Vladimir Žirinovskij

politico russo (1946-2022)
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Vladimir Vol'fovič Žirinovskij (1946 – 2022), politico russo.

Vladimir Žirinovskij

Citazioni di Vladimir Žirinovskij

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  • I tedeschi stanno adesso interferendo in Russia. Ma se un tedesco guarderà alla Russia in modo sbagliato, quando io sarò al Cremlino, voi tedeschi pagherete per tutto quello che noi russi abbiamo costruito in Germania. Ricordate che vi abbiamo salvato. Oggi sapete bene cosa ha significato Cernobyl per noi, ebbene avrete la vostra Cernobyl in Germania.[fonte 1]
  • [I giapponesi] hanno già sperimentato Hiroshima e Nagasaki e, forse, l'hanno già dimenticato. Creeremo nuove Hiroshima e Nagasaki, non esiterò ad usare le armi nucleari.[fonte 1]
  • La Russia dispone di un'arma potentissima, in grado di distruggere il mondo. Si chiama Elipton. [...] Si tratta di un'arma non nucleare.[fonte 2]

la Repubblica, 15 gennaio 1993.

  • Comincerò strizzando i baltici e altri staterelli. Non mi importa un fico se sono riconosciuti dall'ONU. Non li invaderò o cose simili. Seppellirò scorie radioattive lungo il confine lituano e farò installare potenti ventilatori per soffiare quella roba oltre confine nottetempo, mentre di giorno li terrò spenti. Si beccheranno tutti malattie da radiazioni. Ne moriranno. Quando moriranno o cadranno in ginocchio, la smetterò. Sono un dittatore. Ciò che intendo fare è male ma sarà un bene per la Russia.
  • Lo dico con chiarezza: quando andrò al potere, sarà una dittatura. Sconfiggerò gli americani nello spazio. Circonderò il pianeta con le nostre stazioni orbitali e loro rimarranno spaventati a morte per le nostre armi spaziali. Non m'importa se mi danno del fascista o del nazista. Operai di Leningrado mi hanno detto: anche se portassi cinque svastiche, ti voteremo ugualmente perché hai un programma chiaro.
  • Non c'è niente di meglio della paura per far lavorare meglio la gente. Il bastone, non la carota.
  • Sogno soldati russi che possono bagnare gli stivali nelle calde acque dell'Oceano Indiano e indossare uniformi estive una volta per tutte.

Intervista di Giulietto Chiesa, La Stampa, 16 gennaio 1993.

