John Frusciante
chitarrista e cantautore statunitense
John Anthony Frusciante (1970 – vivente), cantautore e polistrumentista statunitense, membro dei Red Hot Chili Peppers.
Citazioni di John Frusciante
modifica- Avevo sempre pensato di andarmene di nuovo, ma la band era così apprezzata che non ci ho riflettuto su in maniera seria finché un giorno Flea venne da me a dirmi che stava pensando di prendersi due anni di pausa dopo il tour [per Stadium Arcadium, 2007]. Quando me lo disse fui un po' scioccato, perché pensavo che fossimo inarrestabili, che non avessimo bisogno di pause, capisci? Ma appena me lo disse cominciai a pensare "Che farei se avessi due anni per fare solo quello che voglio?" [...] Circa quattro mesi dopo ero entusiasta all'idea di lasciare la band, non volevo nemmeno più considerare una pausa di soli due anni. Sapevo che non volevo stare in quella formazione e basta, capisci? Anche se poi ho effettivamente mollato alcuni mesi dopo, quando il tour era già finito, la decisione risale a molto prima. Ero molto determinato a farlo.[1]
- [Su Rick Rubin] Ci fa ragionare sulle cose senza che ci siano problemi e non mi dispiace che risolva cose che ci riguardano. È bello lavorare con uno come lui. Tira fuori il meglio di te.[2]
- [Nel 2015] Da un anno e mezzo a questa parte ho deciso di smettere di fare musica per chiunque e di pubblicare dischi, che è esattamente quello che ho fatto tra il 2008 e il 2012. Sento che venire considerato dal pubblico mi impedisce di crescere e di imparare. Essere un musicista elettronico singnifica chiudersi in una stanza a creare, e questo mi ha permesso di avere parecchio materiale risalente a quel periodo che non è mai stato pubblicato. A questo punto, non ho più pubblico. Faccio dei brani e non li finisco, e non li mando a nessuno, e quindi devo vivere, con questa musica. Potrei fare dell'ottima musica di ispirazione classica, o fare musica dove il tempo cambi in continuazione, o ancora musica che non abbia un vero baricentro ritmico o melodico.[3]
- Dare musica in maniera gratuita online è diventata una cosa abbastanza comune in questo periodo e penso che sia diventato un promemoria per far capire che l'espressione artistica riguarda sempre il dare, non prendere o vendere. Vendere riguarda l'aspetto economico, mentre la parte artistica, la creazione è concentrata nel dare e condividere. Sono due cose molto distinte e la mia convinzione è che bisogna fare musica solo per passione, a dispetto dei programmi di vendita o meno.[4]
- Flea ed io abbiamo creato un rapporto tra chitarra e basso. È un rapporto veramente stretto, è un legame molto più stretto di quanto non avrei mai immaginato di poter avere. Siamo musicalmente così vicini e trovo che sia veramente raro riuscire a provare queste emozioni con un'altra persona.[5]
- [Parlando dell'album Stadium Arcadium] In questo disco ho inevitabilmente rigurgitato i miei miti, Hendrix, Jimmy Page, i Grand Funk, ma mai deliberatamente ho rubato una sola nota a uno di loro. Con gli anni abbiamo imparato a capitalizzare le energie e a neutralizzare le debolezze che hanno rischiato di ucciderci.[6]
- [Riferito al suo rientro nei Red Hot nel 1998] In un certo senso è ancora più eccitante che in passato, perché dal mio punto di vista, quando abbiamo iniziato a suonare bene insieme e le cose hanno cominciato a funzionare avevamo dei problemi personali, mentre adesso siamo solo grati a Dio di avere la possibilità di suonare insieme.[7]
- [Sui Red Hot Chili Peppers] La mia esperienza è che loro erano il mio gruppo preferito e ho passato ore ed ore ad esercitarmi alla chitarra in camera, e invece di ingaggiarmi e darmi uno stipendio mi hanno fatto entrare nel gruppo, mi hanno fatto diventare un membro del gruppo, dove tutti guadagnano le stesse somme di denaro, scriviamo le canzoni insieme e abbiamo uguali diritti e copyright.[2]
- La musica che siamo stati in grado di fare, combinata con tutta la gente che si ritrova, crea un'energia intensa e succede tutte le sere.[8]
