Luigi Cadorna

generale e politico italiano (1850-1928)

Luigi Cadorna (1850 – 1928), generale e politico italiano.

Luigi Cadorna

Citazioni di Luigi Cadorna modifica

  • Lo sfacelo degli eserciti della Russia è conseguenza dell'assenza di un governo forte e capace; ora io debbo dire che il Governo italiano sta facendo una politica interna rovinosa per la disciplina e per il morale dell'Esercito contro la quale è mio stretto dovere di protestare con tutte le forze dell'animo.[1]
  • [Riferendosi al colloquio con Paolo Boselli, nuovo presidente del Consiglio, che si era recato a Udine per incontrarlo] Mi schiacciò di elogi fino alla nausea, fino a dirmi che dopo la vittoria mi avrebbe condotto lui stesso in Campidoglio. Risposi che aspiravo solo a finir bene la guerra e ad ecclissarmi poi. Non ci mancherebbe altro che la parodia di Scipione e di Mario! Ma in Italia, pur di fare della rettorica, son capaci di tutto![2]
  • Morire, non ripiegare.[3]
  • Il giovane Raffaele[4], affidato secondo l'uso del tempo, alle cure di un ecclesiastico, non cattivo in fondo, ma poco istruito, irascibile, educatore a foggia antica, passò un'infanzia poco invidiabile. L'aspro pedagogo considerò cattiveria la sua naturale vivacità, e credette domarlo con dure ed umilianti penitenze. Lo condannava a stare per lungo tempo ginocchioni, a tracciar croci con la lingua sul pavimento, e gli stringeva a sangue il lobo dell'orecchio tra due unghie lasciate crescere a tal nobile scopo. Com'è naturale, il ragazzo vivace, sensibile, divagato, s'irritò sempre più e s'applicò ancor meno allo studio tanto duramente imposto alla sua volontà ribelle.[5]
  • Non istarò a narrare le troppe note vicende di quella guerra, che, incominciata sotto così lieti auspici, doveva finire colla rotta di Custoza, colla disgraziata battaglia di Milano e col totale sgombero del Lombardo-Veneto, grazie all'infelice direzione delle operazioni, al limitato o mancato soccorso delle altre parti d'Italia e soprattutto alle discordie degli Italiani, nei quali ai facili entusiasmi rapidi sottentrarono gli abbattimenti e ne seguirono le sconfitte: uscirei, se ciò facessi, dai limiti che mi sono imposto.[6]
  • Siamo in un'ora decisiva. Ancora una volta ripeto: "Ogni viltà convien che qui sia morta"... Si fondano tutte le classi e tutti i partiti che sinceramente amano la Patria in un solo impeto di orgoglio e di fede, per ripetere come nelle giornate memorabili del maggio 1915 al nemico che ascolta in agguato: l'Italia non conosce che la via dell'onore![7]
  • [Nel 1916, indicando la linea del Piave, con il suo bastone da alpinista, agli ufficiali di Stato Maggiore] Signori, in caso di disgrazia, ci difenderemo qui.[8]

Attribuite modifica

  • Intrepidi Sardi.[9]
  • [Sulla battaglia di Caporetto] La mancata resistenza di reparti della 2a armata, vilmente ritiratisi senza combattere e ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. Gli sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti ad impedire all'avversario di penetrare nel sacro suolo della patria. (dal bollettino n. 887 del 28 ottobre 1917[9])

Citazioni su Luigi Cadorna modifica

  • Cadorna è stato per ventinove mesi il vero, indiscusso padrone dell'Italia. Nessuno, prima di lui e dopo di lui (Mussolini compreso), si è arrogato il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti della penisola. Disponeva, a suo piacimento, di uno degli eserciti più potenti del mondo, continuamente rafforzato con immani trasfusioni di sangue. Disponeva di propri tribunali di guerra, che imponevano la sua legge. Attraverso la censura militare metteva un bavaglio a combattenti e a civili. In accordo con Sidney Sonnino, poteva senza battere ciglio decretare la morte per fame di 100.000 prigionieri. Per finire, era l'uomo che non aveva il minimo imbarazzo nel diramare direttive di questo tenore: «Deve ogni soldato essere certo di trovare, all'occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi». (Angelo Del Boca)
  • Cadorna era un uomo autoritario e di idee ristrette che non accettava consigli da nessuno e disprezzava il Parlamento; una volta, sotto gli occhi di un francese, stracciò un messaggio del presidente del consiglio per far vedere ad uno straniero in quale conto egli tenesse i civili. Non dava retta neppure agli altri generali, anche i più competenti, e si considerava quasi un secondo Napoleone che non aveva bisogno di un consiglio di guerra o di sapere ciò che sapevano gli altri. (Denis Mack Smith)
  • Cadorna, pur nel mezzo della bufera politica che gli si stava addensando sulla testa [dopo la disfatta di Caporetto], ebbe il grande merito di studiare e disporre la linea del Piave in modo perfetto, con una conoscenza da grande maestro di ogni particolarità della regione, ed una oculatissima disposizione delle truppe. (Franco Bandini)
  • È pressoché impossibile tracciare un profilo biografico, se non oggettivo, quanto meno equilibrato, di colui che nel bene o nel male rappresentò l'icona italiana del conflitto: positiva fino all’idolatria per i suoi sostenitori; negativa fino al parossismo per i suoi detrattori. In ogni caso, fu uno dei grandi condottieri della Grande guerra, capace di non sfigurare nel confronto con la maggior parte dei colleghi di altri eserciti, nessuno dei quali mancò completamente di successi o andò esente da gravi rovesci o scelte fallimentari. (Ferdinando Scala)
  • Nel 1924 Mussolini introdusse il grado di Maresciallo nell'esercito italiano, e il primo ad esserne insignito fu proprio Cadorna. Sebbene infatti il suo nome sia spesso associato alla disfatta di Caporetto, bisognerebbe più giustamente riconoscere al generale il merito di aver salvato l'Italia. (A. J. P. Taylor)
  • Vedo Cadorna, che non conoscevo, nel suo ufficio al Ministero della guerra. Con la fronte bassa e sfuggente, gli occhi prominenti, la mascella forte, mi dà una impressione di passione e di volontà sino all'ostinazione, piuttosto che d'intelligenza. (Olindo Malagodi)

Note modifica

  1. Da lettera al Presidente del Consiglio Paolo Boselli, 18 agosto 1917; citato in Paolo Mieli, Le manovre di Cadorna, Corriere della Sera, 4 aprile 2017, pp. 46-47.
  2. Da una lettera alla famiglia; citato in Indro Montanelli, L'Italia di Giolitti (1900-1920), Rizzoli, Milano, 1974, cap. 16, p. 295.
  3. Dall'ordine del giorno del generale Cadorna del 7 settembre 1917; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 615.
  4. Raffaele Cadorna (1815 – 1897), padre di Luigi.
  5. Da Il generale Raffaele Cadorna nel Risorgimento italiano, Fratelli Treves editori, Milano, 1922, cap. I, p. 2.
  6. Da Il generale Raffaele Cadorna nel Risorgimento italiano, Fratelli Treves editori, Milano, 1922, cap. II, p. 15.
  7. Da un telegramma del 14 settembre 1917; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 612.
  8. Citato in Franco Bandini, Il Piave mormorava, Longanesi, Milano, 1965, p. 124.
  9. a b Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 613.

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