Stile Juventus
forma di gestione sportiva applicata nella Juventus Football Club
Citazioni sullo Stile Juventus.
Citazioni
modifica- Agnelli e Boniperti rappresentavano l'emblema del decantato Stile. Quello che dicevano loro andava seguito e doveva essere fatto bene. (Luciano Favero)
- Ai miei tempi, la Juve era già un'azienda [...]. Per dirti cos'era, e cos'è, la Juve: a 17 anni vincemmo il campionato Juniores, e nell'euforia dei festeggiamenti qualcuno si portò a casa una maglia, cosa vietatissima. Otto anni dopo, quando ero già in prima squadra, un vecchio dirigente delle giovanili mi incontrò in sede e mi disse: "Dì la verità, sei stato tu quella volta, vero?". Io non mi ricordavo neppure chi fosse lui, lui si ricordava ancora di quella maglia. (Domenico Marocchino)
- Così come Orfeo incantò il suo pubblico con la sua lira, la Juventus incanta ogni fan (e anche spesso gli avversari) con il suo stile.[1] (Ted Richards)
- Di stile Juventus parlano gli altri, non noi. (Gianni Agnelli)
- [Nel 2014] Diciamo che se un tempo lo "stile Juve" era sinonimo di eleganza, adesso tende più al casual. (Paolo Bonolis)
- È comportarsi come in famiglia, con educazione e un grande rispetto reciproco. Queste due cose sono alla base dello stile Juve fuori campo. In campo è giocare sempre e solo per vincere. (Roberto Bettega)
- È lo stile Juve, lo stile vecchio Piemonte. (Mario Varglien)
- E sopratutto una delle cose che, secondo me, fanno stile Juventus era che dopo un po' ci si rendeva conto che se si arrivava secondi si era solo perso del tempo, cioè credo che l'impronta nella Juventus sia sempre stata quella di vincere, anche se nessuno aveva il cattivo gusto di dirti: «devi vincere per forza» anche perché era antisportivo vincere per forza; però, diventava una cosa così nell'aria, uno viveva lo spogliatoio della prima squadra un mese o due e poi aveva capito che si doveva vincere, che si giocava per vincere!, che arrivare secondo non contava quasi niente e questo credo sia abbastanza stile Juventus. (Bruno Garzena)
- È una forma di educazione sportiva, una conservazione di valore. Il campo non è tutto, anzi è la conseguenza dell'affiatamento, della vita fuori campo. Noi abbiamo la consapevolezza di cosa significa essere professionisti: significa anche non parlare male dei compagni, discutere tutto all'interno, significa andare in trasferta in ordine con la divisa sociale, pettinati, la cravatta. Sembrano sfumature, ma contano. Le squadre estere di grande tradizione si comportano nello stesso modo. Chiamiamolo stile, se volete: per me è una scelta di valori. (Giuseppe Furino)
- [Nel 2020, alla domanda: «[...] Per chi non lo conoscese, in cosa consiste o consisteva lo stile Juventus?»] Ecco, mi sembra appropriato usare i due tempi — consiste e consisteva —: oggi non consiste, secondo me, in niente di particolare oppure, forse soltanto, in una — come dire — capacità manageriale che sembra non si è mai completamente perduta della società di imporre certe regole [...] una certa disciplina al suo interno. Una volta era qualche cosa di più, forse, o è stato naturalmente anche coltivato come autorappresentazione, si può dire, nel senso che sottointendeva un certo spirito d'aristocratico distacco, di fair play quasi ostentato in confronti di passioni sportive troppo accesse che venivano dipinte come caratteristiche della provincia in questo caso. [...] Insomma, direi anche un'altro aspetto che poi ha presso forse il sopravvento già negli anni [milenovecento]trenta, nel periodo del Quinquennio: la Juventus era in fondo l'espressione di una squadra che funzionava in maniera simile a una fabbrica fordista, dove ogni ingranaggio era al suo posto, dove — diciamo — la mente dell'imprenditore era fondamentale nel progettare l'esito del progetto e poi tutti i meccanismi funzionavano di consequenza. Questo fu molto sottolineato negli anni degli primi cinque scudetti consecutivi, dal [milenovecento]trenta al [milenovecento]trentacinque; [...] fu un elemento molto sottolineato anche dalla stampa sportiva che in quegli anni cominciava a diventare una voce ascoltata, letta, importante per gli italiani. (Aldo Agosti)
- Esiste lo stile Juve, esiste la mentalità della Juve. Solo giocando lì capisci che significa, uno stile vincente che ti fa essere sempre lì tra le prime. Per organizzazione e cultura del lavoro si vede la differenza ed è giusto che poi vinca chi è organizzato meglio, chi fa il miglior calcio e ha le strutture più adatte. (Giuliano Giannichedda)
- FIAT, IFI, Juventus: lo stile è sempre quello, identica è la matrice. È lo stile di Giovanni Agnelli, il fondatore, che corre attraverso le generazioni e concorre all'evoluzione del mondo. Un manifesto di lavoro che si fa quotidiana regola di vita: dunque, non può stupire che l'auto dell'anno o lo scudetto siano gemelli essendo la stessa la Dinastia dalla quale discendono. (Mario Pennacchia)
- [Nel 1934] Hanno creato un ambiente che, come una macchina per impastare tutti i caratteri, ne farne il tipo unico mai illuso e mai disperato, mai troppo ottimista e mai troppo pessimista. Mai agitato e mai placato.