  • Io sono come i democristiani in Italia e i gaullisti in Francia. Vogliono screditarmi perché hanno paura di me, perché sanno che sono popolare. Io uso la questione nazionale perché vedo che i russi sono sfruttati, demoralizzati. Non l'ho inventata io questa situazione. Anche Hitler sfruttò l'umiliazione del popolo tedesco, ma la somiglianza è tra le situazioni storiche, non tra le ideologie.
  • Sono i giornalisti ebrei che mi attaccano. Se c'è un articolo contro Zhirinovskij puoi scommetterci che è scritto da un ebreo. Così si spiega che nel partito ci sia un leggero antisemitismo. Ma non mi riguarda. Io sono tranquillo, sono contrario a ogni forma di discriminazione nazionale. Anche se, è inutile negarlo, girando l'Europa ti accorgi che tutta la vostra cosiddetta stampa libera è in mano ai sionisti.
  • Oggi in Georgia governa un Pinochet. Formalmente comanda Shevardnadze, ma in realtà comanda Kitovani, un omicida che ha fatto vent'anni di galera. E l'Occidente se ne sta zitto. Perché? Perché è un vostro uomo. In Cina sono morti quattro studenti e avete strillato, mentre un miliardo di cinesi vive benissimo. Il 19 giugno i moldavi sono entrati in una città dove c'era una festa d'addio alla scuola e hanno violentato tutte le ragazze, ma voi siete stati zitti perché i moldavi sono democratici. Per voi i russi sono solo una massa biologica, ma è la Cia che detta la vostra democrazia, è la democrazia del dollaro, che è sporca, è gialla, e puzza. Per questo perderete il mondo, perché il vostro mondo è marcio. Lenin ha sbagliato di 100 anni. Siete marci adesso e siete finiti. La speranza del mondo è la Russia.
  • È l'America l'unico avversario e concorrente nostro. Devono temerci. Siamo pronti a spartirci le sfere d'influenza. A loro l'America Latina, all'Europa l'Africa, alla Cina la Mongolia e il Sud-est asiatico. Noi ci accontenteremo di Turchia, Iran e Afghanistan.
  • [«Se diventa presidente da dove comincerà a mettere ordine?»] Primo: abolire le Repubbliche nazionali, proibire tutti i separatismi. Stato unitario, territorio unico, unica lingua statale, nessun diritto alla secessione.
  • Che direbbe un italiano se qualcuno gli annunciasse: adesso lei vive nella Comunità delle ex regioni italiane? In Sicilia si parla siciliano e, nel Nord, austriaco. E i prezzi che intanto salgono di 250 volte.
  • [«Libererebbe i golpisti di agosto?»] Certo. Ma li punirei moralmente, perché non si deve cominciare una cosa se non la sai fare. Bisognava arrestare subito quelli che si nascondevano nei sotterranei della Casa Bianca. E fucilarli. Invece hanno fatto come Gorbaciov, che era disposto a perdere mezzo Paese per consigliarsi con Raisa Maksimovna.
  • Se l'Alleanza Atlantica inglobasse i paesi nostri vicini, sarebbe un errore enorme e una tragedia per la Nato, per l'Europa, per il mondo intero. Vorrebbe dire che la Nato si prepara a scatenare la Terza Guerra Mondiale contro la Russia. Ci sarebbe da una parte un grande blocco militare, e dall' altra una Russia isolata. Ma noi non permetteremo che una singola divisione straniera si avvicini ai nostri confini. Qualsiasi unità militare che riceva ordine di marciare verso la Russia sarà sterminata.[fonte 3]
  • Il tentato colpo di Stato del '91 e la rivolta di ottobre a Mosca sono falliti per l'assenza dei miei uomini, ma con loro la vittoria sarebbe assicurata.[fonte 4]
  • Che schifo, i bordelli di tutta Europa straripano di prostitute russe. Una cosa mostruosa, rivoltante, una disgrazia nazionale.[fonte 5]
  • È l'Occidente, attraverso la Nato, che ha iniziato un conflitto in Bosnia per i propri fini personali. Questo attacco è contro la Russia, per gli interessi della Germania nei Balcani, della Nato nei Balcani. È contro i cristiani ortodossi, contro tutto il popolo slavo. Ogni giorno la Turchia bombarda i villaggi curdi, perché non bombardate Ankara e Istanbul per rappresaglia? La Gran Bretagna inonda di sangue l'Irlanda del Nord, ma i piloti dell'Onu vanno a bombardare la Serbia. Non meravigliatevi se un giorno altri piloti bombarderanno le vostre città europee.[fonte 6]

Intervista di Enrico Franceschini, la Repubblica, 12 gennaio 1994.

  • [«Vuole che l'Italia ceda il Sud Tirolo all'Austria?»] Certamente. Voi avete voluto farci a pezzi? Ebbene, adesso provate un po' la stessa medicina. [...] Voi italiani, voi europei, voi occidentali. Avete fatto in modo che l'Unione Sovietica crollasse, vi starebbe bene di subire la stessa sorte e sentire l'effetto che fa. Così forse capirete che cosa prova oggi la Russia, senza le quattordici repubbliche che le appartenevano storicamente. Perciò, il Sud Tirolo all'Austria, Trieste alla Jugoslavia, la Sicilia per conto suo, e via di seguito.
  • Siete piccoli, ma dovete diventare ancora più piccoli. Dovete ritrovarvi con un'Italia piccola come Andorra, come il Liechtenstein, e allora ci capirete!
  • Io ai paesi dell'Europa Orientale dico questo: restate neutrali, liberi, indipendenti. La Nato non vi serve a nulla. Perché volete andare a pulire gli stivali ai generali britannici e americani? Dalla Russia non avrete mai nulla da temere, la Russia non arriverà mai fino a Praga o a Budapest.
  • La proposta di Mitterand di bombardare le città bosniache è puro fascismo, o un caso di senilità, si vede che Mitterand è ormai un vecchio pazzo, gli resta poco da vivere e pensa a portare il mondo alla guerra. È lui il guerrafondaio, non io.

Sulla guerra in Bosnia ed Erzegovina, La Stampa, 29 gennaio 1994.

