Gianluigi Buffon

dirigente sportivo e calciatore italiano (1978-)
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Gianluigi Buffon (1978 − vivente), dirigente sportivo ed ex calciatore italiano.

Gianluigi Buffon nel 2012

Citazioni di Gianluigi Buffon

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Quando sento il nome di [Nevio] Scala mi viene sempre in mente la mattina del 19 novembre 1995. Saranno state le nove, viene in camera mia in ritiro e mi dice: "Oggi giochi tu". Affrontavamo il Milan. Dissi soltanto: "O.K.". Poi mi attaccai al telefono e chiamai tre o quattro miei amici: raccontai tutto e loro vennero a vedere il mio debutto in serie A. Non si possono dimenticare certi momenti.[1]
  • È la mia forza: non ho paura di nessuno.[1]
  • Possono cambiare gli uomini, possono cambiare i dirigenti, però quello che ha di forte questa società sono i giocatori cui è stata tramandata una voglia di vincere, di primeggiare, che non è pari in nessuna altra squadra.[2]
  • Non voglio più sentire nulla su Calciopoli, il passato è importante ma il futuro lo è ancora di più.[3]
  • Siamo sempre l'Italia di piazzale Loreto, non cambia niente. Basta un nome in prima pagina e tutto viene infangato, quando il fatto per ora non è chiaro. Bisogna stare molto attenti a dare giudizi troppo veloci: anni fa ci sono passato anch'io, infangato in prima pagina per una cosa nella quale non c'entravo per niente: per ora stiamo facendo solo questo, cioè una grande pubblicità a uno scandalo dove per ora non c'è nulla di concreto.[4]
  • [Su Andrea Pirlo] Quando l'ho visto giocare ho pensato: Dio c'è, perché è veramente imbarazzante la sua bravura calcistica.[5]
  • Il giorno dell'inaugurazione dello Juventus Stadium. Ho provato tante emozioni, tutte molto forti. Mi sono detto "ma in che società sto giocando". Sono riemersi pensieri che non mi toccavano da parecchio tempo. Ho risentito tutto l'orgoglio di far parte di un club con una storia unica, che fa tremare le gambe. Quella sera mi ha caricato a mille, è stata fondamentale a livello di motivazioni, è come se fossi tornato indietro nel tempo.[6]
  • [Riferendosi all'arbitro Sebastiano Peruzzo dopo Juventus-Siena 0-0 del 5 febbraio 2012] Se mi vieni a chiedere se c'è un corner o no, ti dico che non c'era e lo assegni lo stesso, allora dimostri di non mantenere un comportamento serio, e mi invogli a cercare di imbrogliarti la volta successiva, per ottenere il massimo risultato possibile. Di certo non rischierei di perdere la mia onorabilità e la mia serietà per un calcio d'angolo; contro l'Udinese l'arbitro era in dubbio in una situazione simile, e io gli avevo detto che il corner per gli avversari c'era.[7]
  • [Sul gol fantasma del milanista Muntari nella partita Milan – Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] L'azione è stata talmente convulsa e veloce che non mi sono accorto se fosse gol o no. E se anche se me ne fossi accorto, non faccio il figo e il bello, e ammetto che non l'avrei detto all'arbitro. Per il processo di beatificazione, più avanti.[8]
  • [Dopo l'ultima partita di Del Piero in campionato con la Juventus nel 2012] Commovente è l'unica parola che mi viene in mente. Era giusto così, il tributo ad Alex che ha passato metà della sua vita a combattere e lottare per questa maglia. È davvero tanto. E quando il legame, il cordone ombelicale si spezza, resta tanta amarezza.[9]
  • Nei prossimi 150 anni non ci sarà uno come Del Piero. Chi vestirà la sua maglia numero 10 dovrà sapere chi l'ha portata, come l'ha portata e comportarsi di conseguenza.[10]
  • Alcune volte si pensa... E in alcuni casi si dice che sono meglio due feriti che un morto. Le squadre le partite se la giocano e sarà sempre così, ma ogni tanto qualche conto bisogna anche farlo.[11]
  • [Sul numero di campionati italiani vinti della Juventus al 2012] Dico sempre che sul campo è accaduta una cosa, in altre sedi un'altra, se poi conta più una sede che il campo... Amen. Se mi chiedono quanti ne ho vinti, dico che ne ho vinti 5, ma che ne hanno assegnato 3.[11]
  • [Alla vigilia degli Europei 2012] Ci tengo, ci spero, ci credo... Baratterei 2-3 anni di vita per ritornare là, dove tutti noi sogniamo... Dove tutti noi vorremo arrivare... Rivedere un'Italia in festa, rivedere la gente orgogliosa della propria Nazionale, sarebbe il regalo più bello di questo fine stagione.[12]
  • Come se i colpevoli fossero sempre gli altri[13], come se le responsabilità non spettassero mai a noi, come se il potersi trovare in una situazione favorevole non fosse mai frutto del merito ma sempre e solo della fortuna sfacciata o del caso, come se ammettere che gli avversari sono stati più bravi fosse uno smacco inaccettabile per il nostro ego, come se per nascondere le nostre insicurezze e fragilità avessimo sempre bisogno dell'alibi, come se sapere se ci sono due omosessuali in nazionale fosse l'unico interesse del paese, come se, alla fine di questi giorni di caccia alle streghe, si scoprisse che all'estero sono migliori di noi... vabbè... come se questi pensieri servissero a qualcosa... Pensiamo a noi e cerchiamo di vincere, il resto è aria fritta, discorsi da bar, congetture da mediocri, argomentazioni da perdenti...[14]
  • Mamma mia... sic transit gloria mundi... è da due giorni che si parla solo ed esclusivamente di "biscotto"[13], biscotto di qua, biscotto di là, biscotto di su, biscotto di giù... come se avessimo già vinto la partita con l'Irlanda, come se gli altri non avessero il sacrosanto diritto di sentirsi offesi da tali illazioni, che appartengono solo ed esclusivamente a noi, ... come se gli altri non avessero il privilegio di pensare che Trapattoni con l'Irlanda potrebbe avere un occhio di riguardo nei confronti nostri (cosa assolutamente da escludere), come se la cultura del sospetto appartenesse solo a noi e noi fossimo gli unici a poterla esercitare, come se pareggiare fosse uguale a fare 2-2, come se accontentarsi di un risultato (che soddisfa entrambi) negli ultimi 20 minuti fosse uguale a mettersi d'accordo.[14]
  • Viaggiare è più bello che arrivare, battersi è più bello che vincere.[15]
  • Troppo spesso siamo assuefatti e intorpiditi dalla negatività che ci circonda, troppe volte siamo rassegnati ad un destino che gli altri ci vogliono assegnare, quasi sempre smettiamo di sognare una volta raggiunta l'età della maturità o una volta raggiunta una certa posizione e un lavoro che ci da indipendenza ma non stimola la nostra fantasia e i nostri sensi. [...] senza sogni non si vive, si sopravvive... senza sogni non sei il protagonista della tua vita ma sei solo una scolorita figura che ha accettato rassegnato la propria esistenza, senza squilli, senza sussulti, senza vita...[16]
