mezza dozzina di whisky avanti, ne bevemmo qualche altro e dopo un po' lui dice che vuole riportarmi all'appartamento, io dissi no grazie, be'... abitavano ancora tutti insieme, così rimasi là e lo vidi andar via in macchina. Ce l'aveva fatta a superare la guerra, e lo lasciai guidare, quella sera stessa l'infermiera batteva a macchina... ah, tutte quelle cose che scrivono loro, e lo sai che cosa mi ha detto? Mi ha detto che il mio libro aveva significato molto per lei, mio fratello era già freddo nella stanza accanto, e lei mi viene a parlare di un libro, be'... cambiò tutto da allora in poi. Nel giro di cinque mesi seppellii lui, mia madre, mio padre, tutti quanti qui, nel Bronx. Noi ci passavamo l'estate qui, e se la stagione andava bene, l'autunno.
    Jamal: Un sacco di autunni, con quelle squadre.
    Forrester: Sì... non abbastanza.
  • Jamal: Secondo te, se quei lavori li avesse scritti uno dei suoi ragazzi a sei zeri, lui avrebbe tirato fuori «il suo ambiente»?
    Forrester: Come? Ragazzi a sei zeri?
    Jamal: Coi milioni di dollari, tre zeri più tre zeri.
  • Forrester: Lo sai, di che cosa ha più paura la gente?
    Jamal: Di che cosa?
    Forrester: Di quello che non capisce. E quando non capiamo, ricorriamo tutti a delle supposizioni.
  • Prof. Crawford: Molto bene, signor Wallace. Forse i suoi talenti vanno anche un po' più in là della pallacanestro. E ora passiamo a pagina... Uhm si può accomodare signor Coleridge. Per favore andate alla pagina 120 del libretto azzurro che, ne sono certo, tutti voi...
    Jamal: Oltre.
    Prof. Crawford: Come, prego?
    Claire [a Jamal, sottovoce]: Non lo fare.
    Jamal: Lei ha detto che i miei talenti vanno più in là della pallacanestro, più in la denota una distanza, oltre è una definizione di grado. Lei doveva dire oltre.
    Prof. Crawford: Sta tentando di sfidarmi, signor Wallace?
    Jamal: Non quanto lei ha sfidato Coleridge.
    Prof. Crawford: Ah be', forse la sfida doveva essere diretta altrove. È una triste verità che perfino i gran...
    Jamal: Grandi uomini hanno parenti poveri... Dickens.[1]
    Prof. Crawford: Udrai il battito degli zoccoli...
    Jamal: Kipling.[2]
    Prof. Crawford: Tutte le grandi verità cominciano...
    Jamal: Shaw.[3]
    Prof. Crawford: L'uomo è l'unico animale...
    Jamal: Che arrossisce... o dovrebbe arrossire... è Mark Twain.[4] Andiamo, professor Crawford!
    Prof. Crawford: Esca di qui. Esca... di qui.
    Jamal: Sì. Esco di qui.
  • Prof. Crawford: Signor Wallace, prego. Come lei sa, il professor Matthews è membro del consiglio dei professori e il dottor Spence presiede il consiglio di amministrazione. Noi tre stavamo esaminando alcuni dei lavori presentati alla gara di quest'anno, e speravamo che lei potesse chiarirci un paio di questioni circa la sua composizione Una stagione di fede assoluta. È opera sua, esatto?
    Jamal: Sì, esatto.
    Prof. Matthews: Signor Wallace, è procedura usuale di chiedere ai nostri studenti se desiderano citare le fonti o il contributo di altri scrittori quando consegnano un elaborato, lei non desidera farlo?
    Prof. Crawford: 1960, un saggio intitolato: Il miglior anno del baseball, con un sottotitolo che recita: Una stagione di fede assoluta, pubblicato sulla rivista New Yorker e scritto da un certo William Forrester. Il suo scritto in realtà è originale, ma ecco: ci sono il titolo e il primo paragrafo da considerare, lei non trova?
    Prof. Matthews: Jamal, i casi sono due: o tu hai il permesso di William Forrester, oppure... hai qualche altra spiegazione?
    Jamal: No. È un lavoro mio.
    Prof. Crawford: Be', allora il suo lavoro è respinto e la questione sarà portata in consiglio, e tenga presente che il consiglio ha il potere di infliggerle una sospensione accademica, il che, tra le altre cose, le impedirebbe di giocare a pallacanestro qui, in futuro.
