Zoja Svetova

giornalista russa

Zoja Feliksovna Svetova (1959 – vivente), giornalista russa.

Svetova nel 2017

Citazioni di Zoja Svetova modifica

  Citazioni in ordine temporale.

Da «Nella Russia di Putin il giustizialismo è sovrano»

Intervista di Orlando Trinchi, ildubbio.news, 29 marzo 2019.

  • [...] nella maggioranza dei casi, i giudici emettono sentenze non in base alla legge ma su commissione di taluni gruppi d'interesse. Nel caso di procedimenti politici, quando in Tribunale vengono processati nemici dichiarati del Potere i giudici ricevono indicazioni su quale verdetto emettere direttamente dall'Amministrazione presidenziale. Se, invece, questi dibattimenti hanno come oggetto espressioni concorrenti di attività imprenditoriali si registrano preoccupanti quanto frequenti episodi di corruzione.
  • Nel corso di questi ultimi anni il governo russo si sta trasformando in un regime totalitario. Non solo la libertà di parola, ma la stessa libertà individuale viene sempre più minacciata: basti pensare alle vere e proprie persecuzioni nei confronti degli omosessuali e dei blogger che, attraverso i re- tweet sui social, diffondono informazioni considerate deleterie dal potere. Vengono perpetrate vessazioni anche verso chi ha partecipano a manifestazioni pubbliche.
  • Esiste una precisa linea di demarcazione tra censura e auto- censura. L'auto- censura consiste nel fatto che i giornalisti preferiscano non nominare il Presidente con nome e cognome – criticando quindi apertamente l'operato di Putin – oppure cercano di non attaccare deputati, giudici o semplici funzionari statali in quanto essi potrebbero infliggere delle penali capaci di condurre alla rovina economica i media e le case editrici verso cui sarebbero dirette.

Da «In esilio se scrivo di Ucraina»

Intervista di Luca Geronico, avvenire.it, 3 maggio 2022.

  • Pochissimi pensavano che l’esercito russo sarebbe entrato a Kiev e che l’aviazione avrebbe bombardato: era inimmaginabile. Ora tutti i giornalisti russi che coprono gli avvenimenti in Ucraina, poi restano in Occidente: all’inizio di marzo la Duma ha votato la legge sulle “fake news” e dunque qualsiasi informazione sull’Ucraina, sulle vittime civili, sull’esercito russo, è considerata menzoniera e questi giornalisti rischiano da 10 a 15 anni di reclusione.
  • Non ho contatti con l’entourage ristretto di Putin, non so quale sia il suo pensiero: afferma che vuole liberare l’Ucraina dai fascisti. Io non sono andata in Ucraina, se avessi visto con i miei occhi cosa avviene ve lo potrei dire. Ho partecipato a una trasmissione televisiva in Italia, ho visto dei filmati. I giornalisti russi che sono sul posto, di cui ho fiducia, raccontano una versione del tutto differente: dicono che Putin vuole far cambiare il presidente in Ucraina. Non so se sia vero, seguo gli avvenimenti, leggo i reportage.
  • [Sulle sanzioni internazionali durante il conflitto russo-ucraino] La vita è due volte più cara: il cibo, i vestiti, i trasporti sono più cari e non comprendo come la gente comune riesca a vivere. Anche per gli oligarchi ci sono problemi: non possono più andare in Occidente a fare affari. Tra qualche tempo la popolazione sarà ancora più povera e sarà pesante anche per gli oligarchi. Le sanzioni hanno cambiato la situazione economica.
  • [Su Anna Stepanovna Politkovskaja] Non eravamo amiche ma la conoscevo bene come collega: con lei ho seguito dei processi. Per me è l’esempio di come deve essere una vera giornalista che ha pagata con la vita per aver fatto bene il suo lavoro. E nel suo libro sul regime di Putin aveva previsto molte cose. Diceva: i soldati che hanno fatto la guerra in Cecenia rientrano in Russia e vivranno con la sindrome cecena, saranno molto feroci.

Da Il Cremlino ha un altro fronte di guerra: quello contro i giornalisti

Discorso pronunciato nel Giardino dei Giusti di Milano, 3 maggio 2022; citato ne ilfoglio.it, 4 maggio 2022.

