Guglielmo II di Germania
ultimo imperatore tedesco e re di Prussia (r. 1888-1918)
Guglielmo II di Prussia e Germania (1859 – 1941), ultimo imperatore tedesco.
Citazioni di Guglielmo II
modifica- [In occasione dell'invio di truppe tedesche per sedare la rivolta dei Boxer in Cina] Come un migliaio di anni fa sotto il re Attila gli Unni si crearono una fama imperitura, così in Cina il nome della Germania possa diventare talmente noto che nessun cinese osi mai più nemmeno guardare di traverso un tedesco. (citato in Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, traduzione di Carla Lazzari, Oscar Storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2000, pp. 14-15)
- Dinanzi a Dio e dinanzi alla storia la mia coscienza è pura: io non ho voluto la guerra. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 681)
- Vor Gott und der Geschichte ist mein Gewissen rein: Ich habe den Krieg nicht gewollt.
- Dinanzi a tanta remissività la guerra non è più indispensabile. [...] Con queste parole ogni motivo di guerra cade. Giesl [l'ambasciatore austriaco a Belgrado] doveva rimanere tranquillamente a Belgrado: dopo questo non avrei mai ordinato la mobilitazione.[1]
- [Al generale von Below dopo Caporetto] Il nostro antico alleato spergiuro ha provato che cosa siano capaci di fare la forza e il corruccio tedesco. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 682)
- Unser treuloser ehemaliger Verbündeter hat erfahren, was deutsche Kraft und deutscher Zorn zu leisten vermag.
- [Su Francesco Giuseppe I d'Austria] Il solo amico che mi è rimasto al mondo.[2]
- Io non conosco più partiti: conosco soltanto dei tedeschi. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 679)
- Ich kenne keine Parteien mehr, Ich kenne nur Deutsche.
- Io non ho ministri, sono tutti ministri del principe di Bismarck.[3]
- La spada è levata ed io non posso rinfoderarla senza la vittoria o senza onore. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 680)
- Das Schwert ist gezogen, das ich ohne siegreich zu sein, ohne Ehre nicht wieder einstecken kann.
- [Dopo Caporetto] La terribile disfatta dell'avversario è un giudizio di Dio. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 682)
- Der furchtbare Zusammenbruch des Gegners war ein Gottesgericht.
- Mi considero come uno strumento del Signore e, senza tenere in alcun conto le idee e le opinioni del giorni, andrò per la mia strada.[3]
- [Dopo la dichiarazione di guerra, 4 agosto 1914] Nella necessità impostaci dalla difesa impugniamo la spada con coscienza pura e mano pura. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 678)
- In aufgedrungener Notwehr mit reinem Gewissen und reiner Hand ergreifen wir das Schwert.
- Noi siamo il sale della terra, ma noi siamo anche degni di esserlo. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 678)
- Non ostante che la Germania non abbia quella flotta che dovrebbe avere, noi abbiamo saputo conquistarci un posto al sole. Sarà adesso mio compito di fare in modo che il posto al sole rimanga nostro possesso indisturbato, in modo che i raggi del sole possano illuminare con frutto il nostro lavoro e il nostro commercio nei paesi stranieri. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 682-683)
- Per la prima volta mi vergogno di essere tedesco.[3]
- Quando si viene alla lotta, cessa ogni partito: noi siamo soltanto fratelli tedeschi. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 679)
- Wenn es zum Kampfe kommt, hört jede Partei auf. Wir sind nur noch deutsche Brüder.
- Siamo destinati a grandi cose, ed io vi guido verso tempi meravigliosi.[3]
Attribuite
modifica- [Sui nemici della Germania nella I guerra mondiale] Adesso li pesteremo di santa ragione. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 679)
- Et maintenant nous allons les battre comme platre.
- Mettete in opera tutta la vostra abilità e tutto il valore dei miei soldati, per prima cosa, per sterminare gl'inglesi traditori e per annichilire il piccolo spregevole esercito del generale French. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 680)
- Noi dobbiamo la vittoria al nostro vecchio Dio. Egli non ci abbandonerà, perché noi ci battiamo per una causa giusta e santa. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 681)
- Non vi è più nessuna legge internazionale. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 681)
- [Sull'esercito inglese] Poveri ragazzi! (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 680)
- Poor boys!