    Dottor Spence: Jamal, senti, visto che il consiglio si riunisce tra una settimana, abbiamo deciso di lasciarti giocare la finale di campionato, ma ti devo avvertire che, in precedenza, il consiglio ha preso queste faccende molto sul serio. Quindi noi ti vorremmo suggerire quella che, a nostro avviso, è una soluzione per risolvere la cosa... Robert...
    Prof. Crawford: Ovviamente la cosa più importante è assicurarsi che questo tipo di violazione non abbia a ripetersi, quindi le sarà richiesto di scrivere una lettera di scuse agli studenti che lei ha tentato di ingannare presentando questo lavoro, e dovrà leggere tale lettera di fronte alla classe.
    Jamal: Io non leggo niente.
    Prof. Crawford: Allora sono certo che il consiglio prenderà ciò in considerazione, al momento di rinnovarle la borsa di studio.
    Dottor Spence: Temo che tu non ci lasci molta scelta, Jamal. [...]
    Prof. Crawford [a Jamal]: Non osi mai più mettermi in imbarazzo davanti ai miei allievi.
  • Forrester: Che cosa ti hanno detto?
    Jamal: Che mi sospendono, se non scrivo una lettera in cui chiedo scusa.
    Forrester: Allora scrivi la lettera.
    Jamal: Gli ho già detto che non scrivo niente.
    Forrester: Tu hai fregato lui, e lui ha fregato te. Scrivi la lettera.
    Jamal: E tu glielo lasci fare? E questa che dovrebbe essere, un'altra lezione? Sono stufo di queste lezioni ogni volta che vengo qui. Ok, il titolo del tuo saggio sta in testa al mio lavoro, qual è la lezione, scusa?
    Forrester: Non sono stato certo io a presentarlo.
    Jamal: Però mi hai detto un sacco di stronzate, quando bastava che dicessi: «Questo deve restare qui, perché è stato pubblicato sul New Yorker», non dovevi dire nient'altro. Ho bisogno di un po' di aiuto, questa volta.
    Forrester: Ah no, non se ne parla proprio.
    Jamal: Ma non devi mica andare da nessuna parte.
    Forrester: Ho detto che non se ne parla proprio.
    Jamal: Come non detto. Ci sono abituato alla gente che non mi dà una mano.
    Forrester: Oh, per carità, niente autocommiserazione e figure paterne...
    Jamal: Come hai detto? ...Ma vaffanculo, William! La vuoi sentire la verità vera, bello? Tu mi molli nella merda in questa storia perché hai troppa paura per uscire a fare qualcosa per qualcun altro. Tu hai troppa paura, lo capisci? È questa l'unica ragione.
    Forrester [rompendo un bicchiere]: Ma tu che cazzo ne vuoi sapere delle mie ragioni?! Non ce ne sono di ragioni! Le ragioni per cui alcuni di noi vivono e altri invece no! Per tua fortuna tu hai ancora qualche decennio per fartene un'idea.
    Jamal: Ma qual è la ragione di avere un armadio pieno di scritti e tenerlo chiuso a chiave perché non li legga mai nessuno, eh?! Quale sarebbe, sentiamo? ...Basta, sono stufo. [esce, sbattendo la porta]
  • Dottor Spence: Senti Jamal, lo so che è stato difficile seguire tutti quei corsi con il tempo che ti chiedono di passare a giocare, io non lo reggerei un carico simile in questa scuola e siamo stati ingiusti a chiederti tanto. Ne ho discusso col consiglio e con Crawford, e la verità è che non vogliamo andare avanti come non lo vuoi tu, quindi sono qui per farti un'offerta, archiviamo tutta la questione e per l'anno prossimo ti prepariamo un piano di studi meno gravoso.
    Jamal: Secondo lei, Crawford vuole questo?
    Dottor Spence: Crawford vuole quello che è meglio per te, e per la scuola.
    Jamal: E allora io, che cosa dovrei fare?
    Dottor Spence: Devi alzare al cielo la coppa di campionato alla fine di questo torneo, tu fa succedere questo, il resto lo faccio io, d'accordo? Va a concludere quello per cui sei qui.
  • Forrester: Professor Crawford... Posso... Leggere poche parole?
    Prof. Crawford: Sì, naturalmente. S'accomodi pure.