  • Il 3 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della libertà di stampa. Una festa per giornalisti, corrispondenti, pubblicisti, editorialisti. Per tutti coloro che scrivono sulla stampa cartacea o su internet. Tutti coloro che si considerano giornalisti. Ci si potrebbe chiedere se una festa simile si celebri anche in Russia. Più no che sì.
  • Dopo il 24 febbraio, è stata sostanzialmente introdotta la censura militare in Russia. E in poche settimane tutti i media indipendenti sono stati chiusi. Ekho Mosky, Tv Rain e infine Novaja Gazeta hanno ricevuto un avvertimento da Roskomnadzor, l’agenzia statale, che ha avvertito il giornale che sarebbe stato bloccato, cioè sostanzialmente distrutto.
  • Più di quaranta organi di stampa stranieri e accreditati in Russia sono stati riconosciuti come agenti stranieri, più di cento giornalisti sono stati riconosciuti come agenti stranieri, diverse pubblicazioni indipendenti sono state riconosciute come organizzazioni indesiderabili (e la partecipazione a tali media comporta la reclusione) e bloccate.
  • La guerra del governo russo contro i giornalisti è iniziata dopo il 2014, dopo l’annessione della Crimea. Prima di allora, il giornalismo in Russia era una professione pericolosa, i giornalist venivano ammazzati: Dmitri Kholodov, Yuri Shchekochikhin, Paul Khlebnikov, Anna Politkovskaja, Alexei Domnikov, Natalya Estemirova. I giornalisti venivano picchiati, la Russia occupava un posto significativo nella classifica dei paesi pericolosi secondo la classifica di “Reporter senza frontiere”.
  • Molti giovani giornalisti, forti e professionali, giornalisti investigativi, militari, che scrivono oggi sul genocidio, sulle violazioni dei diritti umani, come prima di loro Anna Politkovskaja, oggi lottano per la verità e per un futuro migliore per il loro paese, la Russia, come ha fatto l’accademico Andrei Sakharov, e i loro nomi saranno scritti nella storia, come quello di Vasili Grossman.

Da I russi sono i russi. Non sono il governo russo

Intervista di Helena Savoldelli, gariwo.net, 5 maggio 2022.

  • Oggi non possiamo parlare di giornalismo in Russia così come generalmente lo concepiamo. Tutti i media liberi e indipendenti sono stati chiusi o bloccati, etichettati come agenti stranieri: un processo di censura che si è intensificato negli ultimi tre, quattro anni. Poco a poco, il potere russo ha sgretolato l’informazione indipendente, è la morte dei media.
  • Per quello che riguarda le violazioni massive dei diritti umani, in Russia le persone che osano protestare contro l’operazione speciale vengono fermate, detenute in prigione o nelle caserme per giorni: dieci, venti, un mese. Vengono accusate di aver diffuso notizie false e rischiano fino a 15 anni di prigione secondo la nuova legge sulle fake news firmata lo scorso 4 marzo. Questa norma è concretamente un attacco alla libertà di espressione su vasta scala, perché non riguarda solo i professionisti dell’informazione, la libertà di stampa appunto, ma colpisce tutti i cittadini russi o non russi che non sono d’accordo, che non appoggiano l’operazione speciale. Fanno tutti parte di un grande gruppo a rischio. Ci sono già decine di persone in carcere per questo.
  • Mi sono occupata molto degli ucraini detenuti in Russia dopo il 2014. Ho lavorato al rapporto sulla morte di Sergej Magnitskij nel 2009 e sui casi di persone accusate di tradimento di Stato: tutti temi molto sensibili per il potere. Ci sono molte falsificazioni attorno a questi casi e io ne ho parlato. Visitavo le prigioni e scrivevo articoli sulle violazioni dei diritti dei prigionieri; detenuti politici, ucraini che poi sono stati scambiati con i russi in Ucraina.
  • La mia fu una delle prime perquisizioni a casa di un giornalista e ho portato il caso di fronte alla Corte di Strasburgo per la violazione dei miei diritti di giornalista. Ho molte chance di essere considerata vittima di violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (articolo sulla libertà d’informazione) ma penso si tratterà solo di una ricompensa morale. La Russia non pagherà nulla perché è uscita dal Consiglio d’Europa.
  • Ho avuto paura. Potevo lasciare la Russia con i miei figli, come stanno facendo in molti (giovani che non vogliono andare in guerra, businessman, informatici). Poi, però, mi sono detta: “Io non voglio avere paura, voglio restare e continuare la mia attività”.
  • C’è una cosa che voglio assolutamente dire: i russi sono i russi, non sono il governo russo. Sto vedendo purtroppo questa assimilazione errata, in Francia, in Georgia… si sta sviluppando una russofobia per la quale persino i bambini russi nelle scuole vengono isolati. Noi russi che non siamo d’accordo con il governo siamo forse, in qualche modo, responsabili di qualcosa, però non siamo responsabili di quello che fa il potere che ci governa.
  • Le persone hanno abbandonato le proprie famiglie, hanno visto la propria vita cambiare, molti hanno bisogno di assistenza psicologica, ai bambini nelle scuole vengono messe delle uniformi che imitano quelle militari (alcuni genitori sono d’accordo, ma molti no). So di molti insegnanti che hanno lasciato la scuola per non essere costretti a raccontare menzogne ai propri studenti, a riscrivere la Storia (non solo gli avvenimenti recenti ma anche quelli passati vengono riformulati).
  • Per gli ucraini è difficile fare la distinzione tra i russi e il governo russo, ci detestano e noi li comprendiamo. Alcuni miei amici hanno delle seconde case in Ucraina, ci sono paesi lì in cui quasi tutte le case appartengono a dei russi, molti moscoviti hanno dato le loro abitazioni ai rifugiati ucraini perché possano ripararsi lì, cercano di far capire che non sono colpevoli, ma non è semplice.