- La musica è energia. Senza, non ci sarebbe nemmeno la vita. L'unica differenza fra un morto e un vivo è l'elettricità che scorre nel corpo. Di questa stessa forza è fatta la musica. C'è stato un periodo in cui quell'energia non scorreva più dentro di me. Sapevo tecnicamente come mettere insieme le note e suonare gli accordi. Ma non bastava.[9]
- La musica per me è un tempio sacro… Essere facile non è di certo una dote, in quest'ambito. Il mio unico pensiero è studiare continuamente tutti i generi musicali possibili, altrimenti mi ammazzerei.[10]
- Lou Reed e Nico hanno scritto tante canzoni oscure, per questo mi piacciono, anche nei miei pezzi è sempre presente la morte: non vuol dire raccontare la fine di qualcosa, ma un altro modo di vivere, che non riguarda la nostra realtà.[9]
- Non bisogna forzare la musica, ma lasciarla arrivare quando vuole, soltanto così è vitale. E gli errori sono benvenuti, modellano le canzoni. [9]
- [Ultime parole famose] Non mi interessa più suonare dal vivo. Non penso più a me stesso come a uno che si esibisce. Quella parte non mi è mai venuta naturale. Era qualcosa alla quale mi ero dovuto adattare, ma non è mai stata un'espressione di ciò che sentivo di essere... Non sono un performer. Non mi piace l'effetto che mi fa il pubblico, perché la musica per me arriva da dentro di me, e mi ci immergo completamente. Quando sono davanti a degli spettatori non posso ignorare ciò che mi circonda, il modo in cui mi fanno sentire. Mi fanno sentire bene, sai? Ma non sono più in grado di cercare la musica dentro me stesso in quei momenti, e piuttosto cerco di venire incontro alle loro aspettative. Cercando di fare qualcosa che è divertente per loro, ingaggiante, mento a me stesso.[1]
- Non sono in grado di dire perché un disco venda, perché la gente lo compri o perché piaccia, so solo che se non fossi nella band, amerei i Red Hot per via dell'interazione tra i musicisti. Vedere gente che suona insieme e si coordina, come facciamo noi, è eccitante.[5]
- Prima ancora di aver iniziato a suonare, le voci nella mia testa mi dicevano che sarei stato un chitarrista e che sarei stato una rockstar ancora prima di capire cosa fosse una rockstar.[2]
- [Comunicando il suo secondo abbandono dai Red Hot Chili Peppers nel 2009] Quando ho lasciato la band, più di un anno fa, noi eravamo in una pausa a tempo indefinito. Non era presente nessun dramma o rabbia all'interno di ciò, e gli altri ragazzi del gruppo avevan capito le mie ragioni. Sono stati realmente solidali su qualsiasi cosa rendesse me contento ed era come se di riflesso lo fossero anche loro. Lo dichiaro nella forma più semplice, il mio interesse musicale mi ha portato in una strada diversa. Una volta tornato nel gruppo, e durante tutto il periodo che sono stato nella band, sono stato molto preso dall'esplorare le strade musicali che aveva da offrirmi l'essere in una rock band, e approfondendo ciò con le persone con cui interagivo. Diversi anni fa, ho iniziato ad essere mosso dalla medesima eccitazione, ma stavolta ero intriso di un desiderio di una concezione di musica diversa, più intima, divenire l'ideatore di me stesso. Amo realmente la band e ciò che abbiamo creato. Capisco e valuto quanto davvero il mio contributo sia stato significativo per tanta gente, ma devo seguire le mie ispirazioni. Per me, l'arte non deve mai essere qualcosa da creare sotto l'ispirazione del dovere. È qualcosa che compongo quando davvero mi diverto, mi affascino, e ne sono immerso. In questi 12 anni, sono cambiato, come persona quanto da artista, a tal punto da considerare che se avessi continuato con la band, sarei andato contro la mia stessa natura. Non c'è nient'altro dietro questa mia decisione. Semplicemente devo essere ciò che sono, e far ciò che devo fare.[11]
- Quando produco è come se fossi in una chiesa o qualcosa del genere perché sembra che una presenza scenda dal cielo e si riveli a me. È come l'arte. Il mio lavoro è bilanciare la parte impulsiva e la parte pratica, e lasciare che il lato più mistico, ineffabile mi penetri come qualcosa che non posso controllare, divento uno studente di questa forza.[10]
