Fulco Pratesi

giornalista, ambientalista e illustratore italiano (1934-)

Fulco Pratesi (1934 – vivente), ambientalista, giornalista, illustratore e politico italiano, fondatore del WWF Italia.

  • Da sempre le uniche due maniere con cui nel nostro felice paese si entra in contatto con gli uccelli sono gabbia e fucile. Ai due milioni di cacciatori che li usano come bersaglio si contrappongono migliaia e migliaia di «ornitofili» il cui unico piacere è quello di tenerli in gabbia. [...] In tutti i paesi d'Europa è tradizione antica quella di offrire, specialmente nella stagione invernale, del cibo agli uccelli liberi. Questa simpatica usanza fa sì che si instauri tra padrone di casa e commensali un rapporto di vera e propria amicizia. Con infiniti vantaggi da ambo le parti: intanto colui che si abitua a vedere gli uccelli da vicino e tranquilli (e non come sempre accade da noi, in fuga terrorizzata), mai più penserà di poterli uccidere [...].[1]
  • I progressi della genetica e della tossicologia molecolare hanno portato alla recente diffusione di numerosi nuovi metodi d'indagine. Il più promettente è oggi la tossicogenomica, che consente di osservare il modo in cui una sostanza altera la funzione dei geni nella cellula umana, la risposta biologica e le reazioni che ne conseguono, oltre alle modifiche a lungo termine. La tossicogenomica avrebbe il grande vantaggio [...] non solo di garantire risultati altamente predittivi per l'uomo, ma anche di essere molto meno costosa, straordinariamente più rapida e di non richiedere l'uso di animali. A differenza della sperimentazione animale, [...] è inoltre in grado di valutare gli effetti di più sostanze combinate.[2]
  • Il 92 per cento delle sostanze che superano gli esperimenti sulle cavie nei laboratori non sono efficaci sull'uomo. Queste pratiche sono quindi inutili alla scienza: ma utilissime ai profitti delle case farmaceutiche.[3]
  • Il sistema più efficace per restare avvelenati dai funghi è, secondo gli esperti, quello di farli assaggiare al cane o al gatto di casa. Questo perché sostanze velenose per l'uomo sono del tutto innocue per altri animali. Tant'è vero che la mortifera Amanita phalloides è mangiata impunemente da gatti e conigli, così come la cicuta – che portò a morte Socrate – è gradita dalle allodole (vi sono casi di cacciatori avvelenati per avere mangiato allodole che se ne erano cibate), e l'arsenico non danneggia le pecore. Eppure, il metodo universalmente usato per testare l'eventuale nocività di medicinali o la tossicità di prodotti chimici si basa ancora sugli animali.[2]
  • Se c'è una donna che può essere definita il simbolo delle battaglie ambientaliste del secondo dopoguerra è sicuramente Giulia Maria Mozzoni Crespi.[4]

Note modifica

  1. Dalla prefazione a Tony Soper, La gabbia senza sbarre, traduzione di Wendy Hennessy Mazza, BUR, Milano, 1990, p. 5. ISBN 88-17-13757-X
  2. a b Da Mai fidarsi del topolino, l'Espresso, 5 ottobre 2006.
  3. Da A chi servono i test su animali, l'Espresso, 11 febbraio 2013.
  4. Da Giulia Maria Crespi, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi, vol. III, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 75.

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