Prima guerra mondiale

primo conflitto globale (1914-1918)
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Citazioni sulla prima guerra mondiale o Grande Guerra (1914-18).

La battaglia della Somme

Citazioni

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  • A fare scoppiare la guerra non fu una rivalità specifica, né la contesa per una regione o un luogo particolari: rivalità e dispute si mescolarono e concorsero a eccitare gli umori e a fornire le occasioni che resero la guerra prima immaginabile, poi possibile e infine desiderabile. (Martin Gilbert)
  • Alcuni sostenevano che dipendeva dall'assassinio di un arciduca; ma questo non sembrava un motivo sufficiente per lo scoppio di una conflagrazione mondiale. La gente aveva bisogno di una spiegazione più realistica. Allora si disse che era una guerra per la difesa della democrazia. Anche se la minoranza aveva più cose da difendere della maggioranza, le perdite furono crudelmente democratiche. (Charlie Chaplin)
  • Casistica della Guerra, divulgata (estate 1917) e divenuta popolare (Petrolini), rispecchia parte dell'indole italiana. «Fra poco sarai sottoposto a nuova visita medica ed i casi sono due: o ti fanno non idoneo o ti fanno idoneo; se ti fanno non idoneo te ne freghi; se ti fanno idoneo i casi sono due: o ti mettono in armi speciali od in fanteria; se ti mettono in armi speciali te ne freghi; se ti mettono in fanteria i casi sono due: o ti mandano in zona di guerra o ti mandano in territorio di pace; se ti mandano in territorio di pace te ne freghi; se ti mandano in zona di guerra i casi sono due: o ti mettono ai servizi speciali o ti mandano in trincea; se ti mettono ai servizi speciali te ne freghi; se ti mandano in trincea i casi sono due: o sei ferito leggermente o sei ferito gravemente; se sei ferito leggermente te ne freghi; se sei ferito gravemente i casi sono due: o vai all'altro mondo o guarisci; se guarisci te ne freghi; se vai all'altro mondo i casi sono due: o vai in paradiso o vai all'inferno; se vai in paradiso te ne freghi; se vai all'inferno i casi sono due: o trovi Cecco Beppe o non lo trovi; se non lo trovi te ne freghi; se lo trovi i casi sono due: o lui impicca te o tu impicchi lui; se tu impicchi lui te ne freghi; se lui impicca te, requie all'animaccia tua». N.B. Questo classico me ne frego non so se, in basso, sia filosofia, ma in alto è delitto. (Alfredo Panzini)
  • Che la grande guerra fosse provocata dal capitalismo è una favola senza fondamento. Dappertutto, se non forse in qualche centro d'industrie belliche, i più importanti uomini d'affari furono atterriti dalla prospettiva di un conflitto. (Herbert Fisher)
  • Cittadini e soldati, siate un esercito solo! Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento. (Vittorio Emanuele III)
  • Con le guerre non si risolvono i problemi. Se ne creano dei nuovi. Tutte le guerre creano nuovi problemi, in particolare quelle grandi, quelle mondiali. E in fondo la guerra è ingiusta. Di solito sono leader incapaci e avventati a causare le guerre, ma poi sono le popolazioni civili e i soldati, per lo più innocenti, che le patiscono. La Grande Guerra, in seguito detta Prima guerra mondiale, è un chiaro esempio di questo tragico assunto. Non era necessaria, non era inevitabile. Il mondo e l'umanità non erano destinati a questa deriva morale. Ma così fu deciso dai leader politici e militari, erroneamente convinti che la guerra avrebbe risolto problemi e sarebbe stata di breve durata. Niente di tutto questo era vero. Questa ecatombe mondiale durata quattro anni non risolse alcun problema. Al contrario, nuovi problemi si aggiunsero. Fino al punto che, dopo venti anni, l'umanità venne travolta da un altro, ancor più terribile conflitto mondiale. E questo fu così incomprensibilmente mostruoso da cancellare la memoria storica dell'orrore della Prima guerra mondiale. (Sergio Mattarella)
  • Dinanzi a tanta remissività la guerra non è più indispensabile. [...] Con queste parole ogni motivo di guerra cade. Giesl [l'ambasciatore austriaco a Belgrado] doveva rimanere tranquillamente a Belgrado: dopo questo non avrei mai ordinato la mobilitazione.[1] (Guglielmo II di Germania)
