Colonialismo italiano

politiche coloniali del Regno d'Italia (1882-1946)

Citazioni sul colonialismo italiano.

Il Regno d'Italia e i suoi possedimenti nel 1940

Citazioni modifica

  • Attilio non era il solo, a essere rientrato dall’Abissinia. A quattro anni dalla proclamazione dell’Impero erano molti i delusi dalla colonia. Tornati a casa parlavano poco, pochissimo. Chi aveva partecipato alle violenze peggiori teneva le proprie memorie chiuse e senza nome, come bagagli abbandonati nell’ufficio oggetti smarriti. Chi vi aveva assistito, non le raccontava per non esserne accusato. Gli altri, i più, quelli salpati per l’Africa non per ideologia ma sopravvivenza, provavano la vergogna dei migranti che non hanno fatto fortuna e tornano a casa morti di fame come sono partiti. Tutti tacevano. Ognuno di questi piccoli rivoli di silenzio confluiva nel fiume grande delle omissioni ufficiali; il quale a sua volta alimentava il grande mare della propaganda sull’Africa Orientale. (Francesca Melandri)

Emilio Lussu modifica

  • Con le colonie, comincia l'idea imperiale, l'idea delle grandi conquiste che s'impongono una dopo l'altra. Come Massaua ha portato Crispi alla guerra contro l'Abissinia, e alle leggi eccezionali in Italia, così la Libia ha portato Mussolini a una nuova guerra con l'Abissinia e poi alla guerra mondiale.
  • Io credo che, se il giorno in cui il bastimento della compagnia Rubattino doveva partire per Assab nel 1883, Rubattino lo avesse ancorato nel porto di Palermo ed avesse fatto una gita di piacere o di affari in Svizzera, le fortune del nostro Paese si troverebbero in migliore stato.
  • Io sulle colonie personalmente credo di non aver proprio nulla da nascondere. Ho sempre considerato il problema coloniale come il problema del disastro.
  • L'Italia era troppo giovane, nata da troppo poco tempo all'unità nazionale per affrontare avventure coloniali. Non così dovevamo investire tutti i frutti del nostro lavoro. Con le colonie, noi rischiavamo di perdere anche la Metropoli.

Itala Vivan modifica

  • L'Italia ha avuto colonie solo in Africa. Alcuni paesi sono stati a lungo sotto il dominio italiano, come l'Eritrea, per altri invece l'occupazione italiana è stata più breve. Nel caso dell'Etiopia poi si può dire che non è mai stata pienamente sotto il controllo italiano. La nostra presenza in questi paesi è stata altrettanto oppressiva e sanguinaria di quella degli altri paesi europei. Il riferimento è alle stragi perpetrate in Etiopia (siamo stati i primi ad usare l'iprite) con i massacri di ogni genere attuati contro la popolazione dopo l'attentato a Graziani, così come anche in Libia. Vicende che in Italia sono state dimenticate ma non nella memoria di quelle popolazioni. Va ricordato che sono state eliminati oltre che ai loro leader anche i loro intellettuali. In Somalia il razzismo italiano si espresse ad esempio obbligando i somali, considerati stirpe inferiore, a camminare scalzi. La memoria del colonialismo italiano e delle sue brutalità è ancora viva. Questo non significa che tutti gli italiani erano così. Ci furono dei fenomeni di osmosi culturali, si sono creati dei rapporti umani. Oggi ad esempio tutti mangiamo gli spaghetti.
  • [Quali sono, se ci sono state, le differenze tra il colonialismo italiano e quello degli altri paesi europei che pure avevano colonie in Africa come la Francia, il Belgio, il Portogallo, ecc.?] Una prima differenza è quella che non c'è mai stata né prima né dopo, nel periodo postcoloniale, una politica culturale italiana verso questi popoli. Con la fine del dominio l'Italia se ne andò tagliando ogni legame e peraltro, quando si ripresero le relazioni, le cose non sono migliorate. Ad esempio, l'università di Mogadiscio, realizzata dall'Università di Roma, è stata un disastro.

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