  • La Russia dovrebbe uscire dall'Onu qualora la Nato dovesse lanciare incursioni aeree in Bosnia. Siamo contro i bombardamenti in quella zona, siamo contro tutte le iniziative internazionali nella ex Jugoslavia. Se la Nato deciderà per i bombardamenti, proporrò al parlamento russo che la Russia esca dalle Nazioni Unite.
  • Chi sono i musulmani [bosniaci]? I musulmani non esistono. Devono esserci la Grande Serbia e la Grande Croazia.
  • I popoli bosniaci decideranno da sé chi dovrà vivere laggiù. In caso contrario, la guerra dei Balcani potrebbe diventare l'inizio della III Guerra mondiale.
  • L'Europa si attende dalla Russia che porti pace, non on la guerra ma con l'economia e la cultura... noi siamo i Messia dell'Europa.
  • Le squadre cecene possiedono razzi comandati a distanza e se venissero utilizzati nel corso di assalti contro obiettivi nucleari si creerebbe l'occasione per un intervento in Russia di truppe straniere.[fonte 7]

Intervista di Giulietto Chiesa sulla prima guerra cecena, La Stampa, 16 gennaio 1995.

  • Se fossimo stati noi al potere avremmo fatto diversamente. Si poteva convincere Dudaev, magari offrendogli un posto onorifico a Mosca. [...] Non fu fatto perché al potere c'erano i democratici, non per colpa mia. Se non avesse funzionato potevamo bloccare economicamente la Repubblica, soffocarla e costringerla a più miti consigli senza sparare un colpo. Non fu fatto. Infine si poteva semplicemente impacchettare le decine di migliaia di ceceni che girano per la Russia e portarli di forza nel loro Paese. Sarebbero stati loro a rovesciare Dudaev di fronte alla prospettiva di perdere i loro affari in Russia, inclusi quelli mafiosi. Questo è l'unico modo di trattare con i caucasici.
  • [Su Aleksandr Isaevič Solženicyn] Quello è pronto a regalare tutto, anche il Kazakhstan. Come risultato la Russia si ridurrebbe a Tula, e lui ci starebbe bene, come Tolstoj.
  • Io dico che l'esercito russo ha il diritto di muoversi sul territorio russo. La colpa è dei ceceni che hanno fatto resistenza.
  • Io sono democratico e patriotico. Ora Eltsin ha capito che gli conviene stare con i patrioti. Sono stati Gaidar e Burbulis a spingerlo a distruggere l'Urss.
  • Io so che la gente semplice non vuole il mercato. So che rivuole l'inno sovietico e la bandiera sovietica. Diamoglieli. So che è contro la privatizzazione. Eliminiamola. Diamo ai russi quello che vogliono.

Intervista di Giulietto Chiesa, La Stampa, 20 dicembre 1995.

  • Noi non ci alleeremo con nessuno, capito? Anzi, vedremo chi sarà capace di allearsi con noi. Su singole questioni concrete faremo le nostre proposte. Chi ci sta, bene, chi non ci sta, peggio.
  • Ziuganov è un po' meno ciarliero di Gorbaciov e un po' più ebete.
  • Un sacco di gente si è svegliata dalla sbornia democratica dopo che per tre anni gli hanno pestato i calli. Adesso si sono dimenticati il passato, le repressioni e tutto il resto. Si capisce, hanno nostalgia di quando una telefonata costava due copechi e il metro ne costava cinque. Nostalgia per la tranquillità di quei tempi. E hanno ragione perché Breznev ha fatto molte cose buone. Per esempio ha costruito il potenziale industriale della Russia.
  • [Sulla crisi costituzionale russa del 1993] Eravamo di fronte a due mali. Restare senza Costituzione o scegliere una cattiva Costituzione. Abbiamo scelto il male minore.
  • I russi sanno bene che non possono consegnare il Paese nelle mani di un khan comunista. Gli esempi li hanno già belli è pronti nelle altre Repubbliche dell'Urss. Hanno distrutto l'impero per pigliarsene ciascuno una fetta.
  • [Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje] Se Boris Eltsin non distrugge tutti i combattenti ceceni nel giro di un mese, se non brucia le loro basi col napalm, perderà le elezioni presidenziali del 16 giugno. E allora i ceceni li sistemerò io a partire dal primo luglio, dopo aver vinto le presidenziali.[fonte 8]
  • Quelli come Raduev sono terroristi, banditi, ribelli, vanno cancellati dalla faccia della terra.[fonte 9]
  • [Sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996] In un panorama di generale prostituzione politica come è quello russo, io sono una vergine vestita di bianco. Quaranta milioni di elettori diserteranno le solite prostitute e correranno fra le braccia della vergine. Il 16 giugno faremo una bella orgia.[fonte 10]
  • [A Pat Buchanan] Lei ha detto che il Congresso americano è un territorio occupato da Israele e noi abbiamo la stessa situazione in Russia. Così per sopravvivere potremmo creare delle zone nel nostro e nel vostro paese dove deportare questa piccola, ma turbolenta tribù.[fonte 11]