  • [Alla notizia dello scoppio della prima guerra mondiale] È una grande soddisfazione potersi dire tedesco. (Max Planck)
  • I socialisti, dimenticando i loro sogni di pace universale, votarono i crediti di guerra a Berlino e a Parigi. Un nazionalismo violento e appassionato sopraffece ogni altra forza. (Herbert Fisher)
  • I socialisti europei ebbero nel luglio-agosto del '14 il loro grande momento, il momento in cui avrebbero potuto fare la scelta giusta e decisiva, e invece fecero la scelta sbagliata. E la cosa tragica, l'elemento tragico, è che tutti pagarono questo sbaglio, non soltanto i militanti, ma tutti i cittadini delle varie nazioni in guerra: perché quella scelta agevolò enormemente lo scoppio del conflitto, il consolidarsi del conflitto. (Luciano Canfora)
  • In tempo di guerra il patriottismo è la soppressione della libertà. (Siegfried Sassoon)
  • Inutile strage. (Papa Benedetto XV)
  • L'avvento del relativismo, del problema della personalità, dell'incomunicabilità, del rapporto tra sogno e realtà, della cristallizzazione dei miti, della solitudine assoluta dell'uomo, dell'inafferrabilità d'ogni certezza morale, rientrano nel novero dei side-effects creati dalla prima guerra mondiale. L'ultima conseguenza di quel trionfo dell'aleatorio, del perpetuum mobile in orbite sempre mutevoli e indefinibili è la fissione atomica. Che – si badi – è un prodotto della prima, non della seconda guerra mondiale. Soltanto la pietà per se stesso e per gli uomini, suggerisce ad Einstein la proposizione: Gott würfelt nicht[2]. (Giovanni Artieri)
  • La fisiognomica di questa vita in lotta è di una onestà profetica. Questa gigantesca miniera con le sue gallerie, i suoi percorsi, i suoi fossi, le sue trincee d'approccio, i suoi rifugi, i suoi blocchi di calcestruzzo, abitata da eserciti incolori, da soldati-lavoratori, sovrastati da una volta di proiettili è il paesaggio geografico e spirituale dell'uomo occidentale, industrioso, inventivo e laborioso. (Friedrich Georg Jünger)
  • La guerra aveva lasciato libero sfogo agli istinti più animaleschi, svegliando in tutti la smania di godere sensualmente una vita che poteva sfuggire da un momento all'altro. Sapete che cosa si è trovato, a guerra finita, in molte trincee di tutti i paesi belligeranti? Una gran quantità di libri pornografici. (Mario Borsa)
  • La guerra, come tutto nella vita, ha oltre ai lati negativi, anche un lato positivo, e cioè quello di aver dato all'esercito, attraverso la mobilitazione di quasi tutta la popolazione adulta della Russia, uno spirito popolare, facilitando perciò l'unione dei soldati con gli operai insorti. Così appunto si spiega la relativa facilità con la quale da noi la rivoluzione è scoppiata e ha vinto. (Stalin)
  • La nostra guerra è santa. (Antonio Salandra)
  • La prima guerra mondiale è servita per salvare l'unità dello Stato [italiano]. Ma a che prezzo? Un numero drammatico di morti, feriti e lo sterminio di un'intera generazione. L'Italia ha esasperato le proprie tensioni sociali interne, attentando al libero mercato e condannandosi a un'economia fortemente condizionata allo Stato, preparando la strada al fascismo e a un'altra guerra. (Gilberto Oneto)
  • La prima guerra mondiale segnò la sconfitta del Socialismo Internazionale e produsse l'avvento del nazionalsocialismo. (John Lukacs)
  • [Il giorno precedente l'inizio della guerra] La Serbia ha sacrificato i suoi interessi per non compromettere la pace europea. Essa è ancora disposta, per consentire di salvaguardare l'equilibrio europeo, a concessioni che non siano incompatibili con la sua dignità nazionale. Si spera ancora che possa essere evitato uno spargimento di sangue. (Sergej Dmitrievič Sazonov)
  • Morire, non ripiegare. (Luigi Cadorna)
  • Nessuno di voi sarà qui quando questa guerra finirà. Tutto ciò per cui ci siamo battuti lo perderemo. Tutto ciò che abbiamo amato sarà distrutto. Sarà una sciagura per i vincitori così come per i vinti. Il mondo diventerà vecchio. Gli uomini andranno raminghi fra le ruine e impazziranno. Le tradizioni, le virtù, ogni morale spariranno. Io non piango per me stesso, ma per quelli che verranno dopo di me. Vivranno tutti senza speranza, allora non resterà altro che il rimorso, la vendetta, il terrore, e il mondo sarà pieno di fanatici e di inutili idioti. (Nicola e Alessandra)