- Quando sono entrato nella band era più la voglia di essere una rock star, di quanto non fosse l'impegno che mettevo nel fare musica che onestamente non era tanto. Cercavo solo di girare il più possibile e di farmi più donne possibile, tanto da arrivare a recare danno alla band.[7]
- Quando suoni in una band rock il cantante ascolta un determinato tipo di musica e il mood dipende solo da lui. Gli altri membri della band ascoltano il cantante e, seguendolo, cercano di suonare a tempo in modo che lui possa seguire loro a sua volta. È una contorta combinazione di gerarchie che nell'hip hop non esiste, perché la musica è totalmente slegata dal rapper. Se quest'ultimo rappa fuori tempo, i musicisti non hanno bisogno di adeguarsi al cambio di velocità, perché il beat è immutabile finché il rapper sputa rime su rime. Mentre si rappa la base sta per conto proprio.[10]
- Quello che cerchiamo di comunicare al pubblico quando rilasciamo un'intervista o facciamo uscire un disco o parliamo con i discografici o giornalisti, è un messaggio positivo. E se vi arriva qualcosa di diverso è una cosa che il giornalista è andato a scovare apposta, oppure qualcosa che l'emittente televisiva vi vuole propinare. Non qualcosa che noi crediamo di trasmettere. Noi vorremmo dire solo cose positive del mondo e vorremmo che i giornalisti facessero lo stesso con noi. Ma non possiamo controllare tutto. Non vorremmo proiettare negatività sul pubblico. Possiamo solo sperare... Crediamo che ci debba essere un equilibrio, ma non c'è niente di più importante di un messaggio positivo per la gente. Vorremmo che la gente avesse un buon feeling con la musica.[12]
- Suonare insieme sul palco è bellissimo. Quando suono con questa band sento di fare la cosa per cui sono nato. Sento che queste sono le persone con cui avrei voluto suonare, le persone di cui condividevo gli intenti. Sono persone diverse con diversi motivi per suonare, che messi insieme formano una forza più grande di ciascuno di noi.[12]
- [Rick Rubin] Ti fa pensare che è sempre tutto ok, e questa è in assoluto la cosa che preferisco del lavorare con lui.[2]
Da Il carismatico chitarrista dei Red Hot Chili Peppers rivela i segreti del suo nuovo disco solista...
Intervista di Valeria Rusconi, Rockol.it, 2001
- Sono praticamente cresciuto nella mia stanza provando giorno e notte, fino a quando veniva il momento di andare a scuola. Arrivavo a scuola e mi mettevo a dormire per quelle quattro ore che dovevo stare in classe. Quando ho raggiunto i 17 anni mi sono trasferito a Hollywood e ho smesso di provare con la chitarra, iniziando invece a suonare con un bravo bassista che avevo appena incontrato. È stato allora che ho capito cosa significava suonare con un'altra persona. A 18 anni ho incontrato Flea e poco dopo mi sono unito ai Red Hot Chili Peppers. Ma non ho mai fatto parte di nessun gruppo prima di allora.
- Ero un ragazzino nel 1977 e 1978 e ascoltavo cose tipo Van Halen e Jimmy Page; mi sembrava impossibile poter suonare la chitarra come loro. Io volevo suonare la chitarra, e sapevo che ce l'avrei fatta, anche se non avevo modo di capire come quei chitarristi potessero produrre certi suoni. Ma quando ho sentito il punk-rock, nel 1979 e 1980, insieme alla new wave, ho iniziato a capire come poter suonare il mio strumento. Anche se non avevo una chitarra elettrica, ne possedevo una acustica che se ne stava chiusa in un armadio. Così il giorno che ho iniziato a suonare sono stato ispirato dai Germs, dai Sex Pistols, dai Black Flag, dai Circle Jerks e dai Mad Society, un gruppo di teenagers ora dimenticati.
- La sensazione che ho della mia musica è messa nella mia testa da spiriti; la vera e propria esecuzione dei suoni che sento, tradotti in musica, che sono anch'essi già presenti dentro di me, è mio compito. Credo che tutta la musica sia spiritualità e penso che le musiche più belle vengano create da artisti che non sono coscienti fino in fondo di quello che hanno scritto. Quando ascolto la musica sento i fantasmi che sono entrati in quella musica per crearla, e visto che sono cosciente di questa cosa, penso di avere qualcosa in comune con gli indiani d’America, anche se non è un'influenza diretta perché non conosco la loro musica.