Intervista di Giulietto Chiesa sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996, La Stampa, 15 giugno 1996

  • L'unica cosa che mi sento di affermare è che le elezioni ci saranno. Evitarle è ormai impossibile, anche se ci hanno provato fino all'ultimo. Quello che temo è il dopo 16 giugno. Il 17 o il 18 potrebbero esserci disordini, problemi...
  • Io sono contro ogni tentativo di violare la Costituzione. Spero solo che non ci siano falsificazioni troppo pacchiane. Per il resto, che al Cremlino ci sia uno zar o un segretario generale, per me è esattamente la stessa cosa.
  • Il mio destino guarda al 2000. Allora Eltsin non potrà più candidarsi a termini di Costituzione. I comunisti saranno ormai esausti, per consunzione. Chi altro c'è? Nessuno, salvo me.
  • Degli undici candidati uno solo può chiamarsi a buon diritto patriota. E sono io. Gli altri sono tutti, in varia misura, legati all'Occidente. E poi di quale terza forza lei sta parlando? Di terza forza ce n'è una sola, quella dei patrioti. La Russia ha vissuto due periodi, quello comunista e quello cosiddetto democratico. Quando arriverò io al potere sarà la volta del periodo patriottico.
  • I comunisti non penso ce la faranno. Lo sa perché? Perché non hanno costruito un vero fronte nazional-patriottico. Dovevano proporre un fronte dell'opposizione unita. Invece sono rimasti avvolti nel sudario delle loro bandiere rosse. Troppo poco per vincere.
  • Quando un ingegnere sbaglia i calcoli di solito lo licenziano perché fa crollare le case. Chissà perché i sociologhi che sparano palle restano al loro posto. Dovrebbero andare a lavorare al mattatoio, lì è più facile non fare errori quando si contano i capi abbattuti.
  • Se [i comunisti] arrivassero al potere, gli unici a spaventarsi sul serio sarebbero quelli che si sono arricchiti come risultato delle riforme cosiddette democratiche. Sebbene questi siano piuttosto pochi, si può dire che sono abbastanza compatti e bene armati. Non c'è imprenditore, o banchiere, o commerciante che non abbia il suo piccolo gruppo di vigilantes. Qualcuno ha addirittura dei veri distaccamenti militari. Tutti insieme possono creare non pochi problemi. E ci sarà una parte della popolazione che, subito delusa dall'impossibilità di riavere quello che ha perduto, appoggerà i "democratici". Se avviene questo sarà una tragedia. Ma la stessa tragedia l'avremo con l'arrivo al potere dei democratici. Perché può accadere solo con una truffa elettorale. Se la gente si rivolta in forme dure potrà scorrere del sangue. E il regime dei democratici nei fatti si confermerà come un sanguinoso regime fascista, un regime di occupazione dell'Occidente.
  • Io non sono contro l'Occidente. Ma non sopporto il doppio standard. Non capisco perché la Gran Bretagna possa chiamarsi Gran Bretagna, mentre la Grande Russia vi fa andare tutti in tilt. Non capisco perché gl'inglesi possono massacrare gl'irlandesi, e nessuno fiata; né perché i turchi possono liquidare i curdi, e nessuno fiata; mentre il primo ceceno morto fa muovere tutte le rotative dell'Occidente. Non capisco perché mi si accusa di imperialismo russo se dico semplicemente che bisogna riparare gli errori della politica nazionale comunista dal 1922 a oggi e che bisogna pensare a una Russia che contenga l'Ucraina del Sud e quella orientale, la Crimea, la Bielorussia, il Kazakhstan del Nord.
  • [Sulla prima guerra cecena] Non c'è più nessuna soluzione costruttiva. Il sangue versato è troppo. Sarà come il Libano, libanizzazione del Caucaso. Forse la fine della guerra sarà proclamata ufficialmente dal sesto presidente russo, nel 2012, quando sarà stato sotterrato l'ultimo ceceno.