    Forrester: Grazie, professore. Io mi chiamo... William Forrester... [brusio generale] Chiedo scusa... [beve un bicchiere d'acqua] Sono quello lassù [indicando il suo ritratto]. Perdere la famiglia. Perdere la famiglia ci obbliga a trovare una nostra famiglia, non sempre la famiglia che è del nostro sangue, ma la famiglia che può divenire del nostro sangue, e se fossimo tanto saggi da aprire la nostra porta a questa nuova famiglia scopriremmo che le nostre aspettative di un tempo nei riguardi del padre, quelle che un tempo ci orientavano verso il fratello, quelle che un tempo ci ispiravano le stesse aspettative, saranno di nuovo... [le parole vengono gradualmente coperte dalla musica] L'unica cosa che ci resterà ancora da dire sarà: vorrei aver visto questo, vorrei aver fatto quello, oppure vorrei... Be'... Uhm... la maggior parte di voi è troppo giovane per sapere quali siano le proprie aspettative, ma quando io ho letto queste parole, parole di speranza, di sogni, mi sono reso conto che l'unica aspettativa che ho potuto realizzare così avanti nella vita è stata quella del... dell'amicizia. [si allontana]
    Prof. Crawford: Signor Forrester, sono sicuro di interpretare i sentimenti di tutti i presenti nel ringraziarla per questa inattesa visita. La qualità delle sue parole è qualcosa che tutti noi dovremmo ambire di raggiungere. [applausi] Signor Forrester... Signor Forrester, posso chiederle a che cosa dobbiamo questo onore?
    Forrester: Professor Crawford... ho voluto parlare qui oggi perché a un mio amico non è stato concesso di farlo, un amico che ha avuto la lealtà di proteggermi, mentre io non ero disposto a proteggere lui. Il mio amico si chiama... Jamal Wallace.
    Prof. Crawford: Jamal Wallace è un suo amico?
    Forrester: Sì, sì, esatto. Io l'ho aiutato a trovare le sue parole... cominciando con alcune delle mie, e in cambio lui mi aveva promesso di non dire mai niente a nessuno su di me... Promessa che ha onorato.
    Prof. Crawford: Signor Forrester... benché il suo intervento sia dettato dal cuore, lei si rende certamente conto che niente cambierà né influenzerà questa istituzione nel raggiungere una giusta e appropriata decisione sul caso.
    Forrester: Eh... Ma c'è un'altra questione qui... Le parole che io ho letto oggi... non le ho scritte io... Le ha scritte Jamal Wallace. [un attimo di silenzio e poi applausi]
    Prof. Crawford: Silenzio. Silenzio! Silenzio prego! Smettetela. State zitti... silenzio per favore. Questo è irrilevante per la decisione riguardante...
    Prof. Matthews: Robert...
    Prof. Crawford: Scusami, io come direttore di questa competizione ho l'ultima parola in materia.
    Prof. Matthews: Robert, siediti. Io faccio l'insegnante da più di trent'anni, cioè abbastanza a lungo da sapere che la lealtà è una cosa che conta molto... direi che il signor Forrester ha chiarito bene la questione per noi tutti e, come presidente del consiglio dei professori, ho io... l'ultima parola sull'argomento. Signor Wallace, lei è esentato dal presentarsi di fronte al consiglio. Signor Forrester, se un giorno lei fosse interessato a un incarico accademico...
    Forrester: Oh... no.
    Prof. Matthews: Ah ah... Jamal, queste sono parole tue?
    Jamal [fa cenno di sì con la testa]: ...
    Prof. Matthews: Sedici anni... eccezionale.
 
La Mailor-Callow, sede dell'ultimo incontro tra Forrester e Jamal
  • Forrester: Oh no... Basta con le lezioni... Però avrei una domanda. Quei due tiri che hai fatto alla fine della partita, li hai sbagliati o li hai sbagliati?
    Jamal: Non è una domanda da minestra, direi.
    Forrester: Oh... Andiamo.
  • Forrester: Secondo te la nostra sceneggiata di oggi avrà gli onori del New York Scandal?
    Jamal: Oh sì, decisamente.
    Forrester: Be', comunque vada, io schiodo. Ah... ehm... tu e i tuoi amici che parola usereste per chiarire il concetto?
    Jamal: Partire?
    Forrester: Oddio.
    Jamal: E dove te ne vai?