  • Io sono sempre ottimista, positivo, felice. A volte non mi va di dimostrarmi tale in pubblico, però quando sono nello spogliatoio e con i compagni sto bene. Quella è la mia forza e quando sono in campo nulla e nessuno potrà condizionarmi.[17]
  • Il calcio giocato è sicuramente la miglior medicina per il calcio stesso.[18]
  • Io credo che bandiera o non bandiera bisogna vedere come ci si comporta, perché se uno sta tanti anni in un posto e non dà l'esempio con i comportamenti, magari per altri può essere una bandiera e invece non è così.[19]
  • Le polemiche a me non sono mai piaciute perché fanno emergere un lato di noi addetti ai lavori molto netto che è quello dell'incoerenza. Indubbiamente è capitato in due situazioni che la Juve tramite un errore umano ha tratto vantaggio in una partita, ma ogni volta che queste cose accadono alla Juve si scatena un pandemonio mediatico esasperato che è ingiusto nei confronti della società e dei giocatori ed è ingiusto anche perché ho l'impressione che la Juve diventi lo scudo e l'alibi per gli eterni incompiuti, per chi non vince mai.[19]
  • Vorrei leggere su wikipedia, accanto al nome di Gianluigi Buffon, che ha vinto una Champions.[20]
  • [Su Mario Balotelli] Tutti cercano di metterlo in difficoltà sul piano nervoso. È un giocatore straripante e fondamentale per noi, e quindi cercano di fermarlo in un altro modo.[21]
  • [Su Antonio Conte] I meriti del nostro allenatore per questi due anni e mezzo di percorso sono incredibili e non si sa, fino a quando non ci sarà una controprova, quale sia stato effettivamente il suo merito e quali i meriti nostri. È stato bravissimo a saperci stimolare, pungolare, ad averci dato un gioco e un'identità molto precisa.[22]
  • È l'alibi migliore per chi non vince; dire che la Juve è davanti perché si comporta in maniera scorretta è una giustificazione da dare ai tifosi. La Juve è come il maggiordomo: sempre colpevole.[23]
  • [Dopo la morte di Tito Vilanova] Certe facce trasmettono durezza ma anche lealtà... Non ti ho conosciuto, ma mi porterò dietro questa bella impressione...[24]
  • [Sull'elezione di Carlo Tavecchio come presidente della FIGC] Mi hanno preoccupato le modalità attraverso cui si è arrivati all'elezione: a volte triviali, altre pittoresche, altre deliranti. Tavecchio lo conosco e non credo sia corretto denigrare in maniera forte attraverso i giornali. Mettiamola così: se ha 71 anni avrà grande esperienza.[25]
  • Non ho mai guardato agli altri per emularli o superarli. Gli obiettivi li ho sempre posti per me stesso, per cercare di essere felice, per scrivere pagine importanti per il calcio. Io ho cominciato molto prima di Zoff. Se arrivo a 40 e non a 41 è lo stesso.[25]
  • [Su Gianluigi Donnarumma] Può fare una carriera straordinaria, deve pensare a crescere con la calma necessaria per non farsi mettere pressione tra i grandi, anche se già il fatto di scendere in campo a 16 anni con la maglia del Milan e di reggere l'onda d'urto in un contesto dalle alte pressioni anche mediatiche, è un segnale di enorme grandezza. Ha debuttato un anno più giovane di me: i segnali convergono tutti nella stessa direzione, a questo punto starà a lui. E le prime partite suggeriscono che potrà fare una carriera straordinaria. Io glielo auguro con tutto il cuore, perché queste sono tra le emozioni più belle che può regalarti la vita.[26]
  • Vincere la depressione è stata la miglior parata della mia vita.[27]
  • [Riferito alla porta] Avevo 12 anni quando ti ho voltato le spalle. Rinnegai il mio passato per garantirti un futuro sicuro. Una scelta di cuore. Una scelta d'istinto. Proprio nel giorno in cui ho smesso di guardarti in faccia però, ho cominciato ad amarti. A tutelarti. A essere il tuo primo e ultimo strumento di difesa. Ho promesso a me stesso che avrei fatto di tutto per non incrociare più il tuo sguardo. O per farlo meno possibile. Ma ogni occasione è stata una sofferenza, dovermi voltare per rendermi conto di averti deluso. Ancora. Ancora una volta. Siamo sempre stati opposti e complementari, come Luna e Sole. Costretti a vivere uno accanto all'altro senza mai potersi sfiorare. Compagni di vita a cui viene negato il contatto.[28]
  • [Su Johan Cruijff] L'unico che poteva dare lustro ad un semplice 14, capace di far germogliare calcio dove non ce n'era traccia.[29]
  • [Gaffe nel 2016] Non sono felice di come vadano le cose attualmente. In Italia non si vince la Champions da quando il Milan non la conquistò contro il Liverpool nel 2007.[30][31]
  • [Dopo la sconfitta ai rigori contro la Germania, costata l'eliminazione dagli Europei 2016] È stato tracciato un solco importante e c'è da proseguire su questa strada perché abbiamo fatto il massimo che potevamo fare e stava bastando. Con un grande gruppo nulla diventa impossibile. Conte ci ha fatto i complimenti perché è stato orgoglioso di aver allenato uomini come noi. Abbiamo dato l'anima per cercare di conseguire questo sogno. È dura perdere in questo modo, uno shock.[32]
  • Le ‪Olimpiadi‬ per me sono sempre state una competizione fuori dal tempo. Un'oasi di felicità ed entusiasmo fatta di scherma, atletica, nuoto, tuffi, box, judo, ciclismo, volley, canoa...[33]
  • Con le mani i neonati cercano il seno della madre. Con le mani i padri allacciano le scarpe ai figli. Da bambino guardavo le mani dei miei genitori e ricordo il lavoro, la fatica e il sacrificio. Oggi guardo le mie mani e ci vedo dentro tutti i miei sogni, realizzati e non. Con le mani si abbraccia chi si ama. Con le mani ci rialza da terra dopo essere caduti. Con le mani si scava tra le macerie dopo un terremoto. Con le mani si chiede aiuto. Ho visto mani stringersi per la gioia, mani che accolgono, mani che pregano e mani che respingono. Con queste mani, le mie mani, ho combattuto e sono diventato grande. Ho vinto e perso. Ho superato limiti e sfidato l'impossibile. Ho parato palloni e paure. Le ho tese nella continua speranza di arrivare dove gli altri si erano arresi. Ho spinto chi non aveva il coraggio di buttarsi. Ho cercato di trattenere chi voleva andar via.[34]
  • [Mario Mandžukić] È un gorillone aggressivo, di quelli che non cadono mai, con le mosche sotto il naso.[35]
  • Nella mia carriera è stata molto importante anche la famiglia in cui sono cresciuto, i valori che mi hanno trasmesso, e il modo di saper gestire il successo. Avere avuto una famiglia di sportivi di alto livello mi ha senza dubbio facilitato il compito, aiutandomi a non esaltarmi nei momenti di grande euforia ed a reagire nei momenti di difficoltà.[36]
