Viktor Janukovyč

politico ucraino

Viktor Fëdorovyč Janukovyč (1950 – vivente), politico ucraino.

Janukovyč nel 2007

Citazioni di Viktor Fëdorovyč Janukovyč

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  • [Sulla lotta al narcotraffico in Ucraina] Ho comprato queste droghe su Internet [...] la legislazione ucraina continua a proteggere gli interessi di tossicodipendenti e spacciatori [...] Di quale impegno stiamo parlando se ognuno può acquistare l’intera gamma di narcotici nei negozi su Internet?[1]
  • [Sulla rivoluzione ucraina del 2014] Non mi dimetto, è in corso un colpo di Stato [in Ucraina] simile alla crisi politica che avvenne in Germania con l'ascesa dei nazisti.[2]
  • [Dopo la sua esautorazione da parte della Rada] Mi considero ancora il legittimo capo dello Stato ucraino eletto dai cittadini ucraini in libere elezioni. Sono risoluto a battermi ad oltranza per la realizzazione degli accordi di compromesso per far uscire l'Ucraina da una profonda crisi politica.[3]

Intervista di Giampaolo Visetti sulla rivoluzione arancione, La Repubblica, 3 dicembre 2004

  • Il problema ora è non distruggere l'Ucraina. Ripetere una sfida tra me e il capo dell'opposizione equivarrebbe a precipitare il Paese in una nuova fase di conflitto. Io e Yushenko dobbiamo trovare il coraggio di ritirarci.
  • [Su Viktor Juščenko] Non è riuscito a consolidare l'élite pragmatica del Paese. È una figura debole. Si è lasciato privatizzare da elementi estremisti.
  • Non ho ceduto un bel nulla. Aspetto il giudizio dei magistrati e sto cercando soluzioni legali alla crisi. Una nazione non si muove con le spallate di piazza.
  • Da mesi era chiaro che gli Usa puntavano a capovolgere gli equilibri ucraini. Yushenko e l'opposizione hanno sempre fatto politica usando leve occidentali. Non ho prove sui milioni di dollari americani spesi nella campagna elettorale: ma i finanziamenti a istituti ed enti che sostenevano le spinte democratiche, purché vicine a Yushenko, sono verificabili. Solo un cieco può negare che egli goda di un amore particolare da parte di Usa e Ue.
  • La Russia resta l'unico partner coerente. Sa di non poter rinunciare ad un rapporto intimo con l'Ucraina. Lo stesso vale per noi. Siamo gemelli siamesi, senza la Russia la crisi non si sblocca.

Intervista di Sergio Cantone, Euronews.com, 20 ottobre 2011

  • Le riforme del sistema giudiziario non dovrebbero essere causa di disappunto per i leader europei. Più di un anno e mezzo fa, abbiamo cominciato a esaminare queste questioni e a studiare decisioni sistematiche. Lo facciamo perché fa parte del processo verso l’integrazione all’Unione europea.
  • La questione della Tymoshenko è piuttosto controversa perché sono stati commessi diversi abusi. Ci sono due livelli di lettura: uno di natura politica, l’altro che riguarda i reati. Parliamo di evasione fiscale, di perdite per il bilancio nazionale, parliamo di gas che non è entrato attraverso le consuete procedure doganali e poi distribuito alla popolazione ucraina; parliamo della perdita economica subita dal paese.
  • Non ho mai abusato della mia posizione per far pressione sui giudici o sui tribunali ucraini. Desidero che Tymoshenko dimostri la sua innocenza. Se ha commesso un errore e a risentirne è tutto il paese, dovrebbe ammetterlo. Se non ha pagato le tasse, dovrebbe ammetterlo e pagarle. Tutto questo mi sembra naturale.
  • L’Ucraina deve cominciare a cambiare in meglio, ma è sbagliato metterci sotto pressione. È un processo, e questo processo è in corso, ma sta già portando cambiamenti positivi.

