Calciopoli
scandalo che ha investito il calcio italiano nel 2006
(Reindirizzamento da Scandalo del calcio italiano del 2006)
Citazioni su Calciopoli e sui relativi processi.
Citazioni
modifica- Al di là del fatto che siano state violate o meno leggi, che è cosa che accerterà la magistratura, non c'è dubbio però che il calcio italiano è stato offuscato da una grande ombra determinata da comportamenti che, quanto meno sul piano etico e deontologico, sono scorretti. (Piero Fassino)
- Avete capito o no che Calciopoli è stata tutta una montatura? Qualche club aveva influenza e l'ha fatta valere, e noi abbiamo perso qualche scudetto. (Silvio Berlusconi)
- [Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] Bastava leggere le intercettazioni per ritenere giuste, anzi troppo lievi, le sanzioni sportive a Juve, Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina (la Juve evitò la Serie C solo perché si doveva salvare il Milan dalla B). E basta rileggerle oggi per ritenere sacrosanta la sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato gran parte degli imputati per associazione per delinquere e frode sportiva. Tre giudici, con una presidente tutt'altro che tenera con l'accusa (che tentò addirittura di ricusarla) e sempre elogiata dalle difese, hanno ritenuto provate le accuse dopo tre anni di dibattimento. E si son fatte una risata dinanzi alla linea difensiva moggian-craxiana del "così fan tutti". Sia perché l'eventuale responsabilità altri non cancella quella di un imputato colpevole; sia perché le mirabolanti intercettazioni sfoderate dalla difesa dimostrano al massimo che l'Inter tentò di entrare nel giro, non che ha commesso reati. Ora Moggi manda a dire che lui ha fatto tutto per conto della Juve: bella novità. [...] Quando Umberto Agnelli lo ingaggiò, Moggi era imputato a Torino per aver fornito prostitute ad arbitri per le partite di Uefa del Torino. Quindi fu assunto proprio perché si sapeva chi era e come operava. [...] Anziché lasciarsi lo scandalo alle spalle, come aveva fatto suo cugino John Elkann, Andrea Agnelli figlio di Umberto e amico di Moggi e Giraudo ha ripreso a gridare al complotto e a rivendicare gli scudetti dello scandalo, giustamente revocati. Ora, con la sentenza di Napoli e i messaggi di Moggi, ha quel che si merita. Forse, anziché vellicare gli istinti peggiori della tifoseria peggiore, farebbe bene a guardare al futuro. A farsi spiegare lo "stile Juventus" da chi ancora sa cos'è come Boniperti, Trapattoni, Zoff e Platini. E magari a costruire stadi più sicuri. (Marco Travaglio)
- Bisogna avere, innanzitutto, il coraggio di affermare una realtà: il procedimento di questa estate ha partorito un autentico aborto giuridico. Quando parlo di "aborto giuridico" mi prendo la piena responsabilità di ciò che dico. Quando si vuole espletare in due settimane un procedimento che richiederebbe almeno 6 mesi solo per un corretto iter investigativo, non può che venir fuori un aborto giuridico. Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico. Quando non si concedono agli avvocati difensori degli imputati i testi integrali delle intercettazioni, adducendo che non sono pertinenti, si può solo parlare di aborto giuridico. Quando, infine, si disassegna un titolo ad una squadra, la Juventus, per assegnarlo ad un'altra, l'Internazionale, prima che sia pronunciato il verdetto del primo iter istruttorio, allora siamo ben oltre l'aborto giuridico. Non è un problema di giustizia ordinaria o sportiva: in ogni paese che si definisca civile eventuali pene e sanzioni devono essere comminate dopo che sia stato verbalizzato un verdetto di colpevolezza, mai prima. E non venitemi a parlare di normative UEFA o di liste da dare alla stessa per le coppe europee: i diritti degli imputati, tra cui quello di potersi difendere con i mezzi che l'ordinamento mette loro a disposizione, vengono prima di una partita di calcio. [...] Poi, di fronte al fatto compiuto, chi si prende la responsabilità di fermare una macchina che macina miliardi di €, tanto da essere la sesta industria del paese? Io, per conto mio, posso solo ribadire il concetto già espresso: una penalizzazione di 8/10 punti, una multa e la squalifica di Moggi e Giraudo per 10/12 mesi, questa era la pena congrua, a mio parere. Ogni parallelo con la vicenda del 1980 è improponibile: qua non ci sono tracce di illecito, né denaro o assegni. L'illecito ambientale non è un reato contemplato da nessun codice, a meno che non si parli di inquinamento atmosferico...[fonte 1] (Corrado De Biase[1])
- Calciopoli? Il processo di Napoli dimostra che nel 2006 si è agito con atteggiamento giacobino, troppa foga alimentata dai media. (Claudio Lotito)
- Calciopoli è stata la lotta di un potere contro un altro potere: il nuovo ha cacciato il vecchio. E nulla è cambiato. (Maurizio Zamparini)
- Calciopoli è stato il tentativo di condizionare il regolare svolgimento del campionato, agendo su più livelli: per me, Moggi -tramite la GEA e quindi tramite suo figlio- controllava prima di tutto buona parte dei giocatori. Purtroppo al processo molti giocatori non hanno voluto ricordarsi (o hanno fatto finta di dimenticarsi dell'accaduto) e così -relativamente alla GEA- ha avuto una condanna molto mite, che probabilmente in appello sarà ulteriormente mitigata. Quindi dal punto di vista della giustizia ordinaria, non controllava i giocatori. Quello che anche per la giustizia ordinaria sembra che Moggi avesse controllato, erano gli arbitri: "Calciopoli" dunque è il controllo degli arbitri. Per me, invece, si può dire sinteticamente che Moggi cercava di controllare prima i giocatori (tramite la struttura della GEA, attraverso il figlio) e poi gli arbitri. Gli mancavano solo i tosaerba, poi tutto era suo. (Giuseppe Gazzoni Frascara)
- Calciopoli era una cosa, un sistema dominante guidato dagli attuali imputati di Napoli. Gli altri hanno cercato solo di difendersi, ma lo hanno fatto in modo sbagliato. (Zdeněk Zeman)