  • La sensazione è che noi abbiamo un atteggiamento diverso, più convinzione quando giochiamo determinate gare in questi palcoscenici. Loro, come naturale che sia, hanno un pochino di fame in meno che li rende più umani. Altrimenti non ci sarebbe spiegazione, perché una squadra come il Barcellona vincerebbe tutti gli anni tutte le partite, sono i più forti per distacco. Invece in 12 anni hanno vinto solo tre Champions, questo perché, non dal punto di vista tecnico o tattico, qualcosa è venuto meno. E questo è un dato fondamentale e imprescindibile per noi, per quelle che sono le caratteristiche della Juventus. Non saremo mai come il Barcellona o il Real Madrid, per vincere dovremo sempre sbatterci e sudare le cose più degli altri. Ma, probabilmente, la gratificazione, nel momento in cui raggiungi un obiettivo, è molto più grande.[37]
  • Ho fatto un rapido calcolo: ho iniziato con giocatori nati nei primi anni 60, finirò con i 2000. In un certo senso ho attraversato quattro decenni, cercando di esserci sempre e non soccombere mai. E il mio orgoglio più grande è quello di esserci riuscito.[38]
  • I morti sono morti e non rompono i coglioni a nessuno. Vanno lasciati in pace e vanno rispettati, fossero anche i nemici ed i rivali più acerrimi che uno possa avere. Perché i morti hanno mogli, figli e nipoti e dar loro una seconda atroce sofferenza, oltre quella che hanno già patito, è disumano. W la rivalità.... W lo sfottò..... W il campanilismo..... W la sportività.... W la vita nella pienezza dei suoi sentimenti, alcuni nobili, altri magari un po' meno. Ma quando si scrivono frasi indecorose o inopportuni striscioni, probabilmente senza piena consapevolezza, si è più morti dei morti. Mi provoca ribrezzo e rabbia sentire torturare ancor oggi i nostri 39 angeli dell'Heysel: non macchiamoci delle stesse colpe. Siamo uomini. Dobbiamo distinguerci se vogliamo seminare qualcosa di duraturo e costruttivo per l'umanità che arranca. Non accontentiamoci d'essere mediocri e vili solo per rifarci di uno sgarbo subito.[39][40]
  • La prima parola che penso dopo ogni vittoria è «domani». Sono orgoglioso dei trofei conquistati. Sento di essere un uomo del mio tempo. Ma è quello che ancora mi attende a tenermi vivo e in continuo movimento. Dalla vita ho avuto più di quanto ho desiderato. Certamente più di quanto ho chiesto. Davanti a un nuovo traguardo, di fronte a un ulteriore obiettivo centrato ho sempre la consapevolezza di aver dato il massimo e la sensazione di aver ricevuto - se possibile - ancor di più. Un retrogusto di costante riconoscenza alla vita che mi costringe a essere un inguaribile ottimista e che mi spinge ad andare sempre oltre: oltre me stesso, oltre le vittorie, oltre il limite.[41]
  • [Dopo la vittoria della Juventus del campionato italiano 2016-2017] Sono sei scudetti consecutivi ma anche dieci in carriera. Sì, dieci. Non mi vergogno a dirlo. Li ho vinti tutti. Sul campo. Accanto a campioni di cui, mentre scrivo, rivedo volti, fatica e sorrisi. La Federazione, Wikipedia o la Lega dicono che sono otto. Io non discuto arbitri, giudici e leggi. Ma nessuno può negarmi il diritto di sentirli tutti miei [...]. Nessuna polemica quindi. Nessuna volontà di riaprire capitoli passati. Solo l'orgoglio per quanto ho costruito, vinto e conquistato sul campo. Mai solo. Sempre in squadra![41]
  • [Sull'introduzione del Video Assistant Referee nella Serie A] Così non mi piace, se ne sta facendo un uso spropositato e sbagliato. Parto dal presupposto che bisogna liberare gli arbitri dal mostro, anche per poter valutare serenamente la bravura di un direttore di gara che si deve prendere la responsabilità delle decisioni in base alle percezioni del campo. Secondo me si sta facendo un uso spropositato del Var, sbagliato. Si diceva che andava utilizzato con parsimonia, in modo giusto e utile. E invece così sembra di giocare a pallanuoto, è qualcosa di molto brutto. Anche perché nel calcio non tutti i contatti sono da rigore. [...] Lo dico mio malgrado, da portiere di una squadra che vince e attacca spesso, quindi mi do la zappa sui piedi. Lo scorso campionato abbiamo avuto tre rigori a favore, quest'anno arriveremo a cinquantacinque, ma questo non è più calcio, diventa pallone da laboratorio. Tra l'altro in questo modo non conosceremo mai l'effettivo valore di un arbitro: se fossimo tutti più sereni, obiettivi e accettassimo gli errori, vivremo con più umanità tutti i risultati. [...] [Il Var] È uno strumento che, adoperato con parsimonia, può dare ottimi risultati e fare il bene del calcio. Ma così non mi piace, è brutto.[42]
  • [Su Lionel Messi] Quando ci giochi contro e vedi la cattiveria e la rabbia con la quale fa determinati movimenti, con la quale prepara il tiro e scaglia il pallone, capisci che si tratta di un giocatore di un'altra categoria. Quando calcia uno come lui [...], ti accorgi che il peso della palla è diverso rispetto a quella calciata da un giocatore "normale".[43]
  • [Su Rodrigo Bentancur] È un giocatore che fa diventare semplice e fluida ogni palla ed ogni giocata, questo significa che Madre Natura gli ha dato qualcosa di diverso da tutti gli altri.[43]
  • Ciao caro Asto, difficilmente ho espresso pubblicamente un pensiero riguardo una persona, perché ho sempre lasciato che la bellezza e l'unicità di rapporti, di reciproca stima e affetto, non venissero strumentalizzati o gettati in pasto a chi non ha la delicatezza per rispettare certi legami. Nel tuo caso, sento di fare un'eccezione alla mia regola, perché hai una moglie giovane e dei familiari che staranno soffrendo, ma soprattutto la tua piccola bimba, merita di sapere che il suo papà era a tutti gli effetti una PERSONA PERBENE... una GRANDE PERSONA PERBENE... eri l'espressione migliore di un mondo antico, superato, nel quale valori come l'altruismo, l'eleganza, l'educazione e il rispetto verso il prossimo, la facevano da padroni. Complimenti davvero, sei stata una delle migliori figure sportive nella quale mi sono imbattuto.[44]
  • [Riferendosi all'arbitro Michael Oliver dopo Real Madrid-Juventus 1-3 del 12 aprile 2018] Non sto a sindacare ciò che ha visto l'arbitro. Era sicuramente un'azione dubbia. E un'azione dubbia al 93', dopo che all'andata non ci è stato dato un rigore sacrosanto al 95', non puoi avere il cinismo per distruggere una squadra che ha messo tutto in campo. Ti ergi a protagonista per un tuo vezzo o perché non hai la personalità adatta. Un essere umano non può fischiare un'uscita di scena di una squadra dopo un episodio stradubbio: al posto del cuore hai un bidone della spazzatura. Devi avere la sensibilità del momento, altrimenti te ne stai in tribuna a mangiare le patatine. E mandi qualcun altro, dicendo "io non ce la faccio ad arbitrare certe partite". È una questione di sensibilità che deve albergare in ogni uomo. Ha preso una decisione da animale.[45]
  • La Juventus, forgiata dal genio calcistico e dalla visione di tanti campioni, ha trovato nella famiglia Agnelli un faro costante di guida. Con ogni trionfo e sfida, la famiglia ha dimostrato un amore incondizionato per i colori bianconeri, trasformando sogni in realtà. Un viaggio di un secolo, intrecciato di passione, dedizione e vittorie senza tempo.[46]