Letter aperta a Umberto Bossi, la Repubblica, 18 settembre 1996

  • Prima scoppierà lo scontro sul separatismo in Italia, prima cambierà la politica estera italiana di appoggio alla politica americana di balcanizzazione del mondo e dell'Europa.
  • Ben gli sta agli italiani che hanno sostenuto il separatismo in Jugoslavia e in Russia, perché ora potranno godere a casa loro delle delizie di questo fenomeno.
  • Il Sud dell'Italia è la culla dei valori tradizionali, ma da lungo tempo i nordisti li hanno abbandonati, preferendo unificare il Paese e riempirsi lo stomaco.
  • Si deve accettare la decisione della gente del nord Italia, che vuole la Repubblica della Padania. [...] La situazione è come in Russia: la gente del Nord lavora, quella del Sud non vuole lavorare, e, come da noi, è spesso vicina al crimine organizzato.[fonte 12]
  • Se fossi al posto del presidente della Russia riconoscerei l'indipendenza della Padania, anzi a febbraio Eltsin verrà in Italia e io gli suggerirò di incontrare Bossi.[fonte 13]

la Repubblica, 8 dicembre 2003.

  • Dovete mettervi in testa che in Russia non ci sarà mai una Repubblica parlamentare, un potere giudiziario indipendente, una società civile. E ci saranno sempre i kandali.[1]
  • L'unico regime possibile per la Russia è l'autocrazia, che sia lo zar, il segretario generale, il presidente. La personalità del capo è tutto.
  • La Russia non vuole chiacchiere, vuole uomini forti. Grazie a gente come me il paese non si è disintegrato, come la Jugoslavia o come la Georgia.
  • Dico soltanto che io ho sofferto per quarant'anni sotto ai comunisti. Mi volevo impiccare. Ma loro, i comunisti, sono passati. Io resto.
  • Volevano tappare la bocca a Berezovskij perché aveva chiesto perdono a Putin e si preparava a rivelare i complotti del Regno Unito contro di noi.[fonte 14]

Citazioni su Vladimir Žirinovskij

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  • All'inizio anche Hitler era sottovalutato e ridicolizzato come Zhirinovskij. (Michail Gorbačëv)
  • Era uno di noi. [...] Nulla faceva intravedere in lui un futuro Duce. Ci raccontò di essere ebreo per parte di padre, ed è impossibile che suo padre, con un nome di battesimo come Volf, non fosse ebreo. (Michail Členov)
  • Furbo giullare della politica che ha saputo arricchirsi cavalcando la nostalgia dei più poveri per la cara, vecchia Unione Sovietica. (Anna Stepanovna Politkovskaja)
  • Il successo di Zhirinovskij nelle elezioni presidenziali deve metterci in guardia. Sono milioni. Se la situazione economica peggiora, la prospettiva di una loro mobilitazione diventerà concreta. C'è una massa di cosidetti «patrioti», che prima stavano sotto le bandiere del pcus. Antisemiti, reazionari e gente che non capisce cosa succede. (Galina Starovojtova)
  • La corruzione è il fondamento della crescita e della baldanza dei liberal-democratici di Žirinovskij. È la cosiddetta «opposizione populistica», che in realtà opposizione non è in quanto – nonostante urla e strepiti – sostiene sempre e comunque la linea del Cremlino. (Anna Stepanovna Politkovskaja)
  • Nei suoi discorsi preelettorali Zhirinovskij ha descritto la Moldavia come un distretto della Russia. E ha persino aggiunto di avere già un governatore, il comandante della 14esima divisione delle truppe russe dislocata sul nostro territorio. (Mircea Snegur)
  • Per lui, Eltsin è un incompetente, il concorrente Ryžkov una nullità. I ragazzi del Kgb sono simpatici professionisti e voteranno dunque per il più intelligente, che è lui, Žirinovskij. Se vincerà trasferirà il suo alloggio al Cremlino, occupandolo interamente e sfrattando Gorbaciov. Punta sui musulmani, conta sui populisti e, quanto all'economia, si limita a prospettare una drastica riduzione del prezzo della vodka. (Demetrio Volcic)
  • Personaggio vuoto e senza peso che, andando molto oltre tutto il peggio mai rimproverato alla politica russa, chiama nelle sue dichiarazioni folli, isteriche e deliranti ora a trasformare l'Asia Centrale in un deserto, ora all'Oceano Indiano, ora a inghiottire la Polonia e il Baltico, ora a insediarsi nei Balcani. È impossibile inventare una caricatura peggiore del patriottismo russo e una strada più breve per affogare la Russia nel sangue. (Aleksandr Isaevič Solženicyn)
  • Vladimir Zhirinovskij, il leader nazionalista del Partito liberal-democratico, è un demagogo populista. Da solo riempie tutto il suo partito. Bravo oratore senza doti politiche. (Roj Aleksandrovič Medvedev)
  • Zhirinovskij non sarà mai presidente, perché è un protettore politico di banditi. (Aleksandr Ivanovič Lebed')
  • Zhirinovskij significa guerra per la Russia. [...] Siamo in una situazione simile alla Germania di Weimar. Sarebbe terribile se ci fosse la minima possibilità che quest'uomo diventasse presidente. (Egor Timurovič Gajdar)
  • Alle elezioni del 1993 Žirinovskij avrebbe riaperto certe piaghe morali e socio-psicologiche della nostra società di cui noi non sospettavamo neanche l'esistenza. Una di queste è la carenza immunitaria verso il fascismo.
  • Per questa persona, che con incredibile velocità appiccicava una tesi assurda dietro l'altra, hanno votato milioni (!) di elettori. Sulla gente ha certamente fatto effetto il suo slogan: è ora di allontanare dal potere i vecchi apparatčiki di partito, i membri del Comitato Centrale e «aprire la strada al governo dei tecnici»; ma penso che il succo della questione sia un altro: in una società politica come la nostra, una variabile impazzita con un'impostazione fascista o parafascista avrà sempre molte possibilità di successo.
  • Uno dei pochi dirigenti dei nuovi partiti politici ad appoggiare il golpe fu Vladimir Žirinovskij. Lo fece in un comizio che tenne ancora il 19 agosto. La sua era una posizione coerente: il Partito Liberal-democratico in Russia era sempre intervenuto a favore dell'impero, dell'inviolabilità delle frontiere, dell'ordine. E allora, evviva!

