Pietro Bianchi (critico cinematografico)

critico cinematografico, critico letterario e giornalista italiano (1909-1976)

Pietro Bianchi (1909 – 1976), critico cinematografico, critico letterario e giornalista italiano.

Pietro Bianchi

Citazioni di Pietro BianchiModifica

  • [Su Domenica d'agosto] Amidei ed Emmer non han mancato certamente di coraggio con il loro film [...]. Si trattava, nella sfera delle pellicole sentimentali, dagli sviluppi convenzionali, previsti [...] di costruire un racconto che [...] si potesse giovare delle "scoperte" di Rossellini, Castellani, De Sica. La nostra attenzione infatti [...] deve indirizzarsi [...] alla qualità generale dell'opera più che a episodi particolari [...]. Domenica d'agosto, pur così difettosa, è pellicola girata anche per un'altra ragione: la spontaneità. Il gran difetto di tanti film intellettuali è infatti la noia, della quale in cotesto film non v'è traccia.[1]
  • [Su Due lettere anonime] È [...] inutile aggiungere che il film è estremamente ben fatto, che certe note di cronaca vi sono colte con occhio acuto, che gli attori con quei personaggi, alquanto evanescenti, fan quel che possono e sono bravi. Una lode a parte merita Clara Calamai che c'è ritornata nelle vesti che ci aveva rivelato Ossessione [...]. Chiusa in una interpretazione difficile, in un personaggio che agisce senza chiarezza, essa riesce a riempire con la sua forza di illusione le parti in cui compare [...].[2]
  • [Su Tormento] È un dramma popolare che piacerà imensamente in periferia [...]. È interpretato da Nazzari e da Yvonne Sanson. La famosa attrice fa sforzi eroici [...] per mettere un po' di verosimiglianza in un polpettone che ci è apparso fantastico come un romanzo di Jules Verne [...].[3]
  • È una vecchia osservazione che gli attori di varietà riescono meglio nel cinema che i loro colleghi della prosa. È chiaro il perché. Meno legati a una illustre tradizione oratoria, più spontanei, più "mimi" (anche Chaplin viene dal varietà) i Macario, i Totò, i Fabrizi non sentono alcuna soggezione dalla macchina da presa. Aldo Fabrizi ha fatto con il film Avanti c'è posto un ottimo ingresso nel cinema. Se gli taglieranno sempre parti come questa, se si accontenterà di parti non da protagonista (l'esempio di Riento è, nella stessa pellicola, parlante), se si modererà un poco, Fabrizi è sicuro di una popolarità solida e continua. Ma questo piccolo film si raccomanda per altre qualità. L'unione di due sceneggiatori di avanguardia, Zavattini e Tellini, e di un vecchio direttore artistico come Bonnard, ha dato un frutto piccolo sì, ma molto saporoso. [...] Il merito di questo piccolo film è di essere una storia "vera", non della verità oggettiva che non esiste; pieno invece di quella coerenza psicologica, di quella puntuale osservazione dei piccoli fatti, delle verità ambientali che sono necessarissime in questi piccoli racconti fatti di niente. È curioso che Bonnard a contatto con due scrittori intellettuali e di un vecchio lupo del varietà abbia fornito il miglior film della sua lunga carriera. Curioso, ma fino a un certo punto. Infatti si è dimenticato troppo, nell'industria cinematografica, che l'ingegno vale più dei quattrini; che due ragazzi di buona fede, come Checchi e la piccola Adriana Benetti, contano più, al fisico e al metafisico, dei divi prestanti con testa vuota. In fondo, a pensarci bene, questa dovrebbe essere la nostra strada cinematografica.[4]
  • [Su Biraghin] Tra le molte cose che c'erano antipatiche una volta in Italia annoveravamo la commedia "Biraghin" e l'attrice Lilia Silvi. L'ironico destino, ha voluto che si unisssero insieme. Il tutto appartiene a quella vecchia Italia, che si sperava non diciamo affossata per sempre, ma insomma messa un pochettino da canto. E invece quest'Italia ritorna.[5]

NoteModifica

  1. Da Candido, 11 giugno 1950; citato in Domenica d'agosto, cinematografo.it.
  2. Da Oggi, 1º gennaio 1946; citato in Due lettere anonime, cinematografo.it.
  3. Da Il Tempo, 8 aprile 1951; citato in Tormento, cinematografo.it.
  4. Da Bertoldo, 2 ottobre 1942; citato in Rassegna stampa di Aldo Fabrizi, mymovies.it.
  5. Da Candido, 14 settembre 1946; citato in Biraghin, cinematografo.it.

Altri progettiModifica