- Ricordatevi che siete il popolo eletto. Lo spirito del Signore è sceso su di me perché io sono l'imperatore dei Tedeschi! Io sono lo strumento dell'Altissimo. Io sono la sua spada, il suo scudo e il suo vicario. Sventura e morte a coloro che disobbediranno alla mia volontà! Sventura e morte ai codardi e agli uomini senza fede! (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 680-681)
Citazioni su Guglielmo II
modifica- Con il dovuto rispetto a tuo cugino, sire, il Kaiser è un megalomane e anche un falso. Se adesso si è offerto di aiutarci, allora sì che dobbiamo pregare. (Nicola e Alessandra)
- Gli bastava muoversi impettito e mettersi in posa facendo tintinnare la sciabola nel fodero. Desiderava solo sentirsi come Napoleone senza combattere battaglie. [...] Ma sotto tutte quelle pose e orpelli vi era un uomo molto comune, vanesio ma nel complesso benevolo, che coltivava la speranza di passare per un secondo Federico il Grande. (Winston Churchill)
- Ha tendenza all'esagerazione! (Federico III di Germania)
- Non fa nulla se non per vanità. (Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha)
- Non ha nessun senso nelle proporzioni! (Otto von Bismarck)
- Sua Maestà trova la vita impossibile se la Prussia non l'applaude una volta al giorno, la Germania una alla settimana, e l'Europa ogni due settimane (Theobald von Bethmann-Hollweg)
- Un'ebrezza più nobile e più sublime di quella che dà la birra lo sollevava sulla punta dei piedi e lo innalzava nell'aria. Egli agitava il cappello alto sopra tutte le teste, in una sfera di follia entusiastica, in un cielo dove muovono in giro i nostri sentimenti più esaltanti. Là, sul cavallo, sotto l'arco delle sfilate trionfali, con i tratti marmorei e folgoranti passava il Potere! Il Potere a cui bacianmo i piedi se passa sopra di noi! Il Potere che calpesta la fame, la rivolta e il disprezzo! Colui contro cui non possiamo niente, perché tutti lo amiamo; che abbiamo nel sangue perché vi abbiamo vi abbiamo la sottomissione! Noi siamo un atomo di lui, una infima molecola di qualche cosa che egli ha sputato! Ciascuno di noi è niente, ma in masse ordinate, come nuovi Teutoni, come esercito, come amministrazione, Chiesa, scienza, come organizzazione economica e associazioni del potere, noi ci innalziamo a piramide fino lassù, dove sta lui, pietrificato e folgorante! Noi viviamo in lui, ne siamo parte, spietati contro quelli che ne sono lontani e trionfanti anche se egli ci distrugge: perché è così che egli giustifica il nostro amore! (Heinrich Mann)
- Ha pose da commediante, bruschi cambiamenti, inscenamenti teatrali, iniziative, progetti: la colazione di Parigi e il trionfo di Bagdad; una smania di parlare ovunque e a tutti, un vero logorroico. Ama i simboli, possiede un guardaroba di oltre quattrocento uniformi che cambia ad ogni occasione, vuol essere come Nerone nel Circo adulato e ammirato come musico, come pittore, artista, enciclopedico; collezionismo, esibizionismo, mascheramenti paranoidi, deprecazioni e genuflessioni mistiche, attività ipomaniaca e logorroica.
- Il kaiser germanico, a detta del Neipp[4], porta in sé evidenti le stimmate della degenerazione fisica congenita e ne ha molti segni esterni: un braccio è atrofizzato, inetto a molti usi, tanto ch'egli adopera ordinariamente una posata speciale colla quale servirsi di una sola mano; un orecchio fu affetto da cronica otorrea purulenta; soffre di fetida traspirazione ai piedi; soffre, e lo leggemmo sui primordi della guerra, ed ora si rinnovano le notizie nei quotidiani, di terribili mali di capo e d'insonnia. L'eredità patologica gravita su di lui colla misteriosa malattia della laringe che trasse a morte il padre Federico III. Da parte dei suoi antenati è un erede psicopatico e il Neipp appoggia l'ipotesi che da parte del padre sia un eredo-sifilitico.
- Intellettualmente fu già da tempo Guglielmo II caratterizzato da Lombroso, il fondatore dell'antropologia criminale, per un mattoide. Il mattoide è sostanzialmente un deficiente colla livrea del genio. Posto in altre condizioni Guglielmo II avrebbe potuto dar luogo ad un bellissimo esemplare di quei grafomani che sono la disperazione delle redazioni dei giornali, perché sitibondi di réclame e di vanità.
- Mendace e ipocrita, sotto il manto di un ostentato puritanismo e di una religiosità megalomaniaca[5], eccitava i Boeri contro l'Inghilterra mentre inviava alla regina Vittoria un piano per il loro esterminio; si fa paladino di una crociata morale contro il romanzo francese e contro la stessa letteratura dei realisti tedeschi, e parla del suo vecchio Dio come di un addetto subalterno a favorire il suo militarismo.
Note
modifica- ↑ Commentando la risposta della Serbia all'ultimatum dell'Austria, nel 1914, dopo che l'Austria aveva già dato inizio alla prima guerra mondiale; citato in Luciano Canfora, 1914, Sellerio editore, 2006, pp. 81 sg.)
- ↑ Citato in Francesco Giuseppe di Cesare Marchi, in Le ultime monarchie, p. 45, 1973, Istituto Geografico De Agostini.
- ↑ a b c d Citato in Guglielmo II di Cesare Marchi, in Le ultime monarchie, p. 45, 1973, Istituto Geografico De Agostini.
- ↑ Alienista svizzero, direttore del manicomio di Ginevra.
- ↑ Nel testo "megalomanica".
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