Dall'intervista di Gabriella Mancini, La Gazzetta dello Sport, 25 settembre 2006.

  • [...] il campionato [di Serie A] sarà vero quando tornerà su la Juventus.
  • [Sull'annata in Serie B] Non ero abituato alla domenica senza pallone ma ho fatto in fretta a cambiare i ritmi.
  • [Durante la stagione in Serie B] Sono più impegnato quest'anno che in Serie A: due o tre parate le faccio sempre, in passato la palla la toccavo ancora meno.

Citato in gazzetta.it, 30 maggio 2012.

  • [Rivolgendosi ai giornalisti] Frequentate il calcio da millenni, ma poi avete la forza di fare certe paternali... Io non devo dire quello che volete voi giornalisti. Quando tocchi certi argomenti per voi non è mai il momento giusto. Ma invece credevo che andasse fatto un distinguo tra comportamenti anche discutibili, ma non certo paragonabili a organizzazioni truffaldine, criminali. Come possono essere paragonati episodi tanto diversi? Ma quello che interessa è mettere qualcuno alla gogna...
  • Se è vero che gli inquirenti vogliono parlarmi dovete dirmelo voi. Tanto lo sapete prima voi. Ditemelo voi, che sapete tutto sempre prima degli interessati. Ho piena fiducia che un pm possa fare realmente giustizia. Non c'è niente di peggio che speculare sulla vita delle persone.
  • Dopo sei anni vinco lo scudetto e diventa un campionato virtuale? Ma se gli episodi sono riferiti al passato mi sembra un campionato senza ombre, no? Anche qui però ci possono essere colpe molto gravi o molto relative. È giusto, di nuovo, fare un distinguo.
  • Il punto in cui è adesso il calcio mi ha sorpreso. Mai avrei pensato ci si potesse spingere a tanto. Se si fermasse il calcio, l'80, 85% dei calciatori onesti sarebbe penalizzato.
  • De Rossi ha detto "Adesso è peggio del 2006". Se sono d'accordo? Sì, questo coinvolge tutto il sistema calcistico, quello principalmente una società [la Juventus].
  • [Sull'Europeo 2012] Vogliamo vincere, o in ogni caso ritagliarci un ruolo da protagonisti. Ma non diciamo per favore, nel caso di risultati positivi, che le polemiche fanno bene. È solo stucchevole...

(EN) fifa.com, 6 maggio 2013.

  • [Fino a 14 anni hai giocato come centrocampista difensivo. Conta la leggenda che fu la performance del portiere del Camerun Thomas N'Kono in Italia 1990 che ti ha spinto ad essere un portiere. È vero?] Sì lo è. Fu Thomas N'Kono ed i suoi spettacolari salvataggi che mi fece innamorare con la posizione. Divenne rapidamente il mio eroe e ho chiamato il mio figlio Louis Thomas in suo onore. Dopo che era nato N'Kono mi chiamò per congratularmi.
[Up until the age of 14 you played as a defensive midfielder. Legend has it that it was the performances of Cameroon keeper Thomas N'Kono at Italy 1990 that made you want to be a goalkeeper. Is that right?] Yes it is. It was Thomas N'Kono and his spectacular saves that made me fall in love with the position. He quickly became my hero and I called my son Louis Thomas in his honour. After he was born N'Kono called to congratulate me.
  • [È una grande parata tanto importante quanto un gol?] Onestamente penso che sì. I portieri sanno che è difficile per loro di compensare eventuali errori che potrebbero commettere. È una posizione che richiede concentrazione totale. Non si può mai permettersi di rilassarsi.
[Is a big save as important as a goal?] I honestly think it is. Goalkeepers know that it's hard for them to make up for any mistakes they might commit. It's a position that demands total concentration. You can never afford to relax.
  • [Qual è la parata più importante che abbia mai fatto nella tua carriera?] È molto difficile sceglierne una in particolare. Per fortuna ho avuto alcune, anche se penso che quella che feci a Zinedine Zidane nella finale di Coppa del Mondo del 2006 in Germania è stata probabilmente la più decisiva.
[What's the most important save you've ever made in your career?] It's very hard to pick one out in particular. Luckily, I've had quite a few, though I think one I made from Zinedine Zidane in the Final at the 2006 World Cup in Germany was probably the most decisive.
  • [Hai fatto quasi 800 presenze a livello di club e di 126 per il tuo paese. Quale allenatore ha avuto il maggiore impatto su di te e hai capito meglio di chiunque?] Io non voglio essere noioso, ma penso che ogni allenatore ha avuto un impatto decisivo sulla mia carriera. Devo dire, però, che Antonio Conte è sicuramente il miglior allenatore con cui ho lavorato. In un breve lasso di tempo è riuscito a infondere nuova vita in una squadra che in due stagioni non ha saputo fare di meglio del settimo posto. E lui fu subito vincente.
[You've made nearly 800 appearances at club level and 126 for your country. Which coach has had the biggest impact on you and has understood you better than anyone?] I don't want to be boring but I think every coach has had a decisive impact on my career development. I have to say, though, that Antonio Conte is definitely the best coach I've worked with. In a short space of time he's managed to breathe new life into a team that in two seasons could do no better than seventh place. And he was a winner straightaway.
  • [Cosa significa la Juventus per te?] Una vita di successo, lotta ed impegno. È una famiglia in cui sono cresciuto e ha aiutato gli altri a crescere. È una sorta di vita scelta, un modo di vita.
[What does Juventus mean to you?] A life of success, struggle and commitment. It's a family I've grown up in and helped others to grow in. It's a kind of life choice, a way of life.

Dall'intervista di Walter Veltroni, corrieredellosport.it, 23 aprile 2016.

  • [...] la mia folgorazione per questo ruolo la ebbi durante i mondiali in Italia del 1990. Avevo dodici anni e mi innamorai non di Maradona o di Lineker e neppure di Roger Milla ma di Thomas N'Kono, il portiere del Camerun, che allora aveva già trentaquattro anni ma entrò nei miei sogni e condizionò la mia vita. È involontario merito suo se sono arrivato dove sono arrivato. Era un portiere che usciva dagli schemi, faceva delle respinte di pugno fantastiche, cose che noi non eravamo abituati a vedere. Insomma fu amore a prima vista per N'Kono ma, soprattutto, per il suo ruolo.
  • Se sono in palio i tre punti, se è una partita importante il tuo pensiero, anche quando attacca la tua squadra, è tutto concentrato sull'azione, sulla previsione, quasi geometrica, di quali potrebbero essere le insidie di un improvviso rovesciamento di campo. Ma quando la partita ha un risultato certo o è meno importante di altre il portiere, quando la palla è lontana, pensa ai casi suoi, ai suoi problemi di vita quotidiana. È assorto, spesso guarda il pubblico, ma la sua testa è lontana. Questa è la verità, vera. Ma un buon portiere non si distrae, quando si ha bisogno di lui.
  • [Sulle doti essenziali per un portiere] In primo luogo la sicurezza che sai trasmettere agli altri, alla tua squadra. La devi trasmettere anche a prescindere da quella che hai davvero dentro di te. Anche se tu non sei sicuro devi far intendere agli altri che hai il controllo della situazione e che loro possono confidare su di te. Un portiere insicuro fa una squadra insicura. E poi serve solidità mentale. È la condizione per durare molto e sbagliare poco. Se ci pensa, tutti i grandi portieri hanno avuto carriere lunghe.