- Non seguo alcuna religione in particolare. So solo quali spiriti mi seguono e mi sento come se lavorassimo ogni giorno insieme. È una cosa di cui ho preso coscienza autonomamente e non grazie a libri o altre letture che ho fatto. Quando avevo 21 anni suonavo la chitarra e facevo un gioco. Mi dicevo "tu non sei qui, e non devi fare nulla con questa musica". Quando facevo questo, ogni mia esitazione spariva e suonavo molto meglio di prima. Ed ogni nota era buona, aveva un significato; ma non ero io, perché non volevo direttamente che succedesse quello. Da quel momento, ho sempre creduto che gli spiriti discendessero in una persona, aiutandola nella vita.
- Il mio artista preferito è Marcel Duchamp e l'arte moderna in particolare, tra cui anche Andy Warhol. Per quanto riguarda Andy Warhol, mi piacciono molto i suoi film, dei quali ho una grossa collezione. Quando compongo musica, penso in termini "di visualizzazione". Provo ad avvicinarmi alla musica nel modo in cui quegli artisti si avvicinavano all'arte, forse anche perché negli ultimi otto anni ho letto avidamente i diari di Leonardo Da Vinci e Marcel Duchamp. Specialmente quando suono la chitarra, penso sempre ai punti, alle linee, ai tratti, alla prospettiva e alle superfici che stanno nella mia testa; un quadro immaginario che mi si svela pian piano. Sicuramente quando scrivo i testi delle canzoni, le mie influenze principali sono Leonardo Da Vinci e Marcel Duchamp. La musica per quanto mi riguarda è ricreare le immagini che sono dentro di me, i colori e le "onde mentali" che, in realtà, hanno una certa consistenza. Leonardo da Vinci teorizzava che l'uomo deve essere "maestro e possessore dei segreti della natura" per poterla rappresentare. Questo è un fondamento che io tengo sempre a mente.
- Una voce nella mia testa mi ha suggerito di abbandonare la band dopo la realizzazione del disco "Blood sugar sex magik". Questa voce, in quel momento, mi sembrò sensata, perché ero al picco della mia creatività e del successo e volevo che la creatività non si fermasse, ma continuasse a scorrere liberamente. Ho sentito che continuare a vivere la vita che vivevo mentre ero in tour, potesse essere anti-creativa per me. Così, anche se in quel periodo tutti i componenti del gruppo andavano d'accordo ed era quindi difficile per me fare una scelta di quel tipo, mentre ero nel bel mezzo del tour e mi accorgevo che la mia vita si stava sfaldando, decisi di lasciare tutto. Ero arrivato ad un punto in cui non mi piaceva più nemmeno quello che suonavo, e soprattutto come lo suonavo. Avevo capito che la voce dentro di me che nove mesi prima mi aveva parlato aveva ragione e che mi ero spinto decisamente troppo in là. Ma essere in un gruppo oggigiorno è un sogno, più di quanto non lo sia stato all'inizio. Stiamo molto bene insieme e non potrebbe andare meglio.
- Mi rendo conto che paragonandomi ad altri chitarristi forse ne esco meglio che non paragonandomi ai cantanti, però mi piace molto la mia voce e mi piace cantare. Sono due metodi di espressione diversi, ma vengono dallo stesso posto. Non potrei vivere senza cantare.
Dall'intervista di Giuseppe Videtti, Frusciante e i Red Hot: "Sono rinato coi Beatles", Repubblica.it, 28 maggio 2002
- Ho sperimentato molte cose. Ho rivoltato il mio cervello come un pedalino. Mi sono immerso nell'arte dipingendo forsennatamente. Ma, alla fine, la musica è arrivata di nuovo a salvarmi. La pittura mi ha dato un equilibrio che molto agevolmente ho trasferito in musica. La sofferenza, nella vita, è fonte di creatività. Nella mia chitarra ci sono dolore e strazio: la perdita degli amici, la distruzione della mia casa, della pelle delle mie braccia, stare male come un cane, in crisi di astinenza, senza un posto dove andare, senza niente da mangiare. Una volta che hai messo a fuoco tutto questo, è facile convogliarlo in una buona musica.
