Tony Damascelli

giornalista italiano

Antonio Damascelli, detto Tony (1949 – vivente), giornalista italiano.

Citazioni di Tony Damascelli

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Il presidente della Fiat [Gianni Agnelli] convocò a villa Frescot Forattini, fresco di assunzione a La Stampa, Giorgio entrò nel salotto e vide l'Avvocato accanto a due bicchieri e una bottiglia di champagne, pensò a tanto onore, si gonfiò di orgoglio, Agnelli lo sgonfiò immediatamente: «Venga Forattini, festeggiamo insieme, abbiamo appena preso Michel Platini!». Cin cin, amarissimo.[1]
  • [Sull'esclusione di Boniek dal Cammino delle stelle dello Juventus Stadium] Così come, ai tempi della elezione a miglior milanista di sempre, venne bocciato in modo discutibile e incomprensibile Gianni Rivera per consegnare il titolo a Franco Baresi, così la Juventus cancella una parte della propria storia per un capriccio di orgoglio, per il provincialismo tipico di un ambiente che ha voluto scrollarsi di dosso il passato prossimo e remoto (fatte rare eccezioni) con lo slogan furbesco di una "mission etica". Andrea Agnelli vive con imbarazzo questa vicenda miserabile che serve soltanto come discarica alle ossessioni e alle paturnie di una fetta di tifosi e dirigenti ignoranti. Di certo, al di là dell'arredo dello stadio, per fortuna nessuno può cancellare dall'almanacco bianconero un periodo fantastico e i suoi interpreti. Trattandosi di stelle, più che cosmico il problema mi sembra comico.[2]
  • Marchesi usava le parole come giocattoli, è stato uno dei più grandi umoristi italiani, umorista e non comico, solleticava il cervello e mai la pancia. I tasti della sua Olivetti ogni tanto non rispondevano agli ordini dei polpastrelli, le lettere macchiate di inchiostro nero saltavano sul foglio inserito nel rullo, per Marchesi erano come formiche impazzite, ebbe l'intuizione, «anche le formiche nel loro piccolo si incazzano», formula utilizzata e data alle stampe, nei secoli a venire, da Gino e Michele. Dormiva pochissimo, Marchesi, tre ore per notte, il resto era occupato da pensieri e parole, da appunti, telefonate, dialoghi con amici e sodali, il silenzio notturno stimolava riflessione e ilarità, «siamo nati per soffrire e ci riusciamo benissimo» fu una delle sue frasi migliori.[3]
  • [Sul legame tra Aldo Ossola e la città di Varese] Oggi nel baule dei ricordi ho trovato un nome Aldo, e un cognome Ossola. Compie settant'anni e li compie, con lui, tutta questa città, questa terra, questa gente che quel tempo non ha dimenticato e su quel tempo si arrampica per resistere a se stessa, così vivendo, non sopravvivendo.[4]
  • [Su Alcides Ghiggia] Il viso era asciutto, quasi incavato, i baffetti da gigolò di balera, il torace tozzo, le cosce toste, la velocità impressionante come il dribbling. Era puntero, attaccante, ala, uomo di gol e di passaggi, detti poi assist.[5]
  • [Su Roberto Anzolin] Di lui si ricordano le parate mai plateali, nessun tuffo da spiaggia ma il parabile e basta. E poi la maglia con il collo a V, bianca o quella nera, a girocollo, secondo usi dell'epoca prima che il technicolor imponesse il carnevale contemporaneo.[6]
  • [...] sarebbe opportuno chiarire l'equivoco storico: lo stile Juventus è una balla inventata da qualche giornalista. Lo stile, in quanto eleganza del dire e del fare, apparteneva ai due Agnelli, Gianni e Umberto, il resto era ed è stato esattamente l'opposto. Era stile quello di Boniperti avvelenato contro tutti? Era stile quello di Montezemolo furibondo dopo le sconfitte? Era stile quello di Moggi? Dunque il comportamento dei dirigenti e dipendenti, calciatori e allenatore, non ha avuto e non ha nulla a che fare con il contegno dei due fondatori e costruttori della Juventus.[7]

Intervista di Giulia Sorrentino, mowmag.com, 25 marzo 2025.

  • Le telecronache di oggi sono figlie di un momento di comunicazione generale che parte dai social, attraverso le radio e arriva in televisione, fatto di molta enfasi e di rara competenza. Ma la competenza non significa spiegare la tattica come accade con alcuni opinionisti. Le seconde voci delle emittenti radiofoniche e televisive sono ex calciatori, che spesso e volentieri non sono ugualmente severi, critici e rigorosi nei confronti di alcuni loro sodali compagni. Ma ritengo che i giornalisti debbano occupare quel ruolo perché hanno una capacità critica, oltre che una frequentazione della lingua.
  • [Sulla Juventus Football Club 2024-2025] Thiago Motta non è mai stato l'allenatore della Juventus. [...] È stato solo uno che hanno assunto dalla Juventus per guidare la squadra. Non ha lasciato nessuna traccia, è un uomo che per sua scelta caratteriale non ha coinvolto la folla dei tifosi. Molto esigente e molto strano il popolo dei tifosi juventini.
  • [Sulla Juventus Football Club 2024-2025, «non sembra più la vecchia signora che sapeva gestire perfettamente qualunque caso di crisi»] Sulla vecchia possiamo essere d'accordo, la signora non so dove sia. [...] una Juventus che è rimasta come un vecchio albergo, con un'insegna all'esterno, ma dentro è un locale fatiscente con vecchi camerieri, con tutta l'argenteria da lucidare. Non è più un grande hotel di una volta. [...] Era [...] frequentato da buona gente, con un proprietario definito, importante, che si assumeva le responsabilità. Da [...] anni il proprietario non si assume tutte le responsabilità, delega [...] ad altri personaggi [...], ma che non hanno nulla a che fare con la storia della Juventus questi ultimi.
  • [Su Gian Piero Gasperini] Qualsiasi piazza è buona per lui che è un professionista importante. [...] È un professionista con un carattere spigoloso come la maggior parte degli allenatori. Non è che gli altri siano tutti dei Don Bosco.

Citazioni non datate

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  • Agnelli e Platini? Certo che parlano tra loro: da proprietario di giocattolo a giocattolo che può parlare.[8]
  1. Da Forattini contro tutti, ilgiornale.it, 24 novembre 2007.
  2. Da Questa Juventus senza memoria Così ha spento la stella di Boniek, ilgiornale.it, 30 dicembre 2010.
  3. Da Quanto ci manca Marchesi, con lui la vita era una gag, ilgiornale.it, 20 agosto 2012.
  4. Da Ossola, una famiglia due sport, da Varese a Torino, ilgiornale.it, 12 marzo 2015.
  5. Da Ghiggia, il baffo da gigolò che fece piangere il Brasile, ilgiornale.it, 18 luglio 2015.
  6. Da Morto Anzolin, portiere elegante e uomo educato, ilgiornale.it, 7 ottobre 2017.
  7. Da Se lo stile Juve è un fake. C'erano una volta l'Avvocato e Umberto, ilgiornale.it, 11 febbraio 2021.
  8. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 23. ISBN 88-8598-826-2

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