Marco Amelia

allenatore di calcio, dirigente sportivo e calciatore italiano (1982-)

Marco Amelia (1982 – vivente), allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano.

Marco Amelia (2008)

Citazioni di Marco Amelia modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla rissa con il compagno di squadra Daniele Bonera] Dopo una giornata a "Casa Milan" io e El Shaarawy ci fermiamo a firmare autografi con i tifosi. Gli altri salgono sul pullman. Un dirigente mi chiede di convincere la squadra a scendere. Qualcuno mi risponde "non ho voglia". Poi lo stesso dirigente "invita" tutti a darsi una mossa. Tornati sul pullman sento delle battute che non mi piacciono, tra me e Daniele volano parole grosse, non ci vedo più e lo colpisco. I compagni mi bloccano, altrimenti ne avrei colpiti molti di più. C'erano 400 tifosi che per farsi una foto con noi hanno preso il permesso dal lavoro, ci vuole rispetto...[1]
  • [Sul campionato mondiale di calcio 2006] Esplode Calciopoli. Lippi, un grande, capisce che tira una brutta aria e "sfrutta" le polemiche per cementare il gruppo. La situazione non è semplice: a Coverciano i tifosi urlano, si aggrappano alle reti [...]. È un inferno, a volte vorrei andare a prendere quei vigliacchi che gridano nascosti dalle recinzioni. [«Poi volate a Duisburg, in Germania, e l'atmosfera cambia»] Ci travolge l'affetto degli "italiani di Germania", il ritiro è volutamente spartano, tutti fanno il loro dovere. [«Compreso lei che con Peruzzi è l'unico a non giocare mai. Si sente meno "campione" degli altri?»] Per nulla, lo sono quanto capitan Cannavaro. Lippi lo dice a tutti: "Sei stato essenziale anche tu perché hai sempre dato il massimo ad ogni allenamento. Solo così si vince". [«...Battendo la Francia ai rigori: prima dei tiri parla con Buffon?»] No. Io e Peruzzi lo osserviamo, è carichissimo. Noi invece tremiamo. Quando tocca a Fabio [...] siamo in trance. All'epoca c’era il 5° uomo, gli chiediamo: "Chi tira dopo Grosso?". E lui: "Se segna avete vinto". Non capisco più niente. [«Ci racconti i festeggiamenti»] Entriamo nello spogliatoio, con noi troppe persone che non meriterebbero di stare in quella stanza ma sono le prime a "salire sul carro". Vorrei cacciarle, ma la gioia è troppa. Ci buttiamo tutti in vasca tra pianti e grida, ho 24 anni e vedo miti come Del Piero e Totti che impazziscono di gioia. L'apoteosi una volta tornati a casa: un mese prima a crederci eravamo in 23 più il ct, ora siamo 57 milioni. Ma che bello vedere le piazze in festa.[1]
  • [Sul campionato di Serie A 2011-2012] Il gol [fantasma] di Muntari [in Milan – Juventus del 25 febbraio 2012] è quello che risalta maggiormente, però avevamo 7 punti di vantaggio sulla Juventus ad un certo punto. Eravamo in corsa ancora per la Champions League e passammo il turno a Londra contro l'Arsenal e già lì c'era nervosismo, perché eravamo vicini a vincere il secondo campionato e poi c'era il Barcellona. Avevamo due partite abbordabili in casa contro Fiorentina e Bologna e non ne vincemmo neanche una. Quelle due partite ci hanno fatto buttare via quel campionato e probabilmente abbiamo segnato il futuro del Milan. Probabilmente non sarebbero andati via Thiago Silva e Ibrahimovic e avremmo potuto continuare il percorso che stavamo facendo. Ho grande rammarico per la partita con la Fiorentina, soprattutto. Il nervosismo era presente in ogni situazione, tutto veniva criticato e questo purtroppo ci ha tolto delle energie mentali. Il nervosismo di tutti era dettato dal fatto che non stessimo raccogliendo risultati. La Juventus continuava a vincere e questo ha influenzato ulteriormente in negativo le cose.[2]
  • Zlatan è più di un calciatore. È un trascinatore, uno che pretende il massimo da tutti perché lui dà il massimo. Ed è uno che ha un'influenza positiva sul gruppo, che riesce a far arrivare a tutti la sua mentalità vincente. Con lui ti viene la voglia di andare in campo ad allenarti tutti giorni e dare sempre il 110%.[3]
  • [Su Gianluigi Buffon] Aver giocato nei suoi anni è stata una grande sfiga, ma anche la più grande fortuna.[4]
  • [Su Gabriel Batistuta] Ti trascinava con la voglia di vincere.[4]
  • [Su Maurizio Zamparini] Del Presidente ho un ricordo stupendo, era un uomo eccezionale, innamorato profondamente del calcio. Sapeva infondere la sua passione anche con i rispettivi calciatori: tutti, infatti, non possono che conservarne un ottimo ricordo. Un aggettivo per definirlo? Impossibile descrivere Maurizio con un solo termine. Quel che è certo è che il nostro è stato un rapporto intenso, come un secondo padre per me. [...] Ricordo l'ultimo giorno del ritiro a Bad Kleinkirchheim della stagione 2009/10, che corrisponde anche al mio ultimo giorno in rosanero. Era la stagione in cui partì Zenga e subentrò Delio Rossi. Con il Presidente ci fu un colloquio franco, in cui mi fu ribadita fiducia e responsabilità, figurando tra i più esperti della rosa. Il giorno dopo, fui ceduto al Genoa. Fu una situazione spiazzante, ricordo che non la presi benissimo perché non pensavo ad un futuro lontano da Palermo. Ma questi sono episodi che nel calcio si susseguono con ripetizione. Spenderò sempre una buona parola per il Presidente Zamparini: a lui mi legheranno per sempre dolci ricordi.[5]
  • [Nel 2022, «puoi spiegarci l'evoluzione del ruolo del portiere [...] a livello di coinvolgimento nella manovra?»] È evoluto tutto, per quanto riguarda il ruolo. Devo dire che un po' mi spiace, in generale, oggi si pensi e si parli di più, a livello mediatico, al gioco di piedi rispetto ai fondamentali del ruolo. Il portiere, del resto, è l'ultimo baluardo per difendere i pali e anzitutto deve pensare a quello. Deve sapersi posizionare bene, essere reattivo, saper dialogare con la squadra, la linea dei difensori. È normale poi che il ruolo in sé, come tutto il resto, si evolva e guardi al futuro. Oggi il ruolo ti impone di saper fare molte più cose rispetto a prima: bisogna giocare in modo attivo con la squadra, fin dai difensori. Oggi il portiere in primis fa superiorità numerica, specie nel possesso, sia per dare scarico quando la linea difensiva è in difficoltà, sia per non buttare il pallone in fallo laterale, tenendo palla e impostando per primo quando necessario, fondamentale per alzare la linea avversaria. In tutto questo lo ripeto: il portiere deve saper parare in primis, il bravo portiere è quello che adempie al proprio ruolo anzitutto, il resto è importante ma viene dopo.[6]