- [By the Way] Un disco pieno di belle canzoni e belle melodie. La compattezza della band è arricchita da altri elementi: cori, inserimenti di elettronica, tastiere, orchestra. Diciamo che è un album più libero rispetto ai precedenti. Per quanto mi riguarda mi sono ispirato moltissimo ai Beatles di Sgt. Pepper. E per la prima volta mi sono divertito in sala di registrazione.
- Mi sento come quando ero bambino. Mi sembrava così folle allora, quando mi suggerivano che un giorno avrei fatto quello che facevano i Led Zeppelin. Così adesso sul palco cerco di scomparire. Insomma, cerco di uscire dal guscio di John Frusciante.
Red Hot Chili Peppers Live
modifica- Spesso, mentre suono la chitarra o lavoro su qualche pezzo, mi viene un'erezione così forte che devo subito masturbarmi. Certe volte però mi trattengo, perché ho paura che l'orgasmo possa danneggiare la mia creatività.
- Ho sofferto di psicosi da coca: sentivo i muri sussurrarmi qualcosa che non capivo, credevo che quel tizio che incontravo per strada volesse uccidermi, ma questi sono solo gli esempi meno angoscianti... Una volta ho chiamato Perry Farrell alle 7 del mattino, mi sentivo le orbite degli occhi piene di serpenti, e gli ho chiesto se poteva aiutarmi a farli uscire da lì; lui mi ha risposto che avevo troppo Yin, e che dovevo ritrovare l'equilibrio con un po più di Yang... o qualcosa del genere...
- Per 6 anni mi sono scavato dentro... Son riuscito a fare quello che volevo, cioè starmene senza fare niente, senza obblighi per niente e per nessuno.
- Il mio miglior modo di meditare è quello di pensare a qualche rockstar che mi piace. Così di solito, quando faccio yoga, mi capita di pensare a David Gahan e Martin Gore.
- Mi chiama la mia amica Denise e mi fa: "Ciao John, guarda che ho conosciuto un tipo di Chicago che mangia batteria a colazione". Non ho resistito alla curiosità e le ho risposto: "Allora digli di chiamarci, e vediamo cosa sa fare"... Era Chad Smith.
- Con Anthony non riusciamo a parlare senza incazzarci. Tra noi ci sono troppe vibrazioni negative, e a volte lui è veramente uno stronzo arrogante.
- I primi tempi facevo una fatica tremenda a mettermi nei panni che erano stati di Hillel Slovak; poi ho cominciato a trovare un percorso tutto mio, e a quel punto ho incominciato a apprezzare la semplicità del suo approccio musicale e ho imparato molto dal suo stile. Suono in maniera diversa da Hillel, ma gli devo molto.
- Il punk era la tua guerra contro quegli idioti della provincia bianca media del cazzo che stavano distruggendo il mondo. Ecco perché la rabbia del punk era la mia stessa rabbia.
- Odio i nostri fan: se ne stanno lì a cantare in coro le canzoni lente, perché è l'unica cazzo di cosa che sanno fare.
- Quando sono entrato nei Chili Peppers, per un paio di anni ho fatto lo stronzo a tempo pieno. Pensavo solo al sesso, a ubriacarmi, a vestire in maniera vistosa per fare il gradasso...