Dalla presentazione del libro Oltre la crisi; citato in Gianluca Oddenino, lastampa.it, 19 dicembre 2016.

  • Ho perso poco nella mia vita, ma le sconfitte mi hanno insegnato più delle vittorie. Quando perdo, spesso mi focalizzo sulla bravura dell'avversario e sugli errori che ho commesso. È un modo corretto per non cercare alibi e diventare uomini che si prendono le proprie responsabilità. Non va bene giustificarsi dicendo che il rivale è stato fortunato o ha avuto un aiuto: sono scuse che non fanno crescere. Io ho fatto tanti errori e ne sono consapevole, alcuni di questi erano anche vergognosi, ma sono umano e ho il diritto di sbagliare.
  • Ognuno di noi deve trovare una via d'uscita al pessimismo e se te la cavi da solo, ti sentirai molto più sicuro. Io, però, non voglio educare le persone: quello lo devono fare i genitori. In campo posso avere comportamenti giusti e sbagliati, ma questi possono essere uno spunto per discuterne e non devono essere un modello. Il confronto tra le persone aiuta a crescere e ad accettare i propri limiti.
  • A 13 anni ero solo a Parma, mi piaceva divertirmi e trascinavo gli altri. Una sera, ad una festa, avevo un po' bevuto e un mio caro amico mi viene vicino tutto esaltato e mi dice: "In tasca ho 5-6 pastichette". Io pensavo avesse mal di testa, ma quando me ne mette una di queste in bocca, io la sputo. Ecco, in quel momento ho scelto: con la mia personalità e il mio carattere. Magari non sarebbe successo nulla, ma io lo ritenevo insano e stupido: sapevo divertirmi da solo, senza avere dipendenze. La cosa si è chiusa lì, ma tre anni dopo quel mio amico è morto per overdose di pastichette. Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho capito che la colpa era solo sua e io volevo vivere.
  • Quando smetterò [...], mi porterò dietro la certezza che nulla è mai scontato e niente è impossibile nella vita. I sogni vanno coltivati e sono la cosa più bella del mondo se trovi una sintonia con te stesso e parli con onestà, se ci metti passione e voglia di soffrire. Se uno rinasce dopo la sconfitta, la vita ti dà squarci di vita e di sole bellissimi.
  • A 31 anni ho avuto un'operazione alla schiena molto delicata e molti mi dicevano che non avrei giocato più. Sono passati quasi otto anni e mi sento fortunatissimo, perché mi sono tolto grandi soddisfazioni. Ho avuto la costanza e la voglia di stupire anche me stesso. Però non credete alla gente che non ha paura: io dopo 22 anni di carriera, in certe partite ho paura. Temo di sbagliare e deludere, ma trovare il coraggio per battere la paura ti fa dare il massimo. Io lo dico sempre ai miei compagni di squadra, soprattutto ai più giovani.
  • Ho coronato quello che era il mio sogno di bambino: volevo questo e l'ho ottenuto. Sono emozioni totalizzanti e per questo non ho paura nella vita, al massimo ho paura per gli altri. Posso temere di non essere stato un bravo papà, ma con il tempo le cose si sistemano. Ho sempre avuto coraggio nelle scelte e credo di poter sempre dimostrare la bontà di quel che ho fatto.

Da un'intervista a Kicker; citato in sport.sky.it, 20 marzo 2017.

  • Da anni mi chiedo cosa mi spinga ancora a giocare. Questa battaglia interiore mi porta forti motivazioni. Se avessi vinto la Champions sarei svuotato, il fatto di non averla ancora vinta mi sprona.
  • Un portiere deve essere masochista. Come ruolo può essere paragonato all'arbitro. Ha il potere di comandare ma può solo subire gol, non può segnare, e deve sopportare offese continue. La psicologia dovrebbe studiare questo ruolo così contraddittorio. Per me fare una papera è uno shock. Ci metto giorni a riprendermi. Invidio chi ne commette di più. Lo shock non è così grande.
  • [Sulla depressione che lo colpì anni prima] Fu fondamentale non prendere medicine. Rimasi artefice del mio destino, senza dipendere dai farmaci.

Dall'intervista di Paolo Tomaselli, corriere.it, 31 dicembre 2018.

  • [«Come fa un campione a non sedersi?»] Se la vita è stata benevola nei tuoi confronti e ti ha dato qualità fuori dal comune, non ti devi accontentare di essere uno dei tanti, ma il numero uno. Non so se sia fuoco, ambizione o amor proprio. So che non mi va di sprecare tempo, perché nulla è impossibile nello sport.
  • [Sugli italiani] Ho una sorta di tenerezza verso i nostri difetti. Siamo un popolo bello, anche se incoerente, impulsivo, a volte insensato: se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo che cosa vengano a fare...
  • [Sulle sue letture] Montanelli, la Fallaci, ma anche Giorgio Bocca [...] sono persone che sono state anche attaccate duramente, perché in Italia non si riconosce la differenza tra i grandissimi e quelli che hanno meno qualità. Sono stati degli esempi e non possiamo perdere questo patrimonio: non esiste che i ragazzi di oggi non li conoscano. Come vuoi che possano alimentare la curiosità politica, ideale, umanistica? I punti di riferimento non possono mancare.

Dall'evento "Campioni sotto le stelle" al Forum di Biella; citato in ilmessaggero.it, 10 febbraio 2024.

  • La Juve è stata la mia vita calcistica, ho dei ricordi bellissimi di una crescita sia dal punto di vista umano che sportivo. L'universo Juve manda a soqquadro le tue certezze, però nel momento in cui riesci a farlo tuo non ti mollerà mai.
  • Quella maglia dell'Italia è stata la soddisfazione più grande. Rappresentare l'Italia voleva dire mettere d'accordo tutti. Il mio obiettivo era concludere con il Mondiale, sarebbe stato il sesto, ma purtroppo la vita non ha voluto. Non sono neanche arrabbiato. Mi piacciono il bianco o il nero o il bianco e nero insieme. Ho lasciato a 40 anni perché dietro c'era un portiere molto forte come Donnarumma, mi sembrava la cosa più logica.
  • [Sulla mancata vittoria della UEFA Champions League] Non è mai stata una ferita per me, ma piuttosto lo stimolo per battermi ogni anno per qualcosa di estremamente grande. Se poi devo fare un discorso generale che tocchi il mondo Juve, compagni e dirigenti, mi è dispiaciuto tanto per loro e per i tifosi che da trent'anni più o meno aspettano questa coppa. Per me giocare in Champions era una gioia già quello, vincerla sarebbe stato la chiusura di un cerchio, ma non mi interessa.
  • Nella mia squadra dilettantistica giocavo centrocampista, ma con amici mi cimentavo anche da portiere e di tanto in tanto mi riuscivano cose fuori dal comune. Questa cosa l'aveva osservata bene mio padre. Solo che a me piaceva fare goal, esultare, determinare la partita e quando sei bimbo determinarla significa fare goal, non evitarlo. Ho deciso di fare il portiere dopo l'infatuazione per N'Kono, ma all'inizio doveva essere solo un prendersi un anno di riposo e soddisfare una curiosità.
  • Mi piace pensare che la mia imperfezione dia agli altri un'idea di umanità e mi renda vicino alla gente. Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto quando ero giovane. Quello di cui vado meno orgoglioso è di essermi comprato a 18 anni il diploma, non lo rifarei perché c'è una nota di scorrettezza e scorciatoia e io non sono mai stato uno da scorciatoie.
  • Ho deciso di smettere nel momento esatto in cui a Cagliari mi sono stirato il polpaccio nello spareggio playoff. Era la seconda volta in un anno e ho capito che era meglio fermarsi. Sono infortuni che a una certa età si ripetono nel tempo e con questa discontinuità, tra l'allenarsi e trovare la routine, ho sentito che mi divertivo ancora sì, ma non giocando a singhiozzo.