Citazioni su Viktor Fëdorovyč Janukovyč

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  • A giudicare dai suoi ansiosi voltafaccia, Janukovyč voleva vivere come Putin ma non morire come Gheddafi. (Garri Kasparov)
  • A quel tempo [durante la presidenza di Janukovyč], l'Ucraina stava letteralmente duplicando la legislazione russa. Quando gli attivisti russi per i diritti umani hanno definito la loro Duma di Stato una "stampante impazzita", abbiamo risposto che da noi c'era una "fotocopiatrice impazzita". Ogni volta che la Russia approvava una nuova legge, dopo un po' riemergeva nel nostro Paese, sotto forma di proposte legislative. (Oleksandra Matvijčuk)
  • È vero che era costretto ad accettare alcune posizioni russe, e bisogna dire che era un oligarca. Ma rispecchiava bene il popolo ucraino. (Nicolai Lilin)
  • Gli Stati Uniti hanno rovesciato decine di governi. Hanno sicuramente contribuito al rovesciamento di Janukovyč. (Jeffrey Sachs)
  • La fuga di Janukovyč in Russia mise i cittadini e i legislatori ucraini in una situazione insolita: un capo di Stato, durante l'invasione del suo Paese, cercò rifugio permanente nel Paese invasore. (Timothy Snyder)
  • Sembrò aver importato le pratiche russe creando un'élite cleptocratica permanente invece che permettere la rotazione di clan oligarchici. Suo figlio, un dentista, diventò uno degli uomini più facoltosi del Paese. Janukovyč indebolì i meccanismi politico-istituzionali finalizzati a mantenere l'equilibrio tra i diversi poteri, per esempio nominando presidente della Corte suprema il giudice che aveva smarrito il suo certificato penale. Cercò anche di gestire la democrazia alla maniera russa. Incarcerò uno dei suoi due principali avversari e fece approvare una legge che impedì all'altro di candidarsi. Così poté scendere in campo per un secondo mandato contro un concorrente nazionalista selezionato con cura. Dopo una vittoria scontata, Janukovyč poté dire agli europei e agli americani di aver salvato l'Ucraina dal nazionalismo. (Timothy Snyder)
  • Gli ucraini filo-democratici sono sempre più convinti che Yanukovich voglia diventare l’equivalente ucraino del dittatore della Bielorussia, Alexander Lukashenko. [...] Yanukovich può anche tentare di emulare Lukashenko, ma senza una forte burocrazia ed un apparato coercitivo, è destinato a fallire.
  • Il primo errore commesso dal presidente è stato quello di violare la costituzione, cambiando le norme in base alle quali si formano le coalizioni parlamentari dominanti, al fine di permettere al suo partito di porsi alla guida di una partnership con diversi altri gruppi, compresi i comunisti. [...] Il secondo errore del presidente è stato quello di nominare come primo ministro il suo compare Mikola Azarov, un rigido burocrate il cui nome è sinonimo di corruzione del governo, di imposte spropositate e di ostilità alle piccole imprese. [...] Il terzo errore va riscontrato nell’approvazione di un gabinetto composto da 29 ministri, invece dei 25 previsti in precedenza. [...] Il quarto errore è rappresentato dalla nomina di due individui insignificanti – un ex manager di un’azienda agricola statale, e un laureato in economia proveniente da un istituto agricolo sovietico – alla guida dei ministeri di economia e finanza. [...] Il quinto errore è stato quello di nominare il controverso Dmytro Tabachnick ministro dell’istruzione. Questi, infatti, ha espresso delle opinioni scioviniste che gli ucraini filo-democratici hanno ritenuto profondamente offensive per la loro dignità nazionale, come la convinzione che gli ucraini dell’ovest non siano veri ucraini, il supporto alla visione largamente emendata della storia sovietica diffusa dal Cremlino e all’idea che la lingua e la cultura ucraine abbiano vissuto una fase di prosperità in epoca sovietica.
  • Sebbene le prospettive non siano delle migliori, c’è ancora qualche speranza per il nuovo presidente dell’Ucraina. Potrebbe ancora riuscire a stento a strappare una modesta vittoria cercando di governare come presidente non solo di Donetsk, ma di tutta l’Ucraina. Tutto ciò che deve fare è trattenere la sua fame di potere e imparare a governare insieme all’opposizione e insieme al popolo. Non è complicato: è la democrazia.

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