- Quando avevo 9 anni fantasticavo in maniera romantica su come sarebbe stato essere bisessuale. Insomma, mi dicevo che ero diverso, ma il fatto è che non mi sono mai sentito del tutto diverso. (Intervista a Spin, dicembre 1991)
Citazioni su John Frusciante
modifica- Come paragonare il mio modo di suonare a quello di John? Penso che lui sia molto più e prima di tutto un chitarrista di quanto non lo sia io. Ha iniziato a suonare la chitarra quand'era ragazzino e si è votato a questo strumento. Fin dagli inizi si è familiarizzato con il comporre canzoni, con la cultura musicale e con la teoria attraverso la chitarra. Io no. All'inizio ero un batterista. Quando sono passato alla chitarra, non ero affatto interessato ad avere il ruolo leader. Quindi John è più immerso in quella tradizione e più a suo agio nel metterla in pratica. Io non mi ero mai interessato ad essere la prima chitarra o ad eseguire gli assoli e cose del genere. (Josh Klinghoffer)
- [Riferito al suo secondo ritorno nel 2019] Frusciante è rientrato nel gruppo e tutto va bene. Personaggio notevolissimo, peraltro: conosciuto dal vivo, mi ha dato l'impressione di avere il fuoco dentro pur restando un tipo tranquillo e piacevole, uno di quegli uomini con cui è piacevole andarsi a bere una birra, consapevoli che non si resterà a corto di argomenti. (Enrico Brizzi)
- John Frusciante non mi trasmette niente con il suo modo di suonare. Diciamo che se si può dire che Mark Knopfler è uno dei chitarristi più sottovalutati del mondo, John Frusciante è uno dei più sopravvalutati [...]. Tutti dicono che ha uno stile volutamente minimale. Forse è come uno di quei pittori affermati che ad un certo punto decidono di dipingere come dei bambini. Forse sta attraversando questa fase, ma non mi piace. (Justin Hawkins)
- Per il contante vai fuori come Frusciante | E cresce il marcio sull'atlante. (Club Dogo)
- Per la band avere di nuovo John Frusciante è stata una gran cosa. Lui è un musicista eccezionale e averlo a fianco è uno stimolo straordinario. (Chad Smith)
- Una cosa in particolare mi preme dire. Sono profondamente grato a John Frusciante, che ha dato tantissimo alla band. Tanto come amico, quanto come chitarrista della band, sarà una figura insostituibile. (Flea)
- Flea, John e Chad sono il mio ponte verso Dio e non cambierei con nulla al mondo le esperienze che ho vissuto con loro. Ognuno di loro mi ha dato amore, musica e i momenti migliori che avrei mai potuto sperare di vivere.
- [Sul suo abbandono ai Red Hot nel 2009] Io non ne sono stato per niente sorpreso. Quando è finito il tour [2007] ho capito che stava per cambiare qualcosa: vedi, mese dopo mese avevo sentito delle voci, a proposito di John, e alla fine sapevo perfettamente che era solo questione di tempo. Però non ho mai avuto la sensazione che la band fosse finita, ma solo che John stava per uscirne e anche in punta di piedi, come ha fatto. Si è comportato molto bene, ed è stata anche la soluzione migliore per tutti.
- [Nel 2016] Per me si tratta di una delle persone più belle e più semplici con la quale fare musica. Bastava sedersi per terra, io gli facevo vedere qualche parola che avevo scritto e lui cominciava a suonare qualcosa. Nel giro di pochi minuti era pronta una canzone. Non ho mai incontrato qualcuno con cui fosse così facile scrivere canzoni e soprattutto belle canzoni. È una persona speciale e mi manca. Accetto il fatto che si facciano percorsi diversi, ma mi manca.
Note
modifica- ↑ a b Da un'intervista rilasciata alla rivista musicale Billboard; citato in John Frusciante si aliena i fan dei Red Hot Chili Peppers, Rollingstonemagazine.it, 23 agosto 2013.
- ↑ a b c d Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; video disponibile su YouTube.com.
- ↑ Da un'intervista rilasciata ad Electronic Beats; citato in John Frusciante (ex Red Hot Chili Peppers) è uscito dal mercato: 'Smetto di pubblicare musica', Rockol.it, 26 maggio 2015.
- ↑ Citato in John Frusciante: album gratuito per i fan, Virginradio.com, 2016.
- ↑ a b Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; video disponibile su YouTube.com.
- ↑ Dall'intervista di Giuseppe Videtti, Da Hollywood-Babilonia ecco i Red Hot Chili Peppers, Repubblica.it, 29 aprile 2006.
- ↑ a b Video disponibile su YouTube.com.
- ↑ Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; Video disponibile su YouTube.com.
- ↑ a b c Citato in Sandra Cesarale, «Da solo mi sento più libero ma non lascerò i Red Hot», Corriere della Sera, 8 agosto 2004, p.32.
- ↑ a b c Citato in John Frusciante: estasi e agonia di un dio della musica, noisey.vice.com, 23 luglio 2014.
- ↑ Da un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale e sul suo profilo MySpace, dicembre 2009; citato in Adesso è ufficiale: John Frusciante ha lasciato la band, Venicequeen.it, 17 dicembre 2009.
- ↑ a b Dal programma televisivo Sashimi, MTV Italia, 14 giugno 1999; video disponibile su YouTube.com.
Bibliografia
modifica- Red Hot Chili Peppers Live, a cura di Alex Romeo, BluesBrothers, 2012. ISBN 9788880740940
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante John Frusciante
- Commons contiene immagini o altri file su John Frusciante