Intervista di Aldo Cazzullo, corriere.it, 19 novembre 2024.

  • Non avevo ancora compiuto 15 anni. Fui convocato con la Under 16 per giocare a Edimburgo, contro la Scozia. Era la prima volta in uno stadio britannico: gli spalti in legno, tifo indiavolato, un muro di trentamila persone addosso. Nebbia. Ero in panchina. Si mise a nevicare. Prato tutto bianco. Il mister mi chiamò: "Buffon, tocca a te".
  • [...] da bambino passavo l'inverno in Friuli dai nonni. I miei avevano già due figlie, lavoravano, non potevano badare a me. I primi ricordi sono i campi innevati. Mi piaceva l'idea di questo velo bianco che ridava purezza a tutto. Così mi ci tuffavo dentro. Non sapevo che a tuffarsi nella neve ci si bagna.
  • C'è qualcosa di masochista, nel portiere. I campi della mia giovinezza erano gli stessi degli anni 70: l'area dura come il cemento. I vecchi portieri li riconosci dalle mani ferite, dai fianchi dolenti, dalle tante volte che sono caduti fino a sanguinare. Ho avuto un solo procuratore nella vita, Silvano Martina. E l'ho scelto perché aveva le mani piene di cicatrici. Mani da portiere.
  • Il portiere parla da solo. Parla con i suoi guantoni. Soprattutto, ho sempre avuto una buona dose di strafottenza. Senza di quella, non sarei sopravvissuto.
  • [Parlando del suo esordio in Serie A nel 1995] Nel sottopassaggio incrociai gli sguardi di Weah, Boban, Costacurta, Baresi. A un certo punto sentii una pacca sulla spalla. Era Paolo Maldini, che mi incoraggiava. Anche lui aveva esordito in A da ragazzino: sapeva cosa voleva dire. Non ho mai dimenticato quel gesto. Paolo Maldini non è stato soltanto un calciatore immenso; ha le due qualità che ammiro di più in un uomo, lealtà e coraggio.
  • Avevo il complesso di non essermi diplomato. Mi sentivo in colpa verso i miei genitori, volevo iscrivermi all'università. Stavo facendo un massaggio defatigante, e i due massaggiatori, due Lucignolo, mi dicono che ci pensano loro, che tutti i calciatori fanno così... Insomma, mi procurarono un diploma falso. Un'ingenuità incredibile. Che ho pagato.
  • Di sicuro non sono fascista, tanto meno razzista. [...] Sono un anarchico conservatore. Carrara, la mia città, è terra di anarchici. Credo profondamente nella libertà, e ho pagato un prezzo per questo. Abbraccio i giornalisti, ma non ho mai cercato la loro complicità. E i giornali, i social, contano molto nel nostro ambiente.
  • Avevo un'offerta dal Barcellona come secondo portiere: l'idea di giocare con Messi, dopo CR7, mi piaceva. Un giorno però stavo guidando, e alla radio danno una canzone di Jovanotti che ho amato molto e non sentivo da dieci anni: "Bella". Alzo lo sguardo, e vedo il casello di Parma. Un segno. Chiudere dove tutto era cominciato.
  • [Parlando di Cristiano Ronaldo] Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto: confidenze, giudizi sulle nuove leve. Vedevo in lui una grande forza e anche una fragilità, legata all'assenza del padre, al percorso duro che ha dovuto affrontare.
  • Francesco è un cavallo di razza: va amato e protetto.
  • [Luciano Moggi] Una persona simpatica e controversa, un dirigente che ha sempre avuto successo, un carismatico che teneva a distanza i calciatori ma li sapeva prendere.
  • [Parlando dell'espulsione di Zidane dopo la testata rifilata a Materazzi in occasione delle finale del campionato mondiale di calcio 2006] Richiamai l'attenzione dell'arbitro, perché temevo che Marco non si rialzasse. Avevo appena parato un colpo di testa di Zidane che pareva una sassata: per poco non mi piega la mano. Soltanto dopo trenta secondi ho realizzato, non lo nego, che l'espulsione dell'avversario più forte sarebbe stata un vantaggio.

Da un'intervista a Cronache di Spogliatoio; citato in Alessandra Stefanelli, tuttojuve.com, 10 dicembre 2024.

  • Ho una stima enorme in Thiago Motta, l'ho avuta da giocatore, l'ho avuta come persona e ce l'ho anche da allenatore [...]. Io vedendo il physique du role, come ha passato determinati momenti difficili e come li ha gestiti, seppur in piazze piccole [...], per me Thiago Motta non può non diventare un allenatore da grande squadra. [...] penso che abbia qualcosa di buono da trasmettere e abbia anche un passato da giocatore che lo rende abituato a stare in certi posti e a gestire determinate pressioni.
  • Conoscendolo adesso da vicino devo dire che Spalletti mi sarebbe piaciuto averlo perché mi ci ritrovo tanto in certe sue considerazioni, in certi suoi pensieri e nel suo coraggio. A volte come dice lui "ha fatto casino", ma ha sempre dimostrato coraggio e di voler dare al gruppo la predominanza sul singolo. Questo è sinonimo di una persona che lotta per un'uguaglianza, che nel calcio non ci può mai essere fino in fondo perché ci sono i campioni e i meno campioni, come in tutti i lavori, ci sono gli architetti e gli operai.
  • [Su Mario Mandžukić] Lui era particolare. Il primo giorno gli dettero un armadietto in mezzo allo spogliatoio e lui disse: "No good". Diceva solo questo. Si è messo in un angolino da solo… Ma era un finto burbero perché le sue caratteristiche erano chiare: altruismo, cuore d'oro. Era uno su cui potevi contare quando la gara cominciava a essere maschia, era molto positivo averlo dalla tua parte.
  • [Su Kylian Mbappé] Non si può discutere uno come lui. Eravamo in grande confidenza a Parigi, mi voleva bene e gliene volevo. All'epoca aveva del buono dentro, era un ragazzo sano. Se avesse avuto suggeritori vicino di un certo livello avrebbe potuto fare meglio di quanto fatto. Uno come lui, per le doti tecniche e fisiche, non ha limiti, il Pallone d'Oro è l'arrivo normale.