  Citazioni in ordine temporale.

  • Naturalmente andare al night non è un delitto. Ma è strano incontrarci un leader politico che in pubblico lancia crociate contro prostituzione, erotismo, pornografia, e ogni genere di "libertà sessuale". Moralista e bacchettone in pubblico, "peccatore" in privato fra le luci basse dei night?
  • Le contraddizioni di Zhirinovskij tra pubblico e privato non si limitano al sesso. La più clamorosa è che ha costruito una parte del suo successo politico sull'antisemitismo, mentre da mesi circolano le prove che suo padre era ebreo: l'ultima l'ha trovata un giornalista americano all'anagrafe della sua città natale, dove risulta che fino all'età di 18 anni Vladimir Zhirinovskij si chiamava Eidelstein. Ha cambiato cognome, come consentito dalla legge, per entrare più facilmente all'università, che ai tempi dell'Urss privilegiava i russi rispetto alle minoranze, in particolare gli ebrei.
  • Manca solo di scoprire che anche il suo antiamericanismo è una facciata per le masse. Magari un giorno verremo a sapere che, quando nessuno lo vede, Zhirinovskij beve Coca-Cola, mangia cheeseburger inondati di ketchup, e balla a ritmo di rap.
  • Fu Žirinovskij che, in modo clownesco e grottesco, formò il programma politico di revanscismo adottato come dottrina ufficiale della Russia negli anni 2020; e divenne il padrino del fascismo russo, che raggiunse il suo massimo splendore con lo scoppio della guerra in Ucraina.
  • Nello sterminio dell'Ucraina, che sta avvenendo davanti ai nostri occhi, Putin sta seguendo gli ordini del suo padre spirituale, Žirinovskij, che lanciava facilmente bombe nucleari nei suoi discorsi incendiari.
  • Oggi i portavoce ufficiali della propaganda strombazzano le vecchie idee di Žirinovskij, ma ora le usano per giustificare l'uccisione degli ucraini. Le deliranti fantasie di un politico eccentrico – sulla vendetta globale, la ricostruzione dell'Urss e la distruzione dell'Ucraina – sono passate da mera finzione, figure retoriche e tecnologie politiche a essere i missili Iskander e Točka e le bombe a grappolo che oggi piovono sulle città ucraine.
  • Pensavamo che Žirinovskij fosse semplicemente il giullare di corte preferito dello zar; ma si è scoperto che era il suo mentore. Il corpo del leader LDPR è stato decontaminato e sepolto nel cimitero di Novodevichy; ma il virus del fascismo e l'opera di Žirinovskij continuano a vivere. In effetti, oggi viviamo nel mondo post-apocalittico sognato da Vladimir Žirinovskij.
  • Žirinovskij ha legittimato i quattro elementi principali del fascismo russo, di cui il principale è l'idea di offesa, su cui si fonda il difficile complesso morale del risentimento. [...] Žirinovskij ha parlato di offesa prima che diventasse politicamente di moda. [...] Da questo sentimento di offesa nacque il secondo elemento della pagliacciata fascista di Žirinovskij: la vendetta per l'Impero. [...] Il terzo cavaliere dell'Apocalisse di Žirinovskij era l'espansionismo. [...] Infine, il quarto