40 anni da campione del mondo: "È stato meraviglioso"

Intervista di Massimiliano Lucchetti, guerinsportivo.it, 2 aprile 2022.

  • [Sugli inizi] Nella scuola calcio in porta si andava a turno e io fin da subito ero un numero uno, anche se qualche partita la giocavo fuori. Eravamo piccoli e non esistevano i ruoli fissi: c'era un pallone e due porte, questa era la felicità.
  • [Sul campionato di Serie A 2000-2001] Dello scudetto a Roma mi è rimasta dentro la difficoltà di inizio stagione in un ambiente molto complicato, ma rimasi colpito dall'atteggiamento di Capello che era sicuro fossimo una squadra forte: l'ha costruita lui quella vittoria.
  • [«I tre portieri più forti che hai visto giocare?»] Buffon, Peruzzi e... io!

"Scudetto Milan frutto di programmazione. Ibra? Lo vedi e pensi che vincerai"

Intervista di Davide Masi, grandhotelcalciomercato.com, 2022.

  • Il Milan ha una storia di tanti anni che è stata da sempre vincente. Una maglia indossata da campioni di livello mondiale e un'atmosfera di famiglia che punta a essere ambiziosa.
  • Ibra è un ragazzo eccezionale, di quelli che ti trascina anche fuori dal campo. È piacevole, ci si sta bene insieme e in più ha quel valore aggiunto all'interno dello spogliatoio che ti porta a dare sempre il massimo e cercare il meglio per te stesso. Non è facile, non tutti i campioni riescono a trasmettere questa cosa. Ibra invece sì [...]
  • [Sul campionato di Serie A 2010-2011] Noi nel 2010 iniziammo la stagione in ritiro con una squadra non ancora completa. Nel momento in cui, nell'ultimo giorno di mercato, arrivarono Ibrahimovic e Robinho cominciammo a respirare l'aria di poter lottare per lo Scudetto. Prima mancava qualcosa, avevamo appena cambiato allenatore. Il presentimento ci fu l'ultimo giorno di mercato. [...] Nella sua prima settimana con noi [parlando di Ibrahimović], ricordo che stavamo provando i calci d'angolo con la marcatura a zona sul primo palo. Lui invece di spazzare di testa, alzò la gamba e fece arrivare il pallone nell'altra metà campo. Lì ci siamo fermati e abbiamo detto: "Qui si va a vincere". Ci eravamo resi conto che l'asticella si fosse alzata.

Note modifica

  1. a b Dall'intervista di Fabrizio Biasin, Marco Amelia: "Lancio siringhe, tosto caffè e per Mourinho sono Special", liberoquotidiano.it, 26 ottobre 2015.
  2. Da una diretta Instagram con Mauro Suma; citato in Thomas Rolfi, Amelia sullo Scudetto del 2012: "Lo buttammo via noi, lì cambio la storia del Milan", milannews.it, 17 aprile 2020.
  3. Dall'intervista di Alessandro Montano, Milan, Amelia: "Nessuno come Ibrahimovic, lo aspetterei tutta la vita", calciomercatonews.com, 28 maggio 2020.
  4. a b Da un'intervista a I Lunatici, Rai Radio 2; citato in Claudio Franceschini, Marco Amelia: "Che sf*ga giocare negli anni di Buffon" / "Su Calciopoli dico che...", ilsussidiario.net, 7 ottobre 2021.
  5. Citato in Giuseppe Vitolo, Amelia ricorda Zamparini: "Come un secondo padre. Un aneddoto? Quella volta in ritiro...", seried24.com, 1º febbraio 2022.
  6. Dall'intervista di Stefano Carnevale Schianca, Marco Amelia: "Il portiere oggi è decisivo, deve saper fare tutto. Il mio gol in Coppa UEFA? Vi dico...", numero-diez.com, 8 marzo 2022.

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