- [Nel 2012] Calciopoli ha fatto emergere nuove intercettazioni che hanno messo in seria difficoltà l'Inter. Non dimentichiamoci che i nerazzurri stanno utilizzando la prescrizione per evitare il deferimento con argomentazioni parecchio pesanti. Va ricordato che due colpevoli non fanno un innocente, se sia Juve che Inter sono riconosciute colpevoli non è che uno diventa automaticamente innocente. Quando Moggi e Facchetti telefonavano a Bergamo cosa volevano? Quando Facchetti telefonava a Bergamo e aveva certe risposte, l'avversario non era la Juve ma un altro danneggiato. Moratti deve stare attento a ciò che dice, lui faceva pedinare e intercettare l'arbitro De Santis. Se vuole non parlare del 2006 fa bene, perchè i danneggiati non erano nè la Juventus nè l'Inter all'epoca. Quindi è meglio stare in silenzio. (Mario Sconcerti)
- Chiamare Calciopoli un episodio mi pare pazzesco: alla Juve sono stati tolti due scudetti, mandati in serie B, distrutta una squadra, la squadra dei campioni del Mondo nella finale del 2006, tra Italia e Francia, tra campo e panchina, allenatore compreso, ce n'erano 14. Che questa squadra sia stata distrutta non è un episodio.Non è stato un episodio, c'è una squadra che è stata al centro del campionato, della storia del calcio, delle vittorie italiane del campionato del mondo, che è stata umiliata.Il pm sportivo ha detto che anche l'Inter aveva fatto le sue telefonate e i suoi approcci ed era punibile, ma era caduta in prescrizione. Perché non rinunciate alla prescrizione?Il protagonista, Facchetti, non telefonava a nome della sua famiglia, ma della società di cui era un dipendente. La prescrizione non era dovuta al fatto che Giacinto Facchetti fosse in Paradiso, ma al fatto che era trascorso un certo numero di anni.Questo non cicatrizza la ferita, l'umiliazione, l'offesa. No, non cicatrizza, no. (Giampiero Mughini)
- Con Calciopoli si è dovuto fare un processo in un mese per colpire la società più importante d'Italia, hanno fatto una cosa approssimativa perché i media hanno montato una cosa incredibile e qualcuno doveva pagare. Hanno fatto pagare la Juve, perché se avessero fatto pagare la Lazio, con tutto il rispetto, non sarebbe interessato a nessuno oltre ai tifosi della Roma. Invece hanno fatto una cosa populista facendo pagare tutto alla Juve, e così l'Italia anti-juventina è stata contenta! (Michelangelo Rampulla)
- Da quando gioco tutti gli scudetti che ho visto vincere sono stati meritati. Sia i nostri che quelli delle altre squadre. (Alessandro Del Piero)
- Dopo che era stata scoperchiata la pentola, sarebbe stato il momento giusto per farsi domande e invece vinto il Mondiale non è cambiato nulla. Ad un certo punto sembrava che i colpevoli fossimo noi dell'Inter, invece di vedere ciò che era successo. C'era un lavoro scientifico: non il rigore contro, ma ammonizioni, falli. E alla Juve ancora espongono gli scudetti revocati: segno che non accettano di avere sbagliato. (Nicolás Burdisso)
- Dopo le famiglie distrutte da Mani pulite senza nessun contributo alla moralizzazione del Paese, ora con gli stessi attori non avremo grazie a calciopoli nessuna moralizzazione: o se la danno i club o non sarà certamente Borrelli a darla loro. E corriamo il rischio di avere un'altra sequela di suicidi, tentati suicidi e famiglie distrutte. I ragazzi della nazionale stanno reggendo a questa persecuzione psicologica ed hanno retto anche al dolore per la vicenda di Pessotto. Per questo dico loro bravi. (Francesco Cossiga)
- [Riferendosi sui ricorsi presentati dalla Juventus dopo la decisione del Tnas di dichiararsi incompetente sul'assegnazione dello scudetto 2006] Dopo quest'ultima sentenza, a chi porta vantaggi proseguire... Se si fa un passo indietro se ne fanno due avanti, chi ha più intelligenza la metta al servizio degli altri. Il mio è un appello, ma forse gli appelli non servono più. Non so se sia giusto aver dato quello scudetto all'Inter, non sta al Coni dirlo. Le regole però sono state rispettate e per il Coni il discorso è chiuso. Chi lo vuol riaprire creerà problemi alla serenità del calcio italiano: oggi si vive anche di credibilità e di curriculum. Non sono rimasto deluso dal comportamento di Andrea Agnelli. Ognuno fa ciò che ritiene di fare. Ho conosciuto l'Avvocato, rispetto una famiglia che ha fatto grandi cose per il calcio. Ma portano avanti le loro idee, le mie sono diverse. (Gianni Petrucci)
- [Nel 2006] Esigeremo gli scudetti... [...] a questo punto esigiamo che ci restituiscano due scudetti. Ci spettano. Siamo stanchi di subire ingiustizie. (Silvio Berlusconi)
- Già prima del 2006, per noi giocatori dell'Inter era evidente che ci fosse qualcosa di molto sporco. Lo si capiva dagli atteggiamenti, dalle decisioni che venivano prese da parte degli arbitri che avevano come unico scopo quello di favorire alcune squadre, quelle che facevano parte del sistema-Moggi [...]. Non bisogna mai dimenticare quello che è successo. Calciopoli è una cicatrice che resterà, sappiamo chi ce l'ha procurata e non dobbiamo dimenticarla mai. La cicatrice resta là, a ricordo di una pagina nera del calcio italiano. La cosa che mi infastidisce di più ancora oggi, [...] è che qui sembra che non è mai accaduto nulla e che addirittura alcuni pensano che sia stata l'Inter a causare il problema. Invece chi ha generato Calciopoli sono le persone che tutto questo schifo hanno permesso. E sono colpevoli anche coloro che pensano che questo scandalo non sia mai esistito. È stato tutto troppo eclatante per negarlo. Mi chiedo ancora oggi, se le Juve di Moggi era innocente, perché non ha fatto il ricorso? Non è che magari non l'ha fatto perché sapeva di rischiare una penalizzazione ancora più pesante e magari ripartire dalla C anziché dalla serie cadetta? (Iván Córdoba)
- [Sulla richiesta di commissariamento della Federcalcio inoltrata al Tar dalla Juventus in merito ai fatti di Calciopoli] Ho la coscienza a posto, si possono esprimere critiche legittime per la politica sportiva, ma tutti sanno che io sono un uomo di regole. Era noto, infatti, che, anche prima del commissariamento, quando c'era un quadro federale diverso, avevo tanti avversari. Ho sempre attaccato il doppio designatore, una scelta di sette società che avevano forzato la mano per questa soluzione. Sono tranquillo, resta l'amarezza ma con questa bisogna conviverci. (Giancarlo Abete)