    Forrester: Be', ho una patria che non visito da troppo tempo...
    Jamal: Ah, vuoi dire l'Irlanda.
    Forrester: La Scozia, per la miseria!
    Jamal [ride]: Ti sto prendendo in giro... Però vedi di scrivere. [Forrester fa cenno di sì con la testa e se ne va in bicicletta]
  • Steven Sanderson: Jamal?
    Jamal: Si.
    Steven Sanderson: Salve, Steve Sanderson.
    Jamal: Piacere.
    Steven Sanderson: Piacere mio, grazie per essere venuto con così poco preavviso.
    Jamal: Non c'è problema... ehm... lei di che scuola è?
    Steven Sanderson: Ah no, no, io lavoro in uno studio legale qui in città, lo studio Roberts & Carter.
    Jamal: Ah, è un avvocato.
    Steven Sanderson: Ma congratulazioni per le offerte che ha ricevuto, lei è... eccezionale... già, davvero siamo in parecchi nel nostro studio che la seguiamo... sì, be', siamo anche i procuratori legali di William Forrester.
    Jamal: Ah, e come sta?
    Steven Sanderson: Venga, si sieda [i due si siedono], ahm... Abbiamo avuto notizia che Forrester è appena deceduto... [Jamal lo guarda in silenzio] Mi dispiace. [Sanderson apre la valigetta] Voleva che le venissero consegnate queste cose immediatamente... [Jamal in silenzio prende in mano la chiave]
    Jamal: Come è morto?
    Steven Sanderson: Aveva un tumore... glielo trovarono due anni fa.

Jamal [apre la lettera scritta da Forrester e inizia a leggerla; la lettera viene letta con la voce di Forrester]: Caro Jamal, un tizio che conoscevo una volta scrisse che noi abbandoniamo i nostri sogni per paura di fallire o, ancora peggio, per paura di aver successo. Devi sapere che io ero sicuro fin dal principio del fatto che tu avresti realizzato i tuoi sogni, ma non immaginavo che anch'io avrei di nuovo realizzato i miei. I tempi cambiano, giovanotto, e anche se ho dovuto attendere l'inverno della vita per vedere le cose che ho visto in quest'ultimo anno, non esiste dubbio alcuno che avrei aspettato a lungo e inutilmente se non fosse stato per te.
Fly [si avvicina con in mano il pallone da basket]: Ciao... ti fermi un po' da queste parti?
Jamal: Non mi puoi guardare negli occhi stavolta.
Fly: Dai, vedrai che poi ti passa, vieni... Andiamo, tirati su! [Jamal prende il pallone e inizia a giocare con Fly]

Citazioni su Scoprendo Forrester

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  • Da Jerome David Salinger a Thomas Pynchon, il vecchio scrittore solitario, separato dalla vita, misantropo, nevrotico, chiuso nella memoria e nel rimpianto, sprezzante del mondo, non è certo un personaggio raro nella storia della letteratura americana: ad esso vuol somigliare il protagonista di Scoprendo Forrester di Gus Van Sant, uno scrittore che dopo aver avuto gran successo e un premio Pulitzer con un romanzo, s'è rinserrato in sé stesso e nel suo appartamento newyorkese all'attico. (Lietta Tornabuoni)
  • Dopo il fallimento di Psycho, Van Sant accetta la regia di un film su misura per Connery (anche produttore, lo si vede dall'abbondanza di primissimi piani). La sceneggiatura di Mike Rich non eccelle per originalità (lo scontro interclassista rimanda a Will Hunting - Genio ribelle, il rapporto allievo-maestro a L'attimo fuggente, il climax finale a Scent of a Woman), la tensione omoerotica tra i due protagonisti cade nel vuoto: ma la confezione non fa una grinza, e la simpatia di Connery fa digerire un prodotto troppo pensato a tavolino. (Il Mereghetti)
  • Forrester rappresenta quest'idea di mentore. Uno che sostiene chi tenta di distinguersi, in qualsiasi professione, rivelando che il successo non solo è umano, ma è anche possibile. (F. Murray Abraham)
  • G. Van Sant, dopo Will Hunting, dirige su richiesta di S. Connery produttore un'altra storia di formazione, scritta da Mike Rich e vagamente ispirata a J. D. Salinger e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente R. Brown e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (il Morandini)
  • Gus Van Sant mantiene fermo il proprio sguardo sugli individui al margine e sulle età di passaggio. Questa volta lo fa con alle spalle un produttore/attore decisamente straordinario: Sean Connery. Il regista non solo non esaspera i toni ma sottolinea la propria continuità autoriale con un cameo affidato a Matt Damon. (il Farinotti)