Cadere nella macchina un Monti o un Cesarini, un Orsi o un Varglien, spiriti fieri magari protervi, ed escono ben presto come gli altri: impastati. Ricadde un Tiberti, un Ferrari, un Sernagiotto, un Ferrero o un Valinasso e ne esce fuori un momento sicuro con qualche fierezza.
Il 'superasso' diventa solo un asso, l'aspirante a campione diventa asso; uno cava, l'altrocresce, tutto si livella. L'educazione e naturale riservo fanno il resto: se entri e nel Circolo, un tipo in guanti bianchi riceve il tuo cappello, gli stucchi dorati t'impediscono di dir parolacce. La stretta di mano sulla tetti all'orologio, non una mano sulla spalla. Nessun ordine del giorno, ma l'ordine con l'ora per il domani, firma carcame. Mai niente di nuovo. Un giocatore entra e capisce dov'è, cosa deve imparare, il senso delle distanze, il rispetto, quel formalismo che è pure necessario se tutti gli esserci si sonobassati su quello. (Carlo Bergoglio) - La favola della "vecchia signora" dello "stile Juventus" mai esistito nella pratica, sempre nella leggenda. (Giorgio Bocca)
- [La] Juve [...] ti inculcava nel DNA la necessità di essere il più forte e di vincere. [...] T'insegnava che l'avversario è il tuo nemico e che, se facevi una scelta, non dovevi girarti indietro, ma andare per la tua strada. [...] Quando ho lasciato la Juve, non ho fatto neanche un giro di campo. Sono uscito e sono andato via. Senza un saluto, una festa, niente. Lo stile Juve include anche questa freddezza dei rapporti. La Juve non si lega agli atleti. (Antonio Cabrini)
- La Juventus basa le sue scelte non soffermandosi sull'aspetto tecnico, ma guardando ad altre caratteristiche. Lo fanno perché sono il club più titolato d'Italia ed hanno un'immagine da far rispettare. Per loro un giocatore che non segue un determinato profilo comportamentale è un danno alla loro storia, fatta di comportamenti che devono seguire un certo stile. (Michele Paramatti)
- [Lo «stile Juventus» è] lavorare e tacere. (Gianpiero Combi)
- [Nel 2006] Leggendo le cronache amare dello scandalo Juventus mi è parso di ritornare a una storia nota, una storia piemontese e monarchica dove re onnipotenti e amati dagli umili per la loro onnipotenza, si circondano di corti tanto brave a gestire il potere e i privilegi quanto ipocrite nel celebrare virtù che non hanno uno stile signorile e corretto mentre si dilaniano per la spartizione del bottino: lo stile Savoia o lo stile Juventus. (Giorgio Bocca)
- Lo stile Juve è come l'amore e la tosse: non si può nascondere. (Italo Pietra)
- Lo stile Juve è comportarsi seriamente in ogni situazione e non ficcare il naso negli affari degli altri. Niente di speciale, solo che molte altre squadre se ne scordano, spesso e volentieri. (Francesco Morini)
- Lo stile Juve lo vedi invece nel parlare, nel vestire, nel comportarti. È una scuola di vita. (Fabrizio Ravanelli)
- Lo stile Juve m'è rimasto dentro. I valori che mi sono stati trasmessi li porto ancora con me. (Giuseppe Galderisi)
- Lo stile Juve, oltre che un'educazione a rispettare quanti lavorano con te, è anche un'educazione a vincere. (Roberto Bettega)
- Lo stile Juve si avvicina a un decalogo non scritto dei doveri dello sportivo profesionista. Non è un di più che ha la Juve, è qualcosa che manca a gli altri. (Dino Zoff)
- Lo stile Juventus è una filosofia calcistica, una filosofia di vita. Ma stile Juve non significa essere compassati o non esternare le proprie emozioni. (Darwin Pastorin)