- Ho seguito con attenzione quella vicenda e ho sviluppato una mia idea: ci fu una vergognosa campagna mediatica, con processi allucinanti, ma ci fu anche una parte della società che si è fatta male da sola. Evidentemente c'era qualcuno che voleva fermare i dirigenti di allora. Non considero Moggi e Giraudo due santarellini: erano personaggi con un discreto pelo sullo stomaco e stavano acquisendo sempre più potere. Ma la conquista del potere non è un reato, il fatto di avere una rete solida che contribuisce al potere stesso non può essere condannato. Venne istruito un processo su una base di congetture e c'è chi prese la palla al balzo, sia fra gli avversari sia in seno alla società. (Giuseppe Cruciani)
- [Nel 2006] I risultati sono stati falsati, sì, mi sembra abbastanza chiaro, come è chiaro il fatto che il Milan è stato penalizzato: noi siamo puliti e siamo stati trattati con poca sportività, per non dire altre cose. Sono da tanti anni nel calcio, mi sarei aspettato di tutto tranne una roba simile. In ogni caso non è solo questione di risarcire il Milan o di riscrivere le classifiche: bisogna fare chiarezza, stabilendo le responsabilità e punendo i colpevoli. Perché la cosa più importante è restituire credibilità al calcio. (Carlo Ancelotti)
- Il campionato 2004-2005 non è stato falsato. L'unico dubbio potevamo averlo su quella strana partita tra Lecce e Parma, una sfida che abbiamo visto e rivisto. Non si può dire però che è stato falsato il campionato. Magari c'è stato un tentativo per falsarlo, ma ci sarebbero volute quattro o cinque combinazioni. Il discorso è questo: se uno si compra una partita, perché non si compra la vittoria o la sconfitta del Parma? Che senso ha il pareggio?[fonte 2] (Piero Sandulli[2])
- Il fatto che l'Inter abbia vinto dopo Calciopoli dimostra quanto questa sia stata una vera truffa per il calcio italiano, una prova in più di quanto stava accadendo. Era frustrante quando dicevano che spendevo e non vincevo. Calciopoli è stata una cosa veramente volgare oltre ad una fregatura economica. (Massimo Moratti)
- In cuor mio tutti sanno cosa penso di Calciopoli, e cioè che è stato un procedimento ridicolo. I legali mi hanno detto che non sono riusciti nemmeno a leggere tutte le carte. (Andrea Agnelli)
- Ingiustizia perpetrata da una giuria creata ad hoc, che ha emesso una sentenza la quale interpretava un diffuso sentimento popolare. Cioè una sentenza fatta al bar sport invece che in un tribunale. (Piero Ostellino)
- Io guardo a Calciopoli come ad un piano divino: tale episodio si è verificato una volta sola, e Dio ha creato quelle condizioni per cui potessi proseguire la mia crescita in tale squadra. (Nicola Legrottaglie)
- Io penso che la linea difensiva del legali di Moggi sia questa: "Io non ho fatto niente di male, il mio modo di parlare era identico a quello di tutti quanti, il mio linguaggio è stato male interpretato". La verità è che Luciano Moggi aveva le mani sul calcio, aveva un potere assoluto. (Giuseppe Gazzoni Frascara)
- Io ringrazio Calciopoli, perché se non ci fosse stata sarei arrivato molto dopo. (Claudio Marchisio)
- [Sull'esposto presentato dalla Juventus alla Uefa per chiedere l'esclusione dell'Inter dalla Champions League 2011-2012 per i fatti di Calciopoli] L'esposto presentato all'Uefa per Calciopoli? Beh, Andrea Agnelli avrebbe fatto meglio a risparmiare i soldi del francobollo. (Michel Platini)
- La cosa straordinaria è che dopo Calciopoli si è ritrovata la strada della serietà professionale e c'è spazio per tutti, nulla è prevedibile, e il pubblico si può veramente divertire, con un campionato che non diventa scontato dopo sette partite. (Aurelio De Laurentiis)
- [Sulla richiesta di risarcimento inoltrata dalla Juventus al Tar del Lazio nei confronti della Federcalcio in merito ai fatti di Calciopoli] La Figc è serena perché ritiene di aver svolto i suoi compiti con attenzione. Ricordo che la Figc post-calciopoli è stata la prima a essere danneggiata e come hanno testimoniato le sentenza sportive, oltre alle sentenze penali di primo grado, le responsabilità sono di altri e non certo della Federcalcio. Penso che sia noto, e noi l'abbiamo detto prima delle pronunce di primo grado del Tribunale di Napoli, che esistono ordinamenti diversi, quello sportivo ha le sue specificità e noi, nel corso del Consiglio Federale di Vicenza, avevamo già detto che qualunque fosse stato l'esito, non ci sarebbe stato un intervento sull'ordinamento sportivo su fatti che all'epoca furono oggetto di verifica e di valutazioni degli organi di giustizia federali e del Coni. Inoltre molte società, tra le quali la Juve, non hanno dato seguito a interventi presso i tribunali amministrativi. (Giancarlo Abete)
- La Juventus non era l'unica squadra compromessa con Calciopoli, un sistema complesso e articolato. Resta invece l'unica che ha azzerato il vertice societario in seguito allo scandalo e che è finita in Serie B. Se si voleva fare giustizia, facendo pagare un prezzo più salato ai bianconeri, bisognava farlo in misura proporzionale con tutti i club. Cosa che non è successa: i concorrenti hanno vinto scudetti e Champions. [...] non basta essere migliori di altri per essere puliti. (Matteo Marani)
- La nuova difesa di Moggi vuole dimostrare che tutti telefonavano. Anch'io quest'anno ho parlato con Nicchi e con Collina, ma non per chiedere favori, certe telefonate aiutano a far crescere la classe arbitrale. Dipende dal tenore delle telefonate. Io non ho mai chiesto qualcosa di illecito. Non sono le cose esteriori che fanno la differenza. Ero io che dicevo a Foschi [d.s. del Palermo] di chiamare, perché all'epoca c'era un sistema che si organizzava per vincere e una non organizzazione che era condannata a perdere. Chiamava anche Facchetti, che era una persona da me conosciuta in Lega, quando eravamo consiglieri. Lo ricordo come una persona di una correttezza e di una squisitezza formidabili. È naturale che Moggi si difenda ma non mi piace che tiri merda addosso alla gente e lui di merda ne ha fatta abbastanza. (Maurizio Zamparini)