  • Non c'è nulla da festeggiare nell'anniversario del 4 novembre. Un inutile massacro in cui morirono milioni di giovani e lavoratori non potrà mai essere una vittoria. Seicentomila morti e oltre un milione di feriti e mutilati, mandati al massacro dal capitalismo in nome del Re e di una Patria mai così distante dagli interessi concreti del popolo italiano. La guerra fu voluta da una minoritaria casta parassitaria che nelle mani di quindici famiglie accumulava il reddito del 70% della popolazione italiana e che ha obbligato con la forza milioni di connazionali poveri e analfabeti ad imbracciare il fucile per massacrare i propri simili, poveri e analfabeti anche loro, solo perché si trovava al di là di un confine. (Marco Rizzo)
  • Proprio nel 2014 ci viene ricordato che è passato un secolo dall'inizio della Prima Guerra Mondiale, ma non abbiamo ancora imparato la lezione dopo la perdita di milioni di vite. Ci sono ancora conflitti in cui centinaia di migliaia di innocenti perdono la vita. Molte famiglie sono rifugiate in Siria, a Gaza, in Iraq. Ci sono ancora ragazze che non possono andare a scuola nel Nord della Nigeria. In Pakistan e Afghanistan ci sono innocenti uccisi in attacchi suicidi e attentati. (Malala Yousafzai)
  • Ogni nazione era convinta che la propria causa fosse giusta, si credeva minacciata da un perfido nemico bramoso di ucciderla, e pensava che soltanto la propria vittoria potesse salvare l'ordine morale nel mondo. (Herbert Fisher)
  • Ogni popolo andava con una fiaccola in mano per le strade d'Europa. E ora c'è l'incendio. (Jean Jaurès)
  • Osare l'inosabile. (Gabriele d'Annunzio)
  • Più che mai lanciati nell'espansione coloniale e più che mai abbagliati dall'idea della missione di libertà che si attribuiscono in concorrenza l'uno con l'altro, fra Otto e Novecento i diversi centri nazionali della comunità dei liberi risultano muoversi in rotta di collisione. È in questo contesto che possiamo collocare il terzo grande conflitto nella storia del liberalismo, quello che, a partire dalla prima guerra mondiale, vede contrapporsi in particolare da un lato l'Inghilterra (e gli Stati Uniti), dall'altro la Germania, la più recente e ambiziosa recluta della comunità dei liberi, che già alla fine dell'Ottocento ha cominciato ad accarezzare anch'essa l'idea di un impero per la libertà, mettendosi alla testa della crociata per l'abolizione della schiavitù nelle colonie. (Domenico Losurdo)
  • Resistere! Resistere! Resistere! (Vittorio Emanuele Orlando)
  • [Finita la prima guerra mondiale, con la vittoria degli Alleati] Una cosa era sicura: la civiltà che avevamo conosciuta non sarebbe mai più stata la stessa – quella fase era tramontata. E tramontati erano pure i suoi così detti decori fondamentali – ma, d'altra parte, nessun decoro era stato nulla di straordinario in alcun periodo della storia. (Charlie Chaplin)
  • Ciò che molte persone non capiscono della Prima guerra mondiale è che si trattò di un evento politico perfettamente normale. Sin dalla loro ascesa nel cinquecento, tutti i moderni stati centralizzati si erano combattuti tra loro in due grandi alleanze a intervalli di circa mezzo secolo. Si combatteva praticamente per tutto: confini in Europa, rotte commerciali, colonie in Asia, in Africa e nelle Americhe.
  • La Prima guerra mondiale fu una tragedia umana, naturalmente, ma fu anche il momento in cui la razza umana iniziò a mettere in discussione l'istituto della guerra in sé: se fosse utile, ma anche se fosse davvero inevitabile. E la risposta a entrambe le domande è: non più di tanto.
  • Le nuove armi come i fucili automatici e l'artiglieria erano macchine di morte molto efficienti, e nel giro di un mese i soldati dovettero rifugiarsi nelle trincee per ripararsi dalla "tempesta d'acciaio". Trascorsero il resto della guerra a cercare di uscire dalle trincee, e alla fine del conflitto ne erano stati uccisi nove milioni. Fu questo a cambiare tutto.
  1. Commentando la risposta della Serbia all'ultimatum dell'Austria, nel 1914, dopo che l'Austria aveva già dato inizio alla guerra.
  2. Dio non gioca a dadi.

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