elemento: la xenofobia. Žirinovskij odiava tutti: dal popolo del Caucaso, che aveva promesso di recintare con filo spinato, all'Ucraina, che non considerava uno stato, che nel 1990 chiedeva alla Russia di impadronirsi di Sebastopoli; dagli immigrati agli ebrei, che accusava di fomentare l'antisemitismo. Non sopportava i liberali, il multiculturalismo o la tolleranza dell'Occidente, tutte cose che erano strane sentire da qualcuno che era un estroverso e un comico, mezzo ebreo di sangue e bisessuale – qualcuno che aveva una particolare predilezione per le giacche rosse e gialle canarino e il cui seguito era invariabilmente pieno di ragazzi belli. Avrebbe potuto essere l'oggetto ideale dell'odio per quegli stessi "tizi nei garage", e invece li aiutò a formulare le loro opinioni rifiutando tutto ciò che era nuovo, vistoso ed estraneo.
  • Manca del carisma e della capacità di persuasione che occorrono per guidare una grande nazione. Quando l'ho interrogato a proposito delle sue ridicole affermazioni – che un giorno la California farà parte del Messico, che Miami sarà una repubblica nera e Parigi una città araba – ha svicolato sui sondaggi che lo dicono popolare.
  • Sebbene i russi abbiano sempre avuto una certa inclinazione per i folli di Dio, non li hanno mai scelti come leader – come Zhirinovskij scoprirà ben presto, quando entrerà nella lotteria presidenziale.
  • Zhirinovskij è un demagogo spietato e accorto. Ma dopo averlo esaminato su temi che vanno dalle sue opinioni in politica estera al suo atteggiamento verso gli Stati Uniti e l'antisemitismo, condivido il giudizio del presidente ucraino Leonid Kravciuk: non sarà eletto presidente della Russia.
  1. Riferendosi alle catene ai piedi dei deportati.
  1. a b Citato in «Sistemerò io tedeschi e giapponesi», L'Unità, 15 dicembre 1993.
  2. Citato in «Un'arma segreta per colpire l'Occidente», La Stampa, 23 dicembre 1993.
  3. Citato in Zhirinovskij minaccia la Terza guerra mondiale, la Repubblica, 11 gennaio 1994.
  4. Citato in Zhirninovskij. «Il prossimo putsch è mio», La Stampa, 30 marzo 1994.
  5. Citato in Il declino di Zhirinovskij. Dal Parlamento ai sexy bar, la Repubblica, 8 aprile 1994.
  6. Citato in "Bombardiamo l'Italia". Lo show di Zhirinovskij, la Repubblica, 12 aprile 1994.
  7. Citato in Zhirinovskij avverte "Golpe imminente", la Repubblica, 26 agosto 1995.
  8. Citato in Il communista Zjuganov. "Eltsin si offra prigioniero", la Repubblica, 15 gennaio 1996.
  9. Citato in Bufera a Mosca, La Stampa, 16 gennaio 1996.
  10. Citato in Zhirinovskij, nozze-show, la Repubblica, 12 febbraio 1996.
  11. Citato in I repubblicani. "Fermiamo Buchanan", la Repubblica, 23 febbraio 1996.
  12. Citato in Zhirinovskij pro-Padania, la Repubblica, 24 settembre 1997.
  13. Citato in Bossi e l'amico russo. "La Padania è nazione", la Repubblica, 10 novembre 1997.
  14. Citato in I misteri di Londongrad capitale degli oligarchi, la Repubblica, 26 marzo 2013.

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