- La parzialità degli arbitri certe volte era evidente. Alla fine però la verità salta sempre fuori. Credo che Calciopoli abbia fatto bene alla Serie A. I tifosi erano sfiduciati e avevano bisogno di ricominciare a credere nelle partite. Il fatto più positivo è stato vincere i Mondiali 2006. Dopo tutto quello che era successo, la Coppa ha curato una ferita. (Julio Ricardo Cruz)
- Le intercettazioni di Massimo Moratti e altri dirigenti dell'Inter rese note dalla difesa di Luciano Moggi sono senz'altro indice di un diffuso malcostume. E dunque è un bene che siano state pubblicate. Ma dal punto di vista penale non modificano di una virgola l'esito del processo in corso a Napoli, che ipotizza un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva per alterare risultati di partite ed esiti di campionati. E la disdicevole dimestichezza dei dirigenti nerazzurri con il mondo arbitrale, per quello che è emerso, non configura alcuna notizia di reato, dunque bene han fatto i magistrati di Napoli a escluderla dal processo. Solo un'informazione smemorata e superficiale può metterle sullo stesso piano dei gravissimi fatti emersi a carico delle dirigenze della Juventus, del Milan, della Fiorentina e della Lazio. (Marco Travaglio)
- Le intercettazioni ulteriori di Calciopoli? È evidente che Moratti e altri si difendevano dallo strapotere in Lega di Milan e Juventus: comunque fu Guido Rossi e non io a dare lo scudetto 2006 all'Inter. L'origine di tutto è nella situazione di disequilibrio che viveva allora la Lega calcio italiana, con due società come Juve e Milan che più o meno gestivano tutto, una con i diritti tv e la presidenza e l'altra con la costruzione che sapete ed è costata anche conseguenze di giustizia sportiva in relazione al potere sugli arbitri. Gli altri, compreso Della Valle della Fiorentina, si difendevano... [Anche perché] tutte le altre società più o meno sapevano. In un ambiente così è inimmaginabile che si rimanga fermi, ognuno cerca di proteggersi. Ma tutto nasce dalla situazione critica con due società che gestivano politicamente la Lega, e con il passaggio degli arbitri al professionismo sotto l'ombrello della stessa Lega. E in un certo senso persino i direttori di gara hanno subito questa situazione. (Gerhard Aigner)
- [Nel 2017] Le notizie degli ultimi giorni – con ampia e documentata e ridicola polemica sui presunti errori commessi dall'arbitro Rizzoli durante la partita vinta domenica scorsa dalla Juventus sull'Inter per 1-0 – sono soltanto la coda di un problema più grande che affonda le radici in un momento preciso della nostra vita calcistica: quando, nel 2006, venne istruito un processo farsa contro la Juventus, in cui tutte le frustrazioni degli anti casta del calcio italiano vennero prima abilmente trasformate in illeciti sportivi e poi amabilmente trasferite in forma di gogna in tutti i talk-show. Fu in quel preciso momento che il tifoso medio interista – che grazie al supporto decisivo di un interista piazzato al vertice della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Guido Rossi) riuscì a vincere un campionato a tavolino (2005/2006) e uno successivo nell'anno in cui la Juventus fu mandata in B (2006/2007) – scelse di alimentare il circo mediatico sportivo portando in prima serata e sulle prime pagine dei giornali le chiacchiere da bar, facendole uscire dai confini delle serate con Aldo Biscardi con lo stesso effetto che si avrebbe oggi se in prima serata venissero riproposte le telefonate registrate senza filtri da Radio Radicale ai tempi di Radio Parolaccia. (Claudio Cerasa)
- Le sentenze della giustizia sportiva dimostrano che Moggi non ha alterato alcuna partita. Ci sono stati comportamenti sportivamente sleali, ex articolo 1 del codice, che certamente facevano anche gli altri, ma che era giusto punire. Ma per nessuno di questi comportamenti era prevista la retrocessione e la revoca degli scudetti. L'ha detto allora anche Piero Sandulli, l'autore della sentenza di condanna: "Non ci sono illeciti, il campionato non è stato falsato, era tutto regolare, l'unico dubbio riguarda la partita Lecce-Parma". E [...] ha ribadito il concetto, specificando che l'illecito per cui è stata condannata la Juventus "non esisteva, era una falla del sistema giuridico, è stato da noi introdotto". I giudici non devono introdurre niente, devono valutare i fatti e applicare le leggi. Non è stato così. (Christian Rocca)
- Lo dico e me ne assumo le responsabilità. Qualcuno ha voluto che Calciopoli scoppiasse, è ovvio. (Paolo Bergamo)
- [«Che pensava leggendo di Calciopoli e della Juve di Luciano Moggi e Antonio Giraudo?»] Mi ha colpito quanto quella fosse una guerra non per vincere o far soldi ma per avere potere. (Antonio Cabrini)
- Mi sono ripromesso di non dire più nulla dopo l'estate 2006. Dico solo che chi vinceva fino al 2006 aveva delle squadre straordinarie, tanto che faceva anche le finali di Champions League. (Adriano Galliani)
- Moggi, quando lo vidi in tv, disse: "questo non è un mondo per lei"; lui cerca di far apparire la sua condotta nel mondo del calcio, come la prassi. Sì, c'è indisciplina morale nel calcio, ma "regolare" gli arbitri come faceva lui è pazzesco. Basti pensare, ad esempio, a Siena-Milan: era una partita in cui la Juventus non c'entrava, ma c'entrava invece Moggi che penalizzò il Bologna; il DG bianconero fece in modo che l'arbitro annullasse un gol di Shevchenko: se non fosse stato annullato, il Siena avrebbe pareggiato e sarebbe finito dietro di noi. Vedete come è stato manipolato il campionato? (Giuseppe Gazzoni Frascara)
- Noi non abbiamo deciso di dare il titolo all'Inter, noi tecnicamente abbiamo detto che era possibile farlo. Il nome dell'Inter non ci era stato proposto. Dovevamo per forza fare una classifica di quel campionato per via delle Coppe europee, ma non era necessario dare il titolo a qualche squadra. Per me sembrava normale non assegnare il titolo in quelle circostanze perché c'erano dubbi sulla regolarità del campionato. [...] C'era un malessere generale in quel campionato, c'erano molte componenti implicate. Non sono sorpreso da ciò che è uscito in questi giorni. Allora la situazione in Lega Calcio era molto grave, ma tutti erano responsabili. Gli arbitri erano troppo esposti alla situazione della Lega Calcio e sono stati anche vittime. Tutti hanno contribuito a crearla e trovare chi è stato il più o meno colpevole è difficile. (Gerhard Aigner)