  • Ho letto un volantino a scuola in cui Hollywood cercava un sedicenne di colore che sapesse giocare a basket per un film con Connery. Potevo andar bene, mi servivano soldi per la bolletta del cellulare e al massimo mi avrebbero preso come comparsa. Invece ho cominciato subito con gli allenamenti di pallacanestro, sei settimane con Russel Smith. (Rob Brown)
  • In Scoprendo Forrester, realizzato con un indubbio gusto per l'immagine elegante, sembrano essere scomparse la rabbia e l'originalità che gli avevano fatto conquistare lo status di autore di culto, e, quello che è ancora peggio, sembra essere scomparsa la personalità: non c'è nulla che caratterizza il suo lavoro di regista in Scoprendo Forrester e l'unico elemento riconoscibile è l'affinità di tema con un altro film impersonale. (Antonio Monda)
  • La vicenda procede su tempi stiracchiati: si capisce subito che lo scrittore imboscato è l'ennesima reincarnazione del burbero benefico e ci sarebbe perfino da sospettare una sottintesa implicazione omosessuale se il divo britannico non fosse l'epitome della virilità. In ogni modo, anche in un film convincente sino a metà, Connery è sempre Connery. Ovvero un attore che ogni volta riesce a illuderti di avere incontrato un essere umano. (Tullio Kezich)
  • Lavoro in una radio di Portland e stavo facendo un'intervista. All'improvviso, mi è venuto in mente che molti grandi scrittori americani erano individui molto eccentrici e solitari. Ho pensato che sarebbe stato interessante che qualcuno infrangesse quella barriera. (Mike Rich)
  • Molta gente crede erroneamente che si tratti della storia di un uomo, Forrester, che salva un adolescente. La ritengo una visione miope perché a ben guardare si salvano a vicenda. (Mike Rich)
  • Nel film ci sono molte cose in cui persone diverse possono ritrovarsi. Che abbiano avuto l'esperienza di Jamal e siano state l'outsider che lotta per farsi strada malgrado le difficoltà, o quella di Forrester, la persona che cerca di aiutarli. (Anna Paquin)
  • Non è facile raccontare un vero scrittore, è più facile inventarsene uno alla Sean Connery, un colto James Bond elegantemente e nevroticamente invecchiato. Ci sarà certo qualche spettatore che crede a queste storie, ma i più sbadigliano. E quanto chiacchierano i vecchi scrittori dei film, e quanto chiacchierano i giovani sceneggiatori da corso di scrittura! (Goffredo Fofi)
  • Trovo che le amicizie insolite siano uno dei temi più interessanti da analizzare in un film. L'idea di un personaggio alla J.D. Salinger che diventa amico di un giocatore di basket sedicenne e nero mi sembrava incredibile. Mi affascina ciò che li accomuna e ciò che li trasforma in grandi amici. (Laurence Mark)
  • Un divertimento scorrevole, e una grande prova per Connery (che coproduce) con una pacca sulla spalla, con la mano pesante, dal geloso professor Abraham. (Leonard Maltin)
  • Una regola che non mi hanno detto è di non dire mai agli attori cosa fare. [...] Non gli ho detto cosa fare, gli ho suggerito ciò che il suo personaggio avrebbe potuto pensare di fare. L'ho fatto e lui ha detto, conoscete F. Murray, è molto calmo e cortese: "Bene, se tu sai cosa devo fare allora non avete bisogno di me." Credo si fosse calato nella parte, è un attore metodico. Almeno spero sia così. (Rob Brown)
  • Durante le ricerche degli esterni per il film incontravamo personaggi che vivevano nel Bronx e io dicevo: "Quel tipo la è perfetto." A volte dicevamo alla gente: "Siamo in cerca di attori, vi va di provare?" Ma spesso per loro era difficile recitare. è difficile per una persona qualunque, senza esperienza, fare una cosa del genere. Non ritrovavo nessun personaggio tra gli attori affermati che conoscevo. Pensavo che forse sarebbe saltato fuori qualcuno che non conoscevo. Mentre continuavamo a cercare gente, mi venne in mente Spike Lee. Ci mancò davvero poco che lo chiamassi disperato per dirgli: "Non sappiamo dove cercare, come fare." Poi è arrivato Rob, proprio all'ultimo momento. In un momento in cui chiedevamo se tutto sarebbe andato bene.
  • No, Forrester non è Salinger. Salinger usciva di casa. Aveva una vita sua, una famiglia. Il personaggio di Forrester assomiglia a Salinger solo nella nostra immaginazione. Chi non conosce la vita di Salinger, pensa che non uscisse, cosa che invece faceva. Non c'è un vero e proprio parallelo. È un personaggio inventato. Forrester non esce di casa da 10 anni. È una malattia che è tipica soprattutto della gente di New York, una malattia che spinge appunto la gente a non uscire di casa. Forrester è un personaggio di New York. Somiglia a Salinger soltanto perché ha smesso di pubblicare dopo un certo periodo di tempo.
  • Per ogni scena, set e personaggio ti chiedi come siano nella realtà. Il più delle volte, sono diverse da come le avevi immaginate. Che aspetto ha il bar di una scuola del South Bronx? Cerco di inserire per gradi i tratti inaspettati in modo da conferire a quello che faccio la maggiore realtà possibile.
  • A me l'idea è piaciuta tanto che ho voluto anche produrla, è una storia intelligente ed umanistica, certo con i suoi conflitti e le sue differenze, in cui magari il finale è anche un po' triste, ma in cui la gente ride e si emoziona, insomma ha una reazione, parteggia.
  • Credo che alla Columbia abbiano passato delle notti in bianco, quando hanno capito che l'attore principale non aveva mai fatto un film, né aveva mai lavorato in teatro. Ma noi eravamo convinti che lui fosse quello giusto.
  • È una storia emozionante sull'amore per la lettura e sull'amicizia.
  • Il film mi piace molto e si sviluppa in modo sensazionale, ironico, interessante e burrascoso. È piuttosto letterario.
  • Non c'è dubbio che fosse un bel personaggio, interessante, uno da Pulitzer, un uomo anziano ed irascibile che diventa il mentore e il migliore amico di un giovane ragazzo di colore.
  • Quando abbiamo finito le prove era diventato un professionista, senza avere esperienze di recitazione. Ha un istinto eccezionale, oltre a essere un ragazzo intelligente. è perfetto per quel ruolo perché e uno studente modello. Lo trovo davvero incredibile.
  • Sono state piuttosto laboriose le ricerche di un sedicenne che recitasse la parte. Il problema principale è stato trovare un ragazzo dell'età giusta che sapesse giocare a basket, recitare e interpretare uno dei personaggi. Non un vero problema.

Frasi promozionali

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  • È il momento... di scoprire la passione che avete dentro, di scoprire il vostro coraggio... e di scoprire... di che cosa siete fatti.[5]
  • Hai mai trovato più di quello che cercavi?
Have you ever found more than you were looking for?[6]
  • Il loro incontro cambierà la loro vita.
Leur rencontre va changer leurs vies.[7]
  • In un posto normale, trovò l'unica persona che gli rese la vita straordinaria.[8]
  • La vita è un gioco. Ma troppo spesso non si è mai giocato...
Livet er et spil. Men alt for ofte bliver det aldrig spillet...[9]
  1. Cfr. Charles Dickens: «È una triste verità che perfino i grandi uomini hanno parenti poveri».
  2. Cfr. Rudyard Kipling: «Udrai il battito dei piedi del cavallo, | E il fruscio di una gonna nella rugiada, | Fermamente galoppando attraverso».
  3. Cfr. George Bernard Shaw: «Tutte le grandi verità cominciano come bestemmie».
  4. Cfr. Mark Twain: «L'uomo è l'unico animale che arrossisce. O dovrebbe arrossire».
  5. Dal trailer del film in lingua italiana.
  6. Dalla copertina della confezione del DVD in lingua inglese.
  7. Dalla copertina della confezione del DVD in lingua francese.
  8. Dalla copertina della confezione del DVD in lingua italiana. Un'edizione meno recente della stessa, riporta invece la frase, leggermente diversa: «In un luogo come tanti, trovò l'unica persona che avrebbe reso straordinaria la sua vita».
  9. Dalla copertina della confezione del DVD in lingua danese.

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