Attribuite

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  • Ragazzi, così non si va da nessuna parte, in Italia vinciamo perché gli altri si scansano, ma in Europa non succede e non succederà. In Italia le uniche due squadre che non si sono scansate ci hanno battuto. [Inter e Milan] Serve più personalità, più grinta, più voglia di aiutarsi, altrimenti ci complicheremo la vita in campionato e soffriremo in Champions League.[47]
Secondo la Gazzetta dello Sport Buffon avrebbe rivolto tali parole ai suoi compagni nello spogliatoio dopo la partita Juventus 2-1 Napoli del 29 ottobre 2016. La Juventus ha smentito l'articolo della Gazzetta con un comunicato: «Dopo verifiche interne si comunica che quanto scrive oggi la Gazzetta dello Sport nell'articolo dal titolo "E Buffon alza di nuovo la voce..." è falso, e ha l'unico obbiettivo di alimentare un pregiudizio denigratorio nei confronti della Juve, dei suoi tesserati e dei suoi tifosi». La Gazzetta, dal canto suo, ha confermato la veridicità dell'articolo facendo solo una precisazione: «In quanto al verbo "scansarsi" che ha generato molte reazioni, era usato esclusivamente per fare riferimento alla scarsa convinzione di vittoria da parte di altre squadre quando queste affrontano la Juve, a causa di una superiorità dei bianconeri che spesso viene inconsciamente riconosciuta dagli avversari».[47]