- Non dimentico la retrocessione in B [...]. Dovrò farci i conti perché è accaduto, non è stato un brutto sogno. In futuro, mi chiederanno dov'ero in quelle due stagioni, e io dirò: ero nella Juve, e ho vinto quello che ho vinto con pieno merito. [...] Però non si può fare finta di niente. In pochi mesi, come in un film dell'assurdo, sono passato dalla Coppa del Mondo al debutto in B a Rimini [...], dentro quell'aria che odorava di piadine, ce l'ho ancora nel naso. Ma la coscienza è sempre stata a posto, perché non abbiamo vinto una sola partita grazie ad aiuti esterni. [...] È stato il destino, è stato qualcosa che non ho mai del tutto chiarito. Ma una cosa non si discute: quei due scudetti furono legittimi, furono totalmente nostri. (Alessandro Del Piero)
- Non erano balordi di provincia, non erano un fruttivendolo, un dentista, un ex centravanti malato di scommesse. Erano l'amministratore delegato e il direttore generale della Juventus, e il vice presidente della Federcalcio. Erano il massimo del potere possibile. Erano un enorme nucleo di pressioni, complicità, clientele. Erano i piloti occulti di arbitri e arbitraggi. Erano un'associazione a delinquere [...]. Erano: e non saranno mai più. [...] Se non eri loro amico, diventavi un nemico. Se non accettavi favori e resistevi alle intimidazioni, eri fuori dal gioco. Perché volevano giocare solo loro, truccando le carte. [...] Eppure la Juve rivuole indietro uno degli scudetti di questa banda: serve del coraggio anche solo per chiederlo. (Maurizio Crosetti)
- Non voglio più sentire nulla su Calciopoli, il passato è importante ma il futuro lo è ancora di più. (Gianluigi Buffon)
- Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo [...] Balle smentite dai fatti [...] [Nelle migliaia di intercettazioni] ci sono solo quelle persone, perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle.[fonte 4] (Giuseppe Narducci[3])
- Quanti sono gli Scudetti secondo me? Calciopoli è una pagina tristissima del calcio italiano, ma sono passati ormai diversi anni. In questo periodo sono state dette molte cose, ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Anche se qualcuno vuole far finta di perdere la memoria... Il calcio italiano da allora è ripartito ed è giusto pensare al futuro. Noi siamo fieri e orgogliosi della nostra storia, come la Juve è fiera della sua. Di certo, però, non si può far finta che non sia successo niente. (Javier Zanetti)
- Questo calcio è marcio, calciopoli del 2006 è solo la punta dell'iceberg. Io l'avevo detto in tempi non sospetti. E questa delle scommesse è una storia triste, frutto della nostra non cultura. La cosa grave è che siano emersi anche nomi di calciatori. In Inghilterra si scommette su ogni cosa, ma tutto avviene in ambito legale. Chi parlava di calcio pulito, dopo il sommario processo del 2006, dovrebbe aprire gli occhi. (Maurizio Zamparini)
- Se chi ha la possibilità non tronca la piovra in modo tale da rendere chiaro che certi scandali non si ripeteranno mai più, allora il calcio è finito. Chi ha sbagliato paghi e paghi in modo tale da far passare in futuro la voglia di ripensarci. (Gianfranco Fini)
- Se fosse successo in Africa sarebbe stato grave ma limitato, ma in Italia il calcio è una religione, e le conseguenze di tutto questo saranno terribili. L'immagine dell'Italia ne esce in frantumi. Da noi vale la presunzione di innocenza, ma la Federcalcio italiana ha grandi responsabilità, in quanto avrebbe dovuto vigilare e non l'ha fatto. (Joseph Blatter)
- [L'inchiesta dove] si poteva fare certamente di più è Moggiopoli, tanto è vero che noi come Corte federale abbiamo limitato la sanzione alla Juventus non revocando un titolo di Campione d'Italia perché non c'erano elementi sufficienti, infatti quell'aspetto era stato tralasciato. Poi il commissario straordinario delle Federazione di quel periodo aveva nominato un gruppo di amici suoi, uno dei quali [...] era stato anche nel consiglio di amministrazione dell'Inter, ed è stato revocato alla Juventus e assegnato all'Inter. Quello è stato un errore gravissimo a mio avviso.[fonte 5] (Carlo Porceddu[4])
- Soltanto per questa telefonata [riferendosi ad un'intercettazione del 26 novembre 2004 tra Carraro, ex presidente della FIGC, e Bergamo, ex designatore arbitrale] il processo di Calciopoli andava annullato, andava subito annullato. (Elio Corno)
- Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino? (Enzo Biagi)
- [Dopo la vittoria dello Scudetto 2011-2012 da parte della Juventus] Va preso questo successo come un successo dell'intero calcio italiano. La mancanza della Juve ha indebolito tutti. Al sesto anno fuori da Calciopoli, il nostro calcio è arrivato esausto, non competitivo. La Juve era il riferimento. La sua assenza ha deciso una vacanza da tutti i doveri, compresi quelli di bilancio e dell'investimento. Senza la Juve tutti hanno potuto far finta di essere grandi. Ora finalmente si torna a giocare. Non esiste mediazione. Questa è l'arte del calcio, inutile confonderla con il commercio. La Juve adesso annuncia che il calcio italiano si ricompone, torna automaticamente vero. Da domani chi vuole vincere dovrà tornare a investire senza camuffamenti. (Mario Sconcerti)
- Vidi Luciano Moggi cominciare a piangere davanti a noi durante lo scandalo di Calciopoli. Il mondo si era rovesciato. Noi stavamo portando a casa il secondo scudetto consecutivo e ci hanno tirato nel fango. Gli arbitri non ci favorivano, eravamo semplicemente i migliori e ci dovevano affondare, ecco la verità. [...] Come sempre, quando qualcuno domina, altri vogliono tirarlo nel fango e non mi stupiva affatto che le accuse venissero fuori quando stavamo per vincere di nuovo il campionato. Stavamo per portare a casa il secondo scudetto consecutivo quando scoppiò lo scandalo, e la situazione era grigia, lo capimmo subito. I media trattavano la faccenda come una guerra mondiale. Ma erano balle, almeno per la gran parte. (Zlatan Ibrahimović)
- Vogliamo dirlo, con grande onestà, che questo processo sportivo di Calciopoli è stato una farsa? (Elio Corno)
Citazioni in ordine temporale.