Da Russia, "nessuno sa cosa vuole fare Putin ma la tregua con l’Ucraina è lontana"

Intervista di Maddalena Tulanti, firstonline.info, 16 ottobre 2022.

  • Non sono un economista e non potrei descrivere un quadro dello stato economico in Russia, ma so che i prezzi sono aumentati molto e molti negozi e aziende hanno lasciato la Russia, tra cui Ikea, Apple, Zara, Max Mara, H&M, McDonald’s e altri. Cosa che fra l’altro si sa in tutto il mondo. Così come si sa che il bilancio russo ha subito un grave colpo a causa del blocco di diversi grandi progetti con partener occidentali. Progetti in settori industriali, nella costruzione di aerei e automobili, nell’estrazione mineraria ed altri. Quanto alla percezione che hanno i russi di quello che accadendo, voglio ricordare che in Russia già da oltre venti anni, da quando è salito al potere Putin, vige una politica da regime autoritario con tratti di dittatura. Tutte le libertà fondamentali, compresa la libertà di parola, la libertà di eleggere e di essere eletti, la giustizia indipendente sono state abolite e distrutte.
  • [Sull'annessione dell'Ucraina meridionale e orientale alla Russia] Il presidente Putin ha annesso i nuovi territori ucraini; quindi, quando l’Ucraina cercherà di recuperare questi territori, i russi diranno che l’Ucraina sta attaccando la Russia. È questo quello che è accaduto. E al momento non ci sono possibilità di trattativa sull’argomento.
  • Novaya gazeta è stata costretta a sospendere le sue pubblicazioni il 28 marzo 2022 a causa della repressione dello Stato. Ma pochi mesi dopo la redazione ha iniziato a pubblicare testi su un nuovo sito chiamato “L’area libera”. Pubblichiamo articoli e facciamo podcast. Centinaia di giornalisti che sono partiti dalla Russia continuano a fornire al pubblico molte informazioni, indagini investigative, interviste. Scrivono articoli e fanno film documentari. Il pubblico russo può seguirci su Youtube. Insomma, si continua a lavorare per il futuro, per quando saremo di nuovo in condizione di lavorare tranquillamente.

Da "Voglio credere che la Russia diventerà un paese civile. Se non io, lo vedranno i miei nipoti"

Intervista di Roberto Saviano, gariwo.net, 21 dicembre 2022.