Citazioni su Gianluigi Buffon

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  • Ama il proprio lavoro, ma soprattutto ama la sfida: è uno a cui piace vincere le sfide, penso che abbia in testa dei traguardi straordinari e quindi trova motivazioni, trova stimoli. Poi ha questa capacità di essere leader senza esserlo [...] perché è il suo comportamento, il suo modo di affrontare determinati argomenti, con molta trasparenza, con il sentimento che prova e questa è una bella cosa, non è brutto. Tante volte associano certe dichiarazioni come segnali di debolezza, no, sono segnali forti, quando tu sei sincero e trasmetti quello che senti, puoi essere molto più convincente rispetto a tanti altri che si assumono come portatori della verità. (Cesare Prandelli)
  • Aver giocato nei suoi anni è stata una grande sfiga, ma anche la più grande fortuna. (Marco Amelia)
  • Buffon è il più forte del mondo, è il Messi dei portieri. (Christian Abbiati)
  • Buffon [...] è un campione che non ti aspetti; si mette subito al tuo stesso livello. (Federico Bernardeschi)
  • [Nel 2013] Buffon pareva vecchio, da buttare: così dicevano. Oggi è di nuovo santo. Io dico che Buffon è su un altro pianeta, uno così nasce ogni quarant'anni. Conta la forza, la continuità. E lui regge da più di 15 stagioni. (Emiliano Viviano)
  • [Dopo le dichiarazioni di Buffon sui pareggi di fine campionato 2011-2012] Buffon non rappresenta tutti i calciatori italiani, pensi a parare e a rappresentarci agli Europei. Lui deve parare più che parlare. (Massimo Cellino)
  • Di Buffon mi ha sempre colpito il contrasto tra la fragilità dichiarata fuori dal campo [...] e l'onnipotenza mostrata sul campo, dove non si capiva mai la fine del suo corpo e l'inizio dell'impossibile. Sapeva districarsi tra le pallottole e rimanere incolume, eroe di un fumetto animato. Fisicamente mostruoso, è stato tecnicamente diseguale, con un lato impreciso che ne esaltava la capacità di improvvisare nelle situazioni apparentemente definitive, nelle quali ormai, l'osservatore di parte, il comune mortale, si portava la mano sulla fronte per il segno della croce, che la fede è un sentimento a cui conviene cedere. (Alessandro Bonan)
  • Di Buffon mi meraviglia molto che alla sua età continui a giocare senza mai fallire. È un esempio a cui ispirarsi. (Rinat Dasaev)
  • Di solito durante una partita nessuno direbbe se il pallone è entrato in porta o no, dopo la gara però si deve ammetterlo. E chi lo fa è solo onesto. Buffon è anche capitano e portiere della Nazionale: credo che debba dare l'esempio e dimostrare onestà. (Zdeněk Zeman)
  • È la storia del calcio dentro e fuori dal campo. [...] Per la sua tranquillità in partita. Per la voglia di esserci sempre, in tutte le gare. Per la sua serietà in allenamento. Lo vedo in Nazionale: è l'ultimo a uscire dalla palestra e il primo a entrare in campo. (Gianluigi Donnarumma)
  • È un punto di riferimento per me ma anche per i portieri della mia generazione. Quando ho cominciato a giocare sognavo di diventare come lui ed ogni volta che lo affronto è sempre un piacere. (Iker Casillas)
  • [«Zoff o Buffon?»] Gigi è esploso prima, io sono maturato col tempo. Ma certo non mi sento inferiore. (Dino Zoff)
  • [Dopo aver superato il record d'imbattibilità di Dino Zoff in Serie A] Gigi è importantissimo per noi non solo in campo, ma anche negli spogliatoi, lo è come calciatore, capitano e uomo. Questo record arriva meritatamente per una persona che dimostra tutti i giorni la sua professionalità e che ha voglia di migliorarsi sempre. (Claudio Marchisio)
  • Gigi è un Maradona. Uno come lui nasce ogni cento anni. Però ha rovinato una generazione di portieri, perché di Maradona ce n'è uno e gli altri al suo confronto sembrano tutti normali. Gigi ha schiacciato con la sua classe e la sua bravura tanti portieri di talento. (Antonio Mirante)
  • Il classico fuoriclasse che può appartenere a ogni epoca. [...] La grandezza di Gigi sta in tutta la sua carriera: si è presentato a 17 anni da portiere straordinario e lo è ancora oggi. Durante questo periodo, ci sono stati dei portieri ai suoi livelli [...], ma nessuno ha avuto la sua regolarità. (Luca Marchegiani)
  • [Dopo le dichiarazioni di Buffon sul gol non convalidato al Milan in Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] Il mio portiere, il capitano della nazionale ha detto cose che si poteva risparmiare, che non sono esempio per i giovani. (Marcello Nicchi)
  • Io a Gigi posso insegnare come si perde; un giorno però spero di potergli insegnare anche come si vince. (Morgan De Sanctis)
  • La prima parola che mi viene in mente è leggenda. Ha fatto la storia della Juve e della Nazionale, come lui non c'è nessuno ed è il miglior esempio possibile da seguire. (Stefano Sturaro)
  • Le grandi squadre hanno bisogno di un leader di spogliatoio che incarni lo spirito della maglia: e, visto che siamo in Italia, se è italiano, meglio. Se è Buffon, è il massimo. (Massimo De Luca)
  • [Dopo la partita Juventus-Livorno 2-0 del 19 settembre 2009] Non ho mai visto nulla di simile. Buffon è il miglior portiere di sempre, giocatori come lui e Maradona sono irripetibili. Questa sera ha parato tutto. Abbiamo tirato da tutte le parti e lui c'era sempre. Non ci ha concesso nulla. (Aldo Spinelli)
  • Ormai è diventata una moda parlare di "nuovo Buffon". [...] Sinceramente non so se ci sarà un nuovo Buffon, considerando che Gigi è eccellente in tutto. (Luigi Di Biagio)
  • Trovare il nuovo Buffon è difficile, uno come lui è impossibile da imitare, è il Maradona dei portieri. (Emiliano Viviano)
  • Un pronostico per la partita? Non so, chiedetelo a Buffon: io vado solo in tabaccheria, è lui quello che passa in ricevitoria. (Zdeněk Zeman)
  • Vedere Buffon piangere dopo i playoff persi mi ha commosso. Non è giusto che un portiere che ha fatto la storia chiuda la carriera in nazionale così, potessi gli darei il mio Mondiale. Dovrebbe andarci al mio posto. Se chiedi a un bambino di disegnare la formazione ideale, il numero uno è lui. (Ivan Rakitić)
  1. a b Dall'intervista Buffon: passaporto per il successo, La Gazzetta dello Sport, 5 novembre 1997.
  2. Dall'intervista a Sky Sport dopo la partita Cagliari – Juventus 2-3 del 2 settembre 2007.
  3. Citato in Juve-Inter? Basta parlare di Calciopoli..., repubblica.it, 8 febbraio 2011.
  4. Citato in Totti: «Stupore e rabbia, io estraneo» Buffon: è un'Italia da piazzale Loreto, corriere.it, 8 giugno 2011.
  5. Citato in Pirlo si prende la Juve: è lui il colpo del mercato, tuttosport.com, 12 settembre 2011.
  6. Citato in Buffon: «Voglio meritare la Juve a vita», juventus.com, 24 dicembre 2011.
  7. Citato in Juventus, Buffon sull'arbitro Peruzzo: "Comportamento poco serio", tuttomercatoweb.com, 5 febbraio 2012.
  8. Citato in Massimiliano Nerozzi, Buffon: nessuno mi può giudicare, lastampa.it, 27 febbraio 2012.
  9. Citato in Elvira Erbí, Buffon: «Commosso per un legame che si è spezzato», Tuttosport, 14 maggio 2012, p. 2.
  10. Citato in Buffon: «Del Piero esempio per chiunque avrà la 10», tuttosport.com, 16 maggio 2012.
  11. a b Citato in Buffon: "Non temo per Conte Ogni tanto si fanno calcoli...", gazzetta.it, 25 maggio 2012.
  12. Citato in Euro2012: Buffon, "Baratterei 2-3 anni vita per vedere l'Italia in finale", agi.it, 8 giugno 2012.
  13. a b Le dichiarazioni risalgono agli Europei 2012. Le squadre nel girone dell'Italia sono Croazia, Spagna e Irlanda. Per via dei risultati delle prime due giornate, a Croazia e Spagna basterebbe un pareggio con 2 o più gol per qualificarsi entrambe, indipendentemente dal risultato dell'Italia. A causa di questa particolare situazione di classifica, molti giornalisti e personaggi televisivi italiani hanno ricamato più volte sull'ipotesi di un "biscotto", anche in riferimento a un episodio degli Europei 2004.
  14. a b Citato in Buffon e il biscotto, sfogo su Facebook: "Argomentazioni da perdenti", gazzetta.it, 16 giugno 2012.
  15. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 19 giugno 2012; citato in Buffon: «Battersi è più bello che vincere, avanti Italia!», tuttosport.com, 19 giugno 2012.
  16. Da un post sull profilo ufficiale facebook.com, 27 giugno 2012; citato in Buffon: «Italia devi osare. Prendiamoci il nostro sogno», tuttosport.com, 27 giugno 2012.
  17. Citato in Buffon e Pirlo: «Nulla condiziona la nostra Juve», radioradio.it, 8 agosto 2012.
  18. Citato in Buffon in difesa di Conte: "Fatto passare da delinquente", gazzetta.it, 26 agosto 2012.
  19. a b Citato in Buffon: «Troppe polemiche un alibi per chi non vince», tuttosport.com, 8 dicembre 2012.
  20. Citato in Guerin Sportivo nº 2, febbraio 2013, p. 32.
  21. Citato in Buffon: "Balotelli è straripante, e allora provano a fermarlo in un altro modo", gazzetta.it, 8 giugno 2013.
  22. Citato in Juventus, Gigi Buffon: "Conte ha meriti incredibili, ci ha dato gioco e identità", gazzetta.it, 28 dicembre 2013.
  23. Citato in Alberto Mauro, Buffon: "Juventus come il maggiordomo, sempre colpevole. L'alibi per chi non vince", gazzetta.it, 10 gennaio 2014.
  24. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 25 aprile 2014; citato in Morte Vilanova, il Barcellona: "Per sempre eterno". Mou: "Giorno triste", gazzetta.it, 25 aprile 2014.
  25. a b Citato su La Gazzetta dello sport, 15 agosto 2014.
  26. Citato in Buffon promuove Donnarumma: "Può fare una carriera straordinaria", gazzetta.it, 19 novembre 2015.
  27. Da un'intervista a ABC; citato in Buffon svela la sua parata più bella: battere la depressione, goal.com, 9 febbraio 2016.
  28. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 21 marzo 2016.
  29. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 24 marzo 2016.
  30. In realtà, nel 2010, l'Inter aveva vinto la sua terza Champions League della storia, battendo il Bayern Monaco 2-0.
  31. Da un'intervista al Times of India; citato in Buffon: "L'Italia non vince una Champions dal 2007", una dimenticanza volontaria?, spaziointer.it, 7 giugno 2016.
  32. Dall'intervista dopo la partita Germania – Italia 1-1 d.t.s. (6 - 5 d.c.r.) del 2 luglio 2016; citato in Buffon e Barzagli in lacrime: "Abbiamo dato tutto", sportmediaset.mediaset.it, 2 luglio 2016.
  33. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 5 agosto 2016.
  34. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 11 ottobre 2016.
  35. Da un'intervista a Juventus TV, citato in Juventus, Buffon: "Orgoglioso di questa squadra. Mandzukic? Un gorillone aggressivo, di quelli che non cadono mai", gianlucadimarzio.com, 1º marzo 2017.
  36. Da interviste a Sky e Mediaset; citato in Buffon: «Fase bella e importante della stagione», juventus.com, 29 marzo 2017.
  37. Da un'intervista a Sky Sport dopo la partita Juventus – Barcellona 3-0 dell'11 aprile 2017; citato in Champions, Buffon: "Col Barça prodigio di Allegri", sport.sky.it, 12 aprile 2017.
  38. Da un'intervista a Sky; citato in Buffon: «Bergamo ci insegna come affrontare le prossime partite», juventus.com, 29 aprile 2017.
  39. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 4 maggio 2017.
  40. Riferito ad alcuni atti vandalici e a scritte infamanti sulla strada che conduce alla basilica di Superga, cfr. Torino, atti vandalici a Superga: scritte offensive contro il Grande Torino e Juve, Buffon ai vandali di Superga: "Siete più morti dei morti", gazzetta.it.
  41. a b Da Gigi Buffon: "Tutti hanno tifato contro. E ora penso già al domani", lastampa.it, 22 maggio 2017.
  42. Da un'intervista dopo la partita Genoa – Juventus 2-4 del 26 agosto 2017; citato in Juve, Buffon: "Var? Gli arbitri la usano in modo sbagliato", gazzetta.it, 26 agosto 2017.
  43. a b Dall'intervista di Claudio Zuliani a Juventus TV; citato in Buffon: «La Juve è forte: serve intelligenza e strategia», juventus.com, 14 settembre 2017.
  44. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 4 marzo 2018.
  45. Citato in Buffon contro l'arbitro: "Al posto del cuore un bidone dell'immondizia", deejay.it, 12 aprile 2018.
  46. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 24 luglio 2023.
  47. a b Cfr. Fabrizio Bocca, Juventus, Buffon e gli avversari che "si scansano": scoppia il caso, la Juve smentisce, repubblica.it, 4 novembre 2016.

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