- Prima di conoscere l'opulenza e la grandiosità delle Juventus che ci hanno fatto godere, [...] ne ho conosciuto la parte operaia, umile, quella che non si dà mai per vinta: una forza tipica dello stile Juventus. Poi fu un crescendo rossiniano... (Sandro Veronesi)
- Sarebbe opportuno chiarire l'equivoco storico: lo stile Juventus è una balla inventata da qualche giornalista. Lo stile, in quanto eleganza del dire e del fare, apparteneva ai due Agnelli, Gianni e Umberto, il resto era ed è stato esattamente l'opposto. Era stile quello di Boniperti avvelenato contro tutti? Era stile quello di Montezemolo furibondo dopo le sconfitte? Era stile quello di Moggi? Dunque il comportamento dei dirigenti e dipendenti, calciatori e allenatore, non ha avuto e non ha nulla a che fare con il contegno dei due fondatori e costruttori della Juventus. (Tony Damascelli)
- [Alla domanda di Brigitte Schönau «Esiste ancora lo stile Juventus e cosa significa per lei?»] Se devo essere sincero, non lo so. Me lo sono chiesto anche internamente. Lo stile Juventus è qualcosa che gli altri hanno detto di noi, ma non ho mai capito esattamente cosa sia lo stile Juventus [...] Lo stile Juventus è vincere. E quindi sì, esiste ancora da quel punto di vista. (Andrea Agnelli)
- Semplicità, Serietà, Sobrietà.[2] (Christian Bromberger)
- Sempre uguali i dirigenti, sempre fedeli i soci, sempre uniti i giocatori, mai troppo lodati mai troppo rimproverati. In quest'ambiente vi è una cosa: l'educazione, non solo sportiva, ma anche sociale.[3] (dal Guerin Sportivo, 1935)
- «Stile Juventus» vuol dire ordine, rispetto delle gerarchie, nel momento in cui la Juventus viene associata alla FIAT dove sta la capacità rivoluzionaria della società, l'ordine, l'organizzazione? La dimensione globale della Juventus, la stessa questione del «ministro degli Esteri», sono il risultato di un certo investimento di proiezione, che alla fine porta ad anticipare determinate cose, mentre le altre società di calcio si limitano a gestire il presente. La Juventus in quanto azienda globalizzata, riesce ad acquisire una sua autonomia completa e nell'autorappresentarsi alimenta profezie che poi si autodeterminano. (Felice Accame)
- Tutti dicono: lo stile Juventus è la camicia con cravatta. Non hanno capito niente: stile Juventus vuol dire: duri a morire. (Massimo Mauro)
- [Lo «stile Juventus» è] un modo di vivere, di comportarsi, di ragionare. (Giampiero Boniperti)
- [Lo «stile Juventus» è] una questione di educazione. (Claudio Gentile)
Note
modifica- ↑ [orig.] (EN) «As Orpheus enchanted his audience with his lire, Juventus charms any fan (and often opponents too) with his style.» Citato in Ted Richards, The Orpheus of Soccer, Soccer and Philosophy: Beautiful Thoughts on the Beautiful Game, Open Court Publishing Company, Chicago, 2013 (2010). ISBN 08-12-69682-4
- ↑ [orig.] (FR) «Simplicité, Sérieux, Sobriété». Citato in Christian Bromberger; Alain Hayot, Jean-Marc Mariottini, Le match de football :ethnologied'une passion partisane à Marseille, Naples et Turin, Les éditions de la FondationMaison des sciences de l'homme (MSH), Parigi, 1995, p. 149. ISBN 2-7351-0668-3
- ↑ Citato in Nicola Calzaretta, I colori della vittoria, Goalbook Edizioni, Pisa, 2014, p. 23. ISBN 13 978-8-89081-159-3
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