- Di cosa parliamo quando parliamo di Juventus? Ma di Inter, che discorsi. [...] sarà così fino a quando Calciopoli non troverà un'onesta sepoltura. Cambia l'allenatore, piange il bilancio, strilla il telefono. Colore dominante, il Rossi. [...] Guido, bersaglio di sempre.
- C'è stato un periodo in cui sembrava [...] vicina [...] la revoca dello scudetto che Rossi, Guido, aveva assegnato all'Inter. Chi scrive, ha sempre considerato quel tavolino un indebito regalo. La storia del titolo in astioso bilico fra i Grisi juventini e le suore interiste mi ha ricordato Jorge Luis Borges e l'immagine del pettine conteso fra due calvi. Le traiettorie euclidee di Andrea Pirlo [...] sono state scalzate dall'eco della relazione Palazzi, che ha inchiodato Massimo Moratti e Giacinto Facchetti. Apriti cielo. Il Paese ha reagito da par suo: Stefano Palazzi, fino a luglio idolo degli interisti e zimbello degli juventini, è diventato zimbello degli interisti e idolo degli juventini. Moratti, lui, si è spinto oltre le colonne d'Ercole dell'impudenza, invitando i propri tifosi a non leggere più la Gazzetta. Ripeto: la Gazzetta, non Tuttosport. Come se papa Ratzinger avesse messo all'indice l'Osservatore romano. Ripeto: l'Osservatore romano, non Tuttolutero.
- Aggrappato a un morto per uscirne vivo, Moratti venera Facchetti come un santo dopo che in carriera lo aveva trattato, spesso, come un fante: Giacinto diceva di non votare Galliani presidente di Lega, il boss gli intimava di votarlo; Giacinto garantiva la conferma ad Alberto Zaccheroni, il boss flirtava con Roberto Mancini; Giacinto contattava Giorgio Tosatti per arrivare a Fabio Capello, il boss lo lasciava con il cerino in mano.
- Ogni anno, da Calciopoli escono omissioni o intercettazioni che sgretolano l'associazione a delinquere e rimandano a una guerra per bande alla quale la Triade forniva le munizioni principali ma non esclusive.
- [Sulla sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli e il suo nesso con il processo Telecom attraverso le intercettazioni illegali] È abbastanza per tenere desta la vostra curiosità e le associazioni di idee, per voler capire e sapere "senza tifo" che cosa è accaduto all'Italia del calcio e non in questi anni? Oppure hanno tutti tanta paura di Moggi ancora adesso da voler rimuovere il caso, dentro e fuori dalle Aule di giustizia?
- È facilissimo dare addosso a Moggi come del resto io ho fatto nei miei libri, nei miei articoli e nei miei interventi quando la cosa lo meritava, però da quando ho capito che il sistema, molto semplicemente, attraverso l'espulsione di Moggi, cercava di mettere una "pezza a colore" alla propria sopravvivenza, allora discuto Moggi solo a condizione di discuterlo nel contesto del sistema e non da unico capro espiatorio.
- [Sulla sentenza in primo grado e la polarizzazione dello scandalo calciopoli operata dai media] L'Inter e i suoi tifosi vivono questa sentenza come una vittoria: ladroni gli juventini di quel ciclo trionfale, sconfitti ma onesti e rivalutati dalle sentenze gli interisti, rimuovendo la montagna di telefonate colpevolizzanti uscite fuori negli ultimi tre anni per cui mesi fa lo stesso Procuratore Federale Palazzi, il Torquemada del 2006, aveva prescritto l'Inter dicendone però il peggio. Curioso: Palazzi va bene o male a sentenze alterne, il tifo è fatto così. Fossero stati assolti a Napoli Moggi e co. [...], sarebbe stata festeggiata come una vittoria della Juve contro l'Inter. E questo tifo si è riverberato su giornali e su giornalisti. Dio solo sa, e chi mi segue su Il Fatto quotidiano può verificarlo, la fatica e l'avversione che mi è costata una battaglia per la verità sull'argomento, dopo trent'anni passati anche a focalizzare il marcio del pallone mentre altri erano occupati magari a prendere soldi o regali oppure anagraficamente le merendine. C'è gente che rilutta o recalcitra a prendere atto non della santità di Moggi, per carità di Dio, ma del reale stato degradato del calcio italiano: è più facile sparare su Lucky o Licio Moggi –come lo chiamavo al tempo del suo potere, articoli e libri alla mano– che chiamare in causa le istituzioni sportive.
- [Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] Le sentenze in linea di massima (cfr. il casino su Amanda Knox...) si rispettano, e se ne attendono le motivazioni: questo penso e questo farei se non vedessi un rischio preciso nella pesantissima, delicata e sorprendente sentenza di condanna del Tribunale di Napoli per Moggi e compagni. Non vorrei cioè che essa fosse un macigno a chiudere, invece che un argomento di riflessione. [...] Machete adoperato a Napoli. Benissimo: la forza di gravità nei due sensi porta in basso e questo è il segnale che arriva dalla sentenza. Da un lato però mi basterebbe poter pensare che tutta questa vicenda fosse rimasta all'interno del recinto giudiziario, della verità processuale intendo, senza altre valutazioni politiche, o di opportunità ambientale, o di messaggio pubblico ecc. Con una sentenza opposta sarebbe crollato il potere istituzionale, non dimentichiamocelo (Figc, Alta corte del Coni ecc.). Dall'altro che se non sono state prese in considerazione altre prove finora, venga fatto nei successivi gradi di giudizio. Più verità, non un target prescelto. Senza cioè lasciare l'impressione che Moggi, bollato come l'Al Capone del calcio, sia servito perfettamente da tappo a una bottiglia di pessimo liquore per l'ubriacatura pubblica, finendo in un trappolone: sarebbe un rischio ancora peggiore.