  • Io vivo in Russia e chiamo i fatti che stanno accadendo dal 24 febbraio con l'espressione universalmente accettata nel mio Paese, e cioè "operazione militare speciale". E lo faccio dal 3 marzo, ovvero dal giorno in cui in Russia è stata approvata ed è entrata in vigore la legge che punisce tutti i cittadini della Federazione Russa che provino a nominare in altri modi quello che sta avvenendo, a definire "vittima" la popolazione civile in Ucraina. Ho preso la decisione di rimanere in Russia, a differenza di circa trentamila connazionali – tra i quali i miei figli, che hanno scelto di trasferirsi in Georgia – e di altri che si sono voluti spostare, per esempio, in Francia, dove possono servirsi di un'altra espressione, pertanto continuo a usare la definizione di "operazione militare speciale".
  • Dall'inizio dell'operazione militare speciale la vita dei giornalisti indipendenti in Russia è diventata difficile. Per esempio, il 22 aprile Vladimir Kara-Murza, giornalista e politico che supporta il Sergej Magnitskij Act, già avvelenato due volte in precedenza, è tornato in Russia dall'America e al suo arrivo è stato arrestato, proprio in virtù della nuova legge sulle fake news, poiché in America parlava delle vittime tra la popolazione civile ucraina. Ora, in Russia, rischia dieci anni di prigione.
  • Io, come i dissidenti sovietici, voglio che il potere del mio Paese rispetti la legge. Come singola cittadina rispetto la legge e vorrei che il potere del mio Paese facesse altrettanto. Se chi sta in prigione ha diritto di ricevere la visita del suo avvocato, allora voglio che ciò avvenga.
  • Vorrei che in Europa si parlasse non di me, ma delle persone comuni che scendono in strada perché vogliono manifestare e per questo vengono portate via, rischiando delle conseguenze. Vorrei si parlasse delle vittime del regime russo così come si parla delle vittime della popolazione ucraina.
  • Per chi si serve di questi termini i fascisti sono coloro che abbiamo combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, o Grande Guerra Patriottica, come viene definita nella storiografia russa; così il Presidente, per spiegare a milioni di suoi concittadini davanti alla televisione quello che sta succedendo e giustificarlo, per offrire una ragione, un motivo valido, ricorre a una specie di memoria genetica, quella della Seconda Guerra Mondiale. Questo sì che solleva le masse. Come nel romanzo di Orwell 1984, in cui si diceva che «la guerra è pace», cioè il contrario della realtà.
  • La differenza principale tra la Russia sovietica e la Russia odierna è che oggi non c'è la Cortina di ferro, per lo meno non ancora. Oggi, a distanza di circa due settimane da quando i miei figli hanno scelto di trasferirsi in Georgia, ho preso un mezzo di trasporto e ho potuto raggiungerli tranquillamente; all'epoca non mi sarebbe stato permesso. Un'altra differenza è che oggi non ci sono più regole del gioco, perché le regole del gioco ora si fanno e si disfano senza preavviso, i servizi speciali possono cambiare le carte in tavola a seconda del momento: per esempio, se qualcuno dell'opposizione viene in Russia non so cosa lo aspetta, se può essere portato fuori, preso dai servizi speciali, subire un'esecuzione...
  • La strada verso la pace può essere tracciata con l'aiuto dei Paesi occidentali, proprio di quell'Occidente che per molto tempo non ha voluto credere ai giornalisti indipendenti, a tutti coloro che dicevano che in Russia non c'è la giustizia, che non ci sono elezioni libere.
  • [Sull'organizacija] In Russia c'è la criminalità organizzata e ci sono i delinquenti veri e propri – assassini, spacciatori, ecc. Bisogna ricordare che chi è al potere, o è vicino al potere, spesso ha lavorato in precedenza per il KGB, come lo stesso Vladimir Putin e molti altri del suo entourage. Alcuni connazionali emigrati in altri Paesi sostengono che molti di coloro che sono al potere in Russia abbiano a che vedere con la mafia, e che esista una specie di corporazione di potenti che mantiene un legame stretto con la criminalità organizzata. Io non sono un'esperta ma una semplice giornalista, quindi lascio fare queste affermazioni a chi probabilmente ne sa di più di me.
  • Io sono idealista e quindi spero, voglio credere che la Russia diventerà un Paese civile, e voglio credere che allora sarò viva e in salute e potrò vederlo con i miei occhi; e se non potrò vederlo io, lo vedranno i miei cinque nipoti.

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