- [Sul legame Calciopoli e lo scandalo del calcio italiano del 2011] Senza indulgere su un fatto emerso come notorio durante il processo, cioè che il Presidente del Collegio, Teresa Casoria, riteneva tale processo penalmente una buffonata e invece i due giudici a latere, con le quali era in conflitto, pensavano il contrario, con l'esito di risultare maggioranza nella determinazione della sentenza, le motivazioni in 558 pagine si riassumono così. 1) Campionati non alterati (quindi scudetti tolti ingiustamente alla Juve...), partite non truccate, arbitri non corrotti, indagini condotte non correttamente dagli investigatori della Procura (intercettazioni dei carabinieri risultate addirittura manipolate nel confronto in Aula). 2) Le Sim, le schede telefoniche estere che Moggi ha distribuito a qualche arbitro e ai designatori, sarebbero la prova del tentativo di alterare e di condizionare il sistema, pur senza la dimostrazione effettiva del risultato truccato. 3) L'atteggiamento di Moggi, da vero boss "telefonico", è invasivo anche quando cerca di condizionare Federcalcio e Nazionale, vedi telefonate con Carraro e Lippi. 4) Che queste telefonate e questa promiscuità "mafiosa" o "submafiosa" o tesa a "fare associazione per delinquere" risultassero costume comune nell'ambiente come risulta evidente, non assolve Moggi e C.: e dunque ecco la condanna. [...] Infine il punto 1), la cosiddetta parte positiva delle motivazioni, cioè nei fatti tutto regolare. E allora lo scandalo di "Scommettopoli" [lo scandalo del calcio italiano del 2011, ndr.] in cui sta uscendo che nel suo complesso il campionato 2010-2011 a colpi di trucchi è da considerarsi davvero e decisamente irregolare? Lo dice per ora il Procuratore Capo di Cremona, Di Martino, mentre la giustizia sportiva prende tempo come sempre, ma temo che presto lo ribadiranno in parecchi, a meno che non venga messo tutto a tacere. Con buona pace di chi vuole la verità e pensa che Moggi sia oggettivamente diventato il "capro espiatorio". Il quadro dell'informazione che non indaga, non analizza, non confronta e si schiera per ignoranza o partito preso così vi sembra leggermente più chiaro?
- Conosco il calcio e le sue zone grigie, fatte di partite vendute e di arbitri che favoriscono una o l'altra squadra e posso affermare che di arbitri effettivamente "corrotti" ce ne sono pochi. Ci sono arbitri che vogliono fare carriera e per farla non possono che aiutare le grandi del momento.La Juventus se in quel momento è forte la Juventus, ma anche l'Inter, il Milan... Questa è la premessa numero uno. [...] [La seconda è che] le regole del calcio sono tali per cui è difficile smascherare la mascalzonaggine in modo certo. Quasi impossibile avere la pistola fumante, perché l'errore di un arbitro, così come di un giocatore, non si può scientificamente definire volontario. E, in fondo, proprio a questa indimostrabilità è legata la magnifica imprevedbilità del calcio, che ne rappresenta il fascino.
- [Alla domanda nel 2010: «In questo scenario, come si inquadra Calciopoli?»] È chiaro che dell'articolo uno, inteso come della lealtà sportiva non gliene frega più niente a nessuno. La stessa parola lealtà o lo stesso concetto di etica sono anacronistici nel calcio, diventato una specie di franchigia etica, dove si sono mossi i protagonisti di questa vicenda. Moggi si muoveva "meglio" degli altri, aveva sviluppato un sistema più organizzato ed efficente, ma non è che gli altri se ne stavano con le mani in mano. Tutti volevano essere come Moggi, con lo stesso potere e la stessa organizzazione. Le nuove intercettazioni che colpevolmente sono state ignorate nel 2006 lo stanno dimostrando. Se lui era il "capo mafia", come minimo esistevano altre cosche. E tutto questo con il beneplacito della FIGC.
- [Nel 2010] Lo scudetto di cartone è il simbolo paradossale di questa vicenda. Quello scudetto non andava accettato in principio. Giusta era l'ironia di chi diceva che l'Inter si prenderebbe anche la maglia gialla del Tour se trovassero positivo al doping il vincitore. Se ora lo revocassero sarebbe comunque un segnale. Darebbero indirettamente ragione a Moggi, perché sarebbe l'ammissione che qualcosa nel 2006 non è stato fatto a regola d'arte.
- [Nel 2017] È solo una questione di potere, o forse solo di chiacchiere.
- [Nel 2017] La Juve avrebbe vinto quegli scudetti comunque. Aveva i giocatori migliori e gli allenatori migliori: Lippi e Capello. Infatti nel 2006 la Nazionale basata sulla Juve vince il Mondiale.
- [Nel 2011] Più che una calciopoli si è trattata di un arbitropoli, almeno da quanto emerso dalle ultime sentenze. La responsabilità oggettiva è a mio avviso un male necessario dello sport. Il comportamento dei dirigenti della Juventus non macchia il valore della società, ma i dirigenti bianconeri sbagliano a considerare propri 29 Scudetti.
- Calciopoli non esiste. Per esistere Calciopoli bisognava prendere tutte le squadre perché il calcio va visto a 360 gradi e non certamente prendendo una squadra ed escludendo tutte le altre. Se io telefono a un designatore per lamentarmi di una cosa e questo è ammesso dal regolamento, se si escludono tutti gli altri che telefonavano più di me e chiedevano anche favori, diventa un reato il mio che reato non è. Il problema di fondo è l'esclusione di tutte le squadre di calcio e l'inclusione della Juventus, mettendo sotto i riflettori soltanto quello che ha fatto la Juventus e che non aveva niente di illecito. Sono considerato l'ideatore di Calciopoli, però non hanno ancora detto dov'erano le frodi. Erano nella mente di chi sostanzialmente ha creato l'indagine. La Juventus vinceva perché c'era Moggi che aiutava la Juventus e non è così. La Juventus vinceva perché aveva giocatori buoni e migliori degli altri.
- L'Inter prima del 2006 arrivava a 20 punti dalla Juventus. Finito l'alone di Calciopoli è ritornata nell'ambito che le è più proprio, cioè a 23 punti dalla Juventus e al sesto posto. Questa è la dimostrazione migliore che il calcio era pulito e che c'era chi non sapeva operare.
- [Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] La mia condanna significa la sconfitta della Juve nella rincorsa agli scudetti 28 e 29. Scindere la Juve da me mi sembra una cosa impossibile: ero dg e lavoravo a stretto contatto con l'ad Antonio Giraudo. Giraudo era la Juve, lui aveva detto che non si poteva spendere una lira senza la sua firma.
- Per l'Inter si può parlare di de profundis, è finito il credito ottenuto grazie a Calciopoli. Certo Moratti ci ha messo del suo sostituendo Mourinho con Benítez, il contrario del portoghese. La squadra è passata in pochi mesi da un'armata da battaglia ad una banda scarica. Per tornare a vincere Moratti forse avrà bisogno di una nuova Calciopoli.
- [Sulla posizione assunta dalla Juventus dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] Spendo solo una parola, inevitabile, per la squadra che più delle altre ha contraddistinto il mio passato da professionista, forse perché quella in cui ho vinto di più, forse perché l'ultima. Un club al quale ho dato tutto me stesso, a cui devo tantissimo, ma che a sua volta non può sentirsi in credito con me. Quegli scudetti che giustamente reclamano, sono quelli conquistati anche grazie al mio lavoro. Ero il direttore generale di quella squadra, abbiamo gioito insieme, mi sarebbe piaciuto avere un altro tipo di considerazione.
Citazioni in ordine temporale.
- Il processo sportivo dell'estate 2006 è stato gravemente lacunoso e non per caso. [...] Se la Juventus è colpevole, date le premesse, è colpevole anche tutto il sistema del calcio italiano ad iniziare dal presidente federale. È quello che diceva "bisogna aiutare la Lazio" e poi si arrabbiava con Bergamo perché la Roma, nella partita contro la Juventus, non era stata abbastanza garantita. Era un sistema quindi in cui andavano puniti i vertici dirigenziali e che coinvolgeva sicuramente la Juventus, ma anche il Milan, la Fiorentina, la Lazio e, come dimostrato, anche l'Inter. Date queste premesse non è che tutti allora sono innocenti, sono invece tutti colpevoli e tutti dovevano finire in serie B. Invece le sentenze dei tribunali sportivi hanno deciso in modo inaccettabile che una sola società era colpevole e che doveva finire in serie B e per di più penalizzata e privata di due scudetti strameritatamente e onestamente vinti sul campo, oltre al danno di non disputare la Champions League. Questo rigore non fu per esempio applicato al Milan, che si sapeva cosa aveva fatto. Rileggiamoci le intercettazioni che coinvolsero Meani [...]. Ebbene il Milan quell'anno non venne retrocesso, si iscrisse alla Champions League e finì addirittura per vincerla! L'assurdità più bieca. E quando l'UEFA scrisse non vogliamo il Milan, allora si levarono i soloni a dire "ma come si permette l'UEFA!". Ed invece no, l'Uefa si doveva permettere molto di più, perché il suo intervento era sacrosanto. E quindi non è che siccome tutti sono colpevoli allora tutti sono innocenti, i colpevoli erano tanti, ma una sola ha pagato: la Juventus!
- Di riapribile c'è solo una cosa: lo scudetto di cartone assegnato all'Inter, celebrato da tutti i giornali sportivi ad eccezione di Tuttosport (che mi pregiavo di dirigere), deve essere revocato. Per il resto non è più possibile emendare un processo che rappresenta una delle più gravi ingiustizie del calcio italiano. Una situazione che aveva un'origine politico-familiare, quella della famiglia Agnelli e della lotta per appropriarsi della Juventus, sfociata in una delle sentenze meno compatibili con la realtà che la storia del calcio ricordi.
- Fu disgustoso da parte dell'Inter attribuire a una persona che non c'era più tutte le responsabilità. [...] Purtroppo anche Giacinto Facchetti si era macchiato o aveva praticato quello che altri avevano praticato, ovvero il tentativo di condizionare?... cercare di non essere danneggiati?... Chiamiamolo come vogliamo, ma insomma Facchetti aveva dei rapporti con arbitri in attività e designatori, cosa che non è consentita dal regolamento. Detto questo dire che l'Inter deve retrocedere ce ne passa, come ce ne doveva passare per la Juventus; da questo a dire che l'Inter è la squadra degli onesti e che quindi merita quello scudetto ce ne passa ancora.
- A me sembra che il tentativo sia stato quello di far passare la Juve come causa di tutti i mali e le altre squadre coinvolte come semplici corresponsabili.
- Che l'inchiesta Calciopoli sia stata strana, piena di omissioni, intercettazioni nascoste e foto inquinate (vedi sorteggi arbitri) si sapeva da tempo. Il fatto più grave però restano stesse intercettazioni passate ad arte giorno dopo giorno a tutti i giornali per creare clamore.
- Mi sono chiesto perché durante Calciopoli giornali concorrenti avessero le stesse intercettazioni diffuse un po' alla volta per far montare un clima forcaiolo. Mi hanno dato una spiegazione impubblicabile.
- Molti anni fa, un personaggio direttamente coinvolto in Calciopoli mi disse: Moggi e Giraudo avevano contro metà della famiglia Agnelli che voleva farli fuori, più Tronchetti e Berlusconi che vedevano la Juve vincere ai loro danni. Non avevano nessuna speranza in quell'inchiesta.
Note
modificaFonti
modifica- ↑ Da un'intervista a ReteTv37, Firenze, 3 novembre 2006; citato in De Biase: Calciopoli, un aborto giuridico, Ju29ro.com, 12 marzo 2008.
- ↑ Citato in Sandulli: «Il campionato era regolare», Corriere.it, 28 luglio 2006.
- ↑ Citato in Calciopoli, tutti colpevoli: a Moggi 5 anni e 4 mesi, Corrieredellosport.it, 8 novembre 2011.
- ↑ Durante l'udienza preliminare del 27 ottobre 2008; citato in Xavier Jacobelli, Calciopoli, parla il pm Narducci: "Piaccia o non piaccia non ci sono mai telefonate fra Bergamo o Pairetto con Moratti o Sensi", Quotidiano.net, 27 ottobre 2008.
- ↑ Citato in Calciopoli, l'ex procuratore federale Porceddu: "Assegnare lo scudetto all'Inter fu un errore gravissimo", Unionesarda.it, 17 febbraio